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Zuccheri. (CH 2 O) n. Carboidrati. La presenza di zuccheri è associata al sapore dolce Sono largamente presenti in alimenti.

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(1)

Zuccheri (CH

2

O)

n

Formula empirica generale

Carboidrati

La presenza di zuccheri è associata al sapore dolce Sono largamente presenti in alimenti.

Alimento Zuccheri totali (% in peso)

Alimento Zuccheri totali (% in peso)

Pane bianco 2,6 Cavolo crudo 4,0

Fiocchi di mais 8,2 Cipolla cruda 5,6

Biscotti secchi 13,6 Mele 11,8

Torta alla frutta 48,8 Banane 20,9

Latte vaccino intero 4,8 Uva 15,4

Latte umano 7,2 Arance 8,5

Formaggio duro 0,1 Uvetta 69,3

Formaggio fuso 0,9 Arachidi 6,2

Yogurt bianco 7,8 Miele 76,4

Yogurt alla frutta 15,7 Confettura 69,0 Gelato (creme) 22,1 Cioccolata

fondente

59,5

Sorbetto al limone 34,2 Cola 10,5

Patate novelle 1,3 Birra (amara) 2,3

Fagioli in scatola 5,9 Vino rosso 0,3

Piselli surgelati 2,7 Vino bianco amabile

3,4

Torta al formaggio 22,2 Porto 12,0

Contenuto totale di zuccheri in vari cibi e bevande

(2)

Classificazione carboidrati:

Monosaccaridi spesso indicati come zuccheri Oligosaccaridi

Polisaccaridi

I monosaccaridi

Numero di atomi di carbonio

Tipo di gruppo carbonilico

Aldeide Chetone

3 Triosi Triulosi

4 Tetrosi Tetrulosi

5 Pentosi Pentulosi

6 Esosi Esulosi

7 Eptosi Eptulosi

8 Ottosi Ottulosi

9 Nonosi Nonulosi

CH2OH H

H OH OH H

O H

OH H

CHO

D-Glucosio 1

2 3 4 5

6 CH2OH

H

H OH OH H

O H

O CH2OH

D-Fruttosio

I monosaccaridi di origine naturale appartengono alla serie stereogenica D

Proiezione di Fischer

Gruppo ossidrilico che determina la

serie sterica

OH H

CHO

CH2OH

D-Gliceraldeide

(3)

Aldoesosi

I monosaccaridi più comuni

CH2OH H

H OH OH H

O H

OH H

CHO

CH2OH H

H OH H O H

O H

OH H

CHO

CH2OH H

H OH OH H

O H

H O H

CHO

D-Mannosio

D-Glucosio D-Galattosio

Chetoesosi

CH2OH H

H OH OH H

O H

O CH2OH

D-Fruttosio

Aldopentosi

CH2OH OH

H OH OH H

H

CHO

CH2OH H

H OH OH H

O H

CHO

D-Arabinosio D-Ribosio

Epimeri del glucosio al C-2

e C-4

(4)

CH2OH H

H OH OH H

O H

OH H

O H

CH2OH H

H

OH H

O H

OH H

HO

O H

O CH2OH

HO OH

OH H

OH H

H H

O CH2OH

HO OH

OH OH

H H

H H

CH2OH H

H

OH H

O H

OH H

H

O OH

D-Glucosio

D-Glucopiranosio (aldoso)

− −

anomero:

-D-Glucopiranosio -D-Glucopiranosio

trans

5

1

5

1

cis

(36%) (64%)

(0.02%)

Formazione di anelli piranosici e furanosici

Proiezione di Haworth

Le forme aperte sono in equilibrio con strutture cicliche emiacetaliche

Proiezione di Fischer

Il ciclo a sei termini è disegnato in forma planare ed in prospettiva . L’ossigeno endociclico è disegnato nell’angolo in alto a destra, il

carbonio anomerico (C-1) sulla destra ed il gruppo alcolico

primario in alto a sinistra del ciclo.

