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Giuliano della Rovere: ritratti e criptoritratti

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Academic year: 2021

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Indice

Introduzione 2

Capitolo 1 Biografia

1.1 Giuliano della Rovere: il cardinal nipote 4 1.2 Giulio II: il papa “terribile” 23

Capitolo 2

2.1 Il mecenatismo di Giuliano della Rovere 52 2.2 I ritratti di Giuliano della Rovere 58

Capitolo 3

I ritratti nelle Stanze Vaticane, la Madonna Sistina, le opere incerte 141

Conclusioni 161

Bibliografia 165

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Introduzione

A quasi cinquecento anni dalla morte, la straordinaria figura di Giuliano della Rovere, papa Giulio II, continua ad affascinare e a richiamare l'attenzione degli studiosi, per la sua incredibile grandezza, vastità e importanza sia in campo storico, sia in campo politico, sia in campo artistico.

Giuliano della Rovere è stato uno dei più grandi protagonisti della storia italiana di fine Quattro e inizi Cinquecento; fin dal 1471, anno della sua creazione cardinalizia con il titolo di San Pietro in Vincoli, e ancor di più dal 1503, anno dell'elezione al soglio pontificio, ha svolto sempre un ruolo da protagonista, mai di comprimario.

Giulio II per i suoi contemporanei è stato il papa “terribile”, per gli storici è stato e continua ad essere il papa guerriero, per Martin Lutero è stato l'incarnazione di tutti i mali, i vizi e le dissolutezze della Chiesa di Roma, che hanno portato allo scisma della Riforma Protestante, per la storia dell'arte è stato, invece, una vera e propria benedizione divina: mecenate instancabile, generoso, coraggioso, visionario, ambizioso e intelligente, ricercatore della bellezza e della perfezione in tutte le cose e, aspetto molto personale e fondamentale, grandissimo scopritore di talenti, un talent scout a cui deve essere riconosciuto il grande merito di aver scommesso su tre artisti: Bramante, Michelangelo e Raffaello, che lo hanno ripagato regalandogli e regalandoci capolavori assoluti come il Giardino del Belvedere, la Basilica di San Pietro, la volta della Cappella Sistina e le Stanze Vaticane.

Non si può studiare l'attività di mecenate di Giuliano della Rovere, senza prima confrontarsi con la sua incredibile vita, con la sua visione del mondo, della politica, del ruolo della Chiesa e di Dio: a tutto questo è dedicata la breve biografia del primo capitolo. Per il momento in questa sede non è possibile analizzare l'immensa produzione artistica

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promossa da Giuliano della Rovere: in quarant'anni, infatti, i suoi interessi hanno riguardato l'arte in senso lato, dalla miniatura all'architettura, dall'oreficeria all'urbanistica, considerando naturalmente imprescindibili la pittura e la scultura, per non parlare delle sue indubbie doti di collezionista; amore per l'arte del quale hanno beneficiato oltre a Roma e al Vaticano, tutte le sue diocesi e proprietà: Ostia, Bologna, Avignone, per citare solo le più importanti, e Savona la sua amata città natale.

Preso atto dell'immensità di questa produzione artistica, si è deciso di restringere il campo d'indagine e spostare l'attenzione dal mecenatismo al mecenate stesso, concentrandosi esclusivamente sui ritratti e i criptoritratti di Giuliano della Rovere eseguiti quando questi era ancora in vita, cercando di comprendere, attraverso l'analisi di opere così personali e caratterizzate, l'idea e l'immagine di sé che il committente voleva comunicare a chi lo osservava. La ritrattistica di Giuliano della Rovere, ma soprattutto quella di Giulio II una volta eletto papa, è vasta ed eterogenea e abbraccia tutte le diverse discipline artistiche: dalla miniatura, alla numismatica, alla pittura e alla scultura. Proprio una scultura è l'opera più affascinante presa in esame in questo studio, non la tanto celebrata e, purtroppo distrutta, statua bronzea di Michelangelo a Bologna, ma la quasi sconosciuta e poco studiata statua di Giulio II nel monumento onorario eretto sul portale laterale della chiesa di San Francesco d'Assisi ad Ascoli Piceno. In tutti i ritratti presi in esame si evidenzia l'evoluzione fisica e psicologica del Della Rovere ed emergono i due aspetti principali del carattere e della personalità di Giulio II: il papa “terribile” da un lato e il mecenate raffinatissimo, il grande promotore di cultura dall'altro, due caratteristiche in apparente contraddizione, ma indissolubilmente legate dalla forza caratteriale, dalla volontà ferrea e dalla smisurata ambizione di Giulio, qualità che gli hanno permesso di ottenere e perseguire tutti gli obiettivi che si era prefissato.

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