Adriano La Regina
ROMA, LA CONSERVAZIONE
DEI MONUMENTI ANTICHI
Estratto da Xenia
1
1981
DE LUCA EDITORE
Adriano La Regina
Roma, la conservazione dei monumenti antichi
In Roma
tuttaha
la suavistostoriaincombere poche
volteil pericolocome
oggidel proprio dissolvimento.La
sensazionenon
è nuova, perché nellemutevoli vicende del passatola certezzadieternitàaltre volteè stata scossa dal presentimento di
una
fineimminente.
Visono
stati infatti eventi, nei
tempi
passati,che
avreb- bero potutoimprimere un
corso diversoad
ogni successivosviluppodella storia seRoma non
fosse riuscitaad
affermare la propria eternità inuna dimensione
universale,divenendo meta
di inte- ressi ecumenici nell'ambito del potere politico prima, della spiritualità religiosadopo
e, infine, nella tradizione culturaleeuropea
della societàmoderna. Ed
è proprio questa suadimensione
universalechesistaoradissolvendo insiemecon
isuoi piùsignificativi
monumenti
antichi.I grandi
monumenti marmorei
diRoma —
architetture
composte da
elementi scultorei,da
raffigurazioni scolpite sulle loro superfici—
sistanno
rapidamente
eprogressivamente
degra-dando
per la trasformazione della materia. Attra- versoun
processo chimico chetrovalesueorigini nelle alterate condizioni ambientali, nell'atmosfe- ra inquinata della città, la materiamarmorea
sitrasforma e si distrugge.
Le
superfici lavorate sidistaccano
o vanno
inconsunzione
per dilava-mento o
per erosione. Il processo è irreversibile:laddove la materia si è già trasformata nulla
può
riportarla alla strutturaoriginaria.
La
gravità della situazione ha indottoilGover- no
italiano e la città diRoma ad
occuparsi di questoproblema
per farfronte agli obblighiche
derivanoall'Italiadallaresponsabilitàdicustodire emantenere un
patrimonio storicoed
artisticoimmenso.
Iprovvedimenti
chesono
allo studio consentiranno infatti di risolvere i più urgentiproblemi
di conservazione e di valorizzazione delle testimonianze antiche nella città diRoma,
che
con
i suoimonumenti,
musei, aree archeolo- gicheha
lapiùgrande
concentrazione diantichità oggi esistente. L'Italia potrà cosi risponderenon
soloalle aspirazioni del Paese,
ma anche
a quelle diogni altra nazione che riconosca nelle testimo- nianzedel nostro passatoun legame
direttocon
lapropria storia e
con
la propria tradizione cultura-le. Al di là del loro interesse per la
conoscenza
dell'arte e della storia
romana,
e quindi per lacomprensione
storica della culturamoderna,
imonumenti
antichidiRoma hanno
infattianche un
valore simbolico per ilcollegamento
ideale diRoma
stessacon
tanti altri popoli: nelle raffigu- razioni dell'Arco di Tito ilpopolo
di Israele conservala testimonianzadiretta diun momento
crucialedella propria storia; nell'Arco di Costan- tinolacristianità
ha
vistopersecoliilmonumento
della conciliazione tra potere
temporale
e potere spirituale; nellaColonna
diTraiano
ilpopolo
diRomania
ha la rappresentazione figurata degli avvenimenti checondussero
allaformazione
della culturadaco-romana;
nellaColonna
diMarco
Aurelio i
Germani ed
altri popoli dell'Europa centralevedono
narratauna
parte della loro storia; nell'Arcodi Settimio Severovi èla rappre- sentazione diuna
città che ci è nota dalle più antiche scritture delmondo,
Babilonia,che
ora tornanuovamente
allalucecon
scaviarcheologici che sivanno eseguendo
in Iraq.Ma
la rilevanza di questimonumenti
è im-mensa anche
perlafunzioneche
essihanno
svolto nei secoli passati nel determinare laconoscenza
dell'antico e nelrinnovamento
della culturaartistica, per ilsignificato
enorme che
essihanno
oggi nellostudiodella
produzione
artisticae delleforme
di arte ufficiale più aderenti al potere politico aRoma
tra i secoli I e IV dell'impero.Ideologia delpoterenellesueespressioni formali, cultura artistica e suoi rapporti
con
lacommit-
AdrianoLaRegina
tenza ufficiale,
sono
solo alcuni degli aspettiappena
sfiorati dalla critica eche sono
tuttaviadocumentati pienamente
in ogni loro sviluppo dall'età diDomiziano
a quella di Costantino nei rilievi storicichecompongono
le grandiarchitet- turemarmoree
che oravanno
in rapido disfaci- mento.Tutto questo può
ora perdersi irrimediabil- mente,ma non
solo questo,perché
altempo
stesso rischiano di dissolversi i
documenti
dellaf)iù
antica storia di
Roma
e delle popolazioni atine conservati nel territoriosuburbano
diRoma,
finora soloinpoca
parte esplorato.Qui
lacostruzione dinuovi quartieriresidenziali cancel-
la i restidicittàantichissimedicuitalvolta è
noto
il
nome, ma non
il sito.Già
nella suaprima
espansione, all'epoca deire,Roma
aveva travolto lecomunità
vicine.La documentazione
preziosadiinsediamenti
abbandonati
dalle popolazioni inepoca
cosi antica giace ora sepolta, a volte senzasegno apparente
sulla superfice del terreno.Popoli scomparsi senza
traccia, dice Plinio,testimone
diuna conoscenza perduta
già inantico.
