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Parole e gesti di cura educativa. Il modello clinico educativo della Group Care nel diabete e malattie croniche. Laboratorio di Pedagogia Clinica, Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Torino. Attività Bambini e Bambine all'Università.

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21 July 2021

AperTO - Archivio Istituzionale Open Access dell'Università di Torino

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Parole e gesti di cura educativa.

Il modello clinico educativo della Group Care nel diabete e malattie croniche. Laboratorio di Pedagogia Clinica,

Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Torino. Attività Bambini e

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Per meglio comprendere questa breve brochure si consiglia di leggerne il contenuto in classe, in famiglia, poiché genitori e insegnanti possono rappresentare un modello di apprendimento per stili di vita attivi. La dichiarazione dei diritti del fanciullo sottolinea che ogni bambino deve avere uno sviluppo armonico con se stesso e con il mondo che lo circonda. Inoltre le istituzioni preposte alla formazione ed educazione possono concorrere nel favorire lo sviluppo e l’autonomia del bambino. Sulla base di tale sistema di riferimento gli interventi educativi, rivolti ai bambini, sono da realizzarsi in sinergia con le persone che lavorano nel mondo dell’infanzia, la famiglia e la scuola, insieme a coloro che, a vario titolo, si occupano di salute, alimentazione, attività motoria e comunicazione.

L’Italia è attualmente al terzo posto in Europa per l’alta prevalenza di bambini in sovrappeso di entrambi i sessi. La prevenzione del sovrappeso e dell’obesità in età infantile ed adolescenziale, con conseguenti ricadute nell’età adulta, rappresenta un obiettivo di salute pubblica anche nel nostro paese. Gli obesi italiani aumentano del 25% ogni 5 anni, interessando un numero crescente di bambini e adolescenti con implicazioni socio-economiche enormi: 22,8 miliardi di euro l'anno in costi diretti, per il 60% dovuti a ricoveri ospedalieri per malattie cardiovascolari associate. L’obesita' si accompagna al diabete, il 90% dei diabetici di tipo 2 è obeso o in sovrappeso, oppure soffre di ipertensione e alterazione dei livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Lo sviluppo del sovrappeso e dell’obesità nell’infanzia e nell’adolescenza è attribuito, oltre che a fattori genetici, al cambiamento dello stile di vita nella società odierna; la popolazione è sempre più sedentaria e tende a consumare cibi ad alto contenuto energetico, ricchi di zuccheri o con un’eccessiva quantità di sale. Questi comportamenti possono essere favoriti dalle caratteristiche fisiche e organizzative dei principali contesti di vita del singolo e della collettività.

La diffusione di abitudini alimentari scorrette e l'obesità rappresentano un problema di grande rilevanza epidemiologica, sociale ed economica poiché, insieme all'inattività fisica, costituiscono uno dei fattori di rischio per molte malattie cronico – degenerative come il diabete e l’ipertensione.

Genitori, insegnanti e, in generale, quanti sono responsabili della crescita e della salute dei bambini, possono rappresentare un modello di apprendimento per comportamenti alimentari corretti e uno stile di vita attivo. In letteratura è provato che interventi realizzati nel contesto scuola con un insieme di valori comuni migliorano le abitudini e gli stili di vita. Le parti interessate, genitori, studenti, personale e la comunità possono lavorare insieme per creare un ambiente protettivo capace di promuovere il benessere a livello sociale ed emotivo. Di fronte all’emergenza del sovrappeso nei bambini anche in età prescolare, insegnanti ed educatori devono essere in grado di offrire programmi educativi volti ad aiutare i loro piccoli allievi ad avere uno sviluppo armonico ed in particolare una vita adulta serena, eliminando le gravi difficoltà di salute e psico-sociali provocate dal sovrappeso, soprattutto in termini di ridotta autostima e tendenza all’isolamento.

Nelle pagine successive troveremo alcuni comportamenti di salute utili al benessere psicofisico della persona. I comportamenti elencati, esplicitati e corredati con disegni, se adottati adeguatamente sono utili per favorire la promozione alla salute e crescere in salute.

