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Terra TrenTina 3/2009
Cristina Salvadori
Fondazione E. Mach - Centro Trasferimento Tecnologico
La distruzione dei nidi è obbligatoria sia in bosco che nei centri abitati
lA VITA AlTAlENANTE
DEllA PROCESSIONARIA
DEl PINO FORESTE/PROCESSIONARIA
La processionaria del pino, Thau- metopoea (=Traumatocampa) pityocampa (Denis & Schiffer- müller), è un lepidottero che su- scita sempre curiosità ed atten- zione in Trentino, regione in cui è endemica da secoli e diffusa in quasi tutte le vallate, dal fondo- valle fino a circa 1400 m s.l.m..
I danni provocati dalle larve alle piante di pino o di altre conifere non sono, tuttavia, il principale motivo d’interesse, né per i pro- prietari, né per i fruitori del ver- de, sia in ambito urbano che ex- traurbano.
Il problema della processiona- ria, infatti, è prevalentemente di
tipo “igienico-sanitario”, a cau- sa dei fenomeni irritativi provo- cati dai peli urticanti delle larve alle persone ed agli animali do- mestici. I danni alla salute più frequentemente segnalati sono la comparsa di macule eritematose e papule pomfoidi sulla cute e l’irritazione e/o il rigonfiamento delle mucose (congiuntive, alte vie respiratorie). Se l’eruzione è estesa può essere associata a sin- tomatologia generale con males- sere diffuso, tachicardia e mal di
testa; in rari casi si possono ma- nifestare sintomi riconducibili ad un quadro di shock anafilattico.
Proprio per questi motivi la que- stione “processionaria” è avverti- ta in maniera generalizzata, non solo dai tecnici del settore, e le sue infestazioni hanno ripercus- sioni sociali che si configurano in vere e proprie “emergenze”.
Ulteriore caratteristica del fito- fago è la periodicità delle sue pullulazioni, che impone la ne- cessità di fornire elementi di va-
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lutazione dell’intensità del fe- nomeno e stime previsionali attendibili sull’andamento delle infestazioni. Tali indicazioni pos- sono essere ottenute dall’elabo- razione ed interpretazione dei dati del monitoraggio fitosanita- rio delle foreste, eseguito da or- mai quasi vent’anni dal Servizio Foreste e fauna della PAT e dal- la Fondazione E. Mach - Istitu- to Agrario di S. Michele a/A. Per la processionaria il monitorag- gio prevede, oltre al rilievo dei danni, la valutazione di parame- tri di popolazione relativi a tutti gli stadi di sviluppo (curve di vo- lo degli adulti, stima della fertilità delle femmine e della parassitiz- zazione delle uova, conta dei ni- di larvali, ecc.).
Cos’è una gradazione?
La comparsa massale di una spe- cie già presente a livello ende- mico, detta “gradazione”, rap- presenta di per sé un fenomeno biologico alquanto comune nel regno animale, in particolare tra gli insetti. Molti fitofagi, do- po essere rimasti nell’ambiente per diversi anni a bassa densità (latenza), aumentano esponen- zialmente in un tempo limita- to (progradazione), per dare ori- gine a vere e proprie epidemie (culmine o picco), seguite da un abbassamento più o meno rapido (retrogradazione), che li riporta nuovamente allo stato di latenza.
Le gradazioni di molti lepidotte- ri, tra cui la processionaria, si ri- petono ad intervalli abbastanza regolari e sono determinate da fattori biotici ed abiotici, sia intri- seci alla popolazione che esterni (clima, nemici naturali, rapporto fitofago-pianta ospite, ecc.). Nel caso della processionaria, inol- tre, il ciclo biologico è partico- larmente complesso a causa del fenomeno della diapausa prolun- gata, in altre parole della capa- cità di procrastinare nel tempo i
processi di metamorfosi e sfarfal- lamento, che possono verificarsi anche parecchi anni dopo lo svi- luppo larvale. Tale accorgimento serve a garantire ogni anno, so- prattutto in condizioni staziona- li difficili, la fuoriuscita di un cer- to numero d’adulti indipendente dall’andamento meteorologico stagionale. Per tali motivi, la per- centuale d’individui diapausanti cresce all’aumentare della quota e della latitudine.
È da evidenziare come nessun in- tervento di controllo sia in grado di impedire che nuove gradazio- ni del defogliatore si ripresenti- no a distanza di tempo. Pertanto gli interventi di lotta devono ten- dere a limitare, per quanto possi- bile, la diffusione dell’insetto nel corso delle pullulazioni ed i dan- ni da esso provocati.
