~Prof.
Soibante
REPUBBLICA ITALIANA
ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA
MOVIMENTO
DELLA POPOLAZIONE'
SECONDO GLI ATTI·
l
DELLO STATO CIVILE·
NEGLI ANNI 1943-1948
. SERIE "I VOL.
I
"
-,-) \ i
All'On, Dott.
ALCIDE DE GASPERI
Presidente del Consiglio dei Ministri
/I
volume, che ho l'onore di presentarLe, viene pubblicato
a
distanza notevole dal precedente,
a
causa del
lungo e complesso lavoro di raccolta
e
di controllo dei dati; lavoro reso necessario per lè vicende dell'eccezionale
periodo, che viene preso in esame: il sessennio
1943-1948,
che inquadra gli anni più cr,uciali della recente
guerra e quelli dell'immediato dopoguerra,
La rflccolta dei dati, compito questo laborioso e paziente in tempi normali, fu molto arduo nel periodo
bellico a causa dello sconvolgimento prodotto dalla
g~erra
e
che determinò, nella fase culminante, una vera
paraliSi nei servizi statistici,
Lo spostamento degli uffici centra'li e .dei documenti demografici da una
p~rte
all'altra del territorio
na-zionale, teatri di guerra di eserciti di varia nazionalita', i/ conseguente annullamento dei collegamenti con
gli organi periferici, la riduzione al minimo dei mezzi di trasporto
e
dei servizi di comunicazione,
la
distru-,zione di non pochi uffici ed edirci comunali a causa dei bombardamenti e di altri eventi bellici, richiesero, da
parte dell' Istituto, una tenacia ed un accorgime.nto singolare per compiere l'opera della ricostruzione,
Dovette provvedersi attraverso u6 notevole
e
diffici/e lavoro:
-
al recupero dei ,documenti demografìci dispersi, relativi agli anni
1943, 1944, 1945;
-
ali? fornitura di mi/ioni di modelli demografìci ai numerosi Comuni che non avevano potuto eseguire
le Ii/evazioni anzidette relative agli anni citati;
-
a
dare assistenza tecnica, nella forma più ampia; specialmente ai Comuni sinistrati, nell'opera del/a
ricostituzione dei registri e dei relativi atti dello stato civile;
-'- a
sollecitare provvidenze governative sja per ottenere i necessari contr.ibuti fìnanziari per la
rico-stitul.ione degli uffici che per la nomina del/'apposita Commissione prevista dall'art.
39
delrOrdinamento dello
i
Stato civi/e,
Lo scrupolo ne"/a raccolta dei documenti statistici e nel loro completamento ed irlaborioso lavoro di controllo,
.
se
hanno ritardata la pubblicazione del volume, hanno garantita una docunientazione sicura e presso che
com-pIeta del movimento del/a popolazione durante gli anni di guerra, evitando così una grave lacuna nella serie
dèlle pubblicazioni demografìche,
Per una più facile consultazione ed interpretazione dei dati, le tavole sono precedute da una sobria
introdu-ziqne nella quale sono esposte le speciali circostanze del periodo bellico che hanno alterato l'equilibrio
demogra-fico det!' Italia,
ed
hanno modifìcato i diversi fattori del/e variazioni quantitative
e
qualitative del movimento del/a
popolazione cercando, altresì, di misurare come, nei primi anni del periodo post-bel/ico, sia avvenuto
ilriasse-stamento,
Roma,
29
febbraio 1952,
\ '
l'
N D I C E.
AVVERTENZE
NOTA INTRODUTTIVA
Caratteristiche generali del movimento della popolazione
Movimento della popolazione per Regioni . . . .
Movimento della popolazione nei Comuni capoluoghi.
Analisi qualitativa dei matrimoni.
Analisi qualitativa dei' nati, .
Analisi qualitativa dei morti.
Movimento della popolaziol'le ,per sesso e stato civile
Distribuzione mensile del movimento della popolazione
APPENDICE
Tav.
1* -
Quozienti demografici -Regioni, Provincie e
Co-muni capoluoghi di provincia. . . • . . . . . . Pag
»
2* -
Percentuali dei matrimoni secondo le combinazioni
di età degl i sposi. . • . . . • • . . . . .
»
>~3* -
Percentual i dei matrimoni secondo le c.ombinazioni
,
d i stato civile deg I i sposi . . . '.
»
»
4* -
Età media degli sposi secondo lo stato civile. .
»
»
5* -
Natimortalità nei singoli mesi . . . .
»
>~6* -
Natimortalità secondo la filiazione. . . "
»
»
7*:-
Quozienti di illegittimità e riconoscimenti. . .
»
,»
8*
,'~Mortalità .infantile . . • • . . . .
»
»
9* -
Probabilità di morte feto-infantile . . . . • . .
»
»
1
0* -
Figli naturali legittimati per susseguente matrimonio
'dei gehitori - Provincie e Regioni. . . •
»
»
11* -
Figli riconosciuti per atto autentico - Provincie e
Regioni.. . . . • . . • . . . . . . • .
»
I
TAVOLE
PARTE I -
RIASSUNTO DEL MOVIMENTO NATURALE
Tav. 1 -
Movimento naturale della popolazione:
A) Provincie e Règioni.
Pago
. B) Comuni capoluoghi di provincia
,»
1943
I
1944
j
1945
PARTE Il -
MATRIMONI
Tav.
2 -
Matrimoni distinti per mesi - Regioni.
Pago
»
3 -
Matrimoni secondo le combinazioni di età degli sposi
»
»
4 -
Matrimoni secondo le combinazioni di età e di stato
civile degli sposi . . . . .'. . .
, . »
»
5 -
Sposi che sottoscrissero o non l'atto di
matrimonio-Regioni
»
PARTE III -
NASCITE
»
6 -
Nascite distinte per sesso, vitalità e per mesi - Re- ,
gioni :
A)
Nati vivi
B) Nati morti
})
7 -
Nati [egittimi secondo.i[ generede[ parto, ['ordine di
generazione, [e classi di età della madre .a[ parto,
i[ sesso e
[<;Ivita[ ità :
»
»
50
52
53
55
56
60
-
da parti semplici e doppi.
. . . .
»
64
-;- da parti tripli, quadrupli e in complesso.
»
66
»
8 -
Nati legittimi secondo i[ genere del parto .. ['ordine
di generazione, ['età della madre a[ parto e [a
vita-lità :
. -
da parti semp[ ici e doppi.
»
88
-
da parti tripli, quadrupli e in complesso.
»
90
»
9 -
Parti di nati legittimi secondo l'ordine di
genera-zione e l'età della madre al parto
. . .
»
112
»
10 -
Parti e nati legittimi per genere del parto e secondo
l'ordine di generazione
. . .
»
115
»
11 -
Nati legittimi secondo il genere del parto, l'ordine di
generazione e l'anno di matrimonio dei genitori:
-
nati da parti semplici, doppi, tripli, quadrupli
e in complesso. . . .
»
116
»
12 -
Parti semplici e multipli - Regioni. . . . . .
» !128
»
13 -
Nati da parti multipli secondo il genere del parto, il
sesso e [a vitalità - Regioni.
»
130
PARTE IV -
MORTI
~}
14 -
Morti distinti per mesi e per sesso - Regioni:.
A) Morti in complesso.
»
B) Morti nel 1
0anno di vita.
»
»
15 -
Morti secondo l'età e il sesso - Regioni.
