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CADUTE: FATTORI DI RISCHIO E RIMEDIAZIONE

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CADUTE:

FATTORI DI RISCHIO

E RIMEDIAZIONE

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INTRODUZIONE

A livello mondiale, le cadute rappresentano un grave problema di salute pubblica.

Ogni anno si verificano circa 37,3 milioni di cadute che richiedono cure mediche. Circa il 28-35% delle persone con più di 65 anni cade ogni anno, percentuale che sale al 32-42% per gli over 70. Le

cadute sono la causa del 10-15% di tutti gli accessi al pronto soccorso, le cui principali conseguenze sono la rottura del femore, il trauma cranico e i danni agli arti superiori.

Secondo l’OMS1, si stima che ogni anno si verifichino 646.000 cadute mortali, il che le rende la seconda causa di morte per lesioni involontarie dopo gli incidenti stradali. Inoltre le cadute possono generare una “sindrome da post-caduta” (paura di cadere)2 che implica dipendenza, perdita di autonomia, confusione, immobilità e depressione, limitando fortemente lo svolgimento delle attività quotidiane.

Le cadute sono anche responsabili della perdita di oltre 17 milioni di DALY (Disability Adjusted Life Year), un parametro di misurazione della condizione funzionale di una persona nello svolgere le normali attività quotidiane, che permette di estendere il concetto degli anni di vita perduti a causa di morte prematura, inclusi gli anni di vita “sana” persi a causa di uno stato di salute precaria o di disabilità.

Oltre a terapie farmacologiche inadatte (uso eccessivo di farmaci/effetti collaterali) e abitudini scorrette (eccessiva assunzione di alcol, scarsa alimentazione, ecc.), i principali fattori di rischio per le cadute sono patologie vestibolari, calo del visus, deficit cognitivi, osteoporosi, sarcopenia/fragilità e ipoacusia.

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3 Secondo Salzman (2010), il mantenimento dell’equilibrio dipende dalle informazioni che arrivano al

cervello dagli occhi, dai muscoli, dalle articolazioni e dagli organi vestibolari dell’orecchio interno. Quando questo sistema viene interrotto da danni a uno o più componenti a causa di lesioni, malattie o processo di invecchiamento, è possibile che si verifichi un deficit dell’equilibrio, associato ad altri sintomi come instabilità, vertigini, problemi di vista, nausea, affaticamento e difficoltà di concentrazione.

DISORDINI AFFETTIVI/

PSICHIATRICI MALATTIE INFETTIVE/

METABOLICHE MALATTIE

CARDIOVASCOLARI MALATTIE SENSORIALI

Depressione Diabete mellito Aritmie Ipoacusia

Timore di cadere Iper/ipotiroidismo Insufficienze cardiache Neuropatia periferica Disordini del sonno Obesità Malattie coronariche Problemi di vista Abuso di stupefacenti Deficit vitamina B12 Ipotensione ortostatica Vertigini croniche

Ansia per la propria salute Patologie vascolari

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CHI È MAGGIORMENTE A RISCHIO?

Tutta la popolazione è a rischio cadute, ma è stato notato che gli uomini hanno maggiore incidenza di morte per una caduta, mentre le donne subiscono più cadute non mortali1. Le donne anziane e i bambini più piccoli sono particolarmente inclini alle cadute e alla maggiore gravità delle lesioni.

In tutto il mondo, i maschi sostengono costantemente maggiori perdite di DALY. Possibili spiegazioni possono includere livelli più elevati di comportamenti a rischio e lo svolgimento di lavori più pericolosi.

I fattori di rischio comprendono:

• ambienti di lavoro insicuri;

• condizioni mediche sottostanti, come alterazioni neurologiche, cardiache o altre situazioni invalidanti;

• effetti collaterali dei farmaci, inattività fisica e perdita di equilibrio, in particolare tra le persone anziane;

• uso di alcol o sostanze stupefacenti;

• fattori socioeconomici, tra cui povertà, alloggi sovraffollati, mono genitorialità, giovane età materna;

• scarsa mobilità, cognizione e visione, in particolare tra coloro che vivono in un istituto, come una casa di cura o una struttura di assistenza cronica;

• ambienti non sicuri, in particolare se instabili e con visione limitata.

