4. S.VERANO
La Tavola CLXXVII della Descrizione raffigura la chiesa di S.Verano. Questa è rappresentata come un edificio dotato di facciata a capanna e un solo portale sormontato da una lunetta e da una tettoia sopra la quale sono presenti due aperture, una a forma di oculo e una a forma di croce. I due spioventi della facciata sono movimentati da una serie di archetti ciechi. È raffigurata anche la fiancata sinistra dell'edificio, la quale si presenta priva di ingressi, ma è bucata da due monofore. Sul fondo della chiesa, infine, è visibile una struttura aperta che funge da campanile, pur non avendo un assetto monumentale. [FIG.7]
Nel testo corrispettivo l'edificio viene indicato come una chiesa che “fu già parrocchiale” e
“ridutta hoggi a Benefitio semplice”.
1Per il resto ne viene tracciata la storia per sommi capi.
Il Tronci fa risalire la sua fondazione al 1193 asserendo che poco dopo viene unita alla chiesa di S.Lorenzo in Chinzica. Mancando però nell'instrumentum di fondazione riferimenti precisi ai fondatori, l'autore avanza l'ipotesi che questi siano i nobili Dal Bagno. Tuttavia cita anche un documento del 1248 riguardante la richiesta del canonico Sigerio del fu Messer Grasso di ricostruire S.Verano per la salvezza della propria anima, vicenda alla quale il Tronci fa risalire l'origine di alcuni diritti ancora goduti su di essa dal Capitolo dei Canonici. Oltre a questo, ipotizza che tale Sigerio abbia il patronato della chiesa, il quale poi deve essere confluito nella famiglia Dal Bagno “per eredità, ò altra via”.
2Queste due affermazioni riguardo il patronato della chiesa risultano contraddittorie e non restituiscono un'ipotesi chiara sulle quote di patronato detenute dai Dal Bagno nella fase medievale della chiesa. Inoltre, il Tronci stesso afferma che in realtà uno dei pochi documenti citanti esplicitamente questa famiglia è un instrumentum cinquecentesco in cui i fratelli Bartolomeo e Federigo, figli di Nanni di Ceccomaso dei nobili Dal Bagno donano la propria quota di patronato al canonico Antonio Perini. Una volta estintosi il ramo dei Perini, la quota in questione passa ai Corsini di Cascina.
La storia della successione dei patroni di S.Verano corre parallela a quella dei patroni di S.Lorenzo in Chinzica.
3Anche per questa il Tronci individua i Dal Bagno come fondatori e testimonia come una quota di patronato passi ai Perini e poi ai Corsini da Cascina. È possibile dunque pensare che nel tempo le due chiese condividano, in parte o totalmente, gli stessi patroni, considerando anche l'unione di S.Verano a S.Lorenzo avvenuta poco dopo la fondazione della prima.
1 TRONCI, “Descrizione...”, c. CLXXVIIX r.
2 Ivi.
3 Si veda cap.8, p. 117.
La storia di S.Verano, però, corre parallela anche a quella della confraternita di S.Guglielmo, detta anche la Fraternità, giunta in Chinzica verso la metà del '500 dopo aver perso la propria sede a Tramontana. Siccome parte di questo disagio vissuto dai confratelli dipende dalla decisione di Cosimo I di costruire i nuovi Arsenali occupando parte del monastero di S.Vito, lo stesso Granduca offre loro come risarcimento la chiesa di S.Verano “con sua casa, e orto posta per fianco della Chiesa del Carmine incontro al Campanile”,
4come luogo in cui poter officiare. Grazie a questo appunto del Tronci, contenuto nel paragrafo relativo alla confraternita di S.Guglielmo, è possibile conoscere la posizione esatta di S.Verano, che si trova affiancata alla parte absidale della chiesa del Carmine e quindi a pochi passi anche da S.Lorenzo.
