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LA BASILICA DI SAN NICOLA IN BARI

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(1)

- RILIEVI RACCOLTI A CVRA DELLA

REALE ACCADEMIA n· ITALIA

FASCICOLO VII

LA BASILICA DI SAN NICOLA IN BARI

testo e rilievi di

Carlo Ceschi

LA LIBRERIA DELLO STATO

ROMA 1936 · A. XIV E. F.

(2)

LA CLASSE DELLE ARTI

DELLA R. ACCADEMIA D' ITALIA - PROMOTRICE

CESARE BAZZANI - ARMANDO BRASINI - PIETRO CANONICA - FELICE CARENA FERRVCCIO FERRAZZI - VMBERTO GIORDANO - GVSTAVO GIOVANNONI PIETRO MASCAGNI - LORENZO PEROSI- MARCELLO PIACENTINI

ROMANO ROMANELLI - ATTILIO SELVA - ETTORE TITO

IL CONSIGLIO DI DIREZIONE

MARCELLO PIACENTINI - PRESIDENTE

GVSTAVO GIOVANNONI - GINO CHIERICI -VINCENZO FASOLO FERDINANDO FORLATI - BRVNO MARIA APOLLONJ, DIRETTORE DI REDAZIONE

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I MONVMENTI ITALIANI

RILIEVI RACCOLTI A CVRA DELLA

REALE ACCADEMIA D'ITALIA

FASCICOLO \II

LA CHIESA DI SAN NICOLA IN BARI

'ORIGINE della Basilica di San Nicola in Bari è strettamente legata ad uno degli epi- sodi più celebrati del nostro Medioevo e ciò consente di datarne con sicurezza la prima fase di costruzione.

Il 7 maggio Io87 un numeroso gruppo di marinai baresi, di ritorno dall'Oriente, sbarcava al molo della città le Sacre Ossa del Santo Nicola audacemente trafugate ai Saraceni dal venerato sepolcro di Mira, e affidava il prezioso tesoro al benedettino abate Elia. Alla popolarità ed all'entusiasmo di questo monaco è dovuta la gloria d'aver iniziata la fabbrica di San Nicola. Ottenuta dal Duca Ruggiero la cessione di un tratto della corte del Catapano, divenuta luogo regio ed immune, già nel luglio del Io87, col concorso di tutto il popolo e la nobiltà di Bari, si pose mano alla cripta che in due anni venne compiuta.

Il Papa Urbano II il 30 settembre Io89 consacrò nella Cattedrale l'abate Elia, Arcivescovo di Bari ed il giorno seguente, Io ottobre, in presenza dei Duchi Ruggiero e Boemondo, dedicò la nuova chiesa depositando, nella tomba sotto l'altare, il corpo del Santo.

Nove anni dopo lo stesso Pontefice tornò sul sepolcro di S. Nicola per tenervi un famoso concilio di cen- tottantatre vescovi delle chiese latine e greche mentre erano in corso i lavori per la costruzione della Basilica supenore.

L'andamento di questi lavori non è precisato dai docu- menti pervenutici i quali contengono notizie frammen- tarie e spesso contraddittorie tali da generare alquante incertezze sulle vicende della Basilica.

L'abate Elia, morendo nel I I05, non vide compiuta la sua Basilica, e lo può confermare anche il fatto ch'egli fu sepolto presso la porta d'ingresso della cripta, mentre il suo successore, l'abate Eustasio, si preoccupò di conso- lidare la posizione giuridica della Basilica provocando la nota bolla di Papa Pasquale II del I8 novembre IIo6 che solennemente dichiarava la Basilica soggetta diretta- mente alla Santa Sede. In questa bolla si parla di San Nicola come di Basilica aediftcanda e di mox juturam ecclesiam il che, malgrado sia detta anche in condizione da potervisi convenientemente officiare, ci conferma nella

convmzwne che in quel tempo la Basilica fosse ancor lontana dall'esser compiuta.

