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Matematica Discreta I Lezione del giorno 5 ottobre 2007

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(1)

Matematica Discreta I

Lezione del giorno 5 ottobre 2007

Se il simbolo 1 indica “vero”e il simbolo 0 indica “falso”, i possibili valori di verità della congiunzione PQ, in funzione di quelli di P e Q, sono i seguenti:

11=1 10=0 01=0 00=0

e si possono schematizzare in una tavola della verità come la seguente:

P Q PQ

1 1 1

1 0 0

0 1 0

0 0 0

oppure come la seguente (in cui alle righe si fanno corrispondere i valori di P, alle colonne quelli di Q, e nelle caselle all’incrocio quelli di PQ):

1 0 1

0

2) Disgiunzione logica

Dati due predicati P, Q, si chiama disgiunzione logica di P, Q il predicato che:

- ha come nome PvQ (si legge P or Q)

- ha come testo i testi di P e Q separati dalla congiunzione “o” (quindi ha come variabili le variabili di P e quelle di Q)

- è falso solo per i valori delle variabili che rendono falsi sia P che Q, ed è vero per tutti gli altri valori delle variabili (quindi è vero per i valori delle variabili che rendono vero uno dei 2 predicati P, Q o entrambi)

Esempio:

Dati i 2 predicati

P(x) = “x è un numero intero >10”

Q(y) = “y è un numero razionale compreso fra 1 e 2”

la loro congiunzione logica è il predicato

[PQ](x,y)=”x è un numero intero >10 o y è un numero razionale compreso fra 1 e 2”.

Tale nuovo predicato è falso solo per i valori di x che rendono falso P e i valori di y che rendono falso Q.

Per esempio

[PQ](14,3/2)=”14 è un numero intero >10 o 3/2 è un numero razionale compreso fra 1 e 2” è una proposizione vera in quanto

P(14)= “14 è un numero intero >10”

è una proposizione vera, pur essendo

Q(5/2) = “5/2 è un numero razionale compreso fra 1 e 2”

una proposizione falsa.

Invece

[PQ](9,5/2)=”9 è un numero intero >10 o 5/2 è un numero razionale compreso fra 1 e 2” è una proposizione falsa in quanto entrambe le proposizioni P(9), Q(5/2) sono false.

1 0

0 0

(2)

La tavola di verità della disgiunzione logica PvQ è la seguente:

P Q PvQ

1 1 1

1 0 1

0 1 1

0 0 0

oppure la seguente:

1 0 1

0

3) Negazione logica

Dati un predicato P si chiama negazione logica di P, Q il predicato che:

- ha come nome P (si legge not P)

- ha un testo che è opposto di quello di P da un punto di vista logico (quindi ha le stesse variabili di P)

- è vero per tutti i valori delle variabili per cui è falso P, ed è falso per tutti i valori delle variabili per cui è vero P

Per esempio dato il predicato:

P(x) = “x>6” (con campo di variabilità x=numero intero positivo) la sua negazione logica può essere

P (x)=”non è vero che x>6”

oppure, più elegantemente:

P (x)=”x≤6”.

La tavola di verità della negazione logica P è la seguente:

P P

1 0

0 1

Implicazione logica

Dati due predicati P, Q, nelle stesse variabili, diremo che P implica Q (oppure: da P segue Q, o ancora: se P allora Q) quando tutti i valori delle variabili che rendono vero P rendono vero anche Q. In questo caso scriveremo il simbolo PQ

Per esempio se sono dati i seguenti predicati (con campo di variabilità x=numero intero positivo):

P(x) = “3<x<7”

Q(x) = “x

2

<40”

allora è vero che P implica Q perché i valori della x che rendono vero P sono esattamente x=4,5,6 e si verifica facilmente che essi rendono vero anche Q.

Spesso i valori delle variabili che rendono vero P sono in numero infinito, e in tal caso non è possibile, come nell’esempio precedente, verificare singolarmente che ciascuno di essi rende vero anche Q.

1 1

1 0

(3)

In tal caso si ricorre a una dimostrazione: si suppone di avere un valore generico delle variabili che rende vero P (ipotesi), e attraverso dei passaggi intermedi (giustificati da conoscenze acquisite in precedenza) si cerca di dimostrare che tale valore rende vero anche Q (tesi).

Per esempio se sono dati i seguenti predicati (con campo di variabilità x=numero intero positivo):

P(x) = “x<7”

Q(x) = “x+2<20”

per dimostrare che PQ si potrebbe procedere operando i seguenti passaggi:

1) supponiamo che x sia un valore che renda vero P (ipotesi) quindi che x sia un intero positivo tale che x<7

2) applicando la proprietà delle diseguaglianze che permette di sommare ad ambo i membri lo stesso numero ottenendo una diseguaglianza ancora valida si ha x+2<9

3) osservando che 9<20 e che vale la proprietà transitiva dell’ordinamento dei numeri interi si ottiene x+2<20, quindi x rende vero anche Q (tesi)

E’ ovvio che se si vuole verificare invece che un predicato P non implica un predicato Q, allora non si deve procedere con una dimostrazione, ma bensì cercare almeno un valore delle variabili che renda vero P ma renda falso Q.

Nell’esempio precedente come visto si ha PQ, ma non è vero viceversa che QP, in quanto è possibile esibire valori di x che rendo vero Q ma falso P (per es. x=8).

Se sono dati due predicati P, Q, nelle stesse variabili, e se si ha sia PQ che QP, diremo allora che P è equivalente a Q (oppure che P se e solo se Q) e scriveremo PQ.

In questo caso i valori delle variabili che rendono vero P coincidono esattamente con quelli che rendono vero Q, quindi P, Q in pratica rappresentano la stessa affermazione da un punto di vista logico.

Per esempio se sono dati i seguenti predicati (con campo di variabilità x=numero intero positivo):

P(x) = “x<7”

Q(x) = “x+2<9”

é facile (utilizzando metodi simili a quelli dell’esempio precedente) dimostrare che P Q e che QP dunque si può concludere che PQ.

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