»
»
16 -
Morti secondo l'età, l'anno di nascita, lo stato civile,
e i I sesso. .
. . . .
»
»
17 -
Morti secondo lo stato civile e il sesso - Regioni.
»
»
18 -
Morti nel 1
0anno di vita, secondo l'età, il sesso e
la filiazione - Regioni
»
ALLEGATO
Numero dei Comuni dai qual i non sono pervenute le schede
demografiche a caus<j, degli eventi bellici e rispettiva
AVVERTENZE
1. -
I dati contenuti nel presente volume, dal 1943 al 1948, si rifer·iscono al territorio
n.a-ziona,le nei confini stabiliti col trattato di pace' del 1947, ad eccezione dei dati concernenti i
Co-muni capoluoghi di provincia i quali, invece, sono riferiti alle circoscrizioni territoriali al 31
dicem-bre. di ciascun anno.'
Per gli .anni precedenti al" 1943 i dati si riferiscono ai confini territoriali italiani dell'epoca.
2.,~
Nelle tavole della presente pubblicazione sono adoperati i seguenti
segni convenzionali-:
Due puntini ( .. ), per i numeri rélativi, quando 'non raggiungono la cifra· significativa
nell'or-dine minimo considerato.
La linea (-), quando non
è
stato registrato alcun caso.
3. -
I periodi di tempo sono indicati, salvo avvertenze in contrario, in valori interi, i quali
debbono interpretarsi come
comprenden~itutti i valori che-essi
pOSSOflOassumere dall'inizio alla fine
del periodo indicato. (Così, ad esempio, l'età 5 anni, compiuti, arriva fino alla 'soglia deJ6
0anno).
4. -
Nel numero dei morti negli anni dal 1943 al 1945 non sono compresi i dèceduti in zone
di operazioni di guerra,
e
in territorio straniero.
5. -
I quozienti di nuzialità, natalità, mortalità ed eccèdenta naturale sono calcolati sulla
popolazione presente media dell'anno o del periodo considerato.
)
NOTA INTRODUTTIVA
CARATTERISTICHE GENERALI DEL MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE ITALIANA
SECONDO GLI ATTI DELLO STATO CIVILE NEGLI ANNI 1943-1948
"
sessennio in esame non costituisce
un
tutto omogeneo, ma deve dividersi
in
due
periodi con caratteristiche nettamente differenti
l'uno dall'altro: invero, mentre i primi 2. anni e
1/3 formano l'ultima fase, la più dura, della
se-conda guerra mondiale, che investe direttamente,
a parti re dalla estate 1943, g rad ual mente, quasi
tutta l'Italia, gli ultimi 3 anni e 2./3 costituiscono il
primo periodo postbellico, in cui si rimarginano
le ferite, si inizia l'opera di ricostruzione, si
ri-torna lentamente alla normalità in tutti i settori
della vita nazionale, non ultimo quello demografico.
Sebbene
profondamente
diverso
nei
suoi
anzidetti periodi, tutto il sessennio 1943-48 è
caratterizzato, anche nel campo demografico, da
una profonda anormalità, in quanto nei primi
anni postbellici si verifica un movimento
ecce-zionale di reazione agli effetti della guerra, di cui
è quindi ja diretta conseguenza.
Sono ben noti gli sfavorevoli effetti della prima
guerra mondiale sulla popolazione sia dal punto
di vista quantitativo che qualitativo, attraverso le
profonde variazioni determinate nel suo
movi-mento naturale e sociale. Una forte contrazione
dei matrimoni e delle nascite nonch'è della
cor-rente emigratoria, ed un aumento delle morti
caratterizzano il movimento demografìco di tutti
i Paesi beli igeranti, salvo alcu ne eccezion i dovute
a cause particolari, ed anche di àlcuni Paesi,
neU-trali, negli anni 1914-18 ; una grande ripresa della
nuzialità e della natalità nonchè, con un certo
ri-tardo,~
delle correnti emigratorie ed una
dimi-nuzione della mortai ità caratterizzano i I periodo
immediatamente successivo ai primi anni
post-bellici. Generalmente la intensità del movimento
di ripresa demografica è strettamente connessa
a quella della depressione nel periodo bellico:
guanto'::maggiore è la contrazione complessiva
della nuzialità negli anni di guerra, tanto maggiore
è l'aumento complessivo della stessa negli anni
postbellici, per il fatto che molti matrimoni
ven-gono rinviati durante gli anni di guerra. Lo stesso
vale, in proporzioni minori, per le nascite.
La seconda guerra mondiale, nonostante la sua
più lunga durata, ha, nel campo demografico,
ef-fetti sfavorevoli meno gravi della prima. In
al-cuni Paesi si verifica un notevole aumento sia dei
matrimoni che delle nascite (ad es. Stati Uniti,
Canadà, Regno Unito, ecc.). Questo fenomeno,
risultante da un complesso di cause, è tanto più
rimarchevole in quanto le gravi conseguenze
della prima guerra mondiale non erano ancora
del tutto eliminate. In Italia, entrata
nelcon-flitto mondiale nel giugno 1940, la guerra non
incide nei primi anni sui fenomeni demografici
in misura apprezzabile.
NeI1941~42.
il numero dei
matrimoni presenta una contrazione soltanto del
13% rispetto alla media dell'ultimo biennio
pre-beli ico (1938-39), le nascite si contraggono i n
proporzioni ancora minori, 11% e l'aumento delle
morti è solo del 5%.
1938. 1939. 1940. 1941. 1942. 1943. 1944. 1945. 1946. 1947. 1948.
Prosp. 1. -
Movimento della popolazione
negli anni 1938-1948
ANNI MATRI-MONI 324.844 322.515 314.167 273.695 287.375 215.122 215.384 308.831 415.641 437.915 385.034 NATI VIVI 1.037.180 1.040.213 1.046.479 937.546 926.063 882.105 814.746 815.678 1.036.098 1.011.490 1.005.851I
MORTI 612.229 590.530 606.907 621.735 643.607 675.612 679.837 609.956 544.973 520.897 486.392I
DENZA ECCE-NATURALE 424. 449. 439. 315. 282. 206. 134. 205. 491. 490. 519. 951 683 572 811 456 493 909 722 125 593 4591., ~)
'I.
12*
i MOVIMENT.O bEllA POPOLAzIONE SECONDO GLI ATTI DELLO STATO CIVilE 1943-1948matri,moni rimangonò stazionari ,al livello del
1943 ; i nati i nvece si contraggono di 67 m i la
unità: dell'8% rispetto all'anno precedente e del
20% in confronto della media del 1938-39.
Poi-chèi morti segnanp un aumento soltanto lieve
rispetto al 1943 (4 mila unità), la eccedenza
natu-rale si riduce a 135 mila unità, con una
contra-zione del 35% i n confronto del 1943 e del 69%
,rispetto al 1938-39.i'Jel 1945 s'inizia netta la
ri-presa demogr.afica : notevolissima nei matrimoni
(43% rispetto all'anno precedente) e
nell'ecce-Idenza naturale (52% rispetto al 1944), dovuta però
esclusi.vame'nte alla contrazione delle morti, dato
che le nascite aumentano in misura insignificante.
Nèl biennio successivo i matrimoni
continu~no
ad aUf'11entare, raggiungendo il massimo di 438
mila unità nel 1947 (del ,41%· inaggiore del'
li-vello medio del 1938-39) ; i nati tornano
à
supe-rare il l!1ilione, portandosi al livello dell'u.ltimo
bienhio prebellico, col massimo già nel 1946.
