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Proposta di regolamento per la gestione del verde pubblico e privato del comune di Gioiosa Ionica (RC)

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Academic year: 2021

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Università di Pisa

Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali

Corso di Laurea Magistrale in

Progettazione e Gestione del Verde Urbano e del Paesaggio

Tesi di laurea magistrale

“Proposta di regolamento per la gestione del verde pubblico e

privato del Comune di Gioiosa Ionica (RC)”

Relatore Prof. Damiano Remorini

Candidato Antonio Corsaro Matr.540630 Correlatore

Prof.ssa Cristina Nali

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INDICE

RIASSUNTO 1

1. STORIA DEL VERDE PUBBLICO: NEL MONDO, IN EUROPA, IN ITALIA 2

1.1. Le tipologie di verde urbano 7

1.2. Le funzioni del verde urbano 8

1.3. Gli strumenti di pianificazione per la gestione del territorio 11

1.4. Piano del verde 13

1.5. Il regolamento del verde urbano 14

2. IL COMUNE DI GIOIOSA IONICA (RC) 16

2.1. Descrizione geografica: ubicazione 16

2.2. Morfologia e idrografia 17

2.3. Il clima 20

2.3.1. La temperatura 21

2.3.2. Le precipitazioni 22

2.4. Gioiosa Ionica: un po di storia 24

2.5. Protocollo d’intesa tra Azienda Calabria verde e Comune di Gioiosa Ionica 25

2.6. Il verde a Gioiosa Ionica 28

2.7. Intervista al Sindaco di Gioiosa Ionica 34

3. PROPOSTA DI REGOLAMENTO PER LA GESTIONE E LA TUTELA DEL VERDE PUBBLICO E PRIVATO 39

4. ANALISI DETTAGLIATA DEL REGOLAMENTO PROPOSTO E CONSIDERAZIONI FINALI 73

RIFERIMENTI BIBLIOGRFAFICI 79

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Riassunto

Uno degli elementi principali che favoriscono il miglioramento della qualità della vita in città è rappresentato dalla presenza e dalle caratteristiche del verde urbano e peri-urbano. Il Regolamento del Verde urbano dovrebbe costituire uno degli strumenti di pianificazione comunale, da collegarsi direttamente agli altri documenti integrativi del Piano del Verde (Piano manutentivo e Censimento delle aree verdi) al fine di ottenere un'organica gestione del verde cittadino. Lo scopo di questa tesi è la proposta di un regolamento del verde pubblico e privato per il Comune di Gioiosa Ionica (RC), attualmente sprovvisto di tale regolamento. Partendo da una breve introduzione relativa ad alcuni aspetti storici e alle statistiche relative al verde pubblico, sono descritte le diverse tipologie di sistemazione a verde urbano ed è dettagliatamente analizzato lo stato attuale del verde comunale di Gioiosa Ionica. L’analisi storica, morfologica, pedologica, le caratteristiche climatiche storiche, la descrizione del verde attualmente presente nel comune e un’intervista dell’attuale Sindaco che evidenzia le problematiche del verde presenti all’interno del territorio comunale, fanno da premessa e individuano gli ambiti di intervento del regolamento proposto.

Il regolamento proposto si compone di 18 articoli in cui sono inserite norme relative all’organizzazione dei servizi e delle funzioni della pubblica amministrazione, alle modalità di impianto, alla manutenzione e difesa di aree verdi pubbliche e private esistenti, ai criteri di progettazione e realizzazione di nuove aree verdi, alla tutela di parchi e giardini pubblici, alla tutela delle aree di pregio ambientale-storico-paesaggistico e all’adozione o sponsorizzazione delle aree a verde pubblico. Oltre ad alcune disposizioni relative alla cura e gestione del verde privato, è infine proposta la destinazione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie relative al non rispetto delle norme. La bozza di regolamento sarà proposta all’amministrazione comunale di Gioiosa Ionica.

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1.

Storia del verde pubblico: nel mondo, in Europa, in

Italia

Uno degli elementi decisivi per il miglioramento della qualità della vita in città è rappresentato senza dubbio dal verde urbano e peri-urbano. Inteso come l’insieme delle componenti biologiche che concorrono a determinare l’impronta funzionale e paesaggistica di un centro abitato in equilibrio ecologico col territorio, esso è un vero e proprio sistema complesso, formato da un insieme di superfici e di strutture vegetali eterogenee, in grado di configurarsi come un bene di interesse collettivo e come una risorsa multifunzionale per la città e per i suoi abitanti (MATTM, 2017).

Se adeguatamente pianificato, progettato e gestito, il verde può svolgere molte funzioni e produrre importanti benefici per l’ambiente, e quindi per la società: i cosiddetti servizi ecosistemici (Sanesi et al., 2011).

Forrest e Konijnendijk (2005) e Mengoli (2013) descrivono dettagliatamente la storia della nascita del verde pubblico nel mondo, in Europa e in Italia. Il verde urbano e periurbano ha avuto ruoli e funzioni definite fin dall’antichità. Nel periodo babilonese le piante nelle città ed il giardino in particolare divengono il punto d’incontro tra uomo e soprannaturale e questo ruolo è riscontrabile anche nella civiltà egizia e greca, mentre con la civiltà romana, almeno nei primi secoli, il verde assunse invece prevalentemente aspetti utilitaristici. Successivamente, nel periodo dell’impero, il verde, specie nella villa extraurbana, assolve prevalentemente alla sua funzione di piacere (voluptas) rispetto alla funzione utilitaristica (utilitas). Nel medioevo invece, con lo sviluppo delle città cacuminali murate, il verde ritorna a svolgere in caso di assedio, una funzione di mero substrato produttivo-alimentare. In questo periodo si afferma la casa borghigiana a schiera con orto retrostante nel quale si coltivano specie alimentari e si riciclano, almeno in parte, i rifiuti prodotti dalla famiglia e dagli animali domestici (Lawrence 1993). Il verde assume un ruolo di elemento fondamentale per il perseguimento di un tessuto urbano il più possibile autosufficiente. Alle terre ortali, spetta il riconoscimento del ruolo importante che queste hanno avuto per definire la “forma agraria” del territorio urbano. Le terre ortali sono strutturalmente spazi semplici, dotati di un recinto vivo (siepi alte) o morto (muretti).

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della campagna in città. Le terre ortali sono stati quindi quegli spazi di conquista, posti all’interno delle mura urbane, da cui hanno preso direttamente origine i giardini. Se soltanto nel XVIII secolo si assiste alla nascita del giardino pubblico, tipologia di spazio verde del tutto innovativa, già dal XVI secolo, in alcune città, ai residenti era data la possibilità di frequentare giardini aristocratici. Alcuni esempi, tuttora presenti, sono a Roma, con il giardino di Villa Medici e successivamente di Villa Borghese, a Londra, Hyde Park (Figura 1) e ST James’s Park, a Berlino, il Tiergarten. Grandi trasformazioni avvennero alla fine del XVIII secolo, dove il giardino pubblico acquista ruolo preciso di divertimento e piacere.

Figura 1: Hide Park-London

L’Englischer Garten, parco di gusto romantico, tra i primi parchi urbani in Europa, è sorto con questo ruolo alla fine del 1700 a Monaco. Nel frattempo, l’orticoltura, sotto l’impulso di Loudon, sviluppò la sua attenzione verso la conoscenza e le modalità di utilizzo delle piante. A Loudon si deve così la progettazione di un parco pubblico che svolgesse contemporaneamente compiti di orto botanico e di conservazione degli alberi monumentali in città. Già sul finire del secolo XIX venne alimentato uno stretto legame con i “gardeners” attraverso la formula di successo impressa dal fondamentalismo di Manet e i giardini diventarono anche le fabbriche del vero per studiare il progetto pittorico. Questo spazio verde subisce un rinnovato interesse e si insidia con decisione nell’ambito urbano, quale risposta alla crescita della città e ai fenomeni di antropizzazione del territorio. In Europa, la spinta rivoluzionaria, portò, già fin dai primi anni del 1800, alla nascita dei primi grandi parchi urbani, dislocati all’interno della città. Il disegno di portare la campagna in città, lo si trova a Londra nei parchi (Victoria Park), nei giardini urbani (square) e nelle passeggiate alberate (The Mall). La collocazione in città della passeggiata alberata permise di reintrodurre l’albero in città, recuperando altresì un

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archetipo del giardino barocco. In Francia, a Parigi, i parchi furono invece impiantati al perimetro della città stessa, secondo una logica di collegamento e gli furono affiancati delle piazze allestite a giardino (stile “square” inglese) e ampliata la diffusione dei tratti alberati (boulevard) in città. Tra i pionieri di tale pianificazione va ricordato Frederick Law Olmisted che ha gettato le basi della moderna paesaggistica considerando il verde come una struttura urbana unitaria che interessa tutta la città. Egli fu l’ideatore del Central Park (Figura 2) di New York, prototipo del moderno parco urbano, e viene ricordato anche per due esempi concreti del sistema del verde urbano: il Riverside di Chicago e l’Emerald Necklace di Boston. Riverside è un insediamento residenziale vicino a Chicago che ha come caratteristica principale il rispetto della morfologia e della natura del luogo. La proposta consisteva nel collegare Riverside con la sua atmosfera rurale, i sui verdi paesaggi, l’area pulita e le abitazioni ben distanti tra loro con la città di Chicago mediante un grande viale per il traffico, creando una rete di strade di vario tipo all’interno della stessa Riverside. Nasce così l’ipotesi della cintura del verde che collega i parchi urbani utilizzanti una connessione continua da percorsi pedonali e carrabili. Successivamente, l’idea di Olmsted è stata applicata su grande scala da Charles Eliot a Boston dove propone un sistema del verde a livello territoriale che superi i limiti delle città con un piano di dimensione metropolitana che si apre ad una più vasta concezione regionale.

