L'uso delle specie della macchia mediterranea per parchi, giardini
ed arredo urbano
Claudio Cervelli (*), Barbara De Lucia (**)
(*) Istituto Sperimentale per la Floricoltura – Sanremo (**) Dip. Scienze delle Produzioni Vegetali - Università di Bari
Premessa
Le specie legnose (in particolare gli arbusti) costituiscono l'elemento dominante della macchia mediterranea.
Condizioni climatiche evoluzione di peculiari caratteristiche morfologiche, fisiologiche e fenologiche
Importanza dal punto di vista ornamentale
Fogliame sempreverde
Sclerofillìa: resistenza meccanica
Colore verde di varie tonalità, talvolta di aspetto lucido
Fogliame
colorazioni particolari
(presenza di fitta peluria o di cerosità)
Presenza di cultivar a fogliame variegato
Ridotta superficie fogliare e ramificazione accentuata Regolare conformazione arrotondata e chioma compatta
Grande varietà di forme, colori e dimensioni dei fiori
Anche molto appariscente
Periodo: fine-inverno, primavera; possibile rifioritura.
Interessanti le fioriture invernali
Fioritura
Ampia gamma di forme, colori, dimensioni
Interesse ornamentale: frutti carnosi colorati a maturazione autunnale ed invernale
Presenza contemporanea di fiori e frutti
Frutti
Roma antica
Dall’epoca tardo-repubblicana Roma risente dell’influsso ellenistico (giardino come luogo di piacere).
Si diffonde l’uso delle piante per esclusivo effetto decorativo.
- horti picti delle ville romane e pompeiane -
Storia del giardino
Alberi molto utilizzati: i pini, il leccio, il cipresso.
Mirto, alloro e bosso erano utilizzati nei giardini privati in quanto facilmente modellabili
diffusi anche il viburno tino, l’oleandro ed il corbezzolo
nemora tonsilia ars topiaria
herbae topiariae: mirto, bosso, pungitopo, rosmarino, corbezzolo e cipresso
Medioevo: confinate negli orti monastici (l’hortus conclusus) - piante aromatiche
nel giardino islamico l’uso di sempreverdi è prevalente:
cipresso ed il mirto
Nel giardino rinascimentale le specie sempreverdi, vengono preferite in quanto il giardino, essendo concepito come una composizione architettonica, può mantenersi col suo aspetto per tutto l’anno: bosso ed al tasso (nativi di climi più freddi), l’alloro, il mirto, l’olivo, il viburno tino.
Cambiamento deciso alla fine del XVIII secolo: giardino paesistico
grandi viaggi di esplorazione: introduzione massiccia di piante esotiche
preponderanza di specie ornamentali da fiore.
Le specie autoctone tornano in auge nei primi del ‘900 con l’affermazione dell’ecologia del paesaggio, che lega la pianificazione e la riqualificazione territoriale al più ampio contesto ambientale.
In Italia soprattutto a partire dagli Anni Settanta.
Paesaggio: rapporto con “associazioni climax” quali indicatori ecologici e la “fitogeografia culturale”, cioè lo studio delle interrelazioni tra vegetazione e società.
L’uso della macchia nel verde urbano e periurbano rientra a pieno diritto in questo discorso per la funzione che può svolgere, nell’ambiente mediterraneo, di ricollegamento tra città e aspetti vegetazionali del territorio .
Il XX e XXI secolo
Importanza del verde come indicatore della qualità della vita in ambito urbano:
Potenzialità delle piante di incidere favorevolmente sull’ambiente fisico.
Funzione igienico-sanitaria, ricreativa, educativa, migliorando il senso di soddisfazione dei cittadini per l’ambiente in cui vivono.
Quadro specifico di sviluppo sostenibile del verde urbano:
Possibilità delle piante della macchia, di favorire la diversità e la stabilità biologica, di migliorare lo stato fitosanitario del verde nel suo complesso, di ridurre la necessità di opere ed oneri relativi alla manutenzione, oltre a fornire maggiori garanzie nei nuovi
impianti ed in condizioni non modificabili (es. tipo di terreno).
1. Modeste esigenze pedologiche, nutrizionali, irrigue, elevata resistenza agli stress e alle malattie, capacità notevole di adattamento all’inquinamento e alle avversità climatiche.
Resistenza senza danno ad alcuni gradi sotto zero, a differenza di molte specie tropicali introdotte.
2. Resistenti alla salinità del substrato e agli aerosol marini:
impiegabili nella sistemazione a verde delle aree a mare
Vantaggi e versatilità
3. Architettura specie arbustive:
forme regolari ed arrotondate, dimensioni molto variabili;
mantenimento in forme preordinate potatura facilmente meccanizzabili.
