M ODELLO
di Organizzazione, Gestione e Controllo
ai sensi del
Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231
Testo adottato dal Consiglio di Amministrazione di SOPAF S.p.A.
( 13 Novembre 2007)
Modificato dal Consiglio di Amministrazione di SOPAF S.p.A.
( Novembre 2009)
Edizione 2.0 ottobre 2009
INDICE
PREMESSA ...7
1 S
OPAFS.
P.A. - A
TTIVITÀ E ORGANIZZAZIONE... 7
2 I
LM
ODELLO DI ORGANIZZAZIONE,
GESTIONE E CONTROLLO DIS
OPAFS.
P.A. - F
INALITÀ E STRUTTURA... 8
3 G
LOSSARIO ED
EFINIZIONI... 11
SEZIONE PRIMA ...17
4 L
A RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE PERSONE GIURIDICHE,
DELLE SOCIETÀ E DELLE ASSOCIAZIONI E LE SANZIONI... 17
5 I
REATI E GLI ILLECITI CHE DETERMINANO LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA... 20
6 I
REATI COMMESSI ALL’
ESTERO... 30
7 L’
ADOZIONE DELM
ODELLO COME POSSIBILE ESIMENTE DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA... 31
8 L
EL
INEE GUIDA DETTATE DALLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA QUALI BASI DELM
ODELLO. 32 SEZIONE SECONDA ...34
9 IL M
ODELLO DIS
OPAFS.
P.A. ... 34
9.1 L
E ATTIVITÀ E LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DIS
OPAF... 34
9.2 F
UNZIONE E SCOPO DELM
ODELLO... 35
9.3 I
DESTINATARI DEL MODELLO... 36
9.3.1 A
LTRI SOGGETTI TENUTI AL RISPETTO DEI VALORI ETICI DELLA SOCIETÀ... 36
9.4
LE MODALITÀ DI COSTRUZIONE DELM
ODELLO... 37
9.5 L
A RACCOLTA E L’
ANALISI DELLA DOCUMENTAZIONE... 38
9.6 M
APPATURA DELLE ATTIVITÀ,
IDENTIFICAZIONE DEI PROFILI DI RISCHIO,
RILEVAZIONE DEI PRESIDI DI CONTROLLO E GAP ANALYSIS... 38
9.7 S
VILUPPO DELM
ODELLO- L’
AGGIORNAMENTO DELC
ODICE DIC
ONDOTTA... 40
9.8 S
VILUPPO DELM
ODELLO- L
A VALUTAZIONE DEL SISTEMA DEI POTERI,
DELLE DELEGHE E DELLE PROCURE... 40
9.9 S
VILUPPO DELM
ODELLO- L
AR
EVISIONE DELS
ISTEMAS
ANZIONATORIO... 43
9.10 S
VILUPPO DELM
ODELLO- L
AR
EVISIONE DELLEC
LAUSOLEC
ONTRATTUALI... 44
9.11 S
VILUPPO DELM
ODELLO- L’I
STITUZIONE DI UNO
RGANISMO DIV
IGILANZA... 44
10 L
EA
TTIVITÀS
ENSIBILI DIS
OPAFS.
P.A... 44
11 L’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 47
11.1 R
UOLO DELL’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 47
11.2 C
OMPOSIZIONE E NOMINA DELL’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 48
11.3 A
TTI DI VERIFICA DELL’
EFFICACIA E DELL’
ADEGUAMENTO COSTANTE DELM
ODELLOO
RGANIZZATIVO EP
IANO DEGLII
NTERVENTI... 51
11.4 O
BBLIGHI INFORMATIVI VERSO L’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 53
11.5 T
RATTAMENTO DELLA SEGNALAZIONE DELLE VIOLAZIONI... 56
11.6 I
NFORMAZIONI DELL’O
RGANISMO DIV
IGILANZA AGLI ORGANI SOCIALI... 56
12 I
L SISTEMA DISCIPLINARE... 57
12.1 P
RINCIPI GENERALI... 57
12.2 P
ROVVEDIMENTI PER INOSSERVANZA DA PARTE DEID
IPENDENTI... 58
12.3 P
ROVVEDIMENTI PER INOSSERVANZA DA PARTE DEGLIE
SPONENTIA
ZIENDALI... 61
12.4 P
ROVVEDIMENTI PER INOSSERVANZA DA PARTE DIF
ORNITORI, C
ONSULENTI, C
OLLABORATORI EP
ARTNER... 63
13 L
A DIFFUSIONE DELM
ODELLO E LA FORMAZIONE DEL PERSONALE... 64
13.1 L
A COMUNICAZIONE INIZIALE... 64
13.2 L
A FORMAZIONE... 64
13.3 I
NFORMAZIONE AF
ORNITORI, C
ONSULENTI, C
OLLABORATORI EP
ARTNER... 66
14 L’
AGGIORNAMENTO DELM
ODELLO... 66
15 I
LM
ODELLO E LES
OCIETÀ DELG
RUPPO... 67
PARTE SPECIALE I ...68
1 F
UNZIONE DELLAP
ARTES
PECIALEI ... 69
2 A
MBITO DI APPLICAZIONE... 69
3 L
EF
ATTISPECIE DEIR
EATI NEIR
APPORTI CON LAP
UBBLICAA
MMINISTRAZIONE(
ARTT. 24
E25
DELD.L
GS. 231/2001). E
SEMPLIFICAZIONI DIC
ONDOTTEC
RIMINOSER
ILEVANTI INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 71
4 R
EGOLE PER LAG
ESTIONE DEIR
APPORTI CON LAP
UBBLICAA
MMINISTRAZIONE INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 77
4.1 R
EGOLEG
ENERALI... 77
4.1.1 I
L SISTEMA IN LINEA GENERALE... 77
4.1.2 I
L SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE... 78
4.1.3 P
RINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO... 80
5 P
RINCIPIP
ROCEDURALIS
PECIFICI... 81
6 F
LUSSII
NFORMATIVIV
ERSO L’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 86
PARTE SPECIALE II ...88
1 F
UNZIONE DELLAP
ARTES
PECIALEII ... 89
2 L
EF
ATTISPECIE DEIR
EATIS
OCIETARI(
ART. 25-T
ER DELD.L
GS. 231/2001). E
SEMPLIFICAZIONI DIC
ONDOTTEC
RIMINOSER
ILEVANTI INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 89
3 A
TTIVITÀS
ENSIBILI NELL’
AMBITO DEIR
EATIS
OCIETARI... 98
4 R
EGOLE PER LAP
REVENZIONE DEIR
ISCHI DIC
OMMISSIONE DEIR
EATIS
OCIETARI INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 98
4.1 R
EGOLEG
ENERALI... 98
4.1.1 I
L SISTEMA IN LINEA GENERALE... 99