Figura 2: Central Park - New York

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edilizia della città. Lo spazio verde ebbe la consacrazione definitiva di spazio di utilità collettiva, da cui prese corpo la nuova dimensione di “servizio pubblico” per la città. Il percorso storico del giardino pubblico divenne, grazie alla presa di coscienza di essere divenuto servizio per il cittadino, storia di un sistema del verde di una città. Il dilemma relativo a giardino “formale” o “informale” però in quel contesto affligge la società del tempo. Una contrapposizione che agli inizi del ‘900, pose in antagonismo lo stile fiorito, espressione del nuovo giardino naturalista, legato alle idee di città-giardino e sull’altra sponda, un idea di razionalità e rigore (risparmio economico), collegata all’idea di un paesaggio-vegetazione spontaneo che entra in città, di un territorio che viene inurbato, sfruttando la possibilità di realizzare edifici multi-familiari impiantati in altezza, riducendo così il consumo di suolo richiesto invece dalle città-giardino. Nel redigere la carta di Atene (1943) si stabiliva che “il tessuto urbano dovrà cambiare struttura. Gli agglomerati tenderanno a divenire città verdi. Contrariamente a quanto avviene nella città-giardino, le superfici verdi non saranno suddivisi in piccoli compartimenti d’uso privato, ma consacrati alla realizzazione delle diverse attività comuni che formano il prolungamento dell’abitazione”. La contrapposizione dei due modi di concepire la città, investì il pensiero di come radicare la presenza di verde all’interno di zone molto urbanizzate e sul come progettare lo spazio giardino. Il sistema del verde, così, registrerà l’innesto di nuovi parchi e nuovi giardini in quanto espressione delle capacità progettuali delle rinnovate idee di abbellimento delle città. Così particolarmente fertili sono stati gli ultimi decenni del XX secolo, con numerosi parchi pubblici sorti per restituire identità ad aree urbane dequalificate.

Curiosamente in un ideale percorso storico di ricerca, del giardino pubblico in Italia, che l’attraversi da Nord a Sud, si trovano tracce spesso tra loro concordanti per definire forme e funzioni che furono all’origine dell’introduzione dei giardini e parchi pubblici nella società italiana. Infatti, con il Parco del Valentino, situato lungo le sponde del fiume Po nell’area dell’omonimo castello, nasce a Torino il concetto di giardino pubblico di matrice illuminista, con un impianto destinato al diletto della comunità torinese. La realizzazione del Parco del Valentino, non fu isolata, e vide la contingenza, nel 1861, di una città impegnata a modificare il decoro. A Milano ritroviamo una realizzazione effettuata con lo stesso scopo nel Parco Sempione (Figura 3), parco urbano posto al centro della città. Questo fu realizzato utilizzando l’area dell’antico giardino e del parco di caccia del Castello Sforzesco, tra il 1890 e il 1894, su progetto dell’architetto Emilio Alemagna.

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Un parco che venne concepito all’inglese, con corsi d’acqua a tracciato libero, alberi raggruppati ad imitazione della natura e lievi alture artificiali.

Figura 3: Parco Sempione - Milano

A Firenze, Le Cascine rappresentano ancora oggi, grazie ad un’estensione di circa 118 ettari, il più grande parco pubblico cittadino, completamente in affaccio sul fiume Arno. In origine era una vasta tenuta agricola, di proprietà di Alessandro e Cosimo I de’ Medici, destinata a riserva di caccia. Con il passaggio del Granducato alla famiglia Lorena, Le Cascine, vennero sempre più utilizzate come parco che veniva aperto al pubblico in occasione di particolari ricorrenze. Scendendo lungo la penisola, i giardini di Villa Borghese a Roma (figura 4) furono invece a lungo informalmente aperti al pubblico, seppur l’intero complesso fu acquistato dal Comune di Roma soltanto nel 1901 e aperto al pubblico il 12 luglio 1903. Il grande parco di Villa Borghese, esteso centinaia di ettari, seppur si tratti di un parco storico per secoli rimasto privato, ha per ubicazione e modi d’uso interpretato, per la città di Roma, il ruolo di parco pubblico. A Roma, nell’800 inoltre, venne poi portata a compimento (1811-1823) la passeggiata del Pincio.

Nonostante la ridotta ampiezza e i continui interventi, la passeggiata del Pincio, ha rappresentato per Roma, fino alla metà del ‘900, il principale parco cittadino e una promenade urbana.

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Figura 4: Villa Borghese - Roma

Un’importante riferimento dell’epopea barocca in giardineria, nel Sud Italia, sono i giardini pubblici (Villa Comunale) di Napoli. Il giardino, prese origine dalla trasformazione di un impianto arboreo seicentesco preesistente, piantato a lecci, pini, palme, eucalipti e nasce nel 1780 come un grande giardino-passeggiata, che venne reso monumentale per la realizzazione di viali, aiuole e l’inserimento di statue. A Catania, a circa metà dell’800, il Comune acquistò la villa della famiglia Paternò Castello per realizzarvi il parco pubblico di Villa Bellini. Il parco comunale, oggi noto come Giardino Bellini, si estende su 7 ettari di superficie e nacque da un parco privato con il preciso scopo di realizzare un luogo di delizia destinato alla cittadinanza catanese, riccamente corredato da vegetazione rigogliosa e da fontane. Sempre in Sicilia, per concludere, il giardino pubblico di Villa Giulia o Villa del Popolo, detta “La Flora”, fu realizzato lungo la marina di Palermo. Un giardino, quello di Villa Giulia, che, oltre a suscitare interesse per il grande uso della simbologia nel disegnare le scenografie di verde, ha di fatto rappresentato uno dei primi esempi di realizzazione di aree a verde pubblico destinate alla riqualificazione della pianta urbana. (MENGOLI, 2013).

1.1

Le tipologie di verde urbano

Il verde urbano (definito spesso anche come area verde, natura urbana, foreste urbana) può essere classificato nelle seguenti tipologie in base alle diverse modalità di fruizione (ISTAT, 2002):

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Aree di arredo urbano: spartitraffico, area di sosta, rotonde e barriere antinquinamento.

Aree speciali: giardini scolastici, orti botanici, vivai, giardini zoologici e cimiteri.

Parchi urbani: aree tutelate a norma delle disposizioni del Titolo 2 del D. Lgs. 29/10/1999, n. 490 per la protezione dei beni ambientali e paesaggistici. ➢ Verde storico: ville, parchi e giardini che anno un interesse artistico e storico. Verde attrezzato: verde con giochi per bambini, campi polivalenti e piste

ciclabili.

La suddivisione del verde in diverse categorie è comunque ancora confusa poiché non esiste una regola internazionale riconosciuta che ne indichi indiscutibilmente le differenze. Per questo ogni amministratore comunale, in risposta ai diversi questionari forniti per catalogare il verde urbano, tende ad attribuire soggettivamente le aree verdi della propria città alle differenti tipologie generando, in alcuni casi, confusione. I risultati ottenuti, infatti, spesso possono non coincidere con la realtà oggettiva e sono poco comparabili tra di loro.

1.2

Le funzioni del verde urbano

Il verde urbano può essere classificato in base alle sue funzioni (AA.VV., 1997):

Funzione ecologica – ambientale: contribuisce in modo sostanziale a mitigare gli effetti

di degrado degli impatti prodotti dalla presenza delle edificazioni e delle attività produttive.

