• Non ci sono risultati.

PIANO DI UTILIZZO DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "PIANO DI UTILIZZO DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO"

Copied!
174
0
0

Testo completo

(1)

PIANO DI UTILIZZO

DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO

ai sensi del DPR n. 120 del 13 giugno 2017

Variante di gestione delle terre rispetto al progetto esecutivo

Allegato 1.C - T00EG00GENRE01C - Relazione generale

IL PROPONENTE

VALORI s.c.ar.l.

Il Direttore Tecnico Ing Carlo Prestipino

L’ESECUTORE

UNICOS s.r.l.

Il Legale Rappresentante Sig. Francesca Pulvirenti

L’ESECUTORE

IDROGEO s.r.l.

Il Legale Rappresentante Sig. Termine Vincenzo

Caltagirone (CT), lì 6/12/2021

S.S.V. “LICODIA EUBEA – LIBERTINIA”

Tronco svincolo Regalsemi – innesto SS 117 bis 2° stralcio funzionale – Completamento tratto A

Da svincolo Regalsemi (km 0+000) ad inizio Variante di Caltagirone (km 3+700)

Termine Vincenzo

Firmato digitalmente da Termine Vincenzo Data: 2021.12.15 15:20:27 +01'00'

Firmato digitalmente da

FRANCESCA PULVIRENTI CN = PULVIRENTI FRANCESCA SerialNumber = TINIT-PLVFNC70E71C351U C = IT

PRESTIPINO CARLO 20.12.2021 14:13:14 GMT+00:00

(2)

R.T.I. di PROGETTAZIONE:

PROGETTO ESECUTIVO

PROTOCOLLO DATA PROGETTISTI:

D

VISTO: IL RESP. DEL PROCEDIMENTO

COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE IL GEOLOGO

PARTE GENERALE Relazione Generale

T 0 0 E G0 0 G E N R E 0 1 C

-

T00EG00GENRE02C.pdf

S.S.V. “LICODIA EUBEA – LIBERTINIA”

Tronco svincolo Regalsemi - innesto SS 117 bis 2° stralcio funzionale - Completamento Tratto A

UP-85 da svincolo Regalsemi (km 0+000) ad inizio Variante di Caltagirone (km 3+700)

Mandataria Mandante

P

D U P 0 0 8 5 E 1 7

(3)

Relazione generale

INDICE

1 PREMESSA ... 1

2 NORMATIVE DI RIFERIMENTO ... 3

2.1 Normative di Carattere Generale ... 3

2.2 Normativa Strade e Opere Complementari ... 3

2.2.1 Normativa Italiana Strade ... 3

2.2.2 Normativa Barriere di Sicurezza ... 3

2.3 Normativa Strutturale ... 4

2.4 Normativa Idraulica ... 4

2.4.1 Normativa nazionale ... 4

2.4.2 Normativa regionale ... 5

2.4.3 Piano di bacino ... 5

2.5 Normativa Impianti ... 5

2.5.1 Note Generali... 5

2.5.2 Marchi e Marcature ... 6

2.5.3 Illuminazione Artificiale gallerie con traffico motorizzato ... 6

2.5.4 Protezione dai Fulmini ... 6

2.6 Normativa Opere a Verde ... 6

2.6.1 materiale naturale vivo ... 6

2.7 Normativa Sicurezza ... 7

3 STUDI GENERALI ... 8

3.1 Strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica ... 8

3.2 Studio archeologico ...10

3.2.1 Età preistorica e protostorica ... 10

3.2.2 Età pre-greca e greca ... 11

3.2.3 Età romana ... 11

3.2.4 Età medievale ... 11

3.2.5 Rischio archeologico ... 11

3.3 Studio Geologico, Geotecnico e Sismico ...13

3.3.1 Indagini geognostiche ... 13

3.3.2 Geologia ... 14

3.3.3 Geomorfologia ... 16

3.3.4 Idrogeologia ... 16

3.3.5 Sismicità ... 18

3.3.6 Azione sismica di progetto ... 21

3.3.7 Modello geologico di riferimento per la progettazione ... 26

3.3.8 Caratterizzazione geotecnica dei terreni ... 27

3.4 Studio idrologico e idraulico ...33

3.4.1 Inquadramento territoriale ... 33

3.4.2 Analisi idrologica ... 36

3.4.3 Analisi idraulica ... 37

3.5 Studio Acustico ...39

3.5.1 Premessa ... 39

3.5.2 Riferimenti normativi e descrizione metodica... 39

3.5.3 Caratterizzazione acustica ante-operam ... 40

3.5.4 Caratterizzazione acustica post-operam ... 41

3.5.5 Conclusioni ... 47

3.6 Cartografia ...47

3.6.1 Rilievo fotogrammetrico ... 47

3.6.2 Rilievi celerimetrici ... 48

4 DESCRIZIONE DEL PROGETTO ... 51

4.1 Progetto Stradale ...51

4.1.1 Descrizione generale dell’intervento ... 51

4.1.2 Caratteristiche planimetriche ... 52

4.1.3 Caratteristiche altimetriche ... 53

4.1.4 Sezioni tipo ... 54

4.2 Opere Idrauliche ...70

4.2.1 Idraulica di piattaforma ... 70

(4)

4.2.2 Idraulica di versante ... 72

4.3 Opere d’arte maggiori...86

4.3.1 Galleria naturale e vie di fuga ... 86

4.3.2 Galleria artificiale ... 107

4.3.3 Viadotto Regalsemi ... 109

4.4 Opere d’arte minori e Opere di sostegno ... 123

4.4.1 Muri di sostegno ... 123

4.4.2 Paratie di pali di grande diametro ... 124

4.4.3 Berlinese inizio Lotto ... 129

4.4.4 Sottopasso ferroviario a spinta ... 130

4.4.5 Cavalcavia Variante S.P.72 al km 3+486.45 ... 135

4.4.6 Cavalcavia Variante S.S.124 al km 3+710.89 ... 137

5 IMPIANTI ... 139

5.1 Galleria Santa Caterina ... 139

5.1.1 Cabina di trasformazione ... 139

5.1.2 Gruppo elettrogeno ... 139

5.1.3 Gruppo statico di continuità ... 139

5.1.4 Illuminazione ordinaria ... 139

5.1.5 Illuminazione di emergenza ... 139

5.1.6 Illuminazione di sicurezza ... 139

5.1.7 Impianto di ventilazione ... 139

5.1.8 Impianto di rilevazione incendi ... 140

5.1.9 Impianto idrico antincendio ... 140

5.1.10Segnalazione luminosa di sicurezza ... 140

5.1.11Stazioni di emergenza ... 140

5.1.12Illuminazione esterna ... 140

5.1.13Vie di fuga ... 140

5.2 Galleria Artificiale ... 140

5.2.1 Alimentazione elettrica ... 140

5.2.2 Illuminazione ordinaria ... 141

5.2.3 Illuminazione di emergenza ... 141

5.3 Impianto di telecontrollo ... 141

5.4 Svincolo San Bartolomeo ... 141

5.5 Svincolo Regalsemi ... 141

6 INTERVENTI DI INSERIMENTO PAESAGGISTICO E AMBIENTALE ... 142

6.1 Scelta delle specie ... 143

6.2 Quantificazione degli interventi ... 145

7 INTERFERENZE ... 146

8 CANTIERIZZAZIONE ... 147

8.1 Organizzazione del sistema di Cantiere ... 147

8.1.1 Area di Cantiere zona Svincolo Regalsemi ... 148

8.1.2 Area di Cantiere Imbocco Sud Galleria Santa Caterina ... 149

8.1.3 Area di Cantiere Imbocco Nord Galleria Santa Caterina ... 149

8.1.4 Area di Cantiere zona Svincolo San Bartolomeo – Campo base ... 150

8.2 Gestione delle Terre e rocce da scavo ... 152

8.2.1 Cave e discariche ... 154

8.3 Cronoprogramma dell’opera ... 155

9 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE... 158

9.1 Premessa ... 158

9.2 Componenti ambientali oggetto di monitoraggio ... 158

9.3 Atmosfera ... 159

9.4 Rumore ... 159

9.5 Paesaggio ... 161

10 ESPROPRI ... 161

11 BONIFICA ORDIGNI BELLICI ... 164

(5)

Relazione generale 1

1 PREMESSA

L’intervento si inquadra nelle opere previste per il completamento della strada a scorrimento veloce S.S. 683 “Licodia Eubea”, che collega l’asse stradale Catania Ragusa con l’asse Nord-Sud S. Stefano di Camastra – Gela, e con l’asse autostradale Catania-Palermo, collegamento lungo complessivamente 33 km circa, di cui già realizzati ed in esercizio un primo tratto compreso tra la S.S. 514 Ragusana presso Licodia Eubea e la SP 34 in località Regalsemi (di circa 13 km), realizzata negli anni ’90, e la Variante di Caltagirone di 7,6 km di estesa, completata ed aperta al traffico nel 2016.