4.1.2 I
L SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE... 100
4.1.3 P
RINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO... 100
5 P
RINCIPIP
ROCEDURALIS
PECIFICI... 101
6 F
LUSSII
NFORMATIVIV
ERSO L’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 103
PARTE SPECIALE III...106
1 F
UNZIONE DELLAP
ARTES
PECIALEIII... 107
2 L
EF
ATTISPECIE DEIR
EATI DIA
BUSO DIM
ERCATO(
ART. 25-
SEXIES DELD.L
GS. 231/2001). E
SEMPLIFICAZIONI DIC
ONDOTTEC
RIMINOSER
ILEVANTI INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 107
3 A
TTIVITÀS
ENSIBILI NELL’
AMBITO DEGLIA
BUSI DIM
ERCATO... 113
4 R
EGOLE PER LAP
REVENZIONE DEIR
ISCHI DIC
OMMISSIONE DEGLIA
BUSI DIM
ERCATO INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 113
4.1 R
EGOLEG
ENERALI... 113
4.1.1 I
L SISTEMA IN LINEA GENERALE... 113
4.1.2 I
L SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE... 115
4.1.3 P
RINCIPI GENERALI DI COMPORTAMENTO... 116
5 P
RINCIPIP
ROCEDURALIS
PECIFICI... 116
6 F
LUSSII
NFORMATIVIV
ERSO L’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 119
PARTE SPECIALE IV ...121
1 F
UNZIONE DELLAP
ARTES
PECIALEIV ... 122
2 L
EF
ATTISPECIE DIR
EATI COMMESSI CONF
INALITÀ DIT
ERRORISMO O DIE
VERSIONE DELL’O
RDINED
EMOCRATICO,
REATI DI MUTILAZIONE DEGLI ORGANI GENITALI FEMMINILI,
REATI CONTRO LAP
ERSONALITÀI
NDIVIDUALE ET
RANSNAZIONALI(
ART. 25-
QUATER,
QUATER.1,
QUINQUES DELD.L
GS. 231/2001
E ART. 10 L. 146/2006). E
SEMPLIFICAZIONI DIC
ONDOTTEC
RIMINOSER
ILEVANTI INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF.. 122
3 A
TTIVITÀS
ENSIBILI NELL’
AMBITO DEIR
EATI AVENTI FINALITÀ DI TERRORISMO O EVERSIONE DELL’
ORDINE DEMOCRATICO,
CONTRO LA PERSONALITÀ INDIVIDUALE E REATI TRANSNAZIONALI DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA... 134
4 R
EGOLE PER LAP
REVENZIONE DEIR
ISCHI DIC
OMMISSIONE DIR
EATI AVENTI FINALITÀ DI TERRORISMO O EVERSIONE DELL’
ORDINE DEMOCRATICO,
CONTRO LA PERSONALITÀ INDIVIDUALE E REATI TRANSNAZIONALI DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATAINR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 134
4.1 R
EGOLEG
ENERALI... 134
4.1.1 I
L SISTEMA IN LINEA GENERALE... 134
5 P
RINCIPIP
ROCEDURALIS
PECIFICI... 135
6 F
LUSSII
NFORMATIVIV
ERSO L’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 136
PARTE SPECIALE V ...138
1 F
UNZIONE DELLAP
ARTES
PECIALEV... 139
2 L
EF
ATTISPECIE DIR
EATID
IO
MICIDIOC
OLPOSO EL
ESIONIC
OLPOSEG
RAVI OG
RAVISSIME, C
OMMESSI CONV
IOLAZIONE DELLEN
ORMEA
NTINFORTUNISTICHE E SULLAT
UTELA DELL’
IGIENE E DELLAS
ALUTE SULL
AVORO(
ART. 25-
SEPTIES DELD.L
GS. 231/2001). E
SEMPLIFICAZIONI DIC
ONDOTTEC
RIMINOSER
ILEVANTI INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 141
3 A
TTIVITÀS
ENSIBILI NELL’
AMBITO DEIR
EATID
IO
MICIDIOC
OLPOSO EL
ESIONIC
OLPOSEG
RAVI OG
RAVISSIME, C
OMMESSI CONV
IOLAZIONE DELLEN
ORMEA
NTINFORTUNISTICHE E SULLAT
UTELA DELL’
IGIENE E DELLAS
ALUTE SULL
AVORO... 143
4 R
EGOLE PER LAP
REVENZIONE DEIR
ISCHI DIR
EATID
IO
MICIDIOC
OLPOSO EL
ESIONIC
OLPOSEG
RAVI OG
RAVISSIME, C
OMMESSI CONV
IOLAZIONE DELLEN
ORMEA
NTINFORTUNISTICHE E SULLAT
UTELA DELL’
IGIENE E DELLAS
ALUTE SULL
AVORO INR
ELAZIONE ALLAR
EALTÀL
AVORATIVA DIS
OPAF... 144
4.1 R
EGOLEG
ENERALI... 144
4.1.1 I
L SISTEMA IN LINEA GENERALE... 144
5 P
RINCIPIP
ROCEDURALIS
PECIFICI... 146
6 F
LUSSII
NFORMATIVIV
ERSO L’O
RGANISMO DIV
IGILANZA E POTERI DELL’O
RGANISMO DIV
IGILANZA IN MATERIA DI SICUREZZA... 147
PARTE SPECIALE VI ...149
1 F
UNZIONE DELLAP
ARTES
PECIALEVI ... 150
2 L
EF
ATTISPECIE DIR
EATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ INFORMATICA... 150
3 A
TTIVITÀS
ENSIBILI NELL’
AMBITO DEI REATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ INFORMATICA.. 158
4 R
EGOLE PER LA PREVENZIONE DEI REATI IN MATERIA DI CRIMINALITÀ INFORMATICA... 160
4.1 R
EGOLEG
ENERALI... 160
4.1.1 I
L SISTEMA IN LINEA GENERALE... 160
5 P
RINCIPIP
ROCEDURALIS
PECIFICI... 161
6 F
LUSSII
NFORMATIVIV
ERSO L’O
RGANISMO DIV
IGILANZA... 165
PREMESSA
1 SOPAF S.P.A.-ATTIVITÀ E ORGANIZZAZIONE
SOPAF S.P.A. o, in forma abbreviata, “SOPAF” o la “SOCIETÀ”, è una società indipendente a capitale interamente privato nata nel luglio 2005 e quotata sul mercato azionario italiano, che opera nel settore degli investimenti in partecipazioni. L’organo al vertice del sistema di governo aziendale è il Consiglio di Amministrazione, che lo Statuto prevede composto da 3 a 15 membri e che ha competenza esclusiva per le materie previste dallo Statuto stesso.
