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P IV Studi prosopografici

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Academic year: 2021

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(1)

P

ARTE

IV

Studi prosopografici

(2)

C

APITOLO

21. F

UNZIONARI CON PIÙ TOMBE E

FUNZIONARI SENZA TOMBA

§ 1. I funzionari con più tombe

I casi di funzionari con più di una tomba sono abbastanza numerosi in quest’epoca. Prese le debite precauzioni, perché non sempre le identificazioni sono certe, essi possono essere divisi in tre gruppi diversi, in base a valutazioni per lo più cronologiche: 1. funzionari con tombe scavate prima a Tebe e poi ad el-Amarna (Parennefer); 2. funzionari con tombe scavate prima ad el-el-Amarna e poi a Menfi (Meryra, Paatenemheb?); 3. funzionari con tombe ad el-Amarna o a Menfi e poi a Tebe (Hatiay?, Ay, Horemheb).

Affronteremo di seguito i singoli casi, prestando particolare attenzione all’evoluzione sia della carriera del proprietario sia dell’architettura tombale, sottolineando il permanere di caratteristiche (evidenziato in verde) o l’introduzione di novità (evidenziata in rosso). Non includeremo in questo studio i casi di Ay e Horemheb, in primo luogo perché le loro tombe private e reali sono già state trattate a parte, sottolinenando continuità e rotture, e in secondo luogo perché fare paragoni fra tombe di privati e tombe reali dal punto di vista architettonico e iconografico può risultare poco indicativo.

§ 1.1. Parennefer

TT 188 AT 7

Cariche, titoli ed epiteti Maggiordomo reale puro di mani, Sovrintendente a tutti gli artigiani del Re, Sovrintendente a tutti lavori del Re nel Tempio dell’Aten, Sovrintendente ai sacerdoti, Intendente, [attendente del Re ovunque egli] cammini, Principe ereditario, Padre e favorito del dio, Cancelliere del re del Basso Egitto, etc.

Maggiordomo reale dalle mani pure, Sovrintendente a tutti gli artigiani del Re

I titoli di Parennefer sono più numerosi a Tebe che ad el-Amarna, ma questo è dovuto al cattivo stato di conservazione dei rilievi, specie quelli degli

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stipiti della porta di ingresso, che tradizionalemente elencano gli incarichi del defunto. Gli unici due titoli leggibili ad el-Amarna, comunque, coincidono con quelli di Tebe.

TT 188 AT 7

Relazioni familiari Moglie […] Moglie […], favorita della Grande Sposa Reale Nefertiti

Le relazioni familiari di Parennefer non possono essere ricostruite, perché nessuna delle due le tombe riporta i nomi dei congiunti dell’uomo. C. Aldred suggerì che Ipuya fosse il padre di Parennefer, avendo questi esercitato la stessa carica del presunto figlio alla corte di Amenhotep III.

TT 188 AT 7

Architettura Corte; facciata decorata a rilievo; I passaggio; sala trasversa; corridoio con 6 ambienti sui lati e 2 sul fondo

Corte; facciata decorata a rilievo; I passaggio; sala trasversa; II passaggio (non finito). All’estremità N della sala trasversa: I passaggio; camera; II passaggio; II camera

La tomba amarniana di Parennefer non è completata, anche se l’abbozzo di un secondo passaggio verso camere più interne è stato scavato e quindi dobbiamo ritenere che esse fossero previste. La caratteristica più evidente nel confronto fra le due tombe è la decorazione della facciata, particolarità unica sia ad el-Amarna sia a Tebe, e quindi tanto più straordinaria. La tomba amarniana presenta due ambienti rozzamente scavati in direzione N all’estremità della sala trasversa: secondo Davies essi sono originali e non il risultato di usurpazioni successive.

TT 188 AT 7

Iconografia e testi

Facciata La Famiglia reale adora l’Aten (tre volte tutte a destra dell’ingresso e verso destra)

La Famiglia reale adora l’Aten (una volta per ogni lato dell’ingresso e verso la porta). Nel lato N, un registro inferiore presenta i carri, le guardie e Parennefer fare la sua offerta

Architrave e stipiti Adorazione del cartiglio del re (?) e

di Ra-Horakhty Due rappresentazioni laterali della Famiglia reale che adora l’Aten in posizione centrale; l’Aten e i cinque cartigli

Passaggio dell’ingresso Parennefer e la moglie pregano Parennefer prega (a S); corteo regale, il re mano nella mano con la regina, diverse principesse e portatori di alti flabelli di piume di

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struzzo; nel registro inferiore, portatori di oggetti (tavoli, suporti, giare) e guardie

