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COMUNE DI MAZARA DEL VALLO

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Academic year: 2022

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(1)

RELAZIONE GEOLOGICA

COMUNE DI MAZARA DEL VALLO

LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI TRAPANI

PROGETTO DI UN IMPIANTO PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO E COMPOST DI QUALITÀ DERIVANTE DALLA DIGESTIONE ANAEROBICA DI SOTTOPRODOTTI ORGANICI SITO NEL COMUNE DI MAZARA DEL VALLO (TP)

COMMITTENTE PROGETTISTA GEOLOGO

Approvazioni:

Firmato digitalmente da

GIOVANNI PETTA

CN = GIOVANNI PETTA

C = IT

(2)

INDICE

1.0. PREMESSA Pag. 1

2.0. UBICAZIONE TERRITORIALE E CENNI DI CLIMATOLOGIA Pag. 2

3.0. AMBIENTE GEOMORFOLOGICO Pag. 4

4.0. INQUADRAMENTO GEOLOGICO – STRUTTURALE Pag. 6

4.1. ASSETTO GEOLOGICO-STRUTTURALE Pag. 6

4.2. CARATTERISTICHE LITOLOGICHE Pag. 7

5.0. ASPETTI IDROGRAFICO-IDROGEOLOGICI Pag. 9

6.0. DEFINIZIONE DELL’AZIONE SISMICA DI PROGETTO Pag. 11

7.0. CONCLUSIONI Pag. 14

(3)

1 1.0. – PREMESSA

Per il “Progetto di un impianto per la produzione di biometano e compost di qualità derivante dalla digestione anaerobica di sottoprodotti organici sito nel Comune di Mazara del Vallo (TP)” il sottoscritto è stato incaricato di redigere lo studio geologico di pertinenza.

L’ambiente geologico di pertinenza delle due aree d’intervento suddette è stato determinato mediante:

 ricerca bibliografica, cartografica e studi preliminari;

 rilievi geologici e geomorfologici su base topografica in scala 1:10.000;

 studio geomorfologico comprendente la descrizione dei caratteri morfologici nonché dei fenomeni d’erosione e/o dissesto;

 studio geolitologico con descrizione delle formazioni presenti;

 studio idrogeologico per individuare le caratteristiche del sistema di drenaggio delle acque superficiali e sotterranee;

 sismicità locale.

Appartengono alla presente:

 Fig. 1 – Inquadramento territoriale su area vasta - Lat. 37°30’42.36’’N Long.

12°41’21.38’’E;

 Fig. 2 – Inquadramento territoriale su stralcio I.G.M. Tavoletta 265, quadrante IV, sezione NE scala 1:25.000;

 Fig. 3 – Inquadramento territoriale su mappa catastale: foglio 183, particella 62 scala 1:4.000;

 Fig. 4 – Stralcio “P.A.I.” Carta dei Dissesti su C.T.R. n. 618090 scala 1:10.000;

 Fig. 5 – Fig. 5 – Stralcio “P.A.I.” Carta della Pericolosità e del Rischio Geomorfologico su C.T.R. n. 618090 scala 1:10.000;

 Fig. 6 – Carta geologica e geomorfologica scala 1:10.000;

 Fig. 7 – Carta idrogeologica scala 1:10.000.

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2 2.0. – UBICAZIONE GEOGRAFICA E CENNI DI CLIMATOLOGIA

L’area di progetto ricade nel settore orientale del territorio comunale di Mazara del Vallo (TP) - Sicilia occidentale, (cfr. Fig. 1 – Inquadramento territoriale su area vasta - Lat. 37°30’42.36’’N Long. 12°41’21.38’’E).

Topograficamente è compresa nella Tavoletta I.G.M. “Mazara del Vallo” foglio 265, quadrante IV, orientamento NE., (cfr. Fig. 2 – Inquadramento territoriale su stralcio I.G.M. Tavoletta 265, quadrante IV, sezione NE scala 1:25.000); detta area al Nuovo Catasto Terreni del Comune di Mazara del Vallo – è identificata nel foglio 183, particella n. 62, (cfr. Fig. 3 - Inquadramento territoriale su mappa catastale:

foglio 183, particella 62 scala 1:4.000).

