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THE ETRUSCAN COPPER ESTATES LIMITED: LA MINIERA E IL VILLAGGIO. LA CONTROVERSA STORIA DI UN’INDUSTRIA SCOMPARSA.

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Academic year: 2021

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Testo completo

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Introduzione

Questa tesi prende le mosse dal forte interesse suscitato in me dalle rovine del villaggio minerario che si erge alle pendici del Monte Rombolo, nei pressi di Campiglia Marittima (Li); i Campigliesi e coloro che si sono interessati alla storia del villaggio lo hanno sempre chiamato “Etruscan Mines”, dal nome della Tenuta posseduta dalla società inglese che sfruttava le miniere Lanzi e Temperino poco distanti: la “Etruscan Copper Estates Limited”. Per comodità poi “Etruscan Mines” è diventata anche l’abbreviazione per l’intero nome della società mineraria.

Il villaggio, costruito nel 1901 e terminato due anni dopo, comprende una serie di edifici oggi in rovina, che ospitarono le varie fasi dell’attività produttiva relativa ai minerali di rame, piombo, zinco e argento che erano estratti nelle miniere, e gli uffici amministrativi della società inglese.

Ho condotto il lavoro di ricerca tenendo frequenti contatti con il Centro di Documentazione Villa Lanzi, polo di raccolta e conservazione della documentazione relativa agli studi, alle ricerche e ai progetti riguardanti il territorio della Val di Cornia, localizzato proprio nel cuore del Parco Archeominerario di Rocca San Silvestro, a Campiglia M. ma, a pochi km dal villaggio.

Già nel 1996, anno di apertura del Parco Archeominerario di Rocca San Silvestro, nel Masterplan ideato dall’architetto del paesaggio James Buchanan era previsto un allestimento relativo agli edifici del villaggio, con una loro rifunzionalizzazione e valorizzazione.

Ma poiché la proprietà del terreno su cui la struttura sorge è della società che gestisce la cava di calcare lì vicino ubicata, non si è per adesso potuto attuare tale progetto.

La molla che mi ha spinto ad intraprendere uno studio archeologico e storico del sito è stata originata dalla volontà di attrarre l’attenzione di studiosi e rappresentanti delle istituzioni su questo maestoso monumento di archeologia industriale, che rischia fortemente di andare perduto.

Per questo, anche attraverso alcuni passaggi non semplici, ho cercato di ricostruire la storia della società, sulla base di molti documenti – in gran parte ignoti e inediti – che ho potuto reperire in Italia e in Inghilterra, sede dell’impresa che gestì la miniera negli anni cruciali di sfruttamento minerario che vanno dal 1901 al 1907.

Sulla peculiare – e per alcuni aspetti poco comprensibile – vicenda della Etruscan Copper Estates Ltd, sono state avanzate ipotesi da parte di molti studiosi, non solo locali.

La singolarità di un’attività produttiva durata pochi anni, l’esiguità del minerale ottenuto dalla lavorazione, le ingenti opere strutturali edificate ma usate pochissimo, insomma le numerose contraddizioni presenti in tutta la vicenda hanno indotto molti1 a pensare ad un bluff finanziario a danno degli azionisti inglesi che avevano investito nella società.2

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Gianfranco Benedettini nel 1983 ha pubblicato il volume “Le miniere a Campiglia. Dagli Etruschi ai giorni nostri”, nel quale ricostruisce la storia delle miniere del Campigliese dal loro primo sfruttamento avvenuto nel VII secolo a.c. circa, fino a quello operato dalla società “Miniera di Campiglia S.p.a, servendosi di vari documenti e soffermandosi particolarmente sulle vicende della Etruscan Copper Estates Limited; Dott. Carlo Pistolesi, geologo ed esperto del territorio Campigliese, ha pubblicato sul numero 9, 2008.della rivista di cultura del territorio “Locus” un articolo dal titolo “ La vicenda mineraria dell’Etruscan Copper Estates Mines Limited”; sul numero n. 6 di “Locus” ho pubblicato un articolo dal titolo “Etruscan Mines. Il recupero possibile di un villaggio industriale”.

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CarloPistolesi, nell’articolo pubblicato sul numero 9, 2008 della rivista “Locus”, accenna alla crisi finanziaria che investì il mercato minerario nel 1907, e conclude addossando a quest’ultima la causa del fallimento dell’impresa inglese, già realtà economica labile.

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Introduzione

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Con la mia ricerca ho cercato di avanzare un’interpretazione personale, che peraltro si basa sulla documentazione; ho anche provato a tracciare i lineamenti di una storia societaria alquanto particolare, per quanto possibile tentando di colmare le lacune presenti nelle analisi sopra ricordate.

