La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta
CORTO SCONTO
H U G O P R AT T
GUIDO FUGA - LELE VIANELLO
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Viagiar descanta, ma chi parte mona torna mona (Anonimo)
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SOMMARIO
INTRODUZIONE POR
POR POR POR POR POR POR PICCOLO
TOPONOMASTICO PICCOLO
ENOGASTR CALEND INDIRIZZI INDIRIZZI BIBLIOGRAFIA
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SOMMARIO
INTRODUZIONE ... 9
PORTA DELL’AVVENTURA ... 23
PORTA DEL MARE ... 49
PORTA D’ORIENTE ... 81
PORTA DELL’ORO ... 103
PORTA DELL’AMORE ... 139
PORTA DEL COLORE ... 163
PORTA DEL VIAGGIO ... 187
PICCOLO DIZIONARIO TOPONOMASTICO ... 210
PICCOLO DIZIONARIO ENOGASTRONOMICO ... 211
CALENDARIO FESTE CITTADINE ... 212
INDIRIZZI CELEBRI ... 213
INDIRIZZI UTILI ... 214
BIBLIOGRAFIA ... 223
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INTRODUZIONE
Prima di lasciarvi ai vostri itinerari vorremmo dare spazio ad alcune considerazioni: si tratta di riflessioni fatte da noi autori davanti alle mille scelte possibili che ci si offrivano nel realizzare questo lavoro, memori delle innumerevoli passeggiate che, nell’arco di circa trent’anni, abbiamo fatto in com- pagnia del maestro Hugo Pratt. Lo spirito di fondo era il vero bighel- lonare, con un unico elemento fisso: “il mangiare e il bere in compagnia”. Tutto il resto nasceva
lungo la strada, dagli incontri e dalle improvvisazioni.
Per rendere il senso anarchico, magico e sorpren- dente di questo bighellonare avevamo pensato a una guida che non fosse neanche un libro rilegato, ma una semplice raccolta di fogli sciolti da mescolare e com- porre a piacere.
Insomma, una specie di mazzo dei tarocchi con i ventidue arcani maggiori e i cinquantadue minori, il Cammello, i Tetrarchi, il Leone di San Marco, i Quattro Mori, l’Uomo Silvano, Chronos, la Torre dell’Orologio... insomma un gioco che, magari, realizzeremo in seguito con dise- gni e favole d’accompagnamento, e che si collegherebbe magnificamente con la natura speciale della città di Venezia, dop- pio labirinto di terra e d’acqua.
Per districarvi nel dedalo di calli e callette e per consentirvi di avventurarvi al di fuori dei soliti percorsi abbiamo deciso di farvi da filo di Arianna, ed è per questo che gli itinerari sono stati specificati nel modo più chiaro possibile (speriamo!).
Vecchia edicola (campo Sant’Angelo)
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INTRODUZIONE
calli, le piazze tutti
E che, Marco labirinto mo dal f come se stanno (l’obietti stanno realtà, è flusso c intrig
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lo se attra
inventandosene V
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d’acqua Su quest più bei mon quasi un poeta C’è solo un consiglio che vorremmo
dare a chi, al contrario di noi veneziani, non è pedone a tempo pieno: per intraprendere tutte queste passeggiate in modo un po’ sciol- to è bene dotarsi di scarpe comode, poiché Venezia è una città da scoprire come una piacevole sorpresa.
A questo proposito è interessante notare la differenza tra labirinto di terra e labirinto d’acqua: il primo ha molti punti ciechi e non prevede alcun moto, mentre il secondo, con i suoi cana- li, è percorso in continuazione dalla corrente, per sei ore muove la massa d’acqua in un senso, e per le sei suc- cessive lo fa nel senso inverso, a seconda che la marea
salga o scenda. Così, questa città trova un momento di unità nei suoi due labirinti proprio quando la sessa adriatica e la luna, che governano le maree, fanno salire così tanto il livello delle acque che queste escono dai loro argini naturali o artificiali (non dimentichiamo che questa città, in fondo, è tutta un artificio) e invadono le
Labirinto acquatico, dal libro Hypnerotomachia polyphili
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INTRODUZIONE
calli, le piazze e i campi, creando quel fenomeno che tutti i veneziani conoscono benissimo: l’acqua alta.
E come correnti si muovono anche le masse turisti- che, da piazzale Roma-Stazione ferroviaria a piazza San Marco e viceversa, senza fantasia; entrano in questo labirinto di corridoi e se a metà strada deviano un atti- mo dal flusso che le trasporta non sanno più, come in ogni labirinto che si rispetti, se stanno andando verso il centro (l’obiettivo finale, San Marco) o se stanno invece allontanandosene. In realtà, è proprio deviando da questo flusso che si può scoprire qualcosa di intrigante e vedere quel che resta del vero spirito di Venezia. Bisogna fare come l’acqua, che visita ogni ango- lo segreto della città, e poi ne esce attraverso corridoi prestabiliti oppure inventandosene di nuovi.
Vorremmo aggiungere due righe per coloro che visitano per la prima volta la nostra città: una volta sbar- cati a piazzale Roma, la stazione ferroviaria, vale la pena di salire su un battello della linea 1 (attenti ai borseg- giatori) e attraversare in questo modo la maggiore via d’acqua di Venezia, il canal Grande, fino a San Marco.
Su questo ampio serpente marino si affacciano i più bei palazzi veneziani, costruiti con un’unica facciata monumentale che, rispecchiandosi nell’acqua, ricorda quasi un’enorme testiera di letto: è quanto sostiene il poeta russo Iosif Brodskij, che ha ripetutamente sog-
Particolare da un disegno del Canaletto
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