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Uso e trasformazioni dei mausolei tra Tardo Antichita e Medioevo

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Academic year: 2021

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UNIVERSITÀ DI PISA

Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Corso di Laurea Magistrale in Archeologia

Tesi di Laurea

Candidato:

Matteo Bini

Relatore:

Prof. Federico Cantini

Correlatore:

Prof. Riccardo Belcari

Uso e trasformazioni dei mausolei tra Tarda

Antichità e Medioevo

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Indice

Introduzione………p. 3

1. Storia degli studi……….………..p. 4 2. I mausolei: forme e funzioni………....……….p. 6 3. I mausolei in età tardo antica………..………p. 29 4. I mausolei in età medievale………..……….……..p. 49 5. Tabelle……….p. 64

Conclusioni………..………p. 76 Bibliografia………..………p. 81

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Introduzione

Lo studio qui presentato ha come oggetto i mausolei, strutture funerarie monumentali che furono utilizzate dalle aristocrazie come strumento per autocelebrarsi e tramandare ai posteri la loro memoria.

In particolare, l’obbiettivo che ci siamo posti è stato quello di analizzarne le trasformazioni (architettoniche, funzionali e degli apparati decorativi) tra l’età tardo antica e quella medievale.

La tesi è suddivisa in quattro capitoli.

Il primo presenta una sintesi della storia degli studi sul tema, evidenziandone i diversi approcci assunti, le potenzialità e i limiti.

Il secondo capitolo si concentra sui mausolei tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C., mentre il terzo, più specificatamente, su quelli di età tardoantica, successivi alla pace costantiniana. Poiché i limiti cronologici della tarda antichità sono labili ed ancora oggi oggetto di discussione, si è considerata per convenzione l’ascesa di Costantino e l’editto di Milano (313 d.C.) come inizio di questo periodo di passaggio dal mondo classico a quello medievale.

Infine, il quarto capitolo affronta i mausolei medievali e l’influenza che quelli di età romana ebbero sulle strutture religiose cristiane, ed in particolare sulla diffusione delle cripte.

Nelle conclusioni sono stati portati a sintesi i dati raccolti per riaffrontare in termini generali la storia architettonica dei mausolei tra Età romana e Medioevo.

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1. Storia degli studi

I mausolei hanno da sempre rivestito un ruolo importante all’interno del paesaggio urbano e extraurbano. Essi infatti, fin dalla loro costruzione, lasciarono indelebile nel tempo la loro impronta, sia grazie alla loro imponente struttura architettonica che al ricordo che ne fu tramandato dagli scrittori antichi1. Anche per questo sono stati documentati e studiati da numerosi archeologi, storici e architetti.

Il termine “mausoleo”, utilizzato per tutte le tombe monumentali sia classiche che medievali, viene fatto derivare, secondo la tradizione, dal sepolcro di Mausolo, satrapo di Caria, eretto ad Alicarnasso nel 353/2 a.C. dalla consorte e sorella Artemisia II2. A questo proposito Pausania ricorda che: “di Alicarnasso [la tomba] fu fatta per Mausolo che fu lì re; ed è tanto grande e tanto ragguardevole in tutto il suo aspetto, cosicché anche i Romani per la grande ammirazione per questa tomba chiamano mausolei anche i loro nobili monumenti funerari” (Periegesi della Grecia, VIII.16.3). Sorvolando sull’aspetto strutturale, per il quale rimando agli studi di K. K. Jeppesen3,

il mausoleo di Alicarnasso divenne ben presto l’archetipo ideale di innumerevoli repliche. Oltre alle forme che rimandavano all’edificio di Mausolo, considerata una delle sette meraviglie del mondo, si affiancarono nuove e numerose tipologie architettoniche che risentivano dei contesti culturali delle diverse comunità.

L’interesse verso i mausolei antichi nasce nel Rinascimento, un periodo nel quale si ha una forte rivalutazione del periodo classico. Gli architetti del tempo infatti per creare i propri edifici prendevano a modello le monumentali costruzioni a pianta longitudinale e soprattutto a pianta centrale pagane, come il Pantheon o i mausolei. Lo stesso architetto Andrea Palladio, autore de I quattro libri dell’architettura (1570), per realizzare le sue grandiose ville prese a prototipo proprio il mausoleo di Massenzio, collocato sulla via Appia4.

L’interesse verso gli edifici funerari, soprattutto a pianta centrale, continua anche nei secoli successivi, moltiplicandosi nel corso del XX secolo, come dimostrano i lavori di J. Durm, di H. Gabelmann, di P. Zanker- H. Hesberg, di W.K. Kovacsovics e di F. Matz5. Di particolare rilevanza è lo studio pubblicato alla fine del 1900 di J. M. C.

1 MAVROJANNIS 2014, p. 59.

2 HILLENBRAND 1997, s.v. Mausoleo; MAVROJANNIS 2014, p. 59. 3 In particolar modo vedi JEPPESEN 2000, JEPPESEN 2002.

4 Tra i lavori precedenti a quello di Palladio si ha il De Re Archietctura di Leon Battista Alberti il cui

lavoro fa riferimento al De Architectura di Vitruvio.

5 DURM 1905; MATZ 1928, GABELMANN 1971, KAVOCSOVICS 1983, ZANKER-VON

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Toynbee, Morte e sepoltura nel mondo romano, che fa ampio uso delle fonti archeologiche lette alla luce delle credenze religiose.

Con il lavoro di Henner Von Hesberg, Monumenta, i sepolcri romani e la loro

architettura (1994), i mausolei sono studiati non solo dal punto di vista architettonico

e storico-artistico, ma anche in rapporto ai mutamenti storici6. I monumenti romani infatti attraverso la forma architettonica o la decorazione figurata, ci possono dare un’idea dell’immagine che i loro costruttori avevano di se stessi, le norme alle quali si sentivano legati e i valori nei quali credevano7.

Per i mausolei tardo antichi è fondamentale il recente studio di Mark Johnson, The

Roman Imperial Mausoleum in Late Antiquity, considerato il primo studio completo

dei mausolei imperiali8. L’opera offre una panoramica preziosa e aggiornata dei

mausolei imperiali da Augusto a Onorio, analizzandone il simbolismo e la funzione attraverso la lettura delle fonti letterarie e archeologiche. Ciò nonostante la sua opera risulta essere uno studio iniziale, di base, utile per tutti coloro che fossero interessati a perseguire un’ulteriore analisi dei monumenti funerari imperiali tardo-romani. Per il periodo medievale, durante il quale l’uso dei mausolei di tradizione antica si rarefà, abbiamo un minor numero di studi a disposizione. Possiamo comunque citare alcune opere che sono state utili ad affrontare il tema, come «Sepulcra» e

«Monumenta» del Medioevo di Ingo Herklotz. Lo studioso analizza le sepolture delle

massime autorità politiche ed ecclesiastiche in rapporto ai cambiamenti politici e culturali in Italia. Precedentemente Joseph Deér nella sua opera intitolata The Dynastic

Porphyry Tombs of the Norman Period in Sicily, considerata “il miglior contributo

sull’arte sepolcrale nel Medioevo apparso negli ultimi decenni”9, aveva analizzato

gruppi di monumenti riferendosi alle circostanze storiche, ai cambiamenti politici e sociali che influenzarono le diverse strutture tombali dell’epoca presa in considerazione.

Qui Herklotz amplia ulteriormente il discorso andando a evidenziare anche l’impatto che i monumenti esercitarono sui contemporanei. Lo studioso, infatti, analizzando le diverse fonti scritte e le dichiarazioni dei contemporanei , evidenzia come esse possono

6 VON HESBERG 1994, p. 11. 7 VON HESBERG 1994, p. 10. 8 JOHNSON 2009, p. 13. 9 Cit. HERKLOTZ 1985, p. 11.

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permetterci di capire i diversi cambiamenti architettonici, iconografici e funzionali che le tombe possono aver subito nel corso del tempo10.

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2. I mausolei: forme e funzioni

Nel mondo antico i mausolei furono una delle tante forme architettoniche che dominavano la maggior parte delle necropoli. Essi, come del resto anche le restanti sepolture, erano intesi, secondo la concezione e la religione del tempo, come abitazione del defunto11. In numerose iscrizioni infatti è presente il termine domus

aeterna, a indicare proprio come, secondo la religione pagana, il defunto continuasse

a vivere nel luogo del suo eterno riposo12. Numerose sono le tracce archeologiche che testimoniano ciò: all’interno infatti dei grandi mausolei è possibile trovare sale da soggiorno, dispense e spazi adibiti a cucine e in particolar modo sedili da banchetto che servivano per le riunioni celebrative, dette refrigeria, in onore del defunto13. Particolarmente significativi a riguardo sono alcuni mausolei di I-II secolo d.C. a blocco cubico timpanato e a camera quadrata, posti nella necropoli di Porto all’Isola Sacra, che presentano sedili per il banchetto a destra e a sinistra dei loro ingressi (Fig. 1)14.

