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La conceria tratta la pelle dal momento della scuoiatura fino all’ingrasso1, attraverso una serie di procedimenti che verranno descritti nel paragrafo successivo. Questi procedimenti fanno in modo che la pelle venga preparata per poi essere utilizzate dalle fabbriche che la rendono commercializzabile come la conoscono gran parte della popolazione, vale a dire scarpe, borse, abbigliamento, ecc.

'HILQL]LRQHGHOOHSULQFLSDOLRSHUD]LRQLHIIHWWXDWHVXOODSHOOHJUH]]D

SHUWUDVIRUPDUODLQFXRLR





 'DOEHVWLDPHDOODSHOOHJUH]]DFRQVHUYDWD

La pelle è scarsamente utilizzabile allo stato naturale perché è soggetta a putrefazione.La concia ha quindi la funzione di eliminare questi inconvenienti, utilizzando opportune sostanze di origine vegetale, animale e sintetica.

La pelle è composta per l'1% dall'epidermide, per l'85% dal derma e per il 14% dallo strato sottocutaneo o "carne". La parte che interesserà la concia è esclusivamente il derma che diventa cuoio.

Il cuoio è costituito da fasci di fibre composte di fibrille più fini, che s’intrecciano fra loro formando una rete di tessuto.

Nell'attività conciaria è importante la distinzione fra la parte superiore del derma, a contatto con l'epidermide, che costituisce il fiore, caratteristico per ogni razza animale, e la parte sottostante denominata crosta oppure carne.

A monte delle operazioni effettuate sulla pelle grezza per trasformarla in cuoio segue il seguente schema:

1 Il termine ingrasso viene usato per definire l’ ammorbidimento della pelle.

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Bestiame (livestock)

Pelle Fresca (Hide-fresh) Scuoiatura

(Flaying) Macellazione (Slaughter-house)

Carne (Meat)

Pelle conservata (Hide-cured=pelle grezza)

6FKHPD±'DOEHVWLDPHDOODSHOOHJUH]]DFRQVHUYDWD



La pelle, dopo naturalmente essere stata scuoiata e salata per la conservazione, viene opportunamente tagliata a seconda del tipo di parte di pelle che si voglia produrre. Una delle prime operazioni effettuate utilizzando tutta la pelle è la cosiddetta "gropponatura a frassame"

vale a dire si ricava dalla pelle la "spalla", il "groppone" ed una coppia di fianchi, com’ è illustrato nella ILJXUD . La gropponatura viene generalmente eseguita manualmente (vedi ILJXUD) in quanto ogni pelle è diversa dalle altre.

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)LJXUD5DSSUHVHQWD]LRQHGLXQDSHOOHGLERYLQR

)LJXUD(VHFX]LRQHGHOODJURSSRQDWXUD



(4)

 )DEEULFD]LRQHGHOFXRLR

Un processo tecnologico conciario può suddividersi in tre fasi essenziali:

$±/DYRULGLULYLHUD

%±&RQFLD

&±ODYRULGLULILQL]LRQH



$±/DYRULGLULYLHUD consistono in una serie di lavori che preparano la pelle alla concia vera e propria (6FKHPD) destinate ad eliminare quelle parti che non si trasformeranno in cuoio.

A.6 Completamenti sul lavoro di riviera A.5 Del calcinazione e macerazione A.4 Purga da fiore a sgrassaggio A.3 Scarnatura

A.1 Rinverdimento

A.2 Calcinaio e Depilazione A.2.2 Depilazione con pastina depilatoria

A.2.3 Depilazione

A.2.1 Depilazione o slavatura al riscaldo

$

6FKHPD±6FKHPDGHLODYRULGLULYLHUD

$5LQYHUGLPHQWR

Si tratta di ricondurre la pelle ad uno stato “simile” a quello dalla pelle fresca; in altre parole serve per reidratare la pelle. Questa operazione viene realizzata immergendo le pelli in vasche o in apparecchi con agitazione (bottali, aspi, etc.) ovviamente pieni d’ acqua, ed eventuali prodotti chimici che agevolano l’ operazione stessa.

