CITTA’ DI MAZARA DEL VALLO
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Provincia di Trapani
Deliberazione consiliare n. 159 del 2/12/1998
REGOLAMENTO
SUI LAVORI DEL CONSIGLIO COMUNALE
Modificato con atto consiliare n. 7 del 25/01/2001
Modificato con atto consiliare n. 56 del 07/05/2003
Modificato con atto consiliare n. 65 del 07/05/2003
Modificato con atto consiliare n. 93 del 18/11/2008
Modificato con atto consiliare n. 94 del 18/11/2008
Modificato con atto consiliare n. 95 del 18/11/2008
Modificato con atto consiliare n. 96 del 18/11/2008
Modificato con atto consiliare n. 74 del 22/10/2014
Modificato con atto consiliare n. 74 del 22/07/2016
Modificato con atto consiliare n.125 del 19/11/2019 (In neretto le parti aggiunte e/o modificate)
PARTE I
ORGANIZZAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE CAPO I
DISPOSIZIONI GENERALI
ART.1
REGOLAMENTO – FINALITÀ
1. Il funzionamento del Consiglio Comunale è disciplinato dalla normativa regionale in materia di EE.LL., dallo Statuto e dal presente regolamento che attua quanto dispone l’art.5 dell’ordinamento delle autonomie locali, come recepito dall’art.1, comma 1, lett. a), della L.R. n.48/91 e successive modifiche e integrazioni.
2. Quando nel corso delle adunanze si presentino situazioni che non sono disciplinate dalla legge, dallo statuto e dal presente regolamento, la decisione è adottata dal Presidente, ispirandosi ai principi generali dei predetti ordinamenti, udito il parere del Segretario comunale.
ART.2
INTERPRETAZIONE DEL REGOLAMENTO
1. Le eccezioni sollevate da Consiglieri comunali, al di fuori delle adunanze, relative all’interpretazione di norme del presente regolamento, devono essere presentate, in iscritto, al Presidente del Consiglio.
2. Il Presidente del Consiglio incarica immediatamente il Segretario comunale di istruire la pratica con il suo parere e sottopone la stessa, nel più breve tempo, alla Conferenza dei Capi gruppo alla quale possono essere invitati, a discrezione del Presidente, i consiglieri che non aderiscono ad alcun gruppo.
3. Qualora nella Conferenza dei Capi gruppo l’interpretazione prevalente non ottenga il consenso dei tre quinti dei Consiglieri dai Capi gruppo rappresentati, la soluzione è rimessa al Consiglio il quale decide, in via definitiva, con il voto favorevole della maggioranza dei Consiglieri dei presenti.
4. Le eccezioni sollevate da Consiglieri comunali durante l’adunanza, relative all’interpretazione di norme del presente regolamento da applicare per la trattazione di argomenti iscritti nell’ordine del giorno, sono sottoposte in iscritto al Presidente. Egli sospende brevemente la seduta e riunisce i Capi gruppo presenti in
aula ed il Segretario comunale, per esaminare e risolvere le eccezioni sollevate. Quando la soluzione non risulti immediatamente possibile, il Presidente, ripresi i lavori del Consiglio, rinvia l’argomento oggetto
dell’eccezione a successiva adunanza. Nei giorni seguenti attiva la procedura di cui al secondo comma.
5. L’interpretazione della norma ha validità permanente ed in merito alla stessa non sono ammesse ad esame ulteriori eccezioni.
ART.3
DURATA IN CARICA DEL CONSIGLIO
1. Il Consiglio Comunale inizia la sua attività con la convalida dei Consiglieri eletti e dura in carica sino
all’elezione del nuovo Consiglio, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti ed improrogabili. Gli atti devono contenere l’indicazione dei motivi
d’urgenza che ne hanno resa necessaria l’adozione.
ART.4
LA SEDE DELLE ADUNANZE
1. Le adunanze del Consiglio si tengono, di regola, presso la sala comunale all'uopo destinata.
2. La parte principale della sala, arredata con dignità ed adeguatamente attrezzata, è destinata ai componenti del Consiglio Comunale, alla segreteria, al Sindaco ed ai componenti della Giunta. Uno spazio apposito è riservato al pubblico, assicurando allo stesso la possibilità di seguire, nel miglior modo, i
lavori del Consiglio. Uno spazio è assegnato ai rappresentanti degli organi d’informazione, arredato e collocato in posizione idonea a consentire il miglior esercizio della loro attività. La stampa ed il pubblico hanno distinto accesso. Apposito spazio è riservato ai dirigenti.
3. Su proposta del Presidente del Consiglio, la Conferenza dei Capi gruppo può stabilire, a maggioranza dei Consiglieri rappresentati, che l’adunanza del Consiglio si tenga eccezionalmente in luogo diverso dalla sede comunale, quando ciò sia reso necessario dall’inagibilità od indisponibilità della sede stessa o sia motivato da ragioni di carattere sociale che fanno ritenere opportuna la presenza dei Consiglio sui luoghi ove si verificano situazioni particolari, esigenze ed avvenimenti che richiedono l’impegno e la solidarietà generale della Comunità. In tali casi deve essere data adeguata pubblicizzazione alla cittadinanza con manifesti e notiziari diffusi da mass media locali.
4. La sede ove si tiene l’adunanza del Consiglio Comunale deve essere sempre indicata nell’avviso di convocazione.
5. Il giorno nel quale si tiene l’adunanza viene esposta, all’esterno della sede municipale, oltre alla bandiera dello Stato quella della Comunità Europea e quella comunale.
CAPO II IL PRESIDENTE
ART.5
PRESIDENZA DELLE ADUNANZE
1. Nella prima adunanza successiva alle elezioni, il Consiglio Comunale, espletate le operazioni di giuramento, convalida e surroga, elegge nel suo seno il Presidente del Consiglio. Se l'elezione del Presidente del Consiglio non avverrà nella prima adunanza, la stessa potrà avvenire nell'adunanza successiva.
2. Per la elezione del Presidente del Consiglio è richiesta, per la prima votazione, la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. Se con la prima votazione nessun Consigliere ottiene la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio, si effettua una seconda votazione. Risulterà Eletto il candidato che abbia riportato il maggior numero dei voti. Il Presidente eletto assume la presidenza del Consiglio.
3. Eletto il Presidente, il Consiglio procede alla elezione del vice presidente. Risulta eletto il candidato che abbia riportato il voto favorevole della maggioranza dei presenti.
4. Le votazioni per la elezione del Presidente e del vicepresidente avvengono mediante scrutinio segreto.
5. In caso di assenza o impedimento del Presidente, la presidenza è assunta dal vicepresidente e, ove anche questi sia assente od impedito, dal Consigliere più anziano per preferenze individuali.
6. Le adunanze previste dal successivo art.6 sono presiedute dal Consigliere più anziano per preferenze individuali.
ART.6
PRIMA ADUNANZA DEL CONSIGLIO COMUNALE
1. La prima adunanza del Consiglio Comunale, indetta secondo la legge e lo statuto per il giuramento e per la convalida degli eletti, è presieduta dal Consigliere più anziano per preferenze individuali.
ART.7
COMPITI E POTERI DEL PRESIDENTE
1. Il Presidente rappresenta l’intero Consiglio Comunale, ne tutela la dignità del ruolo ed assicura l’esercizio delle funzioni allo stesso attribuite dalla legge e dallo Statuto.
2. Convoca il Consiglio Comunale, presiede le adunanze, fissa la data per le riunioni ordinarie e straordinarie del Consiglio, provvede al proficuo funzionamento dell’assemblea consiliare, dirige la discussione degli argomenti e dispone che i lavori si svolgano osservando il presente regolamento. Concede la facoltà di parlare e stabilisce il termine della discussione. Pone e precisa i termini delle proposte per le quali si discute e si vota, determina l’ordine delle votazioni, ne controlla e proclama il risultato.
3. Il Presidente esercita i poteri necessari per mantenere l’ordine e per assicurare l’osservanza della legge, dello statuto e del regolamento.
4. Nell’esercizio delle sue funzioni, il Presidente si ispira a criteri di imparzialità, intervenendo a difesa delle prerogative del Consiglio e dei singoli Consiglieri.
5. Il Presidente del Consiglio comunale, per assicurare il buon andamento dei lavori, programma periodicamente il calendario dell’attività consiliare, sentita la Conferenza dei Capi gruppo e attiva le Commissioni consiliari permanenti.