Figura 1 Mausolei con sedili per il banchetto (tratto da FONTANA 2009, p. 16).

Oltre a credere in una prosecuzione della vita nella tomba, si riteneva che l’anima fosse intimamente legata alla conservazione del corpo15. Di conseguenza la tomba veniva vista come luogo di tutela, di protezione e di difesa dell’inumato.

11 HERKLOTZ 1985, p. 13. 12 HERKLOTZ 1985, p. 13. 13 HERKLOTZ 1985, p. 14. 14 FONTANA 2009, p. 16. 15 HERKLOTZ 1985, p. 14.

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Nel corso dell’età medio repubblicana fino al II secolo a.C. era raro trovare nelle necropoli tombe monumentali. Il motivo deve essere ricercato nella prevalenza delle inumazioni in tombe ipogee indicate all’esterno da segnacoli e steli16. Ciò non significa che vi fosse una totale assenza di mausolei: essi erano meno diffusi, in quanto per la loro erezione si doveva ottenere l’approvazione del Senato, ovvero il riconoscimento dell’autorevolezza del defunto da parte delle comunità17. In questa prima fase, la

celebrazione della persona o della sua famiglia si realizza soprattutto in occasione delle cerimonie funebri dove si organizzavano cortei funerari e si sfoggiavano ricchi corredi18. Proprio per questo fin dalla creazione delle Leggi delle XII Tavole del V secolo a.C. si cercò di regolamentare l’ostentazione del lusso attraverso provvedimenti legislativi: questi ultimi, comunque, si riferivano esclusivamente all’organizzazione dei riti e dei corredi, senza fare alcun accenno alle costruzioni sepolcrali19. Ciò non significa che non esistessero norme che regolamentavano la costruzione stessa della tomba; in uno scambio epistolare tra Attico e Cicerone, quest’ultimo evidenzia come ci fossero delle tasse da pagare nel caso in cui si fosse superata una cifra stabilita per la costruzione della tomba (ad Att. 12,37) o di una tassa sul numero delle colonne (ad

Att. 12,21).

Tra il II a.C. e l’età augustea la situazione muta. Le ricchezze accumulate con la seconda guerra punica e grazie ai bottini di guerra delle conquiste in Oriente e Occidente, infatti, permisero ai componenti dell’antica nobiltà e alla nuova classe emergente di finanziare numerose costruzioni, compresi i propri mausolei. Questi ultimi e più in generale le tombe servirono a comunicare e a interagire con il pubblico divenendo ben presto il simbolo del potere e della gloria dei proprietari e dei committenti20.

Il comune denominatore di questi grandi e lussuosi monumenti era la loro collocazione lungo le vie consolari in prossimità delle città21. La posizione extraurbana di queste imponenti e sfarzose strutture era imposta dalle Leggi delle XII Tavole, che appunto regolamentarono la disposizione delle sepolture per motivi di carattere igienico e sanitario22. Una delle vie predilette ad ospitare mausolei a Roma fu la via Appia, creata

16 VON HESBERG 1994, p. 29. 17 VON HESBERG 1994, p. 277. 18 VON HESBERG 1994, p. 32. 19 VON HESBERG 1994, p. 19. 20 ROSSETTI 2017, p. 81. 21 VON HESBERG 1994, p. 35. 22 ROSSETTI 2017, p. 81.

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nel 312 a.C. dal censore Appius Claudius Caecus inizialmente per motivi militari – doveva collegare Roma a Capua durante la guerra sannitica – e successivamente, con il suo prolungamento fino a Brindisi, per motivi commerciali, divenendo così la testa di ponte con l’Oriente (Fig. 2)23.

Figura 2. Roma, via Appia, monumenti funerari (tratto da VON HESBERG 1994, p.40).

Non è cosa rara però trovare mausolei anche all’intero dell’urbe: appartenevano agli imperatori, che per il loro ruolo politico avevano il diritto di collocare la loro “casa eterna” all’interno del sacro confine del pomerio. A Roma abbiamo i grandi mausolei a pianta centrale di Augusto e di Adriano che traevano la loro forma architettonica dai mausolei a tumulo, a loro volta derivati, da una parte, dalle tombe di origine etrusco-italica e, dall’altra, dalla tradizione costruttiva dell’Asia Minore24. Dei mausolei di quest’ultima area geografica abbiamo diverse tipologie: potevano essere con o senza camera sepolcrale, interrata o non interrata, avere un vestibolo o un lungo dròmos di accesso25.

Questi mausolei a pianta centrale, che si diffusero a Roma e in Italia nel I secolo a.C.26, erano costituite da tre elementi: un cono di terra, un basamento e una camera sepolcrale. Il rapporto che si creò tra le tre parti che componevano la struttura

23 PARIS, MAZZOTTA 2014, p. 7.

24 ROSSETTI 2017, p. 82; Secondo Toynbee i tumuli romani troverebbero il proprio modello

principalmente nelle necropoli etrusche (TOYNBEE 1993).

25 LIPPOLIS, ROCCO 2011, pp. 447-449. 26 VON HESBERG 1994, p. 113.

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naturalmente variò nei secoli, dando vita a diversi modelli architettonici. I monumenti più antichi sembrano essere quelli con un basamento basso o del tutto privi di podio. Tra questi ultimi, possiamo ricordare il tumulo della Marcigliana, lungo la via Salaria, e il mausoleo di Blanda Julia in Calabria (Fig. 3): entrambi oltre ad un sistema di ripartizione interna, hanno una sorta di pilastro centrale alla base del quale si trovava la tomba27.

Figura 3 Mausoleo di Blanda Julia (tratto da LA TORRE 2003, p. 23).

Durante gli ultimi anni della repubblica e il primo periodo augusteo, sorgeranno una serie di tombe a tumulo di grandi dimensioni che possono essere classificate in due distinte categorie: la prima caratterizzata da un diametro più piccolo e un basamento alto e la seconda da un diametro più largo e un basamento più basso28. Comune

27 BRUN et alii 2010, p. 295. 28 VON HESBERG 1994, p. 116.

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denominatore delle due categorie è la presenza della camera sepolcrale posta al centro della struttura. Durante il penultimo venticinquennio del I secolo a.C. le urne, contenenti le ceneri dei defunti, erano sepolte sotto terra e le strutture a tumulo che le ospitavano non presentavano la camera sepolcrale, che compare dal primo periodo augusteo, quando è caratterizzata dalla presenza sulle pareti laterali interne di nicchie per la collocazione di urne e sarcofagi29.

Di quest’ultima tipologia abbiamo degli esempi nel mausoleo di L. Sempronius

Atratinus e in quello del senatore L. Munazio Planco. Quest’ultimo (Fig. 4), posto sulla

sommità del monte Orlando nei pressi di Gaeta, fu edificato intorno al 22 a.C. e presenta un podio modanato sul quale si imposta un cilindro realizzato con un paramento esterno in opera quadrata.

Figura 4. Mausoleo del senatore L. Munazio Planco (tratto da https://www.italianways.com/it/il-mausoleo-di-lucio-munazio-planco-a-gaeta-monumento-allabilita-politica/).

Nella parte sommitale, sotto la modanatura, è presente un fregio dorico che con le sue metope, insieme all’epigrafe posta sull’ingresso, illustrava le gesta e le onorificenze del defunto30. Il generale infatti combatté accanto a Cesare in Gallia e nella guerra

civile e sostenne prima Antonio e successivamente Ottaviano. La struttura è coronata da un parapetto a merlature da cui saliva il terrapieno conico alberato che arrivava sino

29 VON HESBERG 1994, p. 115. 30 FONTANA 2009, p. 32.

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al piedistallo della statua del defunto31. Entrando all’interno, la tomba mostra un

corridoio anulare e voltato, rivestito in opus reticulatum che collegava 4 celle, orientate esattamente verso i 4 punti cardinali: in una di esse fu inserita l’urna cineraria del console romano32. Particolarmente interessante è il mausoleo in opera quadrata della matrona Quadratilla33, della famiglia degli Ummidii, costruito a Cassino intorno al II d.C. (Fig. 5). Esso presenta una pianta esterna quadrangola e interna a croce greca. Quest’ultima è sormontata da una cupola

emisferica e perimetralmente caratterizzata da nicchie dove vennero inseriti i sarcofagi34. Questo mausoleo, come i restanti creati negli anni successivi, aveva lo scopo non solo di eroicizzare il defunto, ma anche quello di far ricordare le sue imprese e la sua vita che dovevano essere prese ad esempio da chi lo veniva a visitare35. Gli strumenti di comunicazione furono sculture ed epitaffi che venivano posti sulla parte esterna del monumento, ad elencare i materiali pregiati serviti alla costruzione, i servizi resi allo Stato dal defunto, i suoi meriti e quelli della sua famiglia36. A questo proposito Plinio il Giovane ricorda che “se cerchiamo

consolazione nei busti dei nostri morti che mettiamo nelle nostre case; ancor più allora dovremmo trovarla nelle statue che si trovano nei luoghi pubblici, poiché queste possono richiamare non solo il loro volto ed il loro aspetto, ma altresì la loro virtù e la loro gloria.” (Epistulae, II, 7, 7).

