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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 137

CO6.2

IDENTIFICAZIONE MOLECOLARE DI BATTERI GRAM-NEGATIVI NON FERMENTANTI IN SOGGETTI AFFETTI DA FIBROSI CISTICA

Concato C., Fiscarelli E., Lucidi V.*, Menichella D.

U.O. Laboratorio Di Microbiologia, (*), U.O. Fibrosi Cistica, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS,

Piazza S. Onofrio 4, 00165 ROMA

Introduzione.

I bacilli Gram- non fermentanti sono i batteri che con maggior frequenza vengono isolati da campioni

respi-COMUNICAZIONI ORALI

comunicazioni orali

SESSIONE 6

La fibrosi cistica:

aspetti microbiologici e clinici

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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 138

ratori di soggetti affetti da FC. Questi organismi diffe-riscono in termini di patogenicità e di trasmissibilità e la loro identificazione a livello di specie è alquanto cri-tica nella gestione terapeucri-tica dei soggetti con FC. I metodi tradizionali d’identificazione non sempre sono adatti, in quanto spesso le colonie hanno una morfolo-gia atipica e mostrano caratteristiche metaboliche inu-suali. In molti casi la sensibilità agli antibiotici non aiuta nell’identificazione a causa della multi-resisten-za. Anche nei laboratori specialistici che trattano quasi esclusivamente campioni provenienti da soggetti con FC sono frequenti le mis-identificazioni.

Obiettivo di questo lavoro è valutare la capacità della tecnica di sequenziamento per l’identificazione di iso-lati batterici non ben definiti con i metodi convenzio-nali.

Metodi.

I campioni sono stati processati secondo i protocolli standard. Per l’identificazione si è fatto riferimento sia a metodi automatizzati (Vitek2, BioMerieux - Phoenix, BD) che manuali (API 20NE, BioMerieux - IDS RapID NF plus, Remel). I ceppi non identificati in maniera soddisfacente sono stati esaminati mediante sequenziamento di una porzione del gene 16S rDNA utilizzando il kit “MicroSeq 500” (Applied Biosystem).

Complessivamente sono stati esaminati e studiati con il metodo molecolare 47 stipiti batterici.

Risultati.

Il 34% è risultato appartenere al genere Pseudomonas (10.6% fluorescens, 8.5% aeruginosa), il 27.7% al genere Alcaligenes (21.3% xylosoxidans xyl.) e il restante diviso tra diverse specie tra cui spicca l’8.5% degli Acinetobacter. Da sottolineare che un certo numero di isolati di Pseudomonas aeruginosa sono sfuggiti all’identificazione con i sistemi convenzio-nali e solo con il sistema molecolare è stato possibile definire il livello di specie.

Conclusioni.

Il nostro studio conferma il valore del metodo di sequenziamento come ausilio nell’identificazione dei batteri con caratteristiche di morfologia e di metaboli-smo atipiche. Ha permesso di ridefinire i pattern epi-demiologici nel nostro centro e di meglio inquadrare i microrganismi che potrebbero in futuro rivestire un ruolo importante nella malattia FC.

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