Carbonio anomerico

Carbonio anomerico

O

OH OH CH2OH

O H HO

O OH

OH CH2OH

O H HO

-D-Glucosio -D-Glucosio

I gruppi che sono situati sulla destra nella proiezione di Fischer puntano verso il basso nella proiezione di Haworth

Le conformazioni a sedia

Riassumendo:L’OH in

posizione  è sulla destra nella formula prospettica di Fischer, in basso in quella di Haworth ed in assiale nella conformazione a sedia

Utili in particolare per rappresentare i piranosi

(5)

Formazione di anelli piranosici e furanosici

O H

HO H H

CH2OH

OH OH

H

H OH O

H H

H OH

OH HOH2C

CH2OH OH

CH2OH H

H OH OH H

O H

O CH2OH

CH2OH H

H OH OH H

O H

O CH2OH

CH2OH H

H

OH H

O H HOCH2

O OH

CH2OH H

H

OH H

O H

HO

O CH2OH

CH2 H

H

OH H

O H HOCH2

O OH

OH

C H2

H

H

OH H

O H HO

O CH2OH

OH

-D-Fruttopiranosio

-D-Fruttofuranosio 5

1

2 6

1 2 D-Fruttofuranosio

(chetoso)

D-Fruttosio

D-Fruttopiranosio (chetoso)

− −

− −

Il carbonio anomerico è il C-2 e non il C-1 come negli aldosi.

La forma piranosica predomina nei monosaccaridi, mentre nei disaccaridi è predominante la forma furanosica.

(6)

Presentano una funzione acetalica derivante dalla reazione della funzione emiacetalica al C-1 con il gruppo OH di un’altra molecola

Il legame glicosidico è facilmente idrolizzabile in ambiente acido o in presenza di appropriati enzimi idrolitici

Legame glicosidico

La formazione del legame glicosidico blocca la configurazione (alfa o beta) del carbonio anomerico C-1 perché non è più possibile l’equilibrio con la forma aperta. Pertanto i glicosidi non sono zuccheri riducenti

I glicosidi

O H

OH

OH

O R

O R

H

H2O

(7)

Oligosaccaridi

Sono costituiti da monosaccaridi legati attraverso legame glicosidico tra il gruppo riducente di un monosaccaride ed un ossidrile di un’altra unità monosaccaridica.

Il glucosio può formare diversi disaccaridi per es:

O OH OH CH2OH

OHO O

OH CH2OH O

H O H

Maltosio

O OH OH CH2OH O

O H O

OH CH2OH OH

O H

Lattosio

Legame -1,4-glicosidico

O OH OH CH2OH O

O H O

OH CH2OH O

H O H

Cellobiosio

La configurazione di questo carbonio non è specificata

Legame -1,4-glicosidico

Zucchero riducente

Disaccaride ottenuto dall’idrolisi dell’amido

Disaccaride ottenuto dall’idrolisi della cellulosa

4.5% nel latte vaccino;

6.5% nel latte umano

Glucosio

Legame -1,4-glicosidico Galattosio

Intolleranza al lattosio:La perdita temporanea o permanente della lattasi intestinale, l’enzima capace di idrolizzare il legame glicosidico del lattosio, porta a gravi problemi digestivi poiché solo i monosaccaridi possono passare nel circolo sanguigno e il lattosio passa nell’intestino non digerito

(8)

Lo zucchero invertito

O O O

OH CH2OH O

H HO

CH2OH HO

OH HOCH2

Saccarosio

Il saccarosio

-D- glucopiranosil-(1 2)--D fruttofuranoside

Il comune zucchero da tavola estratto dalla barbabietola o dalla canna, presente anche in molti altri vegetali

Zucchero non riducente

Legame  al glucosio

Legame  al fruttosio

In ambiente debolmente acido (industrialmente si usa l’acido citrico) o per azione dell’enzima invertasi il saccarosio si idrolizza prontamente nei due monosaccaridi che lo costituiscono.

Questo processo viene detto “inversione” e la miscela che si ottiene zucchero invertito a causa dell’effetto dell’idrolisi sulle proprietà di rotazione ottica della soluzione.