Numerose famiglie incominciarono così a costruire la propria tomba nei fondi extraurbani di loro proprietà. Ne è un esempio il Mausoleo di Cecilia Metella (Fig. 6)

31 FONTANA 2009, p. 32. 32 FONTANA 2009, p. 32.

33 Finanziatrice della cavea lapidea dell’anfiteatro locale. 34 FONTANA 2009, p. 33.

35 HERKLOTZ 1985, p. 15. 36 HERKLOTZ 1985, p. 19.

Figura 5 Mausoleo di Quadratilla (tratto da

https://storico.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/si

to-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset. html_101160859.html).

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collocato al III miglio della Via Appia e risalente alla seconda metà del I secolo a.C.

Figura 6. Mausoleo di Cecilia Metella (tratto da VON HESBERG 2009, p. 75).

Esso è costituito da un cilindro rivestito di lastre di travertino lavorate a bugnato liscio, poggiante su di un podio quadrangolare in opus caementicium37. Purtroppo, il rivestimento esterno del podio non è più presente, ma è plausibile pensare che fosse rivestito da travertino lavorato a bugnato liscio. Internamente la struttura presenta la camera funeraria che, collegata esternamente da un breve corridoio, ospitava le ceneri della defunta. Originariamente il mausoleo terminava esternamente con un alto cono di terra che rimanda alla tradizione dei tumuli etruschi e dell’Asia Minore38. A forma

di cono è anche il vano interno che, realizzato in mattoni, si collega alla camera sepolcrale39. Per quanto riguarda la decorazione del monumento, troviamo nella parte apicale del cilindro un fregio in marmo greco scolpito con bucrani uniti da festoni. Esso era interrotto da un trofeo d’armi, simbolo delle glorie belliche della famiglia, nel quale si inserisce l’iscrizione dedicatoria a Cecilia Metella, figlia del console Quinto Metello e nuora del triumviro Licinio Crasso40. Il mausoleo quindi risulta essere non solo una monumentale e lussuosa tomba per una ricca esponente della società romana, ma anche un simbolo politico del potere della famiglia.

37 FONTANA 2009, p. 8; DE STEFANIS 2014, p. 37. 38 D’AGOSTINO, BELLOMO 2003, p. 461.

39 L’utilizzo del laterizio risulta tra le prime attestazioni in contesti nobili. 40 FONTANA 2009, p. 8.

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Una particolare forma di mausoleo che rimase circoscritta alla seconda metà del I a.C. fu quella a piramide con la punta arrotondata utilizzata ad esempio nel mausoleo di Cicerone presso Formia (Fig. 7). Questo era caratterizzato da uno zoccolo in opus

quadratum e da una meta in opus incertum. Qualcosa di simile lo

troviamo nel mausoleo di Tullia, un monumento nei pressi di Quarto di Marano con una meta ottagonale e uno zoccolo rotondo, e nella tomba in opus

reticulatum, detta “Torre

Ciega”, vicino a Cartagena in Spagna41.

Oltre a questa forma, nel gruppo dei mausolei piramidali possiamo osservare delle varianti: piramide a gradini, piramide con contorno concavo

e piramide con le superfici lisce42. A quest’ultima variante appartiene il famoso

mausoleo di C. Cestio (Fig. 8) che, alto circa 30m, era collocato sulla via Ostiense. La struttura rivestita di marmo apuano si innalza da una base in opus caementicium e travertino al centro di un recinto quadrato compresa entro quattro colonne scanalate con capitelli dorico tuscanici43.

41 VON HESBERG 1994, p. 137. 42 VON HESBERG 1994, p. 134.

43 FONTANA 2009, p. 12; il mausoleo si è perfettamente conservato in quanto le mura Aureliane lo

hanno inglobato nel loro perimetro.

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Figura 8. Mausoleo di C. Cestio (tratto da https://artslife.com/2016/02/08/la-piramide-cestia-il-fascino-del-gusto-orientale-a-roma/).

Tra le piramidi a gradini ricordiamo il mausoleo di Es-Suweida in Siria della metà del I secolo a.C. di cui purtroppo si conserva solo il basamento con fregio dorico e alcune raffigurazioni di armi negli intercolunni44.

La costruzione a piramide coincise con un periodo nel quale si notò una generale predilezione per le forme egiziane45. Questa moda non fu il motivo principale che portò personaggi come C. Cestio a scegliere questo tipo di mausoleo: le piramidi erano ritenute il tipo di tomba venerabile per eccellenza sia per la loro antica tradizione nel territorio egiziano sia per il loro verticalismo estremo e per questo considerate cariche di sacralità46.

Nell’architettura dei monumenti funerari la piramide era anche molto diffusa come copertura delle edicole soprattutto in Italia Settentrionale, come a Sarsina e ad Aquileia, nelle province renane (mausoleo di Poblicius a Colonia) e nel Nord Africa. In quest’ultimo territorio si distinguevano, sulla base del tipo di coronamento due forme: una soluzione più tozza, simile alle piramidi egiziane, come nel mausoleo di Dougga in Tunisia, di Ahbou in Algeria e nella necropoli di Belo nella Spagna meridionale, e un coronamento a punta, simile a un obelisco, come nel mausoleo di Sabratha in Tripolitania47.

44 VON HESBERG 1994, p. 141.

45 Nel 31 a.C. Ottaviano conquistò l’Egitto, trasformandolo in una provincia romana: da questo

momento la cultura egizia iniziò ad influenzare quella italica.

46 VON HESBERG 1994, p. 138. 47 VON HESBERG 1994, p. 142.

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I mausolei a edicola, talvolta definiti mausolei a torre, erano invece tra i più diffusi nelle città italiche del I secolo a.C. Le numerose varianti non rendono possibile definirne una precisa e sistematica classificazione formale; esistono edicole pseudoperiptere, distile o periptere come il mausoleo dei Flavii a

Cillium (Kasserine), a pianta rettangolare,

quadrata o longitudinale come quelli di porta Nocera a Pompei (Fig. 9), su podio o con un basamento a più alzati, come il monumento a quattro piani di Pompeo sulla via Appia, con lo zoccolo rotondo o angolare, monopteri a forma di tholos, come il mausoleo di Cornelius Rufus a Thacia (Henchir Bedji)48, o soluzioni prostile, con

timpani o alzati piramidali e con i più svariati motivi decorativi49.

Tutti questi monumenti avevano comunque in comune lo zoccolo e l’edicola; quest’ultima inquadrava le sculture dei proprietari in modo tale da metterli in risalto per il pubblico. È stato evidenziato come la forma aperta a baldacchino del monoptero era assai rara in quanto le statue, oltre a risultare in posizione poco evidente, finivano per scomparire dietro le colonne, come nel monumento dei Giulii di St-Remy (Fig. 10), nelle necropoli di Aquileia e di Altino50.

Per quanto riguarda lo zoccolo, esso poteva essere levigato, come quello del mausoleo di Bibulo ai piedi del Campidoglio e di Terone ad Agrigento, e arricchito da semicolonne, lesene ioniche o doriche e pilastri51.

48 BENTIVOGLI 2015, p. 2146.

49 VON HESBERG 1994, p. 144; per specifici esempi e approfondimenti rimando all’opera di VON

HESBERG 1994.

50 VON HESBERG 1994, p. 162. 51 VON HESBERG 1994, p. 151.

Figura 9. Mausoleo di Porta Nocera (tratto da VON HESBERG 1994, p. 150).

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I mausolei presentavano esternamente una ricca decorazione con scene figurate, come nel monumento dei Giulii a St. Rémy, sul cui basamento erano riportati episodi di battaglie, o su quello di St-Julien-les-Martigues, dove era illustrata una scena familiare52.

Queste strutture, appartenenti a uno strato sociale elevato, per la loro monumentalità erano visibili anche a distanza e interagivano fortemente con il paesaggio in cui erano inserite, divenendo esse stesse dei veri e propri segnacoli53.

Ne abbiamo diversi esempi nel territorio africano. Qui, i mausolei trovano collocazione in zone rurali quasi sempre in posizione isolate, in cima ad alture, pendii o vaste aree pianeggianti dalle quali era possibile dominare i terreni coltivati a grano e ulivi54. A questo proposito le strutture monumentali svolgevano la funzione di marcatori territoriali, spesso associati a proprietà rurali, ville con annessi frantoi e altre attività produttive. Ciò non significa che non si potessero trovare strutture monumentali lungo le vie extraurbane come

era nel resto dell’Impero, anzi numerose erano le tombe ubicate extra muros55.

