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CNR ISTITUTO PER LA PROTEZIONE SOSTENIBILE DELLE PIANTE Sede Secondaria di Legnaro Viale dell Università 16, Legnaro (PD)

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Academic year: 2022

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(1)

Relazione finale di progetto

[Lolium spp. resistenti agli erbicidi in tre paesi europei con diverse condizioni climatiche ed agronomiche: dal monitoraggio, diagnosi veloce ed affidabile alle strategie di controllo sostenibili]

ACRONIMO DEL PROGETTO:

[RELIUM]

_______________Legnaro 25 marzo 2021__________________

(2)

Indice

1.

..

Progetto ... 3

2.Descrizione del progetto ... 5

3.Relazione finale del progetto ... 6

3.1.Obiettivi, benefici e criticità del progetto ... 7

4.Ostacoli occorsi ed azioni correttive messe in atto ... 8

(3)

1. Progetto

Dati generali

Titolo del progetto

Lolium spp. resistenti agli erbicidi in tre paesi europei con diverse condizioni climatiche ed agronomiche: dal monitoraggio, diagnosi veloce ed affidabile alle strategie di controllo sostenibili

Acronimo del progetto RELIUM Area strategica di

intervento1

Area 1 - Aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell’efficienza delle risorse negli agro-ecosistemi

Linea di attività2 b. Uso sostenibile dei nutrienti, dei prodotti fitosanitari e dei prodotti zooprofilattici, utilizzazione di microrganismi, insetti utili e molecole bioattive per la difesa delle piante Settore produttivo3 c. Cerealicolo, f. olivicolo, d. viticolo

Tipo di progetto

X

Bando

Affidamento diretto

Sportello Riferimento del

Bando/Affidamento diretto/Sportello

DECRETO ministeriale n. 7139 01.04.2015

Titolo del bando: 2nd joint transnational call of the ERA-Net C-IPM

Durata del progetto 36 + proroga di 4 mesi Costo ammesso € 50.349,30

Contributo concesso € 49.845,81 Importo rendicontato € 16.501,59

Soggetto proponente il progetto

CNR - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP)

Natura giuridica

x

Pubblico

Privato

Rappresentante legale Mauro Centritto CNTMRA58A17B519Y

Coordinatore del progetto Maurizio Sattin C.F. STTMRZ53H20G224S

Numero di Unità

Operative 1 (una)

ELENCO DELLE UNITÀ OPERATIVE

Unità Operativa n. 1 -

Denominazione CNR -- Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP)

Natura giuridica

X

Pubblico

Privato

Unità Operativa n. 2 - Denominazione

Natura giuridica

Pubblico

(4)

Numero di partner esterni

al progetto 2 (due)

ELENCO DELLE UNITÀ OPERATIVE

Partner n. 1 -

Denominazione Hellenic Agricultural Organization-DEMETER (Greece)

Natura giuridica

X

Pubblico

Privato

Partner n. 2 -

Denominazione Aarhus University (Denmark)

Natura giuridica

X

Pubblico

Privato

L’esempio riportato nel presente modello è riferito a un numero di due unità operative e di due partner. Qualora il progetto dovesse prevedere più unità operative o più partner aggiungere una riga per ogni unità operativa/partner.

(5)

2. Descrizione del progetto

Sintesi del progetto

Popolazioni di Lolium spp. resistenti agli inibitori dell’ACCasi e/o agli inibitori dell’ALS sono state riportate nei tre paesi coinvolti nel progetto: mentre L. multiflorum e L. perenne sono presenti in Danimarca ed Italia, L. rigidum è presente in colture perenni in Italia ed in Grecia. Lolium spp. è un gruppo di infestanti che destano preoccupazione in tutta Europa; pertanto, questo progetto rappresenta un’opportunità per arrivare ad una migliore comprensione dell’evoluzione della resistenza in Lolium spp. e sviluppare strategie di gestione transnazionali che possono essere adattate alle condizioni a livello nazionale.

Gli obiettivi del progetto sono quelli monitorare e mappare le popolazioni resistenti, caratterizzarle (spettro, livello e meccanismi di resistenza) e sviluppare strumenti innovativi di diagnosi della resistenza. Il progetto si prefigge inoltre di sviluppare delle strategie di gestione delle popolazioni di Lolium resistenti a diverse classi di erbicidi in varie situazioni agronomiche e climatiche. In questo progetto europeo, ogni paese partecipante avrà specifici compiti e l’interazione sarà fondamentale in tutto l’arco del progetto al fine di consentire scambi di informazioni e di materiale vegetale con lo scopo finale di sviluppare delle strategie di gestione innovative.

