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COMUNE DI COLLECORVINO (PESCARA)

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Academic year: 2022

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(1)

COMUNE DI COLLECORVINO (PESCARA)

Ditta:

INERTI VAL FINO Srl

AMPLIAMENTO DI UNA CAVA DI GHIAIA IN LOCALITA’ CONGIUNTI

DPC023/39 del 05/07/2018

STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

(VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA PROCEDURA V.I.A.)

firmato digitalmente da Oscar Moretti, Geologo

Pescara, Dicembre 2020

(2)

SOMMARIO PREMESSA

1. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO 1.1 DIMENSIONI DEL PROGETTO

1.2 INQUADRAMENTO TERRITORIALERICOGNIZIONE VINCOLISTICA 2 PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RISANAMENTO

3. IMPATTO POTENZIALE 4 EFFETTO CUMULO

5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Riferimenti: allegati fuori testo

TAVOLE GRAFICHE Sigla Titolo

T01 INQUADRAMENTO TERRITORIALE T02 VINCOLI E LIMITI

T03 PLANIMETRIA DI PROGETTO T04 SEZIONI DI PROGETTO

T05 CRONOPROGRAMMA 1° ANNO T06 CRONOPROGRAMMA 2° ANNO T07 CRONOPROGRAMMA 3° ANNO T08 CRONOPROGRAMMA 4° ANNO T09 CRONOPROGRAMMA 5° ANNO T10 CRONOPROGRAMMA 6° ANNO

T11 CRONOPROGRAMMA 7° ANNO – RISANAMENTO AMBIENTALE T12 MITIGAZIONE IMPATTTO ACUSTICO

RELAZIONI Sigla Titolo

R0 RELAZIONE GEOLOGICA R02 RELAZIONE TECNICA

R03 RISANAMENTO AMBIENTALE R04 EMISSIONI

R05 PIANO GESTIONE RIFIUTI E TERRE E ROCCE DA SCAVO R06 CRONOPROGRAMMA

R07 IMPATTO ACUSTICO

R07bis MITIGAZIONE IMPATTO ACUSTICO R08 EFFETTO CUMULO

R09 TEMATISMI AMBIENTALI

R10 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

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PREMESSA

Si illustra il progetto per l'ampliamento della cava in località Congiunti di Collecorvino (PE) della ditta INERTI VAL FINO Srl attiva in forza della determinazione DPC023/39 dello 05/07/2018.

Scopo del presente elaborato è fornire l'analisi dello stato dei luoghi, delle strutture antropiche presenti nell’area, degli elementi naturali e la loro compatibilità con il progetto proposto.

La formulazione del progetto ha richiesto la valutazione delle caratteristiche territoriali del si- to, principalmente riguardo:

- caratteristiche del progetto - impatto potenziale.

Il progetto è rappresentato graficamente nelle tavole fuori testo che costituiscono la coltivazione, il risanamento ambientale e il cronoprogramma dei lavori ed è descritto nelle re- lazioni specifiche, precisamente:

TAVOLE GRAFICHE Sigla Titolo

T01 INQUADRAMENTO TERRITORIALE T02 VINCOLI E LIMITI

T03 PLANIMETRIA DI PROGETTO T04 SEZIONI DI PROGETTO

T05 CRONOPROGRAMMA 1° ANNO T06 CRONOPROGRAMMA 2° ANNO T07 CRONOPROGRAMMA 3° ANNO T08 CRONOPROGRAMMA 4° ANNO T09 CRONOPROGRAMMA 5° ANNO T10 CRONOPROGRAMMA 6° ANNO

T11 CRONOPROGRAMMA 7° ANNO – RISANAMENTO AMBIENTALE T12 MITIGAZIONE IMPATTTO ACUSTICO

RELAZIONI Sigla Titolo

R0 RELAZIONE GEOLOGICA R02 RELAZIONE TECNICA

R03 RISANAMENTO AMBIENTALE R04 EMISSIONI

R05 PIANO GESTIONE RIFIUTI E TERRE E ROCCE DA SCAVO R06 CRONOPROGRAMMA

R07 IMPATTO ACUSTICO

R07bis MITIGAZIONE IMPATTO ACUSTICO R08 EFFETTO CUMULO

R09 TEMATISMI AMBIENTALI

R10 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

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1. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

Le tavole grafiche illustrano un progetto operativamente semplice in accordo con quanto sin qui fatto nella cava in corso, il sito utilizzato per attività estrattiva interessa un gia- cimento di alluvioni terrazzate del F. Fino in un ambito di ampia piana alluvionale.

La stratigrafia del deposito vede un cappellaccio superficiale costituito da uno strato di terreno vegetale, e quindi il giacimento ghiaioso fino al sottostante passaggio alle argille pre- alluvionali.

La coltivazione della cava avverrà per splateamenti progressivi partendo dall'alto in sei lotti consecutivi come indicato in planimetria di progetto e s'inizierà quando la cava oggi in essere sarà prossima alla conclusione, al fine di non lasciare tempi “morti” tra la fine e l'i- nizio. La tabella del cronoprogramma evidenzia più chiaramente l'avanzamento dei lavori e se ne darà conto in seguito.

Il metodo di coltivazione sin qui seguito e che si adotterà anche nel seguito dipende dalla migliore soluzione data la morfologia pianeggiante e cioè dopo aver scoperto il lotto a- sportando lo strato di terreno vegetale che è accantonato per essere riutilizzato per il risana- mento ambientale progressivo si procede direttamente all'abbassamento per splateamenti fino alla quota prevista ovvero 3 m dal piano campagna e quindi procedendo arretrando progressi- vamente il fronte così formatosi.

1.1 DIMENSIONI DEL PROGETTO

L'ampliamento della cava interessa una superficie così descrivibile:

SINTESI PROGETTUALE

Superficie lorda: 93.100 mq Superficie netta di cava: 77.942 mq Scavo: Approfondimento diretto previo accantonamento terreno vegetale in 6 lotti Profondità di scavo: max - 3.0 m p.c. Volume totale: 233.826 mc

Terreno vegetale: 77.942 mc Vol. netto : 155.884 mc

Durata totale fino al rilascio: 7 anni Durata scavo : 6 anni Durata cantiere: 6,5 anni

Produzione media annua totale: 38.971 mc Produzione media annua netta: 25.980 mc Mezzi d'opera in cantiere: 1 ruspa, 1 escavatore

Numero viaggi giorno: 11- Frequenza oraria: 1,4 viaggio/ora

Uso attuale del suolo: seminativo Uso finale del suolo: seminativo

Modalità di risanamento: ritombamento totale con: terre e rocce da scavo (non rifiuto), fanghi propri da lavaggio inerti stessa cava, fornitura da propria cava di "terra"

Soggetto proponente: ditta INERTI VAL FINO S.r.l.