Il sito di progetto è compreso nella porzione meridionale del Bacino Idrografico del Fiume Arena - settore occidentale della Sicilia; per definire il microclima di questa zona sono stati considerati gli elementi climatici temperatura e piovosità registrati presso le stazioni termopluviometriche e pluviometriche situate all’interno dell’area della citata depressione.

Per l’analisi delle condizioni termometriche si è fatto riferimento ai dati registrati dalla stazione di Castelvetrano, che è la stazione termo-pluviometrica ricadente nel Bacino del Fiume Arena.

La limitata distribuzione delle stazioni termometriche non permette di evidenziare le eventuali variazioni presenti all’interno del bacino. Infatti, prendendo in considerazione i dati termometrici rilevati nel periodo di un trentennio e confrontando i valori relativi alle medie mensili ed annuali, il territorio in esame mostra un andamento termico piuttosto regolare, con valori medi sempre inferiori ai 30°C ed un valore medio annuo complessivo del bacino di 18,04°C.

L’andamento delle temperature mensili presenta una sufficiente regolarità nell’arco dell’anno. Le temperature più basse si registrano nel mese di Gennaio, le più alte ad Agosto e inoltre, sono più alte nelle stazioni più vicine alla costa, che sono in definitiva quelle a quota meno elevata. Ciò costituisce una conferma della validità della correlazione tra temperatura ed altimetria.

Dai dati pluviometrici raccolti è stato possibile evidenziare come la precipitazione media annua dell’intero bacino nel periodo di osservazione trentennale è di 574 mm, le variazioni riscontrate rientrano nell’andamento climatico medio della Sicilia

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3 occidentale di tipo temperato-mediterraneo, caratterizzato da un periodo piovoso da Ottobre ad Aprile (80 % circa del totale annuo) e minimi stagionali da Giugno ad Agosto, con il mese di Maggio che segna l’inizio del periodo arido, mentre il mese di Ottobre segna l’inizio della stagione piovosa. Le punte minime, in generale, si registrano nel mese di Luglio, mentre le massime precipitazioni si verificano, con qualche eccezione, nel mese di Dicembre.

Gli elementi climatici esaminati influiscono direttamente sul regime delle acque sotterranee ed essendo le piogge concentrate in pochi mesi, assumono particolare interesse i fenomeni di ruscellamento superficiale, di infiltrazione e di evaporazione.

Quindi, la ricarica degli acquiferi dell’area in esame avviene sostanzialmente nel periodo piovoso Ottobre-Aprile mentre, durante l’estate, caratterizzata da lunghi periodi di siccità ed elevate temperature, si verificano condizioni di deficit di umidità negli strati più superficiali del terreno.

La correlazione, effettuata con regressione lineare, tra le precipitazioni e l’altitudine si rileva abbastanza regolare, rispettando i principali modelli pluvio-altimetrici.

I venti dominanti nell’area sono orientati prevalentemente da WSW.

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Fig. 1 – Inquadramento territoriale su area vasta - Lat. 37°30’42.36’’N Long. 12°41’21.38’’E

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Fig. 2 – Inquadramento territoriale su stralcio I.G.M. Tavoletta 265, quadrante IV, sezione NE

scala 1:25.000

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Fig. 3 – Inquadramento territoriale su mappa catastale: foglio 183, particella 62 scala 1:4.000

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4 3.0. – AMBIENTE GEOMORFOLOGICO

L’area del bacino del Fiume Arena è caratterizzata da un assetto geomorfologico che dipende principalmente dai tipi litologici presenti, dal modello tettonico delle strutture geologiche dell’area e dalla differente azione degli agenti erosivi sulle diverse litologie.

I paesaggi dominanti sono due: uno prevalentemente collinare che caratterizza il bacino nella sua porzione settentrionale (le colline di Vita, Salemi e Santa Ninfa), ove il maggiore rilievo presente è quello di Monte Polizzo (713 m s.l.m.), seguito da Monte San Giuseppe (677 m .s.l.m.), Monte di Pietralunga (519 m. s.l.m.) e M.

