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C u s s e g l d a l s s t a d i s

17.318 s Iv. Ct. GR. Potenziamento del corpo delle guardie di confine

18.307 s Iv. Ct. VS. Potenziare il corpo delle guardie di confine

Rapporto della Commissione della politica di sicurezza dell’8 novembre 2019

Il 25 settembre 2018 il Consiglio degli Stati ha dato seguito alle iniziative in oggetto, presentate rispettivamente dal Governo del Cantone dei Grigioni il 15 novembre 2017 e dal Gran Consiglio del Cantone del Vallese il 25 marzo 2018. La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) ha aderito a questa decisione l’8 ottobre 2018.

Il 6 marzo 2019 il Consiglio degli Stati ha deciso di togliere dal ruolo le due iniziative cantonali conformemente all’articolo 113 in combinato disposto con l’articolo 117 della legge sul Parlamento.

L’11 giugno 2019 il Consiglio nazionale non ha aderito a questa decisione.

Le iniziative chiedono di aumentare l’effettivo del corpo delle guardie di confine e di dotarlo di un equipaggiamento moderno.

Proposta della Commissione

La Commissione propone con 11 voti contro 1 di mantenere la decisione di togliere dal ruolo le due iniziative.

Una minoranza (Lombardi) propone di aderire alla decisione del Consiglio nazionale e di non togliere dal ruolo le iniziative.

Relatore: Kuprecht

In nome della Commissione:

Il presidente

Josef Dittli

Contenuto del rapporto:

1 Testo e motivazione

2 Stato dell’esame preliminare e lavori condotti finora 3 Considerazioni della Commissione

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1 Testo e motivazione 1.1 Testo

[17.318]

Fondandosi sull'articolo 160 capoverso 1 della Costituzione federale, il Cantone dei Grigioni presenta la seguente iniziativa:

1. Il Corpo delle guardie di confine (Cgcf) deve essere dotato di risorse sufficienti in termini di personale in tutte le sue sedi, affinché possa adempiere ai propri compiti in base alla specifica situazione di sicurezza e tenendo conto delle esigenze di sicurezza della popolazione.

2. In seno al Cgcf non si deve procedere ad alcun taglio; il suo personale deve anzi essere

aumentato e dotato di infrastrutture e di un equipaggiamento moderni sotto il profilo del materiale, affinché lo stesso Cgcf possa affrontare in maniera soddisfacente le crescenti sfide odierne e future nell'ambito dei suoi compiti doganali e di sicurezza nonché nel settore dell'immigrazione clandestina.

[18.307]

Il Cantone del Vallese presenta un'iniziativa cantonale che chiede con urgenza alle autorità federali di dotare il Corpo delle guardie di confine di personale sufficiente, in tutti i posti, affinché sia in grado di svolgere le proprie mansioni conformemente alla situazione specifica e ai bisogni della

popolazione in materia di sicurezza.

Il Corpo delle guardie di confine non deve essere oggetto di una riduzione di personale, bensì di un aumento dell'effettivo, da dotare di un equipaggiamento e di un'infrastruttura moderni affinché il Cgcf possa rispondere in modo soddisfacente alle crescenti sfide, attuali e future, cui è confrontato nel settore dei compiti doganali e di sicurezza, come pure della migrazione illegale.

1.2 Motivazione

[17.318]

Garantire la sicurezza è uno dei compiti principali di uno Stato. Il Cgcf è l'organo di sicurezza civile più importante della Confederazione e si è ormai consolidato quale parte integrante del dispositivo di sicurezza nazionale. Il Cgcf difende la sicurezza e la stabilità dei Cantoni e della popolazione, non solo lungo le frontiere esterne della Svizzera ma anche al suo interno. Con i suoi controlli delle merci importate, previene dunque reati seri quali il contrabbando (traffico di droghe e di armi, tratta di esseri umani ecc.). Il massiccio aumento dell'immigrazione - in particolare dell'immigrazione illegale - che la maggior parte delle regioni svizzere di frontiera ha registrato negli ultimi anni, ha portato il Cgcf e i suoi collaboratori ai limiti delle loro capacità. Per venire a capo di questa situazione di crisi persistente, il Cgcf si vede sempre più costretto a compensare la limitatezza dei suoi effettivi trasferendo temporaneamente del personale da talune regioni già problematiche in regioni ancora più critiche. Il ricorso a questa soluzione permette certo di colmare talune lacune, ma al contempo ne crea di nuove. Va inoltre aggiunto che l'adozione di queste misure, rese necessarie nella

pianificazione dell'impiego delle risorse, ha generato un senso di forte insicurezza fra la popolazione residente nelle regioni di frontiera. Questa situazione di particolare pressione non può diventare la norma per il Cgcf: essa deve essere considerata un'eccezione che non può protrarsi né a medio né a lungo termine.