Infatti i valori di rotazione specifica per saccarosio, glucosio e fruttosio sono uguali a +66.5°, +52.7° e –92.4° per cui si osserva il passaggio da una soluzione di saccarosio con proprietà

destrorotatorie ad una di zucchero invertito con proprietà levorotatorie, con una rotazione specifica data dalla somma algebrica dei contributi dei due monomeri e cioè pari a –39.7°.

Usi nell’industria dolciaria

Solubilizzando saccarosio in sciroppo invertito e concentrando la miscela a caldo, si ottiene una struttura vetrosa malleabile che solidifica a temperature più basse.

Questo prodotto che non cristallizza è utilizzato in pasticceria e nelle

formulazioni per torte. Nella

produzione di caramelle si mescolano aromi e colore e mentre la massa si raffredda viene impastata a macchina e forgiata nella forma finale.

(9)

Ossidazioni

Determinazione quantitativa del glucosio per via enzimatica

Le reazioni degli zuccheri

Il gruppo carbonilico (aldeide o chetone)

può essere facilmente ossidato Zuccheri riducenti Molti saggi di rivelazione degli zuccheri sono

basati su questa reazione

Reattivi di Fehling e Benedict

O CH2OH

HO OH

OH OH

H H

H

H H

O CH2OH

HO OH

H OH H

H H O

OH CH2OH

HO OH

H OH H

H H

O OH

NH2 CH3 Cromogeno ridotto

(incolore)

-D-Glucosio

Cromogeno ossidato (colorato)

H2O

H2O2 O2

glucosio- ossidasi

Perossidasi

D-Gluconolattone Acido D-Gluconico

2-metilanilina

Utilizzata nel dosaggio del glucosio ematico nei

pazienti diabetici

Numerose applicazioni in campo alimentare. Per es per eliminare tracce di

glucosio da uova impiegate in pasticceria e limitare la reazione di Maillard.

C H O

C OH O

2 Cu2++ 4 OH -

(precipitato rosso di ossido rameoso)

+

+ Cu2O + 2 H2O

(10)

Gli alditoli vengono sintetizzati industrialmente per idrogenazione catalitica degli aldosi

Vengono impiegati come alternativa agli zuccheri in alimenti dietetici o per diabetici.

Infatti non sono assimilati a livello intestinale e non raggiungono la circolazione sanguigna.

Riduzioni

Il gruppo carbonilico (aldeide o chetone) può essere facilmente ridotto

CH2OH H

H OH OH H

O H

OH H

CH2OH

CH2OH H OH H

O H

OH H

CH2OH

CH2OH H

H OH OH H

O H

H O H

CH2OH D-Mannosio D-Glucosio

Xilitolo Sorbitolo Mannitolo

D-Xilosio

Il sorbitolo è presente in piccole quantità in molti frutti

Alditoli

(11)

Polioli da disaccaridi

Maltitolo

Nel cioccolato, chewing gum, caramelle, prodotti da forno, prodotti cosmetici e farmaceutici

Riduce la formazione della placca dentale ed il rischio di carie

Potere calorico 60%, indice glicemico pari al 53% rispetto al saccarosio.

Più adatto al consumo dei diabetici rispetto ad altri dolcificanti ipocalorici perché ha un metabolismo insulino-dipendente

Prodotto dall’amido di mais per idrogenazione catalitica

(12)

Processi di imbrunimento non enzimatico

C OH H

C O H

C H O

H

C O

H C OH

C OH H

C O C OH

H H

Chetoso Aldoesosi

1,2-cis-Endiolo A temperature superiori ai 100°C avvengono delle trasformazioni, note

come reazioni di caramellizzazione che portano ad una ampia gamma di aromi e pigmenti bruni comunemente associati al caramello

I Stadio.

Isomerizzazione reversibile con

formazione di un endiolo

Processi termici

Trasformazione di Lobry de Bruyn-Alberda van Eckerstein

(13)

II Stadio. Disidratazione dell’endiolo con formazione di un derivato furanico.

O CH2OH H

O CH2OH

H

H O

H OH OH H

O H

OH

CH2OH

H O

H OH OH H

H

OH

CH2OH H

H O

H OH OH H

H

O

CH2OH H

H O

H OH H O

CH2OH H

H O

H

H O

H

3,4-Didesossiosone H2O

H2O 3-Desossiosone

Idrossimetilfurfurale (HMF)

..