Il diritto all'uso dell'edificio di S.Verano, “eccettuato l'entrata”,
5viene accordato alla confraternita nel 1548. L'anno dopo, però, i confratelli si dotano di un proprio edificio con funzione di oratorio, presumibilmente costruito nelle vicinanze di S.Verano. Non è da escludere però che la stessa S.Verano venga ancora utilizzata in qualche modo dalla confraternita, dal momento che tra i lavori per la costruzione del nuovo oratorio il Tronci cita anche la demolizione di un “Casalino dove si giocava la Palla a corda” al fine di ricavare “un poco di piazza avanti la chiesa di S.Verano”.
6Non è chiaro il ruolo che questa chiesa continua ad avere per la confraternita, ma se non altro il suo decoro viene tenuto in considerazione al momento dei lavori per il nuovo oratorio. Quel che è certo è che alla metà del '600 la chiesa di S.Verano e l'oratorio di S.Guglielmo sono due edifici ben distinti, dato che entrambi si trovano e citati nella Descrizione e raffigurati con fattezze ben diverse tra loro [FIG.8].
4.1. Testimonianze successive alla Descrizione.
Le otto chiese trattate in questa sede rivestono tutte, almeno per un certo periodo della loro storia, il ruolo di parrocchia, status che appartiene loro anche nel momento in cui il Tronci le cita nella Descrizione. Il caso di S.Verano è anomalo, poiché essa pare aver assolto la sua funzione parrocchiale molto prima di essere citata nella Descrizione, in cui viene indicata infatti come beneficio semplice. Inoltre, non è nemmeno chiaro quale sia il periodo storico in cui essa è effettivamente parrocchia. Presso l'Archivio Diocesano di Pisa non si trovano infatti carte che facciano riferimento a questa chiesa come parrocchiale, né tra le Visite antecedenti al 1548, né tra i Libri Parrocchiali che, per S.Verano, sono inesistenti. L'effettiva attività parrocchiale di S.Verano resta dunque un capitolo aperto e, se mai realmente svolta, deve
4 TRONCI, “Descrizione...”, c. CCVI r.
5 Ibid., c. CLXXVIIX r.
6 Ibid., c. CCVI r.
essere collocata in un periodo che va dalla fondazione della chiesa alla prima metà del '500, sebbene poco dopo il 1193 essa venga “all'hora unita alla Chiesa Parrocchiale di S.Lorenzo in Chinsica”,
7elemento che sembra essere uno dei pochi dati certi sulla storia dell'edificio.
Rispetto alla chiesa come edificio, la sua vicinanza topografica con l'oratorio di S.Guglielmo è attestata anche nella Visita che Francesco de' Conti d'Elci effettua il 22 gennaio 1687. Una volta visitato l'oratorio della confraternita, infatti, l'Arcivescovo si reca a visitare “la Chiesa di S.Averano contigua et attaccata alla suddetta Compagnia”.
8In questo frangente, viene indicato che presso l'altare maggiore della chiesa vi è un beneficio il cui rettore è Niccolò Corsini da Cascina. Il legame economico tra S.Verano e S.Lorenzo in Chinzica è nuovamente sottolineato, dal momento che i Corsini di Cascina, nello stesso periodo, si contendono una parte del patronato di S.Lorenzo con i Corsini di Firenze. Inoltre, dalla stessa Visita emerge che gli introiti del beneficio eretto presso l'altare di S.Verano provengono dall'affitto di due case definite “indivise con la Chiesa di S.Lorenzo in Kinzica”. Viene pertanto ordinato che l'economo di S.Lorenzo, essendo questa chiesa momentaneamente senza rettore, si impegni a riscuotere gli affitti delle due case utilizzandoli prima di tutto per pagare alcuni lavori presso le stesse e, successivamente, per sopperire alle mancanze notate in S.Verano, dove l'altare risulta essere totalmente privo di suppellettili.
9Nonostante nel 1687 l'oratorio di S.Guglielmo e la chiesa di S.Verano siano due edifici separati, seppur vicini, successivamente sembra non esservi più traccia del primo: da questo momento in poi, infatti, la sede della Fratenità è indicata per quasi un secolo e mezzo in corrispondenza della chiesa di S.Verano.