Il monitoraggio, la raccolta delle informazioni storiche sui campi dove sono stati raccolti i campioni di Lolium resistenti e la mappatura della diffusione dei biotipi resistenti saranno eseguiti nei tre paesi partecipanti.

I biotipi di Lolium resistenti aventi un meccanismo di resistenza di tipo target-site sono stati studiati in Italia dove sono stati messi a punto degli strumenti molecolari per una rapida diagnosi di questo tipo di resistenza nei biotipi di Lolium resistenti agli inibitori dell’ALS, dell’ACCasi e del glifosate. Il partner italiano si è inoltre occupato di caratterizzare una popolazione di Lolium resistente al glifosate raccolto in un conteso di agricoltura conservativa; si tratta di una prima segnalazione a livello europeo.

L’unità operativa danese ha studiato la resistenza di tipo metabolico in popolazioni di Lolium resistenti agli inibitori dell’ACCasi e dell’ALS e sviluppato un metodo molecolare affidabile attraverso tecniche di sequenziamento di nuova generazione per la diagnosi di questo tipo di resistenza.

L’unità operativa greca si è occupata di sviluppare degli strumenti diagnostici di tipo biochimico e molecolare per individuare la resistenza al glifosate in Lolium spp.

Tutti questi studi hanno riguardato biotipi di Lolium campionati in diversi sistemi colturali nei tre paesi partecipanti al progetto.

I portatori di interesse, le organizzazioni di agricoltori, i consulenti degli agricoltori, ed i gruppi nazionali di azione nel contesto della resistenza agli erbicidi sono stati coinvolti per definire al meglio delle strategie di gestione, discutere e diffondere i risultati del progetto. Le mappe di diffusione di tutti i casi di resistenza nonché le linee guida per la gestione della resistenza saranno resi disponibili online.

La divulgazione dei risultati ottenuti nel corso del progetto è stata fatta principalmente tramite web.

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3. Relazione finale del progetto

(7)

SPAZIO RISERVATO AL COORDINATORE DEL PROGETTO Relazione tecnico-scientifica (finale max 10 pagine)

WP1

Per l’attività afferente alla Task 1.1., dal 2017 al 2019, sono state campionate 28 popolazioni di L. rigidum e L. multiflorum sospette resistenti in campi italiani prevalentemente coltivati con frumento duro e in un uliveto, dopo segnalazione di scarso controllo da parte degli agricoltori. Le informazioni sui trattamenti eseguiti in campo e i sistemi colturali implementati negli anni precedenti sono state raccolte dagli agricoltori. Questi campioni sono stati raccolti in comuni dove fino ad ora non erano stati riscontrati casi di resistenza. I campioni raccolti in questo progetto sono stati aggiunti a quelli raccolti precedentemente e confermati resistenti presenti nel database italiano del sito GIRE (www.resistenzaerbicidi.it).

Per confermare la supposta resistenza dei campioni raccolti sono stati condotti in serra dei saggi su pianta intera includendo erbicidi con diverso Sito d’Azione, alla massima dose di campo raccomandata: inibitori dell’ALS, Atlantis (mesosulfuron + iodosulfuron); inibitori dell’ACCasi, Topik (clodinafop,), Stratos (cicloxydim) e Axial (penoxsulam); inibitore dell’EPSP sintasi, glifosate. I risultati hanno indicato che 25 popolazioni campionate in frumento sono resistenti ad almeno uno dei due gruppi di erbicidi più utilizzati per il controllo delle graminacee nei cereali, gli inibitori dell’ALS e quelli dell’ACCasi.

Per quel che riguarda le 8 popolazioni raccolte nel 2017, una è risultata altamente resistente solo ad Atlantis col 98% delle piante sopravvissute, una è risultata essere resistente solo agli inibitori dell’ACCasi col 50%

delle piante sopravvissute a clodinafop e tre popolazioni hanno mostrato una multi-resistenza ad Atlantis e clodinafop. L’unica popolazione raccolta in uliveto è risultata essere resistente a glifosate col 68% delle piante sopravvissute al trattamento in serra. Le altre due popolazioni raccolte nel 2017 sono state controllate da tutti gli erbicidi testati e quindi considerate suscettibili.

Nel 2018, sono state campionate 6 popolazioni e 4 sono risultate essere cross-resistenti ai tre inibitori dell’ACCasi testati (clodinafop, cicloxydim and pinoxaden) con percentuali di sopravvivenza dal 38 al 100%

a seconda dell’erbicida e della popolazione. Una popolazione è risultata essere multi-resistente ad Atlantis e clodinafop e un’altra invece è risultata essere suscettibile a tutti gli erbicidi testati.