Rimozione degli inquinanti atmosferici

La vegetazione urbana può influire nella qualità dell’area locale in maniera sia diretta che indiretta alterando l’atmosfera circostante (NOWAK, 1995). Secondo Siena e Buffoni (2007) i maggiori effetti prodotti dal verde urbano

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Riduzione della temperatura e altri effetti sul microclima

Le chiome degli alberi influenzano la temperatura dell’area tramite la traspirazione, l’assorbimento delle radiazioni e del calore e il contemporaneo aumento dell’umidità relativa. La riduzione della temperatura atmosferica ha effetti positivi sulla qualità dell’area perché l’emissione/formazione di molti inquinanti dipende proprio dalla temperatura.

La presenza della vegetazione determina, un risparmio energetico poiché l’effetto dell’ombreggiamento riduce la quantità di energia radiante assorbita dagli edifici e determina così un minore rischio di danni da caldo (SIMPISON, 1998).

Cattura di CO2

Durante la loro crescita le piante assorbono e immagazzinano notevoli quantità di CO2, producendo O2. Per questo è molto importante che le piante

presenti in ambito urbano siano sane poiché una vegetazione malata comporterebbe un assorbimento minore di CO2 ed una conseguente minore

produzione di O2.

Difesa del suolo

La presenza di vegetazione ha un effetto diretto sulla riduzione della superfice impermeabilizzata, il recupero dei terreni marginali o dismessi, la riduzione dell’erosione specie nei terreni argillosi, lo smaltimento delle piogge, la depurazione idrica e il consolidamento delle sponde fluviali e dei versanti franosi.

Biodiversità

Le aree verdi costituiscono habitat importanti e preziose nicchie ecologiche per la tutela della biodiversità nelle aree urbanizzate. Gli habitat in ambiente urbano possono essere seminaturali o artificiali, terrestri o acquatici (ZAPPAROLI, 2002).

La maggior parte delle specie presenti in città sono “opportuniste”: gli animali, ad esempio, trovano in città abbondanza di cibo, rifugi e pochi o

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nessun predatore. La forte pressione antropica favorisce le piante a ciclo breve (annuali) e particolarmente resistenti.

Un’area urbana di buona qualità è così quella caratterizzata da un’alta diversità dovuta a specie non introdotte (MIRABILE, 2004).

In città sono spesso presenti anche specie indesiderate che possono causare disagi di varia natura (economici, ambientali, sociali, epidemiologici). Tali specie vengono percepite come problematiche quando diventano abbondanti sul territorio oppure se invadano aree in cui normalmente non sono presenti. Il problema dipende quindi dalla densità e dalla concentrazione e non dalla presenza della specie in quanto tale.

Secondo Mirabile (2004, 2005, 2006) le più importanti specie indesiderate generalmente presenti nelle nostre città sono tra gli uccelli le colombe e gli storni, tra gli insetti le zanzare e tra i mammiferi i ratti e i topi.

Funzione igienico – sanitaria: il verde può assumere un’importante funzione

igienico-sanitaria soprattutto in prossimità degli ospedali e delle case di cura, dove la sua presenza contribuisce alla creazione di un ambiente favorevole alla degenza.

Funzione protettiva: la presenza di aree verdi fornisce un importante effetto di protezione

e di tutela del territorio soprattutto nelle aree degradate e particolarmente sensibili (argini di fiumi, scarpate, zone sottoposte a pericolo di frane, ecc.).

Funzione sociale e ricreativa: la presenza di parchi, giardini e piazze alberate rende la

città più vivibile e a dimensione dei bambini, degli uomini e delle famiglie.

Funzione estetica – architettonica: il verde migliora il paesaggio urbano e rende più

gradevole la permanenza in città.

Funzione economica: la presenza della componente naturale paesaggistica favorisce lo

sviluppo del turismo e del commercio, mente le case con giardino arredato e curato dimostrano di avere un valere economico superiore rispetto a quelle che ne sono prive, in ambito privato.

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E’ doveroso, tuttavia, sottolineare che spesso molte delle funzioni del verde urbano non vengono apprezzate dalla totalità dei cittadini che in parte ritengono, infatti, superflue le aree verdi presenti nelle città o al massimo le apprezzano soltanto dal punto di vista estetico.

1.3

Gli strumenti di pianificazione per la gestione del territorio

L’intero sistema di provvedimenti (chiamati spesso strumenti), programmi, piani o progetti attuati dalle amministrazioni delle città riguarda, direttamente o indirettamente, l’ambente urbano (ALESSANDRINI et al., 2005).

Tutti i provvedimenti effettuati, indipendentemente dal loro ambito di intervento, possono essere suddivisi in due grandi categorie: “strumenti di pianificazione obbligatori” e “strumenti di pianificazione opzionali” a seconda che la loro adozione da parte dell’amministrazione comunale sia, rispettivamente, imposta obbligatoriamente, o semplicemente proposta come possibile, dal legislatore sovracomunale (nazionale o regionale).

La costituzione ha stabilito la quadriripartizione dei poteri tra gli enti di rilevanza territoriale: Stato, Regioni, Provincie e Comuni; ad ogni Ente territoriale corrisponde così un potere esecutivo – amministrativo che si articola quindi su quattro livelli.

A questi livelli di interesse e di competenze fanno riferimento quattro livelli di atti che finiscono per agire o interagire sul comportamento del singolo cittadino (CUTINI, 1997).

LO STATO

Il livello Stato agisce tramite leggi o provvedimenti: 1. Le Leggi si dividono in:

a. Leggi costituzionali: modificano la Costituzione e devono essere approvate con una procedura particolare ed una maggioranza qualificata dei voti al Parlamento;

b. Leggi formali ordinarie: sono approvate dal Parlamento con maggioranza semplice;

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c. Gli atti aventi forza di legge (emanati dal Capo dello Stato) che sono espressione del potere esecutivo come i Decreti Legge e i Decreti legislativi : - I Decreti Legge ( D.L.), sono gli atti normativi che vengono predisposti ed approvati dal governo e per consolidarsi devono essere confermati dal Parlamento e convertiti in legge entro sessanta giorni dalla decisione governativa.

- I Decreti Legislativi D. Lgs.), sono atti normativi aventi forza di Legge che il governo può adottare, anche se non ricorrono casi straordinari di necessità ed urgenza.

LE REGIONI

Le Regioni previste dalla Costituzione sono quindici a statuto ordinario e cinque a statuto speciale. Queste ultime hanno competenze maggiori, giustificate o dallo loro caratteristica geografica insulare e storica o perché in esse vivono importanti minoranze etniche di altra lingua.

Accanto alle Leggi dello Stato, esistono le Leggi Regionali ma, mentre le Leggi dello Stato possono riguardare ogni materia, le Regioni possono emanare soltanto sulle materie indicate dall’art. 177 della Costituzione (urbanistica, lavori pubblici di interesse regionale, fiere e mercati, turismo, assistenza ospedaliera, ecc.).

LE PROVINCIE

Le competenze di livello provinciale risultano molto limitate: esse comprendono la viabilità e il trasporto, gli istituti di secondo grado, le competenze nel campo della programmazione e pianificazione (Programma pluriennale, Piano triennale di coordinamento provinciale e della città metropolitana, ecc.), la difesa del suolo, la tutela e valorizzazione dell’ambiente, di prevenzione delle calamità e di valorizzazione dei beni culturali.

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I COMUNI

I Comuni sono gli enti territoriali di base, non hanno competenze legislative ma solo amministrative ed esercitano i propri poteri solo con atti e provvedimenti. L’attività principale dei comuni è l’attività regolamentare ( ad es. il regolamento edilizio, quello di igiene, quello di Polizia urbana, ecc...).

La ripartizione dei poteri esecutivi sui quattro livelli può determinare un’ottima suddivisione dei poteri stessi, infatti, calandosi sempre più nella realtà locale si passa dallo Stato, alla Regione, alla Provincia, al Comune fino alla zona interessata con i piani particolareggiati. Tale ripartizione dei poteri, però, risulta efficace solo se tra i vari piani dei differenti livelli esecutivi vi è una profonda interazione; se queste non esistono, o sono insufficienti, i poteri esecutivi perdono la loro efficacia risultando slegati dalla realtà. E’ da ricordare infine che l’art. 17 della legge 142/90 (“ Ordinamento delle autonomie locali”), ha istituito le cosiddette aree metropolitane, nella cui area di Reggio Calabria è inserito il Comune di Gioiosa Ionica, oggetto della seguente proposta di Regolamento per la gestione e tutela del verde pubblico.

Nell’area metropolitana la Provincia si configura come autorità metropolitana con un proprio statuto e prende il nome di Città metropolitana (nuovo ente intermedio).

1.4

Piano del verde

Il piano del verde è il piano strategico per la realizzazione di una struttura verde articolata e composta che ha il fine di mitigare l’impatto ambientale dell’attività cittadina sul territorio, garantire un più razionale uso delle risorse ambientali, valorizzare il territorio agricolo, ottimizzare il ruolo sociale, estetico ed ambientale degli spazi aperti intra e periurbani, ottimizzare lo sviluppo economico e sociale del territorio.

