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Capitolo 1 Introduzione

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Academic year: 2021

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Capitolo 1

Introduzione

1.1 Generalità

L’oggetto di questo studio è l’ inquadramento dello svincolo di Chioma nel contesto ambientale costituito dai Monti Livornesi e dalla fascia litoranea che dalla città di Livorno si sviluppa con continuità fino alla località di Chioma.

L’ area di Chioma si localizza in parte nel Comune di Livorno ed in parte nel Comune di Rosignano Marittimo, nella valle compresa tra i diversi colli tra i quali emergono il Piastrone (186m), il Poggio Dorcino (200m), il Poggio Castello (316m) ed il Poggio Ginepraia (344m)

In questo territorio verdeggiante la presenza dell’ uomo è rappresentata solamente dalla direttrice della ferrovia Livorno-Roma, dalla Variante Aurelia S.S.n°1 e dal tratto della vecchia Aurelia che lo attraversano nei pressi della foce del torrente omonimo.

Il Chioma fisicamente costituisce quindi la linea di confine tra i due Comuni.

La morfologia accidentata delle colline e la sua fitta vegetazione rendono l’ area interna difficilmente accessibile, permettendo il costituirsi di un habitat naturale interessante di cui parleremo in seguito al capitolo 3.

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1.2 L’ area di inserimento

1.2.1 Inquadramento generale

Procedendo sulla Variante, si scavalca la valle del Rogiolo percorrendo la galleria di Quercianella e si arriva a Chioma all’ innesco con la variante in esercizio.

L’ area di Chioma per dimensioni e caratteristiche e per problemi funzionali da risolvere ha richiesto una revisione del progetto approvato nel ’92 che non ha interessato il resto del tracciato adeguato solo in funzione dei condizionamenti biologici e per garantire una migl Dal mare la visibilità dello svinco

iore compatibilità ambientale.

lo è minima in quanto parzialmente nascosta dalla

no state ridotte le dimensioni delle

sentono di ridurre

idistribuzione delle zone linea ferroviaria Livorno-Roma mentre la sua percezione risulta importante dalla strada provinciale del Vaiolo e dalle colline di Nibbiaia.

Per questo sono state abbassate le livellette, so

rotatorie sottostanti che tuttavia per necessità sono state conformate alle Norme per la sicurezza dell’ esercizio ed alle previsioni di incremento del traffico.

La progettazione attenta e le sistemazioni ambientali previste con

significativamente alcuni impatti fra l’ giacitura degli edifici e giacitura dell’ infrastruttura già previsto dal Piano Urbanistico di Rosignano.

Per la vecchia Aurelia strada Parco si prevedono interventi di r

di scorrimento di sosta, arredi marginali naturalizzati e attrezzature per l’ esercizio controllato in relazione alla stagione ed al tipo di accessibilità prevista per l’ uso delle scogliere e per Maroccone e Chioma corsie indipendenti e protette riservate al transito dei pedoni e dei ciclisti per facilitare la fruizione della costa e l’ accessibilità delle scogliere collinari.

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Castiglioncello (loc. Chioma): tratto costiero tra la foce del torrente Chioma e la Buca dei Corvi

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1.2.2 L’ ambiente

Tra tutte le province della costa toscana, quella di Livorno è sicuramente la più estesa ed anche la più varia.

Infatti lungo il tratto livornese troviamo alternativamente tratti rocciosi e lunghe spiagge, isole con calette o arenili.

Si propone una veloce rassegna delle varie tipologie ambientali dislocate nel tratto di costa sede dell’ intervento.

Calafuria

La scogliera di Calafuria, alcuni chilometri di costa aspra battuta, come anche il nome, dal vento e dalla furia del mare, è uno dei tratti geologicamente più interessanti del litorale toscano.

Molto tempo addietro (in termini geologici), un banco di argille scagliose oligoceniche e mioceniche si è alzato sopra il livello del mare formando il leggero promontorio livornese. Si tratta di una sostanza di scarsa consistenza, senonchè, a Calafuria, si è trovato protetto da una corona di arenaria intersecata da venature eruttive ofiolitiche (per lo più "gabbro").