All’attuazione delle strategie deliberate dal Consiglio di Amministrazione sovrintende l’Amministratore Delegato che opera nell’ambito dei poteri conferitigli dallo Statuto e dal Consiglio di Amministrazione.
Per Statuto, SOPAF si ispira, in materia di corporate governance, al Codice di Autodisciplina per le società quotate. Con riferimento a tale Codice di Autodisciplina, lo Statuto prevede, e sono stati istituiti: (i) il Comitato per la remunerazione, a cui è attribuito il compito di formulare le proposte al Consiglio di Amministrazione per la remunerazione del Presidente del Consiglio di Amministrazione e dell’Amministratore Delegato e per la valutazione periodica dei criteri adottati per la remunerazione dei dirigenti con responsabilità strategiche; (ii) il Comitato per il controllo interno e la corporate governance, a cui sono attribuite funzioni consultive e propositive nei confronti del Consiglio di Amministrazione in tema di controllo interno.
SOPAF è particolarmente attenta al miglioramento del proprio sistema di corporate governance ed a far sì che lo stesso sia costantemente improntato ai più elevati standard etici. In tale ottica, si è deciso di provvedere ad una rivisitazione dei principi generali del MODELLO, (come di seguito definito), approvati dal Consiglio di Amministrazione in data 13 novembre 2007.
Sempre nell’ottica di un costante aggiornamento dei propri strumenti di governance, SOPAF ha provveduto a rivisitare il codice di condotta adottato dalla Società ed allegato al presente documento (di seguito il “Codice di Condotta”) ed a rafforzare i presidi di controllo sui principali processi che impattano sull’attività della SOCIETÀ.
2 IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DI SOPAF S.P.A. - FINALITÀ E
STRUTTURA
Il presente documento, corredato di tutti i suoi allegati, costituisce il MODELLO di Organizzazione, Gestione e Controllo adottato dal Consiglio di Amministrazione di SOPAF S.P.A. ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
Il Modello è stato predisposto fin dalla prima edizione in conformità alle “Linee Guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. 231/01” approvate da Confindustria. che sono state ritenute dal Ministero della Giustizia idonee ai fini della prevenzione degli illeciti di cui al Decreto stesso.
Eventuali divergenze a talune specifiche indicazioni di cui alle Linee Guida, non ne inficiano la correttezza di fondo e la validità. Infatti, tali Linee Guida, per loro natura, hanno carattere generale, laddove il modello deve essere predisposto con riferimento alla realtà concreta della Società.
Il presente Modello costituisce l’edizione 2.0 che aggiorna la precedente versione approvata dal Consiglio di Amministrazione di SOPAF S.P.A. con delibera del 13.11.2007.
Tale aggiornamento si è reso necessario per tener conto dei mutamenti aziendali e recepire alcuni dei nuovi “reati presupposto” inseriti da diverse disposizioni legislative nel testo del Decreto Legislativo 231/2001 considerati sensibili in relazione all’attività propria di SOPAF S.P.A.
L’attuale edizione nelle parti interessate dagli aggiornamenti tiene peraltro in espressa considerazione le interpretazioni giurisprudenziali e dottrinarie in materia.
SOPAF è da tempo determinata ad allinearsi alle prescrizioni dettate del legislatore nella normativa richiamata e ad attuare i principi di corretta gestione affermati dal DECRETO, migliorando in tal modo il proprio sistema di corporate governance, che risulta pertanto finalizzato a coniugare il raggiungimento dei migliori risultati con la piena conformità alle normative ed il rispetto dei più elevati standard etici. SOPAF attribuisce altresì particolare rilievo a che il proprio sistema di corporate governance sia improntato ai caratteri di attualità e dinamismo: per tale ragione, si è inteso provvedere sia alla rivisitazione del Codice di Condotta che a quella del MODELLO di Organizzazione, gestione e controllo già approvati, adeguando tali documenti all’attuale operatività della SOCIETÀ nonché all’intervenuto ampliamento del novero dei reati richiamati nel DECRETO.
Il MODELLO si compone di due sezioni:
• “Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e le basi del MODELLO”, sezione di carattere generale volta ad illustrare i contenuti del DECRETO nonché la funzione ed i principi generali del MODELLO;
• “L’adozione del MODELLO da parte di SOPAF”, sezione volta a dettagliare i contenuti specifici del MODELLO adottato da SOPAF S.P.A. e suddivisa in una Parte Generale e in Parti Speciali aventi l’obiettivo di regolamentare i comportamenti ai fini della prevenzione delle diverse fattispecie di reato interessate dal DECRETO.