Alla morte dell'abate Eustasio, avvenuta il II23, la costruzione doveva già essere innanzi ed almeno la nave traversa, coprente tutta la cripta, doveva essere ultimata se durante il governo di Eustasio era stato edificato l'altare maggiore sul cui terzo gradino vennero incisi i noti distici rimati gli ultimi dei quali si riferiscono a1 costruttori della Basilica:

VT PATER HELIAS HOC TEMPLVM QVI PRIMVS EGIT QVOD PATER EVSTASIVS SIC DECORANDO REGIT.

Dall'ultimo di questi si potrebbe veramente dedurre che il tempio, per essere governato decorosamente da Eustasio, doveva essere compiuto, ma in questo caso non si spiegherebbe come nel diploma di Re Ruggiero II del 22 giugno II 32 i rappresentanti di questi giurino in suo nome di non opporsi alla continuazione della fabbrica di San Nicola. A meno che non si faccia l'ipotesi che la costruzione della Basilica, che fin dal tempo della morte di Eustasio era già in condizioni di poter essere offi- ciata, abbia subita una notevole interruzione per le vicende politiche del Regno e per le lotte tra le fazioni cittadine, acuitesi in quel tempo, e che soltanto nel I I 32 s1 s1a pensato a riprenderla e a continuarla.

Che essa fosse poco più tardi completa anche nella suppellettile interna ci è confermato dal quadretto a smalto su rame incastrato nel mezzo dell'architrave ante- riore del ciborio ricoprente l'altare maggiore. Vi è rap- presentato S. Nicola nell'atto di incoronare Re Ruggiero con l' inscrizione S. Nicolaus - Rogerius Rex e potrebbe esservi stato collocato per ordine di Ruggiero a ricor- dare la sua incoronazione a Re della Sicilia da parte di Papa Innocenza II dopo la riconciliazione avvenuta nel II39•

Anche se non si vuole seguire Kingsley-Porter nel- l' ipotesi che questa targa ne abbia sostituita un'altra preesistente, si deve sempre ammettere che il ciborio sia ad essa anteriore. E questo pregevolissimo elemento, rimasto fortunatamente integro, è logico sia stato costruito dopo il compimento della chiesa.

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· r: assoluta indipendenza dalla distribuzione dei tre tanghi di colonne hc la ripartiscono in senso trasversale.

La t a idta della costruzione e pero gia evidente sin dalla I ianta che i pre enta altres1 con originali carat- ted ticl e divenute poi comuni alle maggiori basiliche

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lonnati che suddividono le navate sono formati da 1 arcate c e la t . o.rrette da grandi colonne di granito l tet· tte n l me~z da un pilastro rettangolare con s 'c l · ne add ssate di chiara derivazione lombarda.

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sacrala nd r 6 e la seconda cost.rnita nel 1093, e cio

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portato a dimostrare, con ingegnoso ragionamento, che la più illustre chie a di Puglia e una chiesa normanna costruita da pugliesi.. La più profonda conoscenza delli nostra architettura del Medioevo, gli stu i sulle correnti culturali che

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centri lomhardi si irradiarono per tutta la Penisola nella tradizione degli ordini :religiosi e delle classi artigiane, la connessione sempre piu completa tra le manifestazioni della grande architettura benedettina cassinense nei secoli XI e XII, e la dimostrata presenza in Puglia in quel tempo di maestri comacini, ci consentono oggi di ritenere la Basilica di San Nicola una matura espressione dell'arte italiana senza derivazioni citramon- tane. Le torri ai lati delle facciate delle due chiese di Caen sono sorte armonicamente con le rispettive fabbriche, ed ubicate in corrispondenza delle loro navate minori.