Nel 2019 sono state raccolte 15 popolazioni, sei sono risultate essere resistenti all’inibitore dell’ACCasi clodinafop con percentuali di sopravvivenza comprese fra 74 e 94% e cross-resistenti a pinoxaden e cicloxydim con percentuali di sopravvivenza generalmente più basse comprese fra il 22 e il 63% per pinoxaden e fra 36 e 90% per cicloxydim. Otto popolazioni hanno mostrato multi-resistenza agli inibitori dell’ACCasi e dell’ALS e una popolazione è risultata essere altamente resistente solo ad Atlantis con più del 90% delle piante sopravvissute al trattamento.

Per l’attività afferente alla Task 1.2, questi nuovi casi di resistenza sono stati inseriti nel database nazionale che è utilizzato dall’applicazione web iMAR (interactive MApping of Resistance) per la costruzione delle mappe di distribuzione della resistenza accessibile pubblicamente sul sito web del GIRE.

L’applicazione iMAR sviluppata dal CNR è stata resa disponibile agli altri due partners del progetto, che con la collaborazione del web-master italiano che ha sviluppato iMAR si sono occupati di sviluppare e adattare l’applicazione per i dati raccolti ed elaborati nel proprio paese.

(8)

WP2

Per l’attività afferente alla task 2.1, tra le popolazioni di Lolium raccolte nei tre paesi coinvolti nel progetto e confermate resistenti nei rispettivi paesi con saggi specifici condotti nel WP1 task 1, sono stati scelti i casi più problematici: 12 popolazioni multi-resistenti agli inibitori dell’ALS e dell’ACCasi (4 popolazioni per nazione);

è stata aggiunta inoltre una popolazione suscettibile per ogni paese per un numero complessivo di 15 popolazioni.

Per determinare il livello di resistenza di queste popolazioni, il CNR ha condotto esperimenti di dose-risposta in vaso in ambiente semi-controllato. I semi sono stati fatti vernalizzare al fine di rimuovere la dormienza e sono stati messi a germinare in germinatoio a 25/15 °C con un fotoperiodo di 12 ore. Quindi le plantule sono state trapiantate in vaso ed allo stadio di 4-6 foglie sono state trattate con due erbicidi inibitori dell’ACCasi, pinoxaden (Axial Pronto, dose di campo 0.75 L ha-1) e clodinafop (Topik 240, dose di campo 0.25 L ha-1) e con un erbicida inibitore dell’ALS, mesosulfuron+iodosulfuron (Atlantis WG, dose di campo 500 g ha-1). Per ogni erbicida, le piante sono state trattate con 7 dosi diverse (tre repliche di 9 piante per dose) più un non trattato. Al momento del rilievo, quattro settimane dopo il trattamento, è stato contato il numero di piante sopravvissute ed è stato determinato il peso fresco per ogni replica ed ogni trattamento. Con l’analisi dei risultati sono stati determinati gli indici di resistenza e questi sono stati confrontati tra le varie popolazioni.

L’esperimento è stato ripetuto due volte, in primavera ed in autunno 2018.

Tutte le popolazioni testate sono risultate multi-resistenti ad Atlantis e a Topik anche se le popolazioni danesi hanno mostrato un livello di resistenza più basso al clodinafop rispetto alle popolazioni italiane e greche. Una diversa risposta è stata osservata in seguito al trattamento con pinoxaden. Mentre le popolazioni greche ed italiane sono risultate mediamente resistenti al pinoxaden, quelle danesi sono risultate invece suscettibili a questo erbicida, ad eccezione di una popolazione.

Complessivamente, le popolazioni di Lolium spp. raccolte nei tre paesi hanno mostrato un diverso pattern di resistenza che è imputabile ai diversi erbicidi agenti selezionatori che sono utilizzati nei vari paesi.

Per l’attività afferente alla task 2.2, il CNR ha genotipizzato 5-10 piante per ognuna delle popolazioni incluse negli esperimenti dose-risposta della task 2.1 per poi determinare le mutazioni causa della resistenza di tipo target-site nei geni ALS ed ACCasi e sviluppare dei protocolli LAMP (Loop-Mediated Isothermal Amplification) per la detection delle mutazioni più frequenti in Lolium spp.