Le Parti Speciali sono:
1. Parte speciale 1) I Reati nei Rapporti con la Pubblica Amministrazione;
2. Parte speciale 2) Reati Societari;
3. Parte speciale 3) Gli abusi di mercato;
4. Parte speciale 4) Reati aventi finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico, reati di mutilazione degli organi genitali femminili, reati contro la personalità individuale e reati transnazionali della criminalità organizzata;
5. Parte speciale 5) Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commesse con violazione delle norme antiinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro;
6. Parte Speciale 6) Reati in materia di criminalità informatica.
Fanno parte integrante del MODELLO i seguenti documenti:
• Codice di Condotta
• Clausole contrattuali in materia di D.Lgs. 231/2001
• Regolamento dell’Organismo di Vigilanza.
• Elenco e descrizione dei reati e degli illeciti amministrativi previsti dal D.Lgs. 231/2001 (come integrato e modificato)
Costituiscono parte integrante del MODELLO, i seguenti documenti nel contenuto che avranno di tempo in tempo:
• L’organigramma.
• Il sistema dei poteri, delle deleghe e delle procure.
• Le procedure aziendali.
3 GLOSSARIO E DEFINIZIONI
Attività Sensibili (anche “a Rischio”)
Attività aziendali nel cui ambito potrebbero astrattamente crearsi le occasioni, le condizioni e/o gli strumenti per la commissione di reati.
Codice di Condotta
Il documento, ufficialmente voluto e approvato dal vertice della Società, che contiene i principi generali di comportamento - ovvero, raccomandazioni, obblighi e/o divieti – a cui i Destinatari devono attenersi e alla cui violazione sono connesse misure sanzionatorie.
Collaboratori
Soggetti che intrattengono con la SOCIETÀ rapporti di collaborazione senza vincolo di subordinazione, di rappresentanza commerciale ed altri rapporti che si concretino in una prestazione professionale non a carattere subordinato, sia continuativa sia occasionale nonché quanti, in forza di specifici mandati e procure, rappresentano la SOCIETÀ verso terzi.
Confisca
Misura di sicurezza patrimoniale diretta alla definitiva sottrazione di cose specificatamente attinenti alla commissione di un reato ed in particolare di cose che sono servite o che sono state destinate a commettere il reato, ovvero che ne costituiscono il prodotto o il profitto. Il D.Lgs.
231/2001 prevede che sia sempre disposta, salvo per la parte che possa essere restituita al danneggiato, la confisca del prezzo o del profitto del reato e, ove ciò non sia possibile, la confisca di denaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al profitto del reato.
Consulenti
Coloro i quali forniscono informazioni e pareri ed assistono la SOCIETÀ nello svolgimento di determinati atti, in forza di accertata esperienza e pratica in specifiche materie.
D.Lgs. 231/2001
Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, recante “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”, nel contenuto di tempo in tempo vigente.
Destinatari
I soggetti ai quali si applicano tutte le disposizioni del MODELLO, specificati al capitolo 9.3.
Dipendenti
Persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di soggetti che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o di direzione della SOCIETÀ1, ossia tutti i soggetti che intrattengono un rapporto di lavoro subordinato, di qualsivoglia natura, con SOPAF, nonché i lavoratori con contratti di lavoro parasubordinato2.
Ente
Ai sensi del D.Lgs. 231/2001, qualsiasi società, consorzio, associazione o fondazione o altro soggetto di diritto, sia esso dotato o meno di personalità giuridica, nonché qualsiasi ente pubblico economico.
Esponenti Aziendali
Il Presidente e i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, i componenti degli altri organi sociali SOPAF eventualmente istituiti ai sensi dell’art. 2380 codice civile o delle leggi speciali, nonché qualsiasi altro soggetto in posizione apicale, per tale intendendosi qualsiasi persona che rivesta funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione di SOPAF o di una sua unità o divisione, ai sensi del D.Lgs. 231/2001.
Fornitori
Coloro che forniscono beni o servizi in favore di SOPAF. Gruppo Sopaf o anche Gruppo
Il GRUPPO che fa capo SOPAF S.P.A. quale capogruppo e composto dalle società come di volta in volta controllate dalla SOPAF.
Illecito Amministrativo
Ai fini del D.Lgs. 231/2001, gli illeciti amministrativi di abuso di mercato che impegnano la responsabilità amministrativa dell’Ente .
1 Art. 5.1, lett. a) e b) del D.lgs. 231/2001.
2 Si intendono compresi i rapporti di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa nonché a progetto, per lefattispecie escluse dall’applicazione degli artt. 61 e ss. del D.Lgs. 276/2003.
Incaricato di pubblico servizio
Colui che presta un servizio pubblico ma non è dotato dei poteri del pubblico ufficiale, ovvero che, pur agendo nell’ambito di un’attività disciplinata nelle forme della pubblica funzione, non esercita i poteri tipici di questa e non svolge semplici mansioni d’ordine né presta opera meramente materiale. A titolo meramente esemplificativo si rammenta l’attività svolta da chiunque operi in regime di concessione (es. attività di erogazione di energia).
Linee Guida
Le linee guida adottate da Confindustria (aggiornate al 31 marzo 2008) per la predisposizione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ai sensi dell’art. 6, comma III del D. Lgs. 231/2001.
Modello
Il presente MODELLO di organizzazione, gestione e controllo ed i suoi allegati, nonché gli altri documenti elencati in premessa come facenti parte integrante del MODELLO.
Norme
Gli atti normativi - italiani, stranieri o sovranazionali - comunque denominati (compreso il presente MODELLO e il D.Lgs. 231/2001), nella loro versione di tempo in tempo vigente, anche per effetto di modifiche successive, e comprensivi delle norme o prescrizioni richiamate, primarie, secondarie, ovvero frutto dell’autonomia privata.
Organismo di Vigilanza
Organo dell’Ente che, dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo, ha il compito di vigilare sull’adeguatezza, sul funzionamento, sull’osservanza e sull’aggiornamento del MODELLO.
Partner
Controparti contrattuali con cui SOPAF addivenga a forme di collaborazione contrattualmente regolate (es. joint venture, ATI).
P.A. o Pubblica Amministrazione
La Pubblica Amministrazione e, con riferimento ai reati nei confronti della pubblica amministrazione, i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio e i funzionari (es. i concessionari di un pubblico servizio). A titolo meramente esemplificativo ed avendo riguardo all’operatività della Società si possono individuare quali soggetti appartenenti alla Pubblica Amministrazione: i) lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni; ii) i Ministeri, i Dipartimenti, le Commissioni; (iii) gli Enti Pubblici non economici (INPS, ENASARCO INAIL ecc).
