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ELEZIONI AMMINISTRATIVE

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Academic year: 2021

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UNA COPIA € 1,20

ABBONAMENTO ANNUO € 45 DIREZIONE: 0373 256350 VIA GOLDANIGA 2/A CREMA ISSN 2531-9647

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1 LOM/CR/1458 GIORNALE LOCALE ROC

SABATO 1 GIUGNO 2019

ANNO 94 - N. 24

Quelle comunali del Cremasco e quelle europee

pagine 5-6-7

I risultati

delle elezioni

A pagina 35

Istituzioni (non credere più che un voto possa con- tribuire a migliorare le cose che non vanno è un segnale forte, inequivocabile e preoccupante). Del resto il fatto che sia cresciuto il numero di Comuni in cui si è presentata ai nastri di partenza solo una lista la dice tutta sull’argomento.

Guardando i dati delle comunali in raffronto alle europee (dove la Lega ha sfondato, il Movimento 5 Stelle è crollato, e il Pd si è esaltato per il sorpasso sui ‘grillini’ pur rimanendo ad anni luce di distanza dai consensi di un tempo e da quelli di Salvini &

C.), è evidente, con qualche sfumatura da analizza- re, quanto si ripete a ogni elezioni del sindaco: a far la differenza nei paesi sono le persone e i progetti, più che i simboli. La Lega ha sostenuto infatti diver- se candidature che non sempre si sono dimostrate vincenti. Il caso più eclatante in questo senso quello di Castelleone, dove il primo cittadino uscente Fiori ha quasi raddoppiato le preferenze che lo avevano portato a essere sindaco nel 2014 e il suo principale antagonista, esponente Lega, ha racimolato solo il 25% dei consensi rispetto al 50,5% che il partito ha ottenuto alle Europee (in termini di numero di voti, poco più della metà). Situazione che, con numeri diversi, si è verificata anche a Ripalta Cremasca,

per portare un altro esempio.

È vero anche, però,

che la Lega è forse oggi l’unico partito capace di es- sere ago della bilancia nelle contese locali. Pensia- mo a Bagnolo (Aiolfi sindaco, ma si tratta dell’e- satto opposto dell’omonimo uscente politicamente parlando) ma soprattutto ad Agnadello, dove Cal- derara (storico sindaco e rodato amministratore) è stato superato dal giovane esponente leghista. Così come a Vailate Palladini ha fatto fruttare il buon lavoro degli ultimi 5 anni e il supporto del ‘Car- roccio’. Lega determinante anche nel ribaltone di Pandino, dove il centrodestra è riuscito a far crol- lare una delle ultime roccaforti cremasche della sinistra. Segno che si può parlare di politica anche a livello locale e si può rendere forte e alimentare il senso civico accompagnandolo con precise idee, messaggi e valori. Al di là di ogni valutazione sui partiti e sulle ideologie, la Lega offre un insegna- mento alla politica: non tutto è perduto!

Un altro segnale importante arriva dalla cresci- ta delle quote rosa alla guida dei paesi. Guercile- na che a Quintano supera Zecchini, Festari che sconfigge l’esperienza di Urzì & C a Madignano;

Marcarini a Trigolo, Dioli a Casaletto Vaprio. An- che queste sono indicazioni decise di una società in continuo mutamento. Gli elettori valutano per- sone e progetti. Pensiero condensato da quanto accaduto a Ricengo, dove l’amato ex sindaco Ro- manenghi, tornato dopo essersi speso molto nel

volontariato, si è ‘riconquistato’ il paese.

di BRUNO TIBERI

L

a tornata elettorale di domenica ha fornito indicazioni importanti in merito a (scarsa) passione per la politica degli italiani, sentimenti e aspettative del Paese e difficoltà dei partiti a far quadrare le equazioni a livello locale. Ci si deve interrogare a più livelli sui dati che lo spoglio di Europee e Amministrative ha offerto.

Detto di una generale affluenza in calo rispetto a 5 anni fa e rispetto alle politiche, balza evidente come l’Europa, intesa come politica che possa cam- biare le sorti del continente e politici che siano in grado di governarne lo sviluppo, rivesta poco ap- peal. Una ‘stanchezza’ dell’elettorato che si è però rispecchiata anche in ambito comunale, perché è anche qui che si è consumata l’‘emorragia’ di vo- tanti. E allora? E allora serve interrogarsi sul ruolo dei partiti e dei loro rappresentanti, su quello delle liste civiche (che non devono allontanare dalla po- litica intesa come ideale condensato da un simbolo

ma essere punto di riferimento di un civismo che può anche avere un’etichetta) e su quello degli Enti e delle

Le trenta proposte in votazione per il 6 giugno

pagine

Assemblea

2-3

diocesana

Gli “eroi del bus”

incontrano papa Francesco

www.ilnuovotorrazzo.it

ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Persone e progetti fanno sempre la diff erenza

ANNO 94 - N. 24

SETTIMANALE CATTOLICO CREMASCO D’INFORMAZIONE FONDATO NEL 1926

incontrano papa Francesco incontrano papa Francesco incontrano papa Francesco

CARAVAGGIO Bolandrini risponde a Prevedini

a pagina 31

Facciamo comunione

G

iornata delle comunicazioni sociali, domani in tutte le Chiese d’Italia. Come non scriverne? Noi non organizziamo, al proposito, una bella conferenza sul messaggio del Papa, ma cerchiamo di metterlo in pratica tutti i giorni. Con la nostra rete di media che non tutte le diocesi possono vantare (neanche quella di Milano): il giornale cartaceo che state leggendo, il sito del settimanale stesso, aggiornato ora per ora con lo slogan “prima del quotidiano”, Radio Anten- na5. Sono tutti in stretta sinergia. La diocesi poi ha il proprio sito, quelli di tante realtà e i bollettini di tante parrocchie. Una task force assolutamente notevole per una Chiesa di circa 100.000 abitanti. È bene anche rendersene conto.