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5 PATOLOGIE VESTIBOLARI

L’instabilità e le vertigini sono tra i sintomi più comuni nella popolazione adulta/anziana e rappresentano un problema crescente per la salute pubblica, con una prevalenza variabile dal 20% al 30%3.

La disfunzione vestibolare di maggiore riscontro negli anziani è la vertigine posizionale parossistica,

seguita dalla malattia di Ménière4. La causa eziologica del declino della funzione vestibolare legato all’età è correlata alla diminuzione del numero di cellule ciliate vestibolari e dei neuroni. Il meccanismo della perdita cellulare età-correlata nell’organo vestibolare non è chiaro, ma si ritiene che la predisposizione genetica e l’effetto cumulativo dello stress ossidativo possano entrambi svolgere un ruolo importante3. In uno studio di revisione retrospettivo4 di otto mesi su 41 pazienti di età compresa tra 65 e 93 anni con vertigini o disequilibrio è emerso che il 56% di essi ha avuto recenti cadute correlate a vertigini, il 59% e il 24% hanno rispettivamente cause vestibolari periferiche e centrali per vertigini, mentre il 15%

aveva entrambi. Il 39% aveva una vertigine posizionale parossistica. Il 63% aveva altre cause (mediche/

cardiache); di questi il 50% aveva anche cause vestibolari. Inoltre, l’utilizzo di più farmaci, l’ipotensione ortostatica, l’uso di farmaci psicotropi e l’ansia erano fattori comuni. Le cause vestibolari di vertigine contribuiscono a una sindrome geriatrica multifattoriale.

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SARCOPENIA/FRAGILITÀ

Uno studio9 rivela che la sarcopenia, cioè la riduzione della massa muscolare, triplica il rischio di disfunzione posturale negli adulti di età inferiore ai 65 anni. La sarcopenia è correlata in modo

significativo alla prevalenza della disfunzione posturale; questa relazione è indipendente dai fattori di rischio noti per instabilità posturale, età o sesso. Prestare attenzione a questa condizione critica e compiere sforzi per impedire la riduzione della massa muscolare può aiutare a prevenire gravi lesioni e a migliorare la qualità della vita.

L’elevato numero dei risultati, provenienti da una metanalisi10, secondo cui gli individui sarcopenici hanno un rischio significativamente più elevato di cadute e fratture rispetto agli individui non sarcopenici,

sottolinea l’urgenza di diagnosi e trattamento tempestivo della sarcopenia come fattore di rischio modificabile per cadute e fratture.

Devono essere presi in considerazione interventi volti a rallentare lo scadimento della massa e della forza muscolare e il conseguente trattamento della sarcopenia. Le prove attuali suggeriscono che l’allenamento progressivo alla resistenza riduce i fattori di rischio per cadute e fratture così come la funzione muscolare, l’equilibrio e la mobilità funzionale.

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7 Visto il suo grande potenziale nel fornire informazioni spaziali, il sistema uditivo contribuisce al processo di

controllo posturale; nonostante ciò, il suo apporto è stato poco studiato. Infatti, l’inaccessibilità ai suoni ambientali, i problemi di discriminazione verbale nel rumore e le difficoltà di localizzazione dei suoni rappresentano fattori di rischio che possono portare a una instabilità posturale, oltre che a insicurezza psicologica ed emotiva. Più ricco risulta l’accesso alla mappa uditiva spaziale, migliore sarà la stabilizzazione posturale5.