Oltre al tumulo e all’edicola a più piani, una terza tipologia di monumento funebre era costituita dagli altari monumentali, posti su alti zoccoli e contenenti la camera sepolcrale, diffusi durante il I secolo a.C. Queste particolari strutture enfatizzavano l’aspetto cultuale della venerazione dei morti elevandone idealmente il ricordo56. Il

modello originale dei mausolei ad altare ebbe diverse varianti nel tempo57 ed una grande diffusione non solo nelle necropoli italiane come a Pompei, ma anche in quelle della Gallia e della penisola iberica. In particolare, a Barcellona, ne è un esempio il mausoleo detto “Torre del Breny”58.

52 VON HESBERG 1994, p. 156.

53 GRIESBACH 2005, p. 2; HERKLOTZ 1985, p. 16. 54 BENTIVOGLI 2015, p. 2144.

55 Namphano, notabile di origine punica, ricorda ai cittadini di Mograwa di aver costruito il proprio

mausoleo in prossimità di una strada (BENTIVOGLI 2015).

56 VON HESBERG 1994, p. 209.

57 Per una dettagliata trasformazione della tipologia tombale presa in considerazione vedi VON

HESBERG 1994, pp. 197-209.

58 FONTANA 2009, p. 28.

Figura 10 monumento funerario dei Giulii (tratto da VON HESBERG 1994, p. 152).

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Tra la fine del periodo repubblicano e l’inizio dell’età imperiale acquisteranno importanza due altri tipi di mausoleo: le statue su colonna e le esedre.

Per quanto riguarda le prime esse prevedevano uno zoccolo al cui interno trovavano posto le urne cinerarie; al di sopra dello zoccolo si ergevano una o più colonne che indicavano con la propria altezza il

quantum o il vertice di virtù raggiunto in vita

dal defunto, la cui statua si innalzava sulla sommità della colonna stessa59. Uno dei primi esempi di questo tipo è il mausoleo di Traiano a Roma (Fig. 11).

Su di uno zoccolo riccamente decorato con bassorilievi di armi, ghirlande e aquile e nel quale vennero poste le urne cinerarie dell’imperatore e di sua moglie, si innalza una colonna dorica alta circa 30m, sulla quale sono rappresentati gli avvenimenti

delle guerre daciche. Sull’apice della colonna, cava all’interno e che dava la possibilità attraverso una scala a chiocciola di raggiungere la cima, si doveva trovare la statua dell’imperatore60.

59 FONTANA 2009, p. 12. 60 VON HESBERG 1994, p. 186.

Figura 11 Colonna di Traiano (tratto da JOHNSON 2009 p. 18).

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Anche le esedre furono utilizzate come elemento monumentale delle strutture funebri. Ne troviamo un esempio nella struttura che si colloca all’ottavo miglio della via Appia o nel mausoleo di Eumachia a porta Nocera a Pompei (Fig. 12-13)61. Quest’ultimo era caratterizzato in facciata da tre nicchie per le statue–ritratto e la parete a esedra era posta su una superficie terrazzata che ospitava altari e sepolture62.

Mentre le tombe a altare continuarono a essere utilizzate fino intorno al II d.C., le esedre rimasero un episodio isolato nelle necropoli di età augustea63.

Un cambiamento sostanziale nel culto dei defunti si ha infatti a partire dal I

secolo d.C. Con lo stabilizzarsi del sistema di potere augusteo si consolidarono nuovi valori e i monumenti funerari costruiti con sfarzo finirono per perdere il loro significato come mezzo di autorappresentazione64.

Il culto funebre si fece sempre più privato con la realizzazione di recinti entro cui venivano svolti i riti per il defunto65. Non si impone quindi più ai passanti la

testimonianza dei successi riscossi in vita, ma ci si raccoglie tra i famigliari e gli amici

61 VON HESBERG 1994, p. 190. 62 VON HESBERG 1994, p. 190. 63 VON HESBERG 1994, p. 196. 64 VON HESBERG 1994, p. 50.

65 Già il mausoleo di Cestio presentava il recinto.

Figura 13. Tomba a esedra di Eumachia (tratto da VON HESBERG 1994, p. 192).

Figura 12 Roma, via Appia, tomba a esedra (tratto da VON HESBERG 1994, p. 191).

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periodicamente per continuare a vivere in intimità con loro66. Rinvenimenti

archeologici di questo tipo sono stati fatti, oltre che a Roma, nelle necropoli della penisola italica centro settentrionale come a Boretto (Reggio Emilia), a Verona, ad Aquileia e a Brescello67.

I mausolei così vennero costruiti in posizioni appartate con una forte chiusura introspettiva del culto del defunto, portando l’apparato figurativo dalla facciata all’interno delle camere sepolcrali68.

Qui, oltre alle statue si trovavano urne e sarcofagi che con la loro ricca decorazione ad alto rilievo eroicizzavano defunti e congiunti innalzando entrambi alle altezze dei grandi personaggi del mito69. Gli inizi di questo cambiamento di pensiero si riscontrano già nel periodo augusteo quando i tumuli sepolcrali racchiusero sale con cupole a cassettoni, come nel mausoleo a tumulo di Virgilio vicino Napoli (Fig. 14)70.

Il II/III secolo d.C. è una fase nella quale vediamo il diffondersi di costruzioni monumentali in laterizio assieme ad un’ampia diffusione dei

sarcofagi71. Il motivo principale di questo cambiamento deve essere ricercato nella volontà di concentrare le spese nelle decorazioni dell’interno e dall’altra nel diffondersi dell’inumazione, che dal II d.C. prende il sopravvento sull’incinerazione72.

66 FONTANA 2009, p. 13. 67 FONTANA 2009, p. 13. 68 VON HESBERG 1994, p. 54. 69 FONTANA 2009, p. 15. 70 VON HESBERG 1994, p. 54. 71 VON HESBERG 1994, p. 55. 72 ROSSETTI 2017, p. 81.

Figura 14 Mausoleo di Virgilio (tratto da

https://www.wikiwand.com/it/Parco_Vergiliano_a_Piedigrot ta).

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Notiamo così come i mausolei di questa fase fossero caratterizzati da una sorta di uniformità esterna, mentre all’interno trovano ampio spazio il lusso e la varietà della decorazione (pavimenti in mosaico, pareti e soffitti dipinti, stucchi)73; non a caso intorno al II secolo d.C. prevalsero recinti monumentali rivestiti di stucchi tanto alti da nascondere allo sguardo dell’osservatore il monumento retrostante74.

Tra il II e il III secolo d.C. notiamo inoltre uno stretto rapporto tra i mausolei e le residenze rurali, legame che si accentua nella Tarda Antichità75. Molti studiosi affermano che questa forte relazione topografica, testimonia il nesso sentimentale fra morti e superstiti alimentando una forte devozione della figura del defunto attuata sia dai parenti e proprietari delle residenze sia da coloro che frequentavano la proprietà76. Numerosi sono gli esempi che attestano questo collegamento tra mausolei e ville. Ce lo testimoniano alcuni casi della penisola iberica come nella villa di Los Castillejos a Lacimurga, la villa di Odrinhas (IV secolo d.C.) o la villa di Quinta do Marina, nei pressi di Alhao in Algarve, abitata dal I d.C. al V secolo d.C. La villa era costituita da un settore residenziale, una pars rustica e un balneum77. All’interno di questo

complesso è stata trovata una struttura su podio circondato da portico interpretata inizialmente come tempio e successivamente come un mausoleo della seconda metà del III secolo d.C. Nella regione della Meseta, all’interno della villa di Carronque, è stata trovata una struttura su podio con cella quadrangolare e con il lato di fondo absidato. L’edificio, risalente al IV secolo d.C., è stato interpretato come un mausoleo in quanto vi furono rinvenuti vari frammenti di sarcofagi tardoromani78. L’idea di circondare questi edifici con una peristasi deriverebbe molto probabilmente da modelli imperiali come è possibile infatti osservare nel mausoleo di Massenzio, di Galerio a Gamzigrad o nel mausoleo di Diocleziano a Spalato79. Anche in Britannia sono stati trovati mausolei riferiti a residenze rurali80. Rimane comunque non univoca l’interpretazione di queste strutture, che secondo alcuni studiosi non sarebbero mausolei, ma templi81. 73 VON HESBERG 1994, p. 57. 74 VON HESBERG 1994, p. 76. 75 GRIESBACH 2005, p. 6; SFAMENI 2014, p. 97. 76 GRIESBACH 2005, p. 5. 77 SFAMENI 2014, p. 82. 78 SFAMENI 2014, p. 85. 79 SFAMENI 2014, p. 86.