Comune interessato: Collecorvino (PE) Località: Congiunti

catastale Fg 6 P.lle: 34/p-102/p-186/p-187/p-234/p-391/p-393/p-679/p -629/p – 354/p

Oggetto: Ampliamento cava DPC023/39 DEL 05/07/2018

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1.2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Territorialmente l'area è così individuata:

Corografia:

1:25.000 IGM con perimetra- zione indicati va della posi- zione dell'area di progetto (scala adattata)

Fonte: Geoportale Re- gione Abruzzo – R09

TEMATISMI AM-

BIENTALI

Coordinate di riferimento:

Individuando un punto genericamente cen- trale rispetto all'ampliamento il progetto è individuabile territorialmente con le coordi- nate WGS84/Geo indicate a lato.

Fonte: Geoportale Regione Abruzzo

cava in corso

ampliamento coordinate di riferimento

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Planimetria catastale con individuazione della cava in corso e del perimetro lordo dell'am- pliamento progettato (scala adattata.)

(fonte: TAV 01 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE – modificata)

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1.3 RICOGNIZIONE VINCOLISTICA

La delimitazione del perimetro di progetto ha richiesto la ricognizione con il sistema dei vin- coli di cui diamo conto qui di seguito integrando i dati di cui alla “02-RELAZIONE TECNI- CA”con la “09-TEMATISMI AMBIENTALI”.

Rispetto a:

 ex DPR 128/59 - “Gestione e sicurezza nelle cave”

Anche se formalmente abrogato, rappresenta comunque un riferimento comunemente utilizza- to.

 Distanza da edifici pub- blici o privati non disabitati La norma prevede una distanza minima di 20 m. Come si può osservare nello stralcio qui sot- to riportato questa distanza è rispettata.

Fonte: T02- VINCOLI E LIMITI – riproduzione parziale modificata: planimetria catastale con in evidenza i fabbricati

A parte i “depositi” che non sono abitazioni residenziali la distanza minima di 20 m è rego- larmente rispettata.

(8)

 Corsi d'acqua senza opere di difesa: 20 m

A parte il F. Fino dal quale il progetto rispetta una distanza minima di 150 m non sono presen- ti altri “corsi d'acqua”.

Fonte: T02 - Vincoli e limiti - riproduzione parziale con indicazione della fascia di 150 m ai sensi del D. Lgs 42 rispetto al limite progettuale

 Strade carrozzabili

Nell'areale è presente “via Po” che dall'abitato di Congiunti penetra nelle campagne raggiun- gendo e collegando le tante case sparse. Via Po ha anche una diramazione di pari denomina- zione per raggiungere il piccolo gruppo di case sparse già viste nel punto precedente

Il progetto ha adottato una distanza di 10 m dalla strada “principale” e di 5 m dalla sua de- rivazione (v. immagine a lato).

La soluzione adottata è giustificata dalla verifi- ca del fattore di sicurezza dello scavo, pari a FS: 1,35 (relazione geologica) e dalla verifica del cuneo di Rankine rispetto allo sbancamento che verifica che la distanza di 5 è oltremodo sufficiente a garantire la sicurezza perché mol- to esterna rispetto a suddetto cuneo che rappre- senta fisicamente il limite entro il quale si pos- sono verificare instabilità.

Fonte: T02- VINCOLI E LIMITI – riproduzione parziale modificata:

planimetria catastale con in evidenza i fabbricati residenziali e le di- stanze dal ciglio dello scavo progettato

Fonte: R02 – RELAZIONE TECNICA

= 45°+ /2 = 65° 5 m

pro?lo p.c.

di scavo

h=3 m

Cuneo di Rankine

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 Sostegni linee aeree: TIM, ENEL – Condotte Consorzio Bonifica

Per ognuno di questi servizi il progetto adotta una distanza di 5 m dal ciglio dello scavo veri- ficato come per le strade con la verifica del fattore di sicurezza del fronte di scavo pari a FS 1,35 (relazione geologica) e con la determinazione del cuneo di Rankine.

Fonte: T03 -PLANIMETRIA DI PROGETTO

 PRG

Il Piano Regolatore del Comune di Collecorvino (PE) individua l'area come “area agricola” e in quanto tale compatibile con l'attività estrattiva.

Fonte: Amministrazione Comunale Collecorvino (PE) - R09 – TEMATISMI AMBIENTALI

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 PRP – Piano Regionale Paesistico

Il Piano Regionale Paesistico perimetra l'area come “trasformabilità condizionata” la verifica preliminare ambientale assolve le condizioni di fattibilità.

Fonte: Geoportale Regione Abruzzo - R09 – TEMATISMI AMBIENTALI

 PAI – Piano di Assetto Idrogeologico

L'area di progetto è esterna alle perimetrazioni del piano e quindi coerente.

Fonte: Geoportale Regione Abruzzo - R09 – TEMATISMI AMBIENTALI

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PSDA – Piano Stralcio Difesa Alluvioni

L'area di progetto è esterna alle perimetrazioni del piano e quindi è coerente.

Fonte: Geoportale Regione Abruzzo - R09 – TE- MATISMI AMBIENTALI

VINCOLO IDROGEOLOGICO (3267/1923)

Il sito è interno all'area perimetrata dal Vincolo Idrogeologico. Il Vincolo tutela l’ambiente e soprattutto le acque pubbliche dal rischio di danneggiamento, causato da lavori, opere edilizie o altre attività di movimento della terra.

I lavori di coltivazione della cava rispettano le distanze di sicurezza dal F. Fino e dalla falda freatica (2 m) e quindi sono compatibili con il vincolo.

Fonte: Geoportale Regione Abruzzo - R09 – TEMATISMI AMBIENTALI

 POLIZIA ACQUE PUBBLICHE: RD 523/1904

Il RD 523/1904 impone la distanza di 20 m per dissodamenti ecc., il progetto osserva la di- stanza di 150 m, minimo, dalla sponda e quindi è coerente.