Il diverso pattern e livello di resistenza delle popolazioni di Lolium indicano che i meccanismi di resistenza coinvolti possano essere diversi, sia di tipo target-site (cioè legato ad una mutazione nel sito bersaglio dell’erbicida) sia di tipo non target-site (cioè legato al trasloco, metabolismo o detossificazione dell’erbicida nella pianta).

Per individuare la presenza di un meccanismo di resistenza di tipo target-site nelle piante delle 12 popolazioni di Lolium in esame, è stato estratto il DNA genomico da piante sopravvissute ad Atlantis, amplificato il gene ALS (1700 bp) e una porzione del gene ACCasi (1600 bp) mediante PCR ed infine i frammenti amplificati sono stati sequenziati. Dal confronto delle sequenze provenienti da piante resistenti e da piante suscettibili sono state individuate le mutazioni puntiformi responsabili della resistenza.

Solo in due popolazioni danesi sono state individuate delle piante resistenti all’inibitore dell’ALS che hanno una mutazione responsabile della resistenza, mentre nessuna mutazione è stata osservata nel gene ACCasi di tutte le piante analizzate nelle quattro popolazioni danesi. Questo risultato indica che nelle popolazioni danesi la resistenza di tipo target-site è limitata solo all’ALS e che un diverso meccanismo di resistenza non target- site è preponderante. Nelle popolazioni greche analizzate sono state invece osservate piante mutate sia nel gene ALS che nel gene ACCasi indicando la presenza di piante multi-resistenti aventi una resistenza di tipo target- site. Tuttavia, in alcune piante ALS-resistenti non è stata osservata nessuna mutazione nel gene ALS ad indicare la presenza di un diverso meccanismo di resistenza. Similarmente alle popolazioni greche, in quelle italiane

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sono state osservate piante multi-resistenti aventi una resistenza di tipo target-site sia per l’ALS che l’ACCasi ma anche piante che non avevano nessuna mutazione in ambedue i geni.

Le popolazioni danesi, italiane e greche che non hanno evidenziato un meccanismo di resistenza di tipo target- site sono state oggetto di studio nella task 2.3 dove sono stati studiati i meccanismi di resistenza di tipo non target-site dal partner danese.

Nei casi di resistenza dovuta alla presenza di mutazioni nella sequenza del gene codificante il target dell’erbicida, è possibile sviluppare delle tecniche basate sull’analisi del DNA per individuare in tempi rapidi le mutazioni e quindi le piante resistenti. Nel presente progetto si è cercato di sviluppare ed applicare la tecnica innovativa LAMP per individuare le piante resistenti di Lolium dovute a mutazioni nei geni target degli inibitori dell’ALS e dell’ACCasi, rispettivamente.

In entrambi i target genico presi in esame, il gene ALS e il gene ACCasi, sono stati identificati diversi SNPs (single nucleotide polymorphisms) responsabili della resistenza nelle piante delle popolazioni danesi, greche ed italiane. Gli SNPs considerati per la messa a punto della tecnica sono le mutazioni nucleotidiche osservate con maggior frequenza nelle popolazioni studiate e che causano modificazioni amminoacidiche in posizione 197, 376 e 574 del gene ALS e in posizione 1781, 2041, 2078 e 2096 del gene ACCasi.

Per la messa a punto della metodica LAMP, il disegno dei primers è complesso e deve tener conto di numerose variabili termodinamiche. Considerando le diverse mutazioni, sono stati disegnati diversi set di primers utilizzando il software PrimerExplorerV5, disponibile in rete. Sulla base dei diversi setting points messi a disposizione dal software, il programma ha consentito di identificare potenziali set, definiti come regular primer o specific primers. I set vengono costruiti considerando i principali parametri che influenzano la reazione LAMP, ovvero contenuto in CG, Tm, stabilità alle estremità di ciascun primer e la capacità di formare strutture secondarie. Considerando il nostro obiettivo, si è proceduto con il disegno di specific primers, definiti in modo tale da includere lo specifico nucleotide, oggetto di mutazione, in specifiche posizioni, in modo da rendere selettivo il processo di amplificazione. Per ciascuna mutazione presa in esame, sono stati disegnati almeno due tipologie di set primers specifici, uno specifico per l’allele wt (wild type) e uno specifico per l’allele mutato, che sono stati testati in parallelo sui diversi campioni con e senza la mutazione specifica.

Per la messa a punto della reazione LAMP si sono considerati dei DNA genomici estratti con il metodo CTAB da foglie di singole piante di Lolium spp. e caratterizzati come wt, eterozigoti o omozigoti per la specifica mutazione nella prima parte del lavoro di questa task.