6. Il Presidente promuove i rapporti del Consiglio Comunale con la Giunta, il Collegio dei Revisori dei Conti, le istituzioni ed aziende speciali e gli altri organismi ai quali il Comune partecipa. Non è comunque un organo di rappresentanza esterna, ma di direzione interna.
CAPO III I GRUPPI CONSILIARI
ART.8 COSTITUZIONE
1. I Consiglieri eletti nella medesima lista formano, di regola, un gruppo consiliare.
2. Ciascun gruppo è costituito da almeno tre Consiglieri. I Consiglieri unici eletti nelle varie liste elettorali o che non dichiarino di appartenere ad alcun gruppo costituito, possono costituire gruppo misto.
3. I singoli gruppi devono comunicare, per iscritto al Presidente del Consiglio, il nome del Capo gruppo e del
Vice Capo gruppo entro il giorno precedente alla prima riunione del Consiglio neo-eletto. Con la stessa procedura dovranno essere segnalate al Presidente del Consiglio le variazioni della persona del Capo gruppo
e del Vice Capo gruppo. In mancanza di tali comunicazioni viene considerato Capo gruppo il consigliere "più anziano" secondo le preferenze individuali; con lo stesso criterio viene individuato il Vice Capo gruppo.
4. Se il gruppo eletto in sede di tornata elettorale è rappresentato da tre consiglieri esso può essere ritenuto gruppo a tutti gli effetti anche se un consigliere si dimette dal gruppo.
5. Il Consigliere che intende appartenere ad un gruppo diverso da quello in cui è stato eletto deve darne comunicazione al Presidente del Consiglio, allegando la dichiarazione di accettazione del Capo del nuovo
gruppo.
6. Il Consigliere che si distacca dal gruppo in cui è stato eletto e non aderisce ad altri gruppi non acquisisce le prerogative spettanti ad un gruppo consiliare.
ART.9
CONFERENZA DEI CAPI GRUPPO
1. La Conferenza dei Capi gruppo è organismo consultivo del Presidente delle adunanze consiliari, concorrendo a definire la programmazione ed a stabilire quant’altro risulti utile per il proficuo andamento dell’attività del Consiglio.
2. Il Presidente del Consiglio può sottoporre al parere della Conferenza dei Capi gruppo, prima di deciderne l’iscrizione all’ordine del giorno del Consiglio, argomenti di particolare interesse o delicatezza.
3. La Conferenza dei Capi gruppo esercita le altre funzioni ad essa attribuite dal presente Regolamento e dal
Consiglio Comunale, con appositi incarichi. Le proposte e i pareri della Conferenza sono illustrati al Consiglio dal suo Presidente.
4. La Conferenza dei Capi gruppo è convocata e presieduta dal Presidente o dal vicepresidente del Consiglio.
Alla riunione assistono i funzionari comunali richiesti dal Presidente del Consiglio. Per le adunanze si osservano le norme di cui al successivo art.12.
5. La Conferenza è inoltre convocata dal Presidente del Consiglio quando ne sia fatta richiesta scritta e motivata da almeno due Capi gruppo.
6. La riunione della Conferenza dei Capi gruppo è valida quando dai partecipanti è rappresentata la metà più uno dei Consiglieri in carica.
7. I Capi gruppo hanno facoltà di delegare un Consigliere del proprio gruppo a partecipare alla conferenza, quando essi siano impossibilitati ad intervenire personalmente.
8. Secondo le indicazioni espresse dalla Conferenza dei Capi gruppo, la Giunta Comunale assicura ai gruppi quanto necessario per l’esercizio delle funzioni da parte dei Consiglieri che degli stessi fanno parte.
9. Delle riunioni della Conferenza dei Capi gruppo viene redatto verbale, nella forma di resoconto sommario, a cura del responsabile dell’Ufficio di Presidenza o suo delegato assegnato all’ufficio di Presidenza.
CAPO IV
COMMISSIONI CONSILIARI PERMANENTI
ART.10
COSTITUZIONE E COMPOSIZIONE
1. Il Consiglio Comunale, per tutta la sua durata in carica, costituisce al suo interno Commissioni permanenti di studio e di consultazione, la cui composizione numerica è fissata in 7 componenti.
2. Le Commissioni permanenti sono costituite da Consiglieri comunali che rappresentano, con criterio proporzionale, complessivamente tutti i gruppi e sono nominati dal Consiglio Comunale su designazione dei
gruppi consiliari, in misura complessivamente proporzionale alle proprie rappresentanze consiliari.
3. In caso di dimissioni, decadenza od altro motivo che renda necessaria la sostituzione di un Consigliere, il gruppo consiliare di appartenenza designa, tramite il suo Capo gruppo, un altro rappresentante ed il Consiglio Comunale procede alla sostituzione.
4. In caso di impedimento temporaneo, ciascun membro ha facoltà di farsi sostituire nelle singole sedute da un altro Consigliere del suo gruppo, con il consenso del Capo gruppo o, in sua assenza, del Vice Capo gruppo, che provvede ad informarne il Presidente della Commissione.
5. Le Commissioni permanenti di cui al comma 1° sono le seguenti:
I - Commissione Affari Amministrativi, patrimonio e bilancio;
II - Commissione industria, commercio, pesca, artigianato, agricoltura, lavoro e cooperazione e sviluppo economico;
III - Commissione lavori pubblici, urbanistica;
IV - Commissione igiene, sanità ed assistenza sociale, tutela dell’ambiente;
V - Commissione pubblica istruzione, beni culturali, turismo e sport, politiche giovanili.
ART.11
PRESIDENZA E CONVOCAZIONE DELLE COMMISSIONI
1. Il Presidente di ciascuna Commissione permanente è eletto dalla stessa nel proprio seno, con votazione segreta, a maggioranza dei voti dei componenti. Il Sindaco e gli Assessori comunali non possono presiedere le Commissioni permanenti.
2. L’elezione del Presidente avviene nella prima riunione della Commissione che viene tenuta, convocata dal
Presidente del Consiglio, entro quindici giorni da quello in cui è divenuta esecutiva la deliberazione di nomina.
3. La Commissione, con votazione separata e con le modalità previste nei commi precedenti, nella sua prima adunanza procede anche all’elezione del vice Presidente.
4. Il Presidente della Commissione comunica al Presidente del Consiglio la propria nomina e quella del vice Presidente entro cinque giorni dall’adozione dei relativi provvedimenti. Il Presidente del Consiglio rende note le nomine e le designazioni predette al Consiglio Comunale, al Sindaco, alla Giunta, al Collegio dei Revisori dei Conti, ed agli organismi di partecipazione popolare.
5. Il Presidente convoca e presiede la Commissione, fissando la data delle adunanze e gli argomenti da trattare in ciascuna di esse. Ogni componente della Commissione può proporre l’iscrizione all’ordine del giorno di argomenti che rientrano nella competenza della Commissione. Il Presidente decide sulla richiesta e, in caso di
motivato diniego, il Consigliere proponente può chiedere che la decisione definitiva sia adottata dalla Commissione.
6. La convocazione è effettuata dal Presidente anche a seguito di richiesta scritta, con l’indicazione degli argomenti da trattare, allo stesso indirizzata da membri della Commissione, che rappresentano almeno un ter-
zo dei Consiglieri componenti le Commissioni stesse. La riunione è tenuta entro dieci giorni da quello successivo alla presentazione della richiesta al protocollo generale del Comune.
7. Le convocazioni di cui ai precedenti commi sono disposte con avviso scritto, anche su supporti informatici, contenente l’indicazione del giorno, ora, luogo ove si tiene la riunione e dell’ordine del giorno da trattare, da recapitarsi ai componenti della Commissione, nel loro domicilio, anche informatico, almeno due giorni liberi prima di quello in cui si tiene l’adunanza. Nei casi di convocazione disposta con carattere d’urgenza, l’avviso verrà recapitato almeno 24 ore prima. Della convocazione è data comunicazione, entro lo stesso termine, al Sindaco ed agli Assessori delegati alle materie da trattare nella riunione, della quale viene inviato l’ordine del giorno. L’avviso di convocazione è trasmesso per conoscenza anche ai capigruppo consiliari.
