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Lo studio paleopatologico dell’individuo BC 05

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Academic year: 2021

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Lo studio paleopatologico dell’individuo BC 05

Figura 83: mummia di individuo femminile.

Descrizione

Si tratta di una adolescente di 15-18 anni, in base alla eruzione dentaria ed alla fusione epifisaria.1 Il corpo giace supino, con la testa ruotata verso destra, le mani giunte sul pube e gli arti inferiori piegati verso destra; assenti i piedi, perduti post mortem. Buono lo stato di conservazione di cute, tessuti muscolari, organi interni ed apparato scheletrico. Evidenti lacune a livello della porzione destra del volto e sul capo sono dovute probabilmente all’azione di piccoli roditori.

Essa indossava una lunga veste di canapa, di colore naturale, sfrangiata al collo ed ai polsi (a simulare probabilmente del pizzo), trattenuta sotto il seno da un laccio di cotone e da due in corrispondenza degli avambracci; sotto la veste una sottoveste sottile di colore. Come unica forma di contenzione un laccio in cotone annodato

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sopra le ginocchia. Nessun elemento di corredo è stato trovato. L’evidente lacuna nella regione superiore sinistra del torace è attribuibile danneggiamento post-mortale.

Figure 84: Particolare delle mani. Figura 85: Particolare di un’unghia.

La datazione

Dallo studio della documentazione fotografica emerge che l’individuo BC 05 è stata una delle ultime salme ad essere deposte. La fattura artigianale della veste rende mal databile l’abbigliamento, ma lo si può comunque riferire al periodo compreso tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo.2 La veste chiara sta probabilmente a simboleggiare la purezza dell’individuo che l’indossa. Un abito molto simile, ma di fattura più raffinata, ritrovato indosso ad una mummia di una giovane della serie di Ferentillo (Terni) è stato interpretato dagli storici del costume come un probabile abito da sposa.

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Esame macroscopico

Il processo di disidratazione del corpo è di tipo medio, cioè con segni di decomposizione della superficie cutanea nelle regioni declivi, organi interni collassati e gli organi addominali parzialmente decomposti.

L’individuo presenta un buono stato di conservazione della cute, anche se sono

Non ha evidenziato alcuna alterazione della cute e delle parti scheletriche esposte, mentre l’apparato stomatognatico ha rivelato una anomalia di due denti definitivi dell’arcata superiore destra. Il secondo incisivo (I2

) ed il canino (C’) mostrano una parziale atrofia della corona con abnorme ipoplasia dello smalto che ha alterato la normale morfologia dentaria. Il canino mostra inoltre una colorazione più scura dello smalto.

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Esame radiologico

La completa assenza di alterazioni degenerative della colonna, dei femori, del ginocchio, della tibia e del perone confermano la giovane età del soggetto.

Figura 88: RX antero-posteriore della Figura 89: RX latero-laterale porzione del cranio centrale e destra della pelvi

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TC (Tomografia Computerizzata)

Ha evidenziato tre calcificazioni pleuriche a livello del mediastino ed ha confermato i risultati dell’esame radiologico.

Figura 90: TC cranio

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Figura 93: TC torace con noduli calcifici (frecce).

Discussione e conclusioni

L’evidente malformazione del secondo incisivo e del canino dell’arcata mascellare destra (quelli di sinistra e dell’arcata mandibolare sono andati perduti post mortem) appare patognomonica della sifilide congenita tardiva, che sir Jonathan Hutchinson riconobbe, già alla fine del XVIII secolo, nella triade sintomatologica: anomalie dentarie, sordità e danno oculare.3 Come riporta l’Autore in un suo caso «il secondo incisivo ed il canino definitivi dell’arcata superiore destra hanno un aspetto

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irregolare ed il canino in particolare sembra avere un’escrescenza al suo centro»; le stesse anomalie risultavano invece assenti nella parte sinistra e nell’arcata inferiore. 4

La sifilide congenita trasmette il Treponema pallidum per via transplacentare dalla madre sifilitica al feto.5 Attualmente è una malattia rara ed anche i casi noti in paleopatologia sono pochi.6

Le tre calcificazioni pleuriche, evidenziate con la TC, sono invece compatibili con esiti calcifici di tubercolosi polmonare. La sede, la forma e le minute dimensioni delle formazioni nodulari dimostrano un processo infiammatorio pregresso.

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Hillson & al. 1998.

5

Steinbock, 1976; Aufdherheide 1998.

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Lo studio paleopatologico dell’individuo BC 06

Descrizione

La mummia, in buono stato di conservazione, appartiene ad un individuo di sesso maschile, di statura medio-alta (170 cm)7, deceduto fra i 25 e i 35 anni.8 Il corpo è disteso sul dorso , leggermente piegato verso sinistra e con arti inferiori flessi.

