Natura della memoria
La memoria è la capacità di conservare nel tempo le
informazioni apprese e di recuperarle quando servono in modo pertinente
• E’ un sistema dinamico in continuo divenire. Per certi aspetti noi siamo la nostra memoria. Essa è la nostra storia come
individui (memoria personale) e come comunità cui apparteniamo (memoria collettiva).
• E’ limitata sia in termini quantitativi sia in termini di durata e pertanto è strettamente connessa con l’oblio
• E’ dotata di una natura multisistemica
•Essendo una ricostruzione della realtà implica sempre un certo grado di distorsione
non è statica, ma è una attività dinamica in continua trasformazione .
Occorre pensare a un dispositivo in grado di far funzionare i processi di
memoria. Accanto ai depositi stabili e attendibili della memoria a lungo
termine, la memoria di lavoro, in passato chiamata memoria a breve
termine, è uno spazio di manovra in grado di codificare ed elaborare le
informazioni provenienti dall’ambiente per renderle disponibili in format
idonei per gli archivi della memoria a lungo termine.
PRINCIPALI SISTEMI DI MEMORIA
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costellazione di sistemi e di processi anche diversi fra loro. È possibile distinguere tra:
Memoria procedurale (memoria per fare): riguarda la
conservazione delle abilità e delle procedure con cui fare le cose.
E’ attivata da compiti di natura motoria (nuotare, sciare) e concerne il modo in cui svolgere le diverse attività. Ha sede prevalente nei gangli della base. Di solito abbiamo difficoltà a
spiegare a parole ciò che siamo capaci di fare e come lo facciamo La soluzione più semplice è far vedere come si fa (valore ostensivo della memoria procedurale). Inoltre tale memoria è valutabile solo attraverso l’esecuzione delle attività in oggetto. SAPERE COSA
Memoria dichiarativa: concerne la conservazione delle conoscenze circa i fatti che possono essere acquisiti in una volta sola e che sono direttamente accessibili alla coscienza.
È una memoria esplicita che ha sede nell’ippocampo e nella corteccia temporale mediale.
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Memoria esplicita: SAPERE COME
La distinzione fra memoria procedurale e memoria dichiarativa è stata riferita alla differenza fra il “sapere cosa” e il “sapere come “.
Una evidenza empirica di tale distinzione è data dalla Sindrome di Korsakoff (una grave conseguenza cerebrale dell’alcolismo
prolungato). Chi è affetto da questa sindrome soffre di amnesia per fatti
recenti (dopo la comparsa della malattia) e di confabulazione (inventa
storie false e ha false credenze), non è più in grado di generare nuovi
ricordi a livello dichiarativo, ma è ancora in grado di conservare ricordi
a livello procedurale (è capace per esempio di costruire puzzle).
La memoria dichiarativa si distingue in:
Memoria episodica: capacità di memorizzare e recuperare eventi specifici e contiene informazioni spaziali e temporali (ciò che noi ricordiamo). I ricordi resterebbero localizzati per un certo periodo nell’ippocampo e poi verrebbero consolidati nelle aree neocorticali.
Flash di memoria: ricordi particolarmente vivi, dettagliati e concreti che hanno colpito il soggetto in modo profondo a livello emotivo e cognitivo. Possono essere eventi personali o pubblici. Sono
chiamati in questo modo perché è come se fossero una “fotografia”
della scena, non tanto per la loro accuratezza ma per la loro risonanza emotiva (es. torri gemelle).
Memoria semantica: contiene le conoscenze sul mondo in forma organizzata e astratta (ciò che noi sappiamo). Sono ricordi
particolarmente vivi, dettagliati, concreti e permanenti circa le parole e i simboli, i signifcati e i concetti.
Sono entrambe memorie a lungo termine
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riguardano eventi specifici (memoria episodica) o conoscenze (memoria semantica).
E’ un processo consapevole perché si sa di ricordare
Memoria implicita (non dichiarativa): riguarda la capacità di ricordare senza averne consapevolezza, in quanto è una
conoscenza che si manifesta in prestazioni senza che il soggetto ne abbia consapevolezza. E’ attivata dai gangli della base. Le nostre abilità motorie sono registrate come modelli e sequenze di
movimenti nella memoria implicita.
Memoria autobiografica: capacità di conservare le conoscenze e le informazioni legate al sé a partire dalla seconda infanzia (tre anni).
