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UN FULMINE SUL 220. Processo di scrittura. > Primo getto >Seconda stesura >Terza stesura 1936

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UN FULMINE SUL 220

Processo di scrittura

> Primo getto 1932

>Seconda stesura 1933-1935

>Terza stesura 1936

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PRIMO GETTO

>Protagonista Margherita Lattuada

(poi ribattezzata Noemi, Zenaide, Zoraide, Carla ed infine Elsa)

vedova del baritono Carlo Maldifassi, sposa in seconde nozze Gian Maria Cavigioli, quest’ultimo appartenente ad una vecchia famiglia milanese e proprietario di una fabbrica di cioccolato.

>Margherita prova interesse per Bruno (poi ribattezzato anche Carletto) un garzone del marito a cui dà confidenza dopo un incontro al parco.

Bozza del finale:

I due amanti vengono carbonizzati da un fulmine che colpisce un casotto in un cantiere in cui si erano nascosti per abbandonarsi ad effusioni

amorose.

(1932)

(4)

SECONDA STESURA

CAPITOLO PRIMO - La crisi domestica

>Il nobile Gian Maria Cavigioli e la moglie Elsa, sono costretti a trasferirsi.

La domestica di casa rimane incinta quindi si vedono costretti a servirsi solo di due domestiche molto anziane.

>Nel frattempo la “Confidenza” un ditta di pulitura parquet fallisce quindi i Cavigioli chiamano a lavorare Bruno Locati, un giovanotto che rimasto

senza lavoro, aiuta occasionalmente le famiglie borghesi milanesi in diversi lavoretti.

Racconti confluiti nella raccolta L’Adalgisa :

> Quando il Girolamo ha smesso...

(1933-1935)

(5)

SECONDA STESURA

CAPITOLO SECONDO - Pane al disoccupato

>Elsa riceve tre visite: la prima della cognata Adalgisa, che venendo a sapere che Bruno sarebbe andato a servizio da lei, le riferisce che durante i loro

giochi i suoi figli hanno visto Bruno litigare e picchiare un altro uomo.

>La seconda visita è di Bruno al fine di accordarsi per i lavori, ed Elsa vedendolo molto emaciato, in un moto quasi materno gli offre del vino.

> La terza è la signora Vigoni la quale già in precedenza si era servita di

Bruno per un trasloco e come l’Adalgisa le racconta degli episodi che mettono in cattiva luce il ragazzo.

(1933-1935)

(6)

SECONDA STESURA

CAPITOLO TERZO - Un orchestra di 120 professori [parte prima]

>Bruno ha un piccolo incidente mentre si occupa di alcune commissioni per la fabbrica di cioccolato del nobile Gian Maria.

>Elsa viene accompagnata dal nipote, ad uno dei concerti del Conservatorio.

Luogo frequentato da tutte le alte famiglie milanesi a cui sono legati da ingarbugliati rapporti di parentela.

Racconti confluiti nella raccolta L’Adalgisa :

> I ritagli di tempo

> Un concerto di centoventi professori

(1933-1935)

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SECONDA STESURA

CAPITOLO TERZO - Un orchestra di 120 professori [parte ultima]

>Elsa incontra al parco Sempione la signora Vigoni che la mette al corrente dei pettegolezzi su di lei per essersi recata al Conservatorio con nipote.

> Poco dopo viene raggiunta dalla cognata Adalgisa che rievoca la sua

giovinezza di cantante e la vita con il defunto marito Carlo, lasciandole come monito quello di godersi la giovinezza.

> Verso sera le si avvicina Bruno che cavallerescamente la accompagna a casa per evitarle incontri spiacevoli.

Racconti confluiti nella raccolta L’Adalgisa :

> Al parco, in una sera di maggio

> L’Adalgisa

(1933-1935)

(8)

SECONDA STESURA

CAPITOLO QUARTO - Nuove battute sul politecnico vecchio

>Il politecnico di Milano in cui hanno studiato tutti i figli delle famiglie bene della città, viene spostato a Lambrate, al tempo zona di periferia.

> Questo genera molto scontento, nonostante il nuovo stabile sia molto luminoso rispetto al vecchio edificio che ha causato la perdita della vista a molti studenti.

(1933-1935)

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TERZA STESURA

>Amilcare Tosi “capo–centrale” della ditta di Gian Maria Cavigioli,

non vuole assumere un suo ex compagno di scuola elementare da cui ha subito continue vessazioni.

>Nel sottotetto di un casolare in costruzione della fabbrica di cioccolato ha trovato rifugio per la notte Marianna, nana semi-demente

costantemente inseguita da un cane.

>Altro problema della ditta sono i cortocircuiti causati dai topi che rosicchiano i fili elettrici.

(1936)

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SNODI PRINCIPALI

>Satira nei confronti della stratificazione sociale borghese

>Blocchi tematici minori impossibili da unire

>Legante fra i singoli nuclei di realtà è la città di Milano

> Intrico di destini che non può essere trascritto in un intreccio organico

> Allegoria di una destrutturazione che è già nell’ordine delle cose Caratteristiche linguistiche:

> Dialetto milanese che contagia la voce del narratore

> registro basso e pragmatico / registro alto Motivi dell’incompiutezza:

> Nella società manca una dialettica interna fra valori e disvalori

> Non ha un centro di senso

> la scrittura si mostra come un insufficiente strumento gnoseologico

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RIFERIMENTI

Bibliografici:

> Giorgio Patrizi, Gadda, Salerno Editrice, Trani 2014, p. 202-204

> Carlo Emilio Gadda, Un fulmine sul 220, a cura di Dante Isella, Garzanti, Milano 2000

Sitografici:

> https://www.carloemiliogadda.it/opere/un-fulmine-sul-220/

> https://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/resources/archive/1930s_projects/don- naf220.php

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