E che facciamo? Facciamo rete. Secondo quanto scrive papa Francesco in occasione di questa 53a Gior- nata: “Una rete non fatta per intrappolare, ma per libe- rare, per custodire una comunione di persone libere”.

Facciamo comunione. Anche con le “periferie”, an- che con chi non frequenta le nostre chiese, con tutti, amici di tutti e al servizio di tutti. Costruiamo “una comunità – come scrive Francesco – tanto più forte quanto più è coesa e solidale, animata da sentimenti di fiducia che persegue obiettivi condivisi. La comunità come rete solidale che richiede l’ascolto reciproco e il dialogo, basato sull’uso responsabile del linguaggio.”

“In virtù del nostro essere creati ad immagine e somi- glianza di Dio che è comunione e comunicazione-di- sé – infine – noi portiamo sempre nel cuore la nostalgia di vivere in comunione.” Nostalgia di comunione che è il segreto del lavoro di noi giornalisti che quando scri- viamo abbiamo sempre davanti il volto di coloro che ci leggeranno. Oppure quando, con un collegamento radio, sentiamo realmente presenti coloro che non pos- sono partecipare ad una celebrazione o a un concerto.

La nostra rete di mass media è dunque motore di socialità diffusa perché svolge la missione di tessitrice di forti legami sociali ed ecclesiali. Realizza cioè una rete di collegamenti, anche con la semplice informa- zione, che contribuisce a costruire sia la comunità ci- vile, ponendosi al centro delle relazioni tra i cittadini, i gruppi sociali, i diversi livelli istituzionali; sia la comu- nità ecclesiale, favorendo l’incontro tra i credenti, le associazioni, i movimenti, i pastori e il popolo di Dio.

Un’informazione corretta e non distorta in vista di interessi di parte, come sottolinea il Papa. Abbiamo certo un punto di vista per interpretare la realtà, ma è quello cristiano, mirato a unire non a dividere, a scrive- re e a dire il vero. Ve lo confermiamo: niente fake news!

CREMA Chiesa di San Bernardino Auditorium “B. Manenti”

In diretta audio su Radio Antenna 5 (FM 87.800) e all'indirizzo www.radioantenna5.it

Ringraziamenti a: Ass. Cult. “Concrescis”, Il Nuovo Torrazzo, Popolare Crema per il Territorio.

Si ringrazia la Famiglia Ghislandi per la collaborazione

Sabato 1 giugno -

ORE

21

Gabriele Duranti - Mauro Bolzoni - Simone Bolzoni

XXXVI FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE

“M

ARI

O G

HISLAND

I”

Edizione Giovani Pianisti

Centro Culturale Diocesano

“Gabriele Lucchi”

Servizio a pag. 36

La famiglia Buzzella in ricordo della dott.ssa Piera Merico Buzzella

DOMENICA 2 GIUGNO ORE 14.30

Ritrovo in via Monte di Pietà - Crema

In caso di pioggia l’escursione è posticipata al 9 giugno con gli stessi orari

LUNEDÌ 3 GIUGNO ore 21

Centro San Luigi - Crema

Sono invitati anche i catechisti che non hanno utilizzato i sussidi dell’Iniziazione Cristiana per gli anni

sopra menzionati

Incontro con tutti i

CATECHISTI

e anche con chi ha tenuto gli incontri dei genitori

per i ragazzi del 1° - 2° - 3° - 4° anno della Iniziazione Cristiana

(foto Vatican Media)

Servizio a pag. 10

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2 Speciale Assemblea

SABATO 1 GIUGNO 2019

G

iovedì 6 giungo alle ore 21, pres- so la chiesa di San Bernardino, auditorium Bruno Manenti, si conclu- derà l’Assemblea diocesana con la terza sessione. Nell’occasione verranno messe ai voti le proposte emerse dalla base, soprattutto nei lavori di gruppo del 18 maggio scorso.

Tutti sono chiamati a partecipare, mentre avranno diritto di voto coloro che saranno stati accreditati dalle loro comunità, inoltre voteranno i membri del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio presbiterale.

Entro il 5 giugno, si raccolgono eventuali emendamenti alle proposte, inviandoli all’indirizzo mail: assem- blea2019@diocesidicrema.it

Di seguito il testo integrale della pro- poste da votare.