Ho cercato informazioni sulla società, prima di tutto negli archivi delle Camere di Commercio, di Pisa, di Livorno, e in quello della Chamber of Commerce di Londra.

Ho poi consultato gli Archivi di Stato di Pisa e di Livorno, e i documenti provenienti da vari Archivi della Toscana e non3: ho infine rintracciato documenti a mio avviso molto importanti e sconosciuti presso i National Archives di Londra, relativi agli atti di fondazione della società, ai registri dei direttori, agli elenchi contenenti i nomi degli azionisti, e allo scioglimento della società e ricostituzione della stessa.

L’Archivio del Centro di Documentazione di Villa Lanzi è stato fondamentale per chiarire la localizzazione delle miniere Lanzi e Temperino sfruttate dalla società, per consultare le relazioni conoscitive scritte in occasione dell’allestimento del Parco Archeominerario, che contengono parte della storia dello sfruttamento minerario in questa zona, e per usare alcuni documenti inerenti agli studi che sono stati condotti in passato sulla società inglese.

La ricerca che qui viene presentata è molto articolata, e i capitoli che la scandiscono si propongono di dare un’idea il più possibile esauriente del villaggio “Etruscan Mines” e della storia che gravita intorno ad esso: nel primo capitolo ho voluto dare un quadro generale della storia delle miniere del Campigliese, in modo da poter inserire esaurientemente la storia della società Etruscan Copper Estates Ltd all’interno di essa; il secondo capitolo si diffonde sulle nozioni di base riguardanti l’attività mineraria relativa al periodo preso in esame,e introduce anche i lavori minerari che l’Etruscan Copper effettuò nel Campigliese. Nel terzo capitolo ho delineato la storia della società, partendo dall’atto di fondazione del 13 dicembre 1900 fino all’atto di vendita ad un’altra società, la Campiglia Estates, avvenuto il 2 agosto 1911, soffermando in particolare l’attenzione sugli aspetti che hanno fatto da sempre pensare ad un’operazione finanziaria fallimentare.

Nel quarto capitolo ho descritto il villaggio minerario, gli edifici dai quali è composto e lo stato attuale di conservazione, e nel quinto ho tracciato la storia della sua costruzione e delle infrastrutture ad esso collegate: la ferrovia a scartamento ridotto e il piano inclinato.

Inoltre ho voluto dedicare un veloce sguardo alla situazione lavorativa dei minatori dell’Etruscan Copper Estates Ltd: durante la mia ricerca, infatti, ho trovato molti documenti che descrivono gli infortuni avvenuti nelle miniere, e mi è sembrato doveroso darne almeno un accenno.

Nelle conclusioni ho tenuto conto delle testimonianze archivistiche studiate che trattavano della fragile condizione in cui si trovava l’Etruscan Copper Estates Limited sotto il punto di vista estrattivo, e della crisi finanziaria che attanagliò il mercato minerario nel 1907: ho potuto così interpretare la storia complessa e misteriosa di una società protagonista di tante discussioni.

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Nell’Archivio Storico del Comune di Campiglia Marittima ho esaminato i carteggi del Comune dall’anno 1901 all’anno 1909, le Delibere del Consiglio Municipale dal 1892 al 1911, le Delibere della Giunta Municipale dal 1894 al 1911, i Bilanci di Previsione dal 1897 al 1906, i Rendiconti dal 1901 al 1906; nell’Archivio di Deposito della Regione Toscana a Firenze ho esaminato alcuni faldoni del Corpo Reale delle Miniere relativi alle concessioni minerarie di Livorno – Campiglia Marittima e il Bollettino del Regio Comitato Geologico d’Italia del 1900; alcuni documenti inerenti i permessi di ricerche minerarie non esistono più, essendo stati alluvionati nel 1966 trovandosi nell’Ufficio del Distretto di Firenze del Corpo Reale delle Miniere in piazza della Stazione. Nell’Archivio di Stato di Livorno, alla sezione del catasto ho consultato alcune mappe per visionare i numeri delle particelle catastali ritrovati in alcune Delibere del Consiglio Municipale riferite alla richiesta della società di affrancare poste livellari, e anche gli arroti relativi a tali particelle.

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Introduzione

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Credo che questo complesso e affascinante monumento di archeologia industriale, che incarna una così densa memoria storica, debba prima di tutto essere sottoposto ad un vincolo storico artistico che lo tuteli dalle mire di coloro che lo considerano solo una rovina, e magari sono interessati ad un uso improprio dell’area: personalmente sono convinta che esso sia degno di un adeguato recupero.

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