La realizzazione di detto intervento è da lungo tempo nella programmazione ANAS (piani triennali di numerose edizioni ed attuale piano 2016-2020), e nella programmazione regionale di settore (Piano Regionale Trasporti e Mobilità/Piani Attuativi del 2004, Piano Integrato Infrastrutture e Mobilità del 2017).

Le opere da realizzare per il completamento dell’asse trasversale tra svincolo Regalsemi e la S.S.

117 bis (bivio Gigliotto), sono suddivise in:

 2° stralcio funzionale - Tratto A: da svincolo Regalsemi a svincolo San Bartolomeo (presso l’inizio della variante di Caltagirone);

 2° stralcio funzionale - Tratto B: da Fine Variante di Caltagirone ad innesto S.S. n. 117 bis presso bivio Gigliotto.

Il tratto oggetto della presente relazione consiste nella realizzazione dei lotti già denominati (nel progetto esecutivo del 2004) 3.1° e 3.2°, localizzati tra la zona di Regalsemi e lo svincolo di San Bartolomeo, per uno sviluppo complessivo di circa 3.5 km tutto all’interno del comune di Caltagirone.

Tale tronco stradale è classificato come strada extraurbana secondaria tipo C1 (strada a doppio senso di circolazione ad unica carreggiata, larghezza di pavimentato 10.50 metri con corsie da 3.75 metri e banchine da 1.50 metri su ambo i lati), e realizza la connessione tra la SS683 e la Variante di Caltagirone.

Il progetto, nella veste in esame, rappresenta l’aggiornamento del Progetto esecutivo datato 2004 al nuovo quadro normativo per come si è evoluto nel corso degli anni, con particolare riferimento alla Normativa tecnica per le costruzioni (NTC 2008), che fissano nuovi criteri in materia di dimensionamento delle strutture con riferimento alle sollecitazioni determinate dal sisma, la Normativa per la progettazione delle intersezioni stradali (DM 19 aprile 2006), che ha imposto un attento studio sulle aree di svincolo, la disciplina inerente la sicurezza delle gallerie, che ha richiesto la previsione del cunicolo di emergenza.

Con riferimento all’applicazione della Normativa tecnica per le costruzioni (NTC 2008), si evidenzia che a decorrere dal 22 marzo 2018 è entrato in vigore il D.M 17 gennaio 2018, “Aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni”, che sostituisce di fatto la precedente normativa approvata con Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008).

Tuttavia come stabilito dall’art. 2 del citato decreto 2018, le NTC2018 non si applicano per progettazioni definitive ed esecutive affidate in data antecedente alla loro entrata in vigore.

L’incarico per la presente progettazione esecutiva è stato di fatto affidato in data antecedente al 22 marzo 2018, e pertanto nell’ambito della progettazione strutturale si è fatto correttamente riferimento alla precedente normativa, ovvero le NTC2008.

Con riferimento all’applicazione delle NTC2008 per la definizione della classe d’uso ai fini delle verifiche sismiche delle opere, per una strada di tipo C-extraurbana secondaria ci si riferisce normalmente alla classe d’uso III, ad eccezione dei casi in cui il tracciato insista su itinerari di collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da strade di tipo A o B.

Questo criterio è stabilito sia dal paragrafo 2.4.2. delle NTC2008 approvate con Decreto 14

(6)

gennaio 2008 dal Ministero dell’infrastrutture (NTC2008), e ripreso e ribadito dal CSLLPP nel parere n°95 riguardante “la Definizione della vita nominale "Vn" delle infrastrutture stradali ai sensi del D.M. 14.01.2009”, trasmessa ad ANAS per gli adempimenti di competenza con nota n°72769 del 13.05.2009.

In merito a ciò occorre segnalare che l'itinerario su cui è inserito l'intervento, che serve il collegamento tra i capoluoghi di provincia di Ragusa, Caltanissetta ed Enna, verrà servito da un percorso di cat. A/B in corso di completamento, costituito da:

 Ragusa/Catania-in appalto con promotore finanziario (Società Autostrada Ragusa Catania),

 A19 Palermo Catania – in esercizio

 SS640 Agrigento/Caltanissetta/A19 extraurbana cat. B (per Caltanissetta) – in esercizio Pertanto, in considerazione di quanto sopra esposto, si attribuisce alla infrastruttura in progetto una classe d’uso III, con coefficiente d’uso CU = 1.5 (tabella 2.4.II del D.M. 14.01.2008), ed una vita nominale VN ≥ 50 anni (vedi tabella 2.4.I del D.M. 14.01.2008).

A questa classificazione delle opere fa eccezione il viadotto Regalsemi e le relative Rampe di svincolo in viadotto ad esso connesse per il quale, in coerenza con quanto già adottata da ANAS nell’ambito della realizzazione della “Variante di Caltagirone”, opera facente parte l’intervento completo della “S.S.V. Licodia Eubea Libertinia” nel quale il presente progetto si inquadra, è stato adottato un coefficiente d’uso pari a 2.0, corrispondente alla classe d’uso IV, con vita nominale VN

≥ 50 anni.

(7)

Relazione generale 3

2 NORMATIVE DI RIFERIMENTO

2.1 Normative di Carattere Generale

 Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50: “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”

 Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163: “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”

 D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207: “Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163”

2.2 Normativa Strade e Opere Complementari 2.2.1 Normativa Italiana Strade

 D.Lgs. 30-04-92, n. 285 e s.m.i.: “Nuovo Codice della Strada”;

 DM 05-11-01, n. 6792 e s.m.i.: “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade” così come modificato dal DM 22-04-04 che rende le citate norme di riferimento per gli adeguamenti delle strade esistenti;

 DM 05-06-01, G.U. n.217: “Sicurezza nelle Gallerie Stradali”;

 DM 19-04-06 “Norme funzionali e Geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”, pubblicato sulla G.U. n. 170 del 24-07-06;

2.2.2 Normativa Barriere di Sicurezza Leggi e Decreti:

 DM 18-02-92, n. 223: “Regolamento recante istruzioni tecniche per la progettazione, l’omologazione e l’impiego delle barriere stradali di sicurezza”;

 DM 21/06/04: “Aggiornamento delle istruzioni tecniche per la progettazione, l’omologazione e l’impiego e l’impiego delle barriere stradali di sicurezza e le prescrizioni tecniche per le prove delle barriere di sicurezza stradale”;

 DM 28-06-2011 “Disposizioni sull’uso e l’installazione dei dispositivi di ritenuta stradale”, pubblicato sulla G.U. n. 233 del 06-10-2011;

 D.Lgs. 30-04-92, n. 285 e s.m.i.: “Nuovo Codice della Strada”;

 D.P.R. 16-12-1992 n. 495 e s.m.i.: “Regolamento di esecuzione e di attuazione del Codice della Strada”;

 DM 05-11-01, n. 6792 e s.m.i.: “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”;

 DM 19-04-06 “Norme funzionali e Geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”, pubblicato sulla G.U. n. 170 del 24-07-06.

Circolari Ministeriali:

 Circolare del Ministero dei Trasporti N. 62032 del 21-07-2010 “Uniforme applicazione delle norme in materia di progettazione, omologazione e impiego dei dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali”;

 Circolare del Ministero dei Trasporti N. 80173 del 05-10-2010 “Omologazione dei dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali. Aggiornamento norme comunitarie UNI EN 1317, parti 1, 2 e 3 in ambito nazionale”;

(8)

 Circolare del Ministero dei Trasporti N. 104862 del 15-11-2007 “Scadenza della validità delle omologazioni delle barriere di sicurezza rilasciate ai sensi delle norme antecedenti il D.M.

21.06.2004”.