Lo stile del vestito, composto da: una giacca lunga (stretta da una fascia alla vita andata perduta), una camicia con ampie maniche e pantaloni al polpaccio (chiusi con bottoni che venivano indossati sotto gli stivali), ha permesso una datazione alla metà del XVIII secolo9 e la verosimile attribuzione ad un soldato.

Figura 94: Mummia di individuo maschile.

Figura 95: Raffigurazione del soggetto al momento della deposizione.

7 Trotter and Gleser, 1958. 8

Ubelaker 1989, Scheuer & Black 2004.

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Il polso destro mostrava una fasciatura, al disotto della quale compariva una ferita trasversale con margini slabbrati.

Figura 96: Particolare della fasciatura al polso destro.

Figura 97: Particolare della ferita al polso destro.

La metà inferiore della coscia destra recava una grande fasciatura circolare, fermata con nodi multipli. Sotto la fasciatura era presente una medicazione, ancora in situ, con uno zaffo che penetrava all’interno di una soluzione di continuo della cute. Tolto lo zaffo, è comparsa una ferita della regione laterale della coscia, di forma ovalare (2

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x 1,5 cm), attraverso la quale erano visibili alcune schegge ossee. L’apertura dei piani cutanei e muscolari della coscia ha confermato che si trattava delle schegge ossee della diafisi femorale.

Figura 98: Fasciatura con nodi multipli alla coscia destra.

Figura 99: Particolare della lesione alla coscia destra.

La metà inferiore della coscia sinistra, purtroppo completamente scheletrizzata, recava anch’essa una fasciatura circolare con una zaffatura, ma l’osso del femore non presentava fratture o lesioni.

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Figura 100: Fasciatura alla coscia sinistra.

Esame radiologico

L’esame radiologico non ha evidenziato lesioni delle ossa dell’avambraccio e della mano destra, mentre ha evidenziato una frattura comminuta circoscritta al terzo inferiore della diafisi femorale destra, con presenza di piccoli frammenti metallici.

L’assenza di artrosi vertebrale, inoltre, ha confermato l’età adulta, ma non avanzata, del soggetto.

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Figura 102: RX antero-posteriore della Figura 103: Particolare della frattura comminuta. coscia destra.

Discussione e conclusioni

La lesione ovalare e laterale della coscia, la frattura comminuta e circoscritta della diafisi del femore destro e, soprattutto, la presenza di minuti frammenti metallici (visibili radiologicamente) attestano che ci si trova di fronte ad una ferita da arma da fuoco.10 La forma circolare della lesione cutanea e le sue dimensioni si adattano bene al calibro di 18 mm dei proiettili dei fucili militari della seconda metà del XVIII secolo11 e permettono di identificarla come un tipico foro di ingresso.

Ci troviamo di fronte, quindi, agli esiti di uno scontro bellico, durante il quale l’individuo fu gravemente ferito da un colpo di fucile che, penetrato lateralmente,

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Spitz, 1993.

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dopo avere prodotto la frattura esposta e comminuta del femore destro, perforò anche la coscia sinistra, senza causare lesioni ossee. La lesione da fendente al polso destro è quasi sicuramente riferibile allo stesso evento.

Il ferito fu soccorso e curato, ma morì, verosimilmente per complicanze infettive, nei giorni immediatamente successivi all’evento.

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Lo studio paleopatologico dell’individuo BC 12

Descrizione

La mummia ha uno stato di conservazione diversificato; si presenta, infatti, scheletrizzata nella parte superiore (con colonna vertebrale esposta), mentre sono ben conservati i tessuti di bacino e pelvi. Gli arti superiori ed inferiori sono scheletrizzati, ma presentano tracce di cute.

Figura 105: mummia di individuo femminile.

Il corpo è in posizione supina con le braccia distese lungo i fianchi e le mani giunte sul pube. BC 12 è un individuo di sesso femminile, di statura media (circa 153 cm)12 e di età adulto-matura a giudicare dall’edentulia e dall’artrosi diffusa.

La donna indossava una lunga veste (solo in parte conservata) di colore scuro, con decorazioni floreali, una sottoveste di colore chiaro e calze di lana fino al ginocchio.

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Figura 106: particolare della veste Figura 107: particolare delle calze.

Un rosario con grani di legno scuro è stato trovato sotto le mani intrecciate. Lo stile dell’abbigliamento rende possibile datare la mummia alla metà del XVIII secolo.13

La veste dell’individuo BC 12 segue una tipologia comune tra le popolazioni rurali dell’Italia centrale dei secoli scorsi.

Figura 108: Contadine del XIX secolo. Figura 110: Contadine del XIX secolo.

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In fase di studio, nella regione toracica, sono stati rinvenuti alcuni frammenti di un fazzoletto in seta, a righe chiare e scure, probabile forma di contenzione del mento.

Figura 111: Fazzoletto in seta a righe.

Figura 112: laccio in tessuto; forma di contenzione delle mani.

L’individuo presenta un buono stato di conservazione dello scheletro; mentre i tessuti molli sono conservati solo nella regione addominale; tracce di cute sono presenti sul cranio, sugli arti e sulle estremità.

