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Itinerari diversi a Montaigne

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(1)

GIORNALE CRITICO

F

DELLA

OSOFIA

ITALIANA

FONDATO DA GIOVANNI GENTILE

2362

Z>?À

SESTA

SERIE,

VOLUMEXXII ANNOLXXXI

(LXXXIII)

CASA EDITRICELELETTERE F I REN2E

(2)

INDICE

DEL

VOLUME

ARTICOLI

CARLO

BORGHERO,

'Ragione

classica’

e

libertinismo

. . .

Pag.

” ”

,'Voltazre

e

Descartes

.

TULLIO

GREGORY,

Lo

spazio

come

geografia

del

sacro

nell'Oca-dente

altomedievale

DOUGLAS

MOGGACH,

Bruno

Bauer.

forme

di

giudizio

ecri'tzea

po-li't1ea Una

lettura

della

logica hegeliana

nel

Vormii”rz

STUDI

E

RICERCHE

NICOLA

BORGHI,

Quando l’1'nqnz'vz'tore

si

distrae:

ancora

sul

pro-cesso

alla

«Metaplyyxiea»

e

all’«Arx

logico—critica»

di Geno—

vesi .

STEFANIA

CENTRONE,

Infinito

matematico

e

soggettiw'ta

Nota—

zioni

sulla

sezione

"quantita

'della «Scienza

della

Logica»

di

Hegel.

.

LUCA D’

ASCIA,

Machiavelli

el

Borgia

dal

Rinascimento al

5ecolo

XIX.

PAOLA

DESSÌ,

Caasalita

e

pratielae

scientific/oe

nel

pensiero

con—

temporaneo.

.

PAOLO

FARINA,

«Investigare

e

spiegare [apparente

per

il

reale

delle

cose».

«il metodo de

geometri»

in

Giammaria Ortes

MICHELE

MAGGI,

Aristoc‘razia civile

e

c‘osmopoli

democratica:

le

filosofie

pubblic/Je

di (

roce e

Dewey.

GIANNI

PAGANINI,

Hume,

Bayle

ei

«Dialogaex

concerning

Nata-.ral

Religion»

ALESSIA

PEDIO,

('

esareMana De

Veci/n'.

Il

qazzdrdazoiro

scomo—

do"

tra

Risorgimento

ed educazione nazionale

.

367

189 389 405 430 214 264 58 106 234 449

(3)

545 ORESTE

TRABUCCO,

Riscrittura,

censura, autocensura: itinerari

redazionali

di'

Giovan

Battista

Della

Porta . . . 41

DISCUSSIONI

E

POSTILLE

STEFANO

BROGI,

Il

filosofo

tra

le

rig/ae.-

retorica,

scetticismo

ed

atezsrno in un

libro

su

Bayle

. . . 140

STEFANO DI B}LLA

«Scientia

generali.s»

Il

IV

volitine delle

«Plazlmop/ozsclae Schriften»

di

Leibniz

nella Akademie

-Au—

sgal7e

. . .

486

MARGARETE

DURSI‘,

Educazione

e

pedagogia

nel

pensiero

di

Gentile.

cronistoria

di' due lernrni

enci'flclopedzcz

. . . 512

LUIGI

GUERRINI,

Tommaso

Campanella

e

la

suaopera. Su unare—

cente

si.lloge

. . . 126

DIETER

HENRICH,

Valerio

Verra

a

Heidelberg

U'n

ricOrdo.

. . 168

BRUNELLO LOIII,

Scienza

e sacrascrittura

nel Sei.cento

In

margi-ne a una recente

raccolta di

saggi

. . . 305

GIOVANNA

PINNA,

Estetica()

filosofia

dell’

arte.

Revisioni testuali

e

interpretazione

dell'

estetica

hegeliana

. . . 503

PAOLO

QUINT,ILI

Internet

"p/adosopbandi'.

le

nuoverisorse in

re-teper

la

ricerca

nel campo delle

scienzeumane.

Modelli

e

pro-spettive

. . . 331

RENZO

RAGGIIIANT,I

Itinerari diversi

a

Montaigne

. . . 277

ALESSANDRO

SAVORELLI,

Gentile

editore

e

interprete

di

Spaven—

ta. L

ultimo volume delle

«Opere»

(

con unanota

sul libro

di'

F.

Rizzo dedicato alla

‘circolazione’ del

pensiero italiano)

. . 320

SALVATORE

SERRAI>ICA,

Religione,

natura, storia e scienza

nel

."Settecento . . 151

RITA

STURLI:SE,

Il

«Bruno

nell’

Europa

del

Cinquecento»

di

Ric-ci

Con

una

postilla

sulle

lezi'onz

oxaniensz . . . 287

NOTE

E

NOTIZIE

Papiri

filosofici. Miscellanea di Studi II

(

PF.),

p. 171 —I testieiCodici diEt—

metenel Medioevo

(CM.),

p. 527 — La scuola di Salamanca

(TR.),

p. 341 —

Giovan Battista DellaPorta

(G.L.P.),

p. 528 -—La folta selva

degli

studi

gali-leiani

(LG.),

p. 532 — Galileo

e i Gesuiti

(LG.),

p. 343 — L’«Atheismus

Triumphatus»

di Tommaso

Campanella

(SC.),

p. 173 —Révolution

scientifi-que et

libertinage

(GM.),

p. 345 — Descartes

et la Renaissance

(A.D.P.),

p

176—Hobbes

trascienzadella

politica

eteoriadelle

passioni (GP.),

p. 175 —

Anthony

Collins(: il libero

pensiero (M.M.),

p. 535 —

Oppressione

e libertà.

Filosofia e anatomia del

dispotismo

nel

pensiero

di

Montesquieu

(G

Z.),

[>.

(4)

ITINERARI DIVERSI A MONTAIGNE

La

pubblicazione

peri

tipi

di Slatkine dell’edizioneanastaticadella

copia

del

Lyc()slbenes,

rintracciatada Etienne Ithurria nell’86 almercatodelle

pulci

di Saint—

Sernina

Tolosa,

contenente65 89 annotazionimanoscritte,offre l’occasione disof«

fermarsi dinuovosulla biblioteca

montaignana,

in

ispecie

su

quei

centoni in cui si

coglie

nontantola«matrice retorica»

degli

Essaz's,quantolafontedi

quegli

innu—

merevoli

aneddoti,

la

«pratique

citationnelle de

Montaigne»‘.

Il

disprezzo

per

quein

‘zibaldoni di

luoghi

comuni’,nelle

aggiunte

all’esemplare

di

Bordeaux,

col—

pisce

difatti i

‘rappezzatori’,

il

compilatore

saccente. Tenne invece in gran conto

Erasmo, Giusto

Lips-io

everosimilmente

qualche

altro eruditod’ascendenza

era-smiana;seneevinceche nella biblioteca di

Montaigne

la letteratura secondariaoc—

cupa un ruolo

significativo.