Per il fatto ch.e le morti diminuiscono
sensibil-mente (22% rispetto al 1944), l'eccedenza naturale
~egnaun aumento di quasi 300 mila unità esi
portaaòltre490 mila, con un aumento del 14%
rispetto alla media del biennio 1938-39.
Nel 1948 i matrimoni e le morti'segnano una
contrazione abbastanza rilevànte
(rispettiva~ente
del 12 e del 7%), i nati vivi, inyece, una del tutto
'trascurabile; in. conseguenza l'incremento
natu-rale presenta un aumento di 29 mila unità rispetto
all'anno preceçlènte, rag,giungendo con 519 mila
il massimo d'i tutto il periodo a partire dalla
co-stituzione dello Stato ital iano.
Per determinare approssimativamente la
ipo-nuzialità e iponatalità del periodo bellico, e, quindi,
il numero dei matrimoni e dèi nati venuti a
man-care a causa della guerra, nonchè la
supermorta-lità bellica, si. può procedere molto
semplice-mente: calcolare, cioè, il numero dei matrimoni,
hati e morti
t~oriciche si sarebbero verificati nel
periodo bellico nell'ipotesi che i quozienti di
.nu-zialità, natalità e mortalità fossero rimasti
inva-riati al
livello dell'ultimo biennio prebellico
(1938-39). Sottraendo da q uestidati teorici quelli
effettivi, si ottengono delle differenze negative o
posit~ve,che
stanno adirÌdicare appu,nto il
ny-mero dei matrimoni e dei nati
potenziali,
venuti
a mancare a causa della guerra; ed
il
numero dei
morti in più verificatlsi a causa della guerra.
Se
si
procede, analogamente
per i L pri mo .
pe-riodo postbellico (maggio 1945cdicembre1948),
, si determina l'eccedenza o deficienza dei
matri-'moni e dei nati e dei morti in detto
periodoJri-.spetto al livello teorico, corrispondente alla
sta~
zionarietà della situazione prebellica ; sottraendo, .
infine, questi dati da quelli relativi al periodo
bel~
\ '.
lico, si ottiene di quanto la ripresa postbellica
abbia compensato la depressione belUca.
I calcoli relativi sono riportati nel Prospetto
2.
e ?i riferiscono all',ltalia entro gli attuali confini 1(1),
Pl"osp. 2. -
Matrimoni e movimento naturale della
popolazione italiana, entro gli attuali _ ,confini, nel .
periodo bellico e postbellico
'
..
PJ=RIODI MATRI-MONI NATI VIVI
I
· I
ÉCCE-MORTI DENZA NATU-,
" RAlE,
Migliaia
PERIOÒO BELLICO (giugno
1940-aprile 1945)
. Dati effettivi . . . ,. ,1.237 4.404' 3.163 1.241
Dati teorici. .. '. . . . 1.613 5.167 2.9982.1'69
Di(ferenza . . . . - 376 - 763
+
165 - (928\
PERIODO POSTBELLICO (maggio
1945-dicembre 1948l
Dati effettivi . . .'. .'. . . . 1.458 3.574 1.91.9 1.655
Dati teorici . . . . . 1.228 3.932 2.281 1.651
pifferenza . . , . . . . .
+
230":'" 358 - 362+ '
4,PERIODO BEl~ICO E
POSTBEL-LICO (giugno 1940-diè:embre 1948)
Dati effettivi . Dati teorici Differenza . 2.695 7.978 5.082 2.896 2.841 9.099 5.279 3.820 - 14~ - 1.121 - 197 - 924
(1) Il movimento
dell~
popolazione italiana.
e~tro
i nuovi ."
confini, nell'ultimo periodo prebellico
(1938-39),
in quello
Ibellico (giugno
1940 -
aprile
1945)
e nel primo periodo
post-be,llico (maggio
1945 -
dicembre
1948)
risulta' da,i dat) se<
gLienti :
PERIODO Prebellico .. . 8enico . . . . Postbellico . . Prebellico . . Bellico . . . . Postbellico . . Prebellico . . . . Bellico . . . . Postbellico . . . .I
MatrimoniI
Nati viviI .
MortiI
,,~~~~~~!a
"l
'
,
· 633.489 2.042.227 1.179.474 + 862.753 · 1.237.41914.403.80313.162.586\+1.~1.217
· 1.457.7?2 3.573.509 1.919.063 + 1. 6~4.446 ' Medie, mensili :1 26 .. 3951 20.973 85. 0931 74.641 49.1451+ 35.948 53. 603 1+ I 21'.038 33.131 81. 216 43.615 + ' 37.601 Nume·ri indici:1
100 79(100)1
100 88(100)I
I
100 109t100)I
:100 . 59(100) 126(158) 95(109)I
89(81) 105(179) .Le maggiori variazioni relative, sia nella contrazi.one 'bel-,·
lica che nella ripresa postbellica, si verificano nei matrimoni.
e nell'eccedenza naturale. Le naséite hann9 una variaziolJe"
relativa,
nì~ggioredelle morti nel passaggio' dal periodo
p.rèbellico a quello bellico, una minore nel passaggio' 'dal,
periodo bellico a quello postbellico.
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE PER REGIONI
Ì3*
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE PER REGIONI
'II comportamento dei quozienti demografìci nel
periodo considerato non
è, ovviamente, uniforme
in tutte le Regioni, La variabilità territoriale più
o meno rilevante per i diversi quOzienti, si
accen-tua o si attenua a seconda degli anni. Soprattutto
gli anni 1943, 1944 e 1945, a causa del graduale
spostamento del fronte da Sud verso Nord,
pre-sentano rilevanti. modifìcazioni nella
distribu-zione territoriale della nuzialità e della natalità.
Nuzialità
Il quoziente di nuzialità presenta negli anni
1943 e 1944 lo stesso valore i n tutto
ì
I Paese,
con una diminuzione del 37% rispetto alla
me-dia del quinquennio 1936-40. L'esame dei
quo-zienti di nuzialità delle singole Regioni rivela,
invece, grandi differenze nelle variazioni sia
ri-spetto al periodo prebellico che dal 1943 al
194A
(Prosp. 3 e Tav. 1 A).
Prosp. 3. -
Nuzialità per Regioni
f;1atrimoni per 1000 abitanti
REGIONI
l'~
1
"" 1",,1
,,~
1
"M
1
"" 1
" ..
-4,41 i -Piemonte . . 7,2 4;6 7,1 9,9 9,6 8,3 Valle d' Aosta . 7,2 4,9 4,6 5,9 9,5 9,2 8,0 Lombardia . . 7,7 4,4 4,5 6,6 9,3 9,8 8,8 Trentino ~ Alto Adige6,71 4,1 3,4 4,6 8,0 7,7 7,1 Veneto " . 7,5 4,9 4,3 6,2 9,3 9,7 9,0
Friuli - Venezia Giulia 8,2! 5,8 5,4 5,8 9,1 10,0 8,9
Liguria.
..