Ciascun DNA genomico è stato quindi sottoposto a reazione LAMP utilizzando, in modo indipendente, ciascun set di primer specifico per l’identificazione dell’allele wt o mutato. Le reazioni sono state condotte utilizzando uno strumento specifico per questo tipo di analisi, il Genie® II della Optigene, con la relativa OptiGene Isothermal Master mix e 25ng di DNA genomico per ogni reazione secondo le linee guida sperimentali. Le reazioni sono state condotte ad una temperatura costante di 60° per 60’ seguiti poi da una fase di disattivazione enzimatica a 80° per 10’. La visualizzazione del risultato è avvenuta direttamente tramite la visualizzazione delle diverse curve di amplificazione (amplification plot) sullo strumento.

Dopo la messa a punto del protocollo LAMP per ogni mutazione, è stata eseguita una prova di validazione dei diversi protocolli analizzando 5-10 piante selezionate per la resistenza agli inibitori degli ACCasi e a quelli dell’ALS da 7 popolazioni sconosciute. Da queste piante è stato estratto il DNA genomico, sono state analizzate con i diversi set di primer LAMP, per poi essere genotipizzate per confrontare i risultati ottenuti con sequenziamento ed analisi LAMP.

I risultati ottenuti hanno evidenziato come i diversi set di primers hanno una diversa efficienza nel discriminare un allele mutato da un allele wt a secondo della specifica mutazione presa in esame, confermando la fondamentale influenza che ha un determinato contesto nucleotidico nei confronti della buona uscita della

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reazione. Inoltre, per una specifica mutazione si sono riscontrate differenze nell’efficienza dell’amplificazione a secondo delle strategie adottate per la costruzione del primer specifico.

Dei diversi set di primer disegnati per ogni mutazione, almeno uno ha permesso di discriminare con una certa probabilità se un campione testato avesse o meno l’allele mutato preso in considerazione in quella precisa reazione. Testando ogni campione con tutti i set di primer costruiti è stato possibile identificare quale fosse la mutazione causa della resistenza per ognuno. Generalmente, è stato osservato che i protocolli LAMP messi a punto per le mutazioni del gene ACCasi hanno dato risultati più consistenti coi risultati del genotyping con coerenza di risultati nel 66%, 72% e 69% delle piante analizzate per le mutazioni 1781, 2041 e 2078, rispettivamente. Per quel che riguarda il gene ALS, in molti casi non è stato possibile definire se la reazione definisse un allele mutato o meno, probabilmente perché i set di primer costruiti non davano una specificità tale da far partire in modo selettivo una o l’altra reazione.

Sono stati riscontrati diversi limiti nella tecnologia per questo tipo di analisi: la costruzione dei primer è molto specifica per una variante allelica, il che rende la tecnica molto selettiva e inutilizzabile quando ci si trova di fronte a mutazioni date da due o più SNP diversi; per quel che riguarda la mutazione in posizione 197 del gene ALS, ad esempio, dove sono state trovate diverse sostituzioni nucleotidiche in grado di dare un allele resistente, il protocollo LAMP è stato costruito sulla variante più frequente, di conseguenza solo questa viene identificata dalla metodica, mente i meno frequenti vengono identificati come wt; l’utilizzo della tecnica di rilevamento in real-time fa sì che siano necessari sempre due set di primer per ogni mutazione (quello wt e quello mutato) che vengono analizzati in contemporanea per ogni campione rendendo necessario il doppio delle analisi per avere lo stesso risultato; infine, non avendo a disposizione il protocollo LAMP per tutte le mutazioni conosciute ci saranno sempre dei casi di falso-negativo (piante risultate wt con il metodo LAMP ma portatrici di mutazioni puntiformi non frequenti).

In conclusione, questa tecnica può essere utile per fare una statistica all’interno di una popolazione di Lolium spp. resistente agli inibitori del’ALS o/e dell’ACCasi per determinare in che percentuale sia presente una mutazione causa di resistenza target-site al fine di contribuire a implementare una tecnica di gestione della resistenza, ma non potrà mai fare un’analisi esaustiva e completa di una popolazione.

WP3

L’analisi dei risultati del WP1 e del WP2 (pattern e livelli di resistenza agli inibitori dell’ALS, dell’ACCasi e dell’EPSPs e meccanismi di resistenza), e le informazioni storiche raccolte sulla gestione agronomica e le strategie del controllo delle infestanti e della resistenza nei diversi siti dove sono stati raccolte le popolazioni analizzate durante il progetto, sono stati la base per la stesura di linee guida in inglese a livello Europeo per la gestione della resistenza agli erbicidi in Lolium spp.