8. La Commissione può autoconvocarsi all’unanimità dei presenti, senza avviso scritto contenente l’indicazione del giorno, ora e luogo ove si tiene la seduta per la successiva convocazione fissando gli argomenti da trattare. In caso di membri assenti il Presidente procede alla convocazione anche per via telefonica. In caso di auto convocazione vengono meno gli oneri di comunicazione al Sindaco , agli Assessori delegati ed ai Capi gruppo.
ART.12
FUNZIONAMENTO DELLE COMMISSIONI
1. La riunione della Commissione è valida quando è presente la maggioranza dei componenti.
2. Le sedute delle Commissioni sono pubbliche. Ai lavori possono assistere i cittadini ed i rappresentanti degli organi di informazione. Il Presidente convoca la Commissione in seduta segreta esclusivamente per la trattazione di argomenti che comportano apprezzamento del comportamento e della moralità di persone o quando la pubblicità dell’adunanza possa arrecare grave nocumento agli interessi del Comune.
3. E’ consentito a tutti i consiglieri comunali di assistere ai lavori della Commissione, senza facoltà di interventi. Il Presidente, sentito il parere della Commissione, può invitare a partecipare alle sedute di Commissione – con facoltà di relazionare e di intervento alla discussione senza diritto al voto – il Sindaco, i
componenti della Giunta i funzionari, i consiglieri e tutti i presenti.
4. Qualora un argomento debba essere sottoposto, per competenza, all’esame di più Commissioni, le stesse si riuniranno in seduta congiunta, rimanendo distinti i pareri espressi da ogni Commissione. Nel caso in questione, la seduta verrà presieduta dal Presidente più anziano di età, al quale non viene attribuito alcun potere relativo allo scioglimento ed aggiornamento della stessa, senza aver prima sentito il parere dell’altro Presidente e dei componenti delle due commissioni.
5. Al fine di garantirne il funzionamento e la celerità di istruttoria delle deliberazioni consiliari, il consigliere comunale componente decade automaticamente dalla commissione consiliare di cui fa parte in caso di tre assenze consecutive senza giustificato motivo.
ART.13
FUNZIONI DELLE COMMISSIONI
1. Le Commissioni permanenti costituiscono articolazioni del Consiglio comunale ed esercitano le loro funzioni
mediante la valutazione preliminare degli atti di competenza del Consiglio Comunale. Possono essere incaricate dal Consiglio di effettuare indagini conoscitive relative al funzionamento dei servizi, all’attuazione
dei programmi, progetti ed interventi, alla gestione di aziende, istituzioni ed altri organismi dipendenti dal Comune. Contestualmente all'incarico il Consiglio Comunale delibera in merito ai poteri della stessa.
2. Le Commissioni esprimono pareri obbligatori e non vincolanti su tutte le delibere di competenza del Consiglio con votazione favorevole o contraria.
3. Si prescinde, comunque, dal parere ove lo stesso non sia reso entro 10 giorni dalla ricezione della richiesta da parte del Presidente della Commissione, o nei casi di urgenza da dichiararsi espressamente, entro cinque giorni dalla stessa ricezione.
4. Le Commissioni hanno potestà d’iniziativa per la presentazione di proposte di deliberazioni e mozioni,
nell’ambito delle materie di loro competenza. Le relative proposte vengono rimesse al Presidente del Consiglio, il quale trasmette quelle relative a deliberazioni alla Giunta per conoscenza ed al Segretario comunale per l’istruttoria prevista dall’art. 53, della legge 8 giugno 1990, n.142, come recepito con l’art.1,
comma 1, lett. i), della L.R. n.48/91 e successive modifiche ed integrazioni. Quando l’istruttoria si conclude
con i pareri favorevoli previsti dal citato art.53, la proposta viene iscritta all’ordine del giorno della prima adunanza ordinaria del Consiglio. Se i pareri sono - tutti o in parte - contrari, la proposta è restituita dal Presidente del Consiglio alla Commissione che può riproporla soltanto dopo l’adeguamento dei contenuti alle
osservazioni effettuate dagli organi tecnico – amministrativi.
ART.14
SEGRETERIA DELLE COMMISSIONI
VERBALE DELLE SEDUTE – PUBBLICITÀ DEI LAVORI
1. Le funzioni di Segretario della Commissione sono svolte dal dipendente comunale designato dal Dirigente del Settore al ramo. In caso di assenza o impedimento, le funzioni di segretario sono svolte dal consigliere più giovane di età.
2. Spetta al Segretario organizzare il tempestivo recapito degli avvisi di convocazione, curare la predisposizione degli atti da sottoporre alla Commissione ed il loro deposito preventivo. Il Segretario provvede ad ogni altro adempimento necessario e conseguente al funzionamento della Commissione. Redige il verbale sommario delle adunanze che viene dallo stesso sottoscritto unitamente al Presidente della Commissione e depositato con gli atti dell’adunanza. I verbali sono approvati nell’adunanza successiva a quella cui si riferiscono, con gli emendamenti eventualmente richiesti dai membri interessati.
3. Copie dei verbali delle adunanze delle Commissioni sono trasmesse al Sindaco, al Presidente del Consiglio, ai Capi gruppo ed al Segretario comunale e vengono depositate, anche per estratto, nei fascicoli degli atti deliberativi ai quali si riferiscono, perché possano essere consultati dai Consiglieri comunali. Tale deposito ha
carattere obbligatorio. Il Sindaco informa la Giunta dei contenuti del verbale ed il Segretario comunale segnala ai responsabili dei servizi interessati indirizzi, osservazioni, rilievi relativi a quanto di loro competenza. I verbali della Commissione che tratta le materie finanziarie, i bilanci, il controllo di gestione,
gli investimenti, sono trasmessi anche al Presidente del Collegio dei Revisori dei conti.
4. I verbali devono essere pubblicati entro i 30 giorni successivi la seduta di commissione.
CAPO V
COMMISSIONI SPECIALI
ART.15
COMMISSIONI D’INCHIESTA
1. Su proposta del Presidente del Consiglio, su istanza sottoscritta da almeno due quinti dei Consiglieri in carica od a seguito di segnalazione di gravi irregolarità effettuata dal Collegio dei Revisori dei Conti, il Consiglio
comunale, nell’esercizio delle sue funzioni di controllo politico - amministrativo, può costituire, nel suo interno, Commissioni speciali incaricate di effettuare accertamenti su fatti, atti, provvedimenti e comportamenti tenuti dai componenti degli organi elettivi, dai responsabili degli uffici e servizi, dai rappresentanti del Comune in altri organismi.
2. La deliberazione che costituisce la Commissione definisce l’oggetto e l’ambito dell’inchiesta ed il termine per concluderla e riferire al Consiglio comunale. Della Commissione fanno parte rappresentanti di tutti i gruppi. Nel provvedimento di nomina, adottato con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati al Comune, viene designato il coordinatore. Il coordinamento viene assunto da un consigliere del gruppo di minoranza. Al fine di garantire la rappresentatività di tutti i gruppi consiliari si stabilisce che: se un rappresentante di un gruppo consiliare facente parte della commissione di inchiesta si dimette dal gruppo, verrà sostituito in seno alla commissione da un altro rappresentante del gruppo stesso; se un componente della commissione di inchiesta si dimette, verrà sostituito da un altro rappresentante del gruppo di appartenenza; se si viene a costituire un nuovo gruppo senza rappresentanti in seno alla Commissione, la stessa viene ampliata dalla presenza di un rappresentante del nuovo gruppo.
3. La Commissione ha tutti i poteri necessari per l’espletamento dell’incarico. Su richiesta del coordinatore il Segretario comunale mette a disposizione della Commissione tutti gli atti, anche di natura riservata, afferenti all’oggetto dell’inchiesta od allo stesso connessi.
4. Al fine di acquisire tutti gli elementi di conoscenza necessari per l’espletamento dell’incarico ricevuto, la Commissione può effettuare l’audizione di membri del Consiglio e della Giunta, del Collegio dei Revisori, del Segretario comunale, dei responsabili degli uffici e servizi e dei loro dipendenti, dei rappresentanti del Comune in altri enti ed organismi. I soggetti invitati alle audizioni non possono rifiutarsi. La convocazione e
le risultanze dell’audizione restano riservate fino alla presentazione al Consiglio della relazione della Commissione. Fino a quel momento i componenti della Commissione ed i soggetti uditi sono vincolati al segreto d’ufficio.