Norme Europee:

 UNI EN 1317-1:2010 – Sistemi di ritenuta stradali – Terminologia e criteri generali per i metodi di prova [11];

 UNI EN 1317-2:2010 – Sistemi di ritenuta stradali – Classi di prestazione, criteri di accettazione delle prove d’urto e metodi di prova per le barriere di sicurezza inclusi i parapetti veicolari [12];

 UNI EN 1317-3:2010 – Sistemi di ritenuta stradali – Classi di prestazione, criteri di accettabilità basati sulla prova di impatto e metodi di prova per attenuatori d’urto [13];

 EN 1317-4:2012 - Road restraint systems - Part 4: Performance classes, impact test acceptance criteria and test methods for transitions and removable barrier sections – DRAFT [14];

 UNI EN 1317-5:2008 – Barriere di sicurezza stradali – Requisiti di prodotto e valutazione di conformità per sistemi di trattenimento veicoli [15].

Letteratura tecnica

 Decreto dirigenziale relativo all’aggiornamento delle istruzioni tecniche inerenti l’uso e l’installazione dei dispositivi di ritenuta stradale. Numero di notifica: 2014/483/I, trasmesso alla Commissione Europea il 6/10/2014: pur non essendo stato ancora emanato nell’ordinamento giuridico nazionale, ma avendo ottenuto il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, reso con voto n. 14/2013 nell’adunanza del febbraio 2014, si ritiene che tale documento possa essere utilmente preso quale “riferimento tecnico” per le parti non trattate e/o non in contrasto con il vigente DM 21/06/04.

2.3 Normativa Strutturale

 Ministero dei LL.PP. - D.M. 14.01.2008: "Norme tecniche per le Costruzioni".

 Ministero dei LL.PP. - Circ. 617 del 02.02.2009: Istruzioni per l'applicazione delle “Norme tecniche per le costruzioni” di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008;

 C.N.R. 10011: “Costruzioni in acciaio. Istruzioni per il calcolo, l’esecuzione, il collaudo e la manutenzione”;

 C.N.R. 10012: “Istruzioni per la valutazione delle azioni sulle costruzioni”;

 C.N.R. 10024: “Analisi di strutture mediante elaboratore. Impostazione e redazione delle relazioni di calcolo”;

 UNI EN 1537 - 2002: “Esecuzione di lavori geotecnici speciali. Tiranti di ancoraggio.

 Tutte le Norme UNI richiamate nei D.M., Istruzioni, Circolari di cui si fa menzione.

 “Capitolato Generale Tecnico di Appalto delle Opere Civili” RFI (cod. RFIDTCSISPIFS001B)

 “Manuale di Progettazione opere civili” RFI (RFIDTCSIMAIFS001B).

2.4 Normativa Idraulica 2.4.1 Normativa nazionale

Di seguito vengono riportate le principali leggi nazionali in materia ambientale e di difesa del suolo (per maggiori dettagli ed i relativi campi di applicazione si veda la Relazione idrologica e idraulica di versante):

 RD 25/07/1904 n° 523

(9)

Relazione generale 5

 Regio Decreto Legislativo 30/12/1923, n° 3267

 DPR 15/01/1972 n° 8

 L. 64/74

 DPR 24/7/1977 n° 616

 L. 431/85 (Legge Galasso)

 L. 183/89

 L. 142/90

 DL 04-12-1993 n° 496

 L. 36/94 (Legge Galli)

 DPR 14/4/94

 DPR 18/7/95

 DPCM 4/3/96

 Decreto Legislativo 31/3/1998, n° 112

 DPCM 29/9/98

 L. 267/98 (Legge Sarno)

 DL 152/99

 DL 258/00

 L. 365/00 (Legge Soverato)

 DLgs 152/2006

 DM 14/01/2008

 Decreto n. 131 del 16/06/2008

 Decreto n. 56 del 14/04/2009

Si riportano inoltre gli estremi di alcune leggi riguardanti la progettazione e la verifica dei ponti stradali:

 L. 532/1904

 D. Min. LL.PP 4 maggio 1990

 Circ. LL.PP. n° 34233 del 25/02/1991 2.4.2 Normativa regionale

 Piano di Tutela delle Acque (PTA) adottato con Ordinanza n. 637 del 27/12/07 (GURS n. 8 del 15/02/08) ed approvato definitivamente (art.121 del D.lgs 152/06) dal Commissario Delegato per l’Emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque – Presidente della Regione Siciliana – On. Dr. Raffaele Lombardo con ordinanza n. 333 del 24/12/08.

2.4.3 Piano di bacino

 Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana o P.A.I.

 Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana o P.A.I. “Bacino idrografico del fiume Magazzolo ed Area Territoriale tra il Bacino del fiume Platani ed il fiume Magazzolo (062) – Aggiorno al 2011

2.5 Normativa Impianti 2.5.1 Note Generali

Gli impianti saranno realizzati in ogni loro parte e nel loro insieme in conformità alle leggi, norme, prescrizioni, regolamenti e raccomandazioni emanate dagli enti, agenti in campo nazionale e locale, preposti dalla legge al controllo ed alla sorveglianza della regolarità della loro esecuzione:

 Leggi e decreti;

 Disposizioni dei vigili del fuoco;

(10)

 Norme CEI;

 Norme UNI;

 Regolamento e prescrizioni Comunali che si riferiscono alla zona di realizzazione dell'opera.

 L'Appaltatore deve consegnare alla D.L. tutta la documentazione relativa (certificati, libretti, ecc.).

 Tutti i componenti elettrici saranno, ove possibile, provvisti del marchio di qualità (IMQ).

2.5.2 Marchi e Marcature

Tutte le apparecchiature elettriche e i relativi materiali impiegati saranno marcati CE e, dove applicabile, saranno dotati di marchio IMQ.

Saranno, inoltre, dotate di marcatura CE le apparecchiature, anche non elettriche, che rientrino nel campo di applicazione della Direttiva Macchine e le apparecchiature mediche.

2.5.3 Illuminazione Artificiale gallerie con traffico motorizzato

Il progetto è stato realizzato secondo il decreto ministeriale 5 giugno 2001, limitatamente agli aspetti illuminotecnici.

L'illuminazione delle gallerie stradali ed autostradali, con traffico totalmente o parzialmente motorizzato, esistenti e di nuova realizzazione, deve essere progettata e verificata secondo le indicazioni contenute nella norma UNI 11095/2011 e secondo il citato decreto.

Si è fatto, altresì, riferimento alla Norma Uni 11248/2016 "Illuminazione stradale - Selezione delle categorie illuminotecniche"

2.5.4 Protezione dai Fulmini

 CEI EN 62305-1 - "Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi generali" - Febbraio 2013;

 CEI EN 62305-2 - "Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio" - Febbraio 2013;

 CEI EN 62305-3 - "Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone" - Febbraio 2013;

 CEI EN 62305-4 - "Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture" Febbraio 2013;

 CEI 81-29 - "Linee guida per l'applicazione delle norme CEI EN 62305" - Febbraio 2014;

 CEI 81-30 - "Protezione contro i fulmini. Reti di localizzazione fulmini (LLS).

 Linee guida per l'impiego di sistemi LLS per l'individuazione dei valori di Ng (Norma CEI EN 62305-2)" - Febbraio 2014.

2.6 Normativa Opere a Verde 2.6.1 materiale naturale vivo

I materiali da impiegare per i lavori compresi nell'appalto dovranno essere delle migliori qualità esistenti in commercio in rapporto alla funzione a cui sono destinati. Dovranno corrispondere, come caratteristiche, a quanto stabilito nelle leggi e regolamenti ufficiali vigenti in materia. Il materiale vegetale dovrà provenire da ditte appositamente autorizzate ai sensi delle leggi 18.6.1931 n. 987 e 22.5.1973 n. 269 e successive modificazioni e integrazioni, tra cui in particolare:

 D.lgs n° 214 del 19 agosto 2005 - Attuazione della direttiva 2002/89/CE concernente le misure di protezione contro l'introduzione e la diffusione nella comunità di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali e s.m.i.

 Decreto 12 novembre 2009 Determinazione dei requisiti di professionalità e della dotazione minima delle attrezzature occorrenti per l’esercizio dell’attività di produzione, commercio e importazione di vegetali e prodotti vegetali.

(11)

Relazione generale 7

 DM del 09 agosto 2000 Recepimento delle direttive della Commissione n.99/66/CE, n.