In parole povere, il mare ha trovato un osso duro. Trattandosi di materiali di diversa consistenza, è accaduto che l'erosione del vento ha avuto risultati tutt’ altro che omogenei.

Minuscole particelle di quarzo portate dal vento hanno investito queste rocce per migliaia di anni, ottenendo risultati diversi dove colpivano.

Le venature eruttive venivano appena scalfite, mentre l'arenaria cedeva sempre qualcosa.

Aperto un varco, le particelle penetravano all'interno nella roccia e giravano in tondo, spinte dal vento, scavando sempre di più.

Il risultato sono mille alveoli, una specie di spugna rocciosa dove le parti più dure sono rimaste esposte, rivelando la loro struttura interna.

Un paesaggio che sembra disegnato, tanto da meritare il nome popolare di "Sassoscritto".

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Uno scenario estremamente effimero, perché il vento è sempre all'opera e la scogliera si consuma costantemente sotto la sua pressione.

Le spiagge sono poche ma la scogliera è spesso praticabile e ci sono perfino alcune "piscine" di acqua salmastra, frutto di escavazioni passate che, con le onde, si riempiono di acqua marina.

Adiacente alla torre di Calafuria c'è l'omonimo ponte.

Proprio sotto il ponte c'è la "Spiaggia di Calafuria", uno dei pochissimi arenili ghiaiosi di quest’ area.

Il tratto di costa si chiude con la "Spiaggia di Calignaia", di ghiaia grossolana, anch’ essa sotto un ponte.

Il colpo d'occhio è però molto particolare.

Appare come incorniciata dal ponte dell'Aurelia, dietro il quale si vede il vecchio ponte della ferrovia.

La coreografia risente piacevolmente di questo gioco di arcate.

Quercianella

Si può cominciare con la "Spiaggia Cala del Leone", difficile da raggiungere perché si deve attraversare il Parco del Sonnino, che è privato. Sul lato sud del promontorio c'è invece il "Moletto del Sonnino", con una spiaggia di ghiaia, ben inserita nell'ambiente.

Superate poi alcune rocce, ecco la "Spiaggia del Rogiolo", dal nome del torrente che qui sfocia. L'accesso si raggiunge da una passeggiata in cemento lungo gli scogli che collega il Rogiolo a Quercianella.

C'è anche una strada, che è di proprietà delle Ferrovie dello Stato, non accessibile alle auto; restano però 200 metri da fare a piedi.

Questa spiaggia, di ghiaia media mista a ghiaia fine, è ben riparata dal moto ondoso, perché il promontorio di Sonnino la protegge dal maestrale.

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Percorrendo la passeggiata in cemento in direzione sud, dopo poche centinaia di metri ecco il piccolo porto di Quercianella, che sul lato nord ha una spiaggetta con una piscina di acqua salata ottenuta disponendo artificialmente una barriera di pietroni.

A sud del porto c'è la vera e propria spiaggia di Quercianella, con un tratto libero e uno attrezzato per la balneazione.

Il tratto a sud del paese, oltre il promontorio, ha un fondo di ghiaia alternato a vene rocciose che formano caratteristiche stratificazioni oblique.

Sono rocce calcare e dette "calcari palombini" a causa del loro colore grigio che ricorda il piumaggio del piccione selvatico (Colomba palumbus).

Queste rocce, che si sono formate oltre 100 milioni di anni fa sotto il mare, si sono poi sollevate verso la metà dell'era terziaria, formando così i colli di Quercianella.

La foce del Chioma segna il confine fra il territorio comunale di Livorno e quello di Rosignano.

A Nord della foce stessa c'è un ultimo arenile, di bell’ aspetto ma un po' difficile da rintracciare.

Castiglioncello

Tra quelle elencate è la zona a carattere più marcatamente turistico e presenta anche un insediamento urbano costituito per la maggior parte da villette sia a ridosso della scogliera, che verso l’ interno.

Il tratto nord è caratterizzato proprio dalle ville,

che sovrastano la spiaggia di sabbia, con qualche tratto di roccia, il tutto alternato a scogli tormentati dalle onde.