Calemici (548 m. s.l.m.) ed i rilievi che costituiscono gli spartiacque orientale e settentrionale del bacino.

A questo paesaggio collinare segue, procedendo verso la costa, quello tipicamente pianeggiante dell’area di Mazara del Vallo comprendente il sito di progetto.

La morfologia pianeggiante dell’area prossima alla costa, è il risultato delle oscillazioni, sollevamenti e abbassamenti, che si sono verificati durante il Pleistocene. La morfologia della piana costiera e la maturità fluviale dei corsi d’acqua hanno determinano il caratteristico andamento meandriforme degli impluvi.

I corsi d’acqua presenti nel bacino hanno un orientamento prevalente N-W e N-E e si presentano relativamente sinuosi.

L’area comprendente il sito d’intervento, per le sue caratteristiche morfologiche e litologico-strutturali, è poco influenzata dal modellamento delle acque superficiali, sia a causa delle litologie, piuttosto resistenti all’azione erosiva delle acque e ancor più in relazione alle pendenze modeste che non consentono alle acque di acquistare l’energia necessaria per erodere e trasportare i materiali affioranti.

Le acque superficiali esercitano un’azione limitata sui versanti e, infatti, sono poco frequenti i fenomeni di erosione e di dissesto anche in corrispondenza dei versanti a prevalente componente argillosa e con pendenze più elevate, presenti nelle aree più settentrionali del territorio in esame.

Anche l’azione della gravità non influisce in maniera particolare sul territorio a causa delle morfologie pianeggianti o poco acclivi.

In particolare, il sito di progetto è compreso a est della piana di Mazara del Vallo e presenta una superficie morfologica distinta da valori di pendenza piuttosto bassi.

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5 In generale, la regolarità morfologica dell’area e l’assenza di fattori morfogenetici attivi, assicurano al comparto di progetto condizioni geostatiche affidabili; inoltre, al momento nell’area esaminata ed in quelle immediatamente circostanti, non sono stati rilevati dissesti in atto e/o potenziali né particolari fenomeni erosivi.

Nella nota dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente relativa all’aggiornamento sul Piano per l’Assetto Idrogeologico del “Bacino idrografico del Fiume Arena (054), l’area di progetto non ricade all’interno di zone dissestate o a rischio frana, (cfr. Fig. 4 – Stralcio “P.A.I.” Carta dei Dissesti su C.T.R. n. 618090 scala 1:10.000; Fig. 5 – Fig. 5 – Stralcio “P.A.I.” Carta della Pericolosità e del Rischio Geomorfologico su C.T.R. n. 618090 scala 1:10.000).

Il sito di progetto, quindi, è ricadente all’interno di un area pressoché pianeggiante e stabile modellata su litotipi prevalentemente argillosi.

Non si rilevano forme, depositi e processi connessi con l’azione di gravità o delle acque superficiali.

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Fig. 4 – Stralcio “P.A.I.” Carta dei Dissesti su C.T.R. n. 618090 scala 1:10.000

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Fig. 5 – Stralcio “P.A.I.” Carta della Pericolosità e del Rischio Geomorfologico su C.T.R. n. 618090 scala 1:10.000

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6 4.0. – INQUADRAMENTO GEOLOGICO – STRUTTURALE

4.1. – ASSETTO GEOLOGICO-STRUTTURALE

Come accennato l’area di progetto è compresa all’interno del bacino del Fiume Arena, di cui l’assetto geologico - strutturale è caratterizzato dalla presenza di più unità tettoniche derivanti dalla deformazione di rocce riferibili alla Piattaforma Trapanese e al Bacino Imerese. I terreni afferenti a tali unità meso-cenozoiche affiorano a nord del bacino del Fiume Arena. Sopra i litotipi cenozoici si trovano i diffusi terreni pleistocenici rappresentati da calcareniti e sabbie delle piane costiere e dai depositi terrazzati dell’entroterra.

Terreni pleistocenici

Nell’area meridionale e lungo la fascia della piana di Mazara del Vallo, affiorano i depositi marini del Pleistocene inf., costituiti prevalentemente da calcareniti, biocalcareniti, sabbie, conglomerati, marne ed argille. Questo pacco di sedimenti poggia, in netta discordanza, sui depositi mesozoico – terziari e pliocenici.