I. La comunità chiamata a pensarsi nella logica della chiesa in uscita.

Ripensare

la comunità cristiana

1. UNA PASTORALE ATTENTA AGLI ADULTI

Convinti della necessità di una pastorale che ponga al cen- tro gli adulti, per animare comu- nità fraterne, si propone di inter- venire in tre direzioni:

- Verificare il cammino già in atto e leggere attentamente la situazione, mettersi in ascolto non tanto per portare le persone in parrocchia o affidare impe- gni, ma per costruire relazioni, cercare condivisione, suscitare il desiderio di crescere insieme…

rispettare tempi e sensibilità di- verse, con percorsi diversificati e graduali. Per esempio sembra importante porre l’accento e un’attenzione particolare alla fascia degli adulti giovani, in- dividuata nell’età 30-45 anni;

oppure sulla famiglia nel suo in- sieme (gruppi famiglia o gruppi di coppie/fidanzati, percorsi per fidanzati o conviventi).

- Attivare subito una serie di proposte concrete in grado di intercettare meglio le istanze connesse ai ritmi di vita delle fa- miglie (orari delle celebrazioni, modalità di comunicazione da parte della parrocchia, iniziative più ridotte ed essenziali, propo- ste per vivere meglio le domeni- che…)

- Costituire un ‘gruppo di la- voro’ a livello diocesano, appog- giandosi anche all’ISSR, che, in un’ottica di medio-lungo termi- ne, compia un lavoro di analisi e di proposta pastorale per il mon- do adulto, oggi in difficoltà.

2. LE PICCOLE COMUNITÀ

Nell’articolazione delle UP può essere interessante preve- dere e favorire la generazione di piccole comunità:

- che già sono presenti, oppu- re nascono in modo spontaneo o con gradualità diverse; a questo proposito sono da valorizzare le esperienze associative e i movi- menti, lasciandosi contagiare dalla pedagogia e dal metodo di ciascuno;

- che condividono i vissuti delle persone, la preghiera e l’a- scolto della Parola, gesti di cari- tà verso gli ultimi, l’assunzione di responsabilità all’interno dell’UP;

- attente a non chiudersi nei piccoli gruppi perdendo il con- tatto con la comunità intera;

- promosse dal sacerdote, ma anche da laici inseriti nella co- munità, attenti ad alcuni ambiti di vita;

- previste e incoraggiate dal

progetto pastorale diocesano;

- con attenzione alla forma- zione dei responsabili-animatori di queste esperienze, anche at- traverso un accompagnamento diocesano.

3. LA FORMAZIONE DI PRESBITERI E LAICI

Curare la formazione dei sacer- doti, in modo particolare gli aspet- ti di comunicazione e relazione.

Inoltre, anche per chi dovrà ani- mare le “piccole comunità” sarà predisposto un percorso di forma- zione o di aiuto, magari attraverso un accompagnamento permanente da parte degli organismi diocesani di servizio alla pastorale.

4. L’EUCARESTIA DOMENICALE AL CENTRO

L’Eucarestia domenicale è il momento centrale, unitario e cul- minante della vita cristiana della comunità. Occorre rivedere le mo- dalità della preparazione e della ce- lebrazione delle Messe festive (per esempio animate dai diversi grup- pi, con omelie preparate assieme, didascalie efficaci, parti maggior- mente attente ai più piccoli, ecc., ma anche rivedendone il numero).

5. DIALOGO CON LE REALTÀ DEL TERRITORIO

Viene posto l’accento anche sul dialogo con le realtà territoriali:

lettura condivisa della realtà socia- le della comunità, dialogo come ascolto e confronto con le diverse esperienze, fattiva collaborazione con le istituzioni pubbliche, prepa- razione delle persone perché sap- piano agire in questo modo.

6. FLESSIBILITÀ E PROGRESSIVITÀ

Per non cadere in indicazioni eccessivamente restrittive o norma- tive, occorre unire obiettivi e scelte chiare con la possibilità di lasciare alle comunità la creatività di trova- re soluzioni a loro misura.

Potrebbe essere utile partire da progetti ‘pilota’, iniziando a speri- mentare con alcuni gruppi, quindi verificare, monitorare e poi diffon- dere.

II. Le unità pastorali.

Come concretizzarle e con quali strumenti

7. LO STILE DELLA CORRESPONSABILITÀ

È necessario educarsi ad uno stile di corresponsabilità che caratterizza l’agire pastorale dell’UP dove, al di là delle scelte operative e dei servizi che ciascu- no è chiamato a realizzare, vi sia una cura attenta delle relazioni:

apertura e fiducia reciproca ap- paiono come ingredienti impre- scindibili per un lavoro di vera condivisione e servizio. Il lavoro di Équipe è, per l’Unità Pastorale (UP), segno tangibile di uno stile pastorale fondato sulla comunio- ne e sulla corresponsabilità.

8. UNO STILE

DA ACCOMPAGNARE

L’UP è l’opportunità di valoriz- zare i differenti carismi presenti nella comunità e farli crescere at- traverso la formazione pastorale permanente che aiuti anche ad acquisire le dinamiche del lavoro di équipe. La corresponsabilità e la comunione sono parte di uno stile da acquisire gradualmente, pertan- to risulta prioritario proporre un accompagnamento formativo (spi- rituale, esperienziale ed ecclesiale)

rivolto ai preti, ai consacrati e ai laici che prestano un servizio e alla comunità tutta.

9. L’ÉQUIPE PASTORALE:

FINALITÀ, COMPOSIZIONE MANDATO

L’Équipe pastorale (EP) è de- putata alla programmazione e alla attuazione quotidiana delle linee pastorali indicate dal Consiglio Pastorale dell’UP (CPUP). L’EP è luogo dove si esercita la corre- sponsabilità: condivisione nelle decisioni, partecipazione attiva e fiducia sono le fondamenta del suo lavoro.