H2O

..

O H

Oltre all’HMF questi processi danno luogo ad altri intermedi altamente reattivi (per es composti alfa-

dicarbonilici).

L’HMF è presente in prodotti ad elevato contenuto zuccherino. E’

anche marker di prodotti adulterati come miele addizionato di zucchero invertito.

La colorazione bruna tipica del caramello deriva da reazioni di polimerizzazione dell’HMF in parte ancora poco note.

(14)

Reazione di Maillard

In presenza di composti amminici l’imbrunimento degli zuccheri avviene più rapidamente, in particolare in condizioni neutre o debolmente alcaline, a causa di una serie di processi noti come reazione di Maillard

La reazione è favorita a basse concentrazioni di acqua che permettono alte concentrazioni dei reagenti

La reazione di Maillard è responsabile dell’inscurimento della crosta del pane…

… ma anche di alimenti ad elevato contenuto proteico come latte ed uova . Lisina e istidina sono i residui

amminoacidici

maggiormente coinvolti in tali reazioni

(15)

CH2OH H

H O

H OH OH H

O H

OH

CH2OH H H N-R

H OH OH H

O H

OH H

CH2OH H

H N

H OH OH H

O H

O H R H

CH2OH CH

H N

H OH OH H

O H

O H R

H

CH2OH CH2 N

H OH

OH H

O H

O H R H

CH2OH CH2

H OH OH H

O OH

CH2OH C H2

OH OH H

O O H

O O

CH3 OH O

CH3 O OH

CH CH3

OH O

O

H CH2OH

CH3

H OH

O O

CH3

H OH O O

OH

H

CH C C C C CH3

H O H O O

OH

CH H C

C C C CH3

H O OH O

OH H

CH C C C C CH3

H O OH O

1,2-Enamminolo R -NH2

Composto di Amadori Base di Schiff

D-Glucosio

H2O

1-Desossi-2,3-dichetoso 2,3-Enamminolo - RNH2

-H2O

Maltolo Isomaltolo -H2O

..

-H2O

Il primo stadio prevede la formazione dei “composti di Amadori” (1-ammino- 1-desossi-2-chetosi N sostituiti) che possono dar luogo a composti ciclici

Reazione di Maillard

Le ellissi vuote e frecce colorate indicano processi di tautomerizzazione Le ellissi piene la perdita di acqua

(16)

N R N

R N

R N

R

O O

N R N

R N

R N

R N

R N

R

N N

R R

R= CH3, -(CHOH)2CH2OH

Reazione di Maillard

Le melanoidine

I composti dicarbonilici generati nella reazione di Maillard possono reagire con altri residui amminoacidici dando luogo a composti amminici eterociclici in particolare pirroli e piridine, pirazine. Questi processi che portano anche all’allontanamento di una aldeide volatile e di anidride carbonica vengono indicati come degradazione di Strecker.

Questi sono i precursori delle melanoidine i

pigmenti responsabili dell’imbrumento

associato alle reazioni di Maillard

CH2OH CH3

H OH OH H

O O

R N R'

R N

N R'

R'

R R

CHOH CHOH CH2OH

H R

O R

NH2 COOH

CO2 +

R, R'= CH3 ; + +

(17)

CH2OH H

H OH O

H NH H

(CH2)4 N

H O

CH2 O

OGal H

CH2OH H

H O

H OH H

O H

OH H

OGal NH2 H

(CH2)4 N

H O

CH2OH CH2OH O

H OH

H O H

OGal H

CH2 NH

(CH2)4 CHNH2

C=O COOH

O

Composto di Amadori

-Desossilattulosillisina

Furosina Proteina

Lattulosio Lattosio

+

Proteina glicosilata

Reazione di Maillard

Isomerizzazione aldoso-chetoso

idrolisi acida -H2O

Conseguenze nutrizionali: Le proteine in cui numerosi residui amminoacidici (in particolare lisina, arginina, triptofano, istidina) sono stati coinvolti nelle reazioni con zuccheri, proteine glicosilate, non sono riconosciute dagli enzimi proteolitici e non possono essere digerite. Questo non permette al nostro organismo di disporre di questi amminoacidi che sono essenziali ovvero devono essere assunti con l’alimentazione.