Altra funzione importante del rinverdimento è quella di solubilizzare una parte delle proteine globulari e delle albumine. Questa operazione va condotta con tecniche diverse a seconda del tipo di pelle usato. Le pelli, a cui è rivolto questo studio, non richiedono accorgimenti particolari in quanto sono pelli salate fresche e la durata non supera, nella generalità dei casi, le 12-24 ore.

In ogni caso si deve tener presente che una pelle ben riverdita, cioè floscia e pulita, reagirà molto meglio ai successivi trattamenti. A rinverdimento avvenuto, le pelli vengono scolate dall'eccesso

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di acqua e quindi pesate, ottenendo così il peso rinverdito, sul quale si possono calcolare le quantità di prodotti necessari per l'operazione successiva, il calcinaio.

$&DOFLQDLRH'HSLOD]LRQH

Queste due operazioni vengono fatte insieme, anche queste come il rinverdimento vengono fatti in bottali come quelli mostrati in ILJXUD.

La depilazione ha lo scopo di eliminare o di facilitare l’ eliminazione dell’ epidermide e dei peli (o della lana).

Il calcinaio è invece un’ azione chimica sul derma, e provoca una degradazione delle fibre.

Questa degradazione fa aumentare la reattività del collagene con i prodotti conciati e influisce anche sulle proprietà fisiche del cuoio finito. L’ intensità di questa degradazione fa aumentare la PRUELGH]]D del cuoio.

Con il calcinaio otterremo quindi:

-Depilazione

-Saponificazione parziale dei JUDVVL

-Gonfiamento più o meno pronunciato del GHUPD Le pelli calcinate si presentano viscide, gonfie e molto sensibili ad azioni meccaniche, chimiche ed a sbalzi di temperatura. Il calcinaio è considerato fondamentale nella lavorazione delle pelli, perché errori nella sua conduzione sono difficilmente rimediabili con le operazioni successive.

)LJXUD%RWWDOLGRYHYHQJRQRHVHJXLWLLSURFHVVLGLULQYHUGLPHQWRHFDOFLQDLR

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$'HSLOD]LRQHRVODYDWXUDDOULVFDOGR si utilizza questo fenomeno per allentare la lana e permettere la sua eliminazione per strofinamento nel caso delle pelli ovine esotiche.In effetti queste pelli sono ricoperte di un velo di ottima qualità, la cui lana è lunga e fine. Si tratta di pelli di merinos. Il derma, al contrario, è generalmente di qualità inferiore.

L’ operazione consiste ne mettere le pelli riverdite in un locale, ermeticamente chiuso, e che sia fresco e umido.

$ 'HSLOD]LRQH FRQ SDVWLQD GHSLODWRULD Il metodo precedentemente descritto permette di recuperare la lana, senza che abbia subito degradazione alcuna, ma non può dirsi lo stesso della pelle. In questo caso si recupera di certo la lana, ma bisogna avere cura anche della pelle.

Per raggiungere questo scopo viene utilizzato il metodo della “pastina depilatoria”: Il lato carne viene spalmato con una pasta composta da un miscuglio di calce e solfuro di sodio. Le pelli così trattate vengono impilate carne contro carne.

Dopo 5 6 ore di sosta in pila, la lana si stacca per effetto di una debole trazione.

$ 'HSLOD]LRQH La depilazione è un’ operazione meccanica con la quale si elimina l’ epidermide e i peli allentati o degradati con il calcinaio.

Quando le pelli sono state trattate con calcinai poco attivi, i peli non sono molto degradati. È allora necessario utilizzare una macchina (a depilare), la quale per strofinamento separa i peli.