La
profeziavirgiliana diAnchise
che, nella sua retrocessione neltempo,
ricorda alcune di queste cittàcon
le parole «questiun
giorno saranno i nomi, orasono
terre senzanome»,
si ripropone adessonon
piùcome
presagiodi storia latente,ma come
sfida allaconoscenza
diuna
storia smarrita,
da
ricomporremediante
il lavoro della scienza.Con
la devastazione delladocu- mentazione
archeologica ancora sepolta si dissol- ve cosiuna
possibilità di conoscenza,come
nel rogo diun
archivioancora inesplorato.Nel
suo
evolversi la storiaha compiuto
scelte irreversibili, nei cui confronti la nostra coscienzastoricistica
non concede ampio
spazioalconsenso o
al rammarico: essa ciimpone
tuttavia dicom-
prendereediconoscere; aquestonon
cipermette
di rinunciare.
La
conservazione delpatrimonio
storico diRoma,
einparticolarediqueimonumenti
chenel lorocomplesso
definisconol'immagine
ideale della città, èun problema
di oggima
altempo
stesso disempre.
Nella trasmissione dei legittimi poteri dall'an- tichità ai giorni nostri si è perpetuata sotto
forme
diverse l'attenzione per ciò che nella interpreta- zione deitempi
contribuiva a determinare questa fisionomia diRoma ed
a rappresentarne l'imma- 8 ine-In questo valoreideale,che
non
sièmai
estinto e nelquale
si è riflessa di volta in volta la spiritualità dell'epoca,possiamo
riconoscereuna componente
dell'identità culturale delle classi dirigenti, laiche e religiose, espresse dalla societàeuropea
nel corso della sua evoluzione storica.L'antico,
divenuto
cosi categoria della sfera ideologica, ha assunto laforma
di eredità cultu- raletramandata come elemento
di continuità nellatrasformazionedellasostanzastorica. Valore ideale,dunque,
cheha
svoltoeche svolge tuttorauna funzione
reale. Tuttavia,come
inevitabil-mente
avviene, esso è entratoinconflittocon
altri valori, iericome
oggi. Se risaliamo alle origini di tale processo nelmondo
anticopossiamo
trovareesempi
diuna
similecontrapposizione di valori e diuna
lororicomposizione
nel diritto e nel concettodellaaeternitas urbis.Un
decretodel senato,emanato
su proposta di Claudio nel54
d.C. per frenare la speculazione immobiliare, faceva divietodiacquistareedifici al fine di abbatterli ascopo
di lucro,ed
è motivato dalla provvidenza del principe per l'eternità diRoma
edell'Italia tutta.I
provvedimenti
dei pontefici per la conserva- zione delle opere d'arte antica e deimonumenti romani
furono particolarmente frequenti a parti- re dal '400, ossia daquando
sideterminò
nella città quella forte ripresa dell'attività ediliziache
nel corso di tutto il secolo fu causa di grandi distruzioni.E
cosianche
nel secolo successivo:sotto
Paolo
in, il ponteficeche aveva
fatto trasferirelastatuaequestrediMarco
Aureliosulla piazza delCampidoglio
rinnovatada
Michelan- gelo, si giungead
introdurre lapena
dimorte come
sanzione nei confronti di coloroche
di-struggevanostatue antiche.
