INTRODUZIONE
Il presente lavoro ha come obiettivo quello di definire il peso politico avuto da tutti quegli uomini che, formati come servitori della famiglia Medici nei primi anni del Cinquecento, e soprattutto nell’ambiente politico romano del pontificato di papa Clemente VII, se non addirittura di Leone X, rimasero sulla scena del governo fiorentino agli inizi del principato, servendo in veste di segretari privati e pubblici il duca Alessandro de’ Medici e, almeno per i primi anni, Cosimo I.
Per definire l’entità di questo peso politico, lo sguardo si è focalizzato non tanto sulla funzione istituzionale e istituzionalmente definita della carica ricoperta nella cancelleria privata o pubblica, quanto piuttosto sull’identità particolare, e per così dire “unica e irripetibile”, di questi personaggi, i quali vissero in larga parte, accanto alla famiglia Medici, i momenti storici della teorizzazione, della nascita, e dell’affermazione del principato mediceo, attraversandone le tappe nei primi decenni del Cinquecento.
La scelta dei limiti temporali del 1532 e del 1543, come anche quella di guardare a questi anni come ad un periodo storico tutto sommato unitario, deriva da diversi fattori.
Il 1532 è l’anno tradizionalmente individuato come quello della nascita del principato: le “ordinazioni” sancirono formalmente e costituzionalmente il passaggio dalla repubblica di Firenze a una signoria medicea dal carattere ereditario nella figura del duca Alessandro de’ Medici, posto da papa Clemente VII al vertice del sistema politico fiorentino.
Il 1543 è l’anno in cui Cosimo I de’ Medici, superate alcune delle difficoltà
e dei problemi rimasti latenti nei tredici anni precedenti, riuscì a conquistare
sul piano della politica internazionale un primo livello di indipendenza,
ottenendo la restituzione delle fortezze di Firenze e Livorno, oltre a consolidare le basi del suo potere interno già poste da Alessandro, tanto che da quell’anno darà avvio a una riforma istituzionale delle strutture del governo fiorentino istituendo e rafforzando le cariche degli Auditori fiscale, della giurisdizione e delle riformagioni, riforma che culminerà, sul piano del potere politico assunto “personalmente” dal duca, nella creazione della Pratica segreta nel 1545 e delle nuove magistrature incaricate di occuparsi del Dominio. Nel 1543, inoltre, scomparì definitivamente dalla scena politica fiorentina Maria Salviati, figura che per il giovane Cosimo I e per la formazione e mediazione col suo entourage ricoprì un ruolo fondamentale.
Nel mezzo a queste due date troviamo quindi un periodo di scarsa istituzionalizzazione di tutte quelle figure che direttamente collaborarono col duca nella gestione degli affari di stato, un periodo in cui le strutture fondamentali della costituzione del principato rimasero formalmente immutate e in cui il potere del duca si espresse secondo il costruirsi di una pratica quotidiana, più che un sistema istituzionalmente definito secondo le sue esigenze.
Proprio in questo periodo molto particolare della storia istituzionale del
principato si inserì l’opera degli uomini al centro del presente lavoro, uomini
nuovi e provenienti da una formazione molto simile, che prestarono il loro
servizio e le loro capacità a entrambi i primi due duchi di Firenze. Il peso
politico che ebbero in una fase così liquida dell’attribuzione dei poteri alle
singole cariche risulta di difficile indagine se prestiamo attenzione solo alla
funzione istituzionale di queste. Per questo l’attenzione è stata posta
soprattutto sul peso che la storiografia, a partire da quella coeva, attribuì a
questi uomini per il periodo di Alessandro (in mancanza di documentazione),
per passare poi ad un’osservazione del loro carteggio quotidiano per gli anni
successivi, cercando di ricostruire attraverso le lettere e degli “indizi” presenti
in esse, quale dovesse essere la loro reale influenza sul giovane Cosimo I.
Attraverso l’osservazione della quotidiana contiguità che questi uomini ebbero con il secondo duca di Firenze, è possibile cercare di restituirgli quell’importanza sempre suggerita e data per scontata per il periodo di Alessandro, ma generalmente mai indagata nel dettaglio per i primi anni del principato cosimiano, forse proprio perché per il periodo successivo al 1543 è possibile rintracciarne la funzione nelle vesti più istituzionalmente definite degli Auditori e dei cancellieri pubblici o nella segreteria privata a seguito dell’ampliamento e definizione dei ruoli di questa cominciato nel 1546.