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Il progetto è stato elaborato da Marina Trento, Pedagogista responsabile del Laboratorio di Pedagogia clinica, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, con la partecipazione di Massimo Porta, Professore Ordinario di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino e la collaborazione di Olga durando (educatore) Stefano Merlo (psicologo).

Aprile 2018 M a n g i a r e C o n R e g o l a r i t à

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I g i e n e

P e r s o n a l e

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Il progetto è stato elaborato da Marina Trento, Pedagogista responsabile del Laboratorio di Pedagogia clinica, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, con la partecipazione di Massimo Porta, Professore Ordinario di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino e la collaborazione di Olga durando (educatore) Stefano Merlo (psicologo).

Aprile 2018

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G i o c a r e

A l l ‘ a p e r t o

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Il progetto è stato elaborato da Marina Trento, Pedagogista responsabile del Laboratorio di Pedagogia clinica, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, con la partecipazione di Massimo Porta, Professore Ordinario di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino e la collaborazione di Olga durando (educatore) Stefano Merlo (psicologo).

Aprile 2018

B u o n

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E s s e r e

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Il progetto è stato elaborato da Marina Trento, Pedagogista responsabile del Laboratorio di Pedagogia clinica, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, con la partecipazione di Massimo Porta, Professore Ordinario di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino e la collaborazione di Olga durando (educatore) Stefano Merlo (psicologo).

Aprile 2018 Nell’introduzione abbiamo utilizzato la parola diabete. Nei periodi sottostanti viene fornita una breve descrizione di cosa sia il diabete nelle sue diverse forme.

o il diabete tipo 1, chiamato anche insulino-dipendente o giovanile, è una malattia autoimmune provocata da una modifica immunitaria che distrugge specifiche cellule, le cellule beta delle “Isole di Langerhans”, all’interno del pancreas, preposte alla produzione di insulina, ormone necessario alla sopravvivenza. Le persone affette da Diabete Tipo 1 devono ricorrere alla terapia con insulina per vivere.

o il diabete tipo 2, chiamato anche diabete mellito non insulino-dipendente o diabete dell'adulto, è una malattia del metabolismo caratterizzata da ridotta attività dell’insulina con conseguente glicemia alta nel sangue. Spesso le persone con diabete tipo 2 sono anche sovrappeso/ obese.

Entrambe le malattie sono complesse nella loro forma e gestione. Richiedono lo svolgimento di esami clinici e di laboratorio che necessitano tempo e accessi ambulatoriali. Per il diabete tipo 1 si tratta di svolgere quotidianamente sin dalla sua diagnosi, per la sopravvivenza, 4 o più iniezioni giornaliere di insulina oltre a controllare regolarmente la glicemia e verificare l’apporto calorico rispetto all’alimentazione. Per entrambe le malattie vi è la tendenza a progredire nel corso degli anni e causare una serie di problemi denominati complicanze che vanno ad intaccare alcuni organi del corpo quali: occhi, cuore, reni e sistema nervoso periferico.

Nello specifico, il diabete si inserisce nella quotidianità e nell’esistenza della persona e, qualunque sia la sua eziologia, si carica di significati legati al contesto e alla storia personale.

Il diabete è una delle patologie croniche a più ampia diffusione nel mondo, dobbiamo ricordare che più di 79.000 bambini hanno sviluppato il diabete tipo 1 nel 2013, inoltre costituisce una delle più rilevanti e costose malattie sociali, soprattutto per il suo carattere di cronicità e per la tendenza a determinare complicanze nel lungo periodo.

La crescente prevalenza della malattia, soprattutto nella seconda metà della vita, le forme di discriminazione cui sono sottoposti i cittadini diabetici in tema di attività lavorativa, patente di guida, pratica sportiva, i costi delle complicanze, fanno si che il problema diabete coinvolga non solo i pazienti e gli operatori sanitari che li curano ma l'intera comunità.

Bibliografia di riferimento.

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