Parallelamente, il toponimo di S.Verano non compare più e l'isolato occupato da questa chiesa viene indicato in una serie di piante come riferito alla Fraternità. Nella pianta Pezzini, al rimando numero 16, è indicato infatti come “Compagnia della Fraternità detta S.Giglio”, nelle piante Scorzi e Ricci al numero 86 come “Compagnia di S.Guglielmo” e nella pianta Lorenzi al 143 come “Compagnia della Fraternita”[FIG.9]. È possibile dunque che l'oratorio costruito dai confratelli nel 1549 venga demolito o destinato a nuovo uso, mentre la chiesa di S.Verano
7 TRONCI, “Descrizione...”, c. CLXXVIIX r.
8 ACDP, Visite Pastorali, f.17, c.119 v.
9 Ivi. “Visitò la Compagnia di S.Guglielmo detta della Fraternità e non decretò cos'alcuna. In detta Compagnia non vi era alcuno de fratelli di quella, che perciò non si poterono vedere il libro d'entrata et uscita, et il libro de Capitoli che però fù ordinato quelli di esibirsi in Cancelleria. Visitò la Chiesa di S.Averano contigua et attaccata alla suddetta Compagnia dove vi è un Beneficio all'Altar Maggiore di Padronato di Casa Corsini in oggi è Rettore P. Niccolò Corsini di Cascina, l'entrata di qual Benefizio consiste in pigioni di Case due poste in Pisa che sono indivise con la Chiesa di S.Lorenzo in Kinzica e perché l'Altar Maggiore si ritrova spogliato di suppellettili sacre, perciò Ordinò che l'economo di detta Chiesa di S.Lorenzo ora vacante di Rettore risquota la pigione di dette due case cioè quelle spettanti al beneficio suddetto, e dopo accomodate con tali pigioni le medesime case, che fù asserito aver quelle bisogno d'assettimi, continui a risquotere tutte le pigioni, e ritenga il denaro di tali pigioni aspettanti al suddetto Beneficio fino a che con tal denaro non sia supplito all'infranti decreti.”
assuma a tutti gli effetti il ruolo di sede per la confraternita di S.Guglielmo.
L'attività dei confratelli, dal canto suo, è ben documentata. Il nome completo della compagnia risulta essere per esteso Venerabile Confraternita sotto il titolo di SS.Sacramento, S.Maria Incoronata, S.Guglielmo detta La Fraternità e, come già ricorda il Tronci, il suo ruolo primario è quello di portare assistenza ai condannati a morte e occuparsi delle loro sepolture una volta eseguita la condanna. È inoltre tenuta a partecipare alle processioni mensili in onore del SS.Sacramento presso la Cattedrale fornendo i ceri per l'altare e, ogni giovedì santo, organizzare a proprie spese l'esposizione del Santo Sepolcro.
10Gli stessi oneri della confraternita sono nuovamente elencati nella cosiddetta “nota delle soppresse compagnie e confraternite”
11datata 1793 e facente riferimento alle soppressioni lepoldine di circa un decennio prima. Le congregazioni presenti in Chinzica che vengono soppresse sono le compagnie dell'Angelo Raffaello, della SS.Annunziata, di S.Giovanni Decollato e la confraternita di S.Gugliemo, la quale viene soppressa nel 1782,
12durante la prima mandata di soppressioni volte a raccogliere i fondi per la costruzione del nuovo camposanto monumentale.
Dopo la soppressione il processo di profanazione dell'ex-chiesa di S.Verano avviene in tempi rapidi. Già nell'elenco dei possidenti in Pisa al 1783, infatti, viene definita come la “chiesa profanata della Fraternita” e la Comunità di Pisa è indicata come proprietaria. La sua posizione, inoltre, è nuovamente verificabile e risulta coerente con la collocazione di S.Verano che si trova nella Descrizione. Compare infatti descritta all'incrocio tra la “strada sterrata che dalla Via S.Giovannino và alla Via del Carmine passando lateralmente alla chiesa”
13e la “Strada in piccola parte sterrata detta via la Botte che dalla Via S.Martino va alla fogna del campanile del Carmine.”