Il piano del verde urbano è l’elemento integrante della pianificazione strategica territoriale (PRG) e si compone di:

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➢ Piano di indirizzo;

➢ Norme tecniche di attuazione.

L’Elemento centrale di ogni Piano del Verde dovrebbe essere la determinazione del punto compensativo di equilibrio, cioè la dotazione di verde equivalente che compensa le emissioni di gas e il consumo di prodotti agroforestali necessari all’interno dell’area urbana. Il punto compensativo di equilibrio è così il limite verso cui orientare lo sviluppo urbano attraverso un parametro di sostenibilità oggettivo.

I Piani del Verde ed i Piani Paesaggistici non devono essere considerati come strumenti di settore (verticali), bensì come quadri conoscitivi e decisionali con ruoli di prevenzione, conservazione, compensazione e miglioramento, complementari e dialettici nei confronti di quelli della pianificazione urbanistica. Tali piani devono essere considerati così generali o orizzontali (GUCCIONE e PAOLINELLI, 2001).

Tale aspetto può essere esaminato analizzando i piani a diversa scala territoriale: 1. Stato: il Piano dell’area protetta di interesse nazionale (Legge quadro 394/91); 2. Regione: Piano territoriale Regionale e/o Piano Paesaggistico;

3. Provincia: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale; 4. Comune: Piano Regolatore Generale e/o Piano del Verde.

La considerazione del carattere dei caratteri del paesaggio e delle relative potenzialità e sensibilità, è stata affidata, prima ai Piani Paesaggistici regionali, poi ai piani di coordinamento provinciali. Oggi è riconosciuta l’importanza che anche i Piani Regolatori Generali comunali vengano formati su base paesaggistico – ambientale.

1.5

Il regolamento del verde urbano

Anche il Regolamento del verde urbano costituisce uno strumento di pianificazione comunale integrativo del Piano Regolatore Comunale che permette un’organica gestione del verde cittadino (CHIESERA, 2008).

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Contiene inoltre disposizioni relative alle modalità di abbattimento, potatura, danneggiamenti, ecc., individuando anche sanzioni in caso di inadempienza.

Questo è quanto si vuole proporre, con il presente lavoro, al Comune di Gioiosa Ionica che a luglio 2017, data d’inizio della presente attività di tesi di laurea magistrale, ne risulta sprovvisto.

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2.

Il comune di Gioiosa Ionica: studio ambientale

2.1

Descrizione geografica

Ubicazione

Il comune di Gioiosa Ionica (Figura 5) ha un’estensione territoriale di 36,07 km2 ed una

popolazione residente censita al 2017, pari a 7.105 abitanti. Si tratta di un comune della provincia di Reggio Calabria posto nella fascia intermedia tra la costa del mar Jonio e la catena montuosa dell’Appennino Calabro.

Il comune di Gioiosa Ionica confina:

- a nord/nord-ovest col comune di Martone; - a nord/nord-est col comune di Roccella Jonica; - a sud col comune di Marina di Gioiosa Ionica; - a sud-ovest col comune di Grotteria.

Figura 5: Veduta dall'alto - Gioiosa Ionica - RC

Gioiosa Ionica superficie 36,07 km2 abitanti 7.105 densità 196,98 ab./km2 quota min. 50 m s.l.m. quota max. 1040 m s.l.m.

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Figura 6: Posizione del Comune di Gioiosa Ionica nella Regione Calabria (fonte Google Earth)

2.2

Morfologia e idrografia

Il paesaggio del territorio comunale varia dalle quote più basse a quelle più elevate, passando dall’aspetto tipico dei rilievi collinari della fascia costiera jonica, alle fisionomie tipiche della montagna mediterranea.

La morfologia si presenta piuttosto tormentata a causa dell’età geologica relativamente giovane della regione: la penisola calabrese, stretta e lunga, è caratterizzata da rilievi montuosi che si gettano direttamente in mare (con solo una esigua fascia di pianura alluvionale che li precede); la natura dei suoli è facilmente erodibile, pertanto, il reticolo idrografico è molto fitto e articolato, con aste di breve lunghezza e portate a carattere torrentizio.

Questa serie di circostanze determina anche la fisionomia del paesaggio di Gioiosa Ionica che si presenta molto articolata, incastonata tra il massiccio delle Serre Calabre (uno dei settori montuosi più importanti della Regione) e la stretta fascia di pianura costiera. L’aspetto generale del territorio è determinato dal bacino idrografico del fiume Torbido (Figura 7) che presenta la tipica forma “a imbuto” con un ampio emiciclo sommitale che raccoglie le acque meteoriche dalle quote più elevate e le convoglia verso valle nel mar Jonio per mezzo dell’unica foce ad estuario.

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Il comune di Gioiosa Ionica occupa la parte medio-montana del versante sinistro

idrografico di questo bacino suddiviso, a sua volta, in numerosi sotto-bacini di maggiore o minore importanza che, con le loro aste idrauliche, sfaccettano il territorio in una moltitudine di versanti con esposizioni e pendenze differenti.

Figura 7: Il territorio comunale rispetto al bacino idrografico del Torbido

In generale si può distinguere il territorio comunale in tre paesaggi principali, che si susseguono in senso altimetrico:

- paesaggio vallivo, da 50 a 150 m s.l.m., più vicino al fiume Torbido, caratterizzato da morfologie pianeggianti o lievemente collinari, in cui si concentra la maggior parte del tessuto urbano con relative infrastrutture; la componente vegetale è costituita principalmente dalle colture agrarie specializzate (uliveti, agrumeti, mosaico di orti e frutteti di significato famigliare) e colture estensive, quali pascoli e seminativi. La vegetazione naturale è relegata a pochi spazi ai margini delle colture o dei corsi d’acqua, ma è comunque il risultato della forte pressione antropica;

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dei fattori di disturbo (incendi, pascolo, ecc.), ma comunque dominata dalle sclerofille sempreverdi, più adattate ai lunghi periodi di aridità;

- paesaggio pedemontano, da 500 a 1.040 m s.l.m., tipico della cintura basale delle montagne calabresi, caratterizzato da morfologie più aspre e tormentate, con un reticolo idrografico molto fitto e superfici acclivi; la componente vegetale dovrebbe inquadrarsi nella foresta mediterranea a dominanza di querce sempreverdi (leccio) frammiste alle querce caducifoglie (roverella), ma la secolare azione di disturbo (soprattutto gli incendi) ha semplificato la struttura di queste formazioni declassando la maggior parte dei popolamenti allo stato di macchia alta. Nelle zone più alte del territorio (al di sopra degli 800 m s.l.m.) sono prese nti modeste superfici di boschi di castagno allevato a ceduo.

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2.3

Il clima

La Calabria, con la sua forma allungata da nord a sud verso il cuore del Mediterraneo e con le dorsali montane che la attraversano per tutta la sua lunghezza, presenta condizioni climatiche molto differenti da zona a zona, fortemente condizionate dalle correnti umide provenienti, soprattutto, da occidente. Così il settore tirrenico maggiormente esposto alle correnti provenienti da occidente risulta molto più umido rispetto a quello ionico, dove le temperature raggiungono valori più elevati e precipitazioni annue meno abbondanti e concentrate nella stagione autunnale e un po’ meno in quella invernale.

La classificazione fitoclimatica di PAVARI

Per la quasi totalità, l’area è ascrivibile alla sottozona calda del Lauretum di PAVARI, con passaggio alla sottozona media alle quote più elevate. Secondo la classificazione di DE MARTONNE il clima della zona in cui è ubicata Gioiosa Ionica, è riferibile al gruppo dei climi temperati, cioè con un indice di aridità medio intorno a 45; di tipo umido invece, dove il quoziente pluviometrico medio della zona risulta maggiore di 90, secondo EMBERGER.

Secondo de PHILIPPIS il clima rientra fra quelli temperato-caldi, con estate calda e molto siccitosa, corrispondente alla fascia termo-mediterranea di QUEZEL (1985).

Secondo RIVAS-MARTINEZ l’area è ascrivibile interamente al macrotipo mediterraneo, caratterizzato da una marcata oceanicità.

(23)

2.3.1 La temperatura

Per lo studio delle temperature si è fatto riferimento alle temperature registrate nella stazione di Gioiosa Ionica. La temperatura media annua (Figura 9 e Figura 10) è di 19,5°C e varia dagli 11,3°C del mese di gennaio (mese più freddo) ai 27,9°C del mese di agosto (mese più caldo); gelate si possono verificare da dicembre a tutto marzo. Negli ultimi 18 anni si può notare come le temperature comunque siano state sempre costanti con picchi di freddo nel gennaio 2017 (8,7°C di media mensile) e picchi di caldo nel luglio 2003 (29,3°C di media mensile).