Il tema del ruolo svolto dalle segreterie nel principato mediceo è oggetto di studio da ormai molti anni
1. La storiografia più recente, a partire dal fondamentale saggio introduttivo di Giuseppe Pansini al primo volume dell’Inventario del Carteggio universale di Cosimo I
2, si è concentrata sulle origini e sullo sviluppo di questo sistema, individuato già agli inizi del Novecento da Antonio Anzilotti
3come uno dei nodi centrali per comprendere le modalità attraverso cui il potere individuale del principe, e più precisamente di Cosimo I de’ Medici, riuscì ad affermarsi in opposizione alla
1
Per una rassegna della storiografia del ventesimo secolo sull’argomento cfr. L.
Mannori, Effetto domino, in La Toscana in età moderna (secoli XVI-‐XVIII). Politica, istituzioni, società: studi recenti e prospettive di ricerca, Arezzo 12-‐13 ottobre 2000, Atti del Convegno, a cura di M. Ascheri e A. Contini, Firenze, Olschki, 2005, pp. 59-‐90.
Alcuni contributi più recenti, utilizzati nel presente lavoro, sono: O. Rouchon, L’invention du principat médicéen (1512-‐1609) in Florence et la Toscane XIV
e-‐XVI
esiècles. Les dynamiques d’un État italien, sous la direction de J. Boutier, S. Landi, O.
Rouchon, Presses Universitaires de Rennes, 2004, pp. 65-‐90 (trad. it. Mandragora, 2010); A. D’Addario, Organi legislativi ed attività normativa dello stato fiorentino nell’età del principato di Cosimo I de’ Medici, in Letteratura, verità e vita: studi in onore di Gorizio Viti, a cura di P. Viti, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2005, pp. 311-‐
340; I. Domenichini, Alle origini del principato cosimiano: il ruolo dei segretari attraverso l'analisi e la descrizione dei documenti dell'Archivio Mediceo del principato (1542-‐1559), Facoltà di Lettere e Filosofia, tesi di laurea specialistica in scienze archivistiche e bibliotecarie, Università di Pisa, Relatore: D. Toccafondi, 2005-‐2006.
2
G. Pansini, Le segreterie nel principato mediceo, in Carteggio universale di Cosimo I de’
Medici, Inventario, I (1536-‐1541), a cura di A. Bellinazzi e C. Lamioni, Firenze, Giunta Regionale Toscana -‐ La Nuova Italia, 1982, pp. IX-‐XLVIII.
3
A. Anzilotti, La costituzione interna dello stato fiorentino sotto il duca Cosimo I dei
Medici, Firenze, Francesco Lumachi, 1910 e Id., La crisi costituzionale della Repubblica
Fiorentina, Firenze, Francesco Lumachi, 1912 (rist. an. Roma, Multigrafica, 1967).
“dualità di poteri” che la riforma costituzionale del 1532 avrebbe dovuto garantire alla repubblica di Firenze riconquistata dai Medici.
Anche la cancelleria fiorentina, osservata nelle sue linee di sviluppo a partire dal “sistema mediceo” utilizzato da Cosimo il Vecchio negli anni trenta del Quattrocento, che subì una trasformazione con le riforme di età laurenziana e culminò nella restaurazione medicea degli anni 1512-1527 e nel breve periodo di passaggio dalla repubblica al principato del 1530-1532, è stata presa in esame dal presente lavoro, onde ritrovare quali furono i punti di contiguità e di rottura che si ebbero con l’avvento del principato. Questa è stata indagata anche alla luce del fatto che alcuni di questi uomini militarono nella cancelleria pubblica fiorentina ai tempi della restaurazione medicea.
Contributi fondamentali sull’argomento, oltre all’ancora utilissima opera di Demetrio Marzi
4, sono gli studi operati da Vanna Arrighi e Francesca Klein
5.
Infine, data la centralità delle singole personalità che contribuirono con la loro influenza al governo del principato di questi anni configurandosi agli occhi del Segni come “agenti forestieri”
6, fondamentale è stato l’utilizzo delle opere a carattere biografico che li riguardano, partendo da quelle più antiche sino ad arrivare ai contributi più recenti presenti nella letteratura e nel Dizionario Biografico degli Italiani.
Per tentare di raggiungere l’obiettivo prefissato e ricostruire quindi una fase della storia politica del principato in cui protagonista fu, oltre i duchi e le figure più tradizionalmente note dello scenario nazionale e internazionale, anche tutta quella sfilza di “agenti forestieri” individuati dal Segni come uno
4
D. Marzi, La cancelleria della Repubblica Fiorentina, 2 voll., Rocca San Casciano, 1910 (rist. an., Firenze, Le Lettere, 1987).
5
Valga intanto nominare la ricostruzione presente in V. Arrighi -‐ F. Klein, Aspetti della cancelleria fiorentina tra Quattrocento e Cinquecento in Istituzioni e società in Toscana nell’età moderna. Atti delle giornate di studio dedicate a Giuseppe Pansini, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1994, pp. 148-‐164 e la bibliografia qui indicata.
6