Essa dovrà essere testimonian- za viva di vera comunione e sarà formata dai coordinatori dei set- tori pastorali (liturgia, catechesi, carità, ecc), individuati dal par- roco in accordo con il CPUP, a partire dalle diverse vocazioni pre- senti nell’UP (presbiteri, diaconi, consacrati e laici). I componenti dell’EP partecipino al CPUP. Nel- le realtà più piccole l’EP potrebbe essere un allargamento della presi- denza del CPUP.

Il parroco, o l’Équipe presbite- rale, dovrà lavorare per legittimare ed accompagnare l’UP, il suo Con- siglio pastorale, la Commissione economica e l’Équipe pastorale.

L’EP deve avere un mandato a termine di tre anni cercando un avvicendamento dei componenti che garantisca la condivisione del- le competenze acquisite nel tempo dagli stessi, così da garantire con- tinuità all’azione pastorale anche nei cambiamenti interni all’EP.

10. IL CONSIGLIO DELL’UNITÀ PASTORALE

Ciascuna Unità pastorale si doti di un unico Consiglio pasto- rale dell’UP (CPUP), composto dai coordinatori dei diversi am- biti della pastorale comunitaria (Équipe Pastorale) e attento alla territorialità e alla rappresentan- za delle parrocchie che formano l’UP.

È il luogo della comunione, del pensiero, della progettazio- ne, dell’indirizzo pastorale e del mandato all’Équipe pastorale. Il parroco, in sintonia con il CPUP individua i membri dell’Équi- pe pastorale, dando loro un mandato chiaro, fissandone la scadenza e accompagnandone l’operato.

11. L’ASSEMBLEA COMUNITARIA

Un segno tangibile di co- munione e corresponsabilità è l’Assemblea comunitaria; essa è aperta a tutti, anche a coloro che non sono impegnati in un servizio attivo in comunità; è uno spazio di confronto aperto e libero, convocato due o tre vol- te l’anno dal CPUP per discu- tere di una specifica tematica, ascoltare e informare della vita pastorale della comunità; essa viene convocata anche a scopi programmatori o di valutazione all’inizio o alla fine dell’anno pastorale.

12. LA COMMISSIONE ECONOMICA

È importante che l’azione del CPUP sia sostenuta dai Consigli degli Affari Economici (CAE) delle parrocchie che compongo- no l’UP. Per far questo si ritiene necessario la creazione di un luogo coordinamento e sintesi di tutti i CAE presenti nell’UP, così da agire con uno stile di cor- responsabilità per il bene di tut- ta l’UP e condividere al meglio come custodire e valorizzare il patrimonio (immobili, strutture ed economie) di ciascuna par- rocchia e come utilizzarlo con equilibrati criteri di equità e ge- nerosità.

13. UN PROGETTO PASTORALE DIOCESANO E IL RAPPORTO

UP/DIOCESI

Il cammino della Chiesa diocesana necessita di essere scandito dalle indicazioni del Vescovo, coadiuvato dal Consi- glio Pastorale Diocesano e dal Consiglio Presbiterale Dioce- sano. Queste indicazioni, una volta declinate anche dalle com- missioni pastorali, andranno a comporre la progettualità pasto- rale diocesana che potrà essere ulteriormente concretizzata in indirizzi pastorali e priorità di ciascuna UP.

È importante che il rapporto tra UP e livello diocesano sia fondato su una reciprocità co- struttiva che permetta, da una parte la costruzione di un percor- so di accompagnamento rivolto alle UP da parte della diocesi e, dall’altra, di permettere una con- tinua revisione delle proposte diocesane grazie alle esperienze che si vivono nelle UP.

14. IL SERVIZIO DI ACCOMPAGNAMENTO DELLE UP

Si ritiene necessario un Servizio diocesano di accompagnamento alle UP preposto alla cura, super- visione e supporto delle Équipe pastorali e che lavori in sinergia col Vescovo e il vicario episcopale per la pastorale. Questo servizio potrebbe curare anche il tema della formazione dei componenti del- le équipe delle UP coinvolgendo le Commissioni Pastorali, man- tenendo un’attenzione costante all’accompagnamento e al discer- nimento.

15. CRITERI PER LA COSTITUZIONE DELLE UP:

TERRITORIALITÀ, IDENTITÀ, GRADUALITÀ

Nella formazione e costituzione delle UP è importante tener conto del contesto sociopolitico, am- ministrativo e civile del territorio nel quale si va a formare l’UP. Si tengano in considerazione i bacini scolastici e i servizi offerti ai citta-

dini (assistente sociale, farmacie, banche, poli lavorativi, negozi …) in quanto sono già luoghi di unio- ne e contatto tra le singole parroc- chie.

Un momento significativo nel cammino verso la costruzione delle UP è la scelta del nome che la identifica. Il nome dell’UP non sia la somma delle parrocchie che la costituiscono, ma qualcosa di originale, nuovo e diverso, così da sostenere la creazione di una speci- fica identità.

È importante il rispetto ed il mantenimento della tipicità di ogni singola parrocchia, parte integran- te dell’identità stessa della comuni- tà (es. sagre, devozioni particolari, ecc…)

Il processo di convergenza ver- so le UP deve adottare uno stile di gradualità che però mantenga chiari gli obiettivi intermedi e fi- nali verso l’unità. Obiettivi che ne- cessitano continuamente di essere verificati, incoraggiati e posti come imprescindibili.