5. Nella relazione al Consiglio la Commissione espone i fatti accertati ed i risultati delle indagini eseguite, escludendo comunicazioni e riferimenti acquisiti durante le audizioni e l’inchiesta che non sono risultati, direttamente od indirettamente, connessi con l’ambito della medesima: per gli stessi è mantenuto il segreto d’ufficio di cui al precedente quarto comma.
6. Il Consiglio comunale, preso atto della relazione della Commissione, adotta i provvedimenti conseguenti se di sua competenza o, in caso diverso, esprime alla Giunta i propri orientamenti in merito alle deliberazioni che quella dovrà adottare entro un termine prestabilito.
7. Con la presentazione della relazione al Consiglio Comunale la Commissione conclude la propria attività ed è
sciolta. Gli atti ed i verbali vengono dal coordinatore consegnati al Segretario comunale che ne rilascia ricevuta e ne cura la conservazione nell’archivio dell’Ente.
8. In considerazione della particolare delicatezza dei compiti attribuiti alla Commissione, le funzioni di Segretario sono svolte dal Segretario Generale del Comune o da un dipendente da questi delegato, d’intesa
con il coordinatore della Commissione.
ART.16
COMMISSIONI DI STUDIO
1. Il Consiglio comunale può conferire alle Commissioni permanenti incarico di studiare piani e programmi di
rilevanza straordinaria, compresi fra le competenze allo stesso attribuite dalle leggi e dallo statuto, provvedendo per tale specifico fine ad assicurare alle Commissioni l’opera dei dipendenti comunali e di esperti esterni, che hanno riconosciuto competenza nelle materie da trattare, scelti dal Consiglio nella deliberazione d’incarico. Con la deliberazione d’incarico sono stabilite le modalità e la durata della stessa.
2. Il Presidente della Commissione riferisce al Consiglio, periodicamente sull’avanzamento dei lavori e sottopone allo stesso, alla conclusione dell’incarico, la relazione e gli atti che costituiscono lo studio effettuato.
ART.17
COMMISSIONE PER LE GARANZIE STATUTARIE
1. Il Consiglio istituisce nel suo seno, con sistema proporzionale, la Commissione per le garanzie statutarie, costituita da sette componenti con la rappresentanza di tutti i gruppi consiliari, ed un segretario scelto tra i dipendenti dell’ufficio di segreteria.
2. La Commissione di cui al comma precedente:
- esprime parere su ogni proposta di modifica statutaria o regolamentare;
- esprime parere su ogni richiesta di referendum;
- vigila sull’applicazione dello statuto e ne relaziona al Consiglio comunale almeno ogni due anni;
- esprime parere su ogni fatto che incida sulla composizione o permanenza degli organi istituzionali.
CAPO VI
I CONSIGLIERI SCRUTATORI
ART.18
DESIGNAZIONE E FUNZIONI
1. All’inizio di ciascuna seduta, effettuato l’appello, il Presidente designa tre Consiglieri, incaricandoli delle funzioni di scrutatore.
2. La regolarità delle votazioni palesi ed il loro esito sono accertate dal Presidente, Nel caso di contestazioni sui
voti espressi o di non corrispondenza fra il numero dei presenti rispetto ai votanti ed agli astenuti, il Presidente dispone che la votazione sia ripetuta e che il risultato sia verificato con l’assistenza dei Consiglieri
scrutatori.
3. L’assistenza degli scrutatori è obbligatoria per le votazioni a scrutinio segreto. Assistono il Presidente nella verifica della validità delle schede e nel conteggio dei voti.
4. Nel verbale delle adunanze deve risultare per quali deliberazioni l’esito della votazione è stato verificato con l’intervento dei Consiglieri scrutatori.
PARTE II
I CONSIGLIERI COMUNAL I CAPO I
NORME GENERALI
ART.19 RISERVA DI LEGGE
1. L’elezione dei Consiglieri comunali, la loro durata in carica, il numero dei Consiglieri attribuito al Comune e la loro posizione giuridica sono regolati dalla legge.
ART. 19BIS GIURAMENTO
1. Subito dopo l’insediamento del Consiglio Comunale i Consiglieri Comunali prestano giuramento con la formula prevista dalla legge. I Consiglieri non presenti alla prima adunanza prestano giuramento nelle sedute,
prima di assumere l’esercizio delle loro funzioni. Del giuramento viene redatto processo verbale. I Consiglieri che rifiutano di prestare giuramento decadono dalla carica. La decadenza è dichiarata dal Consiglio Comunale.
CAPO II
INIZIO E CESSAZIONE DEL MANDATO ELETTIVO
ART.20
ENTRATA IN CARICA – CONVALIDA
1. I Consiglieri comunali entrano in carica all’atto della proclamazione della loro elezione da parte del Presidente dell’organo elettorale preposto, secondo il vigente ordinamento elettorale amministrativo, ovvero,
in caso di surrogazione, non appena adottata dal Consiglio la relativa deliberazione.
2. Nella prima adunanza successiva all’elezione il Consiglio comunale, prima di deliberare su qualsiasi argomento, deve esaminare la condizione degli eletti e dichiarare, con l’osservanza delle modalità prescritte,
la ineleggibilità di coloro per i quali sussiste una delle cause di ineleggibilità o di incompatibilità previste dalle LL.RR. 24/6/1986, n.31, e 21/9/1990, n. 35 (art.18) e dall’art.15 della legge 19/3/1990, n.55, come modificato con l’art.1 della legge 18/9/1992, n.15, e successive modifiche e integrazioni, procedendo alla loro immediata surrogazione.
3. Nel caso di successiva cessazione, per qualsiasi causa, dalla carica di Consigliere comunale, si procede alla
surrogazione nella prima adunanza che segue al verificarsi della stessa, prendendo atto della vacanza e convalidando l’elezione di colui che nella medesima lista ha riportato il maggior numero di preferenze dopo
gli eletti, previo accertamento dell’insussistenza delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità previste dalle leggi richiamate nel comma precedente.
ART.21 DIMISSIONI
1. Le dimissioni debbono essere presentate dai Consiglieri al Presidente del Consiglio comunale. Possono, altresì, essere formalizzate in costanza di seduta, mediante dichiarazione pubblica opportunamente verbalizzata.
2. Non è prescritto che la comunicazione di dimissioni sia integrata da motivazioni. Se queste sono apposte devono essere formulate in maniera chiara ed esplicita.
3. Nei riguardi del Consigliere comunale che ha presentato le dimissioni, esse sono irrevocabili ed immediatamente efficaci.
4. Le dimissioni non necessitano di presa d’atto e pertanto non vanno sottoposte all’esame del Consiglio.
5. Il Consiglio comunale procede alla surrogazione dei Consiglieri nella prima seduta che segue al verificarsi della vacanza, previo accertamento dell’insussistenza di condizioni di ineleggibilità e di incompatibilità per il soggetto surrogante.
ART.22
DECADENZA E RIMOZIONE DALLA CARICA
1. Qualora nel corso del mandato si rilevi l’esistenza di una causa di ineleggibilità preesistente all’elezione e non rimossa nei termini e nei modi previsti dall’art.9 della L.R. 24/6/1986, n.31 e successive modifiche e integrazioni, il Consiglio comunale pronuncia la decadenza dalla carica del Consigliere interessato.
2. Quando successivamente all’elezione si verifichi alcuna delle condizioni previste dalla L.R. 24/6/1986, n.31, come causa di ineleggibilità ovvero esista al momento della elezione o si verifichi successivamente alcuna delle condizioni di incompatibilità previste dalla legge predetta, il Consiglio di cui l’interessato fa parte gliela
contesta e attiva la procedura di cui all’art.14 della legge citata. A conclusione della procedura, se la condizione di ineleggibilità o di incompatibilità risulta rimossa il Consiglio ne prende atto senza adottare
provvedimenti nei confronti del Consigliere interessato. In caso contrario lo dichiara decaduto.
3. I Consiglieri comunali possono essere rimossi dalla carica quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge.
4. Si applicano le disposizioni dell’art.15 della legge 19/3/1990, n.55, come modificato dall’art.1 della legge 18/1/1991, n.16 e successive modifiche ed integrazioni.
5. Il Presidente del Consiglio, avuta conoscenza di uno dei provvedimenti di cui ai precedenti commi tre e quattro, convoca il Consiglio comunale che prende atto degli stessi ed adotta le deliberazioni conseguenti.
6. La decadenza dalla carica di Consigliere per ripetuta e non giustificata assenza dalle adunanze consiliari è disciplinata dalla legge, dall’art. 9, comma 12°, dello Statuto Comunale e dall’art. 32, comma 5, del presente regolamento.