Nella chiesa di Santo Stefano di Caen le torri non spor- gono sulla facciata nel cui interno è ricavato un nartece che le collega e forma un tutto organico; in quella di San Nicola, nella stessa Caen, le torri sono poste in fuori dinanzi alle navate minori e tra esse è ricavato un pronao esterno. Niente di questo si verifica per la Basilica di San Nicola dove la torre di destra ha tutta l'apparenza d'essere stata costruita sull'imbasamento di un'altra torre preesi- stente alla chiesa, e quella di sinistra è affatto indipendente, come posizione e come stile, dalla prima e può essere sorta benissimo in ultimo per la semplice necessità di un equilibrio nella massa dell'ampio prospetto. L'analisi più profonda dei caratteri delle due torri e la ricerca più accurata nelle strutture murarie di legamento tra queste e la facciata hanno inoltre già dimostrato la composizione occasionale e non contemporanea dei vari elementi tra loro.

Le torri campanarie vere e proprie erano state invero iniziate e non condotte a termine a tergo della chiesa, a lato delle absidi minori. Nella relazione di visita fatta dal gran priore Grisone nell'anno 16o2, in cui travasi

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descritto lo stato della Basilica, è fatto chiaro cenno a1 due campanili retroabsidali che sono classificati imper- fetti, ma pur sorreggevano varie campane grandi e pic- cole. Essi dovettero crollare od essere demoliti in seguito a movimenti sismici ed a cedimenti delle fondazioni di cui anche oggi sono evidenti tracce nella zona retroabsi- dale. Un'idea della loro struttura architettonica la pos- siamo avere da quello superstite della vicina cattedrale che ha, specie nel transetto e nella zona delle absidi, una perfetta analogia con la Basilica Nicolaina.

La soluzione delle strutture absidali è una delle princi- pali caratteristiche del gruppo di chiese pugliesi che fanno capo al modello della nostra Basilica.

Le tre absidi che si aprono nel transetto non sporgono all'esterno, ma sono invece racchiuse da un muro retti- lineo tangente alla maggiore curva dell'abside di mezzo nel cui asse si apre l'unico finestrone che porta all'interno il liturgico raggio del sole a levante.

Il muro retroabsidale si eleva compatto e maestoso fino all'altezza del transetto e comprende nei suoi angoli estremi i vani delle torri campanarie che dovevano segui- tare isolate più in alto.

Questo fronte absidale, di un'imponenza grandiosa, non è meno ricco di particolari decorativi delle altre parti dell'edificio con la sua corona di bifore attorno al ricco finestrone centrale e forma come un secondo particola- rissimo prospetto della chiesa.

Le fiancate della Basilica, infine, offrono l'altra origina- lità più notevole della costruzione. La pianta basilicale a croce latina, con le testate del transetto sporgenti dai muri laterali delle navate minori, è stata regolarizzata dall'archi- tetto pugliese con l'aggiunzione di una serie di contraf- forti profondi quanto la sporgenza del transetto. Questi contrafforti vennero legati tra loro con poderose arcate a doppia ghiera lunata il cui fronte giunse a filo con la testata del transetto, e superiormente ad essi venne costruita una originalissima loggia ad esafore.

Tutto questo partito architettonico costituisce un ricco quanto equilibrato gioco di masse dando all'insieme una armonia di ombre e di luci quanto mai notevole. Esso non ha evidenti origini da ragioni statiche, ma più pro- babilmente è prodotto da esigenze puramente decorative e può derivare da quegli stessi modelli di edifici classici che ispirarono più tardi a Leon Battista Alberti le fiancate del tempio Malatestiano di Rimini.

Dal Bertaux in poi vari autori si fermarono sull'idea che questo motivo fosse di costruzione posteriore al resto della Basilica e vi fosse stato aggiunto dopo che lo stesso partito era stato realizzato, nella seconda metà del XII secolo, nella prossima ed analoga cattedrale di Bari.

Nessun elemento costruttivo può giustificare l'ingegnosa congettura del Bertaux ed anzi, dopo gli ultimi restauri, si è potuto accertare che i contrafforti rimasti intatti dopo le trasformazioni subite dall'edificio, sono perfettamente immorsati, con giusta ricorrenza di ogni corso di pietra

squadrata, ai muri laterali esterni delle navate mrnon e si possono pertanto considerare ad essi contemporanei.