$6FDUQDWXUD6SDFFDWXUD

/DVFDUQDWXUD è un’ operazione meccanica che elimina il tessuto sottocutaneo, e si può fare sia a mano che a macchina. La macchina è denominata “scarnatrice”(ILJXUD). Le lame del cilindro operatore di questa macchina tagliano il tessuto sottocutaneo, che cade a brandelli ed è quello che viene denominato ³FDUQLFFLR´ , sottoprodotto ingombrate, di cui il conciatore deve sbarazzarsi.

2 Il riscaldo è un termine usato nella conservazione e denota inizi di putrefazione

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PELLE CALCINATA

PELLIE SCARNATA

1) Cilindro trascinatore 2) Cilindro di trasporto e

appoggio

3) Cilindro trascinatore 4) Cilindro scarnatore

)LJXUD6FKHPDGHOODIDVHGLVFDUQDWXUDHSULQFLSLRGLIXQ]LRQDPHQWRGHOOD

PDFFKLQDVFDUQDWULFH



Si passa alla VSDFFDWXUDche avviene con la macchina a spaccare (ILJXUD). Si opera facendo passare la pelle tra due cilindri fra i quali si trova una lama rotante che esegue la divisione tra fiore e crosta.

In seguito a queste operazioni, viene eseguito sulla pelle il SHVRLQWULSSD , sul quale si potranno calcolare le percentuali dei prodotti occorrenti alle operazioni fino alla concia compresa

PELLE FIORE PELLE CROSTA

PELLE SCARNATA

1) Cilindro ruotante superiore 2) Cilindro ruotante inferiore 3) Lama spaccatrice

)LJXUD6FKHPDGHOODIDVHGLVSDFFDWXUDHSULQFLSLRGLIXQ]LRQDPHQWRGHOOD

PDFFKLQDVSDFFDWULFH

3 3HVRLQWULSSD: vedi glossario.

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$3XUJDGDILRUHRVJUDVVDJJLR

Questa operazione è destinata ad eliminare meccanicamente, per attrito, i residui epidermici intrappolati nei follicoli piliferi, al fine di ottenere un fiore appropriato e liscio. In effetti se questi residui rimangono nella pelle danno, dopo la concia, dei prodotti duri che rendono il cuoio rugoso.

Sovente i coloranti si fissano in modo differente nei vari punti e ciò provoca una disuniformità del cuoio tinto.

$'HFDOFLQD]LRQHHPDFHUD]LRQH

Con le operazioni precedenti è stato eliminato, da una parte l’ epidermide e peli, e dall’ altra il tessuto sottocutaneo. Non rimane che il derma della pelle, che è quella parte della pelle che verrà trasformata in cuoio.

A questo stadio del processo conciario il derma non è puro. È una combinazione di collagene con i prodotti usati per la depilazione e per il calcinaio. In più, sotto la azione dei prodotti alcalini usati, il derma si è gonfiato, cioè ha assorbito una grande quantità di acqua. In questo stato non è possibile passare all’ operazione di concia.

È necessario pertanto eliminare i prodotti combinati con i collagene e questo obiettivo viene raggiunto con l’ operazione denominata “ decalcinazione”

Con la decalcinazione si eliminano dalla pelle le sostanze alcaline di cui essa è impregnata:

solfuri, solfidrati e la calce. In questo modo si porta il pH della pelle, che era superiore a 12 per effetto del calcinaio, ad un pH di 7,5-8,5, ai cui valori sarà possibile effettuare la macerazione.

Le pelli devono essere sollecitate nel bottale il meno possibile e ad un basso numero di giri (4-6 al minuto). Prima di effettuare questa operazione bisogna praticare un lavaggio con acqua (300%) per pulire la pelle e per eliminare una buona quantità di calce. In seguito si aggiunge il 2% di cloruro di ammonio (NH4Cl). Con la decalcinazione quindi, le pelli provenienti dal calcinaio che presentano un rigonfiamento più o meno pronunciato, si "sgonfiano" e il pH viene portato fino a valori di pH di 7,5/8,5. Il tempo è di 1-2 ore in bottale, poi un riposo di circa 12 ore.

