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Leggere nella società della conoscenza

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Academic year: 2021

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Leggere nella società della conoscenza

In questo ultimo decennio l’Unione Europea ha ribadito, in numerose occasioni, come la crescita socio-economica, culturale e civile di un Paese dipenda, in forma crescente, dal complesso numero di saperi a disposizione di ogni individuo che dovrà continuare ad aggiornarsi e formarsi per tutto l’arco della vita, anche al di fuori del tradizionale percorso istruttivo scolastico.

Dopo numerosi anni trascorsi a dibattere in convegni e seminari sui problemi di una società basata sull’informazione, il focus viene oggi posto sulla conoscenza, tanto che il Consiglio di Lisbona del marzo 2000 si è posto l’ obiettivo decennale di rendere l’Europa “la più competitiva società basata sulla conoscenza”, favorendo soprattutto la diffusione delle tecnologie dell’educazione e della comunicazione.

Nell’ottica di una realizzazione concreta di questa strategia, si rende necessaria una trasformazione radicale dei sistemi di istruzione e apprendimento, composti non più da una cultura unica ed universale ma da variegate forme di saperi, disseminati sulla carta e sul web, nelle scuole e nelle biblioteche, nei cartelloni pubblicitari e nelle stazioni ferroviarie, dove mentre aspettiamo impazienti il nostro treno possiamo imbatterci in angoli o chioschi, dedicati alla lettura o allo scambio “libero” di libri tra persone sconosciute (bookcrossing), creando confusione e sbigottimento in alcuni strati della popolazione adulta.

Per superare questi ed altri ostacoli legati alla necessità di fruire liberamente del piacere di leggere in ogni luogo, il Politecnico di Milano ha avviato, da qualche anno, un progetto legato alla mappatura e alla riprogettazione di spazi diversificati, pensati per stimolare la diffusione della lettura, che possono trovarsi alternativamente in metropolitana, ai giardini pubblici o al supermercato e che sono destinati a sostituire le tradizionali sale delle biblioteche.

Gli adolescenti sembrano muoversi con maggiore sicurezza in questi nuovi luoghi dedicati alla libera circolazione del sapere, dove è possibile potere immergersi liberamente nelle pagine di un libro e fantasticare, magari stimolati dalla partecipazione a gruppi di lettura, che vengono ormai organizzati in numerose città europee, con il preciso scopo di promuovere e alimentare momenti di socializzazione e di apprendimento collettaneo.

Infatti le comunità di lettura si stanno rapidamente estendendo anche in Spagna, in Grecia e in Italia, dopo la loro affermazione nei paesi anglosassoni, dove sono presenti in maniera capillare sul territorio e godono di particolari agevolazioni in quanto sono inseriti nei protocolli formativi nazionali.

Ma anche il successo internazionale del romanzo “Leggere Lolita a Teheran” di Aznar Anafi, può essere considerato come la parabola di un gruppo di lettura presente all’interno della trama letteraria, che a sua volta è stata discussa e analizzata da numerose (e reali) comunità di lettrici, che attraverso iniziative parallele, hanno saputo “rileggere” le pagine scritte, sviluppando un ricco e articolato dibattito, in un

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clima di vivace sperimentazione che ha dato luogo a una inaspettata conversazione collettiva a livello internazionale e conseguentemente a una moderna forma di apprendimento.

Il saper leggere, infatti, va oltre alla capacità di ricavare informazioni da un testo o da un sistema di segni linguistici; saper leggere significa condividere momenti e processi di lettura, scoprire e immergersi non solo in mondi immaginari ma anche nel contesto reale, manipolato e reinterpretato; saper leggere infine significa restituire i contenuti letti, arricchiti e personalizzati, alla comunità dalla quale li abbiamo ricevuti.

Lo scrittore francese Albert Manguel scrive: « Apprendre à lire consiste donc à acquérir les moyens de s’approprier d’un teste et aussi de prendre part à l’appropriation des autres…C’est dans ce domain ambigu, entre possesion et reconoissance, entre l’identité emposée par d’autres et l’identité découverte par soi même, que se situe, à mon avis, le fait de lire ».

Questo è il significato che la lettura lenta e faticosa deve avere, in quanto permette a ogni individuo di appropriarsi di quello spirito libero che è nascosto in ognuno di noi e che si rivelerà un elemento indispensabile nel contrastare quel tipo di cultura prodotta e orientata in larga misura dal condizionamento televisivo.

In questo panorama frammentato, il percorso che ogni cittadino deve compiere per raggiungere autonomia di giudizio e di pensiero è lungo e difficile.

Esso passa dall’uso veloce e passivo di alcuni dei più moderni artefatti tecnologici applicati alla realtà virtuale, alla scrittura e all’immaginazione, ignorando quasi completamente il ruolo attivo e di primaria rilevanza che l’acquisizione di competenze legate alla lettura giocano sullo sviluppo cognitivo, sulla fantasia e sulla rete di interazioni sociali di ogni individuo.

Comunque, nonostante i numerosi attacchi che gli vengono mossi, il libro continua imperterrito la sua battaglia di resistenza, alla ricerca di un percorso innovativo ma soprattutto formativo, dentro e fuori le istituzioni, in direzione di un orizzonte aperto, proiettato su un’educazione secondo ragione, in grado di contrastare costruttivamente i superficiali e banali messaggi emanati dall’universo delle immagini e dei suoni.

Patrizia Lùperi

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