È una componente essenziale della identità personale e sociale.
Memoria retrospettiva: conservazione e recupero di ricordi
riguardanti fatti, episodi e conoscenze del passato. Tale memoria riguarda la nostra storia.
Memoria prospettica: memoria per gli eventi futuri
Il ricordarsi di compiere un'azione comporta un piano complesso distinto in 6 fasi (Brandimonte):
1. formazione delle intenzioni 2. ricordare che cosa fare
3. ricordare quando farlo
4. ricordarsi di compiere l'azione
5. compiere l'azione nel modo stabilito 6. ricordarsi di avere compiuto l'azione
Memoria retrospettiva: concerne la conservazione e il
recupero di ricordi riguardanti fatti, episodi e conoscenze del passato.
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eccitazione e di depressione.
Codifica: consiste nel trasformare un’informazione in una
rappresentazione mentale collocata in un deposito di memoria.
La teoria dei tre livelli di elaborazione identifica:
1- livello superficiale relativo agli aspetti strutturali e fisici di uno stimolo (come si presenta all’esterno, es. lettere maiuscole o
minuscole)
2- livello intermedio relativo agli aspetti fonologici di uno stimolo (riguarda le assonanze e le rime: lana, tana, rana) 3- livello superiore relativo alle componenti semantiche
(riguarda il significato, l’appartenenza a delle categorie:
sostenitore della dieta vegeteriana)
Quali sono i fattori che potenziano il processo di codifica?
Effetto produzione: la partecipazione attiva nella produzione dell’informazione da ricordare. Quando siamo attivi nella
produzione delle informazioni le ricordiamo di più.
Effetto distanziamento temporale: a parità del numero delle ripetizioni, la codifica degli stimoli è assai più potente se è distribuita nel tempo in differenti periodi, anziché essere concentrata in un periodo unico.
Integrazione: capacità di collegare insieme le diverse
caratteristiche di uno stimolo o evento in una rappresentazione unitaria e coerente. Consente di ricordare un oggetto come unità.
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Ü Ü
Verbale Immaginativa
Il diverso ricordo dipende dal diverso tipo di codifica: gli stimoli figurali e le parole con alto valore di immagine (castello, casa, tavolo) sono più facili da ricordare mentre gli stimoli a basso valore di immagine (beatitudine, istituzione)sono più difficili da ricordare
N.B. quando un informazione attiva entrambi i sistemi di
codifica, il recupero è molto più facile (Sistema della doppia codifica)
2. Fase della ritenzione: permette di mantenere in memoria l’informazione finché ci serve.
Per favorire il processo della ritenzione facciamo ricorso al meccanismo della reiterazione che favorisce la fissazione del ricordo in una traccia mnestica.
Una volta codificate le informazioni e rese compatibili con i format
dei depositi di memoria, occorre consolidarle e mantenerle nel tempo.
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Nella fase di recupero sono possibili diverse operazioni mentali - rievocazione: capacità di ricordare in modo spontaneo la
quantità massima possibile del materiale prima esposto - riconoscimento: capacità di identificare correttamente le informazioni presentate in precedenza distinguendole da altre informazioni non pertinenti, note come distrattori
- riapprendimento: capacità di apprendere nuovamente un materiale già presente in memoria in tempo minore rispetto all’apprendimento iniziale
Distorsioni della memoria
Ricordi falsi come la falsa attribuzione sono frequenti quando uno stimolo è nuovo e simile a uno già codificato.
La costruzione di falsi ricordi è facilitata da domande fuorvianti che possono portare a indurre il ricordo di una realtà non
esistente.
Ricostruzione dei ricordi:
Il ricordo non è una fotocopia della realtà, ma una ricostruzione soggettiva dell’esperienza. Si può incappare in una riduzione delle informazioni ricordate, in una accentuazione, o in una operazione di assimilazione aggiungendo informazioni per rendere coerente il racconto.
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- Labilità: impedisce di ricordare ciò che abbiamo fatto a distanza di un certo tempo, soprattutto se in condizioni routinarie.
- Distrazione: è con una mancanza di attenzione che è preliminare e indispensabile per creare il ricordo.
- Blocco: riguarda l’incapacità di recuperare un’informazione che, in realtà, non abbiamo dimenticato e che poi ricordiamo quando non serve più.