Uno dei primi lavori sul ruolo dell‘udito nel controllo posturale (Era ed Heikkinen, 1985), ha evidenziato che l’ondeggiamento posturale in giovani adulti affetti da ipoacusia da rumore si è rivelato più pronunciato di quello dei loro coetanei non esposti al rumore. Studi successivi hanno confermato che la sordità è svantaggiosa per il controllo posturale (Kilburn 1992) - negli anziani (Rumalla 2015), nei bambini con sordità congenita (Suarez 2007) e negli adulti (Mangiore, 2012).

In una revisione epidemiologica sistematica6, 2.000 soggetti di età compresa tra i 40 e i 69 anni sono stati sottoposti a valutazioni audiologiche e vestibolari: il 14.3% delle persone reclutate aveva un’ipoacusia superiore a 25 dB e il 4.9% dei partecipanti ha affermato di essere caduto almeno una volta nell’ultimo anno. I ricercatori hanno stabilito l’associazione, clinicamente significativa, tra ipoacusia e cadute.

IPOACUSIA E CADUTE

Un’ipoacusia di 25 dB determina una probabilità quasi triplicata di segnalazioni di caduta accidentale, con un aumento del rischio del 140%

per ogni 10 dB di perdita uditiva.

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u Lin et al (2011)si sono chiesti: che cosa può succedere quando una persona ipoacusica si trova in un ambiente frenetico che di per sé è impegnativo e la richiesta di carico cognitivo aumenta?

La deambulazione e l’equilibrio sono funzioni che richiedono un impegno notevole dal punto di vista cognitivo; se l’ipoacusia impone un consumo cognitivo elevato, secondo Lin e Ferrucci potrebbero esserci minori risorse disponibili a supportare e mantenere l’equilibrio6.

u Kowalewski et al (2018)7 hanno cercato di stabilire come una perdita uditiva influisca negativamente sulla capacità di ritrovare l’equilibrio.

Negli anziani con ipoacusia è stato evidenziato un aumento significativo del numero di passi necessari per ritrovare l’equilibrio a seguito di perturbazione posturale durante l’ascolto del parlato nel rumore, rispetto ai giovani adulti e agli anziani normoacusici. Il numero di passi può essere quindi uno strumento di valutazione clinica appropriato per identificare il rischio di caduta negli anziani con ipoacusia7. L’ipoacusia non mette solo in una condizione di svantaggio sociale, ma rappresenta anche un pericolo, aumentando il rischio di infortuni in numerose situazioni sociali, lavorative e ricreative. Questo è stato evidenziato in uno studio effettuato nel 2018 che ha esaminato come la capacità uditiva abbia giocato un ruolo per i 6,6 milioni di adulti statunitensi che hanno subito lesioni accidentali tra il 2007 e il 2015, in particolare sul posto di lavoro o durante la partecipazione ad attività ricreative o sportive8.

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9 RISCHIO DI CADUTA E PROTESIZZAZIONE ACUSTICA

Secondo Rumalla et al (2015)11, gli apparecchi acustici possono rappresentare una nuova modalità di trattamento per i disordini posturali nella persona ipoacusica, offrendo un significativo apporto per ridurre l’eventualità di infortuni.

Ibrahim et al (2019)12 hanno analizzato il legame tra stimoli uditivi e stabilità posturale, valutandolo sia in soggetti normoacusici, con e senza tappi per le orecchie, sia in soggetti adulti protesizzati, con e senza apparecchi acustici. Il test di Romberg è stato eseguito in presenza di una sorgente di rumore in entrambi i gruppi. È stato evidenziato che l’equilibrio degli individui normoudenti non è influenzato dall’assenza di input uditivo. Il test di Romberg effettuato sui portatori di apparecchi acustici ha invece evidenziato un equilibrio significativamente migliore.

Lo studio ha dimostrato che nell’anziano protesizzato vi è un miglioramento dell’equilibrio

e, senza apparecchi acustici, il suo rischio di cadere aumenta di 1,67 volte.