99/67/CE, n. 99/68/CE e n. 99/69/CE, relative alle norme tecniche sulla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante ornamentali.

 D.M. 31.01.1996, Misure di protezione contro l’introduzione e la diffusione nel territorio della Repubblica Italiana di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali.

Le caratteristiche richieste per il materiale vegetale e di seguito riportate tengono conto anche di quanto definito dallo standard qualitativo adottato dalle normative Europee in materia.

2.7 Normativa Sicurezza

 D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81 - Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro

(12)

3 STUDI GENERALI

3.1 Strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica

Il secondo stralcio funzionale, completamento tratto “A” dallo svincolo Regalsemi all’inizio della

“variante di Caltagirone”, strada a scorrimento veloce Licodia Eubea A19 PA-CT, tronco svincolo Regalsemi – innesto S.S. 117 bis, in provincia di Catania, Regione Sicilia è perfettamente inserito nella pianificazione territoriale a tutti i livelli.

L’intervento è, in effetti previsto dal Piano Integrato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità (P.I.I.M.) ed è indicato come intervento lineare nel Piano Operativo Triennale 212-2014 del Piano Territoriale Provinciale di Catania. Infine, l’intervento ricade all’interno della propria fascia di rispetto, art. 66 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG di Caltagirone.

Nella seguente tabella sono sintetizzati gli strumenti di pianificazione territoriale, che sono stati analizzati e descritti in dettaglio nella Relazione Paesaggistica, evidenziando se vi siano elementi di interesse diretto per il progetto o se riguardino un ambito territoriale più ampio.

Tabella 1 - Sintesi degli strumenti di pianificazione

Sistema Strumento Riferimento specifico di interesse

Interesse rispetto al Progetto Per

l’ambito di dettaglio

Per l’ambito di area vasta

Sistema dei Vincoli e delle tutele

Vincoli paesistico ambientali

Aree di interesse paesaggistico (D.lgs.

42/04, art. 134 a) x

Fascia di tutela dei corsi d’acqua iscritti negli elenchi di cui R.D. 1755/1933 (D.lgs.

42/04, art. 142 lett.c)

X

Area di tutela idrogeologica (L.R. 16/96 e

s.m.i.) X X

Aree di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del Codice (art.

142 lett. m)

X

Aree protette (L. 294/91) e siti Natura 2000 (Direttiva Habitat 92/43/CEE)

Nessun vincolo interferito - -

(13)

Relazione generale 9 Sistema Strumento Riferimento specifico di interesse

Interesse rispetto al Progetto Per

l’ambito di dettaglio

Per l’ambito di area vasta

PIIM Sicilia

Riorganizzazione urbanistica e territoriale in funzione dell’uso e della valorizzazione del patrimonio paesistico-ambientale che comporta, in particolare politiche dei trasporti tali da assicurare sia un migliore inserimento del sistema regionale nei circuiti internazionali, sia una maggiore connettività interna dell’armatura regionale, evitando, nel contempo, la proliferazione di investimenti per la viabilità interna, di scarsa utilità e alto impatto ambientale

X

Previsto il tratto “A” dallo svincolo Regalsemi all’inizio della “variante di Caltagirone”, strada a scorrimento veloce Licodia Eubea A19 PA-CT, tronco svincolo Regalsemi – innesto S.S. 117 bis è oggetto della scheda n.11 dell’allegato II

X X

I criteri di progettazione devono essere

orientati verso l’inserimento

dell’infrastruttura nel contesto paesaggistico, con l’obiettivo di minimizzare gli effetti negativi, quali l’occupazione del suolo e la frammentazione delle aree agricole e naturali.

X X

PTCP prov.

Catania

Previsto il tratto “A” dallo svincolo Regalsemi all’inizio della “variante di Caltagirone”, strada a scorrimento veloce Licodia Eubea A19 PA-CT, tronco svincolo Regalsemi – innesto S.S. 117 bis nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2012-2014

X

Siti archeologici X X

Beni isolati X

Zone boscate X

aree di interesse paesaggistico X

(14)

Sistema Strumento Riferimento specifico di interesse

Interesse rispetto al Progetto Per

l’ambito di dettaglio

Per l’ambito di area vasta

PGT del

comune di

Caltagirone

Previsto il tratto il tratto “A” dallo svincolo Regalsemi all’inizio della “variante di Caltagirone”, strada a scorrimento veloce Licodia Eubea A19 PA-CT, tronco svincolo Regalsemi – innesto S.S. 117 bis: art. 66 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG di Caltagirone.

Le destinazioni adiacenti sono:

- Linea ferroviaria.

- Area artigianale e produttiva San Bartolomeo.

- Aree di recupero ambientale e paesaggistico nel territorio aperto.

- Area specializzata per colture pregiate (L.R. 71/78) D- Unità di paesaggio ad agrumeto.

- Aree agricole con stanzialità diffusa legata al fenomeno urbano nel territorio aperto.

X

3.2 Studio archeologico

Il territorio, oggetto del presente studio è caratterizzato per la presenza di un importante numero di villaggi pre-protostorici. In corrispondenza dei limiti dell’area di cantiere, ma non all’interno del tracciato vi sono diverse testimonianze dal periodo protostorico a quello medievale.

Le testimonianze si sviluppano, principalmente, nelle vicinanze dello svincolo di San Bartolomeo, presso il Poggio di Strettoballe, e in contrada Regalsemi e nell’area dello svincolo di Regalsemi.

All’interno dell’analisi integrata, suddivisa per età, è presente un riferimento al potenziale difensivo delle forme insediative (Schiappelli 2008) e al rischio archeologico potenziale.

3.2.1 Età preistorica e protostorica

In età preistorica e protostorica gli insediamenti sono attestati principalmente in zona con potenziale difensivo medio/alto, in siti su rilievo o su pianoro. Evidentemente la necessità di aver un certo controllo del territorio era una esigenza ricercata. La volontà era forse spesso incentivata dalla necessità di realizzare le necropoli a grotticella artificiale nei banchi di calcare, posti spesso sulle cime. Erano poggi o rilievi anche con una discreta presenza di terreno potenzialmente sfruttabile per l’agricoltura e l’allevamento; nella zona di nostro interesse è attestato un sito nella zona di Strettoballe, risalente all’età del bronzo antico e medio, sito ID 04. Si tratta quindi di rinvenimenti di materiale ceramico della facies di Castelluccio che fanno pensare all’esistenza di un villaggio capannicolo nella balza a ovest dell’omonimo poggio. L’area di rinvenimento dei materiali ceramici non viene lambita dal tracciato della nuova statale in progetto, ma l’area di cantiere posta a sud della ferrovia e a est della S.S.124, si trova nelle immediate vicinanze.

In base al ritrovamento di Strettoballe e alle evidenze riscontrate al di fuori dell’aerea del cantiere potrebbe esserci il rischio di rinvenire evidenze archeologiche in prima giacitura: sui rilievi, sui pianori o lungo le loro pareti. Il rischio rimane minore nelle aree di fondovalle nelle quali potrebbero essere presenti materiali di dilavamento, come riscontrato nell’UT5 dell’area 32 con il rinvenimento

(15)

Relazione generale 11

di un’ascia in basalto.

3.2.2 Età pre-greca e greca

L’età pre-greca e greca risulta sottorappresentata negli studi dell’area. Nel territorio non ci sono ritrovamenti significativi che possano testimoniare tale frequentazioni. Rimangono, per questo periodo, i dati relativi a siti molto noti molto distanti dall’area: Piano degli Egoli, insediamento pre- greco ellenizzato, a 2 km a sud-est dello svincolo di San Bartolomeo; l’insediamento e la necropoli del centro indigeno ellenizzato di S. Ippolito, sito a 3 km a nord-est dello svincolo di San Bartolomeo; il grande insediamento indigeno e greco di San Mauro distante una decina di chilometri dall’area in esame.

In base alle evidenze bibliografiche riscontrate al di fuori dell’area del cantiere potrebbe esserci il rischio di rinvenire evidenze archeologiche in prima o in seconda giacitura: sui rilievi, sui pianori o in fondovalle. Sia per la fase pre-greca e sia per quella greca si riscontrano i seguenti rischi: le aree degli insediamenti, sui rilievi o sui pianori; le aree produttive anche in fondovalle; le necropoli, sia nelle strette vicinanze degli insediamenti e sia, a volte, più isolate. Il rischio rimane minore nelle aree di fondovalle, tranne per eventuali aree produttive, ma nelle stesse potrebbero essere presenti materiali di dilavamento.

