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Corso di Logica Matematica[M-Z] Prova scritta del 3 giugno 2003

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Academic year: 2021

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Corso di Logica Matematica[M-Z]

Prova scritta del 3 giugno 2003 Tempo a disposizione: ore 2:00.

Si scriva in calligrafia (dal greco: kalos=bello e graphe=scrittura) o il compito non sar` a valutato.

1. Si dimostri usando il calcolo della deduzione naturale che la formula seguente ` e valida:

(A → B) → (¬¬A → ¬¬B).

Soluzione

[¬¬A]

3

[A]

1

[A → B]

4

B → E

[¬B]

2

⊥ ¬E

¬A ¬I : 1

⊥ ¬E

¬¬B ¬I : 2

¬¬A → ¬¬B → I : 3 (A → B) → (¬¬A → ¬¬B) → I : 4 2. Si dimostri per risoluzione che:

∀x∀y[B(x) ∧ ¬A(y, y) → A(x, y)], ∀y[A(y, y) → ¬∃x(B(x) ∧ A(x, y))] |= ¬∃xB(x).

Soluzione In ordine dobbiamo:

(a) Negare la formula a destra di |=: ¬¬∃xB(x) ≡ ∃xB(x);

(b) Trasformare quest’ultima formula in forma normale di Skolem: B(c), con c nuova costante;

(c) Trasformare in forma normale di Skolem la prima premessa:

∀x∀y[B(x) ∧ ¬A(y, y) → A(x, y)] ≡ ∀x∀y[¬(B(x) ∧ ¬A(y, y)) ∨ A(x, y)]

≡ ∀x∀y[¬B(x) ∨ A(y, y) ∨ A(x, y)]

Adesso che la formula ` e in forma prenessa e la matrice in forma normale congiuntiva, possiamo eliminare i quantificatori (non ci sono esistenziali), ottenendo

¬B(x) ∨ A(y, y) ∨ A(x, y) (d) Trasformare in forma normale di Skolem la seconda premessa:

∀y[A(y, y) → ¬∃x(B(x) ∧ A(x, y))] ≡ ∀y[¬A(y, y) ∨ ∀x¬(B(x) ∧ A(x, y))]

≡ ∀y∀x[¬A(y, y) ∨ ¬B(x) ∨ ¬A(x, y))]

Adesso ` e opportuno ridenominare la variabili (avere variabili distinte in clausole distinte ` e essenziale durante la risoluzione), ottenendo:

∀v∀w[¬A(v, v) ∨ ¬B(w) ∨ ¬A(w, v))]

Eliminando i quantificatori (non ci sono esistenziali):

¬A(v, v) ∨ ¬B(w) ∨ ¬A(w, v)) (e) Dimostriamo ora per risoluzione che da:

C

1

= {¬B(x), A(y, y), A(x, y)}

C

2

= {¬A(v, v), ¬B(w), ¬A(w, v)) C

3

= B(c)

`

e possibile derivare la clausola vuota:

C

4

Ris(1, 2){y/v, y/w, y/x} ¬B(y)

C

5

Ris(5, 3){c/y} V OID

(2)

3. Si trasformi in forma normale di Skolem la formula:

[∀x∃yA(x, y) → ∃x¬∃yB(x, y)] ∧ ¬∃x∀yB(y, x).

Soluzione

[∀x∃yA(x, y) → ∃x¬∃yB(x, y)] ∧ ¬∃x∀yB(y, x)

≡ [∀x∃yA(x, y) → ∃x∀y¬B(x, y)] ∧ ∀x∃y¬B(y, x)

≡ [∀x∃yA(x, y) → ∃u∀v¬B(u, v)] ∧ ∀w∃z¬B(z, w)

≡ [∃x∀y[A(x, y) → ∃u∀v¬B(u, v)]] ∧ ∀w∃z¬B(z, w)

≡ [∃x∀y∃u∀v(A(x, y) → ¬B(u, v))] ∧ ∀w∃z¬B(z, w)

≡ ∃x∀y∃u∀v[(A(x, y) → ¬B(u, v)) ∧ ∀w∃z¬B(z, w)]

≡ ∃x∀y∃u∀v∀w∃z[(A(x, y) → ¬B(u, v)) ∧ ¬B(z, w)]

≡ ∃x∀y∃u∀v∀w∃z[(¬A(x, y) ∨ ¬B(u, v)) ∧ ¬B(z, w)]

Rimane adesso da sostituire le costanti di Skolem al posto delle variabili quantificate universalmente.

Sostituiamo:

x con c u con f (y) z con g(y, v, w), ottenendo finalmente

∀y∀v∀w[(¬A(c, y) ∨ ¬B(f (y), v)) ∧ ¬B(g(y, v, w), w)].

4. Vale la seguente conseguenza logica?

∀x(A(x) → B(x)) |= ∃x(A(x) ∧ ¬B(x)).

In caso positivo darne una dimostrazione nel sistema formale preferito. In caso contrario mostrarne un contromodello.

Soluzione ` E immediato rendersi conto che la conseguenza logica non pu` o valere: la conclusione ` e la negazione della premessa! Una qualsiasi struttura costituisce dunque un contromodello (cio` e una struttura in cui la premessa ` e vera, ma la conclusione ` e falsa). La pi` u semplice ` e la struttura

D =< D = {•}, ∅, A

D

= B

D

= D >

cio` e la struttura il cui dominio ` e costituito da un solo elemento e dove sia A che B sono interpretati come veri sull’unico elemento.

5. Descrivere tutti i modelli della formula

∀x∃y(x 6= y ∧ x < y)

assumendo che 6= e < abbiano sempre il loro significato standard (cio` e 6= ` e sempre interpretato con

“diverso” e < con “minore di” in una relazione di ordine parziale).

Soluzione Un modello di una formula ` e, per definizione, una struttura

(a) capace di interpretare tutti i simboli ivi presenti (simboli di costante e funzione: che non sono presenti nella formula data; simboli di predicato: nel caso in questione 6= e <);

(b) nella quale la formula in questione ` e vera.

Pertanto tutti i modelli della formula assegnata devono essere ordini parziali (per soddisfare (a));

inoltre, per soddisfare (b) in ciascuno di essi deve esistere una catena infinita crescente.

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