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Rassegna stampa Settore Studi, statistica e prezzi

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Rassegna stampa Settore

Studi, statistica e prezzi

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art

Stampa Imperia 01-LUG-2016 da pag. 41

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 1

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04-LUG-2016 da pag. 10

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 2

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04-LUG-2016 da pag. 10

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 3

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04-LUG-2016 da pag. 10

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 4

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04-LUG-2016 da pag. 10

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 5

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Secolo XIX Imperia 09-LUG-2016 da pag. 19

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 8

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Secolo XIX Imperia 09-LUG-2016 da pag. 19

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 9

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Stampa Imperia 09-LUG-2016 da pag. 45

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 10

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20-LUG-2016 da pag. 17

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 11

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20-LUG-2016 da pag. 17

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 12

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art

Stampa Imperia 26-LUG-2016 da pag. 44

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

CAMERA COMMERCIO GENOVA 13

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art

02-LUG-2016 da pag. 5

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SISTEMA CAMERALE 14

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02-LUG-2016 da pag. 8

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SISTEMA CAMERALE 15

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02-LUG-2016 da pag. 8

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SISTEMA CAMERALE 16

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art

Secolo XIX Imperia 02-LUG-2016 da pag. 19

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SISTEMA CAMERALE 17

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art

12-LUG-2016 da pag. 10

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SISTEMA CAMERALE 21

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15-LUG-2016 da pag. 14

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SISTEMA CAMERALE 24

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21-LUG-2016 da pag. 11

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SISTEMA CAMERALE 25

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PRIME PAGINE 28

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art

Fisco, prestiti e permessi: la vita spericolata delle nuove imprese

04/07/2016, 05:13    Ultime News    Comments

La crisi che nei matrimoni arriva al settimo anno colpisce un’impresa su due già al terzo. È dopo tre bilanci in perdita che il nuovo imprenditore medita seriamente di gettare la spugna. E spesso lo fa. Molti non pensavano che fosse così complicato avviare un’attività. Non reggono lo stress degli adempimenti burocratici, non conoscono il mercato. Qualcuno preferisce rischiare: non si mette in regola e gioca d’azzardo con le sanzioni.

Il trimestre più duro è il primo di ogni anno. Fra gennaio e marzo del 2016 in Italia hanno chiuso i battenti 127 mila imprese, un terzo artigiane, e si sono aperte 3.396 procedure fallimentari. Ma gli ultimi dati diffusi da Unioncamere- Infocamere sono per la prima volta incoraggianti: il saldo fra iscrizioni e cessazioni, negativo per 12.681 unità, è il migliore degli ultimi cinque anni. Le ditte individuali sono 21 mila in meno, ma nascono 13 mila società in più rispetto al primo trimestre 2015. I fallimenti calano del 5,4%. La Liguria va meglio della media nazionale, con una crescita negativa dello 0,76% (l’Italia è a -1,05%) e un tasso di fallimenti fra i più bassi del Paese. E la Camera di Commercio di Genova ha calcolato che il saldo fra attività nate e cessate è il migliore dal 2009.

Che cosa c’è dietro questa nuova voglia di impresa? Che cosa resterà di questa fiammata? Che cosa significa veramente, giorno per giorno, creare e gestire un’azienda? Le storie che raccontiamo qui sotto aiutano a capire cosa potrebbe fare la politica per facilitare i nuovi imprenditori che hanno davvero voglia di crescere. Matteo, Alberto e Lorenzo hanno fra i 24 e i 32 anni. I loro racconti hanno molti tratti in comune: le banche sono sempre assenti o impenetrabili, la burocrazia oscura e vessatoria, le istituzioni presenti a parole, ma spesso inefficienti. Per garantire il posto a una pletora di dipendenti pubblici si moltiplicano incubatori, sportelli e centri che

esauriscono presto i fondi e non aiutano. Un fiume di denaro disperso in troppi rivoli improduttivi.