3.2.3 Età romana

Poche le testimonianze relative a centri di età repubblicana o imperiale. Le poche notizie sono spesso di natura sporadica legata a necropoli: le tombe ellenistico-romane ritrovate a San Mauro;

le tombe rinvenute in Piazza Umberto, nel centro urbano di Caltagirone, a 3 km dallo svincolo di San Bartolomeo. Scarse le tracce relative agli insediamenti, comunque parecchio lontane dell’area in esame: tracce di frequentazione, di età romana, sono state rinvenute nei pressi della contrada Vignitta a 600 metri a nord-est dello svincolo di San Bartolomeo; un’importante insediamento di età romana è stato rinvenuto in contrada Maddalena, un accampamento e alcune tombe testimoniante anche da ceramica inquadrabile tra il I e il IV secolo d.C., collocato nella valle dei Margi a circa 2 km a nord dello svincolo di San Bartolomeo.

In base alle evidenze bibliografiche riscontrate al di fuori dell’aerea del cantiere potrebbe esserci il rischio di rinvenire evidenze archeologiche in prima o in seconda giacitura: sui rilievi, sui pianori, sul fondovalle o nelle vicinanze di vie di comunicazione. Nella fase romana, soprattutto in quella imperiale e tardo-antica il potenziale difensivo delle forme insediative è assai basso e ciò fa chiaramente aumentare il rischio di ritrovamenti. Il rischio non rimane basso neanche nelle aree di fondovalle, nelle quali sono stati riscontrati diversi insediamenti e aree di accampamento o aree produttive. Tuttavia potrebbero essere presenti anche materiali di dilavamento dai siti di altura o pianoro.

3.2.4 Età medievale

Per l’età altomedievale e bassomedievale sono riportate poche attestazioni certe. Dalle notizie bibliografiche e di archivio non sono pervenute molte informazioni. L’attestazione più nota è data da una frequentazione di periodo medievale di un casale di contrada Regalsemi, posto a circa 120 metri a est dall’asse della strada in progetto. L’area è posta esattamente dove oggi sorge un casale in stato di abbandono. Non si hanno molte notizie se non quelle relative ad un’area di frammenti con laterizi e ceramica sulla sommità della dolce collinetta e sui campi intorno al vecchio casale.

In base al ritrovamento di Regalsemi e alle evidenze riscontrate al di fuori dell’aerea del cantiere potrebbe esserci il rischio di rinvenire evidenze archeologiche in prima giacitura: sui rilievi, sui pianori, sul fondovalle o nelle vicinanze di vie di comunicazione. Il rischio rimane minore nelle aree di fondovalle, tranne per la presenza di eventuali aree produttive (ad es. i mulini a ruota orizzontale). Rimane il rischio, in fondovalle, di rinvenire materiale di dilavamento.

3.2.5 Rischio archeologico

(16)

Il percorso della nuova strada a S.V. Licodia Eubea – A19 PA-CT si sviluppa essenzialmente all’interno di due valli: la prima Strettoballe, la più piccola; la seconda Regalsemi, più ampia. Si tratta, quindi, di un terreno per sua stessa natura caratterizzato da una discreta frequentazione che, però, potrebbe essere stato interessato proprio da strutture produttive (agricole) in periodo medievale o comunque da insediamenti pre-protostorici di piccole dimensioni (sono noti i rinvenimenti in località Strettoballe e San Bartolomeo). Questi ultimi possono presentare la principale problematica dal punto di vista archeologico, in particolare in prossimità dello svincolo di San Bartolomeo. L’area di San Bartolomeo si caratterizza come una zona con un discreto potenziale difensivo e per questo si configura come luogo adatto agli insediamenti di età pre- protostorica; i rinvenimenti di questo periodo possono avere anche una limitata evidenza durante le ricognizioni di superficie, in particolare nelle zone con bassa visibilità; pertanto le aree prossime alle zone più interessanti dal punto di vista insediativo possono presentare depositi archeologici anche in giacitura secondaria, in particolare nelle zone di vallata.

L’opera potrebbe avere un forte impatto nei pressi dello svincolo di San Bartolomeo, per la presenza, lungo il tracciato, di testimonianze in giacitura primaria di materiali alto-medievali (UT1) e per la presenza nelle immediate vicinanze di ben due villaggi capannicoli protostorici già noti da bibliografia: San Bartolomeo e Strettoballe. Di basso impatto rimangono le aree nelle quali sono state individuate le UT 2 e 3, caratterizzate da frammenti di dilavamento probabilmente provenienti dalle colline a ovest del tracciato. Rimane, invece, un forte impatto nell’area di Regalsemi: luogo prescelto per un insediamento medievale nei pressi dell’ingresso sud della galleria naturale, anche se il tracciato non intercetta la zona specifica dell’insediamento, ma l’area di frequentazione circostante. Di alto impatto è l’area dello svincolo di Regalsemi, motivato dall’individuazione dell’UT5 nonostante l’area fosse caratterizzata da una bassa visibilità. Nell’area della bassa valle, probabilmente importante snodo viario antico, è stata rinvenuta un’ascia in basalto pre-protostorica (UT 5) quasi sicuramente di dilavamento, proveniente dalle colline poste a est del tracciato.

Nessuna delle testimonianze archeologiche note da bibliografia interessano il tracciato, ma alcune aree note si trovano nelle immediate vicinanze di aree destinate alle attività di cantiere: l’area posta in progetto in località Strettoballe a sud della ferrovia e a est della S.S.124.

I raccordi all’attuale viabilità, sebbene non siano state individuate testimonianze sul terreno, potrebbero però intaccare contesti e strutture connesse alla viabilità antica: sia presso lo svincolo di San Bartolomeo, nel quale si trovano in congiungimento almeno tre percorsi verso due ampie valli ed una di minore, sia presso lo svincolo di Regalsemi.

Dalle foto aeree non è stato possibile ottenere dati significativi. Le numerose anomalie individuate si sono rivelate essere tracce relative a diverse tipologie di suolo o di altre azioni moderne (es. A5 si trattava di un invaso artificiale in disuso); al momento di verificare le anomalie sul terreno, nessuna si è rivelata essere di alcun interesse archeologico, pur trovandosi in discrete o buone condizioni di visibilità. Nessuna delle anomalie individuate, inoltre, presenta una morfologia o caratteristiche da riferire sicuramente ad evidenze archeologiche.

L’analisi del rischio archeologico è stata trattata, come già detto, nella Relazione archeologica, cui si rimanda per maggiori approfondimenti (T00SG00GENRE01A).

In tale studio, per l’elaborazione di valori di Potenziale Archeologico, la valutazione della distribuzione delle evidenze archeologiche riportate nelle UT (Unità Topografiche) è stata calibrata rispetto al contesto storico archeologico ricavato dall’analisi bibliografica e dalla documentazione di Archivio. Sono state redatte due carte, la Carta del Rischio archeologico Assoluto e la Carta del Rischio archeologico Relativo, la prima su base cartografica CTR, elaborata su tutta l’estensione della carta 1:10.000; la Carta del Rischio archeologico Relativo invece è stata redatta sugli inquadramenti in scala 1:2.000.

Gli elementi di maggiore interesse sono riportati anche nella Carta dei vincoli e delle tutele, allegata alla presente relazione.

Per gli interventi in area a vincolo archeologico si prevede, come richiesto dal Servizio per i

(17)

Relazione generale 13

Beni Archeologici - Provvedimento n° prot. 879 del 27 marzo 2008 - Rinnovo Nulla Osta archeologico, che i “I lavori vengano effettuati sotto la sorveglianza di personale di questo Ufficio”.

3.3 Studio Geologico, Geotecnico e Sismico 3.3.1 Indagini geognostiche

Gli elementi necessari per la progettazione delle opere previste in progetto sono stati ricavati principalmente dall’interpretazione dei dati geognostici disponibili dalle diverse campagne di indagini eseguite, congiuntamente all’esame della documentazione bibliografica disponibile per l’area in esame.