La situazione in Trentino
Le pullulazioni periodiche del- la processionaria del pino inte- ressano in provincia mediamente circa 4-5.000 ettari/anno di for- mazioni artificiali e naturali di pino; la ciclicità dell’insetto de- termina variazioni in termini di superficie interessata, ma ancor più d’intensità del fenomeno a li- vello locale.
Negli ultimi decenni le due gra- dazioni più eclatanti si sono ri- scontrate negli anni 1992-93 e 2007-08; quest’ultima è ini- ziata nella stagione invernale 2006-2007 e si è rivelata partico- larmente intensa, sia per la den- sità di popolazione, stimabile in base al numero dei nidi/ettaro, sia per i danni alle chiome. L’an- damento meteorologico del sud- detto inverno, particolarmente mite, riducendo la mortalità per cause naturali ha favorito una maggior sopravvivenza larvale ed ha contribuito ad avviare una proliferazione di massa del fito- fago. Alla base del fenomeno sta, da una parte, il numero più ele-
vato di larve che sono giunte alla fase d’incrisalidamento, dall’altra la maggior percentuale di pupe a sviluppo annuale, che non sono entrate in diapausa prolungata.
L’area interessata dai danneggia- menti (3900 ettari), pur superio- re a quella degli anni di latenza del lepidottero, non ha raggiun- to la massima espansione osser- vata sul territorio provinciale (ol- tre 7000 ettari nel 1992), anche a seguito della progressiva elimi- nazione delle formazioni di pino nero dai fondovalle; rimarcabile risulta invece l’innalzamento di quota e l’invasione di valli a cli- ma più tipicamente continentale.
Nel corso del 2007 le popolazio- ni del lepidottero hanno raggiun- to la fase di massima espansio- ne (Fig. 1) e di picco numerico, confermato anche dal progressi- vo aumento della fecondità me- dia delle femmine negli anni precedenti (Fig. 2); nel 2008 si è verificata, invece, un’inversio- ne di tendenza, con l’inizio del- la riduzione naturale delle infe- stazioni.
Nella figura 3 è mostrato un al- tro dei parametri di popolazio- ne studiati, le catture di maschi con trappole a feromoni, rileva- te negli anni 2007 e 2008 in sette Stazioni forestali rappresentati- ve di tutto il territorio provincia- le. Se le catture medie nei due anni a livello provinciale non in- dicano differenze molto signifi- cative, avendo fatto registrare so- lo una leggera riduzione da 56 a 52 individui/trappola, l’anali- si per stazione evidenzia la di- somogeneità di comportamen- to delle popolazioni dell’insetto.
Infatti, mentre in alcune stazio- ni (Ala, Cembra) le catture hanno avuto una riduzione percentuale consistente, pur rimanendo tra le più elevate, in altre località sono diminuite di poco o, all’estremo, sono aumentate fino al 60% (Ri- va d/G).
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Maggiori informazioni si pos- sono però ricavare dalla forma delle curve di volo dei maschi (Fig. 4): alle quote e latitudi- ni più basse (Ala, Riva d/G) la comparsa degli adulti è tardiva e la curva delle catture è ricon- ducibile al tipo normale, con un unico picco centrale rispetto al- la stagione estiva. Poiché gli in- dividui in diapausa prolunga- ta sfarfallano prima di quelli a sviluppo annuale, il picco uni- co indica bassa proporzione di diapausanti e prevalenza d’in- dividui dell’anno. In queste si- tuazioni le forti oscillazioni de- mografiche da un anno all’altro sono determinate in larga misu- ra dalle condizioni climatiche dell’inverno precedente. A quo- te superiori (soprattutto Fondo e Ponte Arche), al contrario, il vo- lo degli adulti risulta anticipato e la curva delle catture presen- ta due o più picchi. Ciò è indi- ce della maggior frequenza dei fenomeni di diapausa protratta, che si traduce in una sfasatura temporale nello sfarfallamento degli adulti ed anche nella na- scita delle larve. Nelle pinete ol-
200.0 210.0 220.0 230.0 240.0 250.0 260.0 270.0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
N. medio uova/ovatura
0.0 40.0 80.0 120.0 160.0
Denno Strigno Riva d/G Fondo P. Arche Cembra Ala
catture medie/trapp.