Facendo riferimento alle correlazioni quota-temperatura proposte da CIANCIO (1973), per la Regione Calabria si osserva che la temperatura media al livello del mare è 18,3°C e passa a 17,2°C a 150 m di quota, che rappresenta l’altitudine media dove si trova il centro abitato di Gioiosa Ionica.

Figura 9: Temperatura media mensile e annua

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Tabella 1:Temperature medie mensili registrate nella stazione di Gioiosa Ionica negli ultimi 18 anni

2.3.2 Le precipitazioni

Per le piogge si è fatto riferimento alle registrazioni effettuate nella stazione di Gioiosa Ionica. Le precipitazioni medie annue sono di 900,3 mm.

La distribuzione delle piogge nel corso dell’anno è quella tipica del clima mediterraneo, con massimi autunno-invernali e minimi estivi accentuati. Il mese più piovoso è quasi sempre novembre (141,2 mm medi mensili), con differenze molto contenute con i mesi di dicembre e gennaio. Piogge superiori a 100 mm mensili si registrano in ottobre, novembre, dicembre e gennaio. A partire da febbraio le precipitazioni diminuiscono e già a maggio non superano mediamente i 30 mm fino ad agosto (Figura 11).

Il minimo estivo si registra in luglio con 12,5 mm. In settembre le piogge riprendono abbondanti (mediamente oltre 60 mm).

Tipica è la grande variabilità da un anno all’altro che contribuisce notevolmente ad aggravare le condizioni di stress durante il lungo periodo primaverile-estivo.

Anno Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Med

1999 » » » » » 25.3 26.4 28.4 23.9 21.5 16.1 13.0 » 2000 9.9 11.3 12.8 16.6 21.2 25.0 27.3 28.3 23.7 19.7 17.1 14.2 18.4 2001 12.8 11.9 16.4 15.3 20.2 24.1 26.8 27.9 23.9 21.8 15.7 9.7 18.4 2002 9.9 13.7 14.0 15.8 19.7 25.3 27.4 26.3 22.3 19.6 16.5 12.6 18.0 2003 12.3 8.4 12.4 14.7 21.1 27.4 29.3 29.2 23.5 20.6 16.6 12.2 18.2 2004 10.7 12.1 12.6 15.8 18.1 24.2 27.7 27.4 23.1 22.0 15.3 13.7 18.0 2005 10.2 9.3 12.6 14.7 20.8 24.1 27.5 26.2 23.5 19.0 15.1 11.5 17.3 2006 9.4 11.0 12.9 16.4 21.0 24.3 27.2 » » » » 13.3 » 2007 13.1 13.1 14.1 16.4 21.0 25.2 28.7 27.7 23.4 18.9 14.5 11.2 18.4 2008 12.3 11.0 14.3 16.0 19.7 24.9 27.9 28.5 23.4 20.0 16.0 12.0 18.3 2009 12.0 » 12.0 16.0 21.0 24.0 28.0 » 24.0 19.0 16.0 14.0 » 2010 11.0 12.0 13.0 16.0 20.0 24.0 28.0 28.0 23.0 » 17.0 12.0 » 2011 11.0 » 13.0 17.0 20.0 24.0 27.0 28.0 25.0 19.0 16.0 13.0 » 2012 11.0 10.0 14.0 16.0 20.0 26.0 29.0 29.0 25.0 22.0 18.0 12.0 18.7 2013 12.0 11.0 14.0 17.0 20.0 24.0 27.0 28.1 24.5 21.3 16.0 12.4 18.5 2014 12.5 13.3 » 16.3 19.3 24.6 26.2 27.4 24.3 20.2 17.3 12.8 » 2015 11.7 10.4 12.9 15.9 20.8 23.9 29.2 27.7 24.9 20.4 16.5 13.3 18.5 2016 12.2 14.2 13.4 17.5 19.2 24.6 27.9 26.9 23.3 21.1 16.4 12.3 18.6 2017 8.7 12.6 14.2 16.2 20.6 25.9 28.1 29.1 23.3 19.6 15.1 11.6 18.1

(25)

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2.4

Gioiosa Ionica: un po’ di storia

Il Comune di Gioiosa Ionica è posizionato nella fascia ionica reggina e fa parte del territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Con i suoi 7.105 abitanti, (Gejiusani in dialetto calabrese), il paese affonda le proprie radici, storiche e culturali, nei secoli in cui fiorì la lontanissima civiltà Locridea, grande e fiorente colonia di quella che costituì l'antica culla della Magna Grecia.

Ricco di millenarie tradizioni, il paese ha un dialetto che si rifà al periodo greco-romano, ma risente moltissimo delle dominazioni turche, francesi, spagnole e africane. Paese epicentro della vallata del Fiume Torbido, vanta un mercato domenicale di antiche tradizioni, dove vengono esposti principalmente prodotti ortofrutticoli di nicchia, tipiche delle produzioni calabresi. Ogni domenica richiama compratori provenienti da tutta la Calabria.

All’interno del cento urbano la percentuale del territorio adibita a verde è molto alta e di notevole interesse, tra cui corre l’obbligo di evidenziare la “Collinetta dei Pini “da dove lo scrittore inglese Edwad Lear, nel suo “diario di un viaggio a piedi” del 1847, ebbe a dire: “noi non abbiamo città al nostro paese così bellamente situata come Gioiosa, sulla sponda ristretta del fiume” (Figura 12)

Allo stato, l’Ente Comune, gestisce il verde esistente o con l’utilizzo di personale interno utilizzando lavoratori LSU o LPU oppure tramite la seguente convezione con l’azienda pubblica Calabria Verde, approvato con delibera della Giunta Comunale n. 86 del 11/05/2017, risultante scaduta in data 31/12/2017, comunque in fase di rinnovo.

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Figura 12: Ritratto di Gioiosa Ionica - Edward Lear

2.5

Protocollo di intesa tra Azienda Calabria Verde e il comune di

Gioiosa Ionica

Premesso:

Che la Legge della Regione Calabria n. 25/13 è stata istituita ai sensi del comma 3 dell’art. 54 dello statuto della Regione Calabria, l’Azienda per la forestazione e per le politiche della montagna, denominata Calabria Verde, ente strumentale della Regione Calabria;

Che la Regione Calabria con D.R.R n. 51 del 17/02/2017 ha approvato il “Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali 2017” ed il Piano Attuativo regionale forestale anno 2017, recepiti entrambi da Azienda Calabria Verde con Delibera commissariale n. 92 del 28/02/2017; Che il detto Piano Attuativo regionale forestazione anno 2017 al paragrafo 7.1 prevede la possibilità per l’Azienda Calabria Verde di stipulare Accordi di Programma con gli Enti per la realizzazione di interventi in regime di convenzione, volti prevalentemente a mitigare il dissesto idrogeologico del territorio, rispettando cronologicamente le

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difesa del suolo; 3) Sistemazione fluviale; 4) Sistemazione dei versanti; 5) Manutenzione della viabilità rurale e interpoderale; 6) Interventi di ingegneria naturalistica; 7) Interventi di tutela e valorizzazione ambientale; 8) Riqualificazione, manutenzione e salvaguardia di aree rurali urbane e periurbane di particolare valenza ecologica ed ambientale; 9) Manutenzione dei siti d’interesse archeologico ed artistico ricadenti in ambito Regionale.

Tutto ciò premesso, in data ________________ tra l’Azienda Calabrese Verde, con sede in via Lucrezia della Valle a Catanzaro (che di seguito per brevità sarà chiamata Azienda); Codice Fiscale 03342820796, rappresentata dal Commissario Straordinario Dott. Aloisio Mariggiò ed il Sindaco Salvatore Fuda in qualità di Legale Rappresentante dell’Ente Comune di Gioiosa Ionica (Città Metropolitana di Reggio Calabria) con sede in via Garibaldi n.14.

SI CONVIENE E SI STIPULA IL SEGUENTE PROTOCOLLO D’INTESA

Art. 1 (Impegno tra le parti)

L’Azienda Calabria Verde e L’Ente Convenzionato si impegnano ad eseguire in

sinergia gli interventi di cui apposita scheda concordata con l’Ufficio Tecnico dell’Ente convenzionato a firma del Responsabile dell’Ente, compatibilmente con le esigenze organizzative e produttive dell’Azienda all’interno degli interventi del Piano Attuativo 2017, previo saldo di oneri di eventuali precedenti convenzioni.

L’intervento concordato viene inserito nei progetti e/o perizie di variante elaborati dall’Azienda Calabria che il detto Piano Attuativo regionale forestazione anno 2017, è sarà concluso entro il 31/12/2017.

