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EDUCARE ALL ALLEANZA TRA L UMANITÀ E L AMBIENTE (Laudato Si, n.209)

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Academic year: 2022

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Vincent DOLLMANN Archevêque de Cambrai

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EDUCARE ALL’ALLEANZA TRA L’UMANITÀ E L’AMBIENTE (Laudato Si, n.209)

Quando voglio riflettere sull’educazione nel contesto della salvaguardia del creato, penso di dover tener conto dell’attuale contesto di crisi sanitaria ed economica.

Nel giugno scorso, ho inviato una lettera ai giovani della mia diocesi, invitandoli a rileggere le settimane di confino ed a proporre alcune lezioni per il futuro. Circa quindici studenti delle scuole superiori e dell'università di provenienza molto diversa mi hanno inviato le loro riflessioni. Queste testimoniano una vera lucidità sulla società e sul cuore dell'uomo e allo stesso tempo esprimono il desiderio di un'umanità più rispettosa delle persone e del creato.

I giovani hanno tutti sottolineato la complessità del cuore umano di fronte al pericolo di morte. Può rivelare sia il suo egoismo che arriva a litigare nei negozi per carta igienica, pacchi d'acqua o un pacchetto di pasta. Ma nello stesso tempo, può anche rivelare un'ondata di generosità per le persone povere o sole.

Dall’uscita del confino, i giovani hanno notato il persistere di atteggiamenti paradossali: molti contemporanei stanno riscoprendo la bellezza di un mondo meno inquinato, ma sono in grado di lanciare le loro maschere nell’ambiente.

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Le risposte dei giovani evocano anche le loro esperienze umane e spirituali nel periodo del confino.

-I giovani sono stati confrontati direttamente con la malattia e la morte: ricovero in ospedale di un amico, morte degli anziani con cui erano vicini (nonni, catechista…). L’obbligò di tenere le famiglie lontane da una persona cara ricoverata o di limitare il numero di partecipanti al funerale, rimane un'esperienza traumatica e rende molto difficile il lavoro del lutto.

-La vita familiare è menzionata in tutte le lettere. Per alcuni, il confino ha riacceso la sofferenza della separazione dei genitori; per altri è stato reso più difficile a causa delle piccole dimensioni dell'abitazione o della mancanza di un giardino.

Ma la maggior parte dei giovani parla delle semplici gioie di un pasto insieme, delle discussioni. Le famiglie sono tornate a una preghiera più regolare, soprattutto la sera e la domenica.

Fra i giovani che vivono in campagna ricordano la gioia di aver partecipato al Rosario con la nonna ogni venerdì sera presso la chiesa del paese.

-Il confino era anche il tempo dei social network. I giovani sottolineano il loro contributo positivo come mezzo per proseguire gli studi in modo interattivo e per entrare in contatto con compagni di classe o con parenti. Tuttavia, ci sono molte risposte che parlano del pericolo dei videogiochi che incoraggiano le persone a ritirarsi in se stesse.

-Un ultimo punto che viene sottolineato dai giovani è il rapporto con il presente.

Il confino ha interrotto i progetti e il ritmo delle attività. Un'esperienza destabilizzante all'inizio, che ha permesso loro di prendersi “tempo per vivere e ascoltarsi", secondo le parole di uno studente. Un altro scrive: "La vita è certamente cambiata, si è aperta a l’interiorità, dando a tutti la possibilità di porsi la domanda sull'essenziale".

Da queste riflessioni della rilettura, i giovani indicano alcune strade per il futuro.

Ne noto tre che possono sfidare l'educazione che cerca di tener conto della salvaguardia del creato: valorizzare l'interiorità e la preghiera, curare la comunione tra i cristiani e tra gli uomini, e vivere una solidarietà effettiva e una sobrietà gioiosa.

- Il mondo dell'educazione si è abituato a distinguere tra livelli di conoscenza: un sapere teorico, un sapere pratico et un sapere essenziale (sul essere). La sfida della salvaguardia del creato implica un'attenzione particolare all'articolazione di questi tre livelli.

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L'istruzione non può più limitarsi all'informazione scientifica o alla sensibilizzazione sui cambiamenti climatici. Come sottolinea Papa Francesco nella sua enciclica, si tratta di ripensare gli itinerari pedagogici “di un’etica ecologica, in modo che aiutino effettivamente a crescere nella solidarietà, nella responsabilità e nella cura basata sulla compassione" (Laudato si , 24 maggio 2015, n. 210).

In un'epoca di educazione sempre più specializzata e compartimentalizzata, c'è un pressante invito a trovare spazi per fare una valutazione e un discernimento sulla finalità dell'accumulo di conoscenza.

La tradizione cristiana offre vari percorsi di meditazione sulla Parola di Dio che hanno portato bellissimi frutti. La lettura orante delle Sacre Scritture rende possibile articolare strettamente fede e ragione. Il libro del Deuteronomio usa l'espressione "un cuore per conoscere" (Dt 29,3) e quindi sottolinea che non c'è vera conoscenza senza una conversione del cuore.