La spiaggia è quasi tutta in concessione a stabilimenti balneari, che la invadono con le loro strutture.

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1.2.3 La struttura insediativa

1.2.3.1 Cenni storici

Uno degli elementi aggreganti degli insediamenti umani è costituito dalla viabilità, cioè dall'insieme dei modelli di percorrenza esistenti ed esistiti, nel rapporto con la realtà naturale e con la storia umana.

Epoca medievale e moderna

Nel Medioevo vero e proprio assistiamo alla nascita dei vari paesi collinari.Gabbro (nome originario S.Michele in Contrino; contrino = zona di vicinanza o confine ), Castelnuovo della Misericordia (castrum Camajani); Nibbiaia (da nebulus = luogo umido e piovoso).

Nel corso del Medioevo l’ effetto congiunto delle invasioni barbariche e dello stato di abbandono delle pianure sempre più impaludate, portò le popolazioni a rifugiarsi sulle alture boscose, dove in seguito si attestarono le corti regie e signorili di Nugola, Parrana, Pandoiano, Montemassimo, Petreto, Popogna, Limone, Salviano, Castelvecchio ed altre, destinate a divenire sedi di pievi e talvolta anche di piccoli Comuni.

Si riscoprono nel Medioevo gli antichissimi percorsi collinari di epoca protostorica; altri ne vengono tracciati in coincidenza con il progressivo abbandono della via Emilia, di cui si viene perdendo persino la memoria.

Un asse viario collega Pandoiano, Parrana, Colleromboli, Torciano, Petreto, Filicaia e Montemassimo per scendere fino al Porto Pisano (centro di servizi portuali, nei pressi del quale sorgeva Triturrita, la villa romana ricordata da Rutilio Namaziano nel “De reditu suo”).

Un’ altra strada, muovendo da Castelvecchio, tocca Montecalvoli e, attraversato Chioma, risale al Castellaccio, località che assume rilevante importanza nel quadro dei servizi di avvistamento marittimo e di segnalazione in funzione dell’ attività di Porto Pisano; dal Castellaccio la strada scende ad Antignano.

Un sistema complesso di raccordi tra i due assi stradali citati faceva capo al castello di Quarata, che con ogni probabilità si trovò a svolgere un ruolo centrale non solo nel sistema viario collinare, ma altresì nella vita sociale della popolazione del comprensorio.

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La presenza di estesi latifondi sulle colline e nella piana degradante verso il mare risale a concessioni di carattere feudale :accanto alle proprietà delle nobili famiglie pisane dei Gherardesca, Gualandi, Lanfranchi e Ceuli, notiamo quelle della Mensa Arcivescovile, della Misericordia, del monastero di S.Paolo a Ripa d’Arno e di altri enti ecclesiastici. Ai proprietari si vennero affiancando o sostituendo, in età moderna, i Medici con le loro tenute granducali di Nugola, Montenero, Banditella, “ministero” di Livorno, Suese; ed inoltre i Salviati, i Grifoni (commendatari dell’ abbazia di S.Paolo a Ripa d’ Arno), i Tidi.

La più antica famiglia religiosa costituitasi sul nostro territorio è quella degli Agostiniani dell’ eremo di S.Jacopo in Acquaviva; di qui i monaci estesero i loro possedimenti nelle colline, segnando con la loro presenza due luoghi sacri alla memoria dei livornesi: l’ eremo della Sambuca e il Santuario di Montenero, ambedue passati in seguito sotto il governo dei Gesuati.

Sul finire del Seicento il vallombrosano Colombino Bassi fonda a Valle Benedetta il monastero di S.Giovanni Gualberto, avviando un processo di messa a coltura della zona; si possono far risalire a quest’ epoca i mulini a vento che dominano il paesaggio. Ad epoche più antiche risalgono invece i mulini ad acqua, un tempo presenti in notevole numero lungo i torrenti di Ardenza, Chioma, Sanguigna, Tora, Morra ed Ugione.