80 Villa di Chedworth, villa di Darent nel Kent, villa di Lullingstone. 81 Per la questione vedi SFAMENI 2014.

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Il periodo che va dal III secolo al IV secolo d.C. vede la costruzione di grandi mausolei a cupola riservati a imperatori, ai loro diretti discendenti e ai membri dell’aristocrazia senatoria, come il mausoleo detto “Tor de’ Schiavi” o quello individuato nella struttura originaria della cappella di S. Aquilino nel complesso milanese di S. Lorenzo82. Essi erano dei veri e propri templi dinastici, generalmente in diretta connessione con i palazzi imperiali e destinati a commemorare il defunto con il tributo degli onori divini83. A questo riguardo Alfred Frazer ha ipotizzato che la vicinanza tra il mausoleo e il palazzo aveva a che fare con l’idea che le fatiche terrene dell’imperatore, attuate nel palazzo, gli avevano fatto guadagnare la divinizzazione, rappresentata dal mausoleo84.

Già in epoca precedente esistevano tombe a tempio85, ma esse servivano solo come luogo di sepoltura dove inserire urne e più tardi sarcofagi. I mausolei di questa epoca, dotati di grandi cupole, permisero di creare un ampio spazio coperto dove svolgere cerimonie alla presenza di un vasto pubblico86. Le grandi sale che si andarono a realizzare divennero così dei veri e propri saloni per feste che prendevano a modello le architetture dei palazzi: in esse i defunti erano collocati nelle nicchie perimetrali o nei cunicoli del podio87. Lo spazio interno dei mausolei pagani, infatti, era suddiviso

in due grandi sale poste su due livelli diversi: quella inferiore destinata ai morti mentre quella superiore, di solito più rappresentativa e più decorata, destinata alle riunioni di culto funerario88.

82 TORTORELLA 2010, p. 141; JOHNSON 2009, p. 166. Il Mausoleo milanese viene interpretato come

la sepoltura degli imperatori Graziano e Valentiniano II, morti rispettivamente nel 383 e nel 392.

83 HILLENBRAND 1997, s.v. Mausoleo. 84 FRAZER 1966, p. 388.

85 FONTANA 2009 e VON HESBERG 1994, pp. 209-221. 86 VON HESBERG 1994, p. 69.

87 VON HESBERG 1994, p. 69. 88 JASTRZEBOWSKA 2006, p. 46.

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Oltre ai mausolei circolari, i cui spazi interni in quest’epoca acquisirono una nuova dimensione e una nuova monumentalità, si svilupparono quelli con una sala rotonda e grandi nicchie semicircolari attigue, come nel caso del mausoleo dei Calvenzi o in quello a San Cesareo, la cui forma viene detta a tricora (Fig. 15).

All’interno della grande camera voltata poteva trovarsi del mobilio, come tavoli e troni utili nello svolgimento dei rituali.

Durante il periodo preso in considerazione i mausolei a pianta centrale su podio erano comunque quelli più diffusi89. Essi si ricollegano nella struttura direttamente al

Pantheon e presentano un alto podio quadrato con un vestibolo costituito da una facciata a colonne coronata da un frontone. È il caso del mausoleo ottagonale di Diocleziano a Spalato, del mausoleo di Galerio a Tessalonica, di quello di Massimiano a Milano o del mausoleo di Massenzio, risalente agli anni 308-312 e destinato all’imperatore e alla sua famiglia (Fig. 16).

89 VON HESBERG 1994, p. 221.

Figura 15 Roma, via Appia, tomba a San Cesareo (tratto da VON HESBERG 1994, p. 226).

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Il mausoleo fa parte di un complesso residenziale collocato sulla via Appia che comprendeva anche una villa e un circo. La struttura (Fig. 17), circondata da un grande recinto bordato da portici, è stata realizzata in

prevalenza in opus vittatum mentre l’opus

testaceum, solitamente in uso negli edifici

simili sia anteriori che posteriori, fu impiegato solo per le parti più critiche dal punto di vista statico90. Ad oggi quello che rimane è un grande complesso caratterizzato soltanto dalla camera inferiore con un grande pilone al centro e 7 nicchie semicircolari e rettangolari disposte in alternanza. In facciata era caratterizzato da un podio rettangolare con

un pronao, preceduto da una ampia scalinata. Originariamente la struttura aveva una camera superiore sormontata da una cupola che oggi non è più visibile, così come il pronao91.

Il legame tra palazzo o villa e mausoleo ricorre molto spesso in questo periodo e per questo si è ipotizzato che nelle strutture adiacenti a quelle funerarie, come nel circo del complesso massenziano e nel tempio di Giove nei pressi del mausoleo di Diocleziano, si allestissero giochi e processioni in onore del defunto92.

90 JASTRZEBOWSKA 2006, p. 42. 91 JASTRZEBOWSKA 2006, p. 42. 92 VON HESBERG 1994, p. 225.

Figura 16. Ricostruzione mausoleo di Massenzio (tratto da RASCH 1984, TAV. 84).

Figura 17 Mausoleo di Massenzio (tratto da JOHNSON, 2009, p. 88).

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A proposito del mausoleo di Diocleziano, esso fa parte del grande complesso residenziale che l’imperatore si era fatto costruire a Spalato dopo la sua abdicazione. Qui fu infatti eretto in pochi anni un palazzo di enormi dimensioni, costruito a imitazione di un castrum, con cinta murarie, torrioni e vie colonnate (Fig. 18)93.

Figura 18. Spalato, palazzo di Diocleziano (tratto da LO MONACO 2016, p. 257).

Il mausoleo si colloca nella zona sud del palazzo, circondato da un temenos e allineato assialmente a un tempietto rettangolare dedicato a Giove94. Si tratta dell’unico mausoleo imperiale pagano sopravvissuto intatto fino a noi: presenta una pianta esterna ottagonale, poggiante su un podio anch’esso ottagonale su cui si staglia un colonnato95. Questo doveva sorreggere un tetto tegolato a doppio spiovente poggiante

93 LO MONACO 2016, p. 257. 94 JOHNSON 2009, p. 59.

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su una trabeazione orizzontale. Il mausoleo esternamente presentava un solo motivo decorativo posto sul cornicione e caratterizzato da foglie di acanto stilizzato96.

Internamente (Fig. 19) si aveva la tipica suddivisione in due ambienti dei mausolei pagani: inferiormente la

cripta, che doveva ospitare il sarcofago del

proprietario, e

superiormente il salone per le feste di commemorazione, che si presentava molto più decorato e articolato rispetto all’esterno. In questo ambiente, di pianta circolare con 7 nicchie in alternanza

rettangolari e semicircolari, si hanno due ordini di colonne che sorreggono una trabeazione97. Gli elementi decorativi rinvenuti, tra i quali si segnalano un Hermes

Psychopompos, una divinità che portava i defunti nell’Ade, e dei putti che sorreggono

delle ghirlande, confermano la funzione funeraria del complesso98.

La pianta ottagonale ricorre anche nel mausoleo a San Vittore a Milano (Fig. 20). Purtroppo nel 1576 l’edificio, a cui era stata parzialmente addossata una chiesa trasformandosi in una cappella dedicata a San Gregorio, è stato completamente raso al suolo fino alle fondamenta, ma scavi attuati nel 2019 hanno potuto offrire nuovi dati importanti che, anche se preliminari, possono farci capire la planimetria dell’edificio monumentale99.

Tramite una porta, posta a sud-ovest, si accedeva all’interno del mausoleo, dove si potevano trovare delle nicchie semicircolari e rettangolari poste in alternanza; la

96 JOHNSON 2009, p. 62. 97 JOHNSON 2009, p. 64. 98 JOHNSON 2009, p. 60.

99 FEDELI, SEDINI 2020, pp. 52-53.

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struttura era inserita all’interno di una grande cinta muraria che non aveva funzione militare, ma doveva essere intesa come un grande temenos100.

Figura 20. Mausoleo di Massimiano e Chiesa di San Vittore (tratto da JOHNSON, 2009, p.71).

Non sappiamo molto di come fosse decorato al suo interno. Grazie a una fonte della fine del XV secolo, è possibile affermare comunque che l’edificio era caratterizzato da mosaici e opus sectile101. La mole del monumento e i suoi apparati decorativi hanno fatto ipotizzare che fosse stato costruito per ospitare le spoglie dell’imperatore Massimiano morto nel 310 in seguito al suo tentativo di rovesciare Costantino102. La collocazione dei mausolei in contesti cerimoniali portò, a partire dall’età costantiniana, alla creazione di uno stretto legame tra questi monumenti funerari e le chiese, legame che fu amplificato con il diffondersi delle così dette sepolture ad

Sanctos. In generale quindi i mausolei di IV secolo d.C. sono edifici non autonomi,

ma collegati a un complesso più grande come il caso del mausoleo di Elena, la madre

100 FEDELI, SEDINI 2020, p. 58; l’edificio si pone in pianta molto simile al mausoleo che si colloca

nel complesso di San Lorenzo, attuale cappella di Sant’Aquilino (JOHNSON 2009, p. 72).

