1. Introduzione
La malattia di Parkinson (MP) fu identificata per la prima volta come sindrome neurologica da James Parkinson nel 1817, sebbene alcune caratteristiche del morbo furono descritte precedentemente. Più tardi Charcot e il suo gruppo descrissero l’aspetto clinico di questa patologia, ponendo in risalto due sintomi importanti quali il tremore e l’acinesia.
Negli anni successivi gli studi riguardanti la progressione della patologia furono ampiamente riportati dalla scuola neurologica francese. Richer e Meige (1895) fornirono dettagli sull’aspetto clinico e morfologico delle fasi progressive che caratterizzano il morbo; restano tuttora i più importanti studi sulla malattia di Parkinson.
Un quadro completo sulla patologia e una chiara definizione delle lesioni cerebrali si ebbero solo nel 1953 grazie a Greenfied e Bonsanquet e successivamente a Hoehn e Yahr che riportarono la morbilità e la progressione clinica del morbo in un importante articolo, distinguendo il decorso della patologia dalla fase I alla V e indicando come punto cruciale della patologia la fase III, caratterizzata da un’insufficienza del riflesso posturale.