(12)

 R.D. 1775/1933 - VINCOLO PAESAGGISTICO: D.Lgs. 152/2006 - D.Lgs. 42/04

Il regio Decreto 1775 è quello che, di fatto, stabilisce (alla data) quali fossero le acque pubbliche, ovvero quelle iscritte nell'elenco a esso allegato. Tra queste il F. Fi- no da cui in conseguenza quanto poi ne discende in termini di “tu- tela”, tra cui il “Vincolo Paesag- gistico” di cui al D. Lgs. 42/2004 e il D.Lgs. 152/2006 per cui si ri- conosce una fascia di “vincolo paesaggistico” di 150 m dalle sponde. Il Progetto è coerente con la norma ponendosi oltre il limite dei 150 m.

fonte: Geoportale Regione Abruzzo – R09 TEMA- TISMI AMBIENTALI

 ACQUE – AREE DI SALVAGUARDIA (Art. 94 D.Lgs. n.152/2006)

L'articolo 94 (Titolo III Tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi) riguarda la disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano.

In particolare definisce le aree di rispetto e tutela negli intorni dei punti di captazione o di pre- sa individuando tutte le attività che sono inibite nelle zone di rispetto.

Non sono presenti nell'ambito di 200 m dell'area di progetto opere di presa o captazioni di ac- que destinate al consumo umano.

 SITI SIC – ZPS – AREE PROTETTE

La progettazione ha anche confrontato sito con le aree protette, sic, zps, parchi, ecc. L'area è esterna e lontana da ognuna di queste

fonte: R09 – Tematismi ambien- tale

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 VINCOLO SISMICO

Il territorio della Regione Abruzzo è oggetto di classificazione sismica. Il Comune di Loreto Aprutino è classificato sismico di III categoria. Le lavorazioni previste non sono particolar- mente sensibili alla sismicità se non per la valutazione della sicurezza dei fronti temporanei di scavo la cui stabilità è stata valutata (cfr. relazione geologica) tenendo nel debito conto l'even- tuale accelerazione sismica.

(Fonte: https://www.tuttitalia.it/abruzzo/88-collecorvino/rischio-sismico/) Mappa della classificazione sismica del territorio abruzzese

http://www.regione.abruzzo.it/zonesismiche/html/ (stralcio):

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 GESTIONE RIFIUTI E TERRE E ROCCE DA SCAVO (117/2008-DPR 120/2017

Come risulta dalla relazione specifica “R05 – Piano gestione terre e rocce” la realizzazione del progetto non prevede la produzione di rifiuti così come previsto dal D.Lgs. 117/2008. I- noltre in ottemperanza a quanto previsto dal DPR 120/2017 è stato previsto un piano le “terre e rocce da scavo” per quanto riguarda lo strato superficiale di terreno vegetale che sarà aspor- tato, conservato e riposizionato al termine dei lavori per il risanamento ambientale.

Il piano prevede il campionamento in ventuno postazioni secondo quanto prescritto dal DPR 120/2017 rispetto alla superficie (ca otto Ha).

Poiché i lavori di scavo si svolgono in sei anni impegnando lotti progressivi mentre continua sul resto la normale pratica agraria, il progetto prevede di frazionare nel tempo il campiona- mento e le analisi.

Fonte: R05 – Piano gestione rifiuti e terre e rocce da scavo

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 PIANO GESTIONE DELLE ACQUE

Obiettivo del piano è, attraverso la conoscenza dello stato dell'arte delle acque superficiali e sotterranee, fissare degli obiettivi d'intervento e riqualificazione.

L'elaborato “tematismi ambientali” ubica il progetto riguardo le principali tavole di stato delle acque superficiali e sotterranee. La posizione del progetto lo pone al riparo dalle interferenze con le acque superficiali.

Il progetto non interferisce con la falda di fondo valle rispettando per il fondo cava un franco di due metri sopra di essa.

Fonte: R09 – Tematismi ambientali

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 PIANO DELLA QUALITA' DELL'ARIA

Il piano è stato approvato con DGR 861/c del 13/08/2007 e con DCR 79/4 del 25/09/2007 ed è in corso una procedura di aggiornamento. È stato redatto in base al Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio 1 ottobre 2002, n. 261 ed ha lo scopo di:

• elaborare piani o programmi di miglioramento della qualità dell’aria;

• ottimizzare il monitoraggio della qualità dell’aria;

• contribuire al raggiungimento dei limiti nazionali di emissioni;

• conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la produzione di gas serra.

La sua a realizzazione è stata effettuata secondo le seguenti fasi:

• conoscitiva (raccolta di tutti i dati territoriali: norme, emissioni, meteo, qualità dell'aria ecc..)

• previsionale (scenari futuri in base alle normative e modellazione)

• propositiva (darsi obiettivi nelle diverse porzioni di territorio)

• attuativa (attuazione delle misure di piano e monitoraggio dei risultati);

• verifica (verifica periodica dei risultati, aggiornamento ed integrazione del piano).

Dall'elaborazione dei dati disponibili delle concentrazioni su scala regionale è stata effettuata la zonizzazione del territorio rispetto agli inquinanti di cui al D. Lgs 351/99 (biossido di zolfo, biossido di azoto, PM10, monossido di carbonio, benzene ed ozono). Conseguentemente sono state classificate le zone come:

• risanamento: dove c'è almeno un parametro (a parte l’ozono) che supera il limite più la tolle- ranza o, per l’ozono, il valore bersaglio;

• osservazione: zone dove le concentrazioni stimate, per uno o più degli inquinanti analizzati, (a parte l’ozono), sono comprese tra il valore limite e il valore limite più il margine di tolle- ranza;

• mantenimento, ossia zone in cui la concentrazione stimata è inferiore al valore limite per tut- ti gli inquinanti analizzati.

Come si vede nella figura prelevata dalla relazione del piano, la stragrande maggio- ranza dei Comuni della Re- gione rientra nella categoria

“zona di mantenimento”, cioè territori per i quali, la concen- trazione stimata per tutti gli inquinanti (nella fattispecie si riporta la figura per SO2, NO2, PM10 e benzene) è in- feriore al limite.

Questa considerazione unita- mente con le valutazioni svol- te in termini di emissioni conclude che l'attività di am- pliamento progettuale è coe- rente con gli obiettivi del pia- no.