Sala trasversa Premiazione di Parennefer; il ritorno di Parennefer dalla premiazione; Parennefer presenta gli emblemi sacri al re; vendemmia, presentazione del resoconto al re; Parennefer fa il resoconto del raccolto al re; il granaio e le sue attività; Parennefer sovrintende all’immagazzinamento dei prodotti della vendemmia; il re compie offerte a R-Horakhty sull’altare; Parennefer assiste il sovrano nel servizio liturgico

Premiazione di Parennefer; il ritorno di Parennefer a casa; Parennefer serve il re seduto sotto un baldacchino (scena ad inchiostro); formule ḥtp dỉ nswt sullo stipite della porta verso N

Portale verso il

corridoio Formule ḥtp dỉ nswt; adorazione di Osiri - Pilastri Parennefer con servitori e offerte -

Si è detto che la facciata decorata rappresenta nei due casi un unicum. Sebbene il tema sia lo stesso in entrambi i casi – l’adorazione del Disco da parte della Famiglia reale – la scelta compositiva si differenzia: a Tebe la sola parete ad essere raffigurata è quella a destra dell’ingresso, con tre rappresentazioni del Disco e tre raffigurazioni del re ora verso sinistra ora verso destra; ad el-Amarna la scena è ripetuta sui due lati dell’ingresso, in ogni lato con un solo Disco e le figure del re convergenti verso l’ingresso. La scena amarniana è anche arricchita di dettagli come il seguito in attesa che la cerimonia finisca e lo stesso Parennefer in atteggiamento adorante.

La scelta decorativa dell’architrave di ingresso a Tebe è ancora legata alla tradizione, sebbene le divinità adorate siano ora marcatamente solari e compaia probabilmente il cartiglio del re. Ad el-Amarna l’architrave è occupato da una doppia scena di adorazione del Disco che campeggia nella parte centrale: questa è una scelta iconografica consolidata in tutta la necropoli amarniana.

In TT 188 i due muri del passaggio d’ingresso sono decorati con doppie raffigurazioni del defunto e della moglie in preghiera, probabilmente nell’atto ora di uscire e ora di entrare dalla tomba; AT 7 concede a Parennefer una sola delle due pareti, occupando l’altra con una scena di corteo regale molto suggestiva. Davies ritiene che l’artista, avendo già raffigurato scene di adorazione del Disco quattro volte sulla facciata, abbia avuto qui un po’ più di libertà compositiva.

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Le scene cardine dell’iconografia tombale amarniana non mancano in nessuna delle due tombe: la premiazione di Parennefer e il suo trionfale rientro a casa. La terza scena conservataci ad el-Amarna, però, non riprende nessuna delle scene tebane, mostrando banalmente Akhenaten sotto ad un baldacchino e Parennefer nell’atto di servirlo, forse durante un pasto.

§ 1.2. Meryra

AT 4 Saqqara

Cariche, titoli ed epiteti Primo Profeta dell’Aten in Akhetaten, Flabellifero alla destra del Re, Portasigilli del Re del Basso Egitto, Compagno Unico

Primo Profeta dell’Aten, Intendente del Tempio dell’Aten, Scriba del Tempio dell’Aten in Akhetaten (e) in Menfi, Primo Profeta del Tempio di Neith

Il nome e l’incarico sacerdotale del personaggio non concedono dubbi sull’identificazione dei due uomini in un unico Meryra. La tomba amarniana mostra titoli onorifici più legati alla vita di corte (Flabellifero, Compagno Unico, Portasigilli), mentre la successiva tomba menfita restituisce incarichi di prestigio nell’ambito dell’amministrazione templare.

È legittimo chiedersi se il ruolo di Primo Profeta dell’Aten citato nella tomba di Saqqara sia solo il ricordo di una carica detenuta ad el-Amarna e poi deposta o se sia effettivamente espletata anche a Menfi e lo stesso si può dire per la carica di Scriba del Tempio dell’Aten in Akhetaten (che però ad el-Amarna non compare). Nel primo caso, l’omissione della specificazione “in Akhetaten” e l’aggiunta di un nuovo incarico non attestato prima (Intendente del Tempio dell’Aten) dovrebbero farci propendere per la seconda ipotesi; santuari dell’Aten in area menfita sono dopotutto attestati anche in età successiva almeno fino a Sethy I (cfr. Capitolo 5, § 3). Avere informazioni più dettagliate sulla successione e l’effettività di queste cariche ci permetterebbe di comprendere meglio la tempistica dell’abbandono dell’Orizzonte di Aten1.

Bisogna notare che l’onomastica del proprietario cambia parallelamente alla carriera amministrativa in seno all’organizzazione templare: Meryra Primo

1 Due pezzi di mobilio dedicati da Horemheb e rinvenuti nel Grande Tempio dell’Aten ad

el-Amarna devono indurci a credere che l’abbandono della città sia avvenuto piuttosto lentamente e che la sua distruzione risalga al regno di Ramesse II (che, a causa della sua megalomania, non poteva evidentemente tollerare la competizione di un sovrano che aveva eretto un’intera capitale in soli dieci anni); cfr. MURNANE W.J., The Return to Orthodoxy, in FREED E.R. – MARKOWITZ Y.J.