DiconseguenzaEtienne

Pasquier

includevai

Saggi

in

questogenereletterario:«Maissurtoutsonlivreest unvrayseminairede belleset

notablessentences, dont lesunes sont de sonessor; etlesautres

transplantées

si

heureusement,etd’une tellenaifveté dansson

fonds,

qu’il

estmalaiséde les

juger

pourautresquesiennes»—’.

Montaigne

ebbeavalersi delmanualeFactorzmzetdz'ctorummemorabz'lz'um di

Valerio

Massimo,

all’origine

delle

compilazioni

rinascimentali:fraqueste

adopera

di certo

l’Officina

di Ravisius Textor nell’edizione di Basilea del 1552,

gli

Apop/9tbegmata

del

Lycosthènes

eil 'I’beatrum vitaehumamze (1563) diTheodor

Zwinger,

lecuidistinzioniricalcano le classificazioni dell’Etica Nzi‘omac/nea.

È

un

aristotelismo«rivedutoecorretto;essenzialmente

modificato,

nonsolo dall’incon— tro di

Zwinger

con l’aristotelismo

padovano»,

maanche per

l’esigenza

ramistadi

«verificare i

presupposti

aristotelici con l’ausilio della libera ricerca basata sul—

l’esperienza

comune,

sull’importanza

accordata alla

percezione

sensibile». Code—

1 F.GARAVINI,Au’sujet’de Montai ne:dela

leg‘0n

&l'écrz'luredumai,inAA.VV., Car»

refour

Montai%ne,

Pisa-Genève, Ets/Slat ine 1994, pp. 64-74passim. Afferma inoltre che

Montaigne

«ri iutalatassonomiadelleraccolte dilegons»,confutandoin questomodo «late—

sidella‘liliazione’

dein

Essais» dalleleg‘om'inbasea«unastessamatrice retorica»(p.32).

In-vero

Villey

richiamavala«categoriadi levm»solocome «unacorniceculturale», poi

«deci-samente

oltrepassata».

Aidue volumie itidaSlatkine,il

Lycostbenes

ela Trani'c‘rz'ptz'ondu manusrrz'pl,sideveaggiun ereilterzo,chcontres:du

Lycosthenes

auxEssais,des Essaisau

Lycosthenes,

pubblicato

îalle

editions interuniversitaires SPEC (Mont—de—Marsan 1999)

chenecostituisce il

complemento.

—’J.—Y. POUILLOUX, Montaignel’e'rw'l da la

pensée,

Paris,.Champion

1995,p. 18.

(5)

278 DISCUSSIONIE I’OSTILLE

sto

metodo,

che«uniscerazionalismo deduttivoe

principio empirico»,

eil «punto

dipartenzainconfessato di FrancescoBacone» ‘.

In

particolare

la

compilazione

del

Lycosthenes,

di Conrad

Wolfthardt,

dotto

filologo

ed

editore,

costituiscela

riproposizione

e

l’ampliamento degli

Apophi/9LH-mata erasmiani, in ordine

tematico—alfabetico,

e con l’indicazione delle fonti.

Ithurria licenziandone nel ’98l’edizione anastatica,accompagnata da unvolume

d’lrztroduzz'once'1'rascrizz'onc delmanorcrz'tto—leannotazioni manoscritte

«accen-mano il carattereeuropeo del

Lycorl/yeaes>>4

—, descrive codesto ‘cantiere' in cui

nell’arcodiundecennio hannocooperato

discipline

diverseeche ha consentito la

«decriptazione»

delmanoscrittoe l’individuazione

quasi

esaustiva delle fonti. Se

neevince che «celivre n'est pas

livresque»

poiché

l’estensore delle annotazioni

manoscrittesembra

proporsi

di accedere«àune

pensée critique,

autonome.—

qui

sera une

pensée engagée

dans lavie». In

principio

sono

quei

tardi

Apophrlchmcr

erasmiani(1531)che il

Lycortberzer

continuava,edicuiMacault

volgerà

in

france-se i

primi cinque libri,

e

riprendendo

l’ironia di Erasmo, che per descriverne il

contenuto

parlava

diconviw'z'

comlz'mcnla,

tradurrà

marquetcric, rapxorlz'c,

farcz'xs‘a-re.Gli

Apopht/aegmalzmz

del

Lycosthenes

come

quelli

erasmiani,ilocicommunes,

in

primo

luogo

tributari di

Plutarco,

sonoinnanzitutto

espressione

del vivace

di-battito

pedagogico

chepercorreil secolo. Ciò induce Ithurriaametterein

guardia

control'anacronismo «d’attribuireda

subito,

come

oggigiorno,

aquesta

espressio-ne uncarattere

spregiativo».

La raccolta di locz'commzmer fuinveroungenere

let-terario assai in voganel XVI

secolo,

apprezzato in

ispecie

dai

pedagoghi.

La sua

adozione soddisfa acriteri retorici edestetici: il gusto della

volgarizzazione

meto-dica;

la

preferenza

perun’estetica della

giustapposizione;

l’interesseperuna

lette-ratura basata sulla citazione, di fatto sulla

ripetizione

5.

Spesso

codesti

florilegi

sono

contrassegnati

da un intento moralizzatore. Se ne evince

che,

invece di

«endroits

statiques», questi

costituisconola mobileevivente «attivitàmentale che

organizza

le cose». Mette conto

rilevare,

al di là della schiacciante presenza

Cfr. anche F.GARAVINI,

op.cit.,pp.75e792«stabilireseMontaigneabbia conosciuto

laversionedel1585oquelladel 1571 (indicata daVilley)[...]del 'I'/Jeatrzmznoneun

)aI'ti-colareprivod’interesse,perle modifiche[…] che iltestosubita [...] Fra irepertori

del

XVI

secolo [...] solo il 'I‘beatrzmz diZwingerriunisce in unostesso

quadro

concettuale

—-quello

dellacartz'gatz'olibido/ir[... l—

gli esempidiSenocrateediSpurina,cosicomefiguranonel te-stodeiSaggi».Vediinproposito II).,journalclcvoyagemAlsaceclcn.S'm'rre(158(1- I 581),in

ActesduColloquedeMullaom‘c-Bdle, 12juin1995,Paris,Champion2000.