7. La surrogazione dei Consiglieri decaduti o rimossi dalla carica ha luogo nella stessa seduta nella quale viene
dichiarata la decadenza, previo accertamento dell’insussistenza di condizioni di ineleggibilità od incompatibilità per il soggetto surrogante.
ART.23
SOSPENSIONE DELLE FUNZIONI
1. I Consiglieri comunali possono essere sospesi dalle funzioni con decreto del Prefetto quando sussistono i motivi di cui ai primo comma dell’art.40 della legge 8 giugno 1990, n. 142, come recepito con l’art.1, comma 1°, lett. g), della L.R. n. 48/1991 e successive modifiche ed integrazioni, o quelli di cui all’art.15 della legge 19/3/1990, n. 55, e successive modifiche ed integrazioni.
2. Il Presidente del Consiglio, ricevuta copia del provvedimento prefettizio, convoca il Consiglio comunale che prende atto della sospensione decretata. Il Consigliere comunale sospeso non può esercitare nessuna delle funzioni connesse e conseguenti a tale carica, sia nell’ambito del Comune, sia in enti, istituzioni ed organismi nei quali sia stato nominato in rappresentanza del Comune.
CAPO III DIRITTI
ART.24
DIRITTO D’INIZIATIVA
1. I Consiglieri hanno diritto d’iniziativa su ogni argomento sottoposto alla deliberazione del Consiglio comunale. Esercitano tale diritto mediante la presentazione di proposte di deliberazione e di emendamenti alle deliberazioni iscritte all’ordine del giorno del Consiglio.
2. I Consiglieri hanno facoltà di presentare proposte di deliberazioni concernenti materie comprese nella competenza del Consiglio comunale stabilita dalla legge e dallo Statuto.
3. La proposta di deliberazione, formulata per scritto ed accompagnata da una relazione illustrativa, ambedue
sottoscritte dal Consigliere proponente, è inviata al Presidente del Consiglio, il quale la trasmette al Segretario comunale per l’istruttoria di cui all’art.53 della legge 8 giugno 1990, n.142, come recepiti con
l’art.1, comma 1°, lett. i), della L.R. n.48/1991, e ne informa il Sindaco. Quando l’istruttoria si conclude positivamente la proposta viene trasmessa alla commissione consiliare competente per il relativo parere. Se i pareri sono tutti o in parte contrari, la proposta è restituita dal Presidente del Consiglio al Consigliere proponente.
3. bis Le proposte di deliberazione presentate dai consiglieri comunali devono essere trattate entro trenta giorni dalla presentazione all’Ufficio di Presidenza del Presidente del Consiglio Comunale.
3. ter Giammai l’iter istruttorio potrà essere bloccato a seguito di dichiarazione di improponibilità o inammissibilità apposta dal dirigente competente sulle proposte di deliberazioni presentate. Esse ritornano, in
ogni caso, all’esame d’aula.
4. I Consiglieri hanno facoltà di presentare emendamenti e sottoemendamenti sulle proposte di deliberazione iscritte all’ordine del giorno del Consiglio comunale. Gli emendamenti devono essere presentati alla Presidenza del Consiglio Comunale non oltre il secondo giorno precedente quello dell’adunanza in cui è iscritta la trattazione dell’argomento da emendare. Le proposte di emendamento, regolarmente protocollate, sono subito trasmesse dal Presidente del Consiglio ai dirigenti competenti per i prescritti pareri di regolarità tecnica e/o contabile e, ove il caso, all’organo di revisione contabile per il prescritto parere. In Consiglio Comunale è consentito presentare sottoemendamenti.
4. bis Il consigliere comunale può proporre emendamenti nel corso della seduta previa autorizzazione del consiglio comunale con il voto favorevole di almeno 2/3 dei presenti. In questo caso i pareri di regolarità tecnica e contabile e l’eventuale parere dell’organo di revisione, vengono acquisiti in aula se i dirigenti comunali competenti e l’organo di revisione sono presenti. Altrimenti gli emendamenti vengono trasmessi dal
segretario comunale ai dirigenti competenti e, ove il caso, all’organo di revisione. Nelle more di acquisire i suddetti pareri la proposta emendata è momentaneamente sospesa e il presidente può passare alla trattazione del successivo punto all’ordine del giorno. La trattazione della proposta sarà ripresa non appena acquisiti i prescritti pareri e comunque nel primo consiglio utile.
5. Costituiscono emendamenti le correzioni di forma, le modificazioni, integrazioni e parziali sostituzioni del testo della proposta di deliberazione. Un emendamento ritirato dal proponente può essere fatto proprio da un altro Consigliere.
6. Per illustrare gli emendamenti od i sottoemendamenti è concesso il tempo di cinque minuti.
7. Sugli emendamenti ed i sottoemendamenti possono intervenire due Consiglieri a favore e due contro per un tempo massimo di cinque minuti.
8. Chiusa la discussione, il Presidente del consiglio mette in votazione prima i sottoemendamenti, poi gli emendamenti ai quali i sottoemendamenti si riferiscono. Se i sottoemendamenti e gli emendamenti sono approvati, il testo del documento si intende posto in votazione con le modifiche, aggiunte e soppressioni dovute all'approvazione degli emendamenti e sottoemendamenti. I sottoemendamenti, anche se approvati,
decadono se gli emendamenti ai quali si riferiscono sono respinti.
9. Nella votazione degli emendamenti, la precedenza è data a quelli soppressivi. Non sono ammessi sottoemendamenti soppressivi. Non sono ammessi, altresì, emendamenti e sottoemendamenti se contrastano
con precedenti deliberazioni adottate dal consiglio.
10. Gli emendamenti dichiarati inammissibili dai dirigenti e/o dal Collegio dei Revisori dei conti non vengono posti in trattazione. Il Presidente procede esclusivamente all'illustrazione dell' emendamento, senza
che da ciò scaturisca una discussione in aula.
ART.25
DIRITTO DI PRESENTAZIONE DI INTERROGAZIONI E MOZIONI
1. I Consiglieri hanno diritto di presentare al Sindaco interrogazioni e mozioni su argomenti che riguardano direttamente le funzioni di indirizzo e di controllo politico - amministrativo del Consiglio comunale e le altre competenze allo stesso attribuite dalle leggi e dallo statuto.
2. Le interrogazioni sono presentate al Sindaco. Sono sempre formulate per iscritto e firmate dai proponenti.
3. Nessun Consigliere può presentare più di quattro interrogazioni o mozioni per la stessa seduta.
4. L’interrogazione consiste nella richiesta rivolta ai Sindaco od alla Giunta per avere informazioni circa la sussistenza o la verità di un fatto determinato o per conoscere i motivi ed i criteri in base ai quali è stato adottato un provvedimento o gli intendimenti con i quali ci si prefigge di operare in merito ad un determinato
fatto od intervento.
5. Quando l’interrogazione ha carattere urgente può essere effettuata anche durante l’adunanza, subito dopo la trattazione di quelle presentate nei termini ordinari. Il Consigliere interrogante rimette copia del testo al Presidente e ne da diretta lettura al Consiglio. Il Sindaco, o l’Assessore delegato per materia, possono dare risposta immediata se dispongono degli elementi necessari. In caso contrario si riservano di dare risposta scritta all’interrogante entro cinque giorni da quello di presentazione, nei casi non urgenti giorni 15 e, comunque, decorsi i giorni stabiliti, la risposta dovrà essere iscritta al primo o.d.g. della seduta consiliare successiva alla presentazione dell’interrogazione. L’interrogazione sottoscritta da almeno tre consiglieri deve essere iscritta, senza indugio, all’o.d.g. della prima seduta consiliare.
6. Le mozioni devono essere presentate per iscritto al Presidente del Consiglio, sottoscritte da almeno tre Consiglieri e sono iscritte all’ordine del giorno della prima adunanza del Consiglio che sarà convocata dopo la loro presentazione.
7. La mozione consiste in una proposta, sottoposta alla decisione del Consiglio comunale, nell’ambito delle competenze per lo stesso stabilite dalla legge e dallo statuto, riferita all’esercizio delle funzioni di indirizzo e controllo politico - amministrativo, alla promozione di iniziative e di interventi da parte del Consiglio o della Giunta o del Sindaco nell’ambito dell’attività del Comune e degli enti od organismi allo stesso appartenenti od ai quali partecipa. La mozione si conclude con una risoluzione ed è sottoposta all’approvazione del Consiglio, nelle forme previste per la votazione delle deliberazioni.