La
gravità dellepene
dimostra la preoccupazione ed il senso di respon- sabilità del potere per laconservazione
delle testimonianzeantiche.Ma
questadell'Umanesimo
edelRinascimento
èanche
l'epoca in cui imonumenti romani divengono
oggetto di studio, diinsegnamento
universitario, di ispirazione per il
rinnovamento
dimodelli
formali nella cultura artistica. Siformano
le collezioni di antichità e siguarda
allo scavocome ad un mezzo
per conoscere meglio la città antica.Pomponio
Leto,che
negli ultimi decenni del '400 teneva nelle aule della vecchia Sapienza le sue lezioni suimonumenti
antichi diRoma, annotava anche
osservazioni su scaviche
sifacevano nell'area del
Foro romano. Bernardo
Rucellai faceva eseguire scavi nelleTerme
di Diocleziano per ricostruirne la pianta. Raffaello elaboravaun
progetto di grandiose esplorazioni archeologiche che sarebberodovute
servire per conoscere la planimetria diRoma
antica.Nasce
cosi, agli albori della società
moderna, anche
l'archeologia
romana come metodo
per la cono- scenzastorica.Sarebbe
impossibile descrivere adesso la lungaRoma, laconservazione deimonumentiantichi
1. Roma, ColonnaTraiana.Particolare.FotoSopr.Arch.Roma, 1980.
8 AdrianoLaRegina
strada percorsa nei secoli
non
solo aRoma, ma
anche
negli altri stati italiani, peradeguare
glistrumenti giuridici allasensibilità culturale
che
siveniva sviluppando in seno alla società
moderna
nei confronti del patrimonio storico
ed
artistico.A Roma
daiprovvedimenti
intesiad
impedire ladistruzionedelleantichità sigiungenel 1624,
con
l'editto del Cardinal Aldobrandini, al divieto di esportare gli oggetti provenienti dagli scavi, e infine nel 1707,
con
l'edittodelCardinal Spinola,siaffermail principiodellaconservazioneartistica
come
pubblico interesse.Nella vigente legislazione italiana su tale mate-
ria, che nella sua struttura
fondamentale
risale agli inizi di questo secolo,sono dunque
confluiti molti principi elaborati nei secoli precedenti dalla cultura giuridica degli stati pre-unitari,ma
si è affermato soprattutto il principioche
imonu-
menti, le
opere
d'arte e idocumenti che
inqualunque modo concorrano
a definireun
rap-porto significativo tra l'identità culturale delle
comunità
checompongono
la nazione e la loro storia, siano essi di proprietà pubblicao
privata,sono comunque
oggettodiinteresse pubblico.La
protezione del patrimonio storicoed
artistico,come
quella dell'ambiente, è riconosciuta infatti, nella Costituzione italiana, tra i principi fonda- mentalidella Repubblica.Se però
da una
parte sivenivano diffondendo
nella società italiana
contemporanea
queste esi-genze
di conservazione e di rispetto per il patri-monio
storico ed ambientale, e sene
consolida-vano
nel dirittoiprincipiirrinunciabili, dall'altrainostri
tempi sono
stati testimoni di vandaliche devastazioni sia nella consistenza dei beni cultu-rali, mobili e immobili, sia nell'assetto dell'am- biente,
urbano
e territoriale. Sisono
prodotti in talemaniera
danni incalcolabili allaconoscenza
storicaed
all'uso razionale delle città e delterritorio.
Roma ha
soffertonon meno
di tantialtri luoghi.
Abbiamo
cosi assistitonuovamente,
nella nostra epoca,
ad un
violentissimo conflitto di valori,ma con
effetti aberranti nelleforme
di conservazione e neimodi
di utilizzazione del patrimonio storico. Se è vero infattiche
il dina-mismo
irruentodiuna
società mercantile inpiena espansioneproduceva
allora, nel Rinascimento,effettitalvolta incontrollabili nella trasformazione dell'ambiente
con
lamanomissione
dimonu-
menti e di
opere
d'arte, èanche
veroche
lacultura artistica dell'epoca
sapeva
riprodurre modelli formali coerenticon
gli ambienti in cui operava e, altempo
stesso, era cosiconsapevole
della propria originalità
da non temere
il con- frontocon
l'anticoeda non soccombere
nella sua riacquisizione.Anche
lemanomissioni
recentisono avvenute
per il prevalere di interessi parti- colari sull'interesse generalema,
a differenza diallora, esse si
sono
attuate in contrastocon
aspirazioni
ormai
diffuse nella coscienza della societàcivile.A
queste aspirazionidunque, ed
a quelle universali della cultura,vanno
incontro i provve- dimenti che ilGoverno
italianoha
approvato,come
straordinaried
urgenti, per risolvere igravissimi
problemi
del partimonio archeologico diRoma
nella riunione delConsiglio dei Ministri del 19maggio
di quest'anno suproposta
del Ministro per i Beni culturali e ambientali,On.