– D’AURIA S.H. (a cura di), Pharaohs of the Sun. Akhenaton, Nefertiti, Tutankhamon, Thames and

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Profeta dell’Aten diventa Meryneith Primo Profeta di Neith. Non è chiaro, come già detto, se Meryneith avesse abbandonato il sacerdozio solare ed è dubbio che il cambiamento di nome sia solo un segno di pietà verso la dea di cui Meryneith assunse il pontificato; come molti studiosi hanno sottolineato, il cambiamento può avere ragioni più propriamente politiche (sebbene il nome non fosse strettamente teoforo di Aten).

AT 4 Saqqara

Relazioni familiari Moglie Tenra, grande favorita

della Signora delle Due Terre Padre Kaut; moglie Aniuia

Sorprendentemente, dato che l’identificazione è data per certa, il nome della moglie non corrisponde nelle due tombe. Consideriamo però che nemmeno la moglie menfita di Horemheb è la stessa della KV 57 e che Ay sposò prima Tiy e poi Ankhesenamen, sebbene solo la prima moglie compaia nella KV 23. È vero che i due sovrani ebbero ragioni squisitamente politiche per celebrare seconde nozze, ma anche la documentazione privata ci restituisce l’immagine di una società dinamica dal punto di vista matrimoniale.

AT 4 Saqqara

Architettura Corte; I passaggio; anticamera; II passaggio; I sala a 4 colonne papiriformi; III passaggio; II sala a 4 pilastri; IV passaggio; santuario con statua

Un ingresso fra piloni (?) di mattoni crudi verso E, con basi per stele sui due lati della facciata, dà accesso ad un vestibolo, ai lati del quale vi sono 2 cappelle con ingresso sul lato W. Oltre si apre una corte a peristilio con 12 colonne. Sul lato E vi sono 3 cappelle, la centrale con 2 colonne, sormontata da una piramide. Il pavimento è in lastre di calcare ovunque e nella cappella centrale, mentre le altre quattro cappelle hanno un pavimento in terra battuta

Un confronto veramente utile fra le due architetture non può essere fatto, perché le tombe amarniane sono tutte rupestri, mentre quelle di Saqqara sono delle sovrastrutture erette a coprire l’accesso agli ambienti ipogei. Si può notare al più che la tomba amarniana è ua tomba di medie dimensioni, non eccessivamente grande, ma comunque articolata e artisticamente curata; allo stesso modo, la tomba menfita non è fra le più grandi: ha una sola corte a peristilio, ma due serie di cappelle cultuali e fini rilievi.

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AT 4 Saqqara Iconografia e testi Meryra decorato dal Re (la

Famiglia Reale alla finestra delle Apparizioni, Meryra portato davanti al Re); corteo di carri verso il Tempio (Tempio, ossequio di donne e servitori del Tempio, i servitori del Tempio recano offerte, scorta della processione reale, Akhenaten e Nefertiti sul loro cocchio, corteo di principesse e dame); la Famiglia Reale compie offerte all’Aten (coro di ciechi e attendenti, resti del seguito reale); visita reale al Tempio (seguito in attesa fuori delle porte, Re e Regina adoranti nell’avancorte del Tempio, il Tempio); investitura di Meryra (granai reali, magazzini, giardini reali, stalle, struttura templare); il defunto e la moglie in adorazione; l’Aten, i suoi nomi didattici e i cartigli della coppia reale

Il defunto entra ed esce dalla tomba (vestibolo); il defunto e la moglie ricevono offerte di cibo (cappelle che fiancheggiano il vestibolo); cerimonia di Apertura della Bocca per Meryra/Meryneith e Aniuia seguiti da una serie di dei e dee (muro N della corte); scene di laboratori e una barca reale; funerali del defunto e un granaio (muro S ); offerte per il proprietario e la moglie (muro W); scene di lavorazione dei metalli (Cappella centrale), banchetto funebre del defunto e dei suoi parenti (cappella di N-W)

Il programma iconografico delle due tombe è molto diverso e sembra che Meryra non abbia esportato a Menfi il modello amarniano: nessuna scena regale è rappresentata e, nonostante le numerose cariche sacerdotali, nessuna azione liturgica viene immortalata nella tomba menfita. Gli unici paralleli, piuttosto banali, sono quelli fra la decorazione delle pareti del passaggio d’ingresso (il defunto ed eventualmente la moglie in posa orante) e le scene di vita quotidiana legate all’attività professionale del defunto o proprie dell’ambiente in cui si svolgono scene maggiori.