14Queste strade sono rispettivamente individuabili oggi con i tracciati di Via del Carmine e Via Kinzica de Sismondi, al cui incrocio, dirimpetto al fianco della chiesa del Carmine, è presente l'isolato un tempo occupato da S.Verano.
Alla profanazione segue la demolizione, benché non si abbiano testimonianze certe riguardo al momento in cui avviene. Nei rimandi della pianta del 1787 inserita nella Pisa Illustrata non viene fatta menzione della confraternita di S.Guglielmo: inoltre, l'isolato occupato dalla
10 TRONCI, “Descrizione...”, cc. CCVI r/v.
11 ACDP, Atti Straordinari, f.71, n.136. “11. Compagnia sotto il titolo di S.Guglielmo detta la Fraternità. Ha per istituto di associare e dar sepoltura ai poveri giustiziati, deve ogni terzo di mese intervenire alla Chiesa Primaziale per accompagnare la Processione del SS.Sacramento, che si fa in detta Chiesa, con dare 6 ceri. È obbligata fare in detta Chiesa Primaziale a proprie spese l'esposizione del SS.mo Sepolcro ed assistervi tutto il tempo che sta apposto all'adorazione ed assistere con le Torce nel Giovedì Santo alla Consagrazione degli Olii Santi.”
12 TOLAINI, 1967, p.234.
13 ASP, Ufficio Fiumi e Fossi, f.2793 Ter, c. 236 v.
14 Ibid., c. 240 v.
vecchia chiesa di S.Verano utilizzata dai confratelli è riportato con il pattern solitamente utilizzato per le aree ortive [FIG.10]. Per quanto riguarda l'edificio, la medesima situazione si presenta nella somigliante pianta del 1793. In questa però si può evincere il ripristino della compagnia di S.Guglielmo, indicata al rimando 16 presso la chiesa di S.Giorgio, a Tramontana.
La confraternita viene infatti ripristinata da Ferdinando III nel 1791, come ricorda il Da Morrona nella Pisa Illustrata.
15Questa è anche la prima data a comparire su una serie di registri di entrate e uscite della compagnia, la cui attività, dal ripristino alla metà del '900, è attestata in diverse filze di documenti che vanno a formare uno degli archivi dell'Archivio Diocesano di Pisa.
La chiesa che dal 1791 ospita la confraternita è la cosiddetta S.Giorgio a Porta Maris, tuttora esistente ma chiusa al culto e situata nella Piazzetta S.Giorgio, tra le vie la Pergola e Collegio Ricci, nelle immediate vicinanze di Piazza Carrara. Anche questa chiesa viene soppressa da Pietro Leopoldo e nel 1786 viene venduta per cento scudi da Giulio Bernardi, Ministro della Cassa Ecclesiastica, ai fratelli Giuliano e Matteo Prini.
16Con i ripristini attuati da Ferdinando III, evidentemente, diventa la nuova sede della confraternita di S.Guglielmo: questa nuova destinazione d'uso per S.Giorgio è attestata dal Da Morrona, sia nella Pisa Illustrata,
17sia nei Pregi di Pisa.
18La vecchia chiesa di S.Verano, invece, sembra essere effettivamente demolita nel periodo successivo alla sua profanazione, in un lasso di tempo che, all'incirca, va dal 1783 al 1787. Lo stesso Da Morrona nella Pisa Illustrata, all'interno della descrizione della chiesa del Carmine, indica come un tempo nelle vicinanze vi fosse la chiesa di S.Verano condannata poi “al total distruggimento” durante le soppressioni leopoldine. Da Morrona fa anche riferimento alla passata presenza della confraternita di S.Guglielmo all'interno della chiesa commettendo però un errore di valutazione. L'autore infatti, citando il Tronci, spiega come la compagnia eriga nel 1548 un nuovo oratorio in S.Verano, mentre, come appurato, fino alla fine del '600 è chiara la presenza di due edifici ben distinti.