101 JOHNSON 2009, p. 73. 102 JOHNSON 2009, p. 75.

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di Costantino, presso la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro o il mausoleo di Costantina, figlia di Costantino, presso la chiesa di Sant’Agnese103.

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3. I mausolei in età Tardoantica

A partire dall’età costantiniana, durante la quale venne promulgato l’editto di tolleranza verso la religione cristiana (313 d.C.), l’antica capitale dell’Impero con il territorio annesso si era trasformata nella città degli apostoli e dei martiri104.

Nonostante che già dalla seconda metà del III secolo d.C. il cristianesimo fosse già diffuso, come suggeriscono anche la diffusione dei nuovi edifici religiosi e delle decorazioni a carattere cristiano all’interno delle sepolture105, ancora tra IV e V secolo

possiamo osservare come fosse vivo il culto dei morti e non esaurito l’impiego di mausolei familiari o comunque realizzati secondo l’uso pagano106. All’intero delle

catacombe e dei cimiteri cristiani sono state, infatti, rinvenute tracce archeologiche di

cathedrae e mensae che testimoniano come gli aderenti alla nuova fede considerarono,

come nel passato, la tomba al centro dei riti107. Ne abbiamo alcuni esempi nell’area compresa tra la penisola iberica, il Nord Africa e la Sardegna dove sono ancora diffusi i tumuli forniti di mense in muratura o di marmo, con condotti per le libagioni funzionali proprio ai pasti funebri108. Questi banchetti si innestavano nella tradizione pagana dei refrigeria, contro cui si scagliarono le autorità ecclesiastiche cristiane. Ne abbiamo diverse testimonianze. Il vescovo di Ippona rimproverò i cristiani della sua città di aver fatto della sua chiesa un luogo di banchetto109. Ambrogio stesso ricorda

come la sua stessa madre fosse ancora legata a questa pratica pagana: “Un giorno mia madre, secondo un'abitudine che aveva in Africa, si recò a portare sulle tombe dei santi una farinata, del pane e del vino. Respinta dal custode, appena seppe che c'era un divieto del vescovo, lo accettò con tale devozione e ubbidienza da stupire me stesso al vedere la facilità con cui condannava la propria consuetudine anziché discutere la proibizione del vescovo” (Confessiones, VI, 2, 2).

Si iniziò così a trasferire ogni culto nelle chiese. Già Monica, la madre di Agostino, voleva essere ricordata, indipendentemente da dove fosse collocato il suo corpo, solo sull’altare110. Ad accentuare ulteriormente la trasformazione delle vecchie usanze fu

l’uso, a partire dal IV secolo d.C., di declamare il Memento, una preghiera in favore

104 Per informazioni inerenti allo sviluppo monumentale attuato da Costantino a Roma vedi SPERA

2016, con ampia bibliografia.

105 SPERA 2003, p. 26. 106 HILLENBRAND 1997, s.v. Mausoleo. 107 HERKLOTZ 1985, p. 15. 108 STASOLLA 2002a, pp. 501-502. 109 HERKLOTZ 1985, p. 22. 110 HERKLOTZ 1985, p. 23.

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dei defunti, seguita dalla lettura pubblica dei loro nomi111. Ciò significò un

cambiamento del ruolo della tomba. Essa che nel passato aveva giocato un ruolo fondamentale nel ricordare il defunto ed era stata per secoli al centro del culto dei morti, passò indubbiamente in secondo piano: divenne più importante, per la commemorazione del defunto, la liturgia comune112. Come abbiamo visto precedentemente i mausolei pagani erano suddivisi in due ambienti: quello inferiore utilizzato per ospitare i defunti e quello superiore per le riunioni di culto. Con l’avvicinamento dei mausolei alle chiese, i primi persero quest’ultimo ambiente che passò di competenza alla chiesa113. Inoltre, secondo la concezione del tempo, dettata da Sant’Agostino, si riteneva lo sfoggio dei funerali e uno sfarzoso mausoleo una delle vanità dell’uomo. Il vero fedele infatti si doveva preoccupare solo della cura dell’anima e non del luogo che avrebbe conservato il corpo114.

Il monumento funebre fu anzi ritenuto un pericolo per la salvezza dell’anima115: al più

tardi del V secolo d.C., così il sepolcro perse significato sia come luogo di culto che come luogo di memoria116.

Tendenza specificatamente cristiana fu la sepoltura ad Sanctos la quale doveva collocarsi il più vicina possibile ai resti del santo, posto generalmente sotto l’altare. Gli edifici che si andarono a sviluppare sopra le tombe dei Santi furono le basiliche funerarie, il cui spazio interno era intensamente gerarchizzato in relazione al rango sociale dei destinatari delle tombe117. In particolar modo questi edifici non erano

propriamente chiese, cioè luoghi di predicazione e di attività comunitarie, ma erano cimiteri monumentali, attrezzati per i riti di commemorazione dei defunti118. La loro forma riprendeva un edificio specificatamente pagano cioè quella dei circi

deambulationes delle villae: un corpo longitudinale terminante con una grande

abside119. La derivazione del modello è offerta non solo dall’orientamento ad Ovest dell’asse maggiore, ma anche dalla strana obliquità (circa 5° rispetto all’asse delle

111 HERKLOTZ 1985, p. 23. 112 HERKLOTZ 1985, p. 24. 113 JASTRZEBOWSKA 2006, p. 46.

114 HERKLOTZ 1985, p. 26. Secondo Sant’Agostino il sepolcro lussuoso non è un male solo perché

opera di vanità, ma anche perché trattiene il compiersi di un’azione benevola. Stessa visione ha Basilio Magno il quale critica severamente il lusso nelle sepolture, riprendendo quanto già Cicerone aveva rivolto ai mausolei del suo tempo.

115 HILLENBRAND 1997, s.v. Mausoleo. 116 HERKLOTZ 1985, p. 32.

117 FIOCCHI NICOLAI 2003, p. 929.

118 DELOGU 2011, p. 14; DE BLAAW 2010, p. 39. 119 TORELLI 1992, p. 207.

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basiliche) del lato corto delle basiliche; questo infatti ripropone fedelmente l’inclinazione dei carceres del circo120. Oltre a ciò le basiliche circiformi, intese come

luoghi di pace e pacificazione121, richiamavano i luoghi collegati ai rituali del cerimoniale imperiale122. Recentemente è stato notato come all’interno delle basiliche funerarie la presenza di deambulatori non solo serviva per ampliare lo spazio delle sepolture e favorire il collegamento fra chiesa e mausolei esterni, ma anche per le processioni dei pellegrini, risolvendo di conseguenza un problema di “traffico” interno123.

La pratica della sepoltura ad Sanctos determinò un’attrazione verso i luoghi di sepoltura dei martiri anche dei mausolei che, sottolineando il ruolo evergetico dei loro possessori, appartenevano a imperatori, a membri della sua famiglia o a aristocratici124. Emblematico è il caso del mausoleo di Costantina, figlia di Costantino, presso la chiesa circiforme di Sant’Agnese o il mausoleo di Elena, la madre di Costantino, presso la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro. Quest’ultimo presenta una pianta rotonda con un tamburo cilindrico articolato nella parte inferiore da nicchie semicircolari e rettangolari e nella parte superiore da finestroni che lo accomunano agli edifici a pianta centrale delle terme e delle ville125. Il sarcofago della madre di Costantino, in porfido

e raffigurante scene di vittoria sui barbari, era posto nella nicchia rettangolare sud-est, più ampia rispetto alle altre. Il mausoleo (Fig. 21), orientato nord-ovest/sud-est, era inoltre collegato alla basilica di San Marcellino e Pietro attraverso un atrio in modo da fare della sepoltura imperiale un annesso della basilica funeraria126.

120 TORELLI 1992, p. 208. 121 BARTOLOMEI 2011, p.40. 122 DE BLAAUW, SPERA 2015, p. 68.

123 PIVA 2012, p. 87; BRANDENBURG 2004a, p. 90; KRAUTHEIMER 1969, p. 52. 124 LUCIANO 2015, p. 97; SPERA 2012, p. 42; AMODIO 2014, pp. 148-149. 125 VENDITTELLI 2011, p. 30.

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Figura 21. Mausoleo di Sant'Elena e Basilica di San Marcellino e Pietro (tratto da JOHNSON 2009, p. 111).

