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La scuola in era Bes: esame di stato

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9, maggio 2014

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peciale L’esame di Stato

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ll’orizzonte delle scuole secondarie di I grado si profi la, nella sua articolazione originaria (D.M. 26.08.1981) e con i molti “ritocchi” e “cambiamenti” introdotti negli anni successivi (in particolare dal D.M. n. 122 del 22.06.2009), l’esame di Stato conclusivo del I ciclo di istruzione.

Anche nel corrente anno scolastico, come in quello precedente, assumono particolare rilevanza le Indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (testo 2102) e le varie direttive e circolari ministeriali che riguardano gli alunni con bisogni educativi speciali.

A questo proposito vale la pena ricordare che l’art. 1, c. 2 e 3 del Regolamento pubblicato il 16 novembre 2012, recita: “A partire dall’anno scolastico 2012-2013, le scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione procedono all’elaborazione dell’offerta formativa avendo a riferimento in prima attuazione e con gradualità le Indicazioni nazionali contenute nel documento allegato (Indicazioni nazionali) che è parte integrante del presente decreto”. A differenza dello scorso anno i Collegi docenti hanno fatto riferimento all’intero testo delle Indicazioni nazionali nella predisposizione del Curricolo di istituto, quale parte integrante del Piano dell’offerta formativa e quindi anche al Profi lo dello studente che “descrive, in forma essenziale, le competenze riferite alle discipline di insegnamento e al pieno esercizio della cittadinanza che un ragazzo/a deve mostrare di possedere al termine del primo ciclo di istruzione”.

È importante ricordare che il conseguimento delle competenze delineate nel Profi lo costituisce l’obiettivo generale del sistema educativo e formativo italiano e i traguardi per lo sviluppo delle competenze rappresentano tappe vincolanti per i docenti nell’organizzazione del curricolo di istituto, in funzione degli esiti da valutare e certifi care in uscita dal primo ciclo di istruzione.

Nel paragrafo delle Indicazioni dedicato alla “valutazione”, oltre alla sottolineatura circa “la sua preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo”, viene ribadita la necessità di assicurare agli studenti e alle famiglie un’informazione tempestiva e trasparente sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso scolastico (esame di Stato compreso), promuovendone con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa, nella distinzione dei ruoli.

Al riguardo assumono particolare rilievo le norme ministeriali in tema di defi nizione dei PDP degli alunni Bes (C.M. 27/6/2013), specialmente degli alunni con bisogni educativi speciali della cosiddetta “terza fascia” (Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale) in merito all’adozione di strategie di intervento, durante l’anno scolastico e in sede di esame.

Le singole scuole, con determinazioni assunte dai Consigli di Classe a seguito dell’esame della documentazione clinica presentata dalla famiglia (per gli alunni disabili e per gli alunni con Dsa) o sulla base di “considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico” per gli alunni con altri Bes, possono utilizzare, sulla base dei PEI, eventuali prove differenziate (in caso di disabilità) e con riferimento ai singoli PDP, per alunni con Dsa, gli strumenti compensativi e le misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della legge 170/2010. Per gli altri Bes, di cui è stato elaborato il PDP, occorrerà attendere ulteriori precisazioni del Miur circa la possibilità di usufruire durante le prove d’esame delle misure dispensative e degli strumenti compensativi, comunque già in adozione durante il periodo antecedente l’esame di Stato. La questione non è ancora stata risolta e si registrano posizioni differenti circa la possibilità o meno di ricorrere a queste modalità.

In ogni caso è opportuno ricordare il valore e il signifi cato educativo dell’esame di Stato per gli allievi. Si tratta del primo esame che sostengono nell’ambito della loro “carriera” scolastica; è una situazione che offre loro stimoli e opportunità perché ciascuno possa dimostrare a se stesso e alla Commissione, le conoscenze, le abilità e le competenze acquisite (non solo a scuola, ma anche in situazioni formali e informali) e anche di esprimere, in modo autonomo e responsabile, gli interessi, le motivazioni, le curiosità e le sensibilità personali in un “contesto” (l’esame) diverso dagli ambienti della routine scolastica.

È importante sul piano educativo aiutare gli allievi a utilizzare al meglio tale opportunità (e a questo proposito spetta alla Commissione il compito delicato di valorizzare l’esperienza di ciascuno) perché possano concludere in modo signifi cativo per loro (oltre che per gli insegnanti) un percorso formativo in un momento particolare della loro vita e non solo come studenti.

Piero Cattaneo

La scuola nell’era dei BES:

verso l’esame di Stato

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