7.11 5,1 4,7 6,3 8,9 8,9 7,7 Emilia - Romagna . . 7,9 5,2 4,2 6,9 9,9 9,9 8,8 Toscana . . 8,0 5,5 4,5 7,9 9,1 10,01 8,3 Umbr·ja. 8,1 5,4 5,6 8,3 10,2 11,21 9,8 Marche . . 7,8 4,7 4,2 7,3 10.L 10,4! 9,2 Lazio . . 7,6 5,3 4,6 7,2 9,0 9,~ 7.8 Abruzzie
Molise . 7,4 4,51 4,1 6,4 9,1 10,1 8,8 Campania . . 7.5 4,6 5,2 7,2 9'11 9,6 8,4 Puglia . . 7,5 5,3 6,0 8,3 9,3 9,4 7,9 Basilicata. 7,2 3,8 4,3 6,6 10,7 11,4 9,6 Calabria . . . 7.6 4,9 4,7 6,3 9,31 9,9 8,6 Sicil'ia. 7,6 1,,6 6,5 7,1 9,01 9,5 8,1 Sardegna. 7,4 5,5 4,4 5,3 5,8 1 7,0 6,8 Italia . . . 7,6 4,8 4,8 6,9 9,2 9,7 8,4Nel 1943 i più alti quozienti di nuzialità si hanno
in complesso nelle Regioni centrali, come nel
pe-riodo prebellico ; però anche in alcune Regioni
meridionali (Puglia, Calabria) e nella Sardegna il
quoziente supera la media del Paese, mentre nel
1936-40
è
i nferiore alla stessa.
Dal 1943 al 1944 si verifica in sette
R~gioni
un
aumento della nuzialità ed in dodici una
diminu-zione ; l'aumento prevale nelle Regioni
meridio-nali ed insulari, la diminuzione in quelle centrali
e settentrionali; ciò, per il fatto che nelle prime,
'coll'occupazione militare alleata, cessano le
ope-razioni belliche.
Il grande aumento della nuzialità nel 1945
ri-spetto all'anno precedente
è
generale, con
rile-vanti differenze d'intensità da Regione a Regione:
mentre
è
inferiore al 10% nel Friuli-Venezia
. Giulia, supera il 70% nelle Marche. Le Regioni coi
quozienti superiori alla media del Paese sono,
come nell'anteg uerra, q uelle centrai i, nonchè la
Puglia, la Calabria e la Sardegna.
L'aumento della nuzialità è g'enerale pure nel
1946 ; nel 1947, in cui si raggiunge il massimo
quoziente di tutto il periodo postbellico nel
Paese, alcune Regioni segnano, invece, una
dimi-nuzione (Piemonte, Valle d'Aosta, Trentino-Alto
Adige). Nel 1948, poi,
cla contrazione della
nu-zialità si estende a tutte le Regioni.
In confronto alla media del 1936-40, però, il
quo-ziente di nuzialità risulta nel 1948 aumentato in
tutte le Regioni ad eccezione della Sardegna.
Natalita
Nel 1-943 la natalità presenta una diminuzione
rispetto al 1936-40 i n tutte le Reg ion i, eccettuato
il Trentino-Alto Adige, . in generale più intensa
n,ella parte meridionale che in quella
settentrio-nale del Paese (Prosp. 4 e Tav. 1
A.).
Ciò
nono-stante, in complesso, nella prima i quozienti di
natalità sono più alti che nella seconda (soltanto il
Trentino-Alto Adige ed il Veneto hanno un
quo-zientedi natalità maggiore della media generale
e di qualche Regione meridionale e insulare).
14*
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE SECONDO GLI ATTI DELLO STATO CIVILE 1943-1949Dal 1944 al 1945, mentre il quo.éiente di tutto
il Paese rimane invariato, si verifica una
dimi-nuzione in tutte le Regioni settentrionali e
cen-trali (eccettuato il Lazio) ed un aumento .in tutte
le Regioni meridionali ed insulari. Ciò è dovuto
al fatto che le nascite del 1945 provengono in
grande maggioranza da concepimenti del periodo
di ostilità nelle prime, mentre nelle seconde esse
provengono soltanto da concepimenti di un
pe-riodo in cui le ostilità sono cessate.
Nel 1946 l'aumento della natalità è quasi
ge-nerale, in quanto soltanto nella Sardegna si
ve-rifica una diminuzi.one, lieve del resto. L'aumento
relativo è in complesso maggiore nelle Regioni
centrai i e settentrional i che i n quelle meridional i,
dato che la ripresa della natalità dopo la
cessa-zione delle ostilità ha inizio nelle prime soltanto
I
nel 1945. In sette Regioni il quoziente di natalità
supera già il livello' del 1936-40 (il quoziente di
natalità di tutto il Paese è invece inferiore
del-1'1.7%
a tale livello).
Prosp. 4. -
Natalità per Regioni
Nati vivi per 1000 abitanti
REGIONI
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12,3 12) 10,5113,6 13,5 13,3 Valle d'Aosta , 20,1 18,6 17,2 14,2 15,8 17, l 17,6 Lombardia, , 21,1 16,5 16,7 14,9 20,0 18,4 18,3 Trentino - Alto AdigeVeneto- . .
Friuli - Venezia Giulia
Liguria . . . Emilia - Romagna. Toscana . . Umbria. Marche. Lazio . . Abruzzi e Molise Campania. Puglia . . Basilicata. \ . Calabri;'!., . . Sidlia . . '. Sardegna. Italb . . . 20,8 24,7 21,0 14,5 19,3 17,81 21,9 . 23,0 23,8 26,6 29,11 30,9 32,71 30,9, 26,71 29,2 23,4/ 22,7 20,7 22,3 21,7 19,5 19,4 10,3 Il,1 16,6 16,1 15,9 14,6 19,8 18,2 19,7 18,2 19,4 15,4 20,1 16,6 25,4 21,5 1 27,1 23,2 1 24,1 22,2, 25,9 1 22,8 22,5 21,S 26,91 23,2 19,91 18,31 I 17,8 24,4 21,7 21,2 17,8 24,8 22,0 21,6 15,8 21,8 19,41 18,4 9,3 14,4 13,6 12,7 13,6 19,. 18,2[ 17,2 14,4 18,5 17,5i 16,8 16,2 19,4 19,41 20,0 17,6 1 20,7 1 20,0 19,4 16,5 22,5 22'41 21,4 16,8. 23,7 24,! 24,4 25,9 30,5 28,8 28,8 28,1 31,6 30,5 31, l 22,6 28,3 29,6 31,4 23,9 30,8 32,1 31,3 22,9 25,9 27,0 26,4 27,2 26)9 27,9 29,1 18,31 23,0 22,1 22,0
Negli anni 1947 e '48, in cui il quoziente di
natal ità del Paese seg na Una I ieve contrazione,
si ha un comportamento opposto nelle Regioni
settentrionali ed in quelle meridionali; nelle
prime la natalità diminuisce, nelle seconde essa
contin,ua ad aumentare, non senza però qualche'
,eccezione, sia nelle une che nelle altre.
l'lei 1948 la natal ità d i tutto i I Paese presenta
una contrazione del 6% rispetto all'ultimo periodo
prebellico (1936-40); in tre Regioni
(Trentino-Alto Adige, Puglia e Calabria), invece, la natalità
supera il livello prebellico; in otto Regioni, la
diminuzione supera il 10% (Piemonte, Valle di
Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia,
Liguria, Emilia-Romagna e Marche). In generale
la diminuzione della natalità rispetto al 1936-40
è maggiore nelle Regioni settentrionali che ir.1
quelle merid ional i ed i nsu lari, cosicchè si
accen-tua, rispetto all'anteguerra, il dislivello esistente
a questo riguardo tra le varie zone del
Paese
(Graf. 1).