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dell’Ente o comunque porzioni di territorio in cui l’Ente ne ha la disponibilità e che sono di pubblica utilità, pertanto, a tal proposito, l’Azienda Calabria Verde, si ritiene esentata da qualsiasi impegno relativo alla verifica di tale necessario requisito, oltre che da qualsivoglia responsabilità su eventuali controversie che si dovessero verificare a causa della mancanza della succitata condizioni;

b) Rilasciare e/o acquisire le autorizzazioni necessarie per l’espletamento delle opere specificate;

c) Contribuire alla realizzazione dell’intervento provvedendo a fornire tutti i materiali necessari alla loro realizzazione (materiale di consumo, dispositivi di sicurezza collettivi, ecc.);

d) Ospitare la cantierizzazione in termini di sede, custodia di eventuali attrezzature disponibili;

e) Coordinare tutte le attività di pubblicazione e cartellonistica varia;

f) Dare assistenza tecnica durante la fase progettuale e realizzativa, mediante la fornitura di cartografia specifica e rilievi di dettaglio;

g) Riconoscere all’Azienda i costi di cui all’allegata Scheda Tecnica (indennità di trasferta/chilometraggio, per gli OIF e la Direzione Tecnica).

Sarà cura della Direzione Lavori dare compiuta attuazione alle lavorazioni previste nel presente protocollo. Si evidenzia, altresì, che è facoltà dell’Ente Comunale riconoscere all’Azienda spettanze o premi non previsti nel presente protocollo.

Art.3 (Impegno dell’Azienda Calabra Verde)

L’Azienda si impegna a:

a) Inserire l’intervento sopra specificato nella propria progettazione esecutiva, in armonia al Piano Attuativi 2017;

b) Fornire la manodopera forestale occorrente per come programmata nel progetto esecutivo di riferimento come da scheda allegata, compatibilmente con le attività istituzionali dell’Azienda e con l’eventuale sopraggiungere di altre priorità.

(30)

2.6

Il verde a Gioiosa Ionica

Il Comune di Gioiosa Ionica, ha un’estensione territoriale di 36,07 chilometri quadrati. Il territorio comunale è perlopiù collinare e montuoso. In pianura si estende tutto l’agglomerato urbano di Gioiosa. A nord si trova il centro storico del paese, con la presenza della vecchia cinta muraria e il castello Aragonese a sormontare il centro abitato; scendendo verso il mare, è localizzato il cuore pulsante del paese, dove ci sono tutti i servizi: la posta, l’ex pretura, la sede del Comune, il teatro, le scuole e tutte le infrastrutture a servizio del cittadino; infine, a ridosso e al confine col Comune di Marina di Gioiosa Ionica, c’è la cosiddetta zona “Giardini di Gioiosa Ionica”. La nuova Gioiosa che si estende verso il mare è una zona pianeggiante ed estesa, dove stanno sorgendo tante piccole villette. Il verde all’interno del territorio, in percentuale, è abbastanza presente, anche se nella maggior parte dei casi non è gestito adeguatamente. Significativi, a questo riguardo, sono i Viali urbani adibiti a verde ornamentale: il Viale delle Rimembranze, che collega il centro di Gioiosa ai “Giardini”, la trasversale dei Giardini, che divide in due questa nuova zona residenziale, Via Diaz, che collega la periferia di Gioiosa con il centro, ed infine Via Rocco Gatto, che fa da collante tra Via Diaz e il centro storico del paese. Ai lati di questi quattro Viali, lungo i marciapiedi, sono presenti filari di platani (Platanus occidentalis), palmette (Cycas revoluta) tigli (Tilia cordata) e carrubi (Ceratonia siliqua) (Figure 13 e 14).

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Figura 14: Tigli presenti in Via Diaz

Da sottolineare anche la presenza, lungo i primi 200 metri di Via Gramsci di piante di leccio (Quercus ilex) e Ficus microcarpa di recente introduzione e la presenza di spartitraffico gestiti ad oleandro (Nerium oleander) e, in una porzione di Via Francesco Logozzo, di pini domestici (Pinus pinea). Molte sono le specie sia arbustive che arboree presenti all’interno dei giardini delle scuole, soprattutto nelle scuole materne site in Contrada Elisabetta e Piazza Aldo Moro: palme (Phoenix spp., Cycas spp.), cedri (Cedrus spp.), biancospini (Crataegus monogyna), bouganville (Bougainvillea spp.) e molte varietà di rose (Rosa spp.). Diversamente, nelle due nuove strutture scolastiche in costruzione, dove verranno collocati il nuovo liceo scientifico e una nuova scuola elementare, verranno realizzati tetti verdi arbustivi, con le essenze della macchia mediterranea (Figura 15).

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Figura 15: Giardini scolastici

Nella piazza centrale, Piazza Vittorio Veneto, si trovano, a est, quattro palme (Phoenix spp.) alte circa 20-25 metri che sovrastano la piazza, e alcuni Ficus microcarpa. A nord-ovest altri Ficus microcarpa e a sud-nord-ovest, alcuni lecci di recente introduzione (Figura 16).

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Nel centro abitato si trovano altre tre piazze con significativa presenza di verde pubblico: Piazza Senatore Agostino, cosiddetta “villetta”, Piazza Aldo Moro e la piazzetta in Viale Stazione. Per quanto concerne “la villetta”, abbiamo la presenza di due grandi magnolie (Magnolia grandiflora) all’ombra delle quali sono presenti sedute e aiuole gestite con biancospino e varietà di rose. Piazza Aldo Moro presenta una vera e propria pineta di pino marittimo (Pinus pinaster) con varie sedute. Mentre, la piazzetta in Viale Stazione, costruita di recente, è contornata da filari di ulivi (Olea europaea) (Figure 17 e 18).

Figura 17: Piazza Aldo Moro

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La presenza di verde sportivo è limitata agli impianti di Via Limena dove, intorno ai campi di calcio a 5 o di tennis, è presente una siepe perimetrale in cipressi (Cupressus sempervirens) e cedri del Libano (Cedrus libanii) e siepi interne di pitosforo (Pittosforum spp.) (Figura 19). Alla sommità della “collinetta dei pini”, da dove è possibile ammirare un paesaggio mozzafiato della “vecchia Gioiosa” con la rupe in primo piano, sono presenti pini domestici e marittimi, nelle piazzole di sosta presenti nella scalinata di accesso, si trovano cedri del libano e dell’Atlante (Cedrus libani e Cedrus atlantica). Per quanto riguarda il verde privato è da sottolineare la presenza di qualche albero di pregio all’interno di antiche residenze nel Centro Storico di Gioiosa (Abies alba, Quercus spp., Araucaria araucana) e la presenza un po’ in tutti i giardini privati di siepi di alloro (Laurus nobilis) e pitosforo e di alberi di agrumi. Queste ultime due situazioni le ritroviamo soprattutto in zona “Giardini”, dove l’incremento demografico e la presenza di tante villette, hanno fatto sì che si espandesse anche il verde privato all’interno delle abitazioni (Figura 20).

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Figura 20: Alberi di pregio presenti nel centro storico

Un po’ tutto il territorio vede la presenza sporadica di alberi di eucalipto (principalmente Eucalyptus camaldulensis e Eucalyptus x trabutii). Queste specie, di origine australiana, sono state impiantate nell’ambito degli interventi di rimboschimento e ricostituzione boschiva finanziati dalla I e II Legge Speciale. Le piantagioni lungo la fascia ionica reggina sono state realizzate negli anni tra il 1965 e il 1975 con il duplice obiettivo di difendere il suolo dall’erosione e di produrre legname destinato alla produzione di carta. I risultati sono stati poco soddisfacenti, poiché le produzioni piuttosto limitate sono attribuibili alle difficili condizioni ecologiche e queste piante, ormai da anni, sono state abbandonate un po’ a loro stesse e mai state gestite o ceduate.