Per il progetto in esame sono disponibili tre differenti campagne geognostiche pregresse:

 campagna di indagini eseguita nel 1990 dal Centro Idro-geo-tecnico del Dott. Geol. Roberto Di Vita, costituita da n° 4 sondaggi geognostici a carotaggio continuo, completi delle prove SPT, delle resistenze a pocket penetrometro e vane test;

 campagna di indagini eseguita nel 2000 dalla ditta Geomerid S.r.l., costituita da n° 5 sondaggi a carotaggio continuo, completi delle prove SPT e delle prove geotecniche di laboratorio;

 campagna di indagini integrativa eseguita nel 2002 dalla ditta Geomerid S.r.l., costituita da n° 5 sondaggi a carotaggio continuo con prove SPT, prove di permeabilità Lefranc e prove pressiometriche, n° 2 prospezioni sismiche down-hole, n° 3 prove penetrometriche CPT con punta meccanica e da prove geotecniche di laboratorio.

Ad integrazione delle indagini pregresse, è stata eseguita recentemente (autunno 2017 - inverno 2018) dalla ditta Sidercem S.r.l. una ulteriore campagna geognostica di indagini. Tale campagna ha previsto l’esecuzione di diverse tipologie di indagini in sito, descritte sinteticamente di seguito:

 n° 17 sondaggi geognostici a carotaggio continuo, distribuiti lungo tutto il tracciato con profondità variabile tra 20 e 50 m in funzione delle quote di progetto e delle caratteristiche strutturali delle opere (viadotti, gallerie naturali e artificiali, rilevati, trincee, ecc.), con prelievo di n° 62 rimaneggiati (CR) e di n° 34 campioni indisturbati (CI, in numero di 2 per ciascun sondaggio) per l’esecuzione di prove geotecniche di laboratorio;

 esecuzione di n° 106 prove SPT in foro, distribuite in modo grosso modo omogeneo lungo ciascuna verticale di sondaggio (in numero variabile da 3 a 10 a seconda della lunghezza di ciascuno), per la determinazione indiretta dei parametri di resistenza a taglio drenata e di deformabilità nei terreni sabbiosi e di resistenza al taglio non drenata nei terreni argillosi;

 n° 17 prove pressiometriche, in numero di 1 per ciascun sondaggio, eseguite sia nei terreni sabbiosi sia nei terreni argillosi;

 n° 17 prove di permeabilità tipo Lefranc, in numero di 1 per ciascun sondaggio, eseguite sia nei terreni sabbiosi sia nei terreni argillosi: a seconda della granulometria dei terreni sono state eseguite prove a carico costante oppure prove a carico variabile;

 n° 6 pozzetti esplorativi da 2 m, con prelievo di n° 2 campioni rimaneggiati per ciascuno nel tratto tra 0,5 e 1,0 m e nel tratto tra 1,5 e 2,0 m (n° 12 campioni totali) con esecuzione di prove di carico su piastra a -0.5 m, ubicati in corrispondenza del tracciato principale o degli svincoli;

 esecuzione di n° 6 sondaggi geognostici a distruzione di nucleo per l’esecuzione di prospezioni sismiche in foro tipo down-hole, di lunghezza pari a 35 m in modo da consentire il calcolo delle Vs30 a partire dal piano di posa delle fondazioni delle opere: le prospezioni, finalizzate a definire la categoria sismica di sottosuolo lungo il tracciato, sono state distribuite in modo da essere rappresentative di differenti situazioni stratigrafiche.

 prelievo di campioni di terreno e di acqua sotterranea per l’esecuzione di analisi chimiche, finalizzate alla determinazione dello stato di qualità dei terreni e delle acque in corrispondenza del tracciato;

(18)

3.3.2 Geologia

3.3.2.1 Inquadramento tettonico-strutturale dell’area

La Sicilia, ubicata al centro del Mediterraneo, rappresenta un importante segmento dell’orogenesi Appeninico-Maghrebide, che collega l’Appennino al Nord-Africa tramite l’arco Calabro-Peloritano:

essa costituisce, dunque, un’area geologica con unità tettoniche derivanti da differenti domini paleogeografici. La fascia orogenica è compresa tra due bacini caratterizzati da croste oceaniche:

quella ionica, in subduzione, e quella tirrenica in espansione (Lentini F., Carbone S., 2014).

In particolare il dominio di avampaese comprende le aree indeformate della placca nord-africana, rappresentata dal Blocco Pelagiano e dal Bacino Ionico, mentre il dominio orogenico è composto da tre catene, il Sistema a Thrust Esterno, la Catena Appenninico-Maghrebide e la Catena Calabro-Peloritana. Da un punto di vista strutturale, l’area in esame si colloca nel dominio noto come Avanfossa Gela-Catania, che si estende con direzione NE-SO dall’offshore di Catania alla Piana di Gela, fino a collegarsi alla depressione al largo della costa meridionale della Sicilia.

Secondo lo schema di Lentini et al. (1984), tale avanfossa, caratterizzata da elevatissimi valori di subsidenza, risulta ubicata tra il fronte della Falda di Gela a NO e l’Avampaese Ibleo a SE.

3.3.2.2 Litostratigrafia dei terreni in asse al tracciato

Il tracciato si sviluppa sulle successioni sedimentarie d’avampaese del Plateau Ibleo di età pleistocenica e, secondo lo schema di Lentini e Carbone (2014), tali successioni sono definite come (cfr. Figura 1):

 depositi clastici dell’avanfossa Gela-Catania e dell’Avampaese Ibleo (Pleistocene inf.)

 sabbie e argille marine passanti a depositi lagunari e continentali (Pleistocene)

Figura 1 - Carta Geologica della Sicilia - Scala 1:250.000 (Lentini & Carbone, 2014)

(19)

Relazione generale 15

In affioramento, oltre ai depositi superficiali olocenici (alluvionali ed eluvio-colluviali), il tracciato coinvolge solo l’unità più recente (Pleistocene) prevalentemente sabbiosa, mentre l’unità più argillosa e più antica (Pleistocene inf.) è presente solo in profondità, al di sotto dell’unità sabbiosa, e, superficialmente, a NE del tracciato della S.S. 124 “Siracusana”.

Vengono di seguito descritte le caratteristiche geologiche delle unità presenti lungo il tracciato in esame.

3.3.2.2.1 Argille grigio-azzurre marnose [Pleistocene inferiore]

Si tratta di argille marnose grigio-azzurre che sono state rinvenute nelle perforazioni di indagine al di sotto delle sabbie gialle, a partire da circa 20-25 m di profondità dal p.c. del tracciato in progetto e, granulometricamente, il contenuto di materiale fine limoso-argilloso è preponderante man mano che la formazione si approfondisce.

Durante la perforazione dei sondaggi sono stati rinvenuti perlopiù argille limose e limi argillosi, da molto consistenti a dure, da poco a mediamente plastiche (Ip = 10 ÷ 20%), sabbiose, con un contenuto di sabbia variabile mediamente tra 20 e 40 % circa. Secondo la classificazione USCS le argille sono classificabili perlopiù come CL e CL-ML. Il colore è generalmente grigio, ma per alcuni metri, al passaggio con l’unità delle sabbie gialle, diventa gradualmente grigio-nocciola e nocciola.

Talvolta il passaggio alle sabbie, quasi sempre graduale, risulta più netto, sia da un punto di vista granulometrico che del colore, che assume tonalità nocciola-giallastre e giallo ocra.

3.3.2.2.2 Sabbie gialle con livelli calcarenitici [Pleistocene]

Le argille grigio-azzurre passano gradualmente verso l’alto a sabbie argillose e sabbie gialle, da addensate a molto addensate fino a debolmente cementate, con sporadiche intercalazioni di calcareniti (spessore da centimetrico a decimetrico). Questa formazione affiora dalla sommità dei rilievi collinari presenti nell’area in esame fino a profondità variabili tra 10÷15 m e 30÷35 m, con giacitura tendenzialmente sub-orizzontale e stratificazione parallela; si tratta di sabbie gialle a grana fine e media, contenenti ripetute intercalazioni di calcareniti, ricche di modelli di gusci di molluschi (Cardium, Ostrea, Pecten, ecc.) spesso di modeste dimensioni.

Complessivamente, la formazione rappresenta una successione regressiva fino alla completa emersione nel Pleistocene medio, durante la quale si ebbe un lungo periodo di stasi orogenetica in cui si verificarono processi di erosione e spianamento delle coste meridionali della Sicilia.