4 E.I’I‘HURRIA,LeLycorl/szer, ou1\/1o;11aigaaatl'Euro/m,«Europe»,729—750, 1990,

pp. ] 13-122patria].F.GARAVINI,Mostriechimere, Bologna,IlMulino 1991.pp.42sg,so«

stiene inpropositocheiSaggirinnovanol’antica pratica degliz'ponmwmzta,taccuini dia')—

untisuscettibili diunasuccessivautilizzazione:i

marginalia

al

ch/1m1mcx

rappresentereh

lieto

allora«unafase di scrittura virtualeeintermedia che

potrebbe

embrionalmcnte

conii-gurarsisottospeciediz'pomzmmtta».DicontroM.Engammare,inunaschedapubblicatasu

«Bibliothè ued'HumanistneetRenaissance»,t. LXII,2000,pp.470-472,

giudica

latesidi

Ithurria de tuttoinfondata.

‘].LAFOND, Lecmioa clronmagada… la lz'ttéraluremoraleal

politique,

in AA.VV….

L’Auto/ime de laReaaz'srancc, 1SRU—16%), Paris, Vrin 1981,pp. 117 sg. Apro osito delle

traizrformatiomdagenredacommentaire(ivi,pp. 101 sg.e 110)].Ceard, segnaande la

pe-nuriadi studi sulgenredacommentaire alaRenaismncc,evidenzia la

dovizia lessicale:

«ia/ar-prc)tatzb,cx ositz'o, cxplanatio,

cxplicalzk;

sono iterminipiù generici, Ilprimo.,interpretano.

adoprato

digli

uninelsensodilracluzt'onc, dagli altriin

quello

d'intchretazzonc

[.?]

Oltre

questiterminigenerici,sitrova:cartz'galz'o, glow,scholium,annotatio,()

rari/atto,.annata/ver-tio,ex licatio,nota,ecc.».DiconseguenzagliErtairfiguranocome «una seriedinmrgmalra

(6)

mscussmru aPOSTILLE 279

plutarchea,

l’interesse che il

Lycoslbcner rivolge

a

«Diogene

(227),

a Socrate(162

volte),

ad

Alfonso,

Re

d’Aragona,

(103),aiLacedemoni

(78),

aPlatone

(65),

a

Epa—

minonda(44)...

agli

Anonimi(135),senzatrascurareGiuliano

1’Apostata

(8)».

C0-destocentonccostituisce

quindi

un vero e

proprio

caleidoscopio

dell’umanacon—

dizione. L’estensoreè«unoscrittorecheha scelto la

lingua

francese, più precisa«

mente

quella

di Amvot». La sua

ortografia

«segue (enonèun debole indizioin

un’età in cui, nonostante vari tentativi, non c’è

un’ortografia)

le fluttuazioni di

Montaigne»“.

1thurria si

volge

a rilevarei

rapporti,

le convergenzeeleintersezioni, tra lo

‘scrittore’ delleannotazionie

Montaigne:

il

Lycos/beam

eil redattore dei

margina—

lz'a risolvano difficolta

gia

evidenziate da

«Villey

chesichiedesenza trovarela fon— te

precisa

poiché Montaigne

non hadimestichezza colgreco—dove l’ironia di

Montaigne

abbia scovato

gli apoltegmi

—E.rral…t

768,769BNZZ‘OL‘ZL’ei

medici,

863

BPlatonee[azlnnnz'nlwv'—tratti

dall’opera

ingrecodeimonaciAntonioeMassi—

mo, operatradottain latino solo nel XVII

secolo,

il

Lycottbenes risponde

[…] in

latino

pagina

678 c680 perNicoclee

pagina

662 perPlatone». L’identificazione

delloscrittorecon

Montaigne

dimostrerebbe inoltre«inmodo decisivo la filiazio—

neerastniana

degli

Errafr».

Certo i

Saggi

non sonoascrivibilia codesta

pletora

di

florilegi,

poiché

dicon—

troalsincretismodei

compilatori,

voltoamettereinrilievo

gli

elementi di

concor-danza,

Montaigne

«inasprisce

gli

antagonismi»

e

sconvolge

«la

tipologia

delleatti—

tudinie

dei_catatteri

su cui sifondano

gli

espedienti

dei retorieleelencazionidei

moralisti». Éassaidistante

perciò

dal «coltivarei

luoghi

comuni,

gli

‘esempi

strani

e

scolastici’»,

comesi evinceanchedall’asserzione

«preferirei

capirmi

benein me

stessocheinCicerone»/

,eoppone

all’appello degli

umanisti alla

dz'gm'iar

bonn'nz't

eall’oec'wnnniadivinauna«saggezze aperta,utilizzabile dall’uomo».Difatto

iSag-gl'mirano«arimetterein discussione il

catalogo

dei

luoghi

comuni».La

«trasposi—

zione» è

l’approccio metodologico

chetrasforma ilcoacervodi aneddoti«inosser—

vazionemorale»? Lo scindere la «réalité

unique

enéléments contradictoires dont

chacun estle

négatif

du tout»èla«struttura di base della concezionedelmondo

montaignana».

Difatti«questa “struttura

dualistica,

conflittuale’ non caratterizza

solo

l’oggetto

appreso,maè inerentealla stessafacoltà

d’apprensione>>".

Così nel

definire i

Saggi

dei

grotlercbz', Montaigne

mettel’accento sul

frazionamento,

sul—

l’ibridazione,

e

sull’incompiutezza:

la

«contingenza»

èallora la

peculiarità

dicode—

sto

pensiero.

Mettecontorilevare chementrel’eclettismo di Plutarcosirisolve nel

concordismo,

quello

di

Montaigne

«conduce alla ricerca della contraddizione e

l’esprime

in modo

figurativo.

[...l la contraddizione costituisce la ricchezza del

Sull’ortografia

di Montaigne, che

sceglie quella

fonetica diPeletier, ma induce lo

stampatoreadadottarequellacomune,vediCit.BEAUI.IEUX,Lex[racerdc

l'orlbograp/Je

par—

!icnlz'èra eleMontaigneda… lapremièreédition clay«Eysaz'r», B.S.A.M., 16,1953-1954.La 10—

cuzione/Jumaine conditionnonrimanda«aunidealemetafisico,ma,conformemente

all’ori-ginegiuridica,a uninsiemedipossibili,caratterizzatidalla diversitàedallacontingenza»(M.

BARAZ,L'è/rcetlaconnaissance.telonMontaigne,Paris,Corti 1968, p.43).

"R. AULO'I‘TE, in

Montaigne. Pwscur at

philo.topbe

(1588—1988), Paris, Champion

1990,p. 10.

"A.

TOURNON,Monlcn'gncentoutelettrer, Paris,Bordas1989,p.57eII).,

Montah\ncx

la

glora ci l’errai, Lyon,Presses Universitaires deLyon 1983,p. 24.

"A

DURE, Montaigne: écrz're

baroque,

in Montaigne. Pemeur et

p/Jilo.topbe,

Paris,

(7)

280 DISCUSSIONI EPOSTILLE

mondo,

lasua

polivalenza

elasua essenza». La«serenità» che traspare dai

Saggi

«proviene

per

l’appunto

dall’accettazioneattivadeicontrari».