Alle risorse idriche delle nostre colline attinsero i due principali acquedotti di Livorno:

- il primo, detto il Limone, risale alla fondazione della città medicea e risulta già completato nel 1611;

- il secondo, detto di Colognole, iniziato sotto la guida dell’ ing. Salvetti negli ultimi anni del Settecento , viene completato verso la metà del secolo seguente dall’ arch. Poggianti.

Le strutture di questa seconda opera si possono ammirare ancora oggi: dal Cisternone di città, agli archi di Pian di Rota e di Parrana San Martino, ai condotti, ai piccoli edifici detti “purgatori” e “bottini”, che caratterizzano la zona di Colognole.

Numerose sono le ville signorili: da quelle disposte sulle pendici del colle di Montenero a quelle di Limone, di Valle Benedetta e del Gabbro.

Fra tutte, segnaliamo la villa detta di Mirabello presso il Gabbro, già appartenuta alla famiglia Finocchietti e risalente all’ inizio del Settecento.

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Venendo alla storia più recente deve dirsi che nelle colline livornesi e precisamente in Quarata nell’ autunno del 1943 venne organizzato un nucleo partigiano che servì come punto di avviamento dei volontari alle formazioni che andavano costituendosi a sud della provincia; successivamente il nucleo si trasformò nella 3.a Brigata Garibaldi intitolata a Oberdan Chiesa, fucilato dai fascisti nel gennaio del 1944 a Rosignano Solvay, che ebbe parte attiva alla liberazione di Livorno.

Vie di crinale e toponomastica popolare

Sulle colline livornesi è ancora in parte rilevabile un sistema di comunicazioni di crinale, riconducibili a vecchie vie carrarecce e a vie vicinali d’ altura; esso è destinato a mettere in rapporto varie zone, con punti di raccordo, per dirigere verso la città.

Ancora da esplorare e rilevare è viceversa il sistema relativo ai “trasmottini” cioè a coloro che avviavano a punti di raccolta a valle il legname tagliato in collina (l’ etimologia della parola è certamente trans-montes).

Nel recupero del parco si individua un sistema viario noto, popolarmente, come vie della Commenda e via della Stregonia.

1.2.3.2 Lo sviluppo della struttura insediativa

Località “Chioma”

Sita nel comprensorio livornese, lungo la sponda Nord della foce del fiume Chioma, si sviluppa un’area di ricovero a secco (n°55/60 posti con carrelli) con banchina attrezzata per l’alaggio ed il varo sia meccanico (gru fissa) che manuale (scivolo in calcestruzzo). E’ gestita da Circolo Nautico ed una recinzione perimetrale protegge l’intero spazio e limita l’accesso agli estranei. Esiste un Punto di servizio con telefono e soccorso, sede del Circolo.

Sulla foce, lungo la banchina, risultano ormeggiati in Posti barca ben segnalati n° 30 natanti.

L’accessibilità è buona fino all’alaggio, vi è la possibilità di lasciare in loco anche il carrello.

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Pur previsto dal P.R.G. Vigente, non è stato ancora realizzato il posteggio a confine con l’area in esame e a servizio dello stabilimento balneare confinante.

Località "Chioma" (Foce-Sponda di competenza)

Posta sotto la giurisdizione del Comune di Rosignano, la sponda Sud della foce del fiume Chioma, banchinata, ospita numerosi natanti motorizzati di varie dimensioni. Si spazia dal piccolo gommone sino al “cabinato” di 12 m.

La zona è segnalata sul Portolano dei Mari Italiani per la presenza di un punto di rifornimento, unico tra il Porto di Livorno e San Vincenzo e per i numerosi servizi a disposizione dei diportisti.

Gestito da Società privata, l’Ormeggio è completo di Bar, Ristorante, ambulatorio e servizi igienici.

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1.3 I dati di traffico

Il telaio infrastrutturale delle varie modalità di trasporto terrestre interessante la Provincia di Livorno è stato schematizzato come un corridoio Nord-Sud con due sbocchi a mare (Livorno e Piombino).

Per questo motivo e per quanto espresso all’ interno della parte I (a proposito del corridoio plurimodale di trasporto) si può ribadire il carattere nazionale del completamento del tema in analisi.