L’area è caratterizzata da una pianura, inclinata debolmente verso la costa, caratterizzata da terrazzi marini, originatisi nel Pleistocene inferiore (Emiliano- Siciliano), e solcata da poche incisioni fluviali a breve tratto, eccettuata quella del Fiume Arena.

Tale fiume s’imposta, probabilmente, lungo uno dei principali andamenti (fratture) strutturali.

Nei terreni plio-pleistocenici sono distinguibili depositi marini e depositi continentali:

• depositi marini, costituiti essenzialmente da sublitoareniti, biocalcareniti, marne siltose, conglomerati fluvio-deltizi, sabbie e silt quarzosi, peliti e silt argillosi dell’Emiliano – Siciliano; argille siltose a foraminiferi planctonici, conglomerati fluvio-deltizi e sabbie quarzose del Pleistocene inf. (Emiliano sup. – Siciliano);

marne siltose biogeniche, sabbie quarzose del Pleistocene medio - sup., eventi trasgressivi glacio – eustatici del Tirreniano.

• depositi continentali, costituiti da conglomerati fluviali e fluvio – deltizi (Emiliano? – Pleistocene sup.); conglomerati, fanglomerati, sabbie e silt argillosi con intercalazioni di ciottoli ed argille e livelli di paleosuoli, sabbie eoliche quarzose e colluvi indifferenziati dell’Emiliano sup. – Pleistocene medio;

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7 travertino del Pleistocene medio – sup.; sabbie quarzose eoliche del Pleistocene sup.; sabbie quarzose eoliche del Wurmiano – Olocene; alluvioni attuali e depositi di spiaggia.

Terreni tardorogeni terziari Sono costituiti essenzialmente da:

• peliti, sabbie e conglomerati della “Formazione Terravecchia” del Tortoniano sup. – Messiniano inf. passanti verso l’alto a biolititi a coralli del Messiniano;

• gessi macrocristallini, gessareniti ed argille gessose del Messiniano sup.;

• argille marnose, marne e calcari marnosi bianchi a foraminiferi planctonici,

“Trubi” del Pliocene inf.;

• argille, argille siltose, marne e marne sabbiose a foraminiferi planctonici del Pliocene medio sup..

Depositi terziari

Presenti nella porzione centrale del bacino, sono rappresentati da:

• Arenarie quarzose, marne ed argille del “ Flysch Numidico ”, affioranti nella zona a monte del Lago Trinità e in tutta la zona centro - settentrionale del bacino.

4.2. – CARATTERISTICHE LITOLOGICHE

Le formazioni geologiche rilevate all'interno dell’area rilevata comprendente il sito di progetto, in ordine stratigrafico, dal basso verso l'alto, sono appresso descritte, (cfr.

Fig. 6 – Carta geologica e geomorfologica scala 1:10.000).

Formazione Terravecchia (Tortoniano sup.- Messicano inf.)

La formazione è caratterizzata, in generale da due litofacies con caratteri litologici differenti: una litofacies pelitica e una sabbioso-arenaceo-conglomeratica.

Nelle aree esaminate affiorano in prevalenza i termini riferibili alla litofacies pelitica.

Tale litofacies è costituita di argille grigio-verdastre e grigie, argille sabbiose bruno- azzurrastre, spesso con cristalli di gesso e con sottili livelli sabbiosi che ne marcano la stratificazione, argille verdi, dure a frattura concoide, argille marnose e marne, talora biancastre, con spalmature limonitiche, noduli di ferro manganesiferi e cristalli

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8 isolati di gesso. Le argille si presentano giuntate e tettonizzate e i giunti di stratificazione sono talora marcati da sottili livelli sabbiosi.

Sintemi Quaternari → Sintema di Barcarello - (Tirreniano basale)

Si tratta di conglomerati ed areniti di spiaggia o marini con abbondanti fossili tra cui Strombus bubonius. Si presentano come calcareniti a stratificazione incrociata e calciruditi bioclastiche, prevalentemente costituiti da grossi ciottoli carbonatici, variamente cementate in matrice arenitica di colore rosso-giallastro con livelli di sabbie e bioconglomerati eterometrici e poligeneci.