In

quel

lasso di tempo caduta l’idea diunasistematica,diunaconcezione

uni-tariae

gerarchica,

cuiambivanoancoraFicino,Picoe

Budé,

la raccolta

degli

Adver-sariadi Turnèbecostituisce«una

specie

di divertimento erudito». Similmente

«Al-ciatis’astiene

persino

dal classificare leannotazioni

filologiche,

storicheeletterarie

sui testi

giuridici,

che

pubblica

col titolo

significativo

di

Parergòn

]urit»

….

Inverosei

Saggi

sonoriconducibilisottoilconcetto

generale

dicentone,pur

non

rappresentando

questi

un

modello,

Montaigne

ebbe di certo dimestichezza con una

disciplina,

il

diritto,

in cuila

glossa

«costituisce

suppergiù

il solomodo

d’espressione»:

nel denunciare lafallacecoerenzadi codeste

compilazioni

Montai—

gnehapresentele

dispute

giuridiche

rinascimentali,

«in cuil’umanesimoassume

pienamente

la suafunzione critica ein cambioprova la sua

precarietà,

misurata

dalleresistenze cui siurta»“.

La

frequentazione

del Tbeatrunz di

Zwinger

loponevainoltrein rapportocon

la lezione di

Castellion,

diunafedevissutanon comecertezza,ma come convinci-mento. Alla

religione

di

Montaigne

èoradedicato l’assai insoddisfacenteHirloz're

jnivede

Montaigne

di

Sophie Jama

(Paris,Flammarion2001)che

volgendosi

a

rin-tracciare le«tenui traccedi ebraismo»

indugia

sulla

famiglia

materna— marrani

cheavevano

fuggito

la

Spagna

—,

riproponendo

di fatto

argomentazioni

già

evoca—

te da Anatole France nellasuaallocuzionedell’8

giugno

1912.Lapezza

d’appog-gio

inedita,

controcuisarebbe

ipotizzabile

l’uso del ‘rasoiodi

Occam’,

è

rappre-sentatadalla

data,

«il

primo

dimarzo

millecinquecentottanta»,

achiusa

dell‘epi-stola Al lettore cheinverosarebbe il 14Adar5340 del calendario

ebraico,

giorno

della celebrazione della festa di Piîi‘îrnodelle Sorti che ricorda la salvezza della

co-munitàstabilitasiin

Persia,

eminacciatadisterminio dall’odio di

Aman,

per

l’in-terventodi

Ester,

festa che sarebbestataassaisentita inambientemarranocui ap—

parteneva anche lo stampatore Simon

Millanges.

Ma di contro alla discendenza

matrilineareche secondo

]ema

sarebbe

depositaria

della tradizione

giudaica,

met— te contonotarechel’assenzadi Antoinette de

Louppes negli

Essai;non è

imputa—

bile solo «alle teorie sulle

generazione

tutte

impregnate

d’aristotelismoche attri—

buisconoall’uomoil ruoloessenziale:il

padre

infonde la

forma,

la madresilimitaa

fornirelamateriadelnascituro».Il

viaggio

alla volta di Romaèallora accoltocome <<unritornoallamadre nutrice»12.

Larecenteedizioneanastaticadel Discorro di

Stefano

dellaBoe'tz'eDella

.vchia-vitùvolontaria oil Contra Uno nella traduzione partenopea del 1799di CesarePa—

ribelli,

preceduto

daun

ampio saggio

dellaPanichisuLaBoétieei suoi

interpreti,

offreil destroa unaricostruzionedella fortuna

storiografica

dicodesto

pamphlet.

Ma

dapprima

mette contoricordarecome

quell’edizione

ebbeaservireda codice

nellecomunicazionifra

patrioti,

comesievince dalla lettera dellostessoParibellial

Ciaia,

trascritta da Croce nella Rivoluzione

napoletana

del 1799: «Ti mando per

10A.TOURNON,La

glore

etl'ersaicit.,

pp. 148sg.

Ivi,

pp.11 e163sg.

.

12In propositoR. ESCLAI’EZ,Montaigne:

l‘image

da Romaetxa

fonction,

InMontaigne

etl’histoire,parC.-G.Dubois,Paris,Klinsieck 1991,pp.55-66parrinz, sostieneche

«Mom

taignesi unisceaDuBellaynell’intuizione del funzionamentodell’immagineromanaaisuoi

tempi; [...]ormai arteintegrantedell’immaginarioumanista», donde

«l’assxmtlazrone

del

latino allaNatura: alingualatinariuniscenelsuocorpoverbaleidueconcetti:quellodi

(8)

.--...

mscusstomE POS’I‘ILLE 281

Dandolo la mia traduzione del Discorso della Boezia sulla Schiavitù volontaria.

Questo

tiserviràdi cifraperscrivereaCelentaniedame,

qui

inGenova()altrove.

Il

metodo,

cheterrai,sarà questo:marcheraile

pagine

con unsegno sotto,comep.

e.:40;e

poi ogni

letteraavràduenumeri: il

primo

indicheràla

linea,

il secondo la

posizione

della lettera nellastessalinea.Sèrviti diquesto pertuttelecose

impor-tanti».

Meritoindubbio della Panichièdiavere connessole vicende editoriali del li—

bello al manifestarsi di ansie libertaric: il

‘plutarchismo’

mantenevadi fatto una

suaefficaciacontrosempre rinnovate

barbarie,

di modo chesi ètalorasostenuto

che

«Montaigne

avendo

integrato

la Servz'tmie uo]ontaireinuna

strategia

dioccul—

tamento,altempostessol’avrebbe protettaepromessaaunastoriasovversiva,

sot-terranea, ‘recondita’»'‘. Parimenti codeste «letture militanti: sedaunlato hanno

prodotto,

di voltain

volta, interpretazioni attualizzanti,

hannotuttaviasalvato il li— bello dall'oblio».

La…S'erw'tztzleèloscrittodiunragazzo,«en son

enfance»,

enelle

aggiunte

ma-noscritte

all’esemplare

di

Bordeaux,

ormai

quasi

a untrentenniodallamorte

del-l’amico,

Montaigne

cancella «dix—huitans» per

aggiungere

«questo ragazzodi

se-dicianni». Certo,appare

un’opera

oratoria,un’idea-forza la percorretutta:la

de-nuncia della

malattia,

di

quel

soggiacere

dei

popoli

sottoil

giogo,

elanecessitàdi

comprendere

come i

più

si abbandonino allatristiziadiun solo”. Ineffetti frai

duevi era«una

profonda

intesa

ideologica

—almeno sul

piano

della ribellione—

[…] Intesa

poeti

‘a, umanisti‘a,

ideologica;

disaccordosu certi

punti

difilosofia

morale,

di

fisiologia

edi

metafisica,

eforse di

pratica

politica»

”.