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2.7

Intervista al Sindaco di Gioiosa Ionica

La mattinata del 6 marzo 2018, mi appresto ad andare a trovare, nel suo ufficio comunale, il Sindaco di Gioiosa Ionica, Salvatore Fuda . Motivo della mia visita? Un’intervista per approfondire la situazione generale del verde pubblico di Gioiosa e la sua gestione. Come tutte le cariche istituzionali, il Sindaco si fa attendere, ma dopo circa un quarto d’ora d’attesa, arriva. Una stretta di mano e ci accomodiamo nel suo ufficio. Il gonfalone del Comune di Gioiosa e le bandiere dell’Italia e della Comunità Europea sullo sfondo ci fanno compagnia mentre l’incontro inizia con qualche commento sulle elezioni politiche appena concluse. L’incontro è cordiale e amichevole, nel rispetto dei ruoli, grazie alla disponibilità del Sindaco nell’ascoltare interessato uno studente fuorisede, che, alcuni mesi fa, gli aveva manifestato il suo interesse a proporre al Consiglio Comunale, un “Regolamento del verde pubblico e privato del Comune di Gioiosa Ionica”. Possibilità e proposta accolta fin da subito con partecipazione dal Sindaco e da tutta la Giunta Comunale, anche perché il comune di Gioiosa Ionica, come molti altri centri della provincia di Reggio Calabria, non dispone di tale regolamento e potrebbe divenire “pioniere” nella zona in tal senso. Infatti, alla mia prima domanda “ufficiale” sull’argomento, cioè su quali sono, ad oggi, le problematiche di gestione del verde nel territorio Comunale, Salvatore Fuda sembra quasi stuzzicato dall’idea di potersi sfogare con qualcuno che lo ascolti sull’argomento. “Il Comune non ha personale dedicato, formato e preparato sulla gestione del verde”. Questa è stata la sua prima e secca risposta al mio interrogativo. Mentre rispondeva glielo si leggeva in viso che fosse rammaricato per la situazione attuale della gestione, proprio perché mi spiegava, quasi disperato, che basterebbe solo una persona qualificata tra gli impiegati comunali con la capacità di “muoversi” quotidianamente sul verde ornamentale e molti problemi sarebbero stati risolti. Stimolato dalla reazione del Sindaco, incalzo con le domande, chiedendo a Fuda come viene gestito il verde all’interno del territorio. Egli mi risponde, ancora più amareggiato, che saltuariamente, in periodi in cui si riesce a trovare un giardiniere e un po’ di budget, non badando alle esigenze delle piante e delle essenze stesse, vengono fatti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, potature, sfoltimenti e quanto altro, facendomi capire tra le righe che la situazione non è delle più rosee e che davvero

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quell’affermazione io mi blocco, lo guardo, e intrigato controbatto interrogandolo sul perché mi diceva ciò. “Perché nessuno ci da una mano se non gli operai di Calabria Verde. È poco quello che fanno, ma senza quel poco noi saremmo ancora più soli e staremmo qui a parlare ancor più di una mal gestione dei viali e dei giardini pubblici qui a Gioiosa. Con il loro personale ci aiutano nelle potature, con la gestione delle aiuole e dei viali e inoltre, ogni anno, ci danno la possibilità di attingere al loro vivaio per inserire nel nostro territorio 200 specie arbustive o arboree”. Alla richiesta di delucidazioni il sindaco racconta che, su richiesta del Comune, l’Ente a inizio di ogni anno consegna delle piante che saranno successivamente messe a dimora a carico del Comune stesso. “La pecca”, dice il Sindaco, “è che queste piante la maggior parte delle volte, son di piccole dimensioni e quindi difficili da inserire in un contesto dove gli alberi son già ben sviluppati e grandi”. Egli continua affermando che, vista la situazione di queste piante, cercano di richiedere comunque le essenze che gli servono in quel momento, e, nell’istante in cui si viene a creare la possibilità di metterle a dimora, lo fanno, con tutte le problematiche del caso. Conclude, spiegandomi che funziona un po’ come da tappa buchi, ma che , comunque, hanno fatto un buon lavoro di introduzione di queste specie nel verde scolastico. Il colloquio incalza e il tempo scorre velocemente. Entrambi, ognuno per le proprie ragioni, siamo presi dalla conversazione. Dopo questo excursus sulle problematiche generali ci dedichiamo alle situazioni più critiche presenti nel Comune. Il Sindaco mi spiega, di fronte al quesito, che le criticità principali son quattro. Viale delle Rimembranze dove i platani sono costantemente capitozzati, la presenza di palme ancora giovani e quindi attaccabili dal punteruolo rosso lungo tutta la trasversale dei “Giardini”, la manutenzione generale dei marciapiedi per tutte le strade del paese ma soprattutto in via Diaz dove le radici superficiali dei pini e dei tigli hanno fatto “saltare” letteralmente il marciapiedi e infine la presenza costante del punteruolo rosso sulle quattro palme che dominano la centralissima Piazza Vittorio Veneto e quindi l’urgenza di continui trattamenti. Io imposto la continuazione della chiacchierata affrontando uno alla volta questi quattro problemi, partendo dalla situazione, visibilmente grave, dei platani capitozzati lungo il Viale delle Rimembranze. La condizione di quei platani è ben chiara e visibile a tutti, figuriamoci agli occhi miei e del Sindaco, il quale, non appena iniziamo a parlare di ciò, esordisce dapprima con un sorrisino e poi esclama: “sapevo Antonio che volessi cominciare dal contesto del Viale”. Ambedue eravamo consapevoli che stavamo toccando un tasto dolente visto lo stato vegetativo di quei platani. Stiamo parlando di un Viale lungo circa un chilometro, lungo il quale, in entrambi i lati della strada, sono

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presenti platani che, nei mesi estivi, fanno davvero un bell’effetto per chi ci cammina sotto ma che nel periodo invernale diventano un vero e proprio scempio. Io incalzo con la mia tesi, facendo valere le mie ragioni e spiegandogli che non è possibile, secondo me, che un Viale così bello, venga gestito in quel modo e che quei poveri platani vengano sempre capitozzati. Continuo dicendo che la capitozzatura dovrebbe essere vietata in alcune circostanze, perché altrimenti poi ci si ritrova, come in questo caso, con i fusti degli alberi completamente vuoti perché attaccati da funghi e con la conseguente messa a repentaglio dell’incolumità pubblica. Il primo cittadino mi da subito ragione su ciò che dico, però mi fa presente che l’errore è a monte, quando questi platani furono impiantati negli anni ‘60, sia perché furono messi a dimora troppo vicino alle case (spiegandomi che comunque il platano è un albero di grosse dimensioni, che va lasciato crescere e che quindi non fosse nelle condizioni ottimali appunto per poter crescere) e sia perché le prime potature, fatte intorno agli anni ‘70, furono proprio delle capitozzature e quindi per questi due motivi oggi loro son costretti ad intervenire così. Dopo questo scambio di opinioni, si è arrivati alla conclusione, condivisa da entrambi, che la soluzione migliore sarebbe quella di abbattere tutti i platani presenti e reimpiantare delle specie ornamentali adatte ad alberature stradali. Il sindaco, dopo questo dibattito, mi guarda e afferma: “Io è la prima cosa che vorrei fare in questo paese, a livello di verde pubblico, quella di sostituire tutte le essenze in gravi condizioni vegetative, solo che non ci sono i fondi”. Al che, riconducendomi al discorso di Calabria Verde propongo:” e se si chiedessero a Calabria Verde quelle famose 200 piante e si prendessero tutti platani per la sostituzione?” Il Sindaco dapprima ride e in seguito risponde:” sarebbe bello ma poco fattibile. Perché prima bisogna vedere se Calabria Verde ha la disponibilità di 200 platani, poi non credo che basterebbero vista la lunghezza del Viale e infine, cosa da non sottovalutare, ci sarebbero i costi di abbattimento e successiva messa a dimora”. Consapevoli che la questione è risolvibile facilmente ma poco realizzabile, passiamo all’altro tasto dolente, quello relativo alle palmette lungo la trasversale dei “Giardini”. Il sindaco mi spiega che in quel contesto, rispetto ai platani, la situazione è diversa e simile nello stesso tempo. Quelle palmette furono impiantate circa 20 anni fa, dall’ingegner Domenico Loccisano, allora Sindaco di Gioiosa. Secondo il sindaco, la recente epidemia di punteruolo rosso,