Sulla base delle indagini geognostiche disponibili, è possibile osservare che la granulometria dei depositi vede la prevalenza della componente sabbiosa, con un contenuto mediamente variabile tra 40 e 80% circa, ma è sempre presente una forte percentuale di limo (mediamente 30÷40 %) e una modesta percentuale di argilla (10÷15 %). Secondo la classificazione USCS le sabbie sono classificabili perlopiù come SM, ML e CL-ML, a seconda del contenuto di materiale fine, che risulta perlopiù non plastico o poco plastico.

3.3.2.2.3 Depositi detritici eluvio-colluviali

Si tratta di terreni che rappresentano il prodotto di alterazione e di trasporto al piede del versante dei materiali appartenenti all’unità delle sabbie gialle, affiorante in corrispondenza di tutti i rilievi collinari presenti nell’area del tracciato.

Sono costituiti da limi sabbiosi argillosi e sabbie limose argillose, del tutto simili ai terreni caratteristici dell’unità delle sabbie gialle, di colore bruno giallastro.

3.3.2.2.4 Depositi detritici alluvionali

Sono terreni che occupano il fondo delle piccole valli presenti nell’area del tracciato e che sono il prodotto del trasporto, da parte delle acque superficiali, dei materiali sabbioso-limosi dell’unità delle sabbie gialle e dei depositi eluvio-colluviali, a formare dei depositi dello spessore di alcuni metri, che si raccordano lateralmente con i depositi eluvio-colluviali.

Si tratta di sabbie limose argillose e limi sabbiosi argillosi, di colore da marrone nocciola a giallo ocra.

(20)

3.3.2.2.5 Depositi antropici

Sono perlopiù costituiti dai materiali che sono stati utilizzati per la realizzazione dei rilevati stradali e ferroviari presenti nell’area del tracciato.

3.3.3 Geomorfologia

La città di Caltagirone, a nord-ovest del tracciato in esame, è disposta ad anfiteatro su tre colline di natura calcareo-argillosa situate alle pendici meridionali dei Monti Erei, nella porzione sud-orientale della Sicilia. Dal punto di vista morfologico il territorio di Caltagirone può suddividersi in tre grandi zone che corrispondono ad altrettanti bacini idrografici, con il centro abitato che costituisce lo spartiacque tra due di questi bacini. Dalla parte settentrionale dell’abitato ha origine il bacino del fiume Caltagirone-Margi, mentre ad ovest ha origine il bacino del Vallone del Signore, il quale confluisce nel fiume Maroglio. A sud-est dell’abitato, infine, in una vasta zona caratterizzata da modesti rilievo collinari, con quote mediamente variabili tra circa 300 m e circa 500 m s.l.m. e con affioramenti tipicamente sabbioso-calcarenitici, si origina una serie di piccole valli che affluiscono nel Vallone Terrana e che formano la parte nord-occidentale del bacino del Fiume Dirillo.

In generale, dall'esame della conformazione geomorfologica del territorio presente a sud-est di Caltagirone, in corrispondenza del tracciato in esame, si rileva un assetto territoriale improntato ad una situazione di generale stabilità morfologica, poco segnata dagli elementi idrografici superficiali e indirizzata verso un assetto stabile, dove le fenomenologie evolutive risultano abbastanza limitate e localizzate.

L’intero tracciato si sviluppa su depositi quaternari, affioranti nel territorio di Caltagirone. I caratteri geomorfologici sono legati alla presenza di terreni sedimentari a diversa competenza nei confronti degli agenti di degradazione meteorica che, nel tempo, hanno determinato una specifica azione di erosione selettiva. La morfologia del territorio, piuttosto varia, dipende infatti dalle caratteristiche litologiche dei litotipi affioranti e dalla loro esposizione agli agenti esogeni. L’erosione consiste nella spiccata modellazione dei terreni più erodibili (formazioni prevalentemente argillose) con conseguente esaltazione delle formazioni più competenti (sabbie e calcareniti).

Dall’analisi della cartografia allegata al Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) – Bacino Idrografico del Fiume Dirillo (078) – I° Aggiornamento Parziale (settembre 2011), è possibile segnalare nell’area la presenza di alcuni limitati dissesti conseguenti ad erosione accelerata, peraltro non interferenti con il tracciato, caratterizzati da un livello di pericolosità medio, ma con rischio nullo.

Per il resto nell’area non sono presenti fenomeni franosi segnalati dalla documentazione del P.A.I.

e, in linea generale, non ci sono elementi geomorfologici tali da far ipotizzare la presenza di condizioni di rischio per l’opera da realizzare.

3.3.4 Idrogeologia

Il tracciato in progetto ricade all’interno del Bacino Idrografico del F. Acate-Dirillo (n° 078 del P.A.I.). Negli studi di base eseguiti per il Piano Territoriale Provinciale di Catania (2013) e per il Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I., 2006 e relativo aggiornamento del 2011), risulta che i terreni affioranti nell’area in studio mostrano una permeabilità primaria per porosità in genere medio- bassa, e comunque variabile da media a molto bassa a seconda della granulometria prevalente dei depositi.

Di seguito vengono distinte e raggruppate le formazioni affioranti nel bacino in base al tipo e al grado di permeabilità che possiedono:

 Terreni permeabili per porosità: sono rappresentati, nell’area in esame, dai depositi alluvionali, dai depositi sabbiosi e sabbioso-calcarenitici del Pleistocene.

 Terreni impermeabili: sono rappresentati dalle litologie nelle quali si verifica una circolazione idrica praticamente trascurabile e che per tali caratteristiche fungono da substrato alle falde acquifere. In questa categoria si identificano tutte le facies costituite da una frazione argillosa

(21)

Relazione generale 17

prevalente, come le argille grigio-azzurre del Pleistocene inferiore.

I terreni sabbiosi sono sede di circolazione idrica, testimoniata dalle misure piezometriche eseguite anche in occasione della recente campagna di indagine, che hanno evidenziato un livello piezometrico quasi continuo lungo tutto lo sviluppo del tracciato in progetto.

Tuttavia, bisogna rilevare che la permeabilità dei depositi sabbiosi è risultata mediamente bassa e comunque molto variabile (oltre due ordini di grandezza dalle prove Lefranc in foro, tra circa 10-7 m/s e circa 10-5 m/s), con valori minimi (circa 10-7 m/s) del tutto paragonabili a quelli dei terreni argilloso-marnosi sottostanti, la cui componente sabbiosa in ogni caso li rende non del tutto impermeabili.

Nell’elaborato T00_GE00_GEO_CI01_B - “Carta Idrogeologica” allegato al progetto, sono stati rappresentati i range di permeabilità delle unità litostratigrafiche riconosciute, riportati anche in Figura 2.

In particolare, il sottosuolo del tracciato in esame, costituito per la porzione più superficiale da depositi alluvionali ed eluvio-colluviali e da sabbie limose argillose (sabbie gialle e calcareniti), è caratterizzato nel complesso da terreni a permeabilità medio-bassa, primaria (per porosità), con valori che variano mediamente tra 10-5 m/s e 10-7 m/s.

Figura 2 - Range di permeabilità delle unità litostratigrafiche

Il livello piezometrico della falda freatica misurato nel corso della recente campagna integrativa (autunno 2017-inverno 2018) è risultato molto variabile nei diversi piezometri installati (cfr.

elaborati T00_GE00_GEO_FG01÷02_B - “Profilo geologico Asse Principale – 2 tavv.” e T00_GE00_GET_FG01÷04_B - “Profilo geotecnico Asse Principale – 4 tavv.”).

In particolare, il livello è risultato compreso tra una profondità compresa tra 5÷6 m e 8÷10 m in corrispondenza dei maggiori impluvi intersecati dal tracciato, ovvero il Fosso Caudarella in corrispondenza dello svincolo Regalsemi in progetto e la vallecola compresa tra l’imbocco nord della galleria S. Caterina e lo svincolo S. Bartolomeo.