Nel dettaglio, i dati storici su gestione delle colture e problemi di scarso controllo delle infestanti alle diverse classi di erbicidi sono stati raccolti in Italia, Danimarca e Grecia sulla base di interviste agli agricoltori sulle tecniche utilizzate negli anni precedenti: erbicidi applicati negli ultimi 2-5 anni nelle colture di cereali autunno- vernini e nelle colture perenni (es. erbicidi applicati in pre-emergenza e/o in post-emergenza, miscele di erbicidi con diversi meccanismi d’azione, etc.), rotazioni colturali, tecniche di lavorazione del terreno, e altre pratiche colturali.

Le linee guida Europee sono state quindi delineate sulla base dello stato delle popolazioni di Lolium spp.

resistente agli erbicidi in campo (confermata o non ancora confermata) sia per gli inibitori dell’ALS che

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caso di resistenza agli erbicidi confermata (

re-active situation), lo scopo è quello di gestire la resistenza, per prevenirne un'ulteriore diffusione e per diminuire la banca semi delle infestanti del suolo. Nei campi dove invece la resistenza non è ancora stata identificata (pro-active situation), lo scopo è quello di prevenire o ritardarne l’evoluzione. In ogni caso, la strategia consigliata è quella di cercare di ridurre i semi di piante infestanti vitali nella banca di semi del suolo e di mantenere basso il numero di semi per ridurre al minimo la proliferazione della popolazione esistente e l’evoluzione e la diffusione della resistenza ad erbicidi con diversi meccanismi d’azione.

Lo stesso tipo di analisi è stato fatto per la gestione di Lolium spp. usato come cover crop in agricoltura conservativa. Sono stati esaminati i risultati degli studi fatti negli altri WPs del progetto sull’unica popolazione confermata resistente al glyphosate in Italia considerando anche i possibili meccanismi di resistenza coinvolti (probabile sequestro del glyphosate nei vacuoli che porta ad una traslocazione limitata all'interno delle piante resistenti) e i dati storici sulla gestione colturale in regime di agricoltura conservativa. Anche in questo caso sono state stilate due diversi tipi di linee guida a seconda dello stato della resistenza al glyphosate che includono metodi chimici, colturali, meccanici ed altre pratiche addizionali: in caso di resistenza confermata lo scopo delle strategie “curative” è quello di trovare tecniche alternative per assicurare un buon controllo delle infestanti; nella maggior parte dei casi dove la resistenza al glyphosate non è ancora stata identificata, le strategie “pro-attive” dovrebbero essere adottate per prevenire o per ritardare l’evoluzione della resistenza.

È stata infine fatta un’analisi sugli eventuali problemi e ostacoli pratici/culturali/economici nell’utilizzo di queste linee guida.

Lo stesso approccio è stato seguito per redigere le linee guida specifiche per ognuno dei tre paesi partecipanti al progetto. Le linee guida sono state scritte nelle lingue locali.

Le linee guida per l’Italia sono state pubblicate nel sito web del GIRE (Gruppo Italiano di Lavoro sulla Resistenza agli erbicidi; www.resistenzaerbicidi.it) e sono disponibili al pubblico gratuitamente.

SPAZIO RISERVATO ALL’ESPERTO (qualora designato)

Osservazioni alla relazione tecnico-scientifica

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4. Obiettivi, benefici e criticità del progetto

SPAZIO RISERVATO AL COORDINATORE DEL PROGETTO Descrizione degli obiettivi del progetto

Parte relativa al partner italiano CNR

Obiettivi generali Obiettivi specifici Linee di

attività in WP Risultati attesi

Risultati raggiunti (Se il risultato atteso non è stato raggiunto specificare la motivazione

nel campo note)

a. Mappe di distribuzione dei casi di Lolium resistenti

1. Database con i casi di Lolium spp.

resistenti

 WP1

 Task 1

 Campionamento e biosaggio per confermare la resistenza

 Raggiunto

2. Mappe di distribuzione dei casi di resistenza

 WP1

 Task 2

 Mappe di distribuzione casi di resistenza

 Raggiunto

b. Caratterizzazione dei meccanismi di resistenza

3. Determinazione dei livelli di resistenza delle popolazioni di Lolium multi- resistenti ALS e ACCasi

 WP2

 Task 1

 Indice di resistenza delle popolazioni multi- resistenti

 Raggiunto

4. Studio del meccanismo di resistenza target- site agli inbitori dell’ALS e dell’ACCasi

 WP2

 Task 2

Individuazione mutazioni responsabili della resistenza target- site nei geni ALS e ACCasi