Oddo
Biasini.Essi
verranno
indirizzati soprattutto sui se- guenti obiettivi:1.
Conservazione
deigrandi monumenti
marmorei
colpiti dal processo didegradazione
della materia:Colonna
Traiana;Colonna
diMarco
Aurelio;Arco
di Tito;Arco
di Settimio Severo;Arco
di Costantino;Arco
degli Argentari;Hadrianeum;
altrimonumenti
delForo romano
e dei Fori imperiali.2.
Consolidamento
statico dei grandicom-
plessi architettonici della città e del suburbio, tra cui: Colosseo;
Domus
Aurea;Domus
Tiberiana;Domus
Augusta; sostruzioni severiane delPalati- no;Tempio
diVenere
eRoma; Tempio
di Satur- no;Arco
quadrifronte al Velabro;Terme
diCaracalla;
Terme
di Diocleziano; Basilica di Massenzio;monumenti
della viaAppia
edellaviaLatina; acquedotti.
3. Sistemazionedefinitivadelle collezioni del
Museo
NazionaleRomano
e delle altre raccolte archeologiche.4.
Esplorazione
sistematica del territoriosuburbano
peruna
corretta individuazione e salvaguardia delle areeda non
fare edificare nell'ambito dei piani diurbanizzazione.5. Espropridicomplessi
monumentali
urbani (ricordo solo la Crypta Balbi)ed
extraurbani (peresempio
la Villadei Quintili) di proprietàprivata, e di suoli pertinenti alle aree archeologiche della viaAppia
ediGabii.6. Acquistodi collezioniprivatedi arteantica di eccezionale interesse che
non
sianoconservateadeguatamente (come
le600
sculture della Col- lezione Torlonia)o che debbano comunque
divenire pubblici
musei
(Villa Albani).7. Valorizzazione dei complessi archeologici per il loro uso
da
parte del pubblico e diffusione dell'informazionescientificae culturale.È
significativo, aquestoproposito,ilprogramma
diconservazionedei
monumenti marmorei,
su cuiora
mi
soffermerò.Le
principali e più devastanticause del proces-Roma, laconservazione deimonumentiantichi
2. Roma,Arcodi Tito.Particolaredelrilievo sul latoSud.FotoSopr.
Arch.Roma, 1980.
so di alterazione
chimica
deimarmi
antichidipendono,
aRoma,
dall'immissione nell'atmo- sfera di anidride solforosa, di ossidi di azoto e di polveri derivanti dagli impianti di riscaldamento degliedifici e dal traffico automobilistico pubbli- co e privato per la qualitàmerceologica
dei combustibili usati.Ne consegue
un'alterazione della roccia,che assume forme
diverse aseconda
di
come
sicombinino
tra loro le diverse sollecita- zioniagenti sudi essa,ma che comunque
sirisolvein
una
trasformazione della materia in gesso.Questo
sidistruggenelcorsodiun
processoche
sirinnova
continuamente
sulmarmo, quando
esso viene a trovarsinuovamente esposto per
lascomparsa
delle precedentisuperfici.Gli interventi conservanti sulla pietra, quali essi siano,
non possono
in alcunmodo
conside- rarsi risolutivi del problema, senon
congiunta-mente con
adeguatiprovvedimenti
di drastica riduzione degli agenti nocivi.Le
attualicono-
scenze scientifichenon consentono ancora
di eseguire restauri definitivi,ma solamente
di contenere la progressione deidanni
entro certi limiti,con
operazioninon meno
meticolose di quellecon
lequali si intervienesui dipinti.È
allora necessario agire, perquanto
possibile,sui
monumenti
perilloroconsolidamento
eperlaloro
manutenzione, ma
nelcontempo
è necessario operaresul loro ambiente.È
necessario riconver- tirequestoinuno
spazioove non
siasistematicalacontrapposizione, la conflittualità tra le esigenze di vita della città e la sopravvivenza dei suoi caratteri storici. Si sta lavorandoinfatti nelle
due
direzioni.