1915 DA MORRONA, 1812, p.281.
16 ACDP, Atti Straordinari, f.71, n.155.
17 DA MORRONA, 1812, p.281. “[La Fraternità] Or fin dall'anno 1791 ella è risorta nella Chiesa di S.Giorgio posta nel terziere di S.Maria.”
18 DA MORRONA, 1816, p.228. “[S.Giorgio] Presentemente restaurata ed abbellita dalla nobile Famiglia Prini, serve per la compagnia detta la Fraternita, la quale assiste nel Duomo alle funzioni del SS.Sacramento e presta gli ultimi uffici ai condannati a morte.”
19 DA MORRONA, 1812, p.281 “Opportuno è il riferire a questo luogo [la chiesa del Carmine], che di fianco alla descritta Chiesa fu l'antica S.Verano nominata dal Tronci e che ad essa fu unita la Confraternita di S.Guglielmo nel 1548. Allora fu che i nuovi fratelli, in gran parte fiorentini, un nuovo Oratorio vi eressero, obbligandosi a prestare officio ai condannati alla morte, e ad assistere alle funzioni spettanti al SS.Sacramento nella Primaziale. Ma nella comune soppressione delle Compagnie condannata questa chiesa al total
L'assenza di S.Verano dalle piante del 1787 e del 1793 dunque non è casuale. L'area resta per un certo tempo non edificata, infatti anche il catasto particellare del 1830 registra la stessa situazione. Qui l'area della chiesa non è indicata come una precisa particella, come accade nel caso di S.Egidio anche dopo la sua soppressione, bensì è parte integrante di una più vasta particella, la numero 1888. Questa a sua volta è indicata come un orto di 3478 braccia quadre i cui proprietari sono Antonio Bernardi e l'Auditore Francesco di Giovanni.
20Anche la particella attigua, la 1890, risulta essere un orto di proprietà degli stessi, i quali sono proprietari anche dell'unica particella non ortiva dell'isolato, ossia la numero 1889. Questa è indicata come casa, ma non dovrebbe coincidere con nessuna fabbrica religiosa destinata a nuovo uso [FIG.11].
Neanche con la rivalutazione della vicina Via Vittorio Emanuele (ossia Corso Italia) successiva al 1862 hanno luogo nuove costruzioni nell'isolato. Nel successivo catasto dei fabbricati tutte e tre le particelle sono associate alla stessa partita, collegata a sua volta a due nuovi proprietari: i fratelli Goffredo e Raimondo Nelli del fu Gaspero, entrambi livellari alla Comunità di Pisa. Le particelle 1888 e 1890 sono ancora identificate come orti, mentre la 1889 è una “casa con stanzone per tintoria e rimessa”.
21La riedificazione dell'area deve dunque aspettare tempi più recenti per avere luogo. Inoltre lo stesso isolato risulta danneggiato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e dunque è plausibile che viva anch'esso la fase di ricostruzione post-bellica. Ad oggi l'area, inclusa la parte un tempo occupata dalla chiesa di S.Verano, si presenta nuovamente edificata ed ospita negozi di abbigliamento e una libreria, coerentemente con il ruolo di Corso Italia quale una delle maggiori vie commerciali della città [FIG.12].
BIBLIOGRAFIA:
DA MORRONA, A., 1812, p.281.
DA MORRONA, A., 1816, p.228.
TOLAINI, E., 1967, pp.105, 234.
TOLAINI, E., 1992, p.60.
TRONCI, P., 1643, cc. CLXXVII r, CLXXVIIX r, CCVI r.
distruggimento, quella dello Spirito Santo fu concessa alla predetta Confraternita, dove in breve tempo terminò i suoi giorni.”
20 ASP, Catasto Terreni, f.508, c.162 v.
21 ASP, Catasto dei Fabbricati, f.9, p.45.