Macerazione: questa fase ha la finalità di eliminare i residui proteici che non interessano, i residui di follicolo e di epidermide; di produrre un allentamento delle fibre della pelle, completando così l'azione preparativa del calcinaio; inoltre deve rendere il fiore più liscio e più pulito. Per fare questo occorrono dei maceranti che all'inizio del secolo erano rappresentati solamente da sterco di cane e di piccione mentre oggigiorno invece vengono impiegati enzimi estratti dal pancreas miscelati a sali di ammonio che abbassano il pH. Gli enzimi reagiscono in piccole quantità e devono essere diluiti su di un supporto inerte.

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$&RPSOHWDPHQWLVXOODYRURGLULYLHUD

Le operazioni importanti che vengono fatte dopo il calcinaio sono: la decalcinazione, la purga da fiore e la scarnatura.

La prima operazione è di natura chimica, mentre le altre due sono di natura meccanica. Le pelli Uscite dal calcinaio sono pronte per essere liberate, ripulite dalle parti inutili, che sono:

- tutto ciò che è rimasto sul lato fiore;

- tutto ciò che è rimasto sul lato carne.

Ultimati i lavori di riviera non rimane che il derma dalla pelle iniziale, quasi puro.

Questo materiale è denominato “ pelle in trippa” ed è: “ una sostanza bianca, vischiosa, molto putrescibile” .

La pelle in questo stato (pelle in trippa) non si conserva.

È dunque necessario passare alla concia, e nel tempo più breve possibile.

Ora in certi casi si pratica un trattamento intermedio, che non è né un’ operazione di riviera, né un’ operazione di concia.

È il piclaggio (o pickel 4).

Questa operazione consiste nel trattare la pelle in trippa con una soluzione di acido forte con del sale (cloruro di sodio).

Generalmente si usa: H2SO4 e Na Cl (sale marino).

Il pickel acidifica e disidrata la pelle e viene utilizzato per due scopi differenti:

- per la conservazione della pelle in trippa (pelli piclate) - per preparare la pelle in trippa all’ operazione di concia.

%±&RQFLD

La concia è essenzialmente l'impregnazione della pelle con sostanze che si fissano irreversibilmente alla medesima e ne impediscono la putrefazione senza alterarne la morbidezza, la flessibilità e la struttura.

La concia è il trattamento della pelle in trippa in modo da trasformarla in cuoio.

La pelle in trippa è un prodotto:

- molto idratato:

- molto putrescibile;

- molto sensibile all’ acqua calda;

- corneo e translucido allo stato secco.

4 Pickel è un termine inglese che vuol dire in senso proprio “ sottoaceto” e nell’ industria conciaria serve per indicare un bagno di acido e sale detto “ salamoia acida” .

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Il cuoio è invece un prodotto:

- poco idratato;

- imputrescibile;

- più resistente all’ acqua calda;

- opaco, flessibile, o plastico allo stato secco.

I prodotti capaci di reagire, di fissarsi sulla pelle in trippa e di provocare la concia sono un certo numero e di natura diversa. Per comodità si classificano in tre grandi famiglie:

1. Prodotti vegetali (tannini);

2. Prodotti minerali (sali d’ allume, sali di ferro o zolfo);

3. Prodotti organici non appartenenti al regno vegetale (i più utilizzati sono i sali di cromo).

La concia ha trasformato la pelle in trippa in cuoio. Arrivati a questo stadio il materiale ottenuto è imputrescibile e può essere conservato, sotto alcune condizioni, per alcuni mesi.

Questo cuoio viene messo in commercio con il nome di “ wet-blue” per i cuoi conciati al cromo, mentre nel caso di cuoi conciati al vegetale si parlerà di “ cuoi in crosta”5

&±ODYRULGLULILQL]LRQH

Le operazione sono molte e varie, e dipendono dal tipo di cuoio rifinito che si vuole ottenere.

