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1 . STUDIO DELLO STATO DI FATTO

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Academic year: 2021

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 7

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. STUDIO DELLO STATO DI FATTO

1.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Gli edifici presi in considerazione per il lavoro di tesi si trovano in via Bronzetti a Pisa, nel quartiere di Sant'Ermete.

figura 1.1. Vista planimetrica della città di Pisa. Fonte: Google Maps.

Sono diciotto gli edifici riconducibili al tipo considerato per la valutazione strutturale. Tutte queste costruzioni, sia per il copioso numero di persone che possono ospitare, sia per la grande superficie sulla quale si estendono complessivamente, comportano la individuazioni di un zona abbastanza riconoscibile nell'assetto urbano attuale.

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 8 figura 1.2. Vista altimetrica degli edifici soggetti allo studio. Fonte: Google Maps. La disposizione degli edifici riesce a creare all'interno del quartiere varie zone che sono state attrezzate come spazi verdi, con presenza di alberi ad alto e medio fusto: si crea così una sorta di giardino pubblico. La zona sembra richiamare il concetto di 'villaggio' riproposto spesso dagli urbanisti del secondo dopoguerra.

Come è possibile osservare dalla figura 1.2. il quartiere si estende per buona parte della sua lunghezza adiacentemente al percorso della linea ferroviaria e si affaccia sulla Strada Statale 206.

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 9 figura 1.3. Vista del complesso edilizio dalla Strada Statale 206 Emilia

Tutti gli edifici hanno lo stesso grado di angolazione rispetto al Nord e presentano le superfici dotate di aperture finestrate nella direzione Est-Ovest.

1.2. INQUADRAMENTO STORICO

Il complesso edilizio presente in Sant'Ermete a Pisa è nato col programma INA-Casa che nel secondo dopoguerra si è occupato di una vasta ricostruzione degli edifici in tutto il territorio nazionale. Durante la fase di ricostruzione del patrimonio edilizio italiano, nel 1947 anno di costruzione dei fabbricati, la preoccupazione principale era quella di permettere alla popolazione di tornare a vivere in case in qualche modo confortevoli e disposte in modo tale da aumentare la produttività della ricostruzione urbanistica: sorgono così veri e propri 'villaggi' vicino alle fabbriche e nelle periferie delle città. Il quartiere di via Bronzetti aveva proprio in questo lo scopo della sua nascita.

Il bisogno di assegnare con una certa premura un'abitazione al maggior numero di persone nel minor tempo possibile ha fatto si che in quegli anni, complice anche una limitata conoscenza

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 10 del comportamento delle strutture, e una evidente mancanza di fondi, gli edifici costruiti siano di scarsa qualità architettonica e abbiano carenze nei riguardi delle scelte tecnologiche. Ciò si può evincere da alcune caratteristiche come solai di spessore inferiore al dovuto o materiali poco adatti allo scopo per il quale sono chiamati a funzionare.

Nonostante ciò, gli edifici continuano attualmente ad ospitare un grande numero di persone, sempre nella formula della casa popolare. Il quartiere ha acquisito negli anni una certa riconoscibilità visto il grande numero di edifici quasi identici e la presenza di giardini pubblici.

1.3. RELAZIONE ILLUSTRATIVA

Gli edifici nel quartiere di via Bronzetti si rifanno ad un unico modello strutturale qui in seguito descritto.

I fabbricati presi in considerazione sono adibiti a residenze ed hanno sempre avuto tale destinazione d'uso. Non dovrebbero quindi essere avvenuti cambiamenti radicali nella conformazione degli appartamenti. Ogni edificio presenta dodici appartamenti per due rampe di scale autonome con entrate indipendenti.

La struttura presenta tre piani fuori terra ed un piano seminterrato nel quale sono presenti le cantine dei vari appartamenti. La pianta dell'edificio è rettangolare con dimensioni di 29,5x8,18 metri e l'altezza complessiva tocca quota 12,23 metri.

figura 1.4. Pianta dei piani sopraelevati della struttura

Per le valutazioni strutturali è stata presa in considerazione un'altezza, da pavimento a pavimento, pari a 3,11 metri mentre per quanto riguarda la distanza da pavimento a soffitto è stata stimata 2,90 metri: ciò comporta ad avere solai di altezza pari a 21 centimetri. Tali solai