§ 1.3. May(a)

AT 14 Saqqara

Cariche, titoli ed epiteti Principe ereditario, Governatore, Portasigilli del Re dell’Alto e del Basso Egitto, Compagno Unico, Scriba Reale, Generale del Signore delle Due Terre, Intendente nella Casa di “Pacificare l’Aten”, Scriba delle reclute, Intendente di Uaenra in Heliopolis, Sovrintendente a tutti i lavori del Re, Flabellifero alla destra del Re, Sovrintendente al bestiame nel Tempio di Ra in Heliopolis

Sovrintendente al Tesoro del Signore delle Due Terre e Sovrintendente ai lavori nella Sede della Verità, Scriba Reale, Flabellifero alla destra del Re, Capo del festival di Amon a Karnak, Sovrintendente al Segreto della Casa dell’Oro nei Templi di tutti gli Dèi, la bocca del Re per abbellire i templi e per formare le stuatue degli dèi

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La proposta che il May attestato ad Amarna e il Maya menfita fossero la stessa persona venne avanzata già nel 1974 da H.D. Schneider, benché E. Hornung l’avesse considerata dubbia; la grafia dei due nomi non è infatti identica. Al tempo Schneider conosceva la tomba menfita solo per le statue di Leyden e la parziale descrizione fattane da R. Lepsius, che visitò la tomba quando solo parte della seconda corte era accessibile: il confronto architettonico abbozzato da Schneider è in effetti fallimentare nel notare le somiglianze (quella che poi verrà identificata come una corte a peristilio viene paragonata alla sala colonnata; la forma a T è in realtà un modello non molto aderente nemmeno alla tomba amarniana né tantomeno alla tomba menfita quale la conosciamo oggi).

I titoli condivisi dai due personaggi non sono molti: Scriba reale era un titolo piuttosto comune fra i funzionari di alto rango e così l’onore di dirsi Flabellifero alla destra del Re era un privilegio particolare, ma condiviso fra i cortigiani. Ciò che sembra accomunare i due uomini sono le attività nel settore edilizio: Sovrintendente a tutti i lavori del Re ad Amarna, Sovrintendente ai lavori nella necropoli reale e, sotto Horemheb, curatore dei restauri nei grandi santuari. Strano che il Maya menfita non abbia alcun incarico militare, mentre il suo (quasi) omonimo amarniano sia Generale del Signore delle Due Terre e Scriba delle reclute.

Quello che forse gioca di più a favore perché i due uomini siano una persona sola sono i vasti interessi di May nel Nord: Intendente nella Casa di “Pacificare l’Aten” (Pr-s.ḥtp-’Itn), Intendente di Uaenra in Heliopolis, Sovrintendente al bestiame nel Tempio di Ra in Heliopolis. Egli è forse il mittente di questa lettera (O. Amarna 2): “Lo scriba May della città di Asyut allo Scriba

Mahu: Scrivi! Per favore rilascia del gesso per la Casa di «Pacificare l’Aten», vita, forza e salute, e per la Casa di Nebmaatra, vita, forza e salute”2.

La carica di Sovrintendente al Tesoro sotto Akhenaten era detenuta da Sutau (AT 19) ed è quindi comprensibile, se May e Maya sono lo stesso uomo, che contemporaneamente May detenesse altri incarichi e accedesse a quel dipartimento più tardi.

La tomba amarniana non ci restituisce i vincoli familiari di May, mentre quella menfita è prodiga di informazioni; fra queste veniamo informati

2 WENTE E.F., Letters from ancient Egypt, Society of Biblical Literature-Scholars Press, Atlanta

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sull’identità dei genitori: il padre è il giudice Iuy, la madre è Uret. Queste informazioni collegano direttamente Maya con un omonimo funzionario tebano, il quale nell’anno VIII di Horemheb lasciò un graffito nella tomba di Thutmosi IV, risigillandola, in cui nomina i propri genitori (esattamente Iuy e Uret). Maya curò anche la risigillatura della tomba di Tutankhamen e probabilmente quella della KV 553.

In qualità di Tesoriere, viene anche citato nella tomba di Neferhotep (TT 50), mentre presenzia alla premiazione da parte di Horemheb di Neferhotep stesso e di un tale Parennefer. Se, per quest’ultimo, si tratti o meno dello stesso Parennefer citato nella tomba menfita come fratello di Maya e Sovrintendente agli arcieri e ai cavalli o di quel Parennefer/Unennefer Primo Profeta di Amon (cfr. Capitolo 17, § 11) è materia dibattuta4. Quello che emerge è che il Sovrintendente

al Tesoro era un funzionario di grande importanza nell’Egitto di allora: è lui, ad esempio, che, che facendo le veci di Tutankhamen, investe Amenhotep del Vicereame di Kush5; è possibile che quello ritratto nella TT 40 sia lo stesso Maya, soprattutto se fu lui ad erigere nel santuario di Sekhmet ad Abusir una stele in cui fa scrivere il proprio titolo di “Scriba del Tesoro del Palazzo di Nebkheperura”6 e se sempre lui è il Sovrintendente al Tesoro Maya incaricato da Tutankhamen di riscuotere alcune tassazioni nell’anno VIII del giovane re7.