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2.0 PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RISANAMENTO

Dopo aver delimitato la superficie sulla quale poter intervenire al netto dei vincoli e delle di- stanze di sicurezza è stato effettuato lo studio dell'ambiente geologico.

- L'ambiente geologico

Il sito interessato dal progetto è parte di un terrazzo del F. Fino costituito da un banco superfi- ciale di ghiaie poligeniche eterometriche in matrice sabbioso-limosa a copertura di un substra- to argilloso della serie d'altofondo Plio-Pleistocenica che definisce tutto il sistema collinare periadriatico.

L'alveo del F. Fino corre delimitato da una scarpata netta di erosione flu- viale con un dislivello medio di 5-6 m dal piano campagna circostante ed è a malapena interessato da un velo di alluvioni attuali a copertura del sub- strato argilloso.

Posto che la stratigrafia dei terreni è evidente dagli scavi in corso sono stati realizzati tre piezometri per il controllo del livello piezometrico e confermare la soluzione progettuale di scavo fino a 3 m mantenendo un franco di 2 m sopra il livello della falda.

In corrispondenza dei punti di controllo nel corso della progettazione il progetto verifica il franco di due metri sopra la superficie pie- zometrica.

fonte: figure da: R01-Relazione geologica - adattate

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È stata quindi elaborata anche la carta dell'andamento della falda triangolando i dati che si ri- feriscono ai tre vertici rappresentati dai tre piezometri.

fonte: figure da: R01-Relazione geologica – adattate.

Nell'area o ai suoi margini sono presenti servizi e sottoservizi quali sono le condotte del Con- sorzio di Bonifica, le linee aeree ENEL B/T e TIM, e Via Po e le sue diramazioni verso le abi- tazioni sparse e i confini di proprietà.

A parte Via Po' dalla quale ci si mantiene a una distanza di 10 m, per il resto si è adottata una distanza di 5 m sufficiente a garantire idonea sicurezza.

Come si vede nella figura che segue i 5 m che si è deciso di adottare sono abbondantemente idonei a garantire l'incolumità di qualunque opera.

Col metodo del cuneo di Rankine si identifica geometricamente a monte dello scavo a fascia di terreno entro il quale è possibile che si inneschino fenomeni di rottura.

Il cuneo di Rankinè delimitato da: il piede dello sbancamento, il ciglio dello sbancamento e l'intercetta tra una retta inclinata (45°+/2) a partire dal piede dello sbancamento.

= 45°+ /2 = 65°

5 m

pro?lo p.c.

di scavo

h=3 m

Cuneo di Rankine

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A lato:

Planimetria semplificata con individua- to il perimetro della cava in corso, l'ampliamento, la sua suddivisione in lotti e i servizi. (fonte T03 – PLANI- METRIA DI PROGETTO, modificata)

Più dettagliatamente:

Coltivazione della cava

La fonte di tutti i dati a seguire è la “R02-Relazione tecnica”.

Per calcolare il volume di scavo si è calcolato il volume come: (Area) * (altezza di scavo), considerando ininfluente la pendenza delle pareti e depauperando il risultato dello spessore del terreno vegetale pari a uno strato medio di 1.00 m su tutta la superficie utile.

I mezzi d'opera previsti sono n. 1 escavatore, n. 1 pala gommata; n. 1 autocarro (equivalente.) I 155.884 mc in banco sviluppano un volume su cassone con un incremento di circa il 30%

per complessivi 202.649 mc circa.

In ogni viaggio si caricano 17 mc (media fra trasporti in 3 assi e trasporti in 4 assi) e avremo complessivamente:

202.649 mc/totali/17 mc/viaggio = 11.920 viaggi.

Le necessità di approvvigionamento dell'impianto sono dell'ordine di circa 30-35.000 mc/anno trasportati, ovvero circa 25.000 mc in banco/anno.

I 155.884 mc saranno scavati in: 155.884 mc/25.000 mc/anno = 6,2 anni.

Totale Terr. Veg. Ghiaia

187/p - 354/p - 629/p - 34/p LOTTO 1 19.466 58.397 19.466 38.931

34/p - 679/p LOTTO 2 19.331 57.992 19.331 38.661

34/p LOTTO 3 12.766 38.298 12.766 25.532

672/p - 393/p LOTTO 4 8.064 24.193 8.064 16.129

34/p - 102/p/p LOTTO 5 9.233 27.699 9.233 18.466

Area Lotto (mq)

ollecorvino FG 6 Particelle Volume (mc)

(20)

Tenendo conto dell'inevitabile sfasatura temporale tra scavo e ritombamento e i tempi finali necessari per smantellare tutte le opere accessorie tipo recinzione, livellamento piste ecc. pos- siamo stimare che saranno necessari complessivamente 7anni come da diagramma:

Come si vede dal diagramma, e più dettagliatamente esposto nelle tavole grafiche del crono- programma, la progressione dei lavori prevede che si acceda al lotto successivo quando i lavo- ri di risanamento del precedente sono prossimi al completamento, questo per evitare l'affian- camento di terreni di riporto con il fronte di scavo e soprattutto evitare che ci siano tempi morti nell'avanzamento della coltivazione. Infatti, si prevede di iniziare la coltivazione mentre sono in completamento gli ultimi lavori di risanamento della cava oggi in attività.

I lavori di scavo impegneranno 6 anni, ogni anno mediamente si lavorerà per 180 giorni per complessivi: 1.080 giorni. Conseguentemente ogni giorno possiamo calcolare: 11.920 viag- gi/1.080 giorni = 11 viaggi/giorno che corrispondono a circa 1,4 viaggi ogni ora.

Risanamento ambientale

Come descritto nella relazione specifica al termine della coltivazione è previsto il ritomba- mento totale utilizzando lo strato di terreno vegetale della copertura integrato con terreni pro- venienti da scavi e sterri e fanghi residuali dell’impianto di lavaggio per una percentuale vo- lumetrica finale nell'ordine del 20-30%, il tutto per riconfigurare la stessa morfologia iniziale.

Il materiale terroso potrà provenire anche dai tradizionali lavori di sterri e scavi per l’edilizia.

Questi materiali, se non provenienti da siti inquinati, possono essere utilizzati per i rinterri di cave. I terreni utilizzati proverranno da cantieri autorizzati e pertanto da scavi e sterri di siti non inquinati e saranno descrivibili genericamente come limi e limi sabbiosi, sterili .Le pro- cedure di utilizzo dei materiali da scavo seguiranno il regolamento che disciplina l’utilizzazione delle rocce e terre da scavo vigente al momento .