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all’entomologia urbana, e quindi informato sull’argomento, interrompo Fuda e con aria maliziosa domando:” e come state intervenendo sulle quattro palme in Piazza Vittorio Veneto?” Quegli alberi sono un’istituzione per Gioiosa e per i gioiosani, perché presenti da molto tempo nella Piazza centrale del paese e adesso stanno morendo per colpa di un insetto alieno venuto dall’Indonesia. Il comune cittadino borbotta, Salvatore risponde con i fatti: “stiamo cercando di recuperare l’irrecuperabile tramite dei trattamenti con endoterapia e lavaggi di chioma con saponi tensioattivi. Tremila euro ad intervento, per quattro/cinque volte l’anno. Son somme che comunque gravano nelle casse comunali.” In seguito a quest’affermazione faccio presente al Sindaco che comunque l’endoterapia è una nuova tecnica e in quanto tale ancora non si sa quanto possa essere efficace. Salvatore mi guarda sorpreso come se tutto ciò non lo sapesse e replica dicendo che molto probabilmente quelle piante moriranno presto ma che loro comunque stanno facendo il possibile per salvarle. Quasi casualmente, a fine discussione, ci si ritrova a parlare della manutenzione generale dei marciapiedi, rovinati e sfalsati dalle radici dei pini e dei tigli in via Diaz. Il primo cittadino mi confessa che la Provincia ha già stanziato dei soldi per il rifacimento completo e che a breve spera che possano partire i lavori. Il loro intento non è quello di abbattere gli alberi, ma quello di rifare tutti i marciapiedi, lasciando, ovviamente, agli alberi, lo spazio minimo consentito dalla legge intorno al colletto. Non appena gli faccio presente che dovrebbero essere come minimo 2 m quadrati lo spazio, Fuda sorridendo esclama: “qui non è mai stato rispettato”. Gli comunico che abbiamo quasi concluso, dopo quasi due ore di chiacchierata, e che ho solamente un’ultima domanda da porgli. “Ogni primo cittadino di qualsiasi Comune ha un sogno nel cassetto da realizzare per il proprio paese. In tema di materia sul verde ornamentale, se avesse dei fondi illimitati, cosa farebbe?” La sua risposta è secca, come se la domanda già se l’aspettasse: “un parco! Un parco pubblico! Perché a Gioiosa non c’è. Anzi, Antonio, ti dirò di più, ho anche in mente dove realizzarlo se sarò confermato alla prossima legislatura”. Ci sediamo davanti al suo computer e su Google Earth mi fa vedere il lotto dove vorrebbe far nascere questa “creatura”. Mi chiede consigli sulle specie da impiantare, ci scambiamo opinioni. “Un anfiteatro dove svolgere gli eventi estivi, e poi, un mini orto botanico, e poi, un’area boscata sotto cui sedersi e rilassarsi”. Gli brillavano gli occhi quando mi esponeva le sue idee in tal senso ma forse in cuor suo c’era anche la consapevolezza che tutto ciò è molto difficile da fare in mancanza di fondi. I sogni però rimangono tali se non si ha passione e sfrontatezza nel volerli realizzare, e a Salvatore Fuda son sicuro questi due elementi non mancano. Il nostro meeting si conclude qui,

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senza non prima che io gli faccia una battuta su chi vincerà le prossime elezioni comunali, in cui lui è ancora candidato per il secondo mandato. La sua risposta è immediata:” i gioiosani sanno come son fatto, come ho lavorato e come continuerò a lavorare se mi sceglieranno ancora per governare il paese”. Da questa frase si capisce chi è Salvatore, a quanto ci tenga a Gioiosa e a quanta passione e sacrificio ci mette nel gestire il Comune nel migliore dei modi. Perché se non si hanno obiettivi e non si è intraprendenti, non si può fare il Sindaco di un paesino di 7000 anime, nella Locride, in provincia di Reggio Calabria. Ci salutiamo come due amici, una stretta di mano e ci diamo appuntamento a quando tornerò giù in Calabria.

Figura 21: Il sindaco di Gioiosa Ionica, Salvatore Fuda

L’azienda Calabria Verde della Regione Calabria nasce con la legge regionale n. 25 del 16 maggio 2013, come Ente strumentale della Regione per assolvere in modo unitario a tutti gli interventi sul territorio sul campo della forestazione e della difesa del suolo, compito assolto fino ad allora dall’Azienda Forestale della Regione Calabria (A.FO.R.) e dalle Comunità Montane.

(41)

COMUNE DI GIOIOSA IONICA

CITTA’ METROPOLITANA DI REGGIO CALABRIA

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE E LA TUTELA

DEL VERDE PUBBLICO E PRIVATO

(42)

PREMESSA

L’Amministrazione comunale di Gioiosa Ionica riconosce il valore e l'importanza insostituibile del verde urbano in relazione ai molteplici benefici ecosistemici che questo riveste nel miglioramento dell'ambiente e della qualità dell'aria, nonché nella funzione paesaggistica, culturale, psicologica e sociale al fine di garantire ai cittadini la migliore vivibilità delle aree urbanizzate.

L’Amministrazione Comunale si impegna, tramite le indicazioni contenute nel presente regolamento, alla conservazione, manutenzione, incremento e miglioramento delle aree verdi di propria competenza; si impegna altresì a stimolare i cittadini privati e gli esercenti di attività economiche, alla conservazione al miglioramento, all'incremento del patrimonio verde.

Il Regolamento per la gestione e la tutela del verde pubblico e privato costituisce uno degli strumenti di pianificazione comunale da collegarsi direttamente agli altri documenti integrativi del Piano Strutturale Comunale e del Regolamento Urbanistico al fine di ottenere un'organica gestione del verde cittadino.

ARTICOLO 1: OGGETTO DEL REGOLAMENTO

1. Il regolamento detta disposizioni per la corretta e razionale gestione e per la tutela della componente vegetale di parchi, giardini pubblici e privati, nonché delle alberature stradali, delle aree di pregio storico e paesaggistico e delle aree agricole non direttamente interessate alle coltivazioni.

2. Il presente regolamento è finalizzato a disciplinare gli interventi sul verde, sia pubblico che privato, al fine di garantirne la protezione e la razionale gestione. 3. Si intende inoltre disciplinare la tutela delle alberature urbane, nonché l’installazione

e riqualificazione ambientale e funzionale del verde nell’ambito comunale, anche nel rispetto del Codice della Strada e del suo relativo “Regolamento di esecuzione e di attuazione”.

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ARTICOLO 2: ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI E FUNZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

1. L’Amministrazione Comunale garantisce, in economia o in appalto, le manutenzioni delle aree di verde pubblico e svolge ruolo di indirizzo tecnico e di controllo per le aree private poste in ambito privato. L’Ufficio competente è il settore tecnico-manutentivo.

2. L’Amministrazione comunale fornisce indirizzi, suggerimenti e linee attuative, anche al di fuori dei pareri da rendere obbligatoriamente ai sensi del presente regolamento, a chiunque le richieda, utili alla realizzazione e gestione del verde privato, nonché chiarimenti su quanto riportato sul presente regolamento.

3. Risultano pertanto compresi nell’ambito di applicazione del presente regolamento: a. esemplari arborei pubblici e privati insistenti sul territorio comunale;

b. parchi e giardini comunali;

c. aree verdi e giardini di pertinenza di strutture di servizio, scuole ed altri edifici pubblici;

d. aree verdi libere, con o senza attrezzature ludiche o per la sosta;

e. verde di arredo (alberature stradali, aiuole, verde spartitraffico o comunque pertinente alla viabilità).

4. La vigilanza relativa al presente regolamento è affidata al Comando Polizia Municipale del Comune di Gioiosa Ionica che si avvarrà del supporto, se necessario, di personale del locale U.T.C. Il Sindaco, può delegare guardie ecologiche e iscritti ad associazioni ambientaliste, legalmente riconosciute, a svolgere funzioni di controllo sull’osservanza delle disposizioni dettate da questo regolamento.

5. Il Comune promuove la massima sperimentazione ed applicazione dei principi di sussidiarietà nella cura e gestione del verde pubblico attraverso concrete esperienze di collaborazione con imprese no-profit, associazione di volontariato e cittadini singoli o associati, nonché attraverso la realizzazione di opere e progetti comuni, in particolare nell’ambito scolastico, al fine di diffondere una cultura condivisa dell’ambiente e del verde.

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ARTICOLO 3: INTERVENTI NON SOGGETTI AL REGOLAMENTO

1. Sono esclusi dall’applicazione del presente regolamento:

a. gli interventi ordinari e straordinari nelle aree forestali (ossia le superfici caratterizzate dalla presenza di vegetazione arborea ed arbustiva spontanea o di origine artificiale in grado di produrre legno o altri prodotti classificati usualmente come forestali o di esercitare un’influenza sul clima, sul regime idrico, sulla flora e sula fauna), nei vivai, nonché su tutte le piante da frutto fatta eccezione per quelle di particolare pregio storico e paesaggistico;

b. i nuovi impianti artificiali realizzati in cultura specializzata con criteri selvicolturali e specificatamente destinati alla produzione di legno, in quanto soggetti a lavorazioni annuali o periodiche tali da limitare lo sviluppo della vegetazione arbustiva e arborea invadente;

c. le siepi frangivento costituite da conifere e analoghe realizzazioni, estranee al paesaggio tradizionale;

d. le fasce fluviali e le zone tutelate da norme di rango sovraordinato (regionali e nazionali), relative alle aree protette e alle aree militari.

ARTICOLO 4: ALBERATURE SALVAGUARDATE

1. Tutte le piante arboree del territorio del Comune di Gioiosa Ionica costituiscono patrimonio ambientale della comunità e come tali sono tutelate e mantenute secondo le migliori tecniche agronomiche.

2. Fermo restando il regime generale di tutela di cui al comma 1, sono oggetto di salvaguardia ai sensi e per effetti del presente regolamento:

a. le alberature, ad esclusione di quelle da frutto, aventi circonferenza del tronco, rilevata a metri 1,30 dal colletto, superiore a 30 cm; sono inoltre tutelate, nelle zone urbane, le piante da frutto aventi diametro superiore a 80 cm. rilevato a metri 1,30 dal colletto;

Riferimenti

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