Pericoli e rischi attuali e futuri nei settori della criminalità transfrontaliera, della migrazione

clandestina e del pericolo latente rappresentato dal terrorismo possono essere affrontati dal Cantone dei Grigioni solamente in uno spirito di collaborazione con il Cgcf. Nel prossimo futuro, quello della sicurezza rimarrà un contesto molto impegnativo. Dai numeri risulta, ad esempio, che nel 2016 il Cgcf ha registrato 17 000 soggiorni illegali in più dell'anno precedente, mentre gli allontanamenti

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sono quadruplicati. Come tutti i Cantoni di frontiera, il Cantone dei Grigioni fa affidamento sul fatto che il Cgcf rimanga un partner forte.

Entrambe le richieste contenute nella presente iniziativa cantonale sono state presentate

ripetutamente dai Cantoni alla Confederazione: è il caso delle iniziative depositate dai Cantoni di Basilea Città, Basilea Campagna e San Gallo. L'attuazione viene però impedita dalle condizioni quadro di politica finanziaria della Confederazione. Il Cantone dei Grigioni ritiene che il Cgcf debba essere potenziato nonostante la difficile situazione delle casse federali e che debba essere dotato dei mezzi necessari per poter adempiere ai suoi compiti. Solo in questo modo sarà possibile far fronte a uno dei compiti principali dello Stato, ossia quello di garantire la sicurezza. Il personale doganale deve essere formato e addestrato convenientemente, e dotato di infrastrutture e di un equipaggiamento moderni sotto il profilo del materiale che gli permettano di superare le sfide con cui è confrontato. Tutto ciò non può essere realizzato in pochi mesi o nello spazio di un solo anno. Vista la precarietà della situazione, ha poco senso rafforzare il dispositivo soltanto in previsione delle prossime crisi. Alcune proposte, avanzate in fase di discussione, volte a sgravare il Cgcf attraverso il coinvolgimento dell'esercito e di operatori privati possono senz'altro aiutare a colmare, almeno a breve termine, le lacune esistenti. A lungo termine è però necessario che il Cgcf venga potenziato in tutta la Svizzera, al fine di migliorarne l'efficacia e l'efficienza; a tal fine sono necessarie ulteriori risorse, e pertanto anche una preparazione più lunga, aspetti che tuttavia sono imprescindibili per la sicurezza alle frontiere.

[18.307]

Il Cantone del Vallese confina sia con l'Italia sia con la Francia. Di conseguenza la protezione dei confini nazionali assume per il nostro Cantone un'importanza particolare. Da notare che iniziative cantonali dello stesso tenore sono state approvate dai Parlamenti cantonali, con il sostegno dei rispettivi Governi, nei Cantoni di frontiera di San Gallo (con 66 voti contro 11) e dei Grigioni (con 104 voti contro 0) e successivamente presentate a Berna. Anche il Cantone del Ticino si sta muovendo in questa direzione. Il Cantone alpino dei Grigioni in particolare, dalle caratteristiche topografiche analoghe, presenta praticamente gli stessi bisogni del Vallese per quanto concerne la protezione delle frontiere.

Oltre al Corpo cantonale di polizia, il Corpo delle guardie di confine della Confederazione (Cgcf) svolge un ruolo chiave nella lotta al turismo del crimine e alla migrazione illegale, dunque anche nella salvaguardia della sicurezza in Svizzera. L'aumento massiccio dell'immigrazione illegale cui si assiste negli ultimi anni fa sì che il carico di lavoro dei collaboratori del Corpo delle guardie di confine abbia raggiunto il limite di sopportazione nella maggior parte delle regioni della Svizzera.

Nei prossimi anni le finanze della Confederazione raggiungeranno un deficit strutturale elevato. Il Programma di stabilizzazione 2017-2019 prevede risparmi nell'ordine di 60 milioni di franchi all'anno:

una misura che comporterà verosimilmente la soppressione di circa 500-700 posti di lavoro sull'arco dei prossimi due anni. Per quanto riguarda il personale della Confederazione, le misure di risparmio saranno applicate in modo lineare dai dipartimenti. È molto probabile che una parte dei risparmi verrà realizzata nel settore della sicurezza interna. Anche il Cgcf sarà dunque interessato dalla riduzione di personale; e questo in un periodo in cui i flussi migratori in provenienza da Sud aumentano, la situazione nel Vicino Oriente è fragile, gli attacchi terroristici sono all'ordine del giorno, la criminalità transfrontaliera non accenna a diminuire e il bisogno di sicurezza della popolazione aumenta.