Pubblici ufficiali
Ai sensi dell’art. 357 del codice penale, sono “coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi3 o certificativi4”. Rientrano, tra gli altri, nella categoria i funzionari bancari nell’espletamento dei compiti di gestione dei pubblici interessi valutari, affidati in esercizio dalla Banca d’Italia alla società di credito cui il soggetto dipende, gli ufficiali giudiziari, i consulenti tecnici del giudice, i notai, gli esattori di aziende municipalizzate, le guardie giurate, i dipendenti comunali, i dipendenti INPS, ecc.
Reato
Le fattispecie dei reati, o il singolo reato, a cui si applica la disciplina prevista dal D. Lgs. 231/2001, anche a seguito di sue successive modificazioni ed integrazioni.
Sanzione interdittiva
Misura prevista dal D.Lgs. 231/2001, che può essere comminata a carico dell’Ente allorquando ricorrano determinati presupposti: a) l’ente abbia tratto un profitto di entità rilevante dalla commissione di un reato commesso da soggetti apicali o anche da soggetti subordinati, a causa di gravi carenze organizzative; b) nell’ipotesi di reiterazione di illeciti. Le sanzioni interdittive consistono: (i) nell’interdizione dall’esercizio dell’attività; (ii) nella sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito; (iii) nel divieto di
3 Rientra nel concetto di poteri autoritativi non solo il potere di coercizione ma ogni attività discrezionale svolta nei confronti di soggetti che si trovano su un piano non paritetico rispetto all’autorità (cfr. Cass., Sez. Un. 11/07/1992, n. 181).
4 Rientrano nel concetto di poteri certificativi tutte quelle attività di documentazione cui l’ordinamento assegna efficacia probatoria, quale che ne sia il grado.
contrarre con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere la prestazione di un pubblico servizio; (iv) nell’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e nell’eventuale revoca di quelli già concessi; (v) nel divieto di pubblicizzare beni o servizi.
Sanzione pecuniaria
Misura di necessaria applicazione prevista dal D.Lgs. 231/2001 per la consumazione o per il tentativo di realizzazione dei reati richiamati dalla medesima normativa. È applicata in quote di importo minimo pari ad Euro 258 e massimo pari ad Euro 1.549 ed in numero non inferiore a cento né superiore a mille. L’entità della sanzione è determinata tenendo conto della gravità del fatto, del grado della responsabilità dell’ente nonché dell’attività svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto e per prevenire la commissione di ulteriori illeciti, nonché in base alle condizioni economiche e patrimoniali dell’Ente.
Sequestro conservativo
Misura cautelare reale da applicarsi nei casi in cui vi sia la fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie per il pagamento della pena pecuniaria, delle spese di procedimento e di ogni altra somma dovuta all’Erario dello Stato nonché le garanzie delle obbligazioni civili derivanti dal reato.
Possono essere oggetto di sequestro conservativo i beni mobili o immobili dell’ente o delle somme o cose allo stesso dovute. Con il sequestro si crea un vincolo di indisponibilità giuridica dei beni assoggettati a tale misura cautelare.
Sequestro preventivo
Misura cautelare finalizzata a scongiurare il pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati. Con il sequestro preventivo si crea un vincolo di indisponibilità giuridica dei beni assoggettati a tale misura cautelare. Il D.Lgs. 231/2001 prevede che il sequestro preventivo possa essere disposto dal giudice rispetto a quanto oggetto di confisca ai sensi della medesima normativa.
Sistema disciplinare
L’insieme delle misure sanzionatorie applicabili in caso di violazione delle regole procedurali e comportamentali previste dal Modello.
Soggetti Apicali
Gli Esponenti Aziendali ed i soggetti di cui all’articolo 5, comma 1, lett. a) del Decreto che, pur prescindendo dall’attività nominativamente svolta, rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché quei soggetti che, anche di fatto, esercitano la gestione ed il controllo dell’ente (es. membri del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo, Direttori Generali, ecc).
Soggetti Subordinati o Subalterni
Soggetti sottoposti alla direzione o alla vigilanza di Soggetti Apicali.
Soggetti Pubblici
Le amministrazioni pubbliche, quindi le aziende e le amministrazioni dello Stato, le regioni, le province, i comuni, le comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale, i concessionari di servizi pubblici, i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio, nonché i componenti degli Organi comunitari, i funzionari e gli agenti assunti a contratto a norma dello statuto dei funzionari delle comunità europee, le persone comandate dagli Stati membri o da qualsiasi ente pubblico o privato presso le comunità europee che esercitino funzioni corrispondenti a quelle dei funzionari o agenti delle comunità europee, i membri o gli addetti a enti costituiti sulla base dei trattati che istituiscono le comunità europee e coloro che, nell’ambito di altri stati membri dell’Unione Europea, svolgono funzioni o attività corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati di un pubblico servizio.
SEZIONE PRIMA
IL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231 E LE BASI DEL MODELLO
4 LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE PERSONE GIURIDICHE, DELLE SOCIETÀ E DELLE ASSOCIAZIONI E LE SANZIONI
Il Decreto Legislativo 231/2001, recante la “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica”, è stato emanato in parziale attuazione della legge delega 29 settembre 2000, n. 300, in sede di adeguamento della normativa interna ad alcune convenzioni internazionali e comunitarie5 ed ha introdotto nel nostro ordinamento la responsabilità diretta dell’Ente per la commissione di Reati e di Illeciti Amministrativi da parte di soggetti funzionalmente legati ad esso, allorquando le medesime condotte illecito comportino un vantaggio o comunque un beneficio per lo stesso Ente.
Si tratta di una responsabilità che, nonostante sia stata definita “amministrativa” dal legislatore e pur comportando sanzioni di tale natura, presenta i caratteri tipici della responsabilità penale, posto che in prevalenza consegue alla realizzazione di reati6 ed è accertata attraverso un procedimento penale7.