Per
quanto
riguarda il restaurosono
stati giàavviati interventi sperimentali su alcuni
monu-
menti,
come
sull'architrave delTempio
diRo- molo
alForo romano
e sul fregio traianeo del- l'Arco di Costantino. Si stanno inoltre predispo-nendo
indagini di laboratorio e accertamentiscientificiperindividuarele
procedure
piùidonee
di ripulitura e diconsolidamento
dei grandimonumenti. Le due colonne
istoriate diTraiano
e diMarco
Aurelio, gliarchidi Settimio Severoedi Costantino, ilTempio
diSaturno sono
già total-mente o
in parte copertida impalcature che serviranno per
eseguire i lavorima che
giàsvolgono una importante funzione
protettiva dalla pioggia, dal calore, dal vento.Queste
impalcature stanno certamente alterando il tradi- zionale paesaggiourbano
diRoma, ma
ciò è inevitabile e lo sarà perun
peridonon
breve dianni.
Questo
stato di necessità consente tuttaviadiacquisire
una
visione ravvicinata deglielementi scultorei. Gli studiosipotranno
infatti accedereai ponteggi, progettatianche
per ospitare personenon
addette ai lavori.La temporanea
preclusione della lettura architettonica deimonumenti
sarà compensata, peril pubblicopiù interessato, dalla possibilità di osservaredirettamentela decorazio-ne
architettonica e le raffigurazioni scultoree.Sotto il profilo scientifico questa è un'occasione senza precedenti per
un esame
sistematico econtemporaneo
di gran parte del rilievo storicoromano.
Concrete
proposte operative per l'organizza- zione del lavoro di restaurosono
state formulateda una commissione
nazionale presieduta dal Prof. CesareGnudi
e istituita proprio in seguito all'allarme suscitato, alla fine dell'anno 1978, dallostato didecadimento
deimonumenti roma-
ni. Icriteri scientifici
sono
quelli già acquisiti dalla ricerca svolta in Italia, in altri paesid'Europa
e negli Stati Uniti d'America. In Italiasvolgono
ricerche scientifiche in questocampo numerosi
istituti: l'Istituto Centrale per il
Restauro
diRoma,
centri del Consiglio Nazionale delle Ri- cerche, l'InternationalCentreforConservationdiRoma,
ilcentro perla conservazionedelle scultu- reall'aperto di Bologna, il Laboratorio S.Grego-
rio di Venezia,e molti Istitutiuniversitari.
10
L'esigenza di impedire ogni ulteriore decadi-
mento
deimonumenti
diRoma comporta dun- que una notevole trasformazione
dei criteri operativi nella conservazione, finora inadeguata per insufficienza di mezzi finanziari.È
infattievidente che il
fenomeno sempre
più diffuso e grave dell'inquinamento atmosferico raggiungeeffetti devastanti soprattutto in assenza di
una manutenzione
costante. Individuati ifenomeni
principalmente responsabili dell'alterazione dei materiali, siimpone dunque
la necessità diuna
pulitura accurata delle superfici scolpite dagli strati sovrapposti di detriti, di polveri, dismog
e talvolta dimaterialiapplicati inpassato,anche
nei secoli precedenti, nelcorso di trattamenti protet-tivi erronei: intonaci,
grappe
e perni di metalli ossidabili. Tale lavoro di pulituramanuale
e meticolosa èanche
lapremessa
necessaria perun
efficace risultato delle operazioni di consolida-
mento
e di protezionemediante
idrorepellenti.Tutto
questoperò dovrà
essere seguito, in futuro,da
lavori di sistematicamanutenzione con
revisioni, puliture periodiche che
impediscano
lanuova formazione
distrati nocividisporcizia,con
costante applicazione di protettivi,con
l'impiego di strutture protettivetemporanee o
stagionali.Naturalmente
l'installazione di ripari protettivi crea problemidi ordine tecnico nel casodigrandi architetture quali gli archi onorari e lecolonne
coclidi istoriate, e
determina comunque
conflitti difficilmente sanabili, nella nostra sensibilità culturale, tra l'esigenza dinon
alterare la fisiono-mia
tradizionale delpaesaggiourbano
e l'esigenza diuna
migliore conservazione delpatrimonio monumentale. Questa
sarà certamenteuna
delle questioni più importanti su cui nei prossimi annisi svilupperà il dibattito culturale relativo alla
conservazione
monumentale.