Si pone un

duplice problema

di datazione: circalasua redazione ecircale

tappe dellasuadiffusione.

Accogliendo

le date di

Montaigne (1546,

1548)si

può

ipotizzare

cheLa Boétie

compilò

alloraun

abbozzo, poi

redatto

compiutamente

qualche

anno

più

tardi

quando

seguirà

aOrléans (1553—1555)le lezioni d’Anne du

Bourg.

Ciò consentirebbe ditenere contodellatesi di

Jacques-Auguste

de

Thou,

che fu amicodi

Montaigne,

che mettela Servitzì volontariain relazioneconla

ri-volta della

gabella

( 1548)e conlacruenta

repressione

condotta dal

Montmorency.

Sulla «>rofonda affinità che lega Montaigne a Plutarco» cfr. 1. KONSTAN’I‘INOVXC,

Montaignect

Pfu/arquc,

Genève,Droz1989,pp.33sg.

In

margineaDvla it)/1211410F.GARAVINI, Mortrz',cit.,pp. 142svg…discorre delcon—

giungersi di«unafilosofia di marca stoico-epicurea»e diun«indivic ualismoedonistico»,

volti a scongiurare«l'ossessione del contagio fisico», dissimulata nel «temaclassico della

contiguitàconilvulgu.r qualefattore didegradazione erl’animodelsaggio».

"' G.NAKAM,

Montaigne

ctSOI]

temps,Paris,Ga limard 1993,pp. 117e120.In

propo-sito M. FUMAROIJ, La

diplomatic

del'ei'priL DcMontaignelì LaFontaine, Paris,Her ann

1994,pp. 158e 141sg.,rilevacomeil Tacito

degli

Annaliedelle Storie alimenti «la

nfé\r-eolie

républicaine»

di LaBoétie,dicontroMontai neutilizzail

Dialogo

rull'omtoria,e n 1

certo

gli

elo%i

dell‘eloquenza

ciceronianadi

Messalîa,

mailquesitodiMaterno,il

personag-giochepiù(irettatnenteesprimeleposizionidi Tacitoeche abbandona l'oratoriaperla

poe-sia,suqualesia«il destinodell‘eloquenzainun revime in cuiil

popolo

corrotto[…]

obbedi-sca aun

principe?»

Inverotanto«il

capitolo

Rifieri'z'am'

sopraCicerone,quantoil

capitolo

Del/avanitàda

le{7arolc,

presuppongonounastessaconsiderazione dellaposizionesvilu

a-tada Maternone

Diu/ago

rull'omtorl'a». Mettecontonotareilpassaggio dall’elocutzb,

all

in—

uentz'o, aljudz'cz'um,cioè

dall’eloquenza

civile di LeonardoBruni,Ché La Boétieè

«nostalgico

della libertàtutta esterioree apparentedel Forum»,al

particolare,

all’«uomo rivato»: in

ll\{lontaigne,

la libertà e la dignitàdell'uomo s'iscrivono nei «limiti imposti

dalla

storia di

(9)

282 DISCUSSIONIE POSTILLE

AOrléanssono

praticati,

nello studio dell’antichitàedel

diritto, gli

insegna-menti del

Valla,

del Polizianoe

dell’Alciati,

che contribuì alrinnovamento

degli

Studi

giuridici.

Delle

suggestioni

dell’umanesimo in

quell’ambiente

accademico

sono

esponenti

Charles Dumoulinein

ispecie

Annedu

Bourg,

che fuanchecon—

sigliere

al

parlamento

di

Parigi

protestante, sarà

suppliziato

nel 1559—ed ebbe

forse a esercitare la

propria

influenzasu LaBoétie, suo allievo. Sia Charles Du—

moulin che Anne du

Bourg

sonoin certamisura i continuatori di

Francois

Corr

nan, autoredei CammeaIairer de droit civil che fecero autorità,e di

Grégoire

de

Toulouse,

cui sideve il

Syrziagozajuris.

In

seguito

meritodi

Jacques Cujas

(

1522-1590)sarà

quello

direstituireal diritto romano il

significato

che

possedeva

nella

societàin cui sieracostituito.

Questa

congiunzione

di dirittoestoria èun’idea che

sarà cara a La Boétie. Dilì apoco

Jean

Bodin

perfezionerà

il metodo nella

]mix

zmiveryi

Distributio,

pubblicata

due anni

dopo

I seilibridella

repubblica

(

1576).

Augustin Thierry

nell’Etraisurl'birtoire de la

formation

etder

progrér

dllliersElat,

ha denominato

giustamente

il 7500comeil secolo della

politica.

Fu questaunabre— ve

stagione

tuttapercorsada

simpatie

umanisticheediriforma.

DifattoLaBoétiepensalalibertàin terminidi restaurazione. Ilsuo realismo

si riassume indue

punti:

la condizione

politica

dell’uomosi

comprende

ricorrendo

all’analisi

antropologica

ela

politica

non

può

pensarsi

al di fuori dell’etica. Itre

ar-ticolifondamentali di questamorale

politica, programmaticamente

ostile alsom—

movimento,

consistononel

salvaguardare

PaxetLex—dicontroaimonarcomachi

nonvedenell’assassiniodeltirannoun

rimedio;

nell’intuizione

contrattualista,

il

monarca

lungi

dal

possedere

solo dei diritti ha dei doveriverso il

popolo;

inun

umanesimoliberale di ascendenzaerasmiana,dall’lm‘lz'z'ntzb

Principir

cbrittiam'. E la Panichi sottolinea con

grande

chiarezza il

«significato

essenzialmente

pratico»

dell'elogio

dell’amiciziaachiusa del Discorso”’.

La Boétiefautoredella

politica

di conciliazione voluta daMichelde

L’Hopi-tal,

unabreve

stagione

di

tolleranza,

si

adoperò,

inconformitàal futuro

giudizio

di

Montaigne,

insiemeal de

Burie,

luogotenente

del Rea

Bordeaux,

acalmare

gli

ani—

mi

quando

nel settembre 1561

scoppiano

deitorbidi

religiosi nell’Agenais

”.

Tut-“’Sullaconnessa

mitologia

venezianistavediW. LUPI,”più grandemmmdel secolo.La

Boétz'emodello

dz'Moritaigne,

inRagione@’Ciuz'litar’,acuradiD. Biyalli,

Milano,

FrancoAn—

geli

1986,p. 286:«L’ammirazione di La BoétieperSan Marco,in i‘adove sfocerà

storica-mente

l’apologia

della virtùedell’amicizia. NonversoilconcistorodiGinevra,comeavverta

perla dottrina delleVindiciae,ma verso

l’oligarchia

moderata dellacittàstatoitaliana [...]la

concordia civilegarantitadall'amicizia,infunzione antitirannica».