Per i motivi esposti sopra non è opportuno ridurre ulteriormente il personale del Cgcf. Occorre piuttosto creare nuovi posti di lavoro in modo da poter svolgere gli attuali compiti fondamentali del Corpo in considerazione dei rischi crescenti e di una situazione in costante evoluzione. Rinunciare a un nuovo potenziamento del servizio rappresenterebbe dunque una negligenza dal profilo della protezione dei confini e della nostra sicurezza nazionale e potrebbe condurre ben presto a situazioni critiche. Risparmiare in seno al Cgcf potrebbe comportare un rapido aumento dei costi correlati nel

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settore della migrazione. Il Cantone del Vallese chiede che nell'attribuzione delle risorse si tenga debitamente conto anche delle caratteristiche geografiche.

2 Stato dell’esame preliminare e lavori condotti finora

Il 25 settembre 2018 il Consiglio degli Stati ha seguito il parere della minoranza della propria Commissione dando seguito alle due iniziative con 25 voti contro 19. L’8 ottobre 2018 la Commissione del Consiglio nazionale ha approvato questa decisione con 20 voti contro 4 e 1 astensione.

Nella sessione invernale 2018, conformemente all’articolo 117 in combinato disposto con l’articolo 84 della legge sul Parlamento, le iniziative sono state attribuite alla Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) per l’elaborazione di un progetto di atto legislativo.

Durante la medesima sessione le due Camere hanno accordato al Cgcf 44 posti supplementari a tempo pieno nel quadro del preventivo 2019 (con 135 voti contro 44 e 14 astensioni al Consiglio nazionale e 21 voti contro 20 e 1 astensione al Consiglio degli Stati).

L’11 febbraio 2019 la CPS-S ha esaminato nuovamente le due iniziative. Dato che nella precedente sessione invernale il Parlamento aveva assegnato al Cgcf 44 posti supplementari a tempo pieno, attuando in tal modo il piano pluriennale del Consiglio federale per il potenziamento del Cgcf, per la CPS-S l’obiettivo principale delle iniziative cantonali poteva considerarsi adempiuto. A suo avviso, inoltre, era necessario puntare sui processi di trasformazione in corso in seno all’Amministrazione federale delle dogane (AFD): grazie al programma DaziT e alla conseguente ampia ristrutturazione dell’AFD sarà possibile aumentare l’efficienza, liberare risorse e riorganizzare completamente la formazione nel settore delle guardie di confine e delle dogane. Non sarebbe dunque opportuno assumere e formare adesso personale supplementare per il Cgcf che entro breve tempo dovrebbe seguire una nuova formazione. Nel breve periodo occorre evitare trasferimenti puntuali, dando la preferenza a una pianificazione a medio e lungo termine nel quadro di una strategia globale. Non da ultimo, dagli obiettivi delle iniziative non scaturisce alcuna necessità di intervenire a livello legislativo.

Pertanto la CPS-S ha proposto all’unanimità alla propria Camera di togliere dal ruolo le due iniziative cantonali conformemente all’articolo 113 capoverso 2 lettera b della legge sul Parlamento.

Il 6 marzo 2019, seguendo il parere della sua Commissione, il Consiglio degli Stati ha deciso di togliere dal ruolo le iniziative 17.318 (con 20 voti contro 17 e 3 astensioni) e 18.307 (con 20 voti contro 16 e 4 astensioni).

L’8 aprile 2019, in applicazione dell’articolo 117 capoverso 2 della legge sul Parlamento, la CPS-N ha proposto alla propria Camera con 15 voti contro 9 di non aderire alla decisione del Consiglio degli Stati di togliere dal ruolo le iniziative. Una minoranza (Sommaruga Carlo, Crottaz, Flach, Frei, Glättli, Graf-Litscher, Mazzone, Seiler Graf, Siegenthaler) ha proposto invece di approvare lo stralcio.