ART.26
RICHIESTA DI CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO
1. Il Presidente del Consiglio è tenuto a riunire il Consiglio comunale, in un termine non superiore a 20 giorni, quando lo richieda almeno un quinto dei Consiglieri, inserendo all’ordine del giorno gli argomenti dagli stessi richiesti.
2. Il termine di cui al precedente comma decorre dal giorno nel quale perviene al Comune la richiesta dei Consiglieri, indirizzata al Presidente del Consiglio, che viene immediatamente registrata al protocollo generale dell’ente.
3. Quando nella richiesta è precisato che per gli argomenti da iscrivere all’ordine del giorno il Consiglio comunale dovrà effettuare soltanto un esame ed un dibattito generale, senza adottare deliberazioni o risoluzioni, per ciascuno di essi i Consiglieri richiedenti debbono allegare una relazione che illustra l’oggetto
da trattare. Nel caso che sia proposta l’adozione di deliberazioni, la trattazione di interrogazioni e l’adozione di mozioni e risoluzioni, deve essere osservato quanto stabilito dagli artt.23 e 24 del presente regolamento.
4. Nel caso dell’inosservanza dell’obbligo di convocazione del Consiglio, di cui al primo comma, previa diffida, provvede, mediante controllo sostitutivo, l’Assessore Regionale delle Autonomie locali e della funzione pubblica, tempestivamente informato dal Segretario comunale.
ART.27
DIRITTO D’INFORMAZIONE E DI ACCESSO AGLI ATTI AMMINISTRATIVI
1. I Consiglieri comunali hanno diritto di ottenere dagli uffici del Comune, dalle sue aziende, istituzioni ed enti dipendenti, tutte le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del mandato elettivo.
2. I Consiglieri comunali hanno diritto di accesso e di consultazione di tutti gli atti dell’amministrazione comunale, esclusi quelli riservati per legge o regolamento, in conformità all’art.7, comma 3°, della legge 8
giugno 1990, n.142, come recepito dall’art.1, comma 1°, lett. b), della L.R. n.48/91 e degli atti elencati nell’apposito Regolamento comunale.
3. Il diritto è, altresì, inibito per quegli atti per i quali, a norma di Regolamento o con provvedimento del Sindaco, sia stato imposto il segreto d’ufficio a tutela dell’Amministrazione comunale o delle persone. In tal caso il Consigliere può chiedere che la questione venga sottoposta alla Commissione consiliare permanente competente per materia. Se questa ritiene legittima e, quindi, meritevole di accoglimento la richiesta del Consigliere, può decidere di riunirsi in seduta segreta con la presenza del richiedente e del Sindaco o dell’Assessore delegato, per l’esame delle notizie e delle informazioni coperte dal segreto d’ufficio.
4. I Consiglieri comunali hanno, infine, diritto di prendere visione degli atti preparatori ed istruttori riguardanti le deliberazioni adottate dalla Giunta Municipale contenenti proposte di acquisti, alienazioni immobiliari, permute ed appalti in genere, nonché in materia di contributi, indennità, compensi, rimborsi ed esenzioni ad Amministratori, a dipendenti ed a terzi ed in materia di assunzioni, stato giuridico e trattamento economico del personale.
5. L’esercizio dei diritti di cui al primo e secondo comma è effettuato dai Consiglieri richiedendo direttamente le informazioni e la consultazione degli atti ai Dirigenti o dipendenti responsabili preposti
ai singoli uffici, servizi, aziende, istituzioni ed altri organismi. Per coordinare l’esercizio del diritto dei Consiglieri con le esigenze di funzionamento dell’organizzazione del Comune e degli altri enti, il Sindaco
invia a tutti i Consiglieri l’elenco degli uffici o servizi comunali e degli altri enti ed aziende dipendenti, precisando nello stesso le funzioni esercitate, l’ubicazione, il nominativo del dipendente responsabile e del
suo sostituto, i giorni di ogni settimana ed il relativo orario nel quale i Consiglieri comunali possono ottenere direttamente e senza alcun adempimento procedurale, informazioni e notizie ed effettuare la consultazione di atti utili all’espletamento del loro mandato.
6. I Consiglieri comunali sono tenuti al segreto nei casi specificatamente determinati dalla legge.
ART.28
DIRITTO AL RILASCIO DI COPIE DI ATTI E DOCUMENTI
1. I Consiglieri comunali, hanno diritto al rilascio di copia di deliberazioni del Consiglio e della Giunta, di determinazioni del Sindaco, delle Commissioni consiliari permanenti, di verbali delle altre Commissioni
Comunali istituite per legge, dei bandi e dei verbali di gara, di ordinanze emesse dal Sindaco o da suoi delegati, di petizioni presentate dai cittadini e di richieste e proposte avanzate dagli organismi di partecipazione.
2. La richiesta delle copie di cui al precedente comma è effettuata dal Consigliere presso la Segreteria comunale, secondo le indicazioni, riferite a questo servizio, comunicate dal Sindaco in relazione a quanto
stabilito dal quinto comma del precedente art.27.
3. Il rilascio delle copie avviene entro i tre giorni successivi a quello della richiesta, salvo che non si tratti di atti particolarmente complessi, nel qual caso dieci giorni.
4. Il Dirigente del Settore competente, qualora rilevi la sussistenza di divieti od impedimenti al rilascio della copia richiesta, ne informa entro il termine di cui al precedente comma il Consigliere interessato, con comunicazione scritta nella quale sono illustrati i motivi che non consentono il rilascio.
5. Le copie vengono rilasciate in carta libera con espressa indicazione che il loro uso è limitato all’esercizio dei diritti elettorali connessi alla carica di Consigliere comunale, ai sensi dell’allegato 8, n.1, del D.P.R. 26 ottobre 1972, n.642 ed in esenzione dei diritti di segreteria, per lo stesso motivo, in conformità al n.8 della tabella “D” allegata alla legge 8 giugno 1962, n.604 e successive integrazioni e modifiche.
CAPO III BIS
STATUS DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI
ART.29
INDENNITÀ DEGLI AMMINISTRATORI COMUNALI
1. La misura massima dell'indennità di funzione e dei gettoni di presenza, di cui all'art. 23 dicembre 2000 n.30 e successive modifiche e integrazioni, è determinata ai sensi delle disposizioni del Regolamento adottato con decreto del Ministero dell'interno del 04 aprile 2000 n.119 e successive modifiche e integrazioni e delle
tabelle allegate, di cui all'art. 82, comma 8, del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e successive modifiche e integrazioni, ai sensi dell’art. 2 , comma 1, della l.r. n. 11/2015.
ART.29 BIS
OBBLIGO DI ASPETTATIVA E NATURA GIURIDICA DELL’INDENNITÀ DI FUNZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
1. L'indennità di funzione, spettante al Presidente, è dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l'aspettativa.
2. Al Presidente del Consiglio comunale è attribuita un'indennità pari a quella dell'assessore dei comuni della stessa classe demografica. ( Il presente comma decorre dal prossimo rinnovo del Consiglio).
ART.29 TER
ATTRIBUZIONE E DETERMINAZIONE DEL GETTONE AI CONSIGLIERI COMUNALI
1. I Consiglieri comunali hanno diritto di percepire un gettone di presenza per la partecipazione a Consigli e Commissioni.
2. Qualora i consiglieri comunali percepiscano il gettone di presenza, agli stessi possono essere corrisposti gettoni di presenza per la partecipazione a più sedute se tenute nella stessa giornata in quanto
cumulabili, fermo restando il limite mensile stabilito dal 4° comma dell'art.19 della L.R. n.30/2000.
3. L'ammontare percepito nell'ambito di un mese, da ciascun consigliere comunale, in nessun caso può superare l'importo pari al 30% dell'indennità massima prevista dalla norma per il Sindaco. ( Il presente comma cessa di avere effetti a decorrere dal prossimo rinnovo del Consiglio).
4. L'ammontare mensile percepito da un Consigliere non può essere superiore alla misura stabilità dalla normativa vigente tempo per tempo, in base all’art.82, comma 2°, del D. Lgs. 18 agosto 2000 n.267 e successive modifiche e integrazioni, giusta rinvio disposto dall’art. 2, comma 1°, l.r. 11/2015. ( Il presente comma decorre dal prossimo rinnovo del Consiglio).