6 SCAVO

SCAVO

SCAVO

SCAVO

SCAVO

SCAVO

SCAVO

Scavo

Risanamento \

Completamento risanamento cava in corso

ANNUALITA'/LOTTI

chiusura cava

54

70

77

fine risanamento

36

48 42

55

64

72 24

RITOMB.

ANNO MESE LOTTO

RITOMB.

RITOMB.

RITOMB.

RITOMB.

RITOMB.

1 6

18

RITOMB.

2 3 4 5

(21)

3 IMPATTO POTENZIALE

Posto che l’attività estrattiva nell’area oggetto di studio ha una vita utile finita nel tempo, ogni valutazione tiene quindi conto che si tratta di un'incidenza non definitiva.

Nell’insieme il progetto s'inserisce in un paesaggio complessivamente rurale nel quale è co- munque molto evidente l’impronta antropica.

Non sono rilevati e rilevabili nel sito bene storico-architettonici o insiemi di particolare valore come risulta dalla cartografia regionale di delimitazione delle aree d'interesse paesaggistico archeologico. L’areale quindi, nel suo insieme non possiede punti di vista o angoli visuali par- ticolari che ne valorizzino l’aspetto paesaggistico.

Si prende in considerazione l'interazione del progetto con le componenti ambientali diretta- mente attivate dall'esercizio della cava per valutarne l'interferenza e la compatibilità, la rever- sibilità o meno e la perduranza nel tempo.

Le componenti ambientali individuate e coinvolte sono:

- sottosuolo e suolo - ambiente idrogeologico - atmosfera

- fauna e vegetazione

3.1 SOTTOSUOLO E SUOLO

Sottosuolo

L'attività estrattiva si rivolge allo sfruttamento del giacimento minerario individuato come risorsa naturale di pubblica utilità riconosciuta con l'autorizzazione in essere. Il suo am- pliamento finalizza pertanto la piena utilizzazione del giacimento.

In tal senso l'attività s'inserisce nel contesto di un equilibrato rapporto “costi ambientali- benefici” mediante l'utilizzo della risorsa naturale rappresentata dal giacimento ghiaioso. Lo sfruttamento corretto del giacimento rappresenta la logica continuità con l'attività in essere ed evita al contempo la ricerca di un nuovo sito.

Suolo

L'attività di cantiere interviene preliminarmente asportando e conservando il “suolo”

quale patrimonio indispensabile per la fase finale di risanamento ambientale: momento nel quale con la regolarizzazione morfologica e la redistribuzione dello strato di terreno vegetale già conservato si perfeziona la chiusura del cantiere e della cava restituendo l'intera area all'u- so proprio precedente l'attività estrattiva. Di per sé quindi l'asportazione preliminare e la sua conservazione preserva il suolo da eventuali ancorché accidentali contaminazioni.

L'impatto sul suolo è pertanto temporaneo e reversibile e consente in tempi ragionevolmente brevi di essere riassorbito e annullato come dimostrato dalla porzione già completamente uti- lizzata e restituita all'uso agricolo della cava in corso.

(22)

3.2 AMBIENTE IDROGEOLOGICO

L'ambiente idrogeologico è rappresentato dalla falda individuata al contatto tra il terrrazzo al- luvionale e il substrato argilloso.

Come indicato nello studio geologico sono stati realizzati tre piezometri utilizzati per control- lare periodicamente il livello della falda nel sottosuolo durante il periodo per la progettazione In questo modo è stata determinata la profondità di scavo massima possibile per conservare 2 m di franco al di sopra del livello freatico.

Come già esposto nella parte dedicata all'esposizione dell'ambiente geologico in base a questi dati il progetto ha delimitato l'andamento delle isopieze e sulla carta idrogeologica è stata in- dicata anche a luoghi la quota progettuale di scavo.

I dati indicano che la falda freatica ha una debole pendenza verso NE, cioè verso l'alveo del Fino.

Il cronoprogramma che prevede "scoperture" progressive e risanamenti in continuità fa si che i lavori di coltivazione così come progettati non interferiscono con l'ambiente idrogeologico

3.3 ATMOSFERA

Le lavorazioni di coltivazione della cava interagiscono con l'atmosfera in termini di emissioni e di pressione acustica.

 emissioni

le emissioni sono quelle legate alla tipologia dei lavori previsti. Il cantiere prevede la presenza di mezzi d'opera idonei alla coltivazione del banco: escavatore e pala, e mezzi in transito per il trasporto dei materiali coltivati (autocarri).

Le emissioni considerabili sono quindi quelle legate alla potenziale diffusione di polveri do- vute alla movimentazione dei materiali e al transito dei mezzi sulla viabilità di cantiere non pavimentata e l'emissione di gas di scarico. Entrambe le tipologie non sono convogliabili e classificabili come emissioni diffuse.

Per i gas di scarico è da considerarsi che le lavorazioni sono discontinue nel tempo sia per l'e- scavatore sia per i mezzi in transito nel cantiere per le operazioni di carico e scarico. I mezzi per il conferimento dei terreni dalla cava e quelli operativi per lo spandimento emettono gas di scarico in atmosfera. Facendo riferimento alle Linea Guida AQMD "Air Quality Analysis Guidance Handbook" (Handbook) Off-Roads MobileSource Emission Factors (http:/www.aqmd. gov/home/rules-compliance/ceqa/airquality-analysis-handbook/off-road- mobile-source-emission -factors) che utilizza i fattori di emissione stimati dall’Agenzia di Monitoraggio della Qualità dell’Aria dello Stato della California i fattori di emissione sono ri- portati per i parametri CO, NOX, SOX, PM10, CO2 e sono riferiti a mezzi pesanti alimentati con combustibile diesel di potenza pari a 175 Hp. I fattori di emissione sono proposti in ter- mini di flusso d'inquinanti per ora di funzionamento.

Poiché l'attività lavorativa non avrà carattere continuo e le emissioni collegate sono conside- rabili modeste

(23)

Per le polveri il progetto ha affrontato analiticamente la problematica con un proprio studio previsionale di emissioni utilizzando le linee guida dell'ARPA Toscana. Scorporando le lavo- razioni nelle sue componenti elementari.