.

A

proposito della vicinanza di Montaimealla

politica

di distensione

di

Michel de

L’Hopital,

G.NAKAM,Sort [empicit.,p. 192,rievache «il

capitolo

Della

liberta di co.tcim:u,

inspiratodallaPaixale Monrienrinconseguenzadell’editto digennaio»e«unomaggio

indi-rettoal Cancelliere allontanato dai fanatici». T. WANi-:GFFELEN, NiRome m'

Geneve,

Paris,

Champion

1997,pp.392sg.e396,sostienechea causadei torbidi

Montaigne

sara

indotto

«a

prendere

posizionesemprepiùafavore della riforma cattolicaecontroIl

protestantesimo».

Nel contemposefra il 1560—1562condivideva il rifiuto di La Boétiedel]

idea

di

tolleranza

(Cfr.inpropositoM. SMITH,MontaigneamireligiomFreedom. 'I'beDawn

of

Ifluralzrng,

(:e— nève 1991),di lia unventennioelaborerà,<<)Ci‘laFrancia, unprogetto

politicofle

religioso

radicalmente differente da

quello

d’Étienne elaBoétie[...1La

tolleranza

ebenefica

quando

siatotale».Inconclusione,seesercita«unasortadidialogointerconiessionaleeanche

inter-religioso[...],noncedesualcunpuntodella dottrinacattolica,nonètentato

da

alcun

smerc-tismo. Appartiene davvero alla riforma cattolica». Di controJ,-P. CAVAILLE, Leretourdei

i'cc‘pliquc’x,«Revue

pliiloso ubique»,

2, 1998,pp. 203 sg.,nel rilevare «la

naturaessenzialmem

(10)

DISCUSSIONI E POSTILLE 283

taviailMémoiretone/nanil’e'clit :lejanvier]562,dicuiPaulBonnefonrinvieneuna

copia, poi

pubblicata

nel 1917,nonècerto unbreviario di

tolleranza,

quanto

piut—

tosto

l’apologia

di unterrorismodi Statocontrollato. Il Mémoirerifiutaassai net-tamentela laicizzazionedello Statoversocui siorienteranno BodineHotman. Di

fatto,

mantenendo la teoriadel «braccio

secolare»,

LaBoétiecrede allavirtù del-l‘intimidazione;siponecioèda un puntodivista

propriamente

statuale,

esercizio

del

monopolio

della violenza fisica

legittima,

secondo la definizione weberiana.

LaServiti) volontariae in certamisuraun

saggio

di

psicologia

politica,

chesi

rivolge

allo studio dellanaturaumana,allecausedellaservitùche sarebberoin

es-saradicate:

quella

l(ÎL‘lJL'/é,

quell’ignavia,

che fa si chei

soggetti

siano

complici,

«la

servituden’existequeparce

qu’elle

estvolontaire». Nel

quotidiano

siamoallorain

presenzadiuna

fenomenologia

della clérairon: la

patologia insegna

ilcontrario i cri—

teri della normalità. Duecause

presiedono

aquestaaberrazione

politica

cheèla

serviti) volontaria: la dtinataraliration dei

governati

e ladé-naturalz'sattbn deigo«

vernanti. Inverolanozionedi «statodi natura», purnontrovandosi

l’espressione

nel Discorso,

bisognera

attendere ilDejure belliac

pacir

di Grozio (1625),e

pre-sentee

congiunta

alla concezionediuna

Natura-provvidenza.

La Boétienonredi—

geuna

tipologia

dei

regimi,

né pensale

categorie

della

politica

secondo ilmodello

diunasocietà domestica di

tipo

paternalistico

osulmodello della società feudale.

La monarchia eestraneaalla rex

publica, poiché

tuttorileva inessa

dagli

interessi

privati

diun

solo,

ilche

implica

la distinzione fra ilpoterestatualeelapersonache

loesercita.11Divoom-osarebbe

quindi «un'opera

esoterica, destinataatestareil

pri—

vilegio

di un circolo d’iniziati appartenente a una élite

parlamentare»,

tutta per-corsa

dall'«esprit

di “Corneille Tacite’»: «Nessuna illusione sulpotere di

grandi

anime,rimastemiracolosamente lucidee

libere,

di rimediare allatirannia» “‘.

Luigi

Negri

eHenriWeber hannorevocatoindubbio che la Sernitztde

volon-tairesiaunaconfutazione

dell’opera

machiavelliana,

comeasseriva

Joseph

Barrère

inErtienneDeLa Boe'tiecontreNicolasMachiavelli

(Bordeaux,

Mollat1908)@ an-corain L'hmnanirmeetla

politique

da… le Discours de laServz'tztdeVolontaire(Pa« ris,

Champion

1923),

nondimeno il

libello,

«unadelletante

espressioni

dellapr0x

duzioneumanistica

d’opposizione

altiranno,ha

singolari

punti

dicontatto conla

fortuna francese delloscrittomachiavelliano»”.

dellaControriforma»,o un«proto-giansenista»,lo considera tutt’alpiùcome«l’accettazione

pirroniana della tradizione

cattolico-gallicana».

Quanto alla questione dei Turchi, G.

NAKAM,Lex«Em-air»:leManinine,nziroiret roeèrde leur ternpx,Paris,Nizet 1984,pp. 399

sg…sostienechenonha alcun ri ievopanicoare,ché di ostilitàreligiosasipuò

parlare

solo

riguardo

aquei«cattolicisettaricomePierreCharron» nelle Trofi“ Veritez. La Boétie difatti

nel(fontr'Un manifesta un’ostilitàtuttapoliticacontroil GrandSeigne r,cheimpersonala

tiranniadi fronteaVenezia. Inveroe«daunpuntodivistacom

arativ&

perriprovazione

dei cristiani che

gli

autoricelebrano le

qualità

moraliesociali eiTurch Inquestomodo

procede

l’erasmianoLagunanelVoyageen'l'nrqi/ie».Latolleranzaturcaè opposta aiconflit—

tieuropei:«Pierre Vir-ctne

parla

findal 1547 nella Renzontraneeaux/idèler.[...]Anche Bo—

dininsistesuquesto puntonella Re ubliqne».Apropositodella

«mitologia

uenezianirta»N.

I’ANICHI, La«placenutre/Jamie» del::libertà. AncorasuMontaigneelartaria,BHR, 3,1997,

pp.

546sg…sostieneche «la modernaVenezia[...]ha la

meglio

sull’antica Roma»acausa del-aguerracivileedella corruttelaimperiale:«Ilmitodi Veneziaè,soprattutto,perMontaigne

mitodella libertà».

"‘M. FUMAROI..I,

op. cit.,p. 127.