16. IL RUOLO DEL PRESBITERO

Il ruolo del presbitero è fonda- mentale nelle UP: dovrà lavorare per legittimare ed accompagnare l’UP, il suo Consiglio pastorale, la Commissione economica e l’Équi- pe pastorale cercando di valorizza i differenti carismi presenti nella comunità, introducendo uno stile di comunione e corresponsabilità.

17. LA COMUNICAZIONE

La comunicazione è fondamen- tale nel rapporto tra le singole UP e la Chiesa diocesana. Proprio per questo è necessario integra- re, rafforzare e implementare tutti quegli strumenti che rendo- no possibile una comunicazione fluida, diretta e efficace, in una dinamica interattiva e di recipro- cità sia sul versante diocesano che su quello delle UP. Nel de- licato momento della creazione dell’UP, la comunicazione con la comunità, è un elemento impor- tante che può dettare successi e fatiche dell’UP. Strumenti neces- sari sono sicuramente il CPP ma anche e soprattutto la messa in opera di assemblee parrocchiali aperte il più possibile ai membri della comunità

III. La centralità della Parola nell’ambito

dell’azione pastorale comunitaria

18. LA PAROLA DI DIO NELLA VITA DI FEDE PERSONALE

La lettura e la meditazione del- la Parola di Dio siano proposte come parte fondamentale della vita spirituale di ciascuno; si for- niscano (anche con l’uso delle nuove tecnologie) indicazioni e sussidi accessibili a tutti, soprat- tutto per facilitare il collegamento tra Parola di Dio e vita.

19. LA PAROLA DI DIO NELLA VITA DI FEDE COMUNITARIA

Anche la dimensione comuni- taria dell’incontro con la Parola di Dio è da valorizzare, con questo animo si favorisca la costituzione in tutte le Parrocchie/Unità Pa- storali di gruppi di ascolto biblici:

dovunque si facciano, anche nelle case, prevalga un clima familiare e si valorizzino quelli già esistenti;

la lettura della Parola di Dio non manchi in nessun incontro comu- nitario.

20. LA PAROLA DI DIO NELLA FORMAZIONE CRISTIANA

In tutti i momenti e le fasi della formazione cristiana si dia centra- lità alla Parola di Dio: si aiutino catechisti, educatori e formatori, con sussidi adeguati, a trasmettere a tutti la conoscenza e l’amore per la Parola.

21. PROTAGONISMO DEI LAICI NELLA CONDI- VISIONE DELLA PAROLA

Si sperimentino nuove forme di protagonismo dei laici nella

ASSEMBLEA DIOCESANA: si chiude con la votazione di 30 proposte

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SABATO 1 GIUGNO 2019

Speciale Assemblea 3

condivisione della Parola (cele- brazioni, commento in alcune Messe, incontri di preghiera…), necessariamente favorite da un atteggiamento di apertura e di ascolto da parte dei preti.

22. L’INCONTRO CON LA PAROLA OFFERTA A TUTTI

Si dia spazio a tutto ciò che fa- cilita/aiuta l’ascolto accogliente e non giudicante della Parola (è Lei al centro) e di quanti sono attorno ad essa (compresi quelli che sono un ‘po’ strani’, le per- sone difficili e complicate, quelli che chiedono attenzione, quelli che sono diversi, chi è molto colpito dalla vita, chi ha altri in- teressi).

23. PRATICHE CONDIVISE DI ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO

Si favoriscano la circolazione di “buone pratiche”, in certi casi già presenti in alcune comunità, che mettono al centro la Parola di Dio e possano essere accol- te anche da altre comunità (ad es. via lucis nel tempo pasquale, orientamenti diocesani di lettu- ra dei testi biblici, drammatiz- zazioni, diffusione via social di brevi commenti al Vangelo del giorno…).

IV. La ministerialità e la formazione degli operatori pastorali.

Per una chiesa tutta ministeriale

24. UNA MINISTERIALITÀ DIFFUSA

È ancora insufficiente la con- sapevolezza che la Chiesa debba essere costituita da una ministe- rialità diffusa. Si ricade spesso in una faticosa e continua richiesta di disponibilità a farsi carico di esigenze e servizi della parroc- chia e non è ancora sufficien- temente maturato che la mera suddivisione dei compiti non è ancora corresponsabilità e capa- cità di lavorare in équipe.

È necessario fare evolvere ver- so una maggiore maturazione e consapevolezza le diverse forme di ministerialità laicale nate in questi anni e già presenti nelle comunità (in campo catechistico ed educativo, in campo liturgico, in campo caritativo, in campo famigliare, …), ma anche favo- rire il sorgere di nuove forme (per es. il ministero della sensi- bilità sociale, oppure il ministe- ro dell’accoglienza comunitaria per coloro che sono ai margini della comunità).

Figure ministeriali importanti, da far crescere e accompagnare,

saranno gli animatori-coordina- tori delle “piccole comunità” e, qualora si costituissero, i mem- bri delle équipe pastorali.

È utile prevedere forme di riconoscimento esplicito delle diverse forme di ministerialità laicale.