In corrispondenza dei maggiori rilievi collinari (alti topografici), dove è prevista la realizzazione della galleria naturale S. Caterina, il livello è risultato compreso tra circa 15-÷20 m e circa 40 m (piezometri SN10, SN11, SN12, SN13, SN14 e SN15), con sede talvolta nei sedimenti sabbioso-

(22)

limosi talvolta in quelli più limoso-argillosi sottostanti, meno permeabili. Si osservi che i piezometri installati lungo il tracciato della galleria naturale (SN11, SN12, SN13, SN14) hanno una lunghezza del tratto microfessurato pari a 15 m, posizionato a cavallo della luce della galleria in progetto, previa cementazione del tratto di foro più profondo.

Proprio nella zona della galleria S. Caterina sono presenti alcuni pozzi privati, la cui ubicazione è stata desunta dalla documentazione del progetto esecutivo 2004 (cfr. Stato di consistenza degli edifici) ed è stata riportata nell’elaborato T00_GE00_GEO_CI01_B - “Carta Idrogeologica”

allegato al progetto. In merito a tali pozzi, circa 20, è stato condotto un opportuno approfondimento con il Genio Civile di Catania, presso il quale risultano presenti pratiche relative a solo 8 pozzi: per 3 di essi tuttavia non è disponibile nessun dato, per 1 pozzo è disponibile solo la profondità, per 1 pozzo solo profondità e livello di falda, per i restanti 3 sono disponibili profondità, stratigrafia e livello di falda. I 5 pozzi con le informazioni di cui sopra risultano tutti ubicati in corrispondenza dei primi 200 m di galleria a partire dall'imbocco sud: in tale contesto i livelli di falda dei pozzi, risultano tutti al di sotto del livello di falda ipotizzato nel profilo geotecnico sulla base delle recenti misure piezometriche (cfr. T00_GE00_GET_FG02_B e T00_GE00_GET_FG03_B “Profilo geotecnico Asse Principale”).

In ogni caso, per completezza, i livelli di falda dei 4 pozzi privati, anche se non sono disponibili gli anni delle misurazioni, sono stati indicati nella revisione della carta idrogeologica. In particolare le profondità del livello di falda sono state trasformate in quote della falda sulla base delle quote di p.c. (assimilate a quota testa pozzo) desunte dal recente rilievo topografico. In sostanza, la ricostruzione del livello piezometrico di progetto è stata eseguita interpolando principalmente le misure relative alla recente campagna di indagini, integrandole, dove necessario, con misure eseguite nelle precedenti campagne. Dove, nella recente campagna di indagini, i piezometri non segnalavano la presenza di acqua di falda (cfr. SN11, SN12, SN13), il livello piezometrico è stato posizionato, cautelativamente, appena al di sotto del tratto filtrante, anche se ricade nell'unità delle argille grigie; si deve osservare infatti che i livelli misurati nei piezometri SN14 e SN15 risultano in ogni caso già all'interno di questa unità.

In ogni caso, al fine di verificare l’escursione della falda, il cui ordine di grandezza è ipotizzabile in pochi metri sulla base del confronto tra misure disponibili eseguite in verticali e in periodi differenti, è opportuno prevedere un monitoraggio continuo dei piezometri recentemente installati.

3.3.5 Sismicità

All’interno delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (DM 14.01.2008), elaborate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, è stato inserito l'allegato A che prevede che l'azione sismica di riferimento per la progettazione (paragrafo 3.2.3) venga definita sulla base dei valori di pericolosità sismica proposti nel sito dell’INGV. Queste stime di pericolosità sismica sono state successivamente elaborate dal Consiglio Superiore per ottenere i parametri che determinano la forma dello spettro di risposta elastica; tali parametri sono proposti nell'allegato B del Decreto Ministeriale. Come noto, l’Ordinanza 3274 della presidenza del Consiglio dei Ministri del 20.03.2003 ha esplicitamente previsto la definizione di una mappa aggiornata di pericolosità sismica del territorio italiano. La redazione di tale mappa è stata affidata all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV); il modello sismo-tettonico di riferimento per la penisola italiana (cfr. Meletti et al., 2000) ha dato origine alla zonazione sismogenetica ZS9 (Gruppo di Lavoro 2004 – Meletti et al., http://zonesismiche.mi.ingv.it/documenti/App2.pdf ), è basata sulla precedente ZS4 (Scandone e Stucchi, 1999, http://emidius.mi.ingv.it/GNDT/ZONE/zone_sismo.html) con modifiche, accorpa-menti ed elisioni delle numerose zone di ZS4 e introduzione di nuove zone, con l’obbiettivo di realizzare un modello più coerente con i nuovi dati e con il quadro sismo-tettonico oggi disponibile. Le diverse zone sono individuate da un numero; le zone indicate con una lettera non sono state utilizzate per la valutazione della pericolosità sismica.

(23)

Relazione generale 19 Figura 3 - Zonazione sismogenetica ZS9. Dal sito zonesismiche.mi.ingv.it (Gruppo di Lavoro, 2004) Come è possibile verificare dalla Figura 3, la zona in esame, corrispondente all’area iblea, risulta all’interno della zona 935, caratterizzata da eventi di magnitudo elevata. La sismicità dell’area in studio è legata sicuramente a quella del settore ibleo e, in subordine, a quella dell’area etnea.

3.3.5.1 Sismicità dell’area iblea

L’avampaese ibleo rappresenta senza dubbio un’unità sismotettonica ben definita.

Cataloghi storici e strumentali (Boschi et al., 2000; Gruppo di Lavoro CPTI, 2004; Ponderelli et al., 2006; Guidoboni et al., 2007) mostrano sismicità significative associabili a sorgenti concentrate principalmente nelle zone vicino a Catania e al Monte Etna, ma soprattutto intorno al margine settentrionale del Plateau Ibleo. Dall’analisi della distribuzione degli epicentri è possibile constatare un addensamento di questi lungo il margine nord-occidentale del plateau, con diversi terremoti a bassa magnitudo: infatti, uno dei massimi eventi registrati in questo settore è quello che vede il suo epicentro nei pressi di Palagonia, nell’ottobre del 1624 (M=5.6). Il Database Macrosismico Italiano DBMI15 (Rovida et al., 2016), utile a fornire un quadro completo dei livelli di sismicità dell’area di interesse, contenendo tutte le informazioni riguardanti le intensità macrosismiche osservate a seguito dei terremoti accaduti fino al 2014, testimonia che la storia sismica del Comune di Caltagirone dal 1500 ad oggi è caratterizzata dalla presenza di sismi le cui massime intensità risentite arrivano a valori di 9.

3.3.5.2 Sismicità dell’area etnea

L’edificio vulcanico etneo si colloca al bordo della “Piattaforma Carbonatica Iblea” che, in corrispondenza dell’Etna stesso, immerge verso Nord, sotto le coltri della catena. È ubicato nel punto di intersezione di diversi sistemi di fratture ad importanza regionale: i più importanti tra tali sistemi hanno orientazione NE-SO e NNO-SSE.

Il Monte Etna si colloca, quindi, in una zona nodale di strutture a carattere regionale, sottoposta a tettonica distensiva; di conseguenza la sismicità è discretamente alta e, a causa della presenza del vulcano Etna, si registrano terremoti con ipocentri a bassa profondità, compresa al massimo entro i primi 10 km della crosta e caratterizzati generalmente da valori non elevati di magnitudo associati

Riferimenti

Documenti correlati

Variante di gestione delle terre rispetto al progetto esecutivo.. Allegato 2.A - T00GE00GEOCG01B - Carta

Variante di gestione delle terre rispetto al progetto esecutivo.. Allegato 2.B - T00GE00GEORE07B - Documentazione analisi chimiche di

Variante di gestione delle terre rispetto al progetto esecutivo.. Allegato 3 – Dichiarazione

II Incontro – DPR 120/2017 WEBINAR Terre e Rocce da Scavo.. Esperienze, applicazioni,

ll piano di utilizzo indica, altresì, anche in riferimento alla caratterizzazione delle terre e rocce da scavo, i seguenti elementi per tutti i siti interessati dalla

con riferirnento alle carafleristiche delle rÌìirtrici aiììhicrtiìli e alla dcstina;:iorre d'uso urhanistica e i rnateriali non coslituiranno t'ontc

VISTA l’integrazione al Piano di Utilizzazione delle terre e rocce da scavo presentata da Veneto Strade Spa in seguito alla richiesta della Provincia di Treviso di cui alla

- l’art. 41-bis, comma 5, prevede che la disciplina semplificata si applichi, oltre che ai piccoli cantieri, anche ai materiali da scavo derivanti da cantieri di dimensioni