“’M. DALCANTO,MontaigneeilPrincipedi Machiavelli:[

primi contatti,inMontaigne

el'Italia, Genève,Slatkine 1991, . 148. S.MANCINI,Ola,unantico!IndialogoconMontaigne

(’ i moiinterpreti,Milano,

Angeli

1996,pp. 127sg…parla diuna«salda adesione all‘ideale

(11)

284 DISCUSSIONIE POSTILLE

Contro

l’iconografia

consuetacheopponeil rivoluzionario La Boétieal

con-servatore

Montaigne,

Vincent

Hubert,

nella recente

silloge

su Le

s‘t'6pli'c‘lîs‘i/ze

aa

XVI"etazzXVII"siècle

(Paris,

Albin Michel2001), rilevacomecodesta

connota-zione siadeltutto

inadeguata

adarcontodella

‘pratica

politica’

montaiguana,

di—

fatti

quell’esplicito

conservatorismononèriconducibilea «una

posizione

politica»

ecomportanonla

pratica

della

dissimulazione,

ma«unefranchise de

parole

peu commune». Il carattere

contingente

di

ogni

ordine ricondotto sottola

categoria

dellacom‘ume

implica

l’assenza di

qualsiasi

fondamentorazionaledellanorma. In

proposito

metrecontosottolineare che «la

ragione

nonoffre alla volontàuna

guida

costante»,suscettibile di«condurrea una

disciplina

morale»—’”.Nellostessovolu—

meFrédéricBrahamiscrive in

proposito

diun«vitalismoestremo,

pendant

profa-nodelsuofideismoestremo»,che riduce il

pensiero

a«unaformazione dellacau«

lume»elascienzaa un

prodotto

della credenza. Invero lapotenzadellacoutumeè

commisurabile al

grado

di

opacità

che determina lasuaefficacia

ideologica.

Qui

si

infrange

«il tentativo

pirroniano

per

sciogliere

la natura nella relativitàe nell’in— coerenza delle consuetudini» che appunto sono suscitati da essa, e simultanea—

mente ne

disciplinano

la

«ferocia»,

donde

l’appello

alconformismosocialeinteso

comeubbidienza allanaturanellasua

equità

primigenia“.

SeneevincecheMon—

taigne

«costituisceunatappa

significativa

nellarinascitastoricadell’individualità»,

vale adire «nello sforzo trasformatore chestrappal’interiorità al suo flussoopa«

co»22.

Analogamente

siafferma«il

primato

della vita immediataetrasparente

sul-l’illusione «mediata» e compromessa

dell’apparenza»,

anche se la maschera,

«specchio

infedelema

ineliminabile»,

nonènecessariamente«semprememvmge».

Se neevince cheildubbio

scettico-pirroniano

&

«l’impianto

teoretico […] diuna

rappresentazione

dellavitadove «lex

faux

sem/alanis» hannocorso

legale»

25.

Montaigne

a

partire

dal 1570

pubblica gli

scritti di La Boétie,lasciandoine—

diti

però

i testi

specificamente politici.

Seneevince

l’immagine

diun dottotutto

impregnato

di culturaumanistica,intentoatradurre l’Economia) di Senofonteei

Precetti

coniugali

ela lettera comolataria di Plutarco.

E

quella

un’intensa

stagione

di traduzioni: Lefèvre

d’Etaples volge

in francese La

politica

d’Aristotele

nell’11,

Amyot,

Levitedi Plutarco nel ’59: lalezione erasmiana, «aurulam

quandam

me—

lioris litteraturae nobisinvexitexItalia». La Serviti?volontaria risalirebbeal 1546o

umanistico dellostoicismo». InpropositoD.TARANTO,Pirronirmoalasmlutirwo nella

Frau-ciadel '600. Studi ralpensierodellascetliciwzodaMontai m'a

Bayle

(1580-1697), Milano.

Angeli

1994, ). 7, afferma che nell’intervallopiùche

secolare

chese mrala primaedizione

deiSaggidal ic‘tiomzairebaylianostoicismoepirronismooffrono

alll'assolutisino

«una

mo-tivazioneteorica»,edi fatto«unastrategiadi rifondazionedell’obbedienza

politica».

—"’A. Pizzoausso,DaMontaigneaBaudelaire. Prospettaneammzcwti, Roma,Bulzoni

1971,pp.39sg.

G.FERRHYSOUJ-ZS,LexReiner:lamwzde.L'imaginalionetlamatt/mcchezPax-cal,

l’a-ris,Champion 1995,p.63. Aproposito

Degli

zop/Ji,

dell’antidcmonolopia,

assai

prossimo

a

Wier—«lo

zoppo()lazoppa pereccellenza èlaragioneumananellasua unzione

claudicante

distrumento

giudicante»

—, Montaignedenuncia l’«andatura claudicante» della glustizia.

MeritodellaPanichi,inMON'I‘AIGNE,L'imsz {nazione. Firenze,Olschki2000,&

l’avere

con-dottouna

puntuale

ricostruzionedellavicen aprocessualediMartin (;uerre, diquell

Impo-stura«simerveilleuse» che cela ilsospettodistregoneria.

—’—’ E. GUIBER'I‘-Sl.1.iDZIEWSKI,Montaigne:l'z'mlz'uidaa l'avrai,«Revuede

Métapllysique

etdeMorale»,2, 1984,pp.262sgg.

—”G. STABILE,Tra «emozione» ed«esperienza»:frammenti[diunraggio

passibile]

rm‘

(12)

DISCUSSIONIEPOSTILLE 285

al ’48,

nell’80,

ormaia diciassetteanni dallamorte

dell’amico,

nontroverà posto

nei

Saggi,

edivenne

rapidamente

unostrumentodellacontesa

ideologica,

unlibel—

lo militante che valseacostuid’essereannoveratofrai«monarcotnachi».

Si

ignora

ciòche accadde

dell’originale

edelle

copie

nel

’500,

queste ultime

saranno ritrovate nel secoloscorso. Metteconto ricordarein

proposito

letesidel—

l’Armaingaud pubblicate

sullaRevue

politique

et

parlementaire

nel 1906. Questi affermava che«i

passi più

salientidelDiscours[...] sonodellostesso

Montaigne»

e

avanza a

riprova

le allusioni ad avvenimenti

posteriori

allamortedi La Boétie. Il

libello costituirebbe alloraunattaccoallatiranniadi Enrico

III,

cheregnadal 1574

all’89eche

dunque

La Boétienon

poté

conoscere. Bonnefone

Villey

hannocon—

futato codestatesi,talorariassunta in forme

caricaturali,

anchese

quest’ultimo

ri-tiene

possibile

che

Montaigne

abbia inseritonel manoscrittodel suoamicodelle

interpolazioni

nontrascurabili.