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Figura 113: veduta laterale del cranio edentulo.

L’individuo presenta edentulia. Le vertebre cervicali, le coste e l’articolazione del gomito sinistro appaiono disarticolate; è evidente, inoltre, una disconnessione tra l’ottava e la dodicesima vertebra toracica.

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Le articolazioni del gomito presentano un quadro di artrosi grave, con vistoso orletto osteofitico ed eburneizzazione, in particolare a livello dell’olecrano (freccia rossa).

Figura 115: Grave artrosi del gomito.

La colonna vertebrale è interessata da grave artrosi con vistosa osteofitosi.

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Esame radiologico

L’analisi radiologica ha evidenziato: una significativa scoliosi, modificazioni degenerative della spina, con osteofitosi e schiacciamento nel tratto lombare, una diffusa osteoporosi ed una calcificazione bilaterale dell’arteria femorale.

Figura 117: RX antero-posteriore del torace, con evidente osteofitosi e schiacciamento nel tratto lombare.

Nel bacino, la radiografia ha evidenziato, inoltre, la presenza di un grosso calcolo vescicale, di forma sferoidale (7,5 cm di diametro) che è stato asportato.

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Figura 118: RX antero-posteriore del bacino con grosso calcolo vescicale nella pelvi.

Il calcolo

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Figura 120: Il calcolo di 7,5 cm di diametro

Il calcolo vescicale mostra una forma rotondeggiante con tre linee di frattura che lo e lo dividono in tre parti; ha le dimensioni di 7.5 cm di diametro ed peso 110 g. La superficie si presenta; di colore grigio con diverse gradazioni e componente giallastra. Sul calcolo sono state eseguite le seguenti analisi: SEM microscopio elettronico a scansione; EDS: spettroscopia a dispersione di energia e XRD: diffrattometria di massa.

L’analisi chimica del calcolo ha evidenziato in percentuale i seguenti elementi: Mg 35,05- P 53,28- K 1,41- Ca 10,26 (su superficie); Mg35,45– P 61,65- K 1,50- Ca1,40 (su spot) che suggeriscono una eziologia infettiva di questa calcolosi. 14 Le analisi hanno inoltre evidenziato una concentrazione di ossigeno = 33.54, % carbonio = 25.36%, azoto = 37.28%, con piccole percentuali di calcio magnesio, fosforo e potassio, mentre gli altri elementi come silicio, sodio, zolfo e cloro sono risultati essere completamente assenti dalla struttura esterna.

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Il diffrattogramma, infine, suggerisce chiaramente che i livelli esterni sono essenzialmente composti da fosfato idrato di magnesio e ammonio, conosciuto, nella fase cristallina, come struvite, mentre nella struttura lamellare ed al centro sono presenti sali di ammonio e di acido urico.

Discussione e conclusioni

Un calcolo di tali dimensioni provocò, sicuramente, nel soggetto molti disturbi ed il malfunzionamento dell’apparato urinario, oltre a lesioni ed infezioni alla vescica. La diffusa osteoporosi, evidenziata dell’esame radiologico, è verosimilmente da porre in relazione con lo stato di inabilità conseguente la calcolosi vescicale e le sue complicanze.I Sali di ammonio di acido urico, trovati nel nocciolo del calcolo, costituiscono una delle più comuni componenti dei calcoli vescicali, mentre il fosfato di magnesio e ammonio, trovato negli strati esterni, è meno frequente.

Studi epidemiologici, effettuati su popolazioni attuali, indicano la dieta quale maggior componente nell’incidenza della calcolosi vescicale. E’ stato dimostrato come la scarsa assunzione di proteine, combinata con una alimentazione basata prevalentemente su cibi di origine vegetale, è responsabile della calcolosi vescicale. Questa tipo di dieta diminuisce l’escrezione di fosfato urinario, con la conseguente formazione di calcoli di ossalato di calcio e di acido urico.

Il calcolo in esame è riferibile quindi a fattori ambientali, almeno nella sua fase iniziale.

Nel tempo il calcolo è diventato di dimensioni notevoli fino a raggiungere i 7.5 cm ed ha probabilmente causato lo stato di immobilizzazione della donna e il

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sopraggiungere di un’infezione vescicale che ne provocò, con tutta probabilità, il decesso.

In Umbria la calcolosi vescicale era endemica, come attesta l’antica tradizione della litotomia, che era la principale specializzazione della scuola chirurgica di Preci, famosa fin dal Medioevo.

Figura 121:Abbazia di Sant’Eutizio (X-XIV secolo), sede della scuola medica preciana

Figura

Figura 83: mummia di individuo femminile.
Figura 86: L’ apparato dentario                           Figura 87: Particolare di I 2  e C’
Figura 91: TC torace e bacino.                Figura 92: Tc bacino ed arti inferiori.
Figura 95: Raffigurazione del soggetto al momento della deposizione.
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