Reazione di Maillard

Nella pastorizzazione ed trattamento UHT si

hanno perdite di lisina fino al 2%, ma nella sterilizzazione o essiccamento fino al 25%.

Dosata per

determinare il grado di glicosilazione di una proteina in un alimento

(18)

I polisaccaridi negli alimenti

Amido: fonte di energia, principalmente in semi e tuberi

Tabella 3.1

Fibre o carboidrati non amilacei : cellulosa, pectina

Aiutano il funzionamento dell’intestino crasso e moderano l’assorbimento di sostanze nutritive

nell’intestino tenue.

Alimento Amido (%) Alimento Amido (%) Farina integrale di

frumento

61,8 Piselli crudi Tracce

Pane bianco 46,7 Fave 10,0

Riso bianco 73,8 Barbabietola 0,6

Spaghetti (cotti) 70,8 Broccoli 0,1

Farina di mais 92,0 Carote 0,2

Fiocchi di mais 77,7 Castagne 29,6

Semi di soia 4,8 Arachidi

crude

6,3

Cassava secca 22,0 Noci 0,7

Patate novelle cotte 16,7 mele Tracce

Piselli in scatola 14,7 banane 2,3

(19)

O

O OH CH2OH O HO

O

OH CH2OH O

O H

O

O OH CH2OH

O H legame -1,4-glicosidico

O

O OH CH2 O HO O

OH CH2OH O

O H

O

O OH CH2OH

O H O

O OH CH2OH O HO

O

OH CH2OH O

O H

legame -1,6-glicosidico su 4-5% delle unità

legame -1,4-glicosidico

legame -1,6-glicosidico

Amido

E’ una miscela di due polimeri del glucosio

Amilosio

Amilopectina

Modello di amilopectina

20-25%

75-80%

p.m. medio 105-106

p.m. medio 108

(20)

L’amido si presenta in forma di granuli di dimensioni tra 2 e 100 mm

Nelle regioni amorfe sono localizzati la

maggior parte dei punti di ramificazione  1-6

Amido

Il granulo presenta delle regioni cristalline e delle

regioni amorfe

Nelle regioni cristalline le catene vicine a coppie danno origine a brevi tratti di doppia elica formando per ogni catena un giro

completo ogni sei residui di glucosio

Regioni cristalline

Regioni amorfe

Modello a grappolo proposto da Robin nel 1974

(21)

Proprietà dell’ amido

Soluzioni acquose di KI/I2 colorano in blu la superficie dei granuli di amido, ma la

reazione è più evidente con l’amilosio derivante dall’amido disciolto, perché in queste condizioni le catene di amilosio si stabilizzano in forma di elica e le molecole di iodio sono complessate lungo l’asse dell’elica.

La colorazione blu del complesso dipende dalla lunghezza della catena: con 100

residui si ha massimo di assorbanza a 700 nm, ma con 25 residui il massimo è a 550 nm (colorazioni rosso-brune).

La reazione con lo iodio

(22)

Retrogradazione dell’amido

I granuli di amido integri sono insolubili in acqua fredda per la forza dei legami

idrogeno che uniscono le catene tra di loro, ma si inbibiscono a temperature tra 55 e 70°C. Questa temperatura è detta temperatura iniziale di gelatinizzazione

Proprietà dell’ amido

Dopo alcune ore le soluzioni di amido cambiano le loro proprietà reologiche. Le soluzioni diluite diminuiscono la loro viscosità, mentre le sospensioni concentrate ed i gel acquisiscono una consistenza gommosa ed eliminano acqua sotto forma di essudato.

Queste modificazioni sono dette retrogradazione dell’amido. Tale fenomeno è dovuto all’addensarsi delle molecole di amilosio che provoca il crollo della struttura espansa dell’amilopectina del

granulo.