Mortalità
Le statistiche delle morti finora pubblicate non
comprendono i d'eceduti in operazioni di guerra
ed in territorio straniero
e
quindi sfugge ad esse
la mag,gior parte della vera e propria
supermor-tqlità bellica.
È
in corso
di esecuzione,
presso l'Istituto
Centrale di Statistica, un'indagine particolare
sulle perdite di guerra comprendente oltre i
mi-litari anche i civili al seguito dei mimi-litari, o
eqUi-parati ad essi deceduti in territorio nazionale
o fuòri dei confini, in altrì paesi o nei diversi mari.
Finchè l'indagine non sarà completata non
è
possibile azzardare valutazioni sull'entità di tali
perdite.
È da prevedere, però, che, anche includendo le
cifre risultanti datale indagine nella m'ortalità
generale, la morta,lità di questa guerra non
rag-giungerà le proporzioni che furono riscontrate
durante la prima guerra mondiale, quando la
morta! ità su però la med ia del trien n io. 1912-14
del 41
%
nel 1917 e addirittura del 91% nel
1918.
'
L'esame qui fatto delle variazioni nella
distri-buzione territoriale della mortalità nel periodo
sptto rassegna è quindi incompleto.
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16*
MOYIMÈNio OELLA POPOLAZIONE SECONDO GLI ATTI DELLO STATO CIVILE 1943-1948 , ' ' , ' ; ,-periodo i maggiori aumenti si hanno nel 1943
in tre regioni
la Campania, la Sicilia e la
Sar-degna; in quattro Regioni (Valle d'Aosta,
Lom-bardia, Veneto e Marche) si verifica, invece, una
diminuzione (Prosp. 5, Graf.
'2
e Tav. 1 A).
Prosp. 5. -
Mortalità per Regioni
Morti
per 1000 abitanti
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12,6 12,4 17,2 12..<1 Il,1 10,5 9,1 Lazio. . 12,0 13,0 16,0 11,3 10,1 9,5 9,0 Abruzzi e Molise . 15,6 15,6 13,5 12,0 13,0 12,6 10,8 Campania. . 16,2 21,0 16,3 12,9 12,.6 Il,6 Il,1 Puglia. . . 16,1 16,9 13'8 14,7 13,3 12,4 12,1 Basilicata.'. 17,1 17,3 14:411 14,1 14,1 12,8 12,3 Calabria. • . 15,2 16,5 12,6 12,4 12,5 11,2 10,9 Sicilia... 15,120,314:214,413,811,010,9 S~rdegna . 14,2 18,6,14,0 14,5 13,8 10,0 10,6!
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Itali". . . 13,81 15,1 15,3 Il,6 Il, I 11,5 10,6
Dal 1943 al 1944 la distribùzione territoriale
della mortalità presenta notevoli modificazioni :
nelle Regioni centrali e settentrionali si
veri-fica un aumento che raggiunge il 40%
nell'Emi-lia - Romagna, Marche e Toscana; nelle Regioni
meridionali ed insulari all'incontro si ha in
gene-rale una diminuzione particolarmente rilevante
nelia Sicilia (oltre il 3o%), Campania, Sardegna e
Calabria. Ciò
è
determinato ovviamente dallo
spo-stamento del fronte dal Sud verso il Nord.
La diminuzione della mortalità nel 1945.
ri-. spetto all'anno precedente
è
molto diffusa;
sol-tanto quattro Regioni segnano un aumento;
par-ticolarmente forte
è
la diminuzione nelle
Re-gioni centrali, che avevano subìto nel 1944 le più
gravi conseguenze della guerra.
Nel primo triennio post-bellico (1946-48) la
dimit")uzione della mortalità continua nel Paese;
essa è generale, se si considera l'intervallo
1945-1948 ; presenta, invete, qualChe eccezione, se. si'
considerano due anni successivi (dal 1946 al 1947,
ad es., in cinque Regioni settentrionali la morta;;
lità segna un aumento) .. Nel 1948, anno in cui,
SI
raggiunge il più basso quoziente di ,mortalità
<italiano, inferiore di circa il 23%' a quello del
quinquennio 1936-40, si verifica una bassa varia-
ebilità ,territoriale della mortalità: tra
i~
massimo
quoziente ed, il minimo la differenza è soltantp
, di 3,3 punti (Piemonte e Basilicata 12,3, Lazio'
9,0%0) ; nel 1936-40
~a
differenza è invece di
5:5
punti (Valle d'Aosta 17,2 Veneto 11,7%0)'
Nonostante la rrlevante diminuzione della
mOF-taJità 'in tutto il Paese e le notevoli differenze
esi-stenti tra le diverse Regioni (nel Piemonte la
di-minuzione è del 12%, mentre nella Campania'
raggjunge il 51%), si verifica una n9tevole
sOmi-glianza con le distribuzioni
territoriali della
mortalità del 1936-40 e del 1948, con
riferi-mento alle rispettive medie generali.
'Saggio di aumento naturale
(1)
Il saggio di aumento naturale
è
nel 1943 pari
a meno della metà di. quello del quinquennio'
1936-40; soltanto in due Regioni esso è
~nega
tivo (Piemonte e Liguria) ; i maggiori valori si'
verificano nel Veneto e nella Puglia. Nella Valle
d'Aosta e nel Trentino - Alto Adige il- quoziente.
supera il livello prebellico, mentre nella Sicilia,
Basilicata, Campania, Abruzzi e Molise eSS0
se-gna una diminuzione di oltre il 50% (Prosp.
b,
Graf. 3 e Tav.1 A).
Nel 1944 si raggiunge il minimo in tutt;il
Paese (pari al 69% di quello prebellico) ; la
di-minuzione, rispetto all'anno
precede~te,
si estende
a quattordici Regipni (tutte quelle settentrionali
e centrali nonchè due meridionali); in cinque
Regioni meridionali ed insulari si verifica un
aùmento '(rilevante in queHe che avevano segnato
una forte diminuzion'e nell'anno precedente);
sei Regioni settentrionali-centrali hanno unsag-'
gio di aumento naturale negativo.
(1) Poichè il saggio di aumento .naturale è la differenza
tra il quoziente di
natalità~equello di r,nortalità, valgono
anche per esso, negli anni bellici, le limitazioni fatte perii
quoziente di mortalità (esclusione dei deceduti in
operazi~ni
belliche, ecc.).
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE PER REGIONi
17*
Con l'aumento dal 1944 al 1945 si torna press'a
poco al livello del '43, ma l'aumento si verifìca
soltanto· nelle Regioni meridionali, insulari e
Prosp. 6. -
Saggio di aumento naturale per Regioni
Eccedenza dei nati vivi sui morti per 1000 abitanti
REGIONI
11~~6-1194.3119441194511946119~7
f 1948Piemonte . • l,O -2,9 -4,0 -5,01 0,2 0,31 1,1 Valle d'Aosta . 2,9 3,1 ~1,1 -1,2 3,6 4,1 5,4
Lombardia . . 7,2 2,9 2,8 1,2 8,1 5,9 7,3 Trentino - Alto Adige 6,9 8,1 5,6 2,2 11,7 8,9 9,0 Veneto . . 13,0 10,9 8,6 5,2 14,3 11,3 11,9 Friuli - Venezia Giulia 8,2 6,6 5,3 1,8 10,5 8,0 7,9 Liguria-. 2,1 -2,9 -4,0 -4,8 2,6 2,2 2,4 Emilia .. Romagna. 7,3 4,6 -1,3 -2,4 8,3 7,2 7,7 Toscana . . 5,5 2,0 --5,8 1,2 7,2 6,8 6,8 Umbria. 9,1 6,7 1,6 4,8 8,1 8,-7 10,7 Marche . . 10,4 7,4 1,0 5,6 9;6 9,5 10,2 Lazio . . '. 11,8 6,4 --0,6 5,2 12,4 12,9 12,4 Abruzzi e Molise 11,0 4,5 3,1 4,7 10,8 11,5 13,5 ~Campania . . 12,9 4,4 S,?, 13,0 17,8 17,2 17,7 Puglia .. 14,8 10,2 9,4 13~4 18.,4 18,0 19,0 Basilicata. 15,6 6,8 7,8 8,4 14,2 16,8 19,0 Calabria.