Passano lateralmente e verticalmente a depositi colluviali costituiti da alternanze di peliti rossastre talvolta laminate (suoli rimaneggiati) e di brecce calcaree formate da clasti a giacitura caotica o allineati (stone-line) immerse in una ricca terrosa ben cementata contenente gusci di polmonati o vertebrati.

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Fig. 6 – Carta geologica e geomorfologica scala 1:10.000

LEGENDA

Formazione Terravecchia. Prevalenti argille, argille sabbiose alternate a lenti di sabbie ed arena- rie. (Tortoniano sup. Messiniano inf.)

Sintema di Barcarello. Conglomerati e areniti di spiaggia o marini con abbondanti fossili tra cui Strombus bubonius (Tirreniano basale)

Limite stratigrafico Area progetto

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9 5.0. – ASPETTI IDROGRAFICO – IDROGEOLOGICI

Il comparto di progetto si trova poco distante dal Torrente San Giovanni il quale scorre in sinistra idrografica nel Bacino del Fiume Arena (chiamato Fiume Delia in questo tratto centrale della medesima depressione morfologica), che si localizza nella porzione occidentale della Sicilia ed occupa una superficie complessiva di circa 285 km2.

Il bacino del F. Arena s’inserisce tra il bacino del fiume Màzaro e l’area tra il Fiume Arena il F. Modione ad ovest, il bacino del F. Modione ad Est e del Fiume San Bartolomeo a Nord-Ovest; si apre al canale di Sicilia nei pressi dell’abitato di Mazara del Vallo.

Il fiume Arena nasce in prossimità di Monte San Giuseppe, presso il comune di Vita, e si sviluppa per circa 48 km. Lungo il suo percorso riceve le acque di molti affluenti tra i quali: il Canalone Grandotto, il Vallone Torello di Corleo, il Torrente Mendola.

Pochi chilometri dopo la confluenza tra il Fiume Grande e il Canale Grandotto, procedendo verso la foce, ha inizio l’invaso artificiale del Lago Trinità dovuto allo sbarramento del Fiume Grande in corrispondenza della diga realizzata in Contrada Furone – Timpone Galasi.

La rete idrografica del bacino si presenta con andamento “pinnato” nella porzione nord-orientale del bacino, ove si imposta su versanti collinari caratterizzati da vallecole a V, poi evolve con andamento dendritico nelle aree caratterizzate da litologie a comportamento incoerente.

Nell’area centrale del bacino il reticolo assume un andamento sub-dendritico, poiché alle basse pendenze dei versanti si associano litologie a permeabilità differente minano diverso grado di erosione ad opera delle acque dilavanti.

Affluenti principali del F. Arena sono in destra orografica il Torrente Mendola il Torrente Giardinazzo ed il Torrente Gazzera, in sinistra orografica il Torrente San Giovanni , il Torrente Grandotto e il Torrente Torello di Corleo.

Il corso d’acqua è denominato F. Grande nel suo tratto di monte, F. Delia nel tratto centrale e F. Arena nel tratto finale.

L’asta principale, lunga circa 48 km, si presenta a meandri incassati, con due distinti gradi di maturità evolutiva: uno stadio più maturo nella parte terminale, dopo lo sbarramento, e uno stadio meno maturo a monte del Lago della Trinità dove il fondo vallivo non è minimamente calibrato.

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10 L’idrogeologia dell’area sottesa dal bacino idrografico del Fiume Arena è caratterizzata da una circolazione idrica sotterranea presente prevalentemente nelle litologie arenacee a nord del bacino e nelle calcareniti della Piana di Mazara del Vallo.

Le linee di deflusso principali delle acque sotterranee hanno un orientamento che va dall’entroterra verso la costa, infatti parte delle precipitazioni vengono drenate dalle formazioni arenacee di monte verso le calcareniti e sabbie costiere della piana di Mazara del Vallo. Purtroppo, un incontrollato utilizzo della falda freatica presente nelle calcareniti costiere ha portato ad un notevole depauperamento delle riserve idriche.