Se l'educazione che tiene conto della salvaguardia del creato ha bisogno della luce della fede a monte, a valle deve potersi concretizzare con le azioni. Ciò richiede da parte dell'educazione di integrare lo scopo di un impegno ecologico. Papa Francesco non esita a fornire esempi concreti tratti dalla vita quotidiana (Laudato si, n. 211).

In molti paesi sono state avviate iniziative per incoraggiare le comunità cristiane a sviluppare comportamenti più rispettosi del creato: risparmio energetico, lotta agli sprechi, isolamento termico degli edifici, ma anche attenzione allo sviluppo di atteggiamenti di gratitudine e gratuità, così come la preghiera di ringraziamento e intercessione per la creazione. Insieme alle parrocchie, le scuole possono trovare un vero dinamismo integrando queste strade di conversione ecologica nel loro progetto educativo.

-Accanto alla ricerca dell'interiorità e alla sete di preghiera, i giovani segnalano l'urgenza della comunione tra cristiani e uomini. La preoccupazione per la salvaguardia del creato passa attraverso quella della casa comune dove ogni uomo trova il suo posto, il povero come il ricco, il giovane come il primogenito.

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Questo interroga primo le strutture dell'educazione: la famiglia come primo e principale luogo di educazione (Cfr. Dichiarazione del Vaticano II sull'educazione cristiana, n. 3), e più in generale i diversi luoghi della vita (scuola, comunità cristiana e associazioni) nelle loro collaborazioni. Questi legami sono essenziali per sostenere un'educazione integrale che tenga conto di tutte le dimensioni della persona, ma anche un'educazione inclusiva che consenta a tutti di accedere alla conoscenza e prendere la propria parte per affrontare le sfide dell'umanità.

Se l'attenzione alla famiglia e i legami tra la scuola e gli altri luoghi della vita sono i punti di riferimento strutturali per un'educazione portante la preoccupazione della casa comune, vorrei sottolineare l'importanza dell'intergenerazionale, così cara alla Papa Francesco. Sulla base della profezia di Gioele, "i vostri giovani avranno visioni e i vostri vecchi sogni", il Santo Padre scrive nella sua Esortazione ai giovani: " Se i giovani e gli anziani si aprono allo Spirito Santo, insieme producono una combinazione meravigliosa […] Gli anziani hanno sogni intessuti di ricordi, delle immagini di tante cose vissute, segnati dall’esperienza e dagli anni. Se i giovani si radicano nei sogni degli anziani riescono a vedere il futuro, possono avere visioni che aprono loro l’orizzonte e mostrano loro nuovi cammini”

(Christus vivit, 25 marzo 2019, n. 192- 193).

-I giovani che hanno condiviso con me la loro rilettura del periodo di confino puntano al cuore di un'educazione impegnata nella salvaguardia del creato: la conversione ecologica che Papa Francesco descrive come conversione interiore che apre ad una solidarietà effettiva tra le persone e ad una sobrietà di vita.

L'educazione ha un ruolo importante da svolgere nel determinare il cambio di paradigma così necessario per la conversione ecologica, specialmente quelle del consumismo e dell'individualismo. La sfida è grande! Mette in discussione parametri educativi che rimangono nelle pratiche attuale: quelli della competizione e della performance, del successo accademico individuale. Ma l'educazione ispirata ai punti di riferimento del Vangelo ha sempre cercato di corregger questi parametri attraverso l'accompagnamento centrato sulla persona e la valorizzazione dei talenti, con l'apertura alla solidarietà e al servizio della vita.

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Nell'attuale contesto di crisi, questi parametri di riferimento sembrano essere di rinnovata rilevanza. Ma sappiamo che questo sforzo non sarà compiuto senza una conversione del cuore. L'educazione, come ogni attività umana, ha bisogno della luce e del sostegno di Dio. Solo Dio può cambiare i cuori, solo Dio può guarire la nostra intelligenza e la nostra volontà e indirizzarli verso i beni del Regno di pace e di gioia.

L'attuale crisi sanitaria con le sue conseguenze economiche potrebbe abbassare l'attenzione all'impegno per la salvaguardia del creato. Come se l'emergenza sanitaria mettesse tutto in sospeso! Mentre la crisi mette in discussione il rapporto dell'uomo con la creazione e l'ideologia predominante del progresso! Già il santo Papa Paolo VI non ha esitato a parlare delle drammatiche conseguenze per la creazione, dell'attività economica senza controllo umano (Lettera Apostolica, Octogesima adveniens, 14 maggio 1971).

L'educazione deve poter continuare il processo al servizio dell'Alleanza tra l’umanità e l’ambiente, come lo sottolinea il Santo Padre. L’educazione deve attingere alle esperienze dell'approccio integrale e inclusivo e quindi sviluppare i paradigmi della fraternità tra uomini e gioiosa sobrietà. Questi paradigmi ci sono offerti dal vangelo di Cristo.

 Vincent Dollmann Archevêque de Cambrai

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