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Progetto emodinamica computazionale @CILEA

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Academic year: 2021

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R.PONZINI SUPERCALCOLO 9-10

BOLLETTINO DEL CILEA N.114DICEMBRE 2009 9

Progetto emodinamica computazionale

@CILEA

Raffaele Ponzini

CILEA, Segrate

Abstract

In questo articolo viene introdotta la modellazione al calcolatore di problemi di emodinamica al fine di illustrare le potenzialità offerte dall’ampio circuito di collaborazioni scientifiche su questo tema in cui la Sezione Calcolo ad Alte Prestazioni e Applicazioni Scientifiche e Ingegneristiche del CILEA è coinvolto.

In this article the use of computational models for haemodynamics problems is introduced highlighting the scien-tific network concerning this topic in which the High Performance Computing group of CILEA is involved.

Keywords: Emodinamica computazionale, CFD, Imaging biomedicale, HPC.

Introduzione

Negli ultimi trenta anni l’uso delle risorse computazionali per migliorare la comprensione del fluire del sangue nel corpo umano è cre-sciuto enormemente. Oggi le possibilità offerte da queste tecniche permettono di ottenere una descrizione dettagliata di grandezze emodina-miche e forniscono ai ricercatori l’opportunità di affrontare problemi che sarebbero stati diffi-cilmente approcciabili con tecniche più tradi-zionali di misurazione in ambito fluido.

CFD ed emodinamica

A cominciare dagli anni ’80, da un lato la fluidodinamica computazionale (CFD) è chiaramente emersa come un potente strumento conoscitivo e di studio di grandezze fluidodinamiche grazie anche al livello di accu-ratezza spaziale e temporale offerto da queste tecniche e mai raggiunto prima, dall’altro, tecniche di imaging applicate al sangue, quali ad esempio la risonanza magnetica (MRI), il Doppler ultrasound e la cineangiografia a raggi X, hanno permesso di avere delle informazioni molto dettagliate sulle grandezze emodinamiche nel singolo soggetto (anatomia specifica del distretto vascolare sul singolo sog-getto e condizioni fluidodinamiche).

L’integrazione di questi due aspetti, per-mette oggi di ottenere modelli computazionali

acuti e realistici o addirittura basati su dati del soggetto specifico che possono essere utilizzati per simulare e calcolare, con l’uso di risorse high performance computing (HPC) e della visualizzazione scientifica, grandezze emodin-amiche estremamente precise nello spazio e nel tempo. Il nuovo livello conoscitivo offerto da questi approcci potrebbe rendere possibile la comprensione di quei fenomeni biologici com-plessi quali l’interazione tra il sangue e la pa-rete vascolare ancora oggi non noti.

Rispetto alle tecniche di misura del flusso ematico più tradizionali, basate su modelli in - vitro e/o su modello animale, i modelli CFD presentano delle caratteristiche particolar-mente interessanti, comuni a molte procedure di analisi basate sull’uso del calcolatore, come mostrato in figura 1, quali ad esempio i bassi costi, la relativa semplicità con cui si possono modificare molti parametri relativi alle gran-dezze fisiche e/o geometriche studiate nel mo-dello, la capacità di fornire una visualizzazione sorprendentemente dettagliata di ogni gran-dezza fisica coinvolta (campo di moto di pres-sioni e di velocità o di qualunque grandezza de-rivata) oltre ad essere indiscutibilmente più etici dei modelli tratti da animali.

La maggior parte degli studi più pioneristici in questo campo di applicazione della CFD si devono al gruppo di Karl Perktold che per

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primo ha mostrato come applicare le tecniche CFD allo studio della fluidodinamica del sangue in una biforcazione carotidea [1] valutando l’uso di modelli computazionali semplificati monodimensionali o tramite modelli 0D. Oggi l’uso di modelli realistici 3D e addirittura di modelli paziente specifico 4D (3D nel tempo) permettono di studiare l’effetto dell’anatomia, della reologia del sangue, delle proprietà meccaniche della parete vascolare, dell’esercizio e di pratiche chirurgiche e di ottenere i valori delle grandezze emodinamiche interessate che non possono essere valutate tramite altre tecniche di sperimentazione.

Fig. 1 - Descrizione del ciclo di modellazione nu-merica in emodinamica.

L’emodinamica computazionale e il CILEA

Questi modelli sofisticati richiedono però un circuito di conoscenze estremamente trasver-sale che coinvolge un gruppo eterogeneo di esperti in varie discipline. Queste spaziano dalle tecniche di imaging, che stanno alla base dell’ottenimento della descrizione anatomica dei distretti vascolari e dei dati in - vivo, alle tecniche di CFD e di modellazione numerica, all’uso di risorse software per implementare questi modelli su piattaforme HPC ottimizzate e capaci di fornire tutta la potenza di calcolo che questi modelli richiedono. Infine si deve sempre considerare che il substrato conoscitivo rimane di tipo biologico o medico/clinico; come è naturale che sia questi modelli devono sempre rispondere ai quesiti ed ai problemi che nascono in questi ambiti e che sono pertanto l’audience principale dei risultati ottenuti. Il CILEA dal 2004 è coinvolto in un ampio progetto di collaborazione scientifica tra la sezione Calcolo ad alte prestazioni del CILEA ed un variegato insieme di altri gruppi di ricerca specializzati nei vari aspetti qui sopra menzionati.

In particolare si annoverano i seguenti gruppi:

 Dipartimento di Bioingegneria, Politecnico di

Milano [2];

 Istituto di Bioimmagini e Fisiologia

Moleco-lare, CNR [3];

 Dipartimento di Meccanica, Politecnico di

To-rino [4];

 Dipartimento di Matematica, Università degli

Studi di Bergamo [5];

 Dipartimento di Matematica e Scienze

Computazionali, Emory University [6];

 Istituto di Fisiologia Clinica, CNR [7];  Ospedale Niguarda Cà Granda [8];  Istituto Mario Negri [9].

Il principale output di questa collaborazione per ora consiste in un nutrito insieme di pub-blicazioni scientifiche e di presentazioni a con-gressi internazionali che hanno permesso di mostrare concretamente i benefici dell’uso di un ambiente HPC e delle moderne tecniche di visualizzazione scientifica all’interno di gruppi di ricerca, nell’ambito della emodinamica com-putazionale e dell’imaging biomedicale.

Bibliografia

[1] Numerical simulation of pulsatile flow in a carotid bifurcation model. Perktold K, Hil-bert D. J Biomed Eng. 1986 8(3):193-199. [2] Dipartimento di Bioingegneria, Politecnico

di Milano. URL: http://www.biomed.polimi.it

[3] Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Moleco-lare, CNR. URL: http://www.ibfm.cnr.it

[4] Dipartimento di Meccanica, Politecnico di Torino. URL: http://www.dimec.polito.it

[5] Ingegneria dell'informazione e metodi mate-matici, Università degli Studi di Bergamo. URL: http://www.unibg.it

[6] Dipartimento di Matematica e Scienze Com-putazionali, Emory University. URL:

http://www.mathcs.emory.edu

[7] Istituto di Fisiologia Clinica, CNR. URL:

http://www.ifc.cnr.it

[8] Ospedale Niguarda Cà Granda. URL:

http://www.ospedaleniguarda.it

[9] Istituto Mario Negri, Bergamo. URL:

Figura

Fig. 1 - Descrizione del ciclo di modellazione nu- nu-merica in emodinamica.

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