Il completamento del tratto Chioma-Livorno, per tutto quello che concerne i recenti sviluppi delle ipotesi di messa a pedaggio della Variante fino a Grosseto, finalizzate alla realizzazione della tratta A12 Grosseto-Civitavecchia, il P.T.C. fa riferimento all’ indirizzo del Consiglio Provinciale del Marzo 1996, che valuta come inadeguata tale ipotesi in quanto:

- gli assetti territoriali della costa Toscana a sud di Livorno, maturati dopo gli anni 1970, sono la conseguenza di disporre sulla fascia litoranea di una viabilità principale di tipo non autostradale, più adatta alla puntuale distribuzione dei traffici sui centri turistici e residenziali allineati, per confinare a zone arretrate rispetto alla costa infrastrutture di tipo autostradale, sia per ragioni di tutela ambientale, sia per ragioni funzionali alla migliore transitabilità e fluidità dei traffici a lunga percorrenza;

- l’ infrastruttura stradale costiera realizzata con questi presupposti non solo è quindi in grado di assolvere ad una relazione di breve-media distanza, ma ha conseguentemente mutato le funzioni sulla viabilità parallela, che nei tratti fuori dai centri abitati è stata declassata a strada provinciale con alcuni tratti progettati a parco;

- ne consegue la non esistenza di un itinerario stradale a libero transito alternativo ad un percorso autostradale;

- sulla scorta di parere legale richiesto dall’Amministrazione, viene ritenuta non fattibile, a legislazione invariata, la trasformazione in regime di pedaggio di un’infrastruttura realizzata con i fondi del piano decennale della viabilità di grande comunicazione;

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- variazioni dell’assetto di questa implicherebbero variazioni coordinate di tutti gli strumenti di pianificazione e l’approntamento di tutti i necessari provvedimenti collaterali correttivi.

La situazione configuratasi in seguito all’apertura della Variante fino a Maroccone ha confermato le preoccupazioni che erano sorte sulle distorsioni nelle percorrenze dei flussi, in conseguenza del non completamento delle infrastrutture di viabilità dell’itinerario per come erano state previste.

Sostanzialmente:

- sono rinforzati i flussi di veicoli pesanti sull’itinerario costiero lungo il Romito;

- si è ulteriormente indebolito il livello di utilizzo dell’autostrada A12 da Livorno a Rosignano, ovviamente in modo più marcato per il traffico pesante.

La dimensione del problema del traffico pesante è stata focalizzata con una specifica indagine avente per obbiettivo la stima di un valore medio di veicoli pesanti giornalieri che sarebbe possibile convogliare sulle infrastrutture autostradali della S.A.T. e della S.A.L.T. in relazione alle possibili origini/destinazioni degli spostamenti, ipotizzati dai dati e dai rilievi di cui in possesso.

A questo proposito sono stati condotti rilievi di flusso su 9 postazioni individuate strategicamente dalle ore 7.00 alle ore 22.00.

Di queste sezioni sono stati analizzati i dati relativamente a tre postazioni.

I raffronti sono stati poi condotti considerando come veicoli pesanti sull’autostrada quelli delle classi 3, 4, 5 (escludendo quindi la B), tenendo poi presente che il dato fornito da Autostrade riguarda 24 ore.

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Analisi del traffico pesante sull’autostrada tirrenica

Sono stati evidenziati in corsivo nella tabella 1 i dati relativi alle stazioni di Pisa, al fine di metterli in relazione con i dati raccolti sulla parallela S.S.1 all’uscita dell’ambito urbano di Livorno.

Si nota immediatamente un utilizzo quasi trascurabile delle correnti pesanti sulla tratta autostradale Pisa-Livorno.

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Analisi del traffico pesante sulla S.P. 4 (postazione 1)

Questa postazione è stata ritenuta fondamentale ai fini della valutazione e stima dei traffici pesanti che, invece di un possibile instradamento sull’A12 Livorno-Cecina, seguono la provinciale 4, per poi proseguire sulla parallela S.S. 206.

Si veda la tabella 2 per l’esame dettagliato dei valori di flusso pesante.