..
15,7 9,4 10,2 11,5 18,2 20,9 20,3 Sicilia. 11,7 2,2 7,3 8,6 12,1 16,0 15,5 Sardegna. 15,0 8,3 9,2 12,8 13,1 17,9 18,4 Italia...
9,5 4,71 3,0 4,6 10,9 10,8 11,4centrali; in quelle settentrionali si verifìca,
in-vece, una diminuzione (in quattro di esse il
quo-ziente
è
negativo).
Nel 1946 l'aumento rispetto all'anno
prece-dente
è
molto rilevante in tutto il Paese (6,3
punti), tanto che si raggiunge un livello
supe-riore a quello prebellico. L'aumento
è
generale,
ma molto maggiore nelle Regioni settentrionali
e centrali che in quelle meridionali ed insulari.
Nel.1947 in tutto il Paese il saggio diminuisce
di una quantità trascurabile; in nove Regioni
si verifìca un aumento (di cui cinque meridionali
ed insulari) ed in dieci una diminuzione.
Nel 1948 si verifìca u n sensi bi le au mento i n
tutto il Paese; per esso il saggio raggiunge il
massimo di tutto il periodo considerato
(supe-riore del 20% a quello preoellico), Però il
mo-vimento non
è
generale: in cinque Regioni
in-fatti si verifìca una diminuzione o una
stazio-narietà, Tutte le Regioni meridionali ed insulari
superano la media generale; delle rimanenti
Re-gioni, invece, la grande maggioranza presenta
valori inferiori alla media,
Il massimo si verifìca nella Calabria (20,3%0)'
il minimo nel Piemonte (1,1%0)' come nel 1936-40
(rispettivamente 15,7 e 1,0%0)'
Graf. 3. -
Saggio di aumento naturale per Regioni 1936-40 e 1948
20
ECCEDENZA DELLE NASCITE SULLE
HORTI
PER 1000 ABITANTI
18
16
14
12
10
8
6
4
2
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1111948
~N2
d'ordine delle rispeffive graduarorie
l'
18*
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE SECONDO GLI ATTI DELLO ,TATO CIVILE 1943-1948Quoziente di illegittimità dei nati
Gli ultimi anni di guerra sono caratterizzati
da un aumento del quoziente di illegittimità, che
raggiunge il suo massimo nel 1945. Una tendenza
opposta si verifìca nel triennio successivo (Prosp.
7 e Tav. 1 A).
Prosp. 7. -
Illegittimità dei nati per Regioni
Nati vivi illegittimi per 1000 nati vivi
REGIONI Piemonte
·
.
osta . Valle d'A Lombard Trentina Veneto. Friuli - V Liguria. Emilia -Toscana. Umbri~. Marche. Lazio . . Abruzzi e Campania Puglia . . Basilicata Calabria. Sicilia . . Sardeg-na ia: . - Alto Adige enezia Giulia· .
Romagna. Molise ·.
·
. Italia.·
. 42,7 43,1 95,2 76,4 38,1 37,1 76,0 54,4 46,0 39,4 57,6 50,5 57,8 62,1 75,7 62,5 32,4 31,8 36,0 27,2 24,1 24,5 55,6 56,1 29,9 27,4 35,2 33,5 25,1 24,1 23,5 27,6 49,8 42,5 28,5 25,9 35,3 28,3 40,8 37,5 44,6 46,0 27,8 27,4 90,0 106,1 63,0 49,8 44,6 50,6 34,6 32;3 66,7 97,0 75,2 61,8 53,9 69,6 47,0 50,5 56,7 76,2 49,6 50,6 65,8 76,2 47,7 43,2 78,9 105,3 67,5 67,9 44,1 56,1 37,9 32,0 37,5 42,7 26,3 28,0 31,4 36,3 28,2 21,0 65,9 60,9 47,3 45,7 31,1 35,7 26,0 25,6 43,2 46,1 36,6 34,7 31,1 32,0 26,4 24,7 26,5 32,7 25,5 27,0 44,6 57,4 .40,4 41,1 32,0 33,8 30,4 29,7 36,3 40.9 36,4 36,5 46,0 51,9 38,S 37,0 l 24,7 58,9 29,6 57,5 44,7 45,8 41,5 62,5 28,5 23,2 20,1 41,8 26,8 32,9 23,5 21,9 40,4 30,7 36,5 34,SNel 1943 i I quoziente d i i Ileg itti m ità
è
I
ieve-mente inferiore al livello prebellico in tutto il
Paese; però, in cinque Regioni esso risulta
supe-riore (Piem'onte, Liguria, Marche, Lazio e
Basili-cata). L'aumento che si verifìca negli anni 1944
e 1945
è
quasi generale. Nel 1945, in cui si
rag-giunge il massimo, due Regioni (Valle d'Aosta ed
Emilia-Romagna)
hanno un quoziente di'
ille-gittimità superiore al 10%.
Negli anni successivi la diminuzione del
quo-ziente di illegittimità
è
quasi generale e maggiore
in complesso nel Nord che nel Sud.
Tutte le Regioni continentali hanno nel 1948
un quoziente di illegi-ttimità minore di quello
prebellico; la Sicilia e la Sardegna, invece, un
quoziente magg iore.
L'Emilia-Romagna, la Valle d'Aosta ed il
Tren-tino-Alto Adige hanno i più alti quozienti tanto
,----~---~,~----nel 1,948 quanto ,----~---~,~----nell'anteguerra; in esse Regioni
la diminuzione relativa
è,
rispetto all'anteguerra,
maggiore che nel Paese complessivo. I valori
mi-nimi siverifìcano nelle Marche, Basilicata e
Um-bria nel 1948 ; nella Basilicata, Marche e Puglia
nel 1936-40.
Mortalità infantile
La mortalità infantile, calcolata quale rapporto
tra i morti nel 1°annodi vita ed il totale dei nati
vivi nel medesimo anno ;;egna nel 1943 un
au-mento dell'11,6% rispetto all'anteguerra. Un
aumento si verifìca in tutte le Regioni
meridio-nal iedi nsu lari ed in sei settentriomeridio-nali e centrali.
Delle sei Regioni in cui si verifìcauna
diminu-zione, ci nq ue han no nel 1936-40 u n q uoziente di
mortalità infantile inferiore alla media
gene-rale (Prosp. 8, Graf. 4 e Tav. 1 A).
