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Il tamburo e l'iPad. Mutamenti tecnologici

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Academic year: 2021

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BREVE PRESENTAZIONE DELLA TESI

«Come sostiene Silvestra Mariniello, oltre alle relazioni fra i media, al crogiolo nel quale si formano, all'ambiente che creano, l'intermedialità designa anche un nuovo paradigma dell'esperienza. Esperienza umana che cambia profondamente, come sottolinea Giuseppe Longo, attraverso un parziale ritorno alla multimedialità originaria, propiziato dalla tecnologia digitale: ritorno che mette in discussione la millenaria egemonia del logos fondato sul predominio della parola».1

In questo lavoro ci si propone, partendo da alcune tesi sostenute da studiosi di media e intermedialità, di tentarne un'analisi, cercare di capirne e approfondirne i presupposti, nonché di approfondire gli aspetti critici che queste sembrano presentare, partendo da una obiezione fondamentale e preliminare che riguarda la legittimità di utilizzare il concetto di cambiamento per negare la possibilità di concepire e criticare gli effetti delle nuove tecnologie.

Possiamo ritenere che il disagio che si prova davanti a questi “cambiamenti” sia dovuto al fatto di appartenere ad una literacy moderna, gutemberghiana, ossia legata allo scritto e al libro, ma forse non si tratta solo di questo.

La sola descrizione dei fenomeni non basta e dichiarare il cambiamento dell'esperienza non aiuta ad affrontare alcune questioni.

É possibile concepire un essere tecnologico sovrumano, pensare o immaginare la sua forma di intelligenza connettiva, ma rimane una domanda disattesa: che ne sarà di noi? Al di là del cambiamento, c'è forse qualcosa che rischia di essere irrimediabilmente perduto? Qualcosa che non si trasforma ma si perde?

É necessario considerare con attenzione e valutare la situazione attuale; riflettere sul ruolo della tecnica, sul suo funzionamento, sulle privazioni a cui ci sottomettiamo e sullo stato emotivo e psicologico che vi si collega; ripensare alle nostre possibilità di crescere, conoscere, comunicare, dare senso al mondo.

Si intende quindi riflettere sul problema degli effetti delle nuove tecnologie sulle forme di esperienza e di formazione del soggetto; la dissertazione è di tipologia storico-critico-metodologica ed è ispirata alla figura del Bulldog, incontrata in Marshall Mc Luhan, e riferentesi alla reazione di ottusità che molto spesso capita di incontrare nel rapporto con i media al loro apparire.

Partendo dalla considerazione che le nuove tecnologie trasformano la nostra esperienza quotidiana, si vuole problematizzare il concetto di “cambiamento” dell'esperienza.

In questo senso si cercherà di analizzare le forme di esperienza oggi possibili e praticate.

Presupponendo che la tecnica è parte della vita dell'uomo, si cercheranno di approfondire le peculiarità delle trasformazioni attuali e le differenze all'interno di una evoluzione delle tecniche (includendo in esse il linguaggio e le varie forme di trasmissione di memoria ed esperienza), tentando di dare una descrizione di ciò che sta accadendo. Non si tratta di demonizzare le tecnologie, ma di cercare di capire ciò che stiamo vivendo, concentrandosi però soprattutto sul ruolo dell'individuo, sullo spazio e sulle possibilità che gli rimangono. Cosa accade infatti se si perde sempre più l'uso del corpo, se il mondo che ci è dato percorrere ed incontrare diventa sempre più artificiale? La situazione attuale infatti è particolare anche da questo punto di vista, poiché sempre più la natura viene soverchiata, sostituita e distrutta dall'opera umana.

Si rifletterà sulla trasformazione del soggetto in quanto soggetto che prima di tutto sente e quindi soggetto che elabora esperienza e che cerca di dare senso attraverso forme simboliche sempre in evoluzione. Presupposto fondamentale è l'importanza del corpo e del mondo naturale come fondamento del nostro essere; un'importanza che rischia di essere trascurata, rendendo difficile, se non impossibile, il benessere e la felicità dell'uomo.

1 L. De Giusti, Forme intermediali del cinema dopo il cinema, in L. De Giusti (a cura di) Immagini migranti. Forme

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