Unico dubbio potrebbe sussistere per le logge so tastanti, ma sarebbe anch'esso fuori di luogo ove si considerasse che il modello delle arcatelle su colonnine con i caratte- ristici capitelli a stampella si trovava in tutti i più pros- simi chiostri dei conventi benedettini come quelli di Conversano, di Brindisi e di Bari stessa da cui proveniva Elia, il fondatore della Basilica.

Nello sfondo di due arcate per ciascun fianco si aprono gli ingressi laterali della basilica ornati da portali scolpiti.

Due tra questi, insieme con la frammentaria finestra absidale ed il portale maggiore, costituiscono le più note- voli espressioni della scultura pugliese del XII secolo.

Alla loro fattura lavorarono maestri di Oriente e maestri comacini, frammischiando le due correnti di arte orna- mentale in quella personalissima interpretazione di fanta- siosi concetti e di tecniche perfette che formarono l'ossa- tura della grande scultura pugliese del secolo XIII. Nelle sculture di San Nicola ha già preso il suo posto, accanto ai motivi geometrici ed alle rappresentazioni bestiarie, la figurazione umana che, in alcuni particolari, raggiunge qualità artistiche molto elevate. Le protome collocate all'imposta degli archetti, sui capitelli degli esafora ti, raffigurano sovente teste umane, quasi sempre femminili, e rivelano quella nuova potenza d'espressione permeata di spirito classico che nella vicina cattedrale, nel Duomo di Ruvo ed in Castel del Monte, ancora agli inizi del Duecento, precorre l'arte di Maestro Nicola di Apulia.

Dopo che nel Duecento tutte le città di terra di Bari elevarono cattedrali nella scia artistica della Basilica di San Nicola, questa subì nel XIV secolo la prima sensibile trasformazione che fu come l'inizio del suo deperire. Le famiglie di maggior censo vollero nella basilica la loro cappella ed a tale scopo vennero utilizzati gli arconi delle fiancate che furono murati al filo esterno dei pilastri in modo da ridurre il fianco ad una parete liscia che divenne ancor più insignificante quando anche la loggia ad esafore fu ostruita con muri di rinforzo.

Nella prima metà del secolo XV, in seguito a movi- menti tellurici, la Basilica ebbe nuovamente bisogno di consolidamenti e furono murate numerose aperture fra cui le bifore che uniscono i matronei con gli esaforati.

Nella medesima epoca furono create, a mo' di rinforzo, le tre arcate trasversali che mutarono le proporzioni della nave centrale.

Tutto l'interno subì poi, in epoca barocca, molti adat- tamenti secondo il gusto del tempo e le solenni muraglie di pietra viva scomparvero sotto una veste di stucchi variamente colorati e di scarso valore artistico. Unica pregevole opera di quel periodo fu il soffitto a lacunari con pitture di Carlo Rosa e come tale, infatti, venne rispettato nel grande restauro che ridonò alla Basilica il suo aspetto originario. I lavori di restauro vennero iniziati nel 1927 ed ultimati, per la Basilica superiore, nel 1932.

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Il Soprintendente alle opere di Antichità e d'Arte per la Puglia, prof. Quagliati, che diresse i lavori, risolsé scien- tificamente il problema del ripristino architettonico supe- rando altresì numerose difficoltà di carattere statico, tra cui notevoli la riapertura degli archi sulle fiancate e la ricom posizione della soprastante loggia ad esafore.