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CONSIDERAZIONI

È dimostrato che l’ipoacusia può contribuire a un ridotto controllo della postura nel paziente adulto6. Le evidenze indicano, inoltre, che nelle persone anziane ipoacusiche il calo uditivo incrementa il rischio di instabilità posturale e cadute rispetto ai coetanei normudenti13: con un valore medio di

ipoacusia di 25 dB il rischio è tre volte maggiore. Le probabilità aumentano quindi di 1,4 volte per ogni 10 dB di perdita uditiva. I dati sono confermati per i pazienti con ipoacusia lieve, moderata e severa e diventano ancora più rilevanti se si considera che, negli Stati Uniti, le cadute rappresentano la principale causa di decessi accidentali negli over 65.

Sfortunatamente l’ipoacusia negli anziani, sebbene sia una condizione molto comune, spesso rimane non trattata. Quando viene fornita l’amplificazione attraverso l’utilizzo degli apparecchi acustici, l’accesso ai segnali spaziali nell’ambiente può essere ripristinato e/o mantenuto, fornendo più input sensoriali al cervello. Questo può aiutare a ridurre il rischio di caduta nelle persone con ipoacusia.

Tramite il test di Romberg è stato infatti riscontrato che nell’anziano protesizzato l’equilibrio migliora significativamente.

Gli apparecchi acustici possono quindi essere impiegati nel trattamento degli squilibri posturali, riducendo l’eventualità di infortuni da caduta.

Man mano che la nostra comprensione del legame tra l’udito e le molte sfaccettature della qualità di vita cresce, si evidenzia il ruolo importante che la protesizzazione acustica può rivestire in un invecchiamento sano.

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BIBLIOGRAFIA

1. WHO global report on falls prevention in older age - hiip://www.who.int/ageing/projects/falls_prevention_older_age/en/index.html 2. Charlotte Mathon, F. Beaucamp, F. Puisieux et Al. Post-fall syndrome: Profile and outcomes. Annals of Physical and Rehabilitation

Medicine 2017; DOI: 10. 1016/j.rehab. 2017.07.102 Corpus ID: 80383414

3. Shinichi Iwasaki, Tatsuya Yamasoba, Dizziness and Imbalance in the Elderly: Age-related Decline in the Vestibular System. Aging Dis.

2014 Feb 9;6(1):38-47.

4. Ahearn DJ, Umapathy D. Vestibular impairment in older people frequently contributes to dizziness as part of a geriatric syndrome. Clin Med (Lond). 2015;15(1):25-30. doi:10.7861/clinmedicine.15-1-25

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7. Kowalewski V, Patterson R, Hartos J, Bugnariu N. Hearing Loss Contributes to Balance Difficulties in both Younger and Older Adults, J Prev Med (Wilmington). 2018;3(2):12. Epub 2018 Apr 9.

8. Lin HW, Mahboubi H, Bhattacharyya N. Self-reported Hearing Difficulty and Risk of Accidental Injury in US Adults, 2007 to 2015. JAMA Otolaryngol Head Neck Surg. 2018;144(5):413–417

9. Kim AY, Lee JK SH, Choi J, Song JJ, Chae SW. Id postural dysfunction related to sarcopenia? A population – based study. Plos One.

2020;15(15):e0232135. Published 2020 May 11.

10. Yeung SSY, Reijnierse EM, Pham VK, et al. Sarcopenia and its association with falls and fractures in older adults: A systematic review and meta-analysis. J Cachexia Sarcopenia Muscle. 2019;10(3):485-500.

11. Rumalla K, Karim AM, Hullar TE. The effect of hearing aids on postural stability. Laryngoscope. 2015 Mar;125(3):720-3.

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13. Maayan Agmon, Limor Lavie, Michail Doumas. The Association between Hearing Loss, Postural Control, and Mobility in Older Adults: A Systematic Review. J Am Acad Audiol 2017 Jun;28(6):575-588.

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