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volume 20, numero 3, 2005 RELAZIONI

Microbiologia Medica 125

S9.2

I METODI DI VALUTAZIONE

QUANTITATIVA DELLE PARTICELLE VIRALI E DELL’INFETTIVITÀ:

APPLICAZIONI SPERIMENTALI E RIFLESSI DIAGNOSTICI

Arcangeletti M.C.

Sezione di Microbiologia - Dipartimento di Patologia e Medicina di Laboratorio - Università degli Studi di Parma. Viale Antonio Gramsci, 14. 43100 Parma.

I metodi di valutazione quantitativa dei virus

rappre-relazioni

SESSIONE 9

Determinazioni quantitative in virologia:

in laboratorio e nel paziente

(2)

volume 20, numero 3, 2005 RELAZIONI

Microbiologia Medica 126 sentano strumenti utili sia dal punto di vista

sperimen-tale, che per le possibili applicazioni in campo diagno-stico. Questi procedimenti sfruttano differenti caratte-ristiche dei virus ed hanno di conseguenza significati e ricadute applicative diverse.

Nell’ambito dei metodi fisici e chimici, il più usuale prevede la conta di virus al microscopio elettronico, per confronto con microsfere di latex a concentrazione nota; è evidente come questo metodo non tenga conto delle proprietà infettanti dei virioni. Analogamente, l’emoagglutinazione, che sfrutta la capacità di alcune categorie di virus di legarsi a complessi recettoriali presenti anche sulla membrana di eritrociti, rappresen-ta un metodo utile, anche se non molto sensibile, per la titolazione dei suddetti virus, fornendo però una stima approssimativa sia di particelle virali complete, ovvero infettanti, che di quelle incomplete.

I metodi di valutazione quantitativa dell’infettività virale sono sicuramente i più efficaci per determinare la quantità di particelle virali complete in una sospen-sione virale o in un campione biologico. Nello specifi-co, il metodo delle placche è di gran lunga il più accu-rato e riproducibile; altro metodo basato sulla valuta-zione dell’infettività virale, anche se meno preciso del precedente, è quello della diluizione limite, volto a determinare il numero di dosi virali infettanti il 50% dei substrati cellulari utilizzati (TCID 50), spesso impiegato ai fini diagnostici per la titolazione di virus da identificare successivamente mediante prove di neutralizzazione dell’infettività virale.

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