Tale fenomeno è responsabile del

raffermarsi del pane

(23)

Amidi modificati

Cosa si intende: Amidi che sono stati sottoposti a trattamenti fisici o chimici per modificarne le proprietà chimico fisiche fondamentali.

Gli amidi modificati hanno proprietà funzionali che gli amidi naturali non posseggono. Essi trovano impiego nella produzione industriale in quanto:

•Impartiscono ai cibi proprietà di consistenza non ottenibili con gli amidi naturali;

•Resistono alle condizioni drastiche dei processi industriali;

•Forniscono prodotti stabili nel tempo.

Vengono utilizzati in prodotti congelati, budini, creme, dessert a base di latte.

La modifica degli amidi produce una

variazione del profilo di viscosità. Viscosità costante in un intervallo di temperature più ampio.

Modifiche delle proprietà fisiche

(24)

Principali processi di modifica degli amidi:

Depolimerizzazione Derivatizzazione Cross linking

Trattamento con HCl che attacca una piccola percentuale di legami glicosidici soprattutto

dell’amilopectina con perdita della struttura del granulo.

Si ottengono amidi che danno gel piu’ limpidi e solidi usati principalmente nelle gelatine di frutta.

L’esterificazione con acidi organici e fosfati su piccole percentuali di unità di glucosio (1%) porta ad amidi molto stabili.

Fosfati: elevata viscosità. Esteri idrossipropilici o acetilici:

resistenza alla retrogradazione.

Ottenilsuccinati : alta capacità emulsionante.

Amido OH Amido O

O

Amido OH

Amido O

OH

Amido OH

O O O

O

O O

(CH2)5CH3

Amido O

O COOH

(CH2)5CH3 Na+ CH3COO-

O

+ +

NaOH

+

+

Amidi modificati

Depolimerizzazione:

Derivatizzazione:

(25)

Amido waxy

ottenuto dalle varietà di mais waxy (dalla

consistenza cerosa ) contenente solo amilopectina. Presenta una elevata resistenza alla

retrogradazione nei processi di congelamento/scongelamento.

Amidi pregelatinizzati

Hanno subito riscaldamento in acqua, gelatinizzazione e sono stati essicati.

Aggiunti in polvere a liquidi freddi o caldi, formano istantaneamente dei gel

divenendo viscosi senza necessitare di ulteriore riscaldamento. Usati nella

preparazione di budini.

La formazione di un legame reticolante ogni 1000 unità porta a granuli di

struttura rinforzata capaci di dare paste molto elastiche che richiedono cotture prolungate per raggiungere la

gelificazione. Usati per cibi in scatola

POCl3

(CH2)4 COOH Amido OH COOH

Amido OH Amido OH Amido OH

(CH2)4 O C

Amido

O Amido O C

O

Na3P3O9

Amido O P Amido O

O O

Na2H2P2O7 Amido OH

Amido OH

Amido O P Amido O

O O +

NaOH

+

+

NaOH

+ Na+

Na+

Cross linking:

Amidi modificati

(26)

I polisaccaridi non amilacei e la fibra alimentare

La fibra alimentare è la parte commestibile di piante che non è attaccata dagli enzimi digestivi, non è assorbita nell’intestino tenue dell’uomo, ma nell’intestino crasso subisce una completa o parziale fermentazione ad opera della microflora residente .

Questo produce una serie di sottoprodotti tra cui acidi grassi a corta catena (acetico, propionico, butirrico), acido lattico, etanolo, che, riassorbiti dal colon, contribuiscono al bilancio energetico

Ricadono in questa categoria cellulosa, gomme, polisaccaridi da alghe, pectine definiti anche come polisaccaridi non amilacei.

Distinguiamo inoltre :

Fibre solubili: es pectina

Fibre insolubili: es. cellulosa

(27)

Pectine

Polimeri dell’acido -D-galatturonico legate attraverso legami 1-4 glicosidici e con parte dei gruppi carbossilici esterificati con metanolo

P.m. medio 100 KDa

Le pectine contengono anche unità di

ramnosio, glucosio, galattosio, arabinosio e xilosio (20%

complessivo)

In tessuti vegetali e soprattutto frutti

Hanno un ruolo fondamentale nello

stabilizzare i gel alla base delle confetture e

conserve di frutta.