25. I TRATTI DI CHI ESERCITA UNA MINISTERIALITÀ RICONOSCIUTA

Il ministero nasce dalla fede e dalla passione per il Vangelo, si ra- dica in una vita spirituale e in una visione ecclesiale, prima che essere risposta ad un bisogno. Si chiede che chi esercita un ministero abbia alcune caratteristiche come matu- rità umana ed equilibrio emotivo, umiltà e disponibilità al servizio, capacità di ascolto, dialogo e re- lazione, formazione biblico-teolo- gica, sensibilità sociale e spirito di discernimento. Non ci si aspettano super-ministri ma persone appas- sionate e autorevoli. Sta al prete e alla comunità discernere, suscitare, accompagnare queste ministeria- lità, verificando realisticamente il contributo che possono offrire.

26. IL PRETE DENTRO UNA CHIESA

MINISTERIALE

E LA SUA FORMAZIONE

Il parroco rimane figura es- senziale nella vita della comu- nità cristiana in forza del ruolo

ministeriale; tuttavia, egli dovrà sempre più lavorare in équipe insieme agli altri sacerdoti, dia- coni, laici e consacrati. Dal mo- mento che l’attitudine al lavoro in équipe non è scontata, è de- terminante che ci sia al riguardo un’opportuna formazione uma- na e spirituale, a cominciare già dal Seminario. Per facilitare il lavoro condiviso con altri, è auspicabile che ci siano forme e modalità diverse di vita fraterna tra i preti.

27. IL PRETE FORMATORE DELLE PERSONE

Il prete concentri sempre più le sue energie nella cura della vita di fede delle persone, ri- nunciando quindi almeno a una parte dei compiti organizzativi e gestionali che fanno capo a lui; sappia quindi scegliere col- laboratori affidabili per questi compiti, e conceda loro fiducia e giusta autonomia, stimolando il loro senso di responsabilità.

28. IL DIACONATO PERMANENTE

La nostra diocesi sta da qual- che anno promuovendo il dia- conato permanente, terzo grado dell’Ordine sacro e ministero- ponte con la vita “ordinaria”

(matrimonio, paternità, lavoro, impegno sociale…), ciò che consente un reciproco e fecon- do scambio tra la Chiesa e il mondo. In diocesi, il diaconato permanente va promosso e mo-

tivato, per aiutare le comunità a comprenderne meglio il si- gnificato proprio. Si rifletta sui compiti che i diaconi potranno ricevere, perché non siano trat- tati solo da ‘supplenti’ dei preti, ma possano svolgere servizi an- che innovativi e adatti a loro in ambito diocesano o di UP.

29. L’IDENTITÀ LAICALE COME IDENTITÀ

DI BATTEZZATI CHE ESERCITANO

IL PROPRIO SACERDOZIO BATTESIMALE

Con l’emergere di nuove mini- sterialità, i battezzati saranno sem- pre più chiamati a vivere il proprio sacerdozio battesimale, ad essere i protagonisti e gli animatori della vita delle comunità. Ciò non do- vrà andare a detrimento della loro indole secolare. Si tratta di valo- rizzare la ministerialità di ciascun credente in quanto battezzato, cre- simato, sposato. Si tratta anche di evitare lo sbilanciamento a favore di richiesta servizio intra ecclesiale rispetto all’indole “secolare” del laico e alla dimensione sponsale- famigliare.

30. LA FORMAZIONE DEL LAICO E DI QUANTI ASSUMONO COMPITI MINISTERIALI

Una struttura fondata sulla corresponsabilità esige un laica-

to formato, con una visione del- la Chiesa e un profondo senso ecclesiale. Tale formazione non può però sviluppare unicamente una sensibilità intra-ecclesiale né essere solo teorica.

Appare particolarmente ur- gente un percorso strutturato di formazione dei membri laici delle équipes pastorali e degli animatori/coordinatori delle

“piccole comunità”.

L’aggiornamento dei preti (ma anche la formazione dei nuovi seminaristi) dovrebbe al- meno in parte intrecciarsi con quella dei membri delle équipes pastorali e degli animatori/co- ordinatori delle “piccole comu- nità”.

La formazione di quanti assu- mono ruoli ministeriali dovreb- be essere fornita a livello dio- cesano, attraverso un percorso strutturato ed articolato, di ca- rattere pluriennale, valorizzan- do l’Istituto superiore di scienze religiose.

Alcune attenzioni da avere sono:

a) far sì che la formazione non sia troppo impegnativa: un mix tra rigore e impegno sostenibile;

b) operare un giusto equilibrio tra aspetti comuni a tutti e aspet- ti specialistici, riferiti a specifi- che ministerialità;

c) coordinare e valorizzare le proposte formative delle com- missioni e degli organismi, evi- tando sovrapposizioni o eccessi- va eterogeneità;

d) valorizzare l’apporto dell’associazionismo laicale.

ASSEMBLEA DIOCESANA: si chiude con la votazione di 30 proposte

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4 In primo piano

SABATO 1 GIUGNO 2019

di RICCARDO BENOTTI

“S

e Internet rappresenta una possibilità straordinaria di accesso al sapere, è vero anche che si è rivelato come uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mi- rata dei fatti e delle relazioni inter- personali, che spesso assumono la forma del discredito”.

Mette in guardia dai rischi della rete papa Francesco nel Messaggio per la 53ª Giornata mondiale del- le comunicazioni sociali dal titolo Siamo membra gli uni degli altri (Ef 4,25). Dalle community alla comunità umana.