In generale si possono raggruppare tutte le operazioni di rifinitura in tre famigli che vengono rappresentate con i seguenti schemi:

&

C.1 Operazione meccaniche

C.2 Operazioni chimiche

C.3 Essiccamento

6FKHPD±2SHUD]LRQLGLULILQLWXUD SDUWH 

5 Il termine crosta nell’ espressione “ cuoio in crosta” , vuol dire cuoio conciato (ma non rifinito), mentre il termine crosta si riferisce alla parte ottenuta per spaccatura (cioè la parte sottostante il fiore)

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&

C.1 Operazioni meccaniche

C.1.1 Operazioni sul cuoio umido

C.1.2 Operazioni sul cuoio essiccato

1.1.1 Asciugaggio (sammying) 1.1.2 Spaccatura (splitting) 1.1.3 Rasatura (sbavino)

1.1.4 Messa al vento (setting –out) 1.1.5 Ritenitura (resetting) 1.2.1 Cilindratura (rolling) 1.2.2 Palissonatura (staking)

1.2.3 Smerigliatura da carne o da fiore (fluffing) 1.2.4 Lissatura (glazing jack)

1.2.5 Stiratura (buffing) 1.2.6 Satinatura (plating-bot) 1.2.7 Stampaggio (printing) 1.2.8 Palmellatura (boarding)

6FKHPD±2SHUD]LRQLGLULILQLWXUD SDUWH 

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6FKHPD±2SHUD]LRQLGLULILQLWXUD SDUWH 

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%UHYLFRPPHQWLVXDOFXQLSXQWLLPSRUWDQWLGHJOLVFKHPLSUHFHGHQWL

C.1 Operazioni meccaniche:

C.1.1 Operazioni meccaniche sul cuoio umido:

1.1.1 Asciugaggio (sammying): eliminazione meccanica di una grande %di acqua.

1.1.2 Spaccatura (splitting): per ottenere due o più strati6. 1.1.3 Rasatura (shaving): per ottenere uno spessore uniforme

1.1.4 Messa al vento (setting-out): questa operazione consiste nello stirare il cuoio per

eliminare le pieghe, ed attenuare le increspature e dare al cuoio una superficie piana. Essa viene effettata dopo le operazioni chimiche in umido e prima dell’ essiccazione. Questa operazione è sempre preceduta da un ascigaggio.

1.1.5 Ritenitura (resetting)7: è una seconda messa a avento eseguita sul cuoio semi-secco.

Questa operazione è quasi esclusivamente praticata nella fabbricazione di cuoio lisciati della concia vegetale.

C.1.2 Operazioni meccaniche sul cuoio essiccato:

1.2.1 Cilindratura (rolling): fatta con la macchina a cilindrare, e impartisce una migliore compattezza delle fibre(cuoio da suola).

1.2.2 Palissonatura (staking): per ammorbidire il cuoio e viene praticata su tutti i cuoi, ad eccezione, evidentemente del cuoio per suola. L’ operazione viene effettuata con un palissone, e consiste nello stirare con vigore il cuoio in tutte le direzioni, allo scopo di separare le fibre le une dalle altre, e dare cosi al cuoio morbidezza (vedi ILJXUHH). Perche la palissonatura sia efficace, bisogna inumidire i cuoio con un 25-28 % di acqua. Questo inumidimento viene chiamato “ messa in umido” della palissonatura8

6 In genere la spaccatura si fa sulla pelle in trippa.

7 Dovrebbe avere lo stesso nome della messa a vento, cioè setting-out, dal momento che viene fatta sulla stessa macchina, ma la lingua inglese ha due termini.

8 Questa operazione è denominata condizionatura, e sostituisce la vecchia “ messa in segatura” . Alcuni conciatori sostengono che la messe in segatura dà risultati migliori, perché ha un’ azione più graduale della condizionatura fatta a macchina.