La tomba di May ad el-Amarna presenta diverse martellature su nomi e figure del personaggio; ciò indusse Schneider a ritenere che egli fosse caduto in disgrazia sotto Akhenaten e poi tornato alla ribalta già con Tutankhamen, in virtù della summenzionata stele, e soprattutto con Hormeheb, di cui divenne il protetto.

Se May e Maya sono la stessa persona, calcoliamo che May potesse aver ottenuto le cariche di cui si fregia nella tomba amarniana non prima di aver compiuto 30 anni d’età8, preferibilmente almeno una decina di anni di più. Egli

3 PINCH BROCK L., Theodore Davies and the Rediscovery of Tomb 55, in WILKINSON R.H., (a cura

di), Valley of the Sun Kings, The University of Arizona Egyptian Expedition, Tucson 1995, pp. 34-46.

4 MANNICHE L., recensione di HARI R., La tombe thébaine du Père divin Neferhotep (TT 50),

Éditions de Belles-Lettres, Genève 1985, in JEA 75 (1989), pp. 273-75; KAMPP, pp. 713-16.

5 DAVIES NINA DE G. – GARDINER A.H., The tomb of Huy, Viceroy of Nubia in the reign of

Tut'ankhamun, London 1926, p. 10, tav. VI;cfr. Capitolo 14, § 4.1.

6 HELCK Urk. IV, p. 2078.

7 MURNANE W.J., Text from the Amarna Period in Egypt, Scholars Press, Atlanta 1995, pp.

215-16.

8 Vero che il giovane Akhenaten avrà preferito avere al suo fianco ministri giovani, ma l’alta

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può aver costruito e decorato la propria tomba anche tardi nel regno di Akhenaten, ma data la grandezza dell’architettura e l’ampiezza delle superfici, questo non deve essere avvenuto oltre l’anno XIV. Alla morte di Akhenaten aveva dunque 33±10 anni, alla morte di Tutankhamen 43±10, alla morte di Ay 47±10, nell’anno VIII di Horemheb tra i 55 e i 65 anni nella migliore delle ipotesi. Vecchiotto, ma non troppo.

AT 14 Saqqara

Architettura Corte a corridoio; I passaggio; sala a 12 colonne papiriformi (non finite); II passaggio (non finito). Nicchia con statua nell’angolo N-W della sala a colonne

La tomba misura 44 x 16.5 m e comprende un ingresso ad E con pilone in mattoni crudi, un passaggio rivestito di calcare scolpito in rilievi finissimi. Vi è una corte esterna con una fila di 6 colonne sul lato W e il pavimento di terra battuta, una camera della statua di culto con due magazzini ai lati. Una seconda corte interna a peristilio di 12 colonne, il cui accesso è decorato da rilievi, è a sua volta decorata da rilievi e su cui si affacciano 3 cappelle delle offerte. La tomba non è finita

La tomba amarniana, benché non finita, è certo di grandi dimensioni, con la sua sala a dodici colonne (alla stessa epoca Ay, probabilmente l’uomo più infuente della corte, ne aveva una con ben ventiquattro colonne). La tomba menfita, edificata quando Maya ottenne il massimo del proprio potere (e come Sovrintendente al Tesoro di potere ne ebbe molto) riflette appieno la ricchezza del proprietario, con due serie di corti porticate, dal totale di diciotto colonne. Il numero di colonne può essere un buon indice per la comprensione della magnificenza di una tomba: sembra che più alto fosse lo status sociale del defunto, più colonne avesse nella propria tomba (nelle tombe tebane, esse riflettono l’ampiezza della superficie della sala trasversa; nelle tombe menfite l’ampiezza dei perimetri dei cortili porticati, che in alcuni casi hanno però una doppia fila di colonne). La tomba di Horemheb, che sotto Ay raggiunse l’apice del potere e che divenne re grazie anche alla propria influenza, conta un totale di ben quaranta colonne (ugualmente su distribuite fra due corti).

Su queste considerazioni, possiamo dire che la tomba menfita riflette, rispetto a quella amarniana, un avanzamento di carriera.