Spiegano Andrea Greco e Maria Stella Mammoliti, soci di Omnia, che segue l’apertura di nuovi locali per l’aspetto igiene e sicurezza. «Hai solo 60 giorni di tempo e la tendenza di molti nuovi imprenditori è di rimandare gli

adempimenti e rischiare le multe». I due professionisti fanno un po’ di conti:

fra certificati, corsi, consulenze, visite mediche e analisi, chi ha una semplice pasticceria spende 1.500 euro subito, prima di aver battuto un solo scontrino, 7-8.000 euro in media il primo anno e 2-3000 ogni anno per rinnovi, tamponi, analisi varie. E se cambi qualcosa di sostanziale nella lavorazione o nella proprietà dell’esercizio devi rifare tutto da capo. «Aprire un locale oggi è un’impresa titanica».

Ci sono molte altre storie in questa nuova ondata di imprenditori d’assalto.

Ultracinquantenni che hanno perso il lavoro e aprono un’azienda senza avere la minima idea di come si fanno controllo e gestione. Le tanto decantate start up sono mediamente in mano a quarantenni e cinquantenni allo sbaraglio, che pensano di avere successo con la brutta copia di un’idea già sul mercato.

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La crisi che nei matrimoni arriva al settimo anno colpisce un’impresa su due già al terzo. È dopo tre bilanci in perdita che il nuovo imprenditore medita seriamente di gettare la spugna. E spesso lo fa. Molti non pensavano che fosse così complicato avviare un’attività. Non reggono lo stress degli adempimenti burocratici, non conoscono il mercato. Qualcuno preferisce rischiare: non si mette in regola e gioca d’azzardo con le sanzioni.

Il trimestre più duro è il primo di ogni anno. Fra gennaio e marzo del 2016 in Italia hanno chiuso i battenti 127 mila imprese, un terzo artigiane, e si sono aperte 3.396 procedure fallimentari. Ma gli ultimi dati diffusi da Unioncamere-Infocamere sono per la prima volta incoraggianti: il saldo fra iscrizioni e cessazioni, negativo per 12.681 unità, è il migliore degli ultimi cinque anni. Le ditte individuali sono 21 mila in meno, ma nascono 13 mila società in più rispetto al primo trimestre 2015. I fallimenti calano del 5,4%. La Liguria va meglio della media nazionale, con una crescita negativa dello 0,76% (l’Italia è a -1,05%) e un tasso di fallimenti fra i più bassi del Paese. E la Camera di Commercio di Genova ha calcolato che il saldo fra attività nate e cessate è il migliore dal 2009.

Che cosa c’è dietro questa nuova voglia di impresa? Che cosa resterà di questa fiammata? Che cosa significa veramente, giorno per giorno, creare e gestire un’azienda? Le storie che raccontiamo qui sotto aiutano a capire cosa potrebbe fare la politica per facilitare i nuovi imprenditori che hanno davvero voglia di crescere. Matteo, Alberto e Lorenzo hanno fra i 24 e i 32 anni. I loro racconti hanno molti tratti in comune: le banche sono sempre assenti o impenetrabili, la burocrazia oscura e vessatoria, le istituzioni presenti a parole, ma spesso inefficienti. Per garantire il posto a una pletora di dipendenti pubblici si moltiplicano incubatori, sportelli e centri che esauriscono presto i fondi e non aiutano. Un fiume di denaro disperso in troppi rivoli improduttivi.

Spiegano Andrea Greco e Maria Stella Mammoliti, soci di Omnia, che segue l’apertura di nuovi locali per l’aspetto igiene e sicurezza. «Hai solo 60 giorni di tempo e la tendenza di molti nuovi imprenditori è di rimandare gli adempimenti e rischiare le multe». I due professionisti fanno un po’ di conti: fra certificati, corsi, consulenze, visite mediche e analisi,

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Ci sono molte altre storie in questa nuova ondata di imprenditori d’assalto. Ultracinquantenni che hanno perso il lavoro e aprono un’azienda senza avere la minima idea di come si fanno controllo e gestione. Le tanto decantate start up sono mediamente in mano a quarantenni e cinquantenni allo sbaraglio, che pensano di avere successo con la brutta copia di un’idea già sul mercato.

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