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Analisi del traffico pesante sulla S.S. 206 (postazione 4)

Questa postazione è importante perché dà la misura del traffico pesante diretto su Pisa e proveniente da Sud, dato il contributo nullo dell’interconnessione FI-Mare.

Dei 314 veicoli nella direzione Pisa-Cecina sommati ai 264 veicoli nella direzione opposta, si può prudenzialmente stimare che un 60% sarebbe deviabile su un itinerario autostradale, considerato un 40% come traffico afferente la zona industriale di Pisa.

Analisi del traffico pesante sulla S.S. 1 (postazione 7)

Su questa sezione sono stati rilevati 447 veicoli pesanti nella direzione Pisa-Livorno e 375 veicoli pesanti nella direzione Livorno-Pisa. Di questi 822 veicoli totali è ipotizzabile che almeno 6-700 siano deviabili sulla A12 SALT. Questo è sostenibile da un raffronto con i dati esaminati al punto relativo all’A12 Livorno-Sestri Levante, da cui emerge un utilizzo nullo da parte del traffico pesante della tratta Pisa-Livorno. Sarebbe pertanto possibile passare dalle 1700 entrate/uscite del casello di Livorno a un valore di 2300-2400.

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1.4 Sintesi dei risultati

Dalla sintesi dei risultati analizzati nei precedenti punti risulta, nell’area interessata dalle infrastrutture stradali della Provincia di Livorno, un possibile indirizzo di 1400 veicoli pesanti medi giornalieri sulle infrastrutture della rete autostradale nel tratto da Pisa a Cecina.

Il tratto di Variante da Salviano a Maroccone è stato attivato due giorni dopo i rilievi dell’11 Marzo 1997.

Da tale data si è avuta conferma dell’ulteriore rapido e progressivo aumento del traffico pesante lungo l’itinerario costiero del Romito.

Il dato è stato raccolto dall’Amministrazione Comunale durante l’estate 1997, e a tale indagine si rimanda; su tale tratto della S.S. 1 si è registrata così una situazione di estrema criticità in termini di sicurezza; questa, infatti, risulta compromessa:

- dalla quantità oraria di veicoli pesanti in termini assoluti,

- dalla loro velocità assoluta, mediamente molto al di sopra dei 50 Km/h,

- dalla contemporanea presenza, durante il periodo estivo, di elevati livelli di traffico autoveicolare in transito, unita all’ulteriore fabbisogno di parcheggio, per un numero minimo di 1000 di questi autoveicoli e di altrettanti veicoli a due ruote, dovuta al servizio prevalentemente turistico-balneare svolto dall’infrastruttura per l’ambito di influenza dell’intera città di Livorno e non solo.

Gli effetti di questi fattori portano tra l’altro:

- a condizioni di usura a cui sono sottoposte il manto stradale, ma in modo particolare, le strutture dei ponti di Calignaia e di Calafuria, nonché sulla struttura stessa della scogliera;

- a notevoli livelli di rumore riversato sul litorale, incompatibili con una destinazione turistica;

- al conseguente incremento del rischio di incidentalità connesso alla crescita dei volumi di traffico e possibili formazioni di code dell’ordine di chilometri in rapido tempo a causa del completo blocco dell’intero itinerario da Livorno a Rosignano.

Prendendo atto di tutte queste considerazioni, analisi ed evidenze (con riferimento, in particolare modo, ai rilievi di flusso sulle infrastrutture Nord della Provincia citati) il Piano Territoriale di Coordinamento ritiene inadeguata alle esigenze della Città e del Porto di Livorno la posizione espressa dal preliminare di P.I.T. e formula la proposta di

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un assetto intermedio capace di evolvere nel tempo verso l’assetto già configurato dagli EE.LL., utile a far convergere i due livelli di programmazione:

- liberalizzare dal pedaggio l’Autostrada tra Rosignano e Collesalvetti, in analogia alle richieste del Comune di Pisa, almeno per il traffico pesante (si ricordi che per le associazioni di categoria sarebbe già presa in considerazione la riduzione della quota di pedaggio del 50%);

- realizzazione della Variante tra Maroccone e Chioma con un’unica galleria e due corsie, ove far confluire la quota residua di transito pesante, oltre al traffico leggero;

