SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE
dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli
Esperti Contabili di Roma
PIANIFICAZIONE E CONTROLLO:
INDICATORI STRATEGICI.
POCHI MA INDICATIVI: COME SCEGLIERE I «KPI»
Dott. Bagaglini Arturo
• I «kpi», acronimo di «key performance indicators», rappresentano i più importanti indicatori di performance di una realtà aziendale;
• La scelta dei «kpi» spetta ai manager aziendali, ovvero ai vari
responsabili di reparto in quanto sono loro che debbono valutare se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti;
• Gli indicatori selezionati possono essere di «alto livello», cioè
concentrati sulle strategie dell’azienda, oppure «di dettaglio», perché indirizzati all’analisi dei processi di settore.
LA SCELTA DEI «KPI»
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Alcuni esempi di potenziali indicatori di performance:
ASSISTENZA CLIENTI
Numero di chiamate al giorno, durata media di una conversazione, numero di risposte con esito positivo dei clienti…
MARKETING E DISTRIBUZIONE
Costi di marketing per contatto, numero di visite settimanali ai clienti…
RICERCA E SVILUPPO
Numero di progetti valutati positivamente all’anno, scostamento tra tempo di pianificazione e tempo di realizzazione…
SVILUPPO DEL PERSONALE Costi per aggiornamento, turnover…
Grazie ai kpi si otterranno valori misurabili e confrontabili, ma sarà
necessario attuare un elevato processo di digitalizzazione delle operazioni aziendali
Essi rappresentano un’importantissima forma di «comunicazione» dei risultati, ma le
informazioni che forniscono devono essere concise, chiare e pertinenti, legate dunque ad obiettivi certamente misurabili.
Risultati conseguibili con un buon utilizzo dei «kpi»
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Quindi…
Occorre focalizzarsi sull’informazione che questi
indicatori vogliano far emergere, per comprendere se vi sia un miglioramento o un peggioramento dei risultati attesi in un determinato processo.
Ma attenzione!
Ovviamente affidarsi ai «kpi» comporterà un aumento dei costi relativo alla digitalizzazione dei processi ed alla raccolta dati.
Il rischio è che il valore apportato dalla misurazione, sia inferiore rispetto a quello dei costi sostenuti.
Ulteriori elementi di criticità:
Gli indicatori necessitano di essere sempre aggiornati; se così non fosse rischierebbero di diventare rapidamente obsoleti, soprattutto in quelle
aziende che avviano frequentemente nuove linee di business.
Devono essere selezionati in maniera accurata i processi aziendali da monitorare; si potrebbe sottoporre ad analisi un processo difficilmente
misurabile oppure non determinante nell’equilibrio aziendale.
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I «kpi» del reparto produzione:
OEE – Misura la
produttività di macchine e operatori
WIP – Work in progress, misura la quantità di prodotto in lavorazione
Scarti di produzione – Misura gli scarti e la non
conformità dei prodotti
I «kpi» del reparto produzione:
Lead time – Misura il tempo impiegato dal ricevimento dell’ordine alla
consegna al cliente
Quantità prodotta – Misura il numero di pezzi prodotti
da ogni macchina o da un processo
Downtime – Tempo di
inattività non pianificato
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I «kpi» del reparto produzione:
Utilizzo della capacità produttiva – Misura l’impiego
effettivo delle risorse in base
al tempo
Correlazione tra reparto produzione ed acquisizione dei materiali
• Sui costi sostenuti per gli acquisti dei materiali;
• Sulla qualità dei materiali;
• Sul servizio e sulla flessibilità offerta dai fornitori;
• Sulle possibili innovazioni.
Ovviamente un utilizzo anche ottimale dei «kpi» del reparto produzione, sarebbe vanificato da un non altrettanto studio
approfondito dei processi di acquisizione dei materiali;
bisognerebbe in particolar modo porre l’attenzione:
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