2007 2008
Figura 1 - Fase di massima espansione (anno 2007)
Figura 2 - Aumento della fecondità media delle femmine
Figura 3 - Catture di maschi con trappole a feromoni
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tre i 700-800 m s.l.m. le variazio- ni quantitative negli anni sono meno marcate, dal momento che la diapausa prolungata permette il mantenimento di contingenti di popolazione numericamente abbastanza stabili nel tempo. La forma delle curva di volo, oltre ad essere caratteristica della sta- zione, fornisce informazioni utili sullo stato della gradazione: nel- le fasi di progradazione e culmi- ne, infatti, prevalgono le curve con un picco unico o dominan- te tardivo, durante la retrograda- zione si hanno due o più picchi di altezza simile oppure preva- le quello precoce degli individui diapausanti.
Gli interventi di controllo Dai dati raccolti fino ad oggi at- traverso il monitoraggio emer- ge una grande variabilità spazia- le della dinamica di infestazione della processionaria in Trentino.
Tale diversità, determinata da fattori di natura orografica, cli- matica e forestale, non consente di effettuare previsioni genera- lizzate per tutto il territorio, ma offre l’opportunità di pianificare in modo preciso i tempi di trat- tamento.
Gli interventi di contenimento della processionaria sono detta- ti, più che dai danni alle pinete, dai problemi che possono esse- re arrecati alla popolazione, per cui vengono generalmente effet- tuati lungo la viabilità principale e concentrati negli anni di forte infestazione. Ogni anno il Servi- zio Foreste e fauna programma ed esegue in proprio, contro le larve di primo-secondo stadio, trattamenti microbiologici a ba- se di Bacillus thuringiensis kur- staki (Btk) in fasce boscate di margine e/o in pinete ad eleva- ta valenza ricreativa; nell’autun- no 2008 sono stati trattati circa 200 km di lato strada distribuiti in diversi Distretti forestali.
In ambito urbano-periurbano, essendo la soglia di tolleran- za pari a zero, la lotta contro la processionaria è sempre obbli- gatoria e a carico dei proprietari delle piante infestate, così come indicato nel Decreto ministeria- le e nella delibera della Giun- ta Provinciale (Allegato1). In ta- le contesto, oltre alla rimozione manuale dei nidi, possono es- sere eseguiti da ditte specializ- zate interventi endoterapici, di elevata efficacia e costo conte- nuto, che garantiscono una du- rata d’azione di 2-3 anni.
A livello di prevenzione perso- nale sono sempre consigliabili alcune norme comportamenta- li atte a limitare le occasioni di contatto con i peli delle larve, tra cui evitare assolutamente di toccare i bruchi ed i nidi (anche se vuoti), non sostare o transi- tare in aree infestate (soprattut- to durante giornate ventose), te- nere sotto controllo cani ed altri animali domestici.
Considerazioni finali
Durante la stagione invernale il problema “processionaria del pi- no” assilla numerose persone ed è oggetto di ampie proteste e di- scussioni da parte della popo- lazione. Per individuare le pos- sibilità e i tempi d’intervento, diversificati in base alle zone, è necessaria la conoscenza appro- fondita dell’ecologia del fitofago e del suo ciclo biologico, parti- colarmente complesso per la ca- pacità delle pupe di rimanere nel terreno per anni. Tale feno- meno rende difficoltoso lo stu- dio della dinamica di popolazio- ne e più incerte le relative stime previsionali.
I dati ottenuti attraverso il moni- toraggio, peraltro, permettono di stabilire con precisione il perio- do ottimale per l’intervento, ol- tre ad indicare in quali aree non sia stata ancora raggiunta la fase di retrogradazione e debbano, di conseguenza, essere previste mi- sure più strette di contenimento.
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Figura 4 - Curve di volo dei maschi a diversa altitudine
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Allegato 1
DISPOSIZIONI SULLA LOTTA OBBLIGATORIA CONTRO LA PROCESSIONARIA DEL PINO
A cura di: dott.ssa Lorenza Tessari, Ufficio Fitosanitario Provinciale (PAT)
La lotta contro la processionaria del pino è obbligatoria ai sensi del D. M. 30 ottobre 2007. Tale provvedimento demanda alle Province e alle Regioni l’approvazione delle modalità di lotta ed in particolare prevede:
l’obbligatorietà della lotta contro la processionaria del pino nelle aree individuate dai Servizi Fitosanitari regionali/provinciali competenti per territorio;
la competenza in capo ai Servizi Fitosanitari regionali e provinciali di prescrivere le modalità di intervento della lotta obbligatoria;
che la lotta alla processionaria deve essere effettuata a cura e spese dei proprietari o dei conduttori delle piante infestate;
che gli eventuali interventi di profilassi disposti dall’Autorità sanitaria competente per prevenire rischi per la salute delle persone o degli animali, sono effettuati secondo le modalità stabilite dal Servizio Fitosanitario regionale/provinciale competente per territorio;
che agli inadempienti alle disposizioni fitosanitarie previste per la lotta contro la processionaria del pino si applicano le sanzioni amministrative previste dall’art. 54, del D.L.