ART.29 QUATER
MODIFICABILITÀ DELLA MISURA DELL’INDENNITÀ E GETTONE
1. Le misure minime previste per le indennità di funzione del Sindaco, della Giunta e per i gettoni di presenza ai Consiglieri Comunali, possono subire variazioni in diminuzione con deliberazione rispettivamente di Giunta e di Consiglio.
ART.29 QUINQUIES
ONERI E PERMESSI RETRIBUITI DEI LAVORATORI DIPENDENTI
1. Gli oneri per i permessi retribuiti dei lavoratori dipendenti da privati e da enti pubblici economici sono a carico dell’ente presso il quale gli stessi lavoratori esercitano le funzioni pubbliche.
2. L’ente, su richiesta documentata del datore di lavoro, è tenuto a rimborsare quanto corrisposto per retribuzioni ed oneri previdenziali ed assistenziali per le ore o giornate di effettiva assenza del lavoratore.
3. In nessun caso l'ammontare complessivo del rimborso nell'ambito di un mese può superare l'importo pari ad un terzo dell'indennità massima prevista per il sindaco.
ART. 29 SEXIES
RIMBORSO DELLE SPESE DI VIAGGIO
1. Ai Consiglieri Comunali che risiedono fuori dal comune ove ha sede il rispettivo Ente non spetta alcun rimborso né per le spese di viaggio sostenute per la partecipazione alle sedute del Consiglio comunale e delle Commissioni consiliari né per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate.
2. I Consiglieri comunali, previa autorizzazione del Presidente del Consiglio e/o delegati dal Sindaco a recarsi, per ragioni del loro mandato, fuori dei territorio comunale hanno diritto al rimborso delle spese di
viaggio effettivamente sostenute, nonché all'indennità di missione od al rimborso delle spese di pernottamento e soggiorno documentate, secondo quanto stabilito dalla legge e dall’apposito Regolamento
Comunale.
3. Tali norme si applicano anche per la partecipazione alle riunioni degli organi nazionali e regionali delle associazioni fra gli enti locali che hanno rilevanza nazionale
CAPO IV
ESERCIZIO DEL MANDATO ELETTIVO
ART.30
CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE DEL GETTONE DI PRESENZA
1. Il gettone di presenza è dovuto per l’effettiva partecipazione ad ogni adunanza del Consiglio e per non più di un'adunanza al giorno,secondo le modalità di cui al successivo comma 4.
2. Il gettone di presenza non spetta, neanche ai presenti, nel caso di sedute di Commissione o di Consiglio comunale risultanti deserte per mancanza di numero legale.
3. Il gettone di presenza parimenti non spetta nel caso di sedute di prosecuzione di Consiglio comunale se la durata della stessa è stata inferiore a 60 minuti.
4. Il gettone di presenza per la seduta regolarmente valida e successivamente chiusa per mancanza del numero legale, per richiesta di verifica del numero legale o tale risultante all’atto della votazione di punto iscritto all’ordine del giorno, viene corrisposto se la partecipazione di ogni singolo Consigliere non è stata inferiore a 90 minuti.
5. Si ha diritto a percepire il gettone di presenza per le sedute delle Commissioni quando si partecipa per almeno 2/3 (due terzi) della durata complessiva della seduta che prevede una durata minima di 60 minuti.
6. I gettoni di presenza spettanti ai Consiglieri comunali nelle ipotesi in precedenza elencate sono cumulabili nell'ambito della stessa giornata, fermo restando il limite di cui all’art. 29 ter del presente regolamento.
7. Il gettone di presenza, ove specificatamente previsto, è concesso nella misura indicata per le Commissioni istituite da apposite leggi statali o regionali, se non in contrasto con il divieto di cumulo di cui all’art. 19 bis della l.r. n. 30/2000.
8. Ai Consiglieri comunali non spetta il gettone di presenza per la partecipazione ad organi o commissioni comunque denominate, se tale partecipazione è connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche.
ART.31
DIVIETO DI MANDATO IMPERATIVO
1. Ogni Consigliere comunale rappresenta la comunità ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
2. Nell’adempimento delle funzioni connesse alla carica elettiva egli ha pertanto piena libertà d’azione, di espressione e di voto.
ART.32
PARTECIPAZIONE ALLE ADUNANZE
1. Il Consigliere comunale è tenuto a partecipare a tutte le adunanze del Consiglio.
2. Nel caso di assenza la giustificazione può avvenire mediante motivata comunicazione scritta, inviata al Presidente del Consiglio, il quale ne dà notizia al Consiglio. La giustificazione può essere effettuata anche
mediante motivata comunicazione fatta al Consiglio dal Capo del gruppo al quale appartiene il Consigliere assente.
3. Delle giustificazioni viene presa nota a verbale.
4. Il Consigliere che si allontana dall’adunanza deve, prima di lasciare la sala, avvertire la segreteria perché sia presa nota a verbale.
5. Decadono dalla carica i consiglieri che, senza giustificato motivo, non intervengono a 4 (quattro) sedute consecutive di consiglio. La decadenza è dichiarata dal consiglio sentiti gli interessati, con preavviso di dieci (10) giorni. E’ fatto obbligo al presidente d’inserire d’ufficio il punto all’o.d.g. del primo consiglio utile.
ART.33
ASTENSIONE OBBLIGATORIA
1. I Consiglieri debbono astenersi, dal prendere parte alle deliberazioni riguardanti liti, ovvero oggetti per i quali sussista un interesse proprio, ovvero un interesse di imprese o enti con i quali abbiano rapporti di amministrazione, vigilanza o prestazione d’opera.
2. Tale obbligo sussiste sia quando si tratti di interesse proprio dei Consiglieri, sia dei loro congiunti od affini fino al quarto grado civile.
3. Il divieto di cui ai precedenti commi comporta l’obbligo di assentarsi dall’adunanza per tutto il tempo della discussione e votazione delle relative deliberazioni.
4. I Consiglieri obbligati ad astenersi e ad assentarsi ne informano il Segretario comunale che da atto a verbale dell’avvenuta osservanza di tale obbligo.
ART.34
RESPONSABILITÀ PERSONALE – ESONERO
1. Il Consigliere comunale è responsabile, personalmente, dei voti espressi in favore o contro i provvedimenti deliberati dal Consiglio.
2. E’ esente da responsabilità il Consigliere assente giustificato dall’adunanza o che per legittimi motivi non abbia preso parte alla deliberazione.
3. E’ parimenti esente da responsabilità conseguente all’adozione di un provvedimento deliberativo il Consigliere che abbia dichiarato, prima della votazione, il proprio dissenso od abbia espresso voto contrario o
astenuto, chiedendo di far risultare a verbale la sua posizione.
4. Si applicano ai Consiglieri comunali le disposizioni in materia di responsabilità stabilite dal primo e quarto comma dell’art.58 della legge 8 giugno 1990, n.142, come recepito dall’art.1, comma 1, lett. 1) della L.R.
n.48/91 e successive modifiche ed integrazioni.
CAPO V
NOMINE ED INCARICHI AI CONSIGLIERI COMUNALI
ART.35
DIVIETO DI NOMINE E DESIGNAZIONI DI CONSIGLIERI COMUNALI
1. I Consig1ieri comunali non possono essere nominati dal Sindaco o eletti dal Consiglio comunale per incarichi in altri enti, anche se in rappresentanza del Comune, né essere nominati od eletti come Organi consultivi del Comune.
ART.36
FUNZIONI RAPPRESENTATIVE
1. I Consiglieri partecipano alle cerimonie, celebrazioni e manifestazioni indette dall’amministrazione comunale.
2. Per la partecipazione del Comune a particolari cerimonie o celebrazioni, può essere costituita una Delegazione consiliare, composta da un rappresentante per ciascun gruppo politico. Essa interviene assieme
al Sindaco ed alla Giunta Comunale.
3. La Delegazione viene costituita dal Consiglio e, nei casi d’urgenza, dalla Conferenza dei Capi gruppo.
PARTE III
FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE CAPO I
CONVOCAZIONE
ART.37 COMPETENZA
1. La convocazione del Consiglio comunale è disposta dal Presidente del Consiglio, escluse le adunanze di cui al successivo terzo comma.