Nel 1944, nel qu.ale anno la mortalità generale
segna un aumento solo lieve rispetto a quello
Prosp. 8. -
Mortalità infantile per Regioni
Morti nel primo
anno
di vita per 1000 nati vivi
REGIONI 1 '\:,-1 " " 1 " . . 1945 11946 1947 1948 '---_.~-Piemonte. 77,3 88,9 72,4 Valle d'Aosta. 97,7 106,0 108,4 Lombardia . . 113,9 112,9 101,8
Trentina - Alto Adige 89,7 94,3 86,2
Veneto. 79,0 68,8 71,3
Friuli -~ Venezia Giulia 74,2 72,9 67,3
Liguria. 65,61 77,4 89,9 Emilia - Romagna. 77,4 68,1 77,91 Toscana. 64,4 67,8 86,41 Umbria. 78,9 74,8 87,41 Marche. 80,2 77,0 93,0 Lazio. 87,3 9,3,2 115,1 Abruzzi e Molise. 121,8 135,1 110,5 Campania. 119,5 159,4 129,8 Puglia .. 136,7 157,9 140,9 Basilicata. 150,3 186,4 142,9 Calabria. _. 122,9 147,6 118,2 Sicqia. 124,5 153,3 117,2 Sardegna. 99;2 115,7 93,1 Italia. 103,11 115 ,1 103.2 81,6 66,4 124,3 61,6 105,2 75 16 111,3 73,4 80,5 1 62,1 76,1 61,S 84,0 63,5 93,8 67,1 75,3 66,8 79,6 76,0 80,1 75,4 89,7 74,9, 118,0 105,1 101,8 99,1 132,? 108,8 'i58,1 133,9 116,3 107,2 119,1 110,2 108;6 108,6 103.,1 86,8 68,7 75,7 96,9 78,5 71,2 66,4 61,'1 73,2 61,5 75;7 72,8 71,5 109,1 92,8 106,0 122,9 92,8 83,4 65,0 .84,2 54, 4 67, 69, 64,1 52, 56, 48, 52, 49, 48, 9 6 2 O 6 9 49,1 61,5 84, 85, 100, 110, 8 O 7 O 84,9 82, O 77,5 72,2
set-MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE PER REGIONI
19*
tentrional i ; i nvece, i n tutte I e Reg ion i centrai i
ed in cinque settentrionali si verifica un aumento,
superiore in alcune al
20%;
nelle Regioni
meri-dionali la diminuzione
è
maggiore che in quelle
settentrional i.
Nei rimanenti anni del periodo considerato
con-tinua la diminuzione della mortalità infantile con
questa caratteristica: che ad una diminuzione
ri-levante segue una soltanto lieve. Negli anni in
cui
è
ril~vante
(1946 e '4.8) la diminuzione
è
quasi
generale; negli anni in cui
è
lieve (1945 e '47)
essa si estende invece soltanto a circa la metà
delle Regioni.
Nel 1948 la mortalità infantile segna in tutto il
Paese una diminuzione del 30% rispetto alla
me-dia del 1936-40 ; in tutte le Regioni meridionali
ed insulari essa supera la media generale,intutte
le Regioni settentrionali e centrali
è
inferiore alla
stessa. Nel 1948, come nel 1936-40, il massimo
quoziente d i mortai ità i nfanti le si verifica nella
Basilicata.
La diminuzione della mortalità infantile rispetto
all'anteguerra
è
massima nella Lombardia
(39%),
minima nella Sardegna
(22%).
Segnano una
di-minuzione maggiore della media sei Regioni
set-tentrionali e centrali e tre meridionali ed insulari.
Graf. 4. -
Mortalità infantile .per Regioni 1936·40 e 1948
1!50
HORTI DA
O
A
1
ANNO PER 1000 NATI VIVI
150
1
1936<40
···19'"8
i:~i:~:
.,
125
125
IIINi'
d'ordine delle rispettive graduatorie
100
100
75
75
50
50
25
25
o
O
ti ti V)et
ti ~ CI> Cb.;::
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~ lt.J CL -.IISTITUTO CENTRALE Dr STATISTICA
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE NEI COMUNI CAPOLUOGHI
" gruppo dei Comuni capoluoghi presenta,
come
è
noto, nel campo demografico
caratteri-stiche differenziali abbastanza marcate rispetto al
resto del Paese (Prosp. 9 e Tav. 1 B).
Nel periodo considerato la nuzialità
è
mag-giore nei capoluoghi che nel Paese soltanto
negli ultimi anni di guerra (1943-44) ; la ripresa
postbellica della nuzialità
è
minore nei primi che
nel secondo.
20*
MOVIMENTO DÈLLA POPOLA!IONE sÈèONDO GLi ATTI DELLO STATO èlVILÉ 1943-194àProsp. 9. -
Quozienti demografici in Italia e nei Comuni capoluoghi
-====,==,
I
, NUZIALITA' NATALITA' MORTALITA' SAGGIO DI AUMENTO QUOTA DI ILLE-GITTIMITA' DEI MORTALITA' INFANTILEI
~~_-,-(ac'-)~~ _.~--,(ac-'-)~~ I~_ NATURA~E NATI (10 anno di vit.)(a) Ca) (b) (b)
I
ltali.11
Capo- I I"
I
C,po· I I" .I
Capo·I-I-I~-'
-II Capo·~I
- l 'I
Capo· I-It.liaI
C,po·A N N I
luoghi ta la
l
luoghi ta la ~! luoghi ta la lu"oghiI
ta la luoghi luoghi---·-,l'---T---+---T---T----~
I
1 1943 . . 1944 . . 1945 . . 1946 . . 1947 . ..1
I 4,8 5,0 19,9 14,9 4,8 5,0 18,3 14,; 6,9 6,7 18,3 16,5 1948 . . 9,2 9,7 8,4 8,0 8,2 7,0Ca)
Per 1000 abitanti. -
Cb)
Per 1000 nati vivi.
23,0 22,3
I
22,0I
che nel
1947-48.
La variabilità della natalità
è
maggiore nei Comuni capoluoghi che nel Paese;
tanto la depressione della natalità nell'ultimo
bien-nio bellico, quanto la sua ripresa nel periodo
post-bellico sono maggiori nei primi che nel secondo.
Inoltre la ripresa della natalità ha inizio nei
Co-muni capoluoghi con un anticipo di un anno
ri-spetto al Paese. Dal
1944
al
1946
l'aumento della
natalità
è
del
46%
nei capoluoghi e soltanto del
26%
nel Paese; la diminuzione della natalità
dal
1946
al
1948 è
pure più intensa nei primi
(9%) che nel secondo (4%).
La mortaliti
è
sempre maggiore nei
capoluo-ghi che nel, Paese, eccettuati gli ann'i
1946-47.
Le differenze tra le variazioni della -mortalità
nei primi e nel secondo sono però in
gene-rale piccole.
21,2 20,0 19,3 15,2 15,3 13,6 12,1 11'51'
10,6 15,4 15,6 13,8 12,0 11,4 10,7 4,7 - 0,5 3,0 -1,1 4,6 10,9 10,8 11,4 2,7 9,2 . 1 37'51' 46.0 51,9 1 38,5 37,0 34,5 78,0 88,2 92,6 69,0 66,1 61,5 115,1 111,4 103,2 113,9 103,1 100,0 86,8 84,2 1 72,2 82,1 77,0 66,6..
,
Il saggio di aumento naturale
è
sempre minore
nei Comuni capoluoghi che nel Paese; negli
ul-timi anni di guerra
è
addirittura negativo nei
primi. La differenza tra i due saggi di aumento
naturale va diminuendo fino al
1946,
per
aumen-tare in seguito, Nel
1943
la differenza tra. i,1
sag-gio d'incremento naturale del Paese e quello dei
capoluoghi
è
di
5,2
punti, nel
1946
di
1,7,
nel
1948
di
2,8.