Durante i lavori si rinvennero integri i due originali altari laterali in pietra e frammentario un altro altare, ora collo- cato nella testata destra del transetto. Questo fortunato ritrovamento eliminò la necessità di altri nuovi altari in stile; inoltre furono ritrovati numerosi frammenti scul- torei tra cui notevole l'antico pali otto dell'altare mag- giore di cui è copia abbastanza fedele quello attualmente in opera, rifatto all'inizio del XIX secolo, in occasione di un ampliamento dell'altare. La liberazione delle absidi e lo scrostamento degli intonaci portò alla luce un gruppo di affreschi trecenteschi nell'abside laterale destra, che costituiscono l'unica testimonianza dell'antica decorazione pittorica, in gran parte votiva, che doveva rivestire parte dell'interno della Basilica come era in uso nei maggiori santuari dell'epoca e particolarmente nelle chiese delle città marinare di Puglia dov'era più intenso il transito dei crociati. Sia nella cripta che nella chiesa superiore, dietro l'altare maggiore, sono conservate, in buone con- dizioni, le pavimentazioni a mosaico dei cori. Di carattere orientale si ricollegano ai mosaici di alcune chiese della

Calabria e sono databili al periodo dell'abate Eustasio, tra il rro5 ed il rr23. A~dossato alla curva dell'abside maggiore travasi collocato il monumento sepolcrale della Regina Bona di Polonia, buona opera di marmorari carra- resi che lavorarono a Napoli sulla fine del secolo XVI.

Compiuto nel r 59 3, come risulta dall'epigrafe, presenta quei caratteri di transizione tra l'arte ancora classica del Rinascimento e quella preannunziantesi del Barocco, ma costituisce uno stridente contrasto con la nuda armonia dell'ambiente romanico.

La cripta, nella quale fanno corona al secentesco argenteo altare del Santo, i preziosi marmi delle ventotto colonne sorreggenti una delle più notevoli serie di capitelli bizantini, è ancora soffocata dai molti stucchi e dai troppi altari di epoca barocca. Il suo pavimento, rialzato di circa trenta centimetri, ne soffoca lo slancio originario, mentre falde d'acqua affioranti ne minano da anni le fondazioni.

È pronto ora il progetto di risanamento e ripristino della cripta che, una volta attuato, riporterà per intero l'insigne Basilica al suo aspetto originario e completerà degnamente uno dei più notevoli restauri di questi ultimi anni.

CARLO CESCHI

Ì rilievi sono stati esegu1t1 a cura della R. Soprintendenza alle cpere d'Antichità e d'Arte della Puglia dall'Autore coadiuvato dal disegnatore Stefano Cinquepalmi.

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INDICE DELLE TAVOLE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO

I-II - Pianta del pianterreno.

III - Pianta della cripta.

IV-V - Sezione longitudinale E-F.

VI - Sezione trasversale A-B.

VII - Sezione trasversale C-D del transetto e cripta.

VIII - Facciata e torri campanarie.

IX-X - Facciata longitudinale a sud.

Xl-XII - Facciata longitudinale a nord.

XIII - Facciata posteriore (retroabsidale).

XIV - Il portale maggiore.

XV - Primo portale sul fianco nord.

XVI - Secondo portale sul fianco nord.

XVII - Esaforato-Prima campata nord-ovest.

XVIII - Bifore nella facciata nord del tran- setto.

XIX - Finestrone absidale.

XX - L'altare maggiore.

XXI - Altari laterali.

XXII - Transenne delle scale d'accesso alla cripta.

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(13)

BASILICA DI S. NICOLA

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BARI

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FACCIATA LONGITUr!DINALE A SUD

(14)

BASILICA DI S. NICOLA IN BARI

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BASILICA DI S. NICOLA IN BARI

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BASILICA DI S. NICOLA IN BARI

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PROSPETTO

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(18)

BASILICA DI S. NICOLA IN BARI

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SEZIONE

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PROSPETTO

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SECONDO PORTALE SUL FIANCO NORD

1.58

PIA TA

(19)

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FRONTE

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(20)

BASILICA DI S. NICOLA IN BARI

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(21)

BASILICA DI S. NICOLA IN BARI

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PROSPETTO SEZIONE

PROSPETTO SEZIONE

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PARTICOLARE

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PIANTA

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(22)

BASILICA DI S. NICOLA IN BARI

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