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Appendice IV

Membri della Società Economica della Terra di Bari (1810-1860)1

• Luca de Samuele Cagnazzi (si veda nota 26 del capitolo III, seconda parte).

• Andrea Miolli (1765-1816): nato a Bari e laureato in diritto. Insegnò presso il Real Liceo delle Puglie di Bari. Fu uno dei primi massoni e forse fondatore della setta in Bari. A seguito della sua attiva partecipazione ai moti del 1799 fu perseguitato. Durante il regime murattiano esercitò grande influenza e si fece strenuo sostenitore degli sviluppi civili della città. Nel 1810 aveva fondato a Bari la Carboneria. Nel '15 accettava l'incarico di far parte della Commissione che si recava a nome del Decurionato a far atto di omaggio al restaurato re Ferdinando.

• Domenico Mizzi (1771-1857): sacerdote, dottore in lettere e filosofia e in diritto, insegnò a lungo. Massone, fu compromesso nei moti del 1799 e poi tenuto in gran conto durante il periodo murattiano. Affiliato sin dal 1818 alla Carboneria, col ritorno dei Borbone fu preso di mira dalla polizia.

• Bisceglia Vitangelo (1749-1817): dotto prelato di Terlizzi, ricoprì vari incarichi prelatizi di rilievo e fu maestro presso il liceo di Altamura. Fin dal 1806 fu socio del Real Istituto d'Incoraggiamento e poi tra i primi soci della Società Economica di Terra di Bari. Ad entrambi portò un grande contributo di sapere ed esperienza.

• Giovene Giuseppe Maria (1753-1837): dotto ed illustre prelato, fu vicario generale nella natia Molfetta, oltre che vicario apostolico a Lecce. Scienziato di grande fama, si interessò di botanica e zoologia. Fu uno strenuo sostenitore della modernizzazione dell'agricoltura e nel 1806 divenne membro del Real Istituto d'Incoraggiamento, poi della Società economica dal 1810. Eletto deputato al parlamento nel 1820, fece parte della Commissione di Commercio, Agricoltura e Industria. Dopo i moti costituzionali, visse una vita ritirata.

• Tupputi Domenico Antonio (1763-1850): di principi liberali, prese parte attiva da acceso repubblicano ai moti del 1799 in seguito ai quali fu esiliato. Dimorò a lungo in Francia, militando sotto le bandiere di Napoleone in Spagna. Tornato nel 1801, ebbe parte importante nella vita civile durante il regno murattiano. Si iscrisse alla Carboneria e nel 1820 capeggiava il movimento barese. Restaurati i Borbone, andò in esilio. Fu uomo di vasta cultura, versato nei problemi di agricoltura.

• Ruggiero Binetti di Barletta: farmacista, animato da sentimenti liberali, fu massone e carbonaro.

• Michele Turi: medico di Canneto, fu un valente naturalista.

1 Da Pennetta, L'azione delle Società Economiche nelle province pugliesi durante il regno borbonico, Note 5, 7, 12, 13, 14, 16, 20, 25, 30, 31, 32, 33, 34, 45, 49, 50, 52, 53, 66, 70, 79, 85, 88, 90

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• Francesco Santoliquido: medico in Sannicandro, si affiliò alla Carboneria e ne fu Gran Maestro prima dei moti costituzionali. Perseguitato, riuscì in seguito ad ottenere una cattedra nel Liceo di Bari, dove insegnò sino alla morte, nel 1865.

• Michele Garruba (1785-??): arcidiacono, valente canonico e predicatore, pubblicò varie opere di archeologia sacra. Fu a Bari dal 1823, dove ricoprì varie cariche in organismi cittadini amministrativi ed assistenziali.

• Giovanni Chiaia (1799-1888): nato a Rutigliano, fu avvocato e grande oratore. Nel 1844 entrò in magistratura e vi percorse tutta la carriera sino al grado di avvocato generale in Trani. Coltivò gli studi economici ed amministrativi.

• Carlo Lamberti: si trasferì a Bari dopo aver ottenuto la cattedra di filosofia nel Real Liceo. Dimessosi nel 1831, si dedicò all'agricoltura e agli studi di archeologia, effettuando ricerche nei territori di Ceglie, Ruvo e Canosa. Fece parte di numerose Commissioni create dal Decurionato al fine di agevolare e promuovere lo sviluppo della città. Nel 1848 fece parte del gruppi dei liberali moderati.