Nel ’74a Basileaesce un

pamphlet

in forma

dialogica,

LeRéoeille—Matin des

Francais

alale leursvoisins—

achiusa del secondo

dialogo

è postoun

ampio

fram-mento,un

po’

rimaneggiato,

della Serviti?

volontaria,

pubblicato qualche

mesedo—

polastragedi San Bartolomeo: l’autore Eusebio Filadelfo

Cosmopolita

nasconde

una

composizione

collettiva. Non visono dubbi sulla

partecipazione

di Nicolas

Barnaudetde Théodore deBèze al

Reveille;

ècodestaunaversionedeltuttocor— rottaeframmentariaper servire alletesi ugonotte.

Laviolenza

degli

accenti supera

quella

della Franco-Gallia di

Francois

Hot— man,la traduzione franceseesce aColonia nel

’74,

edelle Virzzliciaecontra

Tyraa—

aos di poco successive (1579). Non si è data

importanza

alfatto

che,

non

solo,

è

altamente

probabile

che

Montaigne

possedesse

il

pamphle!

dell’Hotman, che,

uscitonel '73,di lìatreanniera

già

allaterza

edizione,

main

particolare

che,

pas-sandoper

Basilea,

gli

rendavisita(

«Soupe

avecHotman»)e

più oltre,

daBolzano,

sul punto di lasciarela Germania,

gli

scriva. E

quasi

certamentefu Hotman che

volsein latino le

pagine

del Discorso nelReveille—Matin.Nel 1577 ilDiscorso &

ac-colto nel terzo torno di Les Mémoires de

l'État

de Francesous Charles

NL’ZIfiC’SIÌZC’

delpastoreprotestanteSimon

Goulart,

ancheseinvestenon

integrale

ecol titolo

cambiato:Le Contre Uri.

È

così inscritto inun contesto

polemico

e

militante,

edi—

fatti

sull’esemplare

della

Bibliothèque

nationale si

legge:

«séditieux contrelamo«

narchie».

Laliceità dellaresistenzaaltiranno si

esprimeva

nellaFranco—Galliadell’Hot—

man,nel Devoir de

Magz'strats

( 1574)di Théodore de Bèzeenelle Vindiciaecontra

'I'yramzos

attribuite al Du

Plessis—Mornay.

Di

questi Montaigne

avrebbe

utilizzato,

inun’addizione dell’88

dell’Apologia,

ilDelavéritédela

religion

clare'tiemze,contre

les

At/3e'es,

Épicuriens,

Payens, ]m'fs,

Mahométarzset aztlr6s

infidèles,

edito

dappri—

maad Anversa

nell’81,

poi

nell’82 a

Parigi.

Asostegno dellatesi della

superiorità

del

popolo rispetto

alre,ancoranel ’79

George

Buchanan

pubblica

il

De‘/are regni

apud

Scolos. Costui fuunodeimaestridi

Montaigne

al

collegio

di

Guyenne,

come

si evincedaDell’eclucazioaedei

fanciulli,

eil Nostroebbearecitarno. le

tragedie

la—

tine.

L’elogio

si

rivolge

in

ispecie

al poeta,ma

Villey

afferma cheè

akamente

pro—

babile checonoscessepure

quest’opera,

edifattipareriferirvisiinDello

svantaggio

della

grandezza:

l’avrebbe

letta,

fra il 1580e

l’88,

mentreleallusioni alpoetasono

precedenti.

Nel 1724il Discours de la servilzta'e volontairevenivainseritonell’edizionedei

Saggi

curatadal Coste.

È

la seconda edizione

integrale

delDiscours,maèla

prima

volta——La Boétie

èmortoormaida centosessantaquattro anni——che ilsuonomevi

e

inscritto. Nel 1835 il Lamennaisdàal Discaars un’autonomia chesinoallora di

tattononaveva avuto—

(13)

286 DISCUSSIONIE POSTILLE

—,

riproducendo

leannotazioni del Coste e

premettendoin

una

Pre'/ace.

Poi sarà

tuttoun

rigoglio

di studi: La Boétiesarà accomunato nell’800 a

quei

pubblicisti

‘democratici’ comeHubert

Languet,

Duplessis Mornay

e

Francois

Hotman. Il 19

dicembre1859Anatole Prévost—Paradol

pubblicava

sul

]ourmzl

der De'/mtr un’ana-lisi della Servz'tude

volontaz're,

caricadelle

suggestioni

delpresentecomesi evince

dall’insistenzadi Prévost—Paradol sulla differenza frauna

giusta obbedienza,

senza

cuilasocietànon

potrebbe

vivere,elatirannia.Dalla lettura del Prévost

possiamo

datare l’iniziodellacritica

moderna,

in

ispecic

icontributi di Paul Bonnefon.Mala Panichisi

volge

giustamente

arevocarein dubbio

quel

convincimento

storiografi—

cocheponenell’edizionelamennaisianal’inizio della fortunatuttamodernadel

li-bello,

richiama difatti l’edizione

cinquecentesca

del

Mouchar,

quella inglese

del

1735 e

quella

partenopea del

Paribelli,

che furono

già

edizioni separate. Se ne

evince «untentativodiretrodatazioneperlanascitadel ‘destino moderno’ del

li-bello»,

ela studiosaassume «cometermineaquo

proprio

la traduzione

napoletana

del1799

che,

oltrea

presentarsi

come‘edizione

separata’,

manifestaun chiaroin—

tento

politico-culturale

nella direzione dell’affermazione del concetto storico di

‘cittadinanza’». inverola

Servzlude,

nelle suedifferenti

edizioni,

sarà sempre

ac-compagnata daintenti

militanti,

enon

sorprenda

cheancoranel’43,nella Francia

occupatasisental

esigenza

diuna nuova

ristampa.

Ea

proposito

della

pericolo

sità del

libello

l

ampia

analisi della Panichimostracomefosse

gia

awertitaa di—

stanzadi

pochi

annidellamortedel «cittadino

migliore», difattijacopo

Corbinelli,

precettore del duca

d’Alencon,

scrivevail4novembre 1570da

Parigi

albibliofilo

padovano

VincenzoPinelli: «Vorreipoterhaver

copia

d’unascritt[ura] cheioho vistoinfranzese

elegantiss

[imo],

Devolontaria

servitude,

cheBrutostessonon

ha-rebbe detto

meglio.

Iol’ho lettaet ècosadottaet reconditama per

questi

tempi

pericolosa».

Maècertoassai

più

sorprendente

cheancoranel 1941 nel

Belgio

ca-dutosotto

l’egida

nazistalosiincludanellalista

degli

Auleztrs,dontto…let

ouvra-gerJon!z'nterdz'ts

poiché

tali da

«.empoisonner systèmatiquement

l’opinion

publi-queen

Belgique

contrele

peuple allemand,

sonvoisin».

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