Per il Santo Padre, “se la rete è occasione per avvicinarmi a sto- rie ed esperienze di bellezza o di sofferenza fisicamente lontane da me, per pregare insieme e insieme cercare il bene nella riscoperta di ciò che ci unisce, allora è una ri- sorsa”. D’altra parte, “la rete che vogliamo” è “una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere”.

“La Chiesa stessa è una rete tessuta dalla comunione eucaristi- ca, dove l’unione non si fonda sui

‘like’, ma sulla verità, sull’ ‘amen’, con cui ognuno aderisce al Corpo

di Cristo, accogliendo gli altri”.

“La rete è una risorsa del nostro tempo”, “fonte di conoscenze e di relazioni un tempo impensabili”

ma anche portatrice di “rischi che minacciano la ricerca e la condivi- sione di una informazione auten- tica su scala globale”, prosegue il Santo Padre che riconosce la “pos- sibilità straordinaria di accesso al sapere” offerta da Internet ma anche la realtà di “uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mi- rata dei fatti e delle relazioni inter- personali, che spesso assumono la forma del discredito”.

Le reti sociali, infatti, “se per un verso servono a collegarci di più, a farci ritrovare e aiutare gli uni gli altri, per l’altro si prestano anche ad un uso manipolatorio dei dati personali, finalizzato a ottenere vantaggi sul piano politico o eco- nomico, senza il dovuto rispetto della persona e dei suoi diritti”. A riguardo, Francesco ricorda come

“tra i più giovani le statistiche ri- velano che un ragazzo su quattro è coinvolto in episodi di cyberbul- lismo”.

Per il Pontefice, “la metafora della rete richiama un’altra figura densa di significati: quella della co- munità. Una comunità è tanto più

forte quanto più è coesa e solidale, animata da sentimenti di fiducia e persegue obiettivi condivisi. La comunità come rete solidale richie- de l’ascolto reciproco e il dialogo, basato sull’uso responsabile del linguaggio”. D’altronde, i social network non sono “automatica- mente sinonimo di comunità”, ma

“spesso rimangono solo aggregati di individui che si riconoscono in- torno a interessi o argomenti carat- terizzati da legami deboli”. “Nel social web troppe volte l’identità si fonda sulla contrapposizione nei confronti dell’altro, dell’estraneo al gruppo: ci si definisce a partire da ciò che divide piuttosto che da ciò che unisce, dando spazio al sospetto e allo sfogo di ogni tipo di pregiudizio (etnico, sessuale, religioso, e altri). Questa tenden- za alimenta gruppi che escludono l’eterogeneità – aggiunge – che alimentano anche nell’ambiente digitale un individualismo sfrena- to, finendo talvolta per fomentare

spirali di odio”. In tal senso, “la rete è un’occasione per promuove- re l’incontro con gli altri, ma può anche potenziare il nostro autoiso- lamento, come una ragnatela capa- ce di intrappolare.

Sono i ragazzi ad essere più esposti all’illusione che il social web possa appagarli totalmente sul piano relazionale, fino al fenome- no pericoloso dei giovani ‘eremiti

sociali’ che rischiano di estraniarsi completamente dalla società.

Questa dinamica drammatica manifesta un grave strappo nel tessuto relazionale della società, una lacerazione che non possiamo ignorare”.

“In virtù del nostro essere creati a immagine e somiglianza di Dio che è comunione e comunicazio- ne-di-sé, noi portiamo sempre

nel cuore la nostalgia di vivere in comunione, di appartenere a una comunità”, afferma Francesco: “Il contesto attuale chiama tutti noi a investire sulle relazioni, ad affer- mare anche nella rete e attraverso la rete il carattere interpersonale della nostra umanità. A maggior ragione noi cristiani siamo chiama- ti a manifestare quella comunione che segna la nostra identità di cre- denti”. “La fede stessa, infatti, è una relazione, un incontro; e sot- to la spinta dell’amore di Dio noi possiamo comunicare, accogliere e comprendere il dono dell’altro e corrispondervi”.

“Sono veramente umano, vera- mente personale, solo se mi rela- ziono agli altri.

Il termine persona denota infatti l’essere umano come ‘volto’, rivol- to verso l’altro, coinvolto con gli al- tri. La nostra vita cresce in umanità col passare dal carattere individua- le a quello personale – conclude il Pontefice -; l’autentico cammino di umanizzazione va dall’individuo che percepisce l’altro come rivale, alla persona che lo riconosce come compagno di viaggio”.

SONO I RAGAZZI A ESSERE PIÙ ESPOSTI ALL’ILLUSIONE CHE IL SOCIAL WEB POSSA APPAGARLI

TOTALMENTE SUL PIANO RELAZIONALE, FINO AL FENOMENO PERICOLOSO DEI GIOVANI

‘EREMITI SOCIALI’

CHE RISCHIANO DI ESTRANIARSI COMPLETAMENTE DALLA SOCIETÀ

IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO

In primo piano

Rete: comunione di persone libere

53

a

GIORNATA COMUNICAZIONI SOCIALI

Nella foto, papa Francesco

Fondazione

Giuseppina Brunenghi

Onlus

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via Beccadello, 6 - CASTELLEONE - Tel. 0374 354311 amministrazione@fondazionebrunenghi.it

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Vieni alla 36 a FESTA DELL’ANZIANO

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“ZANZARIERE PER LE CAMERE DEGLI OSPITI”

Potrai farlo nel modo seguente: direttamente agli uffici dell’Ente;

TRAMITE BONIFICIO BANCARIO Banco BPM Spa (filiale di Castelleone) CODICE IBAN IT 11 J 05034 56760 000000001380

E ricorda che “PIÙ DONI MENO VERSI”:

infatti tutte le donazioni a favore della Fondazione G. Brunenghi Onlus sono fiscalmente deducibili o detraibili secondo i limiti di legge.