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AT 14 Saqqara Iconografia e testi La Famiglia reale adora l’Aten

(spessore N); Maya in preghiera (spessore S); il molo delle barche reali e il Palazzo (parete W)

Portatori di offerte, ritratto dei defunti e dei loro parenti (corte interna); Maya e Meryt adorano gli dei nell’Aldilà (Geb, Nut, Isi, Nephti, Upuuaut, Anubi e Sokar); Maya riceve in dono dal Re alcuni schiavi asiatici; Nahuher incensa la coppia di defunti; processione del funerale di Maya

Nessun parallelo utile può essere fatto fra le due tombe, essendo il programma decorativo di AT 14 in uno stato di avanzamento assai limitato e quello della tomba menfita assai legato a motivi tradizionali.

Anche in caso di identità fra i defunti la cosa non ci stupirebbe, dato l’esempio precedente di Meryra/Meryneith.

§ 1.4. Paatenemheb

AT 24 Saqqara

Cariche, titoli ed epiteti Scriba Reale, Sovrintendente alle truppe del Signore delle Due Terre, Intendente del Signore delle Due Terre, Sovrintendente ai lavori in Akhetaten

Sovrintendente a tutti gli artigiani del Re, maggiordomo reale

Il confronto fra le due carriere rende ardua la possibilità che si tratti di una sola persona, sebbene il nome teoforo di Aten deve necessariamente ricondurci per entrambi i casi all’Età amarniana o alle sue immediate vicinanze. Le notizie ricavabili dalle due tombe sono talmente poche che non permettono nessun tipo di confronto fra i due sepolcri.

§ 1.5. Hatiay

Bub. I.27 Sheikh Abd el-Qurna (posizione sconosciuta)

Cariche, titoli ed epiteti Scriba del Tesoro nel Tempio

dell’Aten Scriba e Sovrintendente al Granaio nel Tempio dell’Aten Relazioni familiari Moglie Maya, Cantante di Amon;

padre Iuty, Direttore degli orafi del Re

Moglie (?) Henutudjebu, signora della casa e Cantante di Amon; figlia (?) Sa(t)amon, signora della casa; figlia (?) Huy, signora della casa

Nel caso di Hatiay l’affinità delle cariche (sebbene espletate in due diversi dipartimenti) potrebbe indurci a favorire l’identità dei due uomini; giocano a sfavore di questa possibilità, tuttavia, due importanti fattori: 1. la diversità della

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moglie, anche se non siamo sicuri che Henutudjebu sia la moglia dell’Hatiay tebano; 2. ci sfugge il perché Hatiay avrebbe abbandonato la bella tomba menfita per farsi seppellire in una scarna caverna di Tebe. Parlare di persecuzione politica, desiderio di sparire dalla ribalta o cose simili è pura speculazione e non vi indulgeremo.

Il punto 1. può essere superato supponendo un doppio matrimonio per Hatiay, cosa non infrequente all’epoca. Il punto 2. è di difficile soluzione; resta il fatto che comunque la ricchezza del corredo e l’importanza della carica di Hatiay gli avrebbero fatto meritare una tomba più degna: sebbene di rango inferiore, il semplice custode capo del Tesoro della tenuta di Amon Amenmose possiede una piccola ma dignitosa tomba decorata nella necropoli tebana (TT 254; cfr. Capitolo 17, § 12), che supera in bellezza ed ampiezza la caverna di Hatiay.

A sollevare il dubbio e a gettare un altro ponte con Menfi è anche un bastone pubblicato da A. Hassan nel 19769 e ripreso da W.J. Murnane nel suo

Text from the Amarna Period in Egypt, dove lo associa direttamente al nostro

Hatiay, supponendolo “perhaps pilfered from the tomb before its discovery”10. In realtà sembra che la tomba sia stata rinvenuta da G. Daressy perfettamente sigillata; nel suo Rapport sur la Trouvaille de Hat-aaï, tuttavia, lo studioso nota l’esistenza di due bastoni nel sarcofago al di sotto della mummia, ma non ne fornisce una descrizione11; è possibile che siano stati trafugati dopo la scoperta della tomba. In ogni caso, il testo recita: “Lo Scriba del Doppio Granaio Hatiay –

possa egli vivere ancora! – riverito, (appartenente) al Per-Aten in Menfi”.

§ 1.6. Paatenemheb e Horemheb

Per molto tempo gli autori ritennero che Paatenemheb di el-Amarna e Horemheb fossero la stessa persona. Purtroppo, le notizie sulla vita di Horemheb prima dell’ascesa al trono sono assai scarne e nemmeno la riscoperta e lo scavo della tomba menfita del generale diventato re hanno aggiunto grandi informazioni sul suo passato. Più recentemente gli autori negano l’identità dei due uomini (così

9 HASSAN A., Stöcke und Stäbe im pharaonischen Ägypten bis zum Ende des Neuen Reiches, in

Munchener Ägyptologische Studien 33, Deutsche Kunstverlag, Berlin-Munich 1976, p. 235, tav. VI.3.