In particolar modo il mausoleo di Elena risulta essere l’anello di congiunzione tra la tradizione funeraria pagana e quella cristiana, dal momento che è considerato il primo ad essere realizzato per un membro della famiglia imperiale convertitosi alla nuova fede127.

Un altro mausoleo, quello di Costantina (Fig. 22), trasformato in chiesa con il nome di Santa Costanza nel VII secolo, è localizzato sulla via Nomentana. Costantina scelse come luogo della sua sepoltura questo sito soprattutto per la presenza di catacombe cristiane collegate alla tomba della martire Agnese128.

Figura 221. Mausoleo di Santa Costanza e basilica di Sant'Agnese (tratto da JOHNSON 2009, p. 140).

127 MARSILI 2012, p. 34.

128 JOHNSON 2009, p. 140; all’interno del mausoleo fu sepolta anche la sorella di Costantina, Elena,

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Recenti scavi hanno permesso di osservare come la tomba monumentale si sia impostata su una struttura precedente di forma triconca identificata come un ambiente di una villa rustica del primo periodo imperiale, livellata per la costruzione della medesima tomba129. Il mausoleo, oltre che dal vestibolo di forma ellittica che lo collegava alla basilica, è caratterizzato da una pianta circolare con 16 nicchie semicircolari e rettangolari alternate e da 12 coppie di colonne che sorreggono la cupola creando un ampio deambulatorio. Il mausoleo presenta inoltre finestre a feritoie e grandi finestroni che permettono alla luce di illuminare l’interno130. L’assenza di una cripta, come nel resto dei mausolei di questo periodo, ha fatto supporre che il grande sarcofago in porfido di Costantina, raffigurante girali e tralci di vite all'interno dei quali compaiono eroti intenti nella vendemmia, fosse collocato in una delle grandi nicchie o davanti a una di esse131. A testimoniare l’usanza di collocare i sarcofagi all’interno delle nicchie abbiamo numerose fonti e rinvenimenti archeologici. Esempio interessante a questo proposito è il mausoleo che si colloca sulla via Appia, conosciuto con il nome “Berretta del Prete” (Fig. 23).

Figura 222 Mausoleo detto "Berretta del prete" (tratto da http://www.parcoarcheologicoappiaantica.it/wp-content/uploads/2018/06/dsc3423-berretta-prete.jpg).

129 JOHNSON 2009, p. 141. 130 JOHNSON 2009, p. 144. 131 JOHNSON 2009, p. 153.

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All’interno dell’edificio, risalente al III-IV secolo per la tecnica muraria in opera listata, sono stati infatti rinvenuti sarcofagi in pietra incastonati nelle nicchie rettangolari e semicircolari (Fig. 24)132. Per quanto riguarda le decorazioni, si può osservare come dall’età costantiniana il rivestimento musivo policromo nelle cupole dei mausolei diventa sempre più frequente, mentre sulle pareti permane la decorazione in opus sectile133. In

particolar modo entra in uso la tessera in lamina d’oro che avrà un grande successo per tutto il periodo paleocristiano, bizantino e medievale nella decorazione dei catini absidali e degli edifici di culto134.

Ritornando alla pratica delle sepolture ad Sanctos, due furono i motivi principali del loro successo: la speranza che la vicinanza dei resti mortali sulla terra si riflettesse in quella delle anime nel mondo ultraterreno, e l’aspirazione ad una resurrezione comune135. Molti sono gli esempi che testimoniano questa pratica. Possiamo citare uno dei più noti, la basilica circiforme Apostolorum a Roma, attuale San Sebastiano con adiacenti ben 25 mausolei136 (Fig. 25) di particolare rilievo monumentale e a pianta absidata o polilobate137.

132 PANCOTTI 2010, p. 204; JOHNSON, 2009, p. 178. 133 TORTORELLA 2010, p. 136.

134 GUIDOBALDI 2016, p. 469.

135 HERKLOTZ 1985, p. 28; FIOCCHI NICOLAI 2003, pp. 928-929.

136 NUZZO 2016, p. 717; SPERA 2003, p. 32; NIEDDU 2009, p. 399; Essi si sviluppano sul lato nord

e sul lato sud.

137 SPERA 1999, p. 395; JASTRZEBOWSKA 2002, p. 1143-1144.

Figura 223 Interno del mausoleo detto "Berretta del Prete" (tratto da JOHNSON 2009, p. 178).

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Figura 224. Roma, Via Appia, San Sebastiano con mausolei (tratto da JASTRZEBOWSKA 2002, p. 1144).

Abbiamo altri esempi nella necropoli di Nola la quale, con la sepoltura di S. Felice nei primi anni del IV secolo, si dota non solo di una basilica funeraria, ma anche di ben nove mausolei che aumentarono negli anni seguenti (Fig. 26)138. La presenza della tomba del Santo fece infatti da propulsore per lo sviluppo e la frequentazione della necropoli.

Figura 225. Basilica funeraria di Nola con i mausolei ad Sanctos (tratto da EBANISTA 2006, p. 50).

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Stessa cosa è possibile vedere nel cimitero di Manastirine a Salona dove un recinto di dimensioni abbastanza grandi (17mx22m) ospitò i sepolcri di S. Domnio, dei “Cinque Martiri” e forse quello dei martiri Settimio o Venanzio. Al recinto si addossarono tra il 320 e il 360 una serie di mausolei absidati e di esedre funerarie (Fig. 27)139.

Figura 226 Pianta del cimitero di Manastirine (Salona) intorno alla metà del IV secolo (tratto da FIOCCHI NICOLAI 2016, p. 654).

Emblematico è anche il caso di San Severo, un vescovo di Ravenna che visse intorno al IV secolo (Fig. 28). Dopo la

sua morte fu sepolto a Classe nei pressi di un mausoleo del proprietario di una grande villa. Alla fine del VI secolo l’area fu monumentalizzata costruendo accanto al mausoleo una grande basilica dove fu posto il corpo traslato di San Severo140. Il mausoleo e la basilica diventeranno così l’origine di un grande cimitero che rimarrà in uso per tutto il medioevo.

139 FIOCCHI NICOLAI 2016, p. 624. 140 AUGENTI 2016, p. 206.

Figura 227. Classe, Basilica di San Severo (tratto da AUGENTI 2016, p. 206).

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L’uso di seppellire all’interno e nei pressi delle nuove chiese erette in onore dei martiri nelle diverse località dell’Impero è probabile che rispondesse alla nuova concezione della morte dei cristiani che prevedeva il conforto dei defunti con la preghiera e la celebrazione eucaristica141. Oltre a ciò la decisione di farsi seppellire in uno spazio comunitario, quale la basilica funeraria, rinunciando all’autorappresentazione tramite il singolo edificio sepolcrale, portò gli edifici funerari a slegarsi dai luoghi vicini alle grandi strade di transito142. A Roma la maggior parte dei cimiteri cristiani del IV secolo infatti occupano principalmente aree lontane dalla grande viabilità e zone vicino alle mura.

Interessante inoltre in quest’epoca è il diverso modo di approcciarsi al defunto; mentre nel mondo pagano si aveva una sorta di repulsione nei confronti del cadavere, con una differenziazione degli spazi deputati alle cerimonie funerarie e dei morti, a partire da papa Damaso (366-384) i credenti si avvicinarono ai sepolcri, poterono toccarli ed entrare in comunione con le reliquie143. Papa Damaso, promuovendo una modifica della configurazione delle tombe martiriali, avviò una regolare e organizzata valorizzazione dei loro sepolcri arricchendoli e monumentalizzandoli con strutture architettoniche e iscrizioni commemorative144. La promozione del culto dei santi

attuata dal pontefice portò così un vero e proprio rilancio del culto dei santi locali incrementando il flusso di fedeli verso le tombe145.

Lo status del defunto fu allora veicolato attraverso l’uso di temi figurativi cristiani e iscrizioni collocate sulle pareti della tomba o nei sarcofagi146. La stessa tomba, secondo Agostino e Gregorio Magno, rappresentava un utile mezzo per esortare e incitare i fedeli alla preghiera per i defunti147. Secondo la nuova comunità, infatti, questa poteva essere l’unica funzione della tomba. Oltre a ciò, a Gregorio Magno è attribuita una innovazione architettonica destinata a eliminare alla fine del VI secolo le continue interruzioni delle cerimonie provocate dal grande flusso di pellegrini in San Pietro: la cripta, che rilegherà sotto il presbiterio lo spazio delle reliquie dei santi, riproduce un modello tipico dei mausolei. Nella cripta, infatti, si potevano trovare i sarcofagi, anche

141 FIOCCHI NICOLAI 2016, p. 635-636. 142 FIOCCHI NICOLAI 2003, p. 933.

143 LUCIANO 2015, p. 99; FIOCCHI NICOLAI 2003, p. 934; la nuova concezione della morte creata

dal cristianesimo risultò determinante nell’avvicinare i vivi allo spazio dei morti.