La maggioranza della CPS-N ha criticato la scelta del Consiglio federale di ignorare la decisione del Parlamento, il quale aveva voluto che l’aumento dell’effettivo del Cgcf fosse compensato tra i dipartimenti, e il ritmo troppo lento con cui procede al potenziamento del Cgcf, che non permette di realizzare il piano pluriennale previsto dallo stesso Consiglio federale. Ha inoltre rilevato che i problemi alle frontiere, come la pressione migratoria e la criminalità transfrontaliera, continuano a persistere. La maggioranza della Commissione reputa quindi che l’obiettivo principale delle iniziative 17.318 e 18.307 non sia ancora stato raggiunto.

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La minoranza della CPS-N ha invece rinviato alle decisioni prese in passato dalle due Camere di non dare seguito alle iniziative dei Cantoni di San Gallo (17.311) e di Basilea Città (15.311), che perseguivano obiettivi analoghi. Inoltre, a suo avviso, dopo che nella sessione invernale 2018 le Camere hanno assegnato al Cgcf 44 posti supplementari, uno degli obiettivi perseguiti è stato raggiunto. Dalle statistiche non risulta inoltre alcun aumento significativo dell’organico dei corpi di polizia cantonali, quando anche i Cantoni sarebbero tenuti a svolgere compiti di polizia al confine;

sarebbe quindi inaccettabile delegare tali compiti esclusivamente al Cgcf. A suo parere, infine, la pressione migratoria citata nelle iniziative cantonali non corrisponde più alla realtà poiché dal 2015 la situazione è molto più distesa.

L’11 giugno 2019 il Consiglio nazionale ha seguito la maggioranza della Commissione e deciso, con 124 voti contro 40 e 8 astensioni, di non togliere dal ruolo le due iniziative.

3 Considerazioni della Commissione

Prima di prendere una decisione la Commissione ha ottenuto dai responsabili dell’AFD dettagliate informazioni sulla situazione alle frontiere e sull’avanzamento del progetto DaziT. In tale occasione ha preso atto che nel 2019 la situazione in materia di migrazione si è ulteriormente distesa. Il numero dei migranti è fortemente diminuito sia sulle rotte del Mediterraneo centrale che di quello occidentale. Inoltre la Svizzera non può essere considerata una destinazione prioritaria per i

migranti. Anche la situazione della criminalità ha raggiunto un livello piuttosto basso e rimane stabile.

Secondo l’AFD il progetto DaziT sta procedendo secondo i piani, o addirittura più velocemente di quanto previsto, e sarà probabilmente anche meno oneroso dal profilo finanziario. Il 10 aprile 2019 il Consiglio federale si è inoltre espresso positivamente sull’ulteriore sviluppo dell’AFD, che in futuro diventerà l’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini, nel quale i settori della dogana e del Cgcf, ora separati, si fonderanno in una nuova unità operativa.

La maggioranza della Commissione ha rilevato con soddisfazione che DaziT è ben avviato. Dal suo punto di vista è imperativo concentrarsi su questo ampio processo di digitalizzazione e

trasformazione e pianificare con un orizzonte a medio e lungo termine. La situazione attuale non è più paragonabile a quella che ha indotto i due Cantoni a presentare le iniziative.

L’AFD – e quindi anche il profilo professionale del Cgcf – sta subendo una completa trasformazione e i suoi futuri effettivi saranno molto più flessibili. La digitalizzazione dei processi permetterà di destinare più personale, se necessario, alla protezione delle frontiere. Considerando che

attualmente la situazione della migrazione e della criminalità è stabile e il processo di trasformazione dell’AFD è in pieno svolgimento – con la prevista soppressione di 300 posti di lavoro – non sarebbe opportuno assumere personale supplementare per il Cgcf e formarlo secondo il vecchio profilo professionale. La Commissione continuerà per contro a informarsi regolarmente sulla situazione alle frontiere e sullo stato di avanzamento del progetto di trasformazione dell’AFD. In questo contesto, la maggioranza della Commissione propone di mantenere la decisione di togliere dal ruolo le due iniziative cantonali.

La minoranza della Commissione reputa invece che l’obiettivo del piano pluriennale di

potenziamento del Cgcf previsto dal Consiglio federale non sia stato ancora raggiunto. A suo avviso è necessario mantenere la pressione e valutare se le decisioni prese dalle due Camere nella

sessione invernale 2018 saranno effettivamente attuate nell’ambito della profonda ristrutturazione dell’AFC. Per questo motivo propone alla propria Camera di aderire alla decisione del Consiglio nazionale e di non togliere dal ruolo le due iniziative.

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