• Andrea Tripaldi (1768-1846): arcidiacono, insegnò a lungo scienza naturali e fisiche a Molfetta. Socio sin dal 1812 della Società Economica, lo fu pure del Real Istituto d'Incoraggiamento.

• Giuseppe Maria Romanazzi (1796-1855): nacque a Putignano. Dopo aver studiato a Napoli, risiedette a lungo in Francia, Inghilterra e Toscana per perfezionare i suoi studi in economia e diritto. Ritornato in patria, non trascurò gli studi pur tra gli i vari impegni dell'amministrazione del proprio patrimonio. Nel 1848 fu eletto al parlamento coi liberali.

• Luca Rosati (1787-1859): dotto prelato, nato a Campi Salentina, insegnò presso il Liceo di Bari.

• Carlo D'Addosio (1804-1872): nato a Bari, fu avvocato. Ricoprì per molti anni la carica di segretario generale del Consiglio Generale degli Ospizi. Segretario della delegazione municipale nel 1848, fu processato nel 1851, ma venne assolto.

• Giulio Gadaleta fu massone e e poi carbonaro. Dopo il 1821 rientrò nelle file dei borbonici e fu nominato consigliere d'Intendenza a Bari.

• Giulio Petroni (1804-1895): studioso di scienze sociali e storico, fu insegnante. Uomo di studi, dette il suo contributo di esperienza alle iniziative per lo sviluppo della città. Nel 1848 fu liberale e membro della Deputazione provinciale.

• Giovani Battista Zella- Melillo, agricoltore di Casamassima, fu cultore di studi economici e politici, nel 1848 pubblicò per i Fratelli Cannone di Bari Ricchezza

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nazionale pubblica e privata che può ottenersi nel Regno delle Due Sicilie senza gravar lo Stato ed i cittadini di debito pubblico prestito forzoso e un'opera contro il separatismo siciliano. Morì a Bari nel 1885.

• Giuseppe Bozzi (1786-1862): fu capoufficio della Divisione Demani dell'Intendenza, supplente al Giudice Regio nella sua città e insegnante di diritto e procedura nel Real Liceo. Carbonaro, dopo il 1820 fu esposto alla persecuzione e perdette gli incarichi che ricopriva. Solo nel '32 poté tornare ad insegnare. Nel 1848 lottò in prima linea e fu attivo animatore delle iniziative rivoluzionarie che si svolsero a Bari. Partecipò alla Deputazione municipale, fu sostenitore delle necessità di creare un governo provvisorio e fu nominato presidente del Comitato provinciale. Dopo il 1848 fu condannato a 24 anni di carcere, scontai sino al 1860, quando fu liberato.

• Gennaro Moscatelli fu un prelato. Ricoprì varie cariche e fu studioso di problemi economici.

• Marcello Maffei nacque a Modugno. Insegnò lettere nel seminario arcivescovile di Bari. Fu membro della Carboneria, pur se si mantenne di fede borbonica sino alla fine della sua vita, che terminò nel 1867.

• Giosuè Mundo: professore del Real Liceo di Bari, fece parte di varie commissioni per lo sviluppo della città.

• Lorenzo Ceppaglia: proprietario di Gioa del Colle, fu Gran Maestro della Carboneria. Nel 1848 fu consigliere distrettuale in Altamura e nel marzo del '49 fu inviato come commissario a Noci con l'incarico di pacificare il paese, agitato da una questione demaniale.

• Berardino Galtieri (1768-1842): di famiglia ricca, ebbe possibilità di frequentare gli studi superiori. Comandante della Guardia Civica di Grumo nel 1799, fu arrestato e condannato. Seguace di Murat, fu poi Gran Maestro della Carboneria.

• Michelangelo Tansella (1795-1861): nato a Capurso ed educato nel seminario di Bari, per un breve tempo fu iscritto alla Carboneria. Dimorò per molto tempo a Napoli, dove divenne dottore in teologia. Tornato a Bari nel 1842, ricoprì molte cariche.

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