Gli Enti possono dunque essere considerati responsabili ogniqualvolta si realizzi uno dei Reati o degli Illeciti Amministrativi, nel loro interesse o vantaggio: si ha “interesse” quando la condotta illecita è posta in essere con l’esclusivo intento di arrecare un beneficio all’Ente, indipendentemente dalla circostanza che tale obiettivo sia stato conseguito; il “vantaggio”, invece, si realizza allorquando l’autore dell’illecito, pur non avendo agito al fine di favorire l’Ente, abbia comunque
5 La Legge Delega ratifica e da esecuzione a diverse convenzioni internazionali, elaborate in base al Trattato dell’Unione Europea, tra le quali le più rilevanti sono:
la Convenzione sulla tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee (Bruxelles, 26 luglio 1995);
la Convenzione relativa alla lotta contro la corruzione nella quale sono coinvolti funzionari delle Comunità europee o degli Stati membri dell’Unione Europea (Bruxelles, 26 maggio 1997);
la Convenzione OCSE sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali (Parigi, 17 dicembre 1997).6 Oltre che di illeciti amministrativi, in forza della Legge 18 aprile 2005, n. 62.
7 Eccezion fatta per gli illeciti amministrativi degli abusi di mercati, accertati dalla Consob.
fatto conseguire a quest’ultimo un qualsiasi beneficio, di tipo economico o meno. Diversamente, il
“vantaggio esclusivo” di chi realizza l’illecito esclude la responsabilità dell’Ente.
La responsabilità amministrativa dell’Ente si estende anche alle ipotesi in cui uno dei Reati rimanga nella forma del tentativo.
Ulteriore presupposto per l’applicabilità della normativa è che il Reato o l’illecito Amministrativo sia commesso da soggetti qualificati, ovvero:
• da persone fisiche che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’Ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione ed il controllo degli stessi (Soggetti Apicali);
• da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei Soggetti Apicali (c.d.
Soggetti Subordinati o Subalterni).
Dall’impianto del D.Lgs. 231/2001 si deduce che la responsabilità amministrativa degli Enti non esclude, ma anzi si somma a quella della persona fisica che ha realizzato il comportamento illecito.
L’apparato sanzionatorio a carico dell’Ente prevede misure particolarmente afflittive quali:
a) la sanzione pecuniaria. Si applica a seguito del riconoscimento della colpevolezza dell’Ente a seguito di realizzazione di qualsiasi condotta illecita, tra quelle richiamate dal medesimo DECRETO ed è determinata dal giudice penale attraverso un sistema basato su «quote».
b) le sanzioni interdittive. Si applicano per alcune tipologie di Reati e per le ipotesi di maggior gravità. Si traducono nell’interdizione dall’esercizio dell’attività aziendale; nella sospensione e nella revoca delle autorizzazioni, delle licenze o delle concessioni funzionali alla commissione dell’illecito; nel divieto di contrattare con la pubblica amministrazione (salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio); nell’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e nell’eventuale revoca di quelli concessi;
nel divieto di pubblicizzare beni o servizi.
In ogni caso, le Sanzioni interdittive non si applicano (o sono revocate, se già applicate in via cautelare) qualora l’Ente - prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado:
1. abbia risarcito il danno, o lo abbia riparato;
2. abbia eliminato le conseguenze dannose o pericolose del Reato (o, almeno, si sia adoperato in tal senso);
3. abbia messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, per la confisca, il profitto del Reato;
4. abbia eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il Reato, adottando modelli organizzativi idonei a prevenire la commissione di nuovi Reati.
Qualora ricorrano tutti questi comportamenti - considerati di ravvedimento operoso - anziché la Sanzione interdittiva si applicherà quella pecuniaria.
c) la confisca. Consiste nell’acquisizione del prezzo o del profitto del Reato da parte dello Stato o nell’acquisizione di somme di danaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al profitto del Reato: non investe, tuttavia, quella parte del prezzo o del profitto del Reato che può restituirsi al danneggiato. La confisca è sempre disposta con la sentenza di condanna.
d) la pubblicazione della sentenza. Può essere inflitta quando all’Ente viene applicata una sanzione interdittiva; viene effettuata a spese dell’Ente, in uno o più giornali indicati dal Giudice nella sentenza nonché mediante affissione nel comune ove l’Ente ha la sede principale.
5 I REATI E GLI ILLECITI CHE DETERMINANO LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA
Il catalogo dei Reati originariamente previsto dal D.Lgs. 231/2001 è stato progressivamente ampliato8: agli articoli 24 e 25 (reati contro la Pubblica Amministrazione ed il suo patrimonio) sono stati affiancati i reati in materia di falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo (art. 25-bis); i reati societari (art. 25-ter); i reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (art. 25-quater); i reati di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 25-quater 1); i reati contro la personalità individuale (art. 25-quinquies); i reati e di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato (art. 25-sexies) ed i relativi illeciti amministrativi (art.
187-quinquies T.U.F.); i reati transnazionali di cui alla legge 146/2006 (art. 10); reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro (art. 25-septies); i reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro o beni di provenienza illecita (art. 25-octies); i delitti informatici e trattamento illecito dei dati (art. 24- bis); i delitti contro l’industria e il commercio (art.
25-bis 1); delitti in materia di violazione del diritto d’autore (art 25-nonies); delitti in merito alla indizione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 25-decies).
8Elenco delle leggi che hanno integrato nel tempo il D.Lgs. 231/2001:
9 Legge 29 settembre 2000, n. 300; art. 11 e 14 (delega al Governo per disciplinare la responsabilità amministrativa delle società e degli enti);
9 Legge 23 novembre 2001, n. 409 ha introdotto l’art. 25 bis (Falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo) nel Decreto 231;
9 D. Lgs. 11 aprile 2002, n. 61 ha disposto con l’art. 3 l’introduzione dell’art. 25 ter (Reati societari) nel Decreto 231;
9 Il D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 ha disposto (con l'art. 299) l'abrogazione dell'art. 75
9 Il D.P.R. 14 novembre 2002, n. 313 ha disposto (con l'art. 52) la modifica dell'art. 85 e l'abrogazione degli artt. 80, 81 e 82.