Durante la maturazione della frutta si osserva una

demolizione delle pectine ad opera di enzimi

idrolitici detti pectinasi.

Enzimi pectinolitici sono usati

industrialmente per eliminare l’albedo dagli spicchi di agrumi o per pelatura di pesche ed albicocche.

(28)

Stabilità dei gel

Affinchè un gel sia stabile è necessaria la presenza di un reticolo tridimensionale costituito dalle catene polimeriche che trattenga nei propri interstizi acqua, soluti e particelle solide in sospensione.

La formazione di legami idrogeno tra catene vicine che si formano e si rompono migliaia di volte al secondo permette di spiegare la viscosità, ma non la struttura dei gel.

Modello di gel da polisaccaride proposto da Rees

Si possono individuare delle zone di giunzione in cui le catene del polimero interagiscono per lunghe porzioni in regioni caratterizzate da una struttura ordinata e delle regioni tra le giunzioni in cui le catene del polimero si dispongono con orientazione irregolare dette random coil.

Zone di giunzione

Random coil

(29)

O O

H O

O H

H COOH

H

OH

O H

H O H

H

H

H O COOH

HOH O

H

OH H

OH H

O

O

H H COOH O

H H

O H

H OH

H

OH COOH

Alginati (da alghe brune, Pheophyceae) sono polimeri lineari di acido -D-

mannuronico e/o acido -L-guluronico con legami 1,4-glicosidici, con sequenze di tipo M-M-M-M-M- -G-G-G-G-G-G- -M-G-M-G-M-G-

Nella struttura

piranosica i gruppi carbossilici

ingombranti sono equatoriali

.

Polisaccaridi delle alghe

Modello “a scatola d’uova”

L’acido alginico è insolubile, ma sono solubili i suoi sali con metalli alcalini. In

presenza di ioni Ca2+ si formano rapidamente dei gel. La stabilità dei gel è dovuta a zone di giunzione in cui uno ione calcio è complessato da quattro residui di acido mannuronico.

(30)

Il ponte anidro mantiene il solfato in posizione assiale sfavorita

O O

O OH OH

CH2OH

O OH O H

CH2 O

O

O O OH

CH2OH

O

O

O

O

OH H2SO3

O

SO3H2

SO3H2

O O

O OH

O CH2OH

O O

O CH2 SO3H2

O SO3H2 Agarosio

-carragenano

-carragenano

Polisaccaridi delle alghe

Agar e carragenani (da alghe rosse, Rhodophyceae) sono costituiti da

catene lineari di derivati del galattosio per es:

Perché si possano formare delle zone di giunzione che

stabilizzano i gel è necessario che le cariche negative presenti siano neutralizzate da cationi come K+ e Ca2+ .

Utilizzati come gelificanti di dessert a base di latte

Nel corso del processo di gelificazione si formano doppie eliche tra catene di galattano, che si

attorcigliano tra loro a dare delle supergiunzioni

(31)

Cellulosa

E’ costituita da catene lineari formate da almeno 3000 unità di glucopiranosio unite tramite un legame  1-4 che determina un arrangiamento a nastro

stabilizzato da ponti idrogeno intramolecolari

Nei tessuti vegetali le molecole di cellulosa sono allineate a formare delle microfibrille. Questa organizzazione rende la cellulosa insolubile in

qualsiasi solvente e conferisce notevole resistenza meccanica alle microfibrille.

O

O

H O

O O

O O

H

H

H

OHH

O

H H

OH

O O

H

H H H

CH2OH

H

H

H CH2OH

OH H

H CH2OH

H

Legame  1,4-glicosidico Legami idrogeno

Gli erbivori ed in particolare i ruminanti sono in grado di utilizzare la cellulosa grazie a microorganismi presenti nell’apparato

digerente che possiedono enzimi cellulolitici. In questo modo liberano glucosio che fornisce loro energia mediante

trasformazione ad acidi grassi che sono poi assorbiti ed utilizzati dagli animali ospiti

.

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