4. Ricchezza floristica, della varietà di forme e colori (fogliame, fiori e frutti).
5. Molteplici accostamenti di colori sfruttando le particolari cromaticità del fogliame.
6. Decoratività estesa a tutto l’anno (sempreverdi)
7. Specie aromatiche: presenza di intensi aromi e fragranze 8. Impiegabili anche per finalità:
- Didattiche: giardini naturali nelle scuole
- Terapeutiche: per la riabilitazione e per i non vedenti
Pino (Pinus pinea, P. pinaster, P. halepensis) Cipresso (Cupressus sempervirens)
Leccio (Quercus ilex)
Carrubo (Ceratonia siliqua) Alloro (Laurus nobilis)
Bosso (Buxus spp.)
Oleandro (Nerium oleander)
Palma nana (Chamaerops humilis) Tamerici (Tamarix spp.)
Specie tradizionali
Pino, leccio, cipresso
Carrubo
Alloro
Palma nana
Oleandro
Specie di utilizzo più recente
Mirto (Myrtus communis)
Lentisco (Pistacia lentiscus)
Corbezzolo (Arbutus unedo)
Fillirea (Phillirea spp.)
Alaterno (Rhamnus alaternus)
Lentaggine (Viburnum tinus)
Teucrio (Teucrium fruticans)
Cisti (Cistus spp.)
Altre specie
Lavanda
(Lavandula angustifolia)
Altre specie di Lavanda
Lavandula dentata
Lavandula x allardi
Lavandula stoechas
Rosmarino
(Rosmarinus officinalis)
Salvia (Salvia officinalis)
Timo (Thymus spp.)
Santolina (Santolina spp.)
Elicriso (Helichrysum spp.)
Specie per giardini a mare
Frutti:
Specie erbacee
Specie da valorizzare
Elementi del verde urbano
Alberature stradali e filari
Siepi, divisori e spalliere
Forme libere ed obbligate Spartitraffico
Divisori vari
Aiole, bordure e parterre
Superfici rocciose
Stabilizzazione e ricoprimento di superfici rocciose (di origine naturale o antropica) in ambiente urbano.
Maggiore efficacia rispetto alle sole opere ingegneristiche di contenimento
Riduzione dell’impatto visivo delle superfici nude Specie rupicole per superfici verticali con anfratti Uso di specie particolarmente rustiche
Ricoprimento di pendii o superfici orizzontali
Consolidamento di superfici inclinate
Coprisuolo: rosmarino prostrato, diversi timi, Halimione portulacoides.
Esemplari
esemplari di pronto effetto: olivo, carrubo, corbezzolo, sughera.
Forme di allevamento particolari
Impostazione fin dalla fase vivaistica:
alberelli, piramidi, siepi, spalliere Aree pubbliche
Piccoli spazi (massimo sfruttamento dello spazio disponibile):
giardini di piccole dimensioni, aree pubbliche in concessione privata , piante in fioriere
scelta maggiore di specie e tipologie
alberetti di alloro, mirto, viburno tino, corbezzolo piramidi di alloro
spalliere di alloro e viburno tino piante aromatiche
Aromatiche – forme di allevamento
Esempi di arredo verde
moderno
Considerazioni conclusive
Negli ultimi decenni numerosi cambiamenti hanno riguardato in Italia non solo la pianificazione e la gestione del verde urbano (inteso nel suo senso più ampio), ma anche la concezione del rapporto uomo-città-ambiente.
Il concetto della naturalità del verde e della wilderness urbana, le problematiche agronomiche e gestionali di parchi e giardini, lo sviluppo di un nuovo gusto estetico hanno recentemente indirizzato gli operatori professionali ed i singoli cittadini verso l'uso preferenziale di piante autoctone o naturalizzate, a scapito di piante esotiche che hanno fornito spesso risultati deludenti.
Su queste basi si inserisce l'attenzione che oggi si va delineando verso le piante della macchia mediterranea.
Esse sono in grado non solo di offrire elementi ornamentali eccellenti grazie alla variabilità di forme, dimensioni e colori delle numerose specie e varietà esistenti, ma anche di inserirsi armoniosamente nel contesto paesaggistico del nostro territorio e di costituire una base solida per uno sviluppo sostenibile del verde, arricchendosi di valenze storico-culturali e sociali, per le funzioni che tali piante possono svolgere nell'ambito del moderno rapporto del cittadino con la società in cui vive