I litotipi affioranti nell’area di progetto sono caratterizzati da un diverso grado di permeabilità.

Sono litologie mediamente permeabili le calcareniti e i conglomerati (depositi del Sintema di Barcarello), i quali sono essenzialmente caratterizzati da permeabilità primaria medio-alta e da una modesta permeabilità per fessurazione; quest’ultima tipologia di permeabilità si presenta quando il terreno ha consistenza litoide ed è stato sottoposto a stress tettonici.

Nei terreni mediamente permeabili, la circolazione idrica è affidata essenzialmente alla porosità degli strati e, in misura minore, all’eventuale rete di fessurazione.

I terreni sopraccitati costituiscono acquiferi di potenzialità notevoli.

È impermeabile la litofacies prevalentemente argillosa della Formazione Terravecchia.

Sono terreni interessati da una circolazione molto debole e a carattere stagionale, individuata a luoghi nella esigua fascia epidermica, costituita da materiali eluviali e colluviali.

La generale impermeabilità dei terreni che la costituiscono, produce l’effetto tamponante esercitato sugli altri complessi. Il contatto con questi ultimi è da considerare un limite di permeabilità chiuso, (cfr. Fig. 7 – Carta idrogeologica scala 1:10.000).

La circolazione idrica sotterranea risulta piuttosto diffusa, laddove l’assetto geologico stratigrafico è caratterizzato da una prevalenza di terreni litoidi superficiali con spessori anche considerevoli poggianti su un substrato prevalentemente argilloso praticamente impermeabile, che consente l’accumulo di falde di una certa consistenza.

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Fig. 7 – Carta idrogeologica scala 1:10.000

LEGENDA

Terreni impermeabili

Terreni mediamente permeabili

Limite di permeabilità

Area progetto Reticolo idrografico

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11 6.0. – DEFINIZIONE DELL’AZIONE SISMICA DI PROGETTO

Con l’entrata in vigore del Decreto 15 gennaio 2004 (“Individuazione, formazione e aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche e adempimenti connessi al recepimento ed all’attuazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274”), che rende esecutiva la nuova classificazione sismica dei comuni della Regione Siciliana deliberata dalla Giunta Regionale in data 19 dicembre 2003, il Comune di Mazara del Vallo (TP) viene classificato in zona 2.

Classificazione sismica vigente nei comuni della Regione Sicilia e ubicazione del territorio comunale di Mazara del Vallo (TP)

Le azioni sismiche di progetto si definiscono a partire dalla pericolosità sismica di base del sito di costruzione e sono funzione delle caratteristiche morfologiche e stratigrafiche che determinano la risposta sismica locale.

Il moto generato da un terremoto in un sito dipende dalle particolari condizioni locali, cioè dalle caratteristiche topografiche e stratigrafiche del sottosuolo e dalle proprietà fisiche e meccaniche dei terreni e degli ammassi rocciosi di cui è costituito. Alla scala della singola opera o del singolo sistema geotecnico, l’analisi

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12 della risposta sismica locale consente di definire le modifiche che il segnale sismico di ingresso subisce, a causa dei suddetti fattori locali.

Le analisi di risposta sismica locale richiedono un’adeguata conoscenza delle proprietà geotecniche dei terreni, da determinare mediante specifiche indagini e prove. Nelle analisi di risposta sismica locale, l’azione sismica di ingresso è descritta in termini di storia temporale dell’accelerazione su di un sito di riferimento rigido ed affiorante con superficie topografica orizzontale.

Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, l’effetto della risposta sismica locale si valuta mediante specifiche analisi, da eseguire con le modalità indicate nel paragrafo 7.11.3 delle NTC 2018.

In alternativa, quando le condizioni stratigrafiche e le proprietà dei terreni sono riconducibili alle categorie definite nella tabella 3.2.II, si può fare riferimento a un approccio semplificato che si basa sulla classificazione del sottosuolo in funzione dei valori della velocità di propagazione delle onde di taglio Vs.