Il nostro sogno è... curarvi nelle vostre case!

1984 2019

Da 36 anni il sostegno agli anziani della Brunenghi

Cari amici, la 36a FESTA DELL’ANZIANO è un momento di particolare attenzione verso la Fondazione Giuseppina Bru- nenghi O.N.L.U.S. e i suoi ospiti.

Il Gruppo Festa Anziano, negli scorsi anni è riuscito a dare importanti contributi per ristrutturare il soggiorno del piano terra della RSA e per ampliare il Centro Diurno Integrato, nonché per l’acquisto dei relativi arredi.

Con la festa di quest’anno vogliamo compiere un altro passo importante, contribuire alla spesa per l’acquisto di zanzariere per le camere degli ospiti.

Siamo certi che numerose persone non mancheranno di con- tribuire in qualsiasi modo, non solo alla buona riuscita della manifestazione FESTA DELL’ANZIANO 2019 con la propria partecipazione, ma anche con donazioni di denaro alla Fon- dazione.

Vogliamo ricordare a tal proposito che le offerte fatte alla Bru- nenghi sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi. GRA- ZIE per quanto ognuno potrà fare. Vi attendiamo alla festa!

Il Gruppo promotore Festa Anziano

VENERDÌ 7 GIUGNO Ore 19,00: Servizio risto- rante e bar. Intrattenimento musicale banda G. Verdi di Castelleone.

Ore 21,30: Esibizione di ballo latino americano e Zumba, con le scuole di ballo FIT EMOTION di PA- OLO e LIDIA e ZERO IN CONDOTTA.

SABATO 8 GIUGNO

Ore 15,15: Maxi tombolata a premi, aperta a tutti, nel salone del piano terra della casa per anziani.

Ore 19,00: Servizio ristoran- te e bar.

Ore 20,15: Inaugurazione della festa (saluto del Presi- dente della Fondazione G.

Brunenghi Onlus e delle Au- torità Comunali).

Ore 20,30: Consegna di onorificenze ai familiari di

Combattenti della Seconda Guerra Mondiale da parte dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, sezio- ne di Castelleone.

Ore 21,00: Serata musicale con orchestra “ELISA” (bal- lo liscio).

DOMENICA 9 GIUGNO Ore 9,30: S. Messa.

Ore 12,00: Servizio ristoran- te e bar.

Ore 15,15: Spettacolo musi- cale “Coro Le Valli – CANTI POPOLARI”

Ore 19,00: Servizio ristoran- te e bar.

Ore 21,00: Serata musicale con orchestra “PIERINO E I TOBARIS” (ballo liscio).

VENERDÌ 14 GIUGNO Ore 19,00: Servizio ristoran- te e bar.

Ore 19,30-20,00 Partenza

25a marcia non competitiva

“Festa dell’Anziano”.

Ore 21,15: Premiazione partecipanti alla 25^ marcia

“Festa Anziano”.

Ore 21,30: Serata musicale con orchestra “COLORI E MUSICA”

(ballo liscio).

SABATO 15 GIUGNO Ore 15,15: Concerto della JU- NIOR BAND di Castelleone.

Ore 19,00: Servizio ristoran- te e bar.

Ore 21,00: Serata musicale con orchestra “NEW ESTA- SI” (ballo liscio).

DOMENICA 16 GIUGNO Ore 9,30: S. Messa (con la presenza della Schola Canto- rum “E. Rancati” di Castel- leone).

Ore 12,00: Servizio ristoran- te e bar.

Ore 15,15: Spettacolo con la

“COMPAGNIA DEL TAN- GO di Cremona con esibizio- ne di TANGO e MILONGA.

Ore 19,00: Servizio ristoran- te e bar.

Ore 19,30: Sfilata “Il Pae- se delle Meraviglie” con la collaborazione di “Pathos Studio” e “Bomboniere &

Co.”Ore 21,00: Serata musicale con orchestra “PIERINO E I TOBARIS” (ballo liscio).

7 - 8 - 9 - 14 -15 - 16 giugno CASTELLEONE

via Beccadello, 6

presso la Casa per Anziani

“Fondazione G. Brunenghi Onlus”

I NOSTRI SERVIZI PER TE - Coordinatore dei servizi per rispondere

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- Assistenza di base tramite personale ASA (igiene, bagno assistito, assistenza al pasto, ecc.) - Prestazioni infermieristiche

- Prelievi domiciliari

- Consulenza e addestrament al corretto utilizzo degli ausili

- Prestazioni riabilitative e fisioterapia - Valutazione dell’ambiente domestico - Formazione Badanti e Famigliari - Valutazione geriatrica (anche per richiesta assegno di accompagnamento)

- Esecuzione di test neuropsicologici - Valutazione della disfagia e rieducazione al linguaggio (logopedista)

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