144 DE BLAAUW, SPERA 2015, p. 80; per informazioni più approfondite sulle azioni svolte nelle

necropoli da papa Damaso vedi SPERA, 2012.

145 FIOCCHI NICOLAI 2000, p. 360; KINNEY 2010, p. 67. 146 HERKLOTZ 1985, p. 37.

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di reimpiego, che contenevano le spoglie dei santi apostoli e martiri, mentre nella parte superiore, sull’altare, essi venivano ricordati e commemorati148.

È stato notato come nel medesimo periodo, oltre ai mausolei a pianta centrale, si diffondono anche dei mausolei a pianta basilicale. Questi, si presentavano come una vera e propria basilica, caratterizzata da navate e da absidi. Purtroppo, abbiamo pochi esempi di questo tipo di strutture: il mausoleo di Sesto Petronio Probo Anicio, fatto costruire da sua moglie poco dopo il 390 all’apice dell’abside di San Pietro in Vaticano e il mausoleo di Giulio Pisone, collocato a Makhtar in Nord Africa e databile al III secolo d.C.

Il primo (Fig. 29), purtroppo, è stato distrutto durante le operazioni di costruzione della nuova San Pietro, presumibilmente iniziata nel 1452, da parte di Nicola V149. Grazie però a Maffeo Vegio, che vide l’edificio prima di essere abbattuto, e a Tiberio Alferano150 possiamo ricostruirne la pianta: la struttura era una minuscola basilica a tre navate separate le une dalle altre da due file di supporti; un’abside era presente al termine della navata centrale e due ingressi su entrambi i lati davano accesso all’edificio151.

148 SKUBISZEWSKI 1995, p. 20; PEROGALLI 1974, p. 268. 149 KRAUTHEIMER 1964, p. 173.

150 Tiberio Alferano fu uno storico conosciuto per i suoi studi su San Pietro. Nel 1559 creerà la pianta

della Basilica maggiore dove inserirà anche la pianta del mausoleo. Dal momento che è stata creata più di un secolo dopo la distruzione del mausoleo sotto Niccolò V, la sua affidabilità è stata messa in discussione da molti studiosi. Krautheimer al contrario lo reputa degno di fiducia per varie ragioni (per informazioni riguardanti la vicenda vedi KRAUTHEIMER 1964, p. 174).

151 KRAUTHEIMER 1964, p. 174; Maffeo Vegio si limitò a descrivere in maniera sommaria l’edificio

(viene indicato come un nobile tempio, gravemente trascurato, ma sostenuto da molti supporti) in quanto, essendo umanista, si concentrò sulle iscrizioni che trovò al suo interno e che riconducono al nome di Probo Anicio (KRAUTHEIMER 1964).

Figura 29. Pianta della Basilica Vaticana di T. Alferano (tratto da HERKLOTZ 1985, p. 87).

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Il mausoleo di Giulio Pisone (Fig. 30) è stato individuato durante una campagna di scavo effettuata nel 1944. Il mausoleo fu costruito, secondo le iscrizioni, in onore di Giulio Pisone e di sua figlia, le cui statue poste in una nicchia decorate con conchiglie dovevano abbellire la facciata dell’edificio. L’edificio funerario che ospita le tombe dei due personaggi si presenta come una vera basilica cristiana con tre navate scandite da colonne e da un’abside (17x8m)152.

La presenza di un pozzo

ricavato all’interno

dell’abside e di un altare all’entrata, circondato da quattro colonnine, hanno fatto supporre che l’edificio fosse utilizzato per le riunioni di un collegio funerario per commemorare i defunti153. Con il progredire della conversione alla nuova religione cristiana, il mausoleo fu trasformato in una basilica e privato di tutto ciò che ricordava troppo da vicino l’antica religione154.

Con il V secolo i grandi mausolei a pianta centrale, che si erano diffusi dall’epoca di Augusto e che avevano trovato una nuova ascesa proprio nel IV secolo, incominciarono a farsi più rari. Lo stesso successe, per quanto riguarda Roma, ai sarcofagi e arcosoli155, che si diffusero soprattutto in ambito catacombale , dove furono destinati ad uno o più inumati e si arricchirono di una incorniciatura architettonica che ritroveremo nelle successive tombe a muro156.

Gli antichi sepolcri furono così dimenticati o reimpiegati con altri fini. È il caso del mausoleo di Onorio in San Pietro che fu trasformato in musileus beatae Petronillae in

152 CHARLES-PICARD 1945, p. 187. 153 CHARLES-PICARD 1945, p. 194. 154 CHARLES-PICARD 1945, p. 206.

155 Gli arcosoli sono costituiti da un’area sepolcrale incassata nella parete dove veniva collocato il

defunto e sormontata da una nicchia.

156 HERKLOTZ 1985, pp. 143-144.

Figura 30. Mausoleo di Giulio Pisone (tratto da CHARLES-PICARD 1945, p. 186).

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quanto vi furono traslate delle reliquie di S. Petronilla intorno alle metà del VIII secolo d.C. o del mausoleo di Adriano che durante le guerre greco gotiche fu trasformato in una fortezza (attuale Castel Sant’Angelo; Fig. 31)157.

Figura 31. Mausoleo di Adriano (attuale Castel Sant'Angelo).

Spesso gli edifici sepolcrali furono trasformati in chiese e cappelle funerarie che nel corso del Medioevo divennero più diffuse dei mausolei158. Possiamo citare alcuni esempi:

- il Mausoleo di Diocleziano a Spalato, che intorno al VII secolo fu trasformato in una chiesa inizialmente dedicata alla Vergine e poi dedicata a San Domno (nello stesso complesso residenziale il tempio dedicato a Giove fu trasformato in battistero)159; - il mausoleo di Nymphius nel sito di Valentine, risalente al IV secolo, che nel VI secolo divenne chiesa;

- a Mansegur (Gironde) e a Tavers (Orleans) nel VI secolo un mausoleo fu abbattuto e sostituito da un edificio di culto con la stessa pianta del sepolcro, ma con aggiunta di un’abside160;

- nella Penisola Iberica abbiamo i casi dei mausolei della villa di Milreau (IV secolo d.C.) e della villa di São Cucufate, che furono trasformati in edificio di culto cristiano; stessa cosa successe a La Alberca (Murcia), Las Vegas de Pedraza (Segovia), Milreu

157 JOHNSON 2009, p. 168; HERKLOTZ 1985, p. 38. 158 HILLENBRAND 1997, s.v. Mausoleo.

159 JOHNSON 2009, p. 59: il mausoleo è l’attuale cattedrale di Spalato. 160 CHAVARRIA ARNAU 2007, p. 137-138.

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(Estoi Portogallo) e La Cocosa (Badajaz). In quest’ultimo caso la struttura presentava una pianta esterna rettangolare e interna triabsidata che tra il VI-VII secolo fu inglobata in una serie di strutture più ampie tra le quali è stato individuato un battistero161. Molti studiosi a proposito degli edifici ecclesiastici a pianta centrale destinati alla liturgia battesimale ritengono che si ispirino proprio alle forme dei mausolei162. In particolar modo Thayer insiste sul confronto tra la pianta centrale dei battisteri, in particolar modo quello lateranense, e quella dei mausolei imperiali163. Rimanendo sempre nella penisola iberica è da citare il mausoleo di Centcelles nei pressi di Tarragona (Fig. 32). Secondo gli studiosi esso nasce come ambiente termale di una villa, ma in corso d’opera fu trasformato in mausoleo164. Era costituito da due

ambienti: una cripta sotterranea, a sua volta posta sopra un piccolo ambiente rettangolare a cui si accedeva tramite una stretta scala, e un ambiente superiore a pianta circolare con nicchie semicircolari, coperto con una cupola di 10,7 m di diametro ed 12,9 m di altezza, riccamente decorata con mosaici cristiani e pagani165. Proprio grazie a questi ultimi, gli archeologi hanno supposto che all’interno di questa struttura monumentale fosse stato sepolto Costante (337-350), il figlio minore di Costantino e Fausta166.

Figura 32. Prospetto mausoleo Centcelles (tratto da JOHNSON 2009, pp. 131).

161 CHAVARRIA ARNAU 2007, p. 141.

162 HILLENBRAND 1997, s.v. Mausoleo; secondo la simbologia medievale infatti il motivo del

cerchio rimanda al tema della vita e della morte.

163 THAYER 2012, pp. 14-15 e pp. 30-33. 164 ARCE 1994, p. 153.

165 VON HESBERG 1994, p. 228; VALLVERDU’, MARTINEZ 2013, p. 163-164. 166 JASTRZEBOWSKA 2006, p. 51; JOHNSON 2009, p. 129.

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