 Raggiunto

5. sviluppo di test molecolari LAMP per una diagnosi rapida della resistenza

 WP2

 Task 2

 Sviluppo tecnica LAMP per diagnosi rapida della resistenza agli inibitori dell’ALS

 Sviluppo tecnica LAMP per diagnosi rapida della resistenza agli inibitori dell’ACCase

 Sviluppo tecnica LAMP per diagnosi rapida della resistenza agli inibitori dell’EPSPs

 Raggiunto

 Raggiunto

 Non raggiunto

(13)

c. Linee guida per la gestione della resistenza e disseminazione dei risultati

5. Linee guida per la gestione della resistenza in Lolium spp. in cereali vernini e colture perenni

 WP3

 Task 1

Linee guida per la gestione della resistenza in Lolium a livello nazionale

 Linee guida a livello europeo

 Raggiunto

 Raggiunto

6. Linee guida per la gestione della resistenza in Lolium spp. in agricoltura conservativa

 WP3

 Task 2

Linee guida per la gestione della resistenza in Lolium in agricoltura conservativa

 Raggiunto

7. Comunicazione e disseminazione

 WP3

 Task 3

 Comunicazione agli stakeholders

 Open-day alla fine del progetto

Parzialmente raggiunto

NOTE

Obiettivo non raggiunto b.5: non raggiunto l’ultimo risultato atteso (Sviluppo tecnica LAMP per diagnosi rapida della resistenza agli inibitori dell’EPSPs) perché in nessuna delle popolazioni analizzate durante il progetto è stata trovata una mutazione responsabile della resistenza target-site agli inibitori dell’EPSPs (glyphosate)

Obiettivo non raggiunto c.7: Gli open-day sono stati cancellati a causa dell’emergenza sanitaria da COVID19

SPAZIO RISERVATO ALL’ESPERTO (qualora designato) Osservazioni al raggiungimento degli obiettivi del progetto

5. Ostacoli occorsi ed azioni correttive messe in atto

Descrivere gli ostacoli occorsi durante la realizzazione delle attività del progetto indicando la linea di attività interessata, l’Unità operativa coinvolta e le azioni che sono state attivate al fine di rimuovere gli ostacoli che impedivano la realizzazione degli obiettivi.

Numero WP

Unità operative

coinvolte Ostacolo Azioni correttive

(14)

2 CNR Difficoltà amministrative dovute al cambio di Istituto dell’unità di ricerca di Legnaro hanno portato all’impossibilità ad assumere un assegnista di ricerca per l’attività di laboratorio nei tempi prestabiliti.

L’assegnista di ricerca è stato assunto a giugno 2019 e l’attività del WP2 si è conclusa raggiungendo tutti gli obiettivi attesi nei tempi prestabiliti.

3 tutte La pandemia da COVID19 scoppiata a

febbraio 2020 non ha permesso di organizzare gli open-day ed il workshop finale che erano previsti nell’ultima parte del progetto.

Il workshop finale si è svolto con modalità online

SPAZIO RISERVATO ALL’ESPERTO (qualora designato) Osservazioni alle azioni correttive messe in atto

Timbro dell’Ente proponente il progetto Firma leggibile del Coordinatore del progetto Dr. Maurizio Sattin

(15)

SPAZIO RISERVATO ALL’ESPERTO (qualora designato)

Valutazione complessiva del progetto

(16)

Luogo e Data Firma leggibile dell’Esperto (qualora designato)

(17)

1te

Inserire una delle 6 aree prioritarie previste dal capitolo 2 del Piano Strategico per l’Innovazione e la ricerca nel settore agricolo alimentare e forestale (2014-2020), ovvero:

Area 1 - Aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell’efficienza delle risorse negli agro ecosistemi Area 2 - Cambiamento climatico, biodiversità, funzionalità suoli e altri servizi ecologici e sociali dell’agricoltura Area 3 - Coordinamento e integrazione dei processi di filiera e potenziamento del ruolo dell’agricoltura Area 4 - Qualità, tipicità e sicurezza degli alimenti e stili di vita sani

Area 5 - Utilizzo sostenibile delle risorse biologiche a fini energetici ed industriali

Area 6 - Sviluppo e riorganizzazione del sistema della conoscenza per il settore agricolo, alimentare e forestale Area 7 - Pesca e acquacoltura

