TEORIA DELL’ INFORMAZIONE
Telecomunicazioni vuol dire trasmissione a distanza di informazioni.
Ma cosa è l’informazione?
Informare è un’espressione che viene dal latino e vuol dire ”dare forma a qualcosa”.
Modellare cioè, una cosa che prima era informe.
L’opinione che avevamo cioè, su un argomento, era prima indeterminata, confusa, l’informazione, invece, le dà forma.
Oggi, più precisamente, intendiamo per informazione qualunque cosa che sia in grado di eliminare un’incertezza.
Sono informazioni le notizie riportate dai giornali e delle quali, naturalmente, il lettore non era prima al corrente.
In questo modo il giornale comunica al cittadino delle notizie che contribuiscono ad eliminare incertezze ad esempio sulla stabilità della lira, sulla politica, sul governo, sulla disoccupazione, ecc.
La corrente elettrica trasmessa da un filo telefonico racchiude l’informazione che un utente vuol comunicare a chi lo ascolta.
Un’immagine televisiva racchiude una grande quantità d’informazioni di vario tipo: forme, colori, movimenti, suoni, dati, ecc.
Oggi, nel campo delle telecomunicazioni, è necessario dare alle informazioni un’unità di misura per effettuare confronti sulla quantità di informazione al fine di ottimizzare la sua velocità di trasmissione.
Come si misura l’informazione? Come si può scegliere la sua unità di misura?
Per rispondere a queste domande bisogna ritornare alla definizione di informazione e cioè qualsiasi cosa che possa eliminare un’incertezza.
Si trasmette maggiore informazione quando si elimina una maggiore incertezza.
Ma quando si ha una maggiore incertezza e quando una minore?
Si ha una maggiore incertezza quando si possono verificare un maggior numero di eventi diversi e si ha una minore incertezza se gli eventi possibili sono di meno.
Dunque si ha maggiore informazione se si comunica un evento molto improbabile e minore informazione se si comunica un evento che poteva realizzarsi con facilità.
La minima informazione dunque è la scelta fra due sole possibilità e assume il nome di BIT che è una sintesi delle due parole inglesi BINARY DIGIT che vuol dire cifra binaria.
Dunque si definisce BIT l'unità di informazione intesa come la scelta effettuata fra due
soli eventi, simboleggiati di norma, dalle cifre binarie 0 e 1.
Nasce il problema, una volta determinata l'unità di informazione, di misurare la quantità di informazione racchiusa nella scelta fra un numero di possibilità maggiori di due.
La quantità di informazione racchiusa nella scelta di uno fra tanti simboli, è data dal numero di BIT necessari per rappresentare, con le loro varie combinazioni, tutti i simboli dati.
Supponiamo che si debba scegliere fra otto simboli: i numeri da zero a sette.
Ebbene, quanti BIT sono necessari per rappresentare otto numeri diversi? Sappiamo che la risposta e’ tre.
Questo in quanto 2
3= 8 e quindi: 3 = log
28
La quantità di informazione, misurata in bit, in questo caso 3, è dunque l'esponente da dare a due, per ottenere il numero di combinazioni, in questo caso otto, fra le quali si effettua la scelta.
In generale, allora, la quantità Q di informazione racchiusa nella scelta di una fra M possibilità equiprobabili è:
Q = log
2M
Se invece gli eventi che possono verificarsi non sono equiprobabili, allora l'informazione connessa alla scelta di uno fra M simboli o eventi è diversa a seconda del simbolo scelto o dell'evento verificatosi in quanto diversamente probabile.
In tal caso si parla di informazione media statistica, assume il nome di ENTROPIA e si indica con la lettera H.
Questo concetto è applicato negli alfabeti delle varie lingue: inglese, francese, tedesco, italiano, ecc. dove i vari caratteri, A, B, C, D, ... sono diversamente probabili, e questa probabilità è diversa nelle varie lingue.
i i
M
i
p p
H
21 ⋅
log
−
==
La p
irappresenta la probabilità, che è diversa caso per caso, che venga scelto il carattere i-esimo fra M caratteri diversi e non equiprobabili.
Si dimostra invece che se i caratteri diventano equiprobabili, l'ENTROPIA assume il valore massimo possibile, e l'informazione Q, contenuta nella scelta di un carattere fra M equiprobabili, è di nuovo:
Q = log
2M
Nella trasmissione dei dati e nelle telecomunicazioni di tipo numerico, bisogna studiare tre
concetti base: la quantità di informazione racchiusa in un'immagine, un dato, un suono,
un testo, un disegno ecc.; la larghezza di banda relativa al canale; la velocità di
trasmissione dei dati nel canale di comunicazione prescelto, ad esempio fibra ottica, cavo coassiale, doppino telefonico, ecc.
Questi tre concetti sono strettamente correlati fra loro.
ESEMPIO: VELOCITA' DI TRASMISSIONE DEL SEGNALE TELEVISIVO
Un'immagine televisiva dello Standard PAL è formata da 625 righe di cui alcune però non direttamente visibili.
Arrotondiamo per semplicità a 600.
Quante sono le colonne?
Se supponiamo che ogni pixel sia di forma quadrata, essendo il rapporto base / altezza dello schermo uguale a 4/3, risultano:
800 3 600
4 ⋅ =
= colonne
In complesso risultano quindi in ogni immagine televisiva, circa:
pixel 000
. 480 800
600 ⋅ =
Ma la frequenza di quadro è 25 Hz, per cui si devono trasmettere ogni secondo le informazioni relative a:
pixel 000 . 000 . 12 25 000 .
480 ⋅ =
Se ogni pixel è individuato solo come o bianco o nero, senza tenere conto neppure dei grigi, bisogna trasmettere tanti BIT al secondo quanti sono i pixel necessari al secondo e quindi la VELOCITÀ DI TRASMISSIONE è:
sec / 12Mbit v =
Ma se noi, saggiamente, ipotizziamo non solo varie intensità di grigi, ma anche vari colori, ad esempio per ogni pixel 256 varie tinte e saturazioni diverse di colore, allora, essendo 2
8= 256, sono necessari 8 bit per rappresentare 256 livelli di ogni pixel e quindi la
VELOCITÀ DI TRASMISSIONE diventa:
sec / 96
8
12 Mbit
v = ⋅ =
Ciò corrisponde ad una LARGHEZZA DI BANDA minima del canale di 96 MHz che però fortunatamente non è necessaria perché l'occhio umano non è in grado, alla distanza alla quale va osservato lo schermo televisivo, di apprezzare una risoluzione così minuziosa, e la banda, come è noto, praticamente si restringe a 7 o 8 MHz nelle trasmissioni TV via etere modulate in VSB, e 27 MHz in quelle, più precise e dettagliate e modulate in FM, via satellite.
STUDIO SUI SEGNALI DIGITALI
I dati che un computer elabora sono di tipo numerico e quindi sono dei bit che si presentano sotto forma di impulsi di tipo rettangolare di tensione ad esempio come in figura:
Ora, se questa sequenza di bit in uscita da un computer, deve essere trasmessa per via telefonica, tramite MODEM, si presenta come l'onda quadra indicata in figura:
la quale comprende, in base allo sviluppo in serie di Fourier, un valore costante A
0, più infinite armoniche di ampiezza decrescente e frequenza crescente di cui la fondamentale indicata in figura, ha la stessa frequenza dell'onda quadra:
f T 1
0