Il calcolo delle emissioni è stato compiuto inizialmente in assenza di mitigazione (anche se già la cava in essere opera in regime di mitigazione). La relazione dà conto del calcolo per ogni singola lavorazio- ne:

Scopertura: 17,1 g/h

Formazione dei cumuli: 19.7 g/h Scavo e Carico materiali di cava: 0,3 g/h

Movimentazione dei cumuli per il risanamento: 33.7 g/h Erosione del vento dai cumuli: 0,3 g/h

Transito dei mezzi sui piazzali e sulla viabilità non pavimentata: 1.314g/h Per complessivi 1.385 g/h

Le emissioni così calcolate sono confrontate con i recettori più pros- simi e i valori tabellati di soglie compatibili (tabella 17 delle linee guida ARPAT) per lavorazioni comprese tra 200 e 150 gg/anno.

Poiché la distanza minima è minore di 50 m la tabella di riferimento in- dica un valore massimo emissivo di 83 g/h.

Per rientrare in questo limite la solu- zione adottata è la bagnatura

Utilizzando le soluzioni proposte dalle linee guida ARPAT è stato calcolata una frequenza di un passaggio ogni ora con una distribuzione di 0,15 l/mq per 750 l/g, cautelativamente: 1.000 l/g.

Pratica facilmente gestibile in cantie- re con una normale cisterna carrata.

Così operando le emissioni si abbattono a 69,3 g/h rientrando nei limiti previsti dalle linee guida.

(cfr. R04-EMISSIONI)

(24)

La relazione sulle emissioni segnala an- che che questa distanza minore di 50 m non è una costante del cantiere ma viene rapidamente superata mano a mano che i lavori avanzano allontanandosi progressi- vamente dai recettori. Questa distanza sotto i 50m distanze così ridotte sarà li- mitata a poco tempo (qualche settimana) e non oltre. In questo senso quindi l'im- patto è minimo e in rapida diminuzione.

Figure e tabella: fonte: R04 – Emissioni - adattate

L'emissione di polveri è stata valutata anche in relazione alla vicinanza con altra attività e- strattiva (R08 – Effetto cumulo). Non disponendo di dati certi rispetto alla seconda attività e basandosi su quanto osservato durante le ricognizioni di campo le due attività hanno modalità operative confrontabili per mezzi e per tempi. La seconda attività è prossima alla conclusione rispetto all'autorizzazione per cui al momento in cui inizieranno i lavori di ampliamento reali- sticamente i lavori saranno completati o comunque ormai lontani tra loro diverse centinaia di metri.

Fonte: R08 effetto cumulo

(25)

Per il percorso sula strada lungofiume l'elemen- to caratterizzante è la persistente umidità della carreggiata garantito dall'ombreggiatura e dalla relativa vicinanza con il F. Fino

La pressione acustica è stata valutata in via previsionale con studio specifico e sperimentale con rilievi diretti della qualità acustica naturale sulla quale s'impone l'attività di coltivazione.

Lo studio è stato effettuato dalla "Acustica SaS" di Pescara (cfr. 07 - Documento di previsione di impatto acustico).

Per quantificare l'impatto acustico lo studio ha preso in considerazione:

- la normativa vigente: nazionale e locale;

- il progetto così come descritto nelle sue relazioni e tavole grafiche: tempi, mezzi, volumi, ecc;

- l'inquadramento acustico dell'area: riferimento alla normativa nazionale in mancanza di zo- nizzazione comunale, riferendosi quindi alla zonizzazione "tutto il territorio nazionale" (t70 Leq(A) - diurno, 60 Leq(A) notturno) e classe acustica III

(fonte: R07 - Documento di previsione di impatto acustico; pag. 8 di 42)

- individuazione dei recettori: censimento delle abitazioni residenziali stanziali nei dintorni e loro distanza dai limiti di coltivazione

(26)

-- individuazione delle sorgenti: il numero dei mezzi, la produzione media, i viaggi/ora sono stati prelevati dalla relazione tecnica. Per la potenza sonora dell'escavatore si è fatto riferi- mento alla scheda tecnica del mezzo d'opera presente in cantiere e che proseguirà i lavori.

- modello di calcolo, modellizzazione acustica: per il modello di calcolo è stata utilizzata la norma UNI 9613 e software Mithra v. 4.0, il modello di calcolo è stato costruito a partire dal- la planimetria dell'area e delle sue quote, degli edifici ed inserendo le sorgenti sonore, escava- tore e autocarri.

Si è giunti quindi ai seguenti risultati:

L'analisi dei risultati indica che che la differenza tra Livello di rumore Ambientale e Livello di rumore Residuo risulterà, nel ricettore maggiormente esposto corrispondente allo scenario critico ipotizzato, pari a circa 16.0 dB. Tale dato lascia ragionevolmente presumere che all’interno dell’ambiente abitativo il Livello di Immissione Differenziale (5.0 dB) sarà supera- to.

Conseguentemente è stata condivisa una soluzione di mitigazione per garantire il rispetto del limite di immissione differenziale (5.0 dB).

La soluzione adottata prevede di interporre una barriera fonoassorbente tra il confine di can- tiere e l'ambiente circostante.

A tal fine oltre alla relazione "07-Documento di previsione di impatto acustico" si è preso in considerazione anche la "07bis - Mitigazioni impatto acustico".

"Posto che l'altezza richiesta è di 4 m, non potendo realisticamente realizzare una barriera di questa altezza per soluzioni temporanee: costi e problemi di posa in opera che richiederebbe tiranti di sicurezza per la stabilità sia in condizioni normali sia particolarmente in caso di vento è stata trovata la soluzione qui riportata graficamente:"

(27)

In questo modo la valutazione previsionale della pressione acustica sul recettore più esposto diventa:

(pag 16 di 42)

e conseguentemente conferma la coerenza anche per i recettori più lontani Le zone dove è previsto l'utilizzo di queste barriere fonoassorbenti sono:

(28)

La loro disposizione seguirà lo svolgimento del cantiere in modo che nessun recettore sensibi- le si trovi “esposto”.

In termini d'impatto pertanto in fase di cantiere le condizioni sono compatibili con l'ambiente e le norme e si nota che lo stesso ha caratteristiche di reversibilità legata alla vita utile della cava.