9 Legge 14 gennaio 2003, n. 7 ha introdotto l’art. 25 quater (Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico) nel Decreto 231;
9 Decreto Ministeriale 26 giugno 2003, n. 201 (Regolamento recante disposizioni regolamentari relative al procedimento di accertamento dell'illecito amministrativo delle persone giuridiche, delle societa' e delle associazioni anche prive di personalita' giuridica, ai sensi dell'articolo 85 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231) ha dato attuazione a quanto previsto dall’art. 85 del Decreto 231;
9 Legge 11 agosto 2003, n. 228, art. 5 ha disposto l’introduzione dell’art. 25 quinquies (Delitti contro la personalità individuale) nel Decreto 231;
9 Legge 18 aprile 2005, n. 62 con l’art. 9 comma III ha introdotto l’art. 25 sexies (Abusi di mercato) nel Decreto 231; (NB a differenza delle altre ipotesi ex D.Lgs. 231, l’aumento della sanzione pecuniaria è correlato all’entità del profitto e non individuato autonomamente o in relazione alla sanzione per l’ipotesi-base).
9 Legge 28 dicembre 2005 n. 262 (ha modificato l’articolo 25 ter nel Decreto 231);
9 Legge 9 gennaio 2006 n. 7 (ha disposto l’introduzione dell’art. 25 quater 1 (Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili) nel Decreto 231);
9 Legge 6 febbraio 2006 n. 38 ha disposto la modifica dell’art. 25 quinquies nel Decreto 231;
9 Legge 16 marzo 2006 n. 146 contenente la ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale (l’art. 10 ha esteso la responsabilità degli Enti e Società ai reati di associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso, induzione a non rendere dichiarazioni all’autorità giudiziaria e favoreggiamento personale, purchè commessi a livello transnazionale);
9 Legge 3 agosto 2007 n. 123 con l’art. 9 ha disposto l’introduzione dell’art. 25 septies (poi modificato dall’art. 300 D.Lgs. 81 del 2008) (Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro) nel Decreto 231;
9 D.Lgs 231 del 21 novembre 2007 “Attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo nonchè della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione” per mezzo dell’art. 63 comma III ha introdotto l’art. 25 octies (ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita) nel Decreto 231;
Si riporta di seguito l’elencazione dei Reati e degli Illeciti Amministrativi ad oggi rilevanti ai sensi del D.Lgs. 231/2001.
Come sarà possibile constatare al termine di questo elenco, il D.Lgs. 231/2001 prende in esame una eterogenea tipologia di specifici reati che sono stati elencati.
Tuttavia, non tutte le predette figure criminose possono essere in realtà ad oggi ipotizzate come realizzabili nello svolgimento dell’attività sociale tipica posta in essere dalla SOPAF S.P.A..
Quelle che concretamente possono risultare “rilevanti”, in quanto realizzabili da parte di soggetti qualificati che appartengono alla struttura gestionale e amministrativa della Società nell’esercizio specifico dell’attività d’impresa, verranno esaminate e trattate in modo specifico ed approfondito nelle già menzionate P
ARTIS
PECIALIdel presente Modello.
9 Legge n 48 del 18 marzo 2008 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest il 23 novembre 2001, e norme di adeguamento dell’ordinamento interno" con il suo art. 7 ha introdotto l’art. 24 bis nel Decreto 231 (Delitti informatici e trattamento illecito dei dati);
9 D.Lgs. del 9 aprile 2008 n. 81 (ha dato attuazione a quanto stabilito dalla Legge 123/2007 disponendo le misure specifiche in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro e ha sostituito interamente tutta la precedente normativa in tema di sicurezza) riformulando l’art. 25 septies per mezzo dell’art. 300;
9 Legge n. 94 del 15 luglio 2009 – “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” - con l’art. 2 comma 29 ha introdotto l’art. 24 ter – (Delitti di criminalità organizzata)
9 Legge n. 99 del 23 luglio 2009 - Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia- ha integrato il Decreto 231 come segue:
- ha ampliato l’art. 25 bis introducendo la lettera f bis) (falsità in strumenti e in segni di riconoscimento) - ha inserito l’art 25 bis 1 – (Delitti contro l’industria e il commercio)
- ha inserito l’art 25 nonies – (Delitti in materia di violazione del diritto d’autore)
9 Legge n. 116 del 3.8.2009 – ratifica della convenzione ONU contro la corruzione - con l’art. 4 ha inserito l’art. 25 decies (induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria) (La legge 116 lo aggiunge come articolo 25 nonies ma evidentemente si tratta di errore in quanto il 25 nonies era già stato aggiunto dalla legge n. 99 del 23.7.2009)
A) Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (artt. 24 e 25 del DECRETO)
Malversazione a danno dello Stato (art. 316-bis c.p.);
Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316-ter c.p.);
Truffa a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare (art. 640 c.p., 2° comma, n. 1);
Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.);
Frode informatica (art. 640-ter c.p.);
Corruzione per un atto d’ufficio (art. 318 c.p. - art. 321 c.p.);
Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);
Concussione (art. 317 c.p.);
Corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio (art. 319 c.p.);
Corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p., 2° comma - art. 321 c.p.);
Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.);
Peculato, concussione, corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità Europee e di funzionari delle Comunità Europee e di Stati esteri (art. 322-bis c.p.).B) Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento
(art. 25-bis del DECRETO)
Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 c.p.);
Alterazione di monete (art. 454 c.p.);
Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 c.p.);
Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 c.p.);
Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.);
Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.);
Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata (art. 461 c.p.);
Uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.);
Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno o di prodotti industriali (art. 473 c.p.);
Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.).C) Delitti contro l’industria e il commercio (art. 25-bis 1 del DECRETO)
Turbata libertà dell’industria e del commercio (art. 513 c.p.);
Illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.);
Frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.);
Frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.);
Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.);
Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.);
Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517- ter c.p.);
Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari (art. 517-quater c.p.).D) Reati societari
(art. 25-ter del DECRETO)
False comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.);
False comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o dei creditori (art. 2622 c.c.);
Falso in prospetto (art. 173-bis TUF);
Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle società di revisione (art. 2624 c.c.);
Impedito controllo (art. 2625 c.c.);
Indebita restituzione dei conferimenti (art. 2626 c.c.);
Illegale ripartizione di utili e riserve (art. 2627 c.c.);
Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art. 2628 c.c.);
Operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 c.c.);
Omessa comunicazione del conflitto di interessi (art. 2629-bis c.c.)