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)LJXUD6FKHPDGHOODIDVHGLSDOLVVRQDWXUD

)LJXUD3HOOLSDOLVVRQDWH

1.2.3 Smerigliatura da carne o da fiore (fluffing): operazione praticata sul fiore o sul lato carne per modificarne l’ aspetto. Da i conciatori di scamosciato all’ olio questa operazione è denominata dolatura9, e si esegue sul lato carne. Questa operazione serve per dare un aspetto vellutato alla superficie del cuoio.

1.2.4 Lissatura (glazing jack): per dare un aspetto brillante al cuoio (per esempio nella rifinizione alla caseina dei capretti-chevreax)

9 In francese si dice dolage ed è smerigliatura da carne

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1.2.5 Stiratura (buffing): da un aspetto liscio e brillante alla superficie del cuoio.

1.2.6 Satinatura (platin- hot): lo stesso di prima, ma fatta con piastra calda

1.2.7 Stampaggio (priting): cioè riproduce una grana artificiale, per imitare certi fiori rari (rettili)

1.2.8 Palmellatura (boarding): eseguita sia a mano con la palmella o a macchina e serve per dare al cuoio una certa grana. In passato aveva solo lo scopo di complementare l’ ammorbidimento del cuoio oliato. Attualmente, benché l’ ammorbidimento non sia da trascurare, serve a fare risaltare una grana particolare sul lato fiore.

C.2 Operazioni chimiche:

C.2.1 Tintura (eseguita sul cuoio umido): Ha lo scopo di colorare il cuoio per fissazione chimica dei coloranti sulle fibre. Questa operazione viene realizzata più o meno in profondità nello spessore del cuoio secondo gli articoli da fabbricare.

Nel caso di concia al cromo, dove si parte dal cuoio umido, bisogna prima di tutto diminuire l’ acidità proveniente dall’ evoluzione dei sali di cromo. Si procede allora a una neutralizzazione con carbonato di sodio sui cuoi spaccati a rasati, sotto agitazione quindi in bottale.

Si procede quindi a questa preparazione alla tintura, con una riconcia, operazione che condiziona l’ ottenimento delle proprietà che si vogliono sul cuoio finito. Secondo la qualità e l’ aspetto del cuoio e secondo anche la sua destinazione, viene effettuato il trattamento nello stesso bottale per mezzo di tannini vegetali, o sintetici, con delle resine o ancora con una miscela di questi prodotti.

È da notare che la penetrazione e la fissazione dei coloranti sul cuoio si fa in condizioni assai precise, e ciò necessita di bagni di trattamento e di controlli molto rigorosi.

C.2.2 Ingrasso (sempre sul cuoio umido): Questa operazione consiste nel fare assorbire al cuoio delle quantità variabili di sostanze grasse con lo scopo, sia di mantenere la morbidezza del cuoio, sia di conferirgli una certa impermeabilizzazione all’ acqua, sia tutte e due le cose, la ILJXUD mostra come diventano le pelli dopo essere sottoposta alla operazione dell’ ingrasso.

Quando lo scopo è di mantenere una certa flessibilità del cuoio, le quantità di sostanze grasse introdotte sono relativamente piccole, da 3 a 6 % nel cuoio finito. Se invece lo scopo è quello d’ impermeabilizzare il cuoio (caso di tomaia per scarpe da montagna, scarponi militari, etc.) allora bisogna assorbire al cuoio quantità più grandi di sostanze grasse, fino al 30%

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)LJXUD3HOOLLQJUDVVDWH

In pratica le tecniche d’ ingrasso sono tre:

- Ingrasso per emulsione; per introdurre piccole quantità di grasso - Messa in olio; per far assorbire grandi quantità di grasso al cuoio

- Messa in sego (o sevo); per cuoi particolari, per esempio i cuoi tecnici, bisogna fare assorbire al cuoio del sego fuso anidro.

C.2.3 Rifinizione propriamente detta (sul cuoio essiccato): si tratta di dare al cuoio un aspetto superficiale conveniente ed alcune proprietà conforme all’ uso, al quale è destinato.

