Premessa
Il presente lavoro propone un tentativo di ricostruzione della simbologia iconografica delle monete incuse di Kaulonia, e di alcune delle serie successive ad esse, sulle quali sono state avanzate numerose ipotesi che ancora non sembrano aver chiarito pienamente la questione.
Se tale rappresentazione sino ad oggi ha attirato l’attenzione di storici e studiosi solo in merito all’identificazione del tipo principale, e in alcuni casi, di quello secondario, legato a quello precedente da una probabile relazione figurativa, in quest’indagine ci si occuperà anche del significato di quegli elementi accessori che, pur essendo raffigurati sui tondelli, da sempre risultano essere trascurati.
Per la realizzazione di tale analisi, il lavoro è stato diviso, seguendo specifici criteri metodologici che si andranno ad analizzare nell'ultimo capitolo, in tre parti.
La prima parte è dedicata allo Status Quaestionis, in quanto raccolta sistematica e critica delle osservazioni, riflessioni ed ipotesi avanzate, spesso in termini molto succinti, da numismatici ed antropologi sin dal ‘500.
Nella parte seconda, che anticipa il vero “cuore” della ricerca, si è proceduto alla catalogazione delle monete secondo un sistema cronologico suddiviso in quattro periodi, corrispondenti rispettivamente alle fasi successive al 530 a.C., 475 a.C., 440 a.C. e al 425 a.C.
Nell’ultimo capitolo, che segue il catalogo, partendo dall’analisi dei diversi motivi posti al diritto e in un secondo momento, anche al rovescio delle serie, si entra nel merito della problematica, al fine di ricostruire un’ipotesi che
possa essere ritenuta esaustiva e quindi maggiormente credibile rispetto a quelle antecedenti.
A tal fine si è proceduto all’analisi sistematica sia dei tipi principali che di quelli secondari, da considerare, come vedremo, come chiave di lettura di quelli precedenti.
In questo modo, se da un lato è stato possibile eliminare tutte quelle interpretazioni, che non essendo supportate da reali corrispondenze con la realtà concreta (fonti o arti figurative), non possono essere ritenute valide, dall’altro si è riusciti a mettere in luce aspetti sinora non curati e che potrebbero risultare indispensabili per una corretta lettura degli interi campi monetali. Tutto questo, naturalmente, come premessa ad un eventuale ulteriore approfondimento, da sviluppare in altra sede.