La quota d'illegittimità dei nati presenta, nel
periodo considerato, una maggior
variabilità
nei capoluoghi che nel complesso del Paese.
Nel
1945
la quota di illegittimità raggiunge quasi
il
10%
nei capoluoghi.
La mortalità infantile
è
sempre minore nei
Co-. muni capoluoghi che nel coCo-.mplesso del Paese,
eccettuato il
1944,
ANALISI QUALITATIVA DEI MATRIMONI
L'importanza che i matrimoni hanno dal punto
di vista demografico, soprattutto per il loro
con-tributo alle nascite, dipende non soltanto dalla
loro frequenza, ma anche dalla loro composizione
secondo alcuni caratteri.
È necessario quindi
esa-minare le variazioni verificatesi nella struttura dei
matrimoni per quei caratteri che influiscono sul
movi mento e su Ila struttu ra della popolazione;
questi sono lo stato civile e l'età degli sposi. La
distribuzione dei matrimoni secondo lo stato
ci-vile degli sposi influisce sulla struttura della
po-polazione per stato civile: quanto maggiore
è
tra gli sposi la percentuale dei vedovi, tanto
mi-nore sarà, a parità di altre circostanze, la
percen-tuale dei vedovi nella popolazione; quanto
mag-giore
è
negli sposi la percentuale dei giovani,
tanto maggiore sarà la fecondità della
popola-zione coniugata e quindi tanto maggiore il
nu-mero dei nati.
Combinazioni matrimoniali secondo lo stato
civile degli sposi
ANALISI QUALITATIVA DEI MATRIMONI
21*
quelli postbellici; lo stesso fenomeno si verifìca
per la percentuale delle vedove tra le spose; ma
le variazioni della percentuale dei vedovi nel
pe-riodo considerato sono maggiori d.i quelle élella
percentuale delle vedove: dal
1943
al
1948
la
prima diminuisce del
37%,
la seconda soltanto
del
26%
(Prosp.
10
e Tav. 4).
Prosp . . 10. -
Combinazioni matrimoniali secondo lo
stato civile
, su
100 SPOSI SU 100 SPOSESU 100 CELIBI
su
100 VEDOVIIN IN
COMPLESSO COMPLESSO SPOSANO 'SPOSANO ANNI
_ _ _ o
Celibi Ivedovi' Nubili Ivedove Nubili Ivedove Nubili
I~edove
9871 74,7[ 1938 . . 94,0 6,0 97,3 2,7 1,3 25,3 1943 . . 92,7 7,3 96,9 3,1 98,6 1,4 75,8 24,2 19~4 . . 92,8 7,2 97,1 2,9 98,6 1,4 77,1 22,9 1945. 93,6 6,4 97,2 2,8 98,6 1,4 76,5 23,5 1946. 94,7 5,3 97,4 2,6 98,6 1,4 77,0 23,0 1947. 95,3 4,71 97,6 2,41 98,6 1,4 76,1 23,9 1948. 95,4 1 4,61 97,7
I
2,31 98,7 1,3 75,7 24,3La grandissima maggioranza degli sposi celibi
sceglie una sposa nubile; degli sposi vedovi
sol-tanto circa
14
sceglie una sposa vedova. La per- .
centuale deg I i sposi cel i bi che scelgono una
spo-sa nubile
è
costante in tutto il periodo
conside-rato ; quella degli sposi vedovi che scelgono una
sposa de,Ilo stesso stato civile presenta invece
va-riazioni non trascurabili.
La percentuale delle coppie omogame per
~tato
civile (celibi-nubili e vedovi-vedove) cresce quasi
di continuo nel sessennio
1943-48;
l'aumento
è
dovuto, però, esclusivamente ai matrimoni tra
celLbi e nubili.
All'aumento della percentuale delle coppie
omo-game per stato civile dal periodo bellico a quello
postbellico corrisponde una diminuzione
dell'at-trazione matrimoniale per stato civile, misurata
in base al noto indice del Benini. Mentre la
per-centuale dei matrimoni omogami per stato
ci-vile aumenta da
93,2
nel biennio
1943-44
a
95,2
nel biennio
1947-48,
l'indice di attrazione
matri-moniale diminuisce da
0,55
a
0,44
(Prosp.
11).
Rispetto al
1938,
negli annidi guerrasi verifìca
una diminuzione della percentuale delle coppie
omogame ed un aumento dell'indice di
attra-Prosp. 11. -- Percentuali dei matrimoni omogami e
indice d,i attrazione matrimoniale per stato civile
%
DEI MATRIMONI OMOGAMII
INDICE DI ATTRA-A N N I[celibi_NUbilil
ZIONE
Totale Vedovi-
I
MATRI-Vedove MONIALE 1938 . . 94,3
I
92,8I
1,5 0,53 1943 . . 93,2I
91,4 1,8 0,55 1944 . . 93.2 91,5 1,7 0,55 1945 . . 93,8 92,3 1,5 0,50 1946 . . 94,5 93,3 1,2 0,43 1947 . . 95,1 94,0 1 ,1 0,43 1948 . . 95,3 94,2 1 ,1 0,45zione matrimoniale; negli anni
1946-48
un
in-cremento della prima ed una contrazione del
se-condo.
Combinazioni matrimoniali secondo l'età
degli sposi
In primo luogo si devono esaminare
separata-mente la distribuzione per età degli sposi e
quella-delle spose; in seco-ndo quella dei matrimoni
se-condo le combinazioni per età degli sposi e delle
spose. I nvero, dato chela distribuzione per età
delle spose varia con l'età degli spc:si, la
composi-zione dei matrimoni secondo l'età di entrambi gli
sposi
è
funzione di due variabili: distribuzione
per età degli sposi e distribuzione per età delle
spose, per gli sposi, delle singole età. Anche la
distribuzione per età delle spose
è
funzione di
queste due variabili. Per es ... pur restando
inva-riata la distribuzione per età delle spose di
cia-scuna class'e di età degli sposi, aumenterà la
per-centuale delle spose in età anziana, se aumenta
la percentuale degli sposi in età anziana.
Negli ultimi anni di guerra,
1943
e
1944,
la
distribuzione per età degli sposi presenta
per-centuali maggiori che nell'anteguerra nelle classi
giovanissime
(-24
anni) ed anziane
(40
e più),
mi-nori nelle classi di età centrali
(25-39
anni). Nel
1945
si verifìca, rispetto al
1943-44,
una
diminu-zione delle percentuali delle età estreme ed un
aumento di quelle delle età. centrali, variazioni
che continuano negli anni seguenti. La
percen-tuale della classe di
21-29
anni passa da
53,0
e ,
52,8
nel
1943 e'44,
a
57,2
ed a
59,7
nel
1947
e
22'\'
MOViMENTO DELLA POPOLAZIONE ~ECONDO G,L! ATTI DÉLLO STATO CIVILE 1943-1948Prosp. 12. -
Matrimoni secondo le combinazioni di età degli sposi
,
ETA' DEGLI ET A' D F. L L E S P O S E
-
AN N Il
E T A' D E L L E S P O S E - A N .N ISPOSI
115-20
121~2412S-29130-3413S-39140-49150-OO
1
-15 115-'20121-2412S-29130-3413S~9140-49
r
50-00 I Totali!·ANNI -15 Totale