Roma
ha infattinumerosi
altriproblemi
ditutelache
comportano
sceltedifficili.Non sono
in pericolo soloimonumenti marmorei, ma anche
legrandi strutture architettoniche costruite
con
tufo, dalle
mura
«serviane», a!Tabularium,
altempio
diAntonino
e Faustina ecc.Non meno
drammatica
saràla scelta,che ormai incombe,
sul futuro della statua equestre diMarco
Aurelio, ilcui
bronzo deve
subire meticolose operazioni di restauro in laboratorio.Ma
sarà possibile in seguitoripristinarelastatuanellasuacollocazioneormai
plurisecolare al centro della Piazza delCampidoglio? E
in casonegativocome
sostituirla, sesidecideràdi sostituirla,con una
copia?Per
quanto
necessarie tutte questeforme
di protezione direttasono dunque
insufficienti a garantireuna
adeguata conservazione del patri-monio monumentale.
Sidovrà
nelfrattempo
Adriano LaRegina
attuare
un
efficaceprogramma
di risanamento ambientale, inteso cioè a ridurre le fonti diinquinamento.
Sidovranno
adottare provvedi- mentidicaratterenormativo
perquanto
riguardale
modifiche da
introdurre negli impianti diriscaldamento
e nei sistemi di scarico degli automezzi— Roma non
ha graviproblemi
diinquinamento
industriale—
e soprattutto perquanto
riguardauna
diversa e migliore utilizza-zione degli spazi urbani,al fine di ridurre l'azione devastante del traffico di
automezzi
pubblici e privati.Il traffico infatti
non
solo contribuisce a pro- durre ildecadimento
fisico deimonumenti, ma
costituisce in molti casi
anche motivo
di gravedegradazione
ambientale, nel sensoche
esso sottraeadun
usocorrettoglispazicomplementari
alle singole entità
monumentali;
quegli spaziche consentono
aimonumenti
di essere razionalmen- te utilizzati piuttosto che divenireingombranti
struttureo, nel miglioredeicasi, elementidi
puro
riferimento visuale. Se il traffico
non
èdunque
ilsolo responsabile del
decadimento
deimonu-
menti, esso rappresenta certamente la causa più difficile
da rimuovere
per la complessità dei problemi chene
derivano.Da un
secolo a questa parteRoma
ha attraver- satodue
fasi di notevoli trasformazioni nelsuo
assetto urbanistico, in relazione amomenti
di espansione edilizia.La prima
sipuò
delimitare cronologicamente tra ilmomento
della sua an- nessionealregno
d'Italia,avvenuta
nel 1870, elaprima
guerra mondiale.È
questoilperiodo incui nellanuova
capitale si costruiscono grandi quar-tieri perle classi
medie
epericeti popolari,ma
altempo
stessosiattrezzanoperfunzioni direzionali politico-amministrative e finanziariealcunestrade centrali. Ministeri ebanche occupano