Formazione fittizia del capitale sociale (art. 2632 c.c.);
Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.);
Illecita influenza sull’assemblea (art. 2636 c.c.);
Aggiotaggio (art. 2637 c.c.);
Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 c.c.).E) Delitti aventi finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali e delitti posti in essere in violazione di quanto previsto dall’articolo 2 della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo sottoscritta a New York in data 9.12.1999
(art. 25-quater del DECRETO)
Associazioni sovversive (art. 270 c.p.);
Associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico (art. 270 bis c.p.);
Assistenza agli associati (art. 270 ter c.p.);
Arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270-quater c.p.);
Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270-quinquies c.p.);
Attentato per finalità terroristiche o di eversione (art. 280 c.p.);
Sequestro di persona a scopo di terrorismo e di eversione (art. 289-bis c.p.);
Istigazione a commettere alcuno dei delitti contro la personalità dello Stato (art. 302 c.p.);
Cospirazione politica mediante accordo e cospirazione politica mediante associazione (artt. 304 e 305 c.p.);
Banda armata e formazione e partecipazione e assistenza ai partecipanti di cospirazione o di banda armata (artt. 306 e 307 c.p.);
Reati di terrorismo previsti dalle leggi speciali;
Reati diversi da quelli elencati nel codice penale e nelle leggi speciali, posti in essere in violazione dell’art. 2 della convenzione di New York dell’8 dicembre 1999.F) Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili;
(art. 25-quater 1)
Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili.G) Delitti contro la personalità individuale (art. 25-quinquies del DECRETO)
Riduzione in schiavitù (art. 600 c.p.);
Prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.);
Pornografia minorile (art. 600-ter c.p., 1° e 2° comma);
Detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater c.p.);
Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-quinquies c.p.);
Tratta e commercio di schiavi (art. 601 c.p.);
Alienazione e acquisto di schiavi (art. 602 c.p.).H) Abusi di mercato
(art. 25-sexies del DECRETO)
Abuso di informazioni privilegiate (articoli 184 e 187-bis del TUF.);
Manipolazione di mercato (articoli 185 e 187-ter del TUF).I) Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro
(art. 25-septies del DECRETO introdotto dall’art. 9 della Legge 123/2007)
Omicidio colposo (art. 589 c.p.)
Lesioni personali colpose (art. 590 c.p.).J) Reati in materia di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita
(art. 25-octies del DECRETO)
Ricettazione (art. 648 c.p.);
Riciclaggio (art. 648-bis c.p.);
Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.).K) Delitti in materia di violazione del diritto d’autore
(art. 25-nonies del DECRETO
che fa riferimento alla legge 22 aprile 1941, n. 633 sulla protezione
del diritto d’autore)
Messa a disposizione del pubblico, in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera dell'ingegno protetta, o di parte di essa (art. 171, l. 633/1941 comma 1 lett a) bis);
Reati di cui al punto precedente commessi su opere altrui non destinate alla pubblicazione qualora ne risulti offeso l’onore o la reputazione (art. 171, l. 633/1941 comma 3);
Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita o detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale o concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di mezzi per rimuovere o eludere i dispositivi di protezione di programmi per elaboratori (art.171-bis l. 633/1941 comma 1);
Riproduzione, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati; estrazione o reimpiego della banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati (art. 171-bis l. 633/1941 comma 2);
Abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell'ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio di dischi, nastri o supporti analoghi o ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche(art. 171- ter l. 633/1941);
Mancata comunicazione alla SIAE dei dati di identificazione dei supporti non soggetti al contrassegno o falsa dichiarazione (art. 171-septies l. 633/1941);
Fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica, utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art. 171-octies l. 633/1941);L) Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria9
9La Legge n. 116 del 3.8.2009 – ratifica della convenzione ONU contro la corruzione - con l’art. 4 ha inserito l’art. 25 nonies (induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria). In realtà si tratta di errore di numerazione in quanto il 25 nonies era già stato aggiunto dalla legge n. 99 del 23.7.2009)
(art. 25-decies del DECRETO)
Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 377-bis c.p.).M) Delitti informatici e trattamento illecito dei dati (art. 24-bis del DECRETO)
Falsità in un documento informatico pubblico o privato (art. 491-bis c.c.);
Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.);
Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615- quater c.p.);
Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinques c.p.);
Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quater c.p.);
Installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinquies c.p.);
Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.);
Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.);
Danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.);
Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635-quinquies c.p.);
Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica (art. 640- quinquies c.p.).N) Delitti di criminalità organizzata (art. 24-ter del DECRETO)
Associazione per delinquere (art. 416 c.p., ad eccezione del sesto comma);
Associazione a delinquere finalizzata alla riduzione o al mantenimento in schiavitù, alla tratta di persone, all'acquisto e alienazione di schiavi ed ai reati concernenti le violazioni delle disposizioni sull'immigrazione clandestina di cui all'art. 12 d. lgs 286/1998 (art. 416, sesto comma, c.p.);
Associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.);
Scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.);
Sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c.p.);
Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 DPR 9 ottobre 1990, n. 309);
Illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo(*) (art. 407, co. 2, lett. a), numero 5), c.p.p.).O) Reati transnazionali
La legge 16 marzo 2006, n. 146 di “ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’11 aprile 2006 (in vigore dal 12 aprile 2006), ha previsto la responsabilità amministrativa dell’Ente per la realizzazione di un “reato transnazionale”, ossia di un reato:
a) commesso in più di uno Stato;
b) ovvero commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo sia avvenuta in un altro Stato;
c) ovvero commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato;
d) ovvero commesso in uno Stato ma che abbia effetti sostanziali in un altro Stato;
e) punito con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo criminale organizzato.