SOMMARIO
1. Prostata: Anatomia e funzione……….1
2. Carcinoma prostatico………..6
2.1 Epidemiologia ed eziologia………6
2.2 Diagnosi clinica e strumentale………8
2.3 Cenni di anatomia patologica e stadiazione……….10
2.4 Opzioni terapeutiche……….15
3. Il ruolo della Risonanza Magnetica multiparametrica (RM-mp) nella diagnosi
delle neoplasie prostatiche……….19
3.1 L’ imaging in Risonanza Magnetica e le tecniche di acquisizione (Perfusione, Spettroscopia e Diffusione)………19
3.2 Ruolo della RM-mp nella diagnostica delle neoplasie prostatiche………..25
4. La biopsia di fusione………32
4.1 Descrizione della tecnica………34
5. Studio prospettico mono-istituzionale………..38
5.1 Introduzione………38
5.2 Scopo dello studio………..39
5.3 Materiali e Metodi………..40 Popolazione di studio………40 Analisi statistiche……….41 5.4 Risultati………41 5.5 Discussione………48 5.6 Conclusioni………49
6. Bibliografia……….50
Sintesi
La Risonanza Magnetica multiparametrica (RM-mp) della prostata è recentemente emersa come metodica in grado di rilevare la presenza di neoplasie clinicamente significative a livello del parenchima prostatico e, di conseguenza, di effettuare delle biopsie mirate sulla lesione sospetta. Al fine di facilitare l’applicabilità clinica della metodica e di rendere tali biopsie mirate effettuabili anche in ambito ambulatoriale, sono state sviluppate delle tecnologie di fusione tra immagine RM ed immagine ecografica. Tuttavia, le tecniche bioptiche di fusione tra immagine RM ed ecografica sono tutt’oggi scarsamente utilizzate, se non assenti, a livello del territorio italiano, dove l'approccio bioptico randomizzato risulta essere la strategia diagnostica di scelta nei pazienti con sospetto di tumore prostatico.
Il seguente studio ha il fine di determinare in modo prospettico l'accuratezza diagnostica delle biopsie prostatiche eseguite con tecnica di fusione tra immagine RM-mp ed ecografica, nonché di valutare l'applicabilità di tale metodica nella pratica clinica.
In un periodo compreso tra dicembre 2014 e febbraio 2017 sono stati arruolati consecutivamente 409 pazienti con età mediana di 64,7 (±7,5) anni, PSA totale mediano di 7 ng/ml (range 0,2 – 56); con riscontro di neoplasia prostatica in 189 pazienti. In 139 pazienti è stata eseguita una biopsia di fusione in un setting bioptico iniziale, riscontrando la presenza di neoplasia prostatica in 71 pazienti (37,6%). Nei restanti 270 pazienti si è trattato di una re-biopsia con riscontro di neoplasia prostatica in 118 pazienti (62,4%).
In 91 pazienti totali non era riportato il PIRADS score, di questi in 34 pazienti (18%)è stata riscontrata la presenza di neoplasia prostatica.
Nei 318 pazienti in cui era riportato il PIRADS score la malattia prostatica è stata riscontrata in 155 pazienti (82%), in 1,3% dei pazienti con PIRADS score 2; in 15,5 % dei pazienti con PIRADS score 3; nel 60% dei pazienti con PIRADS score 4 e nel 23,2% dei pazienti con PIRADS score 5.
Abbiamo riscontrato come le biopsie mirate abbiano una grande capacità nel classificare le neoplasie che si localizzano nella zona di transizione della prostata nel 40,5% dei casi e a livello apicale nel 22,7% a differenza dei classici prelievi random che nella maggior parte dei pazienti non riescono a tipizzare con la stessa accuratezza diagnostica le neoplasie localizzate in tali aree.
Dalla nostra esperienza, condotta presso l’U.O. di Urologia dell’IRCCS Humanitas di Rozzano (MI) si evince come le biopsie di fusione possano essere considerate ormai uno strumento fondamentale nella diagnosi e caratterizzazione delle neoplasie prostatiche. Tale strumento appare in grado non solo di diagnosticare con maggiore accuratezza i tumori
clinicamente più significativi, ma anche di rilevare neoplasie in sedi laddove le biopsie prostatiche randomizzate risulterebbero scarsamente efficaci. Inoltre, il presente studio ha anche confermato l’importante correlazione tra punteggio di PIRADS e presenza di neoplasie prostatiche clinicamente significative.
Infine, dai risultati conclusivi si evince che questa tecnica dovrebbe essere considerata il “gold-standard” in particolar modo nei pazienti già sottoposti a biopsie prostatiche con esito negativo e con persistente sospetto clinico di neoplasia della prostata.