10 MURNANE W.J., Text, op. cit., Atlanta 1995, p. 68, nr. 34-D.2.

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J. Vandier, N. Grimal e tendenzialmente D.B. Redford; non ne parlano C. Aldred e B.J. Kemp; optano per il sì R. Hari, P.A. Clayton e F. Cimmino).

La tomba mostra chiaramente come Horemheb venisse nominato da un sovrano necessariamente da identificare con Tutankhamen o Ay, ma questo non vieta la possibilità che egli fosse già al servizio di Akhenaten e che quella nella tomba menfita vi sia la rappresentazione di una conferma o di una promozione: allo stesso modo Ramose viene confermato nel Visirato da Amenhotep IV e Meryra II viene confermato da Semenkhkara.

I titoli dei due uomini non sono poi così dissimili (allo stesso modo in cui sono dissimili i titoli di Meryra e Meryneith): Paatenemheb era Scriba Reale, Comandante dell’esercito, Intendente del Signore delle Due Terre e Sovrintendente ai lavori in Akhetaten. Horemheb era ugualmente Scriba reale e Comandante dell’esercito; gli altri titoli ed incarichi (Principe Ereditario, Deputato del Re davanti alle Due Terre, Flabellifero alla destra del Re, Compagno Unico) sono invece differenti, ma possono indicare un avanzamento di carriera. Ciò che balza subito all’occhio è la concordanza di incarichi in seno alle forze armate, il che rappresenta il principale argomento dei sostenitori dell’identificazione, dopo l’assonanza del nome teoforo.

Sul nome si deve fare qualche considerazione. Paatenemheb, con un teoforo così sospetto, non può essere nato sotto Akhenaten e aver fatto tale carriera da essere a soli 17 anni al più tardi un Generale dell’esercito con una bella tomba nella capitale. Si tratta evidentemente di un volontario cambiamento del nome come tanti se ne registrano ad el-Amarna, a partire dal già visto Mery-ra/neith fino ai quelli della famiglia reale Amenhotep/Akhenaten, Nefertiti/Neferneferuaten-N., Tutankh-aten/amen, Ankhesen(pa)-aten/amen, etc. R. Hari ha individuato moltissimi teonimi marcatamente amarniani e, se quache nome può essere stato dato alla fine del regno di Amenhotep III, non tutti sono nomi originariamente dati ai bambini: si tratta di un Atenipet, un Paatenemnekhu, quattro altri Paatenemheb, un Paatenenhatef, due o tre Paatennakht o Nakhtpaaten (fra cui il Visir), un Hesuypaaten e un Nekhu(y)empaaten12. Il fenomeno è dunque ben attestato, ed è possibile immaginare anche per il futuro re un percorso Hor/Paaten/Hor-emheb.

12 HARI R., Repértoire onomastique amarnienne, Aegyptiaca Helvetica 4, Éditions des

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Rispetto alla tomba di Meryneith, stranamente, la tomba menfita di Horemheb risente maggiormente dei modelli amarniani sia nello stile sia nelle scelte iconografiche e compositive. È un caso che Horemheb avesse accesso alla manovalanza che aveva lavorato ad el-Amarna alle tombe dei grandi notabili, oppure è indice che l’uomo avesse raggiunto una situazione economica e già politica tale da potersi scegliere gli artisti migliori? Il dato è difficilmente interpretabile, ma è probabile che non avesse iniziato la propria carriera sotto Tutankhamen.

Si può riprovare come per May/Maya il calcolo dell’età per spostare l’indice di probabilità verso l’identificazione o meno di Paatenemheb con Horemheb.

La tomba amarniana di Paatenemheb è piccola, non terminata e senza decorazione di sorta: il funzionario forse non avrà avuto la disponibilità economica o il favore di un Ay e del proprietario della AT 16, ma è anche assai probabile che avesse iniziato a costruirla piuttosto tardi.

Proponiamo ancora un’età fra i 30 e i 40 anni per arrivare alla carriera di Paatenemheb nell’anno XVI di Akhenaten: alla morte del re Paatenemheb aveva dunque 31±10 anni, alla morte di Tutankhamen 41±10, alla morte di Ay 45±10, alla propria morte come Signore delle Due Terre fra i 72 e gli 82 anni; età davvero venerabile. Facendo una considerazione più generale, è assai probabile che tutti funzionari che servirono Akhenaten, per ragioni d’età, non siano arrivati a vedere la fine del regno di Horemheb, 41 anni dopo la morte di Akhenaten di cui erano probabilmente coetanei o, preferibilmente, maggiori (Ay, che era della generazione di Amenhotep III, è vissuto molto a lungo rispetto all’aspettativa media di vita per l’epoca).