- riclassificare la Vecchia Aurelia nel tratto Calafuria-Romito come strada con funzioni di itinerario-turistico per solo traffico leggero ed approntare, in questo ambito, un complessivo progetto di riqualificazione ambientale della corrispondente costa basato essenzialmente:

sul risanamento strutturale della scogliera;

sulla razionalizzazione dei parcheggi esistenti e sulla creazione di nuovi;

sul deciso miglioramento della sua accessibilità pedonale;

sulla cura di servizi per la balneazione, per la sicurezza in mare, per l’igiene e la raccolta rifiuti.

Su questo tema e su quello del modello di esercizio della Variante Aurelia da Vada a Riotorto deve essere condotto un necessario approfondimento al fine di trovare comunque una congruenza tra le impostazioni programmatiche della Provincia e i lineamenti del Piano di indirizzo regionale.

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1.5 Le finalità progettuali

1. Favorire:

- la realizzazione della Variante alla S.S.1 Aurelia da Maroccone a Chioma mediante completamento dello svincolo di Maroccone;

- la realizzazione dello svincolo di Chioma;

- la realizzazione del tracciato (in galleria e viadotto) già approvato in sede di conferenza dei servizi (1990) anche con una prima fase di esercizio con una sola canna bidirezionale su cui indirizzare il traffico pesante.

2. Riqualificare in termini funzionali e di arredo la vecchia Aurelia organizzandone l’esercizio controllato e la sosta quale strada del Parco.

Ciò in attuazione della Convenzione approvata dai Consigli Provinciale e Comunale da attuare in parallelo alla realizzazione della Variante con uno specifico Progetto d’Area. 3. Favorire la realizzazione il nuovo svincolo con la Variante Aurelia in località

Serragrande.

4. Prevedere il miglioramento della viabilità di accesso da Nord e da Sud allo svincolo delle Spianate della Via Aurelia.

5. Concorrere al mantenimento dell’attuale equilibrio tra la viabilità locale e la direttrice di scorrimento Nord-Sud (Variante Aurelia) salvaguardando il modello di esercizio presente sulla Variante ed accrescendone la funzionalità con interventi di manutenzione programmata.

6. Mantenere l’assetto infrastrutturale con miglioramenti puntuali per le penetrazioni dalla Variante Aurelia alla viabilità ordinaria.

Ciò in particolare in corrispondenza della nuova viabilità prevista tra Rosignano e Vada (ponte sul Fiume Fine) e del sovrappasso ferroviario della S.P. di Marina di Castagneto e del relativo svincolo con la vecchia Aurelia in località Bambolo.

7. Favorire i collegamenti veicolari e ciclabili delle zone collinari e costiere con la strada Parco della Vecchia Aurelia.

8. Dare attuazione alla penetrazione da Sud a Marina di Cecina ed al Porto Turistico, prevista dal P.R.G. vigente e prevedere in sede di P.S.un raccordo Est-Ovest dalla Steccaia al porto turistico.

9. Evitare il traffico di scorrimento lungo la via dei Cavalleggeri tra Vada e Marina di Cecina.

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10. Evitare ogni rafforzamento della viabilità parallela alla costa tra Marina di Cecina e Marina di Bibbona.

11. Promuovere la specializzare delle stazioni F.S. 12. Rafforzare:

- la funzione passeggeri di Cecina per i transiti nazionali ed interregionali;

- la funzione di Vada per le sue potenzialità di scalo merci;

- la funzione di Rosignano Solvay per i servizi passeggeri locali e regionali.

1.6 Gli strumenti di attuazione

Piano d’Area “Nautica da Diporto"

La prevista realizzazione dei porti turistici di “Crepatura” e della “Foce del Cecina”, la presenza di cantieri per la nautica che richiedono spazi a banchina e del centro espositivo di Vada, inducono a configurare un Piano sovracomunale tra i Comuni di Rosignano e Cecina, la Provincia di Livorno ed altri Soggetti per definire: sinergie, specializzazioni, promozione di servizi, attività espositive, commerciali e promozionali inerenti la nautica da diporto.

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