2. Nel caso di assenza o impedimento del Presidente del Consiglio viene disposta dal vice Presidente.
3. La prima convocazione del Consiglio comunale è disposta dal Presidente uscente, in conformità a quanto disposto dall’art.19, comma 4, della L.R. 26/8/1992, n.7, con l’aggiunta prevista dall’art.43 della L.R. n. 26
dell’1/9/1993 e successive modifiche e integrazioni.
4. Esercita le funzioni di Consigliere anziano il componente del Consiglio in possesso dei requisiti previsti dalla legge.
ART.38
AVVISO DI CONVOCAZIONE
1. La convocazione del Consiglio comunale è disposta a mezzo di avvisi, con le modalità di cui al presente Regolamento.
2. L’avviso di convocazione contiene l’indicazione del giorno e dell’ora dell’adunanza e della sede dove la stessa sarà tenuta, con invito ai Consiglieri comunali a parteciparvi. Nel caso che siano previste sospensioni
temporanee dei lavori nel corso della giornata di riunione, nell’avviso vengono indicati gli orari di inizio, interruzione e ripresa dell’adunanza. Quando è previsto che i lavori si svolgano in più giorni, sono indicate la
data e l’ora di inizio di ciascuna riunione, con la precisazione che trattasi di prosecuzione della medesima adunanza.
3. Qualora l’adunanza sia convocata con carattere d’urgenza, il Presidente deve farlo constare nell’avviso di convocazione.
4. Il Consiglio comunale è normalmente convocato per l’esercizio delle funzioni e l’adozione dei provvedimenti previsti dalla legge e dallo statuto.
5. Il Consiglio è convocato dal Presidente per determinazione propria, per richiesta del Sindaco o di almeno un
quinto dei Consiglieri. Nell’ultima ipotesi l’adunanza deve essere convocata entro venti giorni dal ricevimento della richiesta.
6. Il Consiglio è convocato d’urgenza quando sussistono motivi rilevanti ed indilazionabili che rendono necessaria l’adunanza.
7. Nell’avviso è indicato che gli argomenti da trattare sono quelli indicati nell’ordine del giorno.
8. L’avviso di convocazione e l’ordine del giorno sono muniti in calce del bollo del Comune e firmati dal Presidente dei Consiglio o da colui che lo sostituisce od a cui compete, per legge, effettuare la convocazione.
ART.39
ORDINE DEL GIORNO
1. L’elenco degli argomenti da trattare in ciascuna adunanza del Consiglio comunale ne costituisce l’ordine del giorno.
2. Spetta al presidente del consiglio di stabilire, dando la precedenza alle proposte del Sindaco, rettificare od integrare l’ordine del giorno con proprie autonome decisioni, salvo l’obbligo di iscrivere le proposte di cui al successivo terzo comma.
3. Per le altre proposte va rispettato l’ordine di presentazione delle richieste.
4. Gli argomenti sono indicati nell’ordine del giorno, pur con la necessaria concisione, con definizioni chiare e specifiche, tali da consentire ai Consiglieri di individuarne con certezza l’oggetto.
5. Sono elencati distintamente nell’ambito dell’ordine del giorno, sotto l’indicazione seduta “segreta”, gli argomenti per i quali ricorrono le condizioni di cui all’art.47. Tutti gli altri argomenti elencati sono trattati in seduta pubblica.
6. L’ordine del giorno è inserito od allegato all’avviso di convocazione del quale costituisce parte integrante.
ART.40
AVVISO DI CONVOCAZIONE - CONSEGNA – MODALITÀ
1. L’avviso di convocazione del Consiglio, con l’ordine del giorno, deve essere consegnato al domicilio del Consigliere a mezzo di un messo comunale oppure inviato al suo indirizzo istituzionale di Posta Elettronica Certificata (P.E.C.). Entro 10 giorni dall’insediamento, tutti i consiglieri comunali devono essere dotati di P.E.C. da parte del comune di Mazara del Vallo.
2. Il messo rimette alla segreteria comunale le dichiarazioni di avvenuta consegna, contenenti l’indicazione del
giorno e dell’ora in cui la stessa è stata effettuata e la firma del ricevente. La dichiarazione di avvenuta consegna può avere forma di elenco - ricevuta, comprendente più Consiglieri, sul quale vengono apposte le
firme dei riceventi e del messo. I documenti predetti sono conservati a corredo degli atti dell’adunanza consiliare. Analogamente sono consegnate alla segreteria comunale le ricevute dell’avvenuto inoltro tramite
Posta Elettronica Certificata (P.E.C.).
3. I Consiglieri che non risiedono nel Comune devono designare, entro dieci giorni dalle proclamazione della loro elezione, un domiciliatario residente nel Comune indicando, con lettera indirizzata al Presidente del
Consiglio, il nominativo e l’indirizzo della persona alla quale devono essere consegnati gli avvisi di convocazione ed ogni altro atto pertinente alla carica, esonerando l’amministrazione da qualsiasi responsabilità nel caso in cui il domiciliatario non provveda a recapitare tempestivamente tali documenti.
4. Fino a quando non è stata effettuata la designazione di cui al precedente comma 3, il Presidente del Consiglio
provvede a far spedire l’avviso di convocazione al domicilio anagrafico del Consigliere, a mezzo di raccomandata postale con avviso di ricevimento, senza bisogno di osservare altre particolari formalità. La
spedizione deve avvenire entro il termine previsto per la consegna dell’avviso al domicilio. Con tale spedizione si considera osservato, ad ogni effetto, l’obbligo di consegna dell’avviso di convocazione e
ART.41
AVVISO DI CONVOCAZIONE - CONSEGNA – TERMINI
1. L’avviso di convocazione per le adunanze ordinarie deve essere consegnato o inoltrato via Posta Elettronica Certificata (P.E.C.) ai Consiglieri almeno cinque giorni interi e liberi prima di quello stabilito per la riunione.
2. Nei termini di cui al precedente comma sono inclusi i giorni festivi ricorrenti per calendario.
3. Per le adunanze convocate d’urgenza, l’avviso deve essere consegnato o inoltrato via Posta Elettronica Certificata (P.E.C.) almeno 24 ore prima di quella stabilita per la riunione.
4. Nel caso che, dopo la consegna degli avvisi di convocazione o l’inoltro per via Posta Elettronica Certificata
(P.E.C.), si debbano aggiungere all’ordine del giorno delle adunanze ordinarie argomenti urgenti o sopravvenuti, occorre darne avviso scritto, anche via Posta Elettronica Certificata (P.E.C.), ai Consiglieri
almeno 24 ore prima della riunione, comunicando l’oggetto degli argomenti aggiunti.
5. I motivi dell’urgenza delle convocazioni di cui al comma terzo e dei provvedimenti aggiunti all’ordine del giorno di cui al comma quarto possono essere sindacati dal Consiglio comunale, il quale può stabilire, a maggioranza dei presenti, che la loro trattazione sia rinviata al giorno successivo od anche ad altro stabilito dal Consiglio stesso. L’avviso del rinvio viene comunicato soltanto ai Consiglieri assenti dall’adunanza nel momento in cui questo è stato deciso.
6. L’eventuale ritardata consegna o invio dell’avviso di convocazione è sanata quando il Consigliere interessato partecipa all’adunanza del Consiglio alla quale era stato invitato.
ART.42
ORDINE DEL GIORNO - PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE
1. L’elenco degli argomenti da trattare nelle adunanze è pubblicato all’Albo Pretorio on-line del Comune nei termini stabiliti dal precedente articolo. Il Segretario comunale è responsabile che tale pubblicazione risulti esposta.
2. Entro i termini previsti per la consegna o invio ai Consiglieri Comunali, copia dell’avviso di convocazione e dell’ordine dei giorno delle adunanze - inclusi quelli aggiuntivi - viene inviata a cura della segreteria comunale, via PEC:
- al Sindaco;
- al Presidente del Collegio dei Revisori dei conti;
- agli organismi di partecipazione popolare previsti dallo statuto e dall’apposito Regolamento;
- ai dirigenti comunali;
- all’Assessore Regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica;
- al Prefetto della Provincia;
- al Comandante della Polizia Municipale.
3. Il Presidente del Consiglio, per le adunanze nelle quali saranno trattati argomenti di particolare importanza per la comunità, può disporre la pubblicazione di manifesti per far noto il giorno e l’ora di convocazione del Consiglio e gli argomenti, fra quelli iscritti all’ordine del giorno, ai quali viene attribuita speciale rilevanza.