I valori di Vs sono ottenuti mediante specifiche prove ovvero, con giustificata motivazione e limitatamente all’approccio semplificato, sono valutati tramite relazioni empiriche di comprovata affidabilità con i risultati di altre prove in sito, quali ad esempio le prove penetrometriche dinamiche per i terreni a grana grossa e le prove penetrometriche statiche.

La classificazione del sottosuolo si effettua in base alle condizioni stratigrafiche e ai valori della velocità equivalente di propagazione delle onde di taglio Vs,eq (m/s), definita dall’espressione:

con:

hi = spessore dell’i-esimo strato;

Vs,i = velocità delle onde di taglio nell’i-esimo strato;

N = numero di strati;

H = profondità del substrato, definito come quella formazione costituita da roccia o terreno molto rigido, caratterizzato da Vs non inferiore a 800 m/s.

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13 Per le fondazioni superficiali la profondità del substrato è riferita al piano di imposta delle stesse, mentre per le fondazioni su pali è riferita alla testa dei pali. Nel caso di opere di sostegno di terreni naturali la profondità è riferita alla testa dell’opera; per muri di sostegno di terrapieni la profondità è riferita al piano di imposta della fondazione.

Per depositi con profondità H del substrato superiore a 30 m, la velocità equivalente delle onde di taglio Vs,eq è definita dal parametro Vs,30 ottenuto ponendo H = 30 e considerando le proprietà degli strati di terreno fino a tale profondità.

Le categorie di sottosuolo che permettono l’utilizzo dell’approccio semplificato sono definite nella sottostante tabella:

Categoria Descrizione

A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto più rigidi caratterizzati da valori di velocità delle onde di taglio superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie terreni di caratteristiche meccaniche più scadenti con spessore massimo pari a 3 m.

B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fine molto consistenti, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 360 m/s e 800 m/s.

C Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fine mediamente consistenti con profondità del substrato del substrato superiori a 30 m, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 180 m/s e 360 m/s.

D Depositi di terreno a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con profondità del substrato superiori a 30 m, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalenti compresi tra 100 m/s e 180 m/s.

E Terreni con caratteristiche e valori di velocità equivalenti riconducibili a quelle definite per le categorie C o D, con profondità del substrato non superiore a 30 m.

Al fine di determinare la categoria di suolo e quindi la sismicità locale, in relazione alle disposizioni dell’O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003 (G.U. n. 252 del 29/10/2003), del Testo Unico del 14/09/2005 e del D.M. 17/01/2018, in fase esecutiva si devono fare idonee ed adeguate indagini geofisiche.

La categoria topografica dei siti è T1 “Pendii con inclinazione media i ≤ 15°”; cui corrisponde un fattore di amplificazione topografica di 1.

Dal rilevamento geologico eseguito e dai dati bibliografici esistenti, si evince che nelle immediate vicinanze dell’area, non sono presenti strutture tettoniche dislocative di particolare interesse che possono aumentare il rischio sismico locale.

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14 7.0. – CONCLUSIONI

Nella presente relazione è stato descritto l’ambiente geologico d’insieme comprendente il sito di progetto.

Il progetto dell’impianto è previsto all’interno di un’area pressoché pianeggiante e stabile modellata su litologie prevalentemente argilloso sabbiose della Formazione Terravecchia.

Non si rilevano forme, depositi e processi connessi con l’azione di gravità o delle acque superficiali; altresì, non sono presenti elementi morfologici d’interesse scientifico.

Nella nota dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente relativa all’aggiornamento sul Piano per l’Assetto Idrogeologico del “Bacino idrografico del Fiume Arena (054) l’area scelta per l’impianto non ricade all’interno di zone dissestate o a rischio frana.

Nel comparto di progetto, tenuto conto dell’impermeabilità di litotipi prevalentemente argillosi ivi affioranti, si ritiene improbabile la presenza di falda idrica.

Nelle successive fasi di progettazione, al fine di determinare l’assetto litotecnico e idrogeologico locale nonché le specifiche geosismiche, si dovranno eseguire adeguate e commisurate indagini geognostico-geotecniche e geofisiche.

Blufi, lì 08/05/2020

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