il centro della cittàsecondo
criteriorganicamente
pianifi- cati.Viene
inoltre protetta lazona monumentale
antica,
che
siestendenellapartemeridionaledella città, dalCampidoglio
alla via Appia.Mediante
leggi, espropri, scavi e restauri si viene cosi a crearequelvasto
complesso che comprende,
oltre alForo romano,
il Palatino, il colleOppio,
ilCelio, il Circo
Massimo,
leTerme
di Caracalla e, fuori leMura
aureliane, lazona
della via Appia.Gran
parte di ciò che tuttora esiste di positivo nell'assetto di questo settoreurbano
è solo laparziale attuazione di
un grandioso progetto
approvatocon una
legge del1887
eche non
fumai
completato permancanza
dimezzi
finanziari, soprattutto necessari per l'esproprio di suoli privati.La seconda
fase digrandiinterventi urbanistici coincidecon
il periododelregimefascista.È
statoRoma, laconservazione deimonumentiantichi 11
3. Roma, ColonnaTraiana.Particolare.FotoSopr.Arch.Roma,1980.
12
questo un periodo
infausto per la sorte dei caratteritradizionalidel centroanticoedellazona monumentale. Manomissioni
senza precedenti nella storiaurbanisticadiRoma
furonoprogettateed
in parte attuate nel corso dipochi
anni.Scomparvero comunque
edifici,monumenti ed
interi quartieri medioevali, rinascimentali e di
epoca
più recente negli spazi circostanti ilCam-
pidoglio
ed
ilForo romano. Con
pretestuose motivazioni di ordine culturalesivolevano
«libe- rare» i più insignimonumenti
antichi,ma
al di là della retorica diregime
sivolevano
creare grandi vie dipenetrazione versoilcentrodellacittà dalle areedinuova
espansione asud everso la costa.I risultati
sono
stati deleteri.Le nuove
strade attraversano lazona monumentale
e.svolgono una
vera epropriafunzionediautostrade urbane.I provvedimenti
che
l'amministrazionecomunale
sta tentandooradiattuarepersottrarrealtraffico le aree di
maggiore
interesse archeologico siindirizzano su concreti obiettivi di carattere locale. Questi
possono
essere raggiunti intempi
brevi.
La
protezione delColosseo
è stata già attuata e verrà completatacon
l'allontanamento del trafficodall'ArcodiCostantino;ciòconsentirà di ricostituire la continuità di questimonumenti con
lagrande
area delForo romano
e del Palati- no.E
stata già chiusa e verrà demolita la stradache
divide ilCampidoglio
dalForo romano,
eche
rasenta quindi l'Aerarium Saturni e l'Arco di SettimioSeveroda una
parte eilportico degliDei
Consenti, ilTempio
diVespasiano ed
il Tabula-rium
dall'altra. Sarà inoltre possibile ricongiun- gere, senza gravidifficoltàilCircoMassimo con
il Palatino.Ciò che però
restamolto
difficile, proprio per la funzionefondamentale che
la strada svolge nel traffico urbano, èlacancellazio-ne
della via dei Fori imperiali.È questo un
assurdo asse stradale creato negli annitrenta per congiungere PiazzaVenezia con
ilColosseo.Non
solo
con
la sua costruzione si distrusse la Velia,AdrianoLaRegina
ossia l'alturache
congiungeva
ilcolleOppio con
ilPalatino
—
alterando in talmodo
la visuale di tantimonumenti:
Colosseo,Tempio
diVenere
eRoma,
Basilica diMassenzio — ma
nelsuo
tratto settentrionalelastrada èstatasovrappostaalForo
Traiano, alForo
diAugusto,
alForo
di Nerva, alForo
diCesare.Eppure
lasoppressione di questa stradadeve
restareun
obiettivo irrinunciabileper restituire alla città il suo piùgrande complesso monumentale
anticoed
altempo
stessoper
garantire la migliore conservazione di tutta lazona monumentale
che gravita su di essa, tra ilCampidoglio,iForiimperiali,il
Foro romano
ed il Colosseo.Ciò comporta
trasformazioni radicali in tutto l'attuale sistema d'uso degli spazi urbani.Com-
porta in
primo
luogo la necessità dieliminare dal centrogranparte deltraffico,eciòsipuò
ottenere solamenterimuovendo
le causeche
lo determi- nano, ossiaassegnando
funzioni specializzate ai vari settori urbani nell'ambito diuna
visione organicaecomplessiva.Roma può dunque
difendere se stessa,ed
il proprio passato solo trasformandosi sulla base diun nuovo
progetto, proiettandosiancora una
volta nel futuro
ed immaginando
se stessa diver- samente. Per ottenere questo visono
gli stru- menti giuridicied anche
quelli finanziari,perché non
sidovrà
fare altro che indirizzare diversa-mente
investimenti pubbliciche sono
già ope-ranti. I recenti
provvedimenti
delGoverno sono un primo segno
tangibile di questanuova
ten- denza. Vi è soprattutto, a rendere ciò attuabile,una
coscienzaormai
diffusanellacittadinanzache
tutto questo è necessariocomunque
per miglio- rarela qualità della vita e perrendere produttivoil potenziale
economico
che ilpatrimonio
cultu- rale contiene in sé.Ancora una
volta, e coerente-mente con
la sensibilità culturale deltempo,
valori ideali svolgono funzioni reali nella società, oggi