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STORIA DELLA GERMANIA DOPO IL MURO

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Academic year: 2022

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MASSIMO nava

STORIA

DELLA GERMANIA DOPO IL MURO

Dall’unificazione all’egemonia IN EUROPA

Prefazione di Sergio Romano

la storia •le storie

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Pubblicato per

da Mondadori Libri S.p.A.

Proprietà letteraria riservata Copyright © 2020 Massimo Nava

Pubblicato in accordo con Piergiorgio Nicolazzini Literary Agency (PNLA)

© 2020 Mondadori Libri S.p.A.

ISBN 978-88-17-14850-4

Prima edizione BUR La Storia − Le Storie: settembre 2020 Realizzazione editoriale: Studio editoriale Littera, Rescaldina (MI)

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Prefazione

di Sergio Romano

Da due secoli la Germania è un enigma che continua a sollecitare la nostra curiosità e a provocare le nostre apprensioni. Fra il Diciottesi- mo e il Diciannovesimo secolo è stata uno straordinario cantiere fi- losofico e una bussola per chiunque cercasse di dare un significato alla vita dell’uomo. Ma nello stesso periodo è stata anche la patria del Romanticismo e un Paese straordinariamente operoso, protagonista, grazie alle sue imprese e ai suoi tecnici, di una grande rivoluzione industriale di cui abbiamo tutti approfittato. E nel Novecento, dopo la fine della Grande guerra, è stata uno scandaloso e brillante atelier per tutte le avanguardie europee.

Sapevamo, e ne avemmo la prova fra il 1914 e il 1918, che la Ger- mania era anche, sin dall’epoca napoleonica, uno Stato guerriero e un nemico temibile, ma non privo di una nobile casta militare e di un severo codice delle armi. Nel Ventesimo secolo, tuttavia, questo Paese così ricco di virtù e di talenti è stato responsabile di un geno- cidio programmato e realizzato con glaciale freddezza, una terrifican- te combinazione di crudeltà e cinismo che ha coinvolto una larga parte della sua società.

Alla fine della Seconda guerra mondiale la Germania non fu pu- nita e cancellata dalla carta geografica, come sarebbe accaduto in altri tempi, per due motivi. In primo luogo, perché era ancora vivo il ri- cordo dei danni provocati da alcune decisioni territoriali prese dal Trattato di Versailles nel 1919 e, in secondo luogo, perché i vincito- ri la divisero facendone due Stati, ciascuno dei quali sarebbe stato modellato con le caratteristiche del suo principale tutore. La Germa- nia Occidentale sarebbe stata una democrazia federale con un’econo-

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Storia della Germania dopo il Muro

mia fondata sulle regole della libera iniziativa e del libero mercato.

La Germania Orientale sarebbe stata una repubblica popolare ispira- ta dalle teorie di due tedeschi: Karl Marx e Friedrich Engels. Questa spartizione, insieme alle armi nucleari, ebbe il merito di garantire la pace per quarantaquattro anni, dal 1945 al 1989. Non è difficile comprendere perché quasi tutti i maggiori leader europei abbiano reagito con molte preoccupazioni alla caduta del Muro e alle prospet- tive di una Germania riunificata. Per salvaguardare lo status quo, Mar- garet Thatcher avrebbe persino accettato non soltanto la sopravviven- za dell’URSS, ma anche quella del Patto di Varsavia.

Quando si erano chiesti come affrontare il problema tedesco, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i leader politici del tempo erano giunti alla conclusione che la Germania era indispensabile al continente, ma a una condizione: la sua partecipazione a un proces- so che si sarebbe concluso con la creazione di un’Europa federale in cui i tedeschi sarebbero stati i nostri concittadini. Tutto era diventa- to più difficile quando gli Stati Uniti, durante la Guerra fredda, ave- vano fatto della Germania la loro principale base territoriale sul con- tinente, permettendole così di avere due interlocutori: quello atlan- tico di Washington e quello europeo di Bruxelles. Il quadro si sarebbe ulteriormente complicato dopo la caduta del Muro e la di- sintegrazione dell’Unione Sovietica. Quando fu necessario decidere che cosa fare della Repubblica Democratica Tedesca, avremmo do- vuto insistere per la creazione di una Confederazione Germanica in cui ciascuna delle due Germanie avrebbe conservato il proprio siste- ma economico e sociale. Una confederazione avrebbe risparmiato al Pae se il disappunto e il malumore di una parte della popolazione. Ma Helmut Kohl comprò la riunificazione garantendo ai cittadini della Repubblica Democratica Tedesca che i loro marchi avrebbero avuto lo stesso valore di quelli che erano nelle tasche dei tedeschi dell’Ovest.

Il risultato dell’unificazione fu la nascita di una potenza dell’Euro- pa centrale che divenne ancora più mitteleuropea quando, nel dicem- bre del 1991, il governo tedesco cancellò la Jugoslavia dalla carta d’Europa riconoscendo l’indipendenza di Slovenia e Croazia. Ancora più grave, soprattutto per la sorte dell’Unione Europea, fu l’insisten- za tedesca per ottenere che gli ex satelliti dell’URSS divenissero mem- bri dell’Unione. Il risultato per chi voleva l’unità dell’Europa fu dop- piamente negativo. La Germania da quel momento, pur continuan-

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Prefazione

do ad avere leader europei nella tradizione di Konrad Adenauer, sarebbe stata molto più nazionale, con interessi e ambizioni che non sempre avrebbero coinciso con quelli della UE. E l’Unione Europea, grazie alla sua insistenza, avrebbe avuto nuovi soci per cui il rappor- to con Washington è più importante di quello con Bruxelles.

Il libro di Massimo Nava è una guida preziosa per i lettori che vogliono sapere quali siano stati i passaggi decisivi della storia tedesca negli ultimi decenni e quali siano le prospettive future. Ma ha alcune caratteristiche che i libri di geopolitica generalmente non hanno. È l’opera di uno scrittore che conosce le regole del cronista, ma ha anche la sensibilità dello storico e del narratore. Era a Berlino per il

«Corriere della Sera» nella «notte del Muro», quando un alto funzio- nario del regime comunista annunciò ai suoi connazionali che i viag- gi all’Ovest sarebbero stati permessi. Fu la notte in cui la storia d’Eu- ropa, nel bene e nel male, avrebbe preso una nuova piega; e queste sono le pagine più belle di un libro che ne ha molte.

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Storia della Germania

dopo il Muro

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A Giulia, Francesca, Lorenza, Ale

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