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 11 presentano come tipologia costruttiva quella del latero-cemento, anche se con i rilievi eseguiti non è stato possibile chiarire la presenza o meno di cordoli di calcestruzzo in prossimità della sommità delle pareti. Il piano seminterrato, originariamente costruito come spazio tecnico per l'areazione dell'edificio, nel tentativo di eliminare le forme di degrado dovute al contatto diretto del solaio del piano terra col terreno, viene ora utilizzato come cantina dai residenti. Ha un'altezza pari a 1,60 metri e non è da considerarsi nel conteggio della superficie utile.

figura 1.5. Il piano seminterrato adibito attualmente a cantina dai residenti

Le pareti esterne hanno uno spessore di 33 centimetri e sono formate da blocchi in laterizio semipieni. Le pareti interne sono invece formate da mattoni in laterizio pieni e hanno uno spessore minore: 24 centimetri. Sia per i muri esterni che per gli interni è stata rilevata la presenza di uno strato intonacato su entrambe le facciate di spessore di 1,5 cm, portando cosi le larghezze effettive delle tamponature e tramezzature a 36 e 27 centimetri.

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 12 figura 1.6. Dettaglio della muratura esterna non intonacata

Dalla figura 1.6. è possibile evincere la composizione disomogenea della murature e per questo non riconducibile ad una determinata modalità costruttiva della parete.

La copertura dell'edificio è realizzata con una struttura leggera in legno sulla quale sono appoggiati coppi in laterizio. L'altezza della copertura è di 1,50 metri e crea una proiezione in pianta maggiore dell'area alla base di dimensioni 31,5x10,18 metri dovuta a cornicioni di 100 centimetri. Il tetto è a quattro falde con pendenze di 16° nella direzione dei prospetti Ovest e Est e di 32° nella direzione Sud e Nord.

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 13 figura 1.7. Vista dal basso del sistema di copertura

La sovrastruttura in legno è sorretta da elementi in falso in laterizio e poggia sul solaio di sommità dell'edificio; questo è realizzato con elementi prefabbricati e rifinito con uno strato di calcestruzzo con rete metallica. Lo stato dell'opera di tale solaio è in forte stato di degrado viste anche le caratteristiche dei materiali utilizzati all'epoca. Sono presenti inoltre travi in legno lavoranti a trazione aventi la funzionalità di collegare le pareti più distanti tra loro per consentire all'edificio di comportarsi più uniformemente.

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 14 figura 1.8. Tecnologia costruttiva della copertura

La facciata Est dell'edificio presenta due ingressi alla struttura oltre a tre file di aperture finestrate, in corrispondenza di ogni piano fuori terra. In relazione al piano seminterrato sono presenti otto finestre di tipo vasistas di dimensione 97x42 centimetri. Per quanto riguarda il primo ed il secondo piano sono presenti sei finestre a doppia anta di dimensioni 100x150 centimetri e quattro finestre a singola anta di dimensioni 50x150 centimetri. In corrispondenza del piano terra si avranno meno finestre in quanto presenti le porte di ingresso all'edificio; si avranno quindi quattro finestre a doppia anta e quattro finestre a singola anta (le dimensioni sono riconducibili a quelle espresse in precedenza).

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 15 La facciata Ovest presenta una disposizione simile a quella della facciata Est con una fila di finestre in corrispondenza di ogni piano e una fila di vasistas per il piano seminterrato. Per ogni piano fuori terra si possono notare sei finestre a doppia anta e otto finestre a singola anta. Per il piano seminterrato sono presenti dieci finestre di tipo vasistas. Le aperture ricavate nelle murature per far spazio alle finestre non trovano corrispondenza di posizione tra la facciata Ovest e la facciata Est.

figura 1.10. Prospetto Ovest

Nelle altre due facciate, la Nord e la Sud, non sono presenti aperture.

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1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO 16 La struttura portante dell'edificio è costituita dalle murature che sono presenti per tutta l'altezza della costruzione.

1.4. VITA NOMINALE DELL'EDIFICIO

La vita nominale dell'opera strutturale è intesa come il numero di anni nei quali la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata. Essendo quella in esame una opera ordinaria di importanza normale, è stato scelto come valore della vita nominale:

= 50

1.5. CLASSE D'USO

Essendo in presenza di azioni sismiche le costruzioni sono suddivise in classi d'uso come definite al punto §2.4.2 delle NTC08. La costruzione presa in esame è stata definita come in Classe II essendo previsti in essa normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per l'ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. A questa valutazione segue la scelta di un coefficiente che tiene conto delle considerazioni appena svolte:

= 1,0

1.6. PERIODO DI RIFERIMENTO

Le azioni sismiche sulla costruzione verranno valutate in relazione ad un periodo di riferimento che si ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicandone la vita nominale

per il coefficiente d'uso .

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