(29)

3.4 FAUNA E VEGETAZIONE

Si valuta l'interferenza delle attività con l'ambiente faunistico e vegetazionale naturale.

Com'è evidente la perimetrazione del cantiere è tutta interna a un'estesa piana alluvionale de- dita ad agricoltura e con diverse unità abitative che la punteggiano.

Vi è poi il corridoio rappresentato dal F. Fino con la sua fascia spondale orlata da vegetazione spontanea ripariale.

Le attività di tipo agrario e quelle legate alla stanzialità antropica sono quindi continue anche se discontinue e rappresentano un elemento di costante relazione sia con la fauna selvatica ter- ricola o avicola sia con la vegetazione spontanea. Per la fauna la "puntualità" delle azioni di cava rappresenta un elemento meno "disturbante" rispetto alle altre perché precisamente loca- lizzate e identificabili. Per la vegetazione come si vede dalle diverse proposizioni di foto sa- tellitari, la piana è sostanzialmente "priva" di vegetazione spontanea perché dedita all'agricol- tura. Inoltre la mitigazione delle polveri con la nebulizzazione - unico vero elemento di di- sturbo - circoscrive il problema all'interno del cantiere.

Sfugge a questa descrizione il percorso esterno al cantiere fino al raggiungimento della S.P. in prossimità del ponte sul F. Fino.

La strada sterrata dopo un primo tratto "scoperto" costeggia il fiume attraverso la fascia ripariale. La strada è percorsa dagli autocarri - da e per la cava - con la giusta prudenza e a velocità molto ridotta.

Si ripete - come per le polveri in precedenza - che la carreggiata è spessa in ombra tra le piante e dota- ta di una persistente umidità grazie al vicino letto del fiume.

Come già detto il traffico previsto per la cava in am- pliamento dell'Inerti Val Fino è di 1,4 viaggi ogni ora che possiamo considerare raddoppiati se pren- diamo in considerazione anche la "vicina" cava Ta- vernola che utilizza - fino alla S.P.- la stessa strada lungofiume

La velocità ridotta, quindi anche il basso livello di rumorosità, il contenimento delle polveri grazie all'umidità naturale, porta a un impatto complessivamente di basso livello e, importan- te, reversibile.

figura a lato:

tracciato strada lungofiume su base foto aerea

(fonte: geoportale)

(30)

4 EFFETTO CUMULO

La progettazione ha preso in considerazione e valutato la presenza nelle relative vicinanze di una altra attività estrattiva e di come le due attività congiuntamente possano interagire rispetto alla pressione ambientale.

Le attività concorrenti prese in considerazione sono state:

- l'emissione di polveri in atmosfera, - la pressione acustica,

- l' incremento del traffico

- interferenza con l'ambiente idrogeologico: rapporti con la falda

- componente acqua

La modellazione idrogeologica del sito con la correlazione dei dati dei singoli piezometri confrontati con il profilo di scavo progettato indica un franco che si attiene sempre oltre i 2 m di franco dal livello freatico come previsto.

La semplice operazione di sbancamento e carico dei materiali inerti, non interferisce con la componente acqua.

Considerando che le operazioni di sbancamento sono seguite rapidamente con quelle di risanamento mediante ritombamento le attività non costituiscono elemento di interferenza significativa con la componente della falda.

Inoltre non sono previste attività di manutenzione dei mezzi in cantiere.

Le due cave operano similmente da anni senza che le attività abbiano costituito motivo di interferenza con la componente acqua.

- componente suolo e sottosuolo

la superficie nella sua totalità viene rinaturalizzata con un bilancio a zero in termini di consumo

“definitivo” di suolo.

Il sottosuolo viceversa, riconosciuto come giacimento e quindi come interesse pubblico viene utilizzato nei limiti della corretta progettazione e gestione in quanto trattasi di bene non rinnovabile.

(31)

- componente aria

polveri

Le due attività ancorché abbastanza vicine non avranno punti di effettiva vicinanza.

La cava "Tavernola" è ormai operativa solo nella parte più lontana in direzione fiume, mentre l'ampliamento in progetto inizierà dalla parte opposta ed è prevedibile che al momento dell'inizio dell'ampliamento la cava "Tavernola" sia finita.

viabilità

L'incidenza sulla viabilità è stata mirata ad identificare quantitativamente il differenziale dei mezzi immessi su questa rispetto all'attualità e soprattutto il differenziale rispetto al volume di traffico medio.

Le valutazioni svolte in merito alla quantificazione dei transiti in A/R quantifica una media 1,4 viaggi/ora per l'ampliamento della cava INERTI VAL FINO, in continuità con le attività così come si sono svolte sin qui. Anche l'altra cava ha un ritmo

produttivo analogo e

conseguentemente un flusso di traffico confrontabile.

Congiunti

direzione mezzi altra cava direzione

mezzi ampliamento Inerti Val Fino

(32)

componente rumore

La valutazione previsionale di impatto acustico curata da "Acustica Sas" ha preso in considerazione sia la sola attività della Inerti Val Fino sia la compresenza e la attività della vicina cava.

A tal proposito un capitolo specifico dello studio ha affrontato specificatamente l'effetto cumulo delle de attività come pressione acustica.

E' stato valutato l'impatto acustico cumulativo generato dalle lavorazioni contemporanee.

Quando sarà attivo il lotto "4" dell'ampliamento, anche ammettendo che nel frattempo l'altra cava non abbia significativamente progredito nei suoi lavori, il recettore più prossimo alle interferenze (R4) si troverà a circa 180 m. Per i dettagli dell'elaborazione della simulazione di valutazione di pressione acustica si rimanda alla relazione specifica, di seguito il risultato:

Componente biotica

flora e fauna

Per quanto attiene la fauna, la vicinanza con attività produttive come lo sono a tutti gli effetti le prati- che agricole meccanizzate già oggettivamente fonte di “disturbo” fa si che le attività di coltivazione delle cave non rappresentino un carico aggiunto significativo.

Sia il livello di rumore ambientale sia il valore differenziale il risultato è entro il limite di accettabili- previsto dalla normativa

Componente paesaggio

Nella fase operativa le aree denudate aumenteranno rispetto all'attualità ma comunque rimanendo nel contesto dell'impatto che ha già “caricato” la visibilità. L'aspetto positivo è che si tratta comunque di un detrattore incrementale finito nel tempo e reversibile che si risolve con il progressivo recupero ambientale mediante geometrie compatibili e coerenti con l'ambiente e restituendo alla visibilità quell'aspetto che caratterizza nell'insieme tutta l'area divenendo sostanzialmente irriconoscibile nel tempo il prima dal dopo grazie al risanamento che prevede il ritombamento totale.