§ 2. Funzionari noti per altre fonti, senza tomba

Le numerose tombe di el-Amarna, ben quarantacinque, non vennero mai utilizzate per seppellirvi i funzionari della Corte di Akhenaten; in alcune di esse non si fece nemmeno a tempo a scavare ambienti ipogei adatti alla sepoltura e molte altre sono solo delle camere abbozzate nella falesia rocciosa. Se si esclude Parennefer, che possedeva una bella tomba a Tebe (sebbene non si sia certi del suo finale riutilizzo), Ay che venne sepolto nella Valle dei Re, Meryra e forse

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May con Paatenemheb, gli altri quaranta cortigiani hanno una sepoltura da qualche parte ancora da scoprire o impossibile da identificare. Non ci stupisce, se pensiamo che i numerosi membri della Famiglia reale amarniana sono tutt’ora senza sepoltura (a schiere si contendono la proprietà della KV 55 e, forse, della recentemente scoperta KV 63).

Alcuni funzionari propriamente di Età amarniana sono inoltre citati in diversi documenti (in tombe di altri uomini, in ushabty che ne testimoniano l’avvenuta decorosa sepoltura, in documenti testuali che ne indicano le responsabilità nell’amministrazione, etc.) che non hanno né una tomba amarniana identificabile (sono ben 25 le tombe anonime amarniane), né una sepoltura altrove. Nell’appendice “Una prosopografia amarniana” si indicano, per quanto possibile e con consci limiti, un grande numero di personaggi appartenenti all’Età amarniana; per ognuno di essi viene indicata la fonte che ci informa della loro esistenza, e diversi sono quelli sprovvisti di sepoltura. Senza dubbio, la necropoli menfita, che accolse buona parte dei funzionari dello Stato con il trasferimento della corte rivelerà negli anni futuri nuove sepolture (finora si scoprono tombe di cui si sospettava l’esistenza perché i rilievi erano stati portati in Europa all’inizio del XIX secolo, ma quante altre tombe da sempre celate alla vista si nascondono sotto la sabbia?); la notizia della scoperta della tomba del Portasigilli Ptahemuia è di soli due mesi fa. Anche le necropoli provinciali possono restituire sepolture del periodo: nei pressi di Sohag è stata recentemente rinvenuta la tomba di Sennedjem, sorvegliante delle nutrici di Tutankhamen13. Sue H. D’Auria ha calcolato – in base al tasso di mortalità, stimato attorno all’1,7% annuale, e alla popolazione di el-Amarna, supposta fra le 20.000 e le 50.000 unità – che ogni anno dovessero morire ad el-Amarna fra le 340 e le 850 persone, divenendo 5.780-14.450 per tutto il periodo di vita della città. Sebbene la maggior parte della cittadinanza fosse originaria di altri centri urbani o villaggi e quindi possa aver deciso di essere seppellita nel paese natale o in quel paese essere trasferita all’abbandono di Akhetaten, un tale movimento dovrebbe essere registrato dalle fonti archeologiche, che invece menzionano solo cimiteri tardi nel centro urbano.

13 OCKINGA B.G., New Light on Tutankhamun: The Tomb of Sennedjem at Awlad Azzaz, Sohag, in

Sixth Internation Congress of Egyptology, Turin, 1st-8th September 1991. Abtract of papers, pp. 310-11; LECLANT J. – CLERC G., Fouilles et travaux en Égypte et au Soudan, 1990-1991, in

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Un cimitero popolare amarniano attende dunque di essere scoperto, magari sulla riva occidentale14.

Fra le persone del regno di Akhenaten senza sepoltura citiamo il Viceré di Kush Thutmosi; il Grande dei Veggenti dell’Aten in Heliopolis Pauah; il Sovrintendente agli scultori della Grande Sposa Reale Nefertiti Iuti; il sacerdote lettore e Intendente della Casa dell’Aten Meraya; il Capo dei lavori nel Tempio dell’Aten e Scultore capo Bak; il Sovrintendente ai lavori Userseth; il Cavapietre per i progetti edilizi dell’Aten (?) Neferrenepet e il Sovrintendente ai lavori pubblici Ay attestati da due stele a Zernikh; la balia di Ankhesenpaaten Tia; il preparatore di unguenti nella Casa di Merytaten Ramose; il Superiore di tutti i servitori del Dominio dell’Aten Qeny; le cantanti dell’Aten Hatsheret e Isi.

Degni di menzione per i successivi regni di Tutankhamen e Ay sono il Secondo Profeta di Amon, Primo profeta di Mut, Scriba reale e Intendente della regina Tiy nella tenuta di Amon Ay (noto anche come Iy e famoso per la sua statua cubo); il Maggiordomo reale puro di mani Ipu e l’architetto Nakhtmin.

14 D’AURIA S.H., Preparing for Eternity, in FREED E.R. – MARKOWITZ Y.J. – D’AURIA S.H. (A

CURA DI), Pharaohs of the Sun. Akhenaton, Nefertiti, Tutankhamon, Thames and Hudson, Boston

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