Queste condizioni permettono di migliorare uniformemente e in una certa misura di correggere la sfumatura, la nuanzatura (blending)

Si può dare alla pelle un aspetto più o meno brillante e conferirgli delle proprietà di resistenza all’ acqua, allo sfregamento e facilitarne l’ uso, la manutenzione.

Per raggiungere questi obiettivi esistono un gran numero di possibilità, ma in generale si tratta, nella maggior parte dei casi, di preparati più o meno coprenti, coloranti o non.

Sono dispersioni di pigmenti colorati in soluzioni ed emulsioni più o meno plastiche.

Le differenti rifinizioni si distinguono essenzialmente in base alla natura del legante, i pigmenti dispersi essendo gli stessi in tutti i casi. Si distinguono quattro classi di rifinizioni:

2.3.1 Rifinzione all’ acqua:

2.3.2 Rifinizioni cellulosiche;

2.3.3 Rifinizione a base di polimeri sintetici;

2.3.4 Vernici.

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C.3 Essiccamento: Questa operazione può avere delle conseguenze tecniche (influenza sulla qualità del cuoio) ed anche economiche (influenza sul prezzo di vendita).

In modo del tutto generale si raccomanda di non essiccare troppo rapidamente e ad alte temperature. Ma l’ operazione non deve essere troppo lunga, perché ciò provocherebbe una immobilizzazione del materiale e ci sarebbe bisogno di grandi superfici per gli impianti di essiccamento (essiccatori aerei anche molto grandi come quello mostratati in ILJXUD). Si cercano allora dei compromessi in tutti i casi possibili che si presentano.

Per il cuoio concianto al vegetale, è difficile, senza rischiare di nuocere alla qualità, accelerare l’ essiccamento. È per tale motivo che i cuoi vengono essiccati all’ aria naturale o in locali che riproducono le condizioni naturali.

Nel caso invece di cuoi al cromo, meno sensibili al calore, è possibile accelerare l’ essiccamento. Pertanto bisogna prendere in considerazione i diversi stadi ai quali fare essiccare i cuoi.

ILJXUD(VVLFFDWRLDHUHL 



C.3.1 Primo essiccamento dopo la concia, tintura e ingrassaggio: vengono utilizzati due metodi:

- Essiccamento per appenditura, i cuoi appesi ad un trasportatore circolano in un tunel riscaldato e ventilato. La temperatura aumenta mano a mano che l’ umidità dei cuoi diminuisce nel senso di spostamento degli stessi. Durante questa operazione la pelle si deforma, perde la superficie piana.

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- Essiccamento su piastra, vengono incollati su grandi piastre di vetro. Queste circolano poi dentro un tunel riscaldato e ventilato. Con questo metodo la pelle conserva la sua superficie piana al massimo.

C.3.2 Secondo essiccamento: dopo la palissonatura i cuoi, che sono stati riumidificati, devono essere di nuovo essiccati. Ma in questo caso la quantità di acqua da eliminare è relativamente piccola.

Bisogna ugualmente nel corso di questo essiccamento fare conservare al cuoio la sua superficie piana ed evitarne la concentrazione. Per fare ciò il conciatore dispone di due metodi:

3.2.1 Essiccamento su telai (drying frame): in questo caso i cuoi vengono tesi per mezzo di speciali pinze su telai a rete. I telai attraversano poi un tunel riscaldato da aerotermi e ventilato. All’ uscita dall’ essiccatoio le pelli vengono tolte dal telaio.

3.2.2 Essiccamento sottovuoto (o vacuum): in questo caso i cuoi vengono appoggiati fra due grosse piastre di una macchina speciale, che si apre a forma di libro. Una delle due piastre è riscaldata, l’ altra è porosa e permette di fare il vuoto fra le due piastre. Il vapore d’ acqua viene eliminato rapidamente, poiché il cuoio è fortemente disteso sulla piastra riscaldata.

Riferimenti

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