2 Inserire una delle seguenti linee di attività (previste dal Piano Strategico per l’Innovazione e la ricerca nel settore agricolo alimentare e forestale 2014-2020). La linea di attività da inserire dovrà corrispondere all'area strategica di intervento indicata nel precedente campo, ovvero per la:

Area 1 - Inserire una delle seguenti linee di attività:

a. Scelte varietali, di razza, di destinazione d’uso, miglioramento genetico mediante l’utilizzo di biotecnologie sostenibili;

b. Uso sostenibile dei nutrienti, dei prodotti fitosanitari e dei prodotti zooprofilattici, utilizzazione di microrganismi, insetti utili e molecole bioattive per la difesa delle piante;

c. Ottimizzazione dei processi produttivi (tecnica colturale, alimentazione, benessere animale, pratiche di prevenzione, risparmio energetico, ecc.), anche mediante l’utilizzo di sistemi di supporto alle decisioni (telerilevamento, agricoltura e zootecnia di precisione, meccanizzazione integrale, robotica e altri sistemi automatici intelligenti, applicazione di principi e strumenti di intelligenza artificiale ecc.) e biotecnologie sostenibili;

d. Soluzioni tecnologiche per il miglioramento degli impianti e delle strutture aziendali;

e. Gestione efficiente della risorsa idrica e della qualità delle acque;

f. Conservazione, conservabilità e condizionamento delle produzioni (riduzione degli sprechi, conservanti naturali ecc.);

g. Strumenti e sistemi funzionali alla gestione aziendale (pianificazione, costi di produzione, diversificazione ecc.) e alla sua caratterizzazione (impronta ecologica).

Area 2 - Inserire una delle seguenti linee di attività:

a. Strategie per la mitigazione e per lo studio dell’adattamento al cambiamento climatico;

b. Valorizzazione delle varietà e razze locali e salvaguardia delle risorse genetiche;

c. Tutela del fattore “suolo”: conservazione, qualità, fertilità e salvaguardia della biodiversità microbica;

d. Valorizzazione di alcuni servizi ecologici forniti dal settore primario: manutenzione e ripristini ambientali, verde urbano, agricoltore/selvicoltore custode, bonifica dei terreni inquinati ecc.;

e. Valorizzazione del ruolo sociale dell’agricoltura: “agricoltura sociale”, relazioni urbano – rurale, accettabilità sociale dell’attività agricola.

Area 3 - Inserire una delle seguenti linee di attività:

a. Soluzioni organizzative, economiche e sociali alle difficoltà strutturali di integrazione orizzontale e verticale nei distretti e nelle filiere;

b. Soluzioni tecnologiche per il miglioramento dei processi di filiera;

c. Sviluppo di sistemi distributivi, commerciali, promozionali e di marketing.

Area 4 - Inserire una delle seguenti linee di attività:

a. Produzione di alimenti di qualità per tutti (food security);

b. Miglioramento, tutela e tracciabilità della qualità e della distintività e adeguamento dei relativi standard di certificazione;

c. Tecniche sostenibili per la trasformazione, conservazione e confezionamento dei prodotti agroalimentari;

d. Valorizzazione della relazione tra alimentazione e salute e della valenza nutraceutica dei prodotti agroalimentari.

Area 5 - Inserire una delle seguenti linee di attività:

a. Sviluppo e razionalizzazione delle filiere di biomasse e di biocarburanti con adeguati requisiti di sostenibilità ambientale ed economica;

b. Sviluppo di bioraffinerie per la produzione di materiali industriali e mezzi tecnici a partire da residui e scarti agricoli nell’ottica dell’adeguata remunerazione del settore agricolo.

Area 6 - Inserire una delle seguenti linee di attività:

a. Nuovi strumenti di governance per il coordinamento e l’efficienza del sistema della conoscenza: analisi dei fabbisogni, pianificazione, monitoraggio, valutazione ecc.;

b. Promozione del trasferimento dell’innovazione mediante servizi di supporto, formazione e consulenza alle imprese agricole, alimentari e forestali;

(18)

3 Inserire uno degli 13 settori produttivi previsti dall’Allegato A del Piano Strategico per l’Innovazione e la ricerca nel settore agricolo alimentare e forestale (2014-2020), ovvero:

a) Zootecnico;

b) Orticolo;

c) Cerealicolo;

d) Viticolo;

e) Frutticolo;

f) Olivicolo;

g) Biologico;

h) Floricolo;

i) Forestale;

j) Innovazione sociale;

k) Piante officinali;

l) Risicolo;

m) Pesca e acquacoltura.

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