La valutazione dell'effetto cumulo si conclude:

- acqua (idrogeologia): nessuna interferenza;

- suolo e sottosuolo: interferenza temporanea e reversibile;

- rumore: nell'ambito della norma;

- aria e viabilità: incremento limitato e reversibile;

- polveri: nei limiti con i sistemi di mitigazione e abbattimento per nebulizzazione;

- flora e fauna: invarianza degli equilibri sin qui raggiunti , temporanei e reversibili;

- paesaggio: modifica temporanea, limitata, senza punti di vista significativi, reversibile;

I lavori previsti sono tutti di basso/medio impatto rispetto al cumulo con le attività già in corso e comunque tutti (a meno del consumo di sottosuolo) rapidamente reversibili e che si concluderan- no con la ricomposizione ambientale dei luoghi fino alla sostanziale mimetizzazione morfologica e vegetazionale con l'ambiente circostante.

(33)

5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Dall'analisi degli effetti sulle diverse componenti ambientali indotte dalle attività progettate, si valuta se gli impatti rilevati e le mitigazioni individuate sono coerenti con l'obiettivo di un impatto comunque sostenibile sia in ambito locale e di area vasta.

Nell'ambito locale, l'attività estrattiva interferisce con le diverse matrici ambientali: atmosfera, suolo, ambiente idrico, vegetale e faunistico, antropico.

Se ci si sposta nell'area vasta l'attività estrattiva, si sostanzia nel trasporto della materia prima dal sito di estrazione alla sua destinazione che nel caso specifico sono gli impianti dell'Inerti Val Fino a circa 15 chilometri. In questo contesto pertanto ci si confronta anzitutto con l'anali- si della viabilità, della sua idoneità. Il lavoro di sintesi e d'incrocio dei dati serve poi per defi- nire se il saldo finale in termini di ritorno per la collettività compensa la “fattura” ambientale in termini di sostenibilità L'ampliamento della cava interessa una fascia di piana alluvionale in sponda destra del F. Fino in località Congiunti del Comune di Collecorvino (PE).

La risorsa naturale è il giacimento del banco ghiaioso che costituisce il corpo del terrazzo che definisce la piana di fondo valle e copre la sottostante formazione argillosa che viceversa de- finisce il sistema dei rilievi collinari circostanti. Il progetto prevede il ritombamento totale de- gli scavi riutilizzano, in chiusura, lo strato di terreno vegetale asportato e conservato.

Ambiente Fattore Ambito Progetto

cantiere - Fasi progressive

- Scavo esclusivamente meccanico - limitazione di velocità

- Carico diretto senza formazione di cumuli - Risanamento progressivo

Atmosfera Emissioni

non convogliate (polveri)

area vasta - trasporto su viabilità lungofiume e S.P.

Idrico falda cava - monitoraggio

- procedure di attenzione incidenti Suolo e

sottosuolo

Modifica cava - scavo per fasi;

- risanamento contestuale Flora e

fauna

Modifica suolo

trasformazione del bosco

cava - scavo progressivo per fasi;

- scavo meccanico -risanamento contestuale cava - monitoraggio falda;

- coltivazione per fasi;

- contenimento emissione polveri: velocità limitata - contenimento pressione acustica: velocità limitata;

- dotazione protezioni agli operatori;

- risanamento ambientale Salute

pubblica

Qualità acqua,

qualità aria (emissioni polveri, rumo- ri,)

viabilità

Area vasta - contenimento polveri: trasporto centinato;

cava - coltivazione per fasi in aree localizzate;

- contenimento rumori Rumori,

vibrazioni

- scavo;

- trasporto

Area vasta - limitazione carico trasporto: razionalizzazione numero passaggi

Paesaggio Modifica del suolo cava - coltivazione per fasi;

- risanamento ambientale Viabilità Locale

urbana ed extraurbana

Area vasta - velocità ridotta

- trasporto con mezzi centinati;

Oggi le condizioni locali sono quelle definite dalla concomitanza della vocazionalità storica legata all'agricoltura meccanizzata e "industrializzata" in combinato con - da alcuni anni - con le attività estrattive in corso.

(34)

Gli impatti sono riconducibili alla conduzione dei fondi tuttora coltivati in loco e quindi la presenza stagionale di macchine operatrici e quindi conseguentemente, nei periodi dedicati, anche le attrezzature per le arature ecc. nonché l'uso di fertilizzanti e pesticidi ecc..

Si avranno quindi incidenze sulle qualità del suolo, infiltrazioni, dilavamenti di suoli con ferti- lizzanti chimici e pesticidi, nonché emissioni di polveri per i transiti e pressioni acustiche inte- ressanti. Il tutto a carico dei diversi componenti quali sono appunto: atmosfera, falde, vegeta- zione, fauna, salute pubblica, rumori, paesaggio e viabilità

Una stima qualitativa generale dell'ambiente attualmente con le due attività in essere, suppor- tata per rumore, polveri e viabilità, da analisi quantitative e qualitative

Incidenza Componente

ambientale Fattore

Locale Area vasta

atmosfera polveri ◊ ◊ =

idrico falda = =

Suolo e sottosuolo modifica ◊ ◊ =

Vegetazione e fauna modifica ◊ =

Salute pubblica Rumori polveri ◊ =

Rumori Rumore e vibra-

zioni ◊ ◊ =

Paesaggio modifica ◊ =

Viabilità carico ◊ =

simbolo ◊ ◊ ◊ molto interessato

◊ ◊ moderatamente interessato

◊ poco interessato

= ininfluente

Questo scenario che definisce la situazione attuale e identifica un "turbamento" modesto in ambito locale e indifferente rispetto all'area vasta non viene modificato dai lavori progettati.

Anzi considerando la futura chiusura per fine lavori dell'altra attività estrattiva il quadro gene- rale locale migliorerà per poi tornare alle condizioni primitive antecedenti l'attività estrattiva nelle quali l'area era caratterizzata dall'attività antropica prevalente: agricoltura meccanizzata ed intensiva con estese superfici a monoculture stagionali come peraltro accade anche oggi.

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