19 agosto 2005, n. 214.
La Giunta Provinciale, con la deliberazione n. 2874 del 14 dicembre 2007, recependo i dettami del Decreto ministeriale
a) ha approvato le “Modalità di intervento contro la Processionaria del pino Thaumetopoea (=Traumatocampa) pityocampa (Denis & Schiffermüller, 1775)” da adottare a cura dei proprietari o dei conduttori dei terreni in cui si trovano piante infestate;
b) ha dato atto che eventuali interventi di profilassi atti a prevenire rischi per la salute delle persone o degli animali, disposti dall’Autorità sanitaria competente per territorio, devono essere effettuati secondo le modalità indicate nell’allegato alla delibera;
c) ha stabilito che la mancata ottemperanza alle prescrizioni sopra riportate sia punita con le sanzioni amministrative previste dall’art. 54, comma 23, del D.L. n.214/05;
d) ha dato atto che, ai sensi dell’art.12 della L.P. 11/07, fermi restando gli obblighi previsti dalle vigenti disposizioni a carico dei proprietari o del possessore del bosco, il Servizio competente in materia di foreste è autorizzato a mettere in atto azioni ed interventi di prevenzione e lotta fitosanitaria.
Si rammenta che è facoltà dell’Amministrazione comunale, in qualità di autorità sanitaria competente per territorio, disporre con propria ordinanza gli interventi di profilassi più idonei al fine di prevenire rischi per la salute delle persone o degli animali e che tali interventi dovranno essere effettuati secondo una o più delle modalità stabilite nell’allegato alla citata deliberazione.
Eventuali informazioni in merito agli interventi di prevenzione e lotta obbligatoria possono essere richieste a: Servizio Vigilanza e promozione delle attività agricole, Ufficio Fitosanitario Provinciale ([email protected]).
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PRECAUZIONI IGIENICO SANITARIE DA ADOTTARE
Al fine di limitare al massimo i rischi per la salute degli operatori durante le operazioni di lotta contro la Processionaria e di quanti entrassero in contatto, anche occasionalmente con l’insetto ed in particolare con le larve urticanti, le principali misure igienico-sanitarie da adottare sono le se- guenti:
1. non avvicinarsi e non sostare sotto piante infestate se non dotati di idonei dispositivi di prote- zione individuale (guanti, occhiali protettivi, tuta, scarpe, ecc);
2. non tentare con mezzi artigianali di distruggere i nidi, in quanto il primo effetto che si ottiene è quello di favorire la diffusione nell’ambiente dei peli urticanti;
3. a fine inverno-inizio primavera, quando si possono osservare con particolare frequenza le pro- cessioni di larve lungo i tronchi o sul terreno, evitare di raccogliere i bruchi senza protezioni e con mezzi inadeguati (scope, rastrelli, ecc.).
Nel caso di contatto di persone o animali domestici con i peli urticanti, è necessario distinguere le situazioni in cui si manifestano essenzialmente reazioni cutanee con sensazioni di prurito, da casi con irritazioni molto forti o con coinvolgimento di organi di senso e mucose, per i quali è necessa- rio che le persone si rechino presso la più vicina struttura sanitaria. È in ogni modo necessario in via generale lavare, possibilmente a temperature presso la più vicina struttura sanitaria elevate, tut- ti gli indumenti indossati e fare tempestivamente una doccia evitando di grattarsi.
Le principali vie di contatto sono:
1. contatto con la pelle: comparsa dopo breve tempo dall’esposizione di aree arrossate con forte sensazione di prurito, principalmente sulle parti del corpo scoperte:
2. contatto con gli occhi: dopo poche ore comparsa di irritazioni delle congiuntive ;
3. inalazione: si manifesta con difficoltà a deglutire che possono poi essere seguite da broncospa- smi;
4. ingestione: l’infiammazione delle mucose della bocca, della gola e dell’esofago si accompagna a ipersalivazione e bruciori.