Carenze da commissione:
- Errata attribuzione: riferire le informazioni di un ricordo a una fonte o a un contesto sbagliato.
- Suggestionabilità consente d’indurre e creare ricordi falsi.
- La distorsione indica il processo attraverso cui le nostre
convinzioni attuali modificano i contenuti e le informazioni dei ricordi del passato (è una sorta di autoinganno).
- La persistenza, è l’incapacità di dimenticare e genera il
fenomeno della ruminazione mentale, per cui il soggetto continua a ritornare in continuazione sugli stessi ricordi.
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ricordi di un testimone.
Succede che persone, presunte esperte come i giudici (spesso dotati soltanto di una psicologia ingenua), ritengano che i ricordi di eventi con forte carica emotiva non siano soggetti a
distorsioni.
In realtà, essi vanno incontro a importanti processi di amnesia, di ricostruzione e di distrazione nella registrazione degli eventi.
È il cosiddetto fenomeno di «concentrazione sull’arma», poiché il testimone focalizza l’attenzione su questo particolare insolito ed è
«distratto» dall’osservare e dal ricordare altri aspetti importanti della scena.
La memoria è un processo attivo e ricostruttivo delle
informazioni acquisite che va incontro a fenomeni particolari di eccitazione e di depressione.
o IPERMNESIA: capacità particolarmente lucida di ricordare
scene complesse in tutti i loro particolari anche se lontane nel tempo.
(eccitazione)
o AMNESIA: perdita totale o parziale di memoria a seguito di un trauma (fisico o psichico) o di malattia celebrale.
(depressione)
- amnesia retrograda (eventi accaduti prima del trauma)
- amnesia anterograda (non compromette i ricordi passati ma limita enormemente la capacità di memorizzare informazioni presenti
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informazioni, per quanto grandi siano i suoi depositi, deve affrontare due problemi:
a) la selezione delle informazioni in entrata
b) l’eliminazione delle informazioni non rilevanti o diventate tali
Ebbinghaus osservò che la sua capacità di ricordare sillabe prive di senso declinava sistematicamente in funzione dell’aumento
dell’intervallo di ritenzione (il periodo fra la codifica e la rievocazione).
Il tasso della dimenticanza diminuisce con il passare del tempo.
Molto rapido all’inizio, rallenta progressivamente quando l’intervallo di ritenzione diventa più lungo.
La curva di Ebbinghaus è stata interpretata come effetto del
decadimento: i ricordi più distanti nel tempo sarebbero i primi a essere dimenticati.
Si tratta di un’ipotesi che non è mai stata verificata in quanto la memoria è una struttura organizzata e il trascorrere del tempo non è la causa diretta dell’oblio. (Gli anziani hanno molti ricordi
La curva di Ebbinghaus. L’oblio è assai rapido all’inizio e degrada
lentamente nel tempo. L’area del risparmio è la percentuale delle
prove “risparmiate (non più necessarie) per riapprendere una lista
Di sillabe (circa il 20%).
Natura dell’oblio
L’oblio è l’eliminazione volontaria o involontaria di informazioni già memorizzate. Va inteso quindi non come un deficit, un difetto o una debolezza, ma come una parte integrante (fisiologica) della memoria. Costituisce una componente adattativa e va distinto da L’amnesia rappresenta invece una condizione patologica della memoria legata a danni cerebrali o a forti traumi emotivi.
Dimenticare non significa perdere definitivamente una data informazione dalla memoria.
L’oblio svolge un lavoro di selezione relativa al materiale da conservare.
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Ipotesi del disuso: l’oblio è indotto dal fatto che, se un ricordo non è rievocato per molto tempo, a poco a poco va perduto. Non spiega, tuttavia, per quale motivo certi ricordi lontani possono riaffiorare dopo molto tempo, a volte anche in modo spontaneo.
Teoria dell’interferenza: l’oblio è dovuto al fatto che il nuovo materiale acquisito va a interferire con quello già conservato e viceversa. Si ha:
- Interferenza proattiva: quando i ricordi più remoti
interferiscono (inibiscono) con la memoria di informazioni acquisite successivamente.
- Interferenza retroattiva: quando i ricordi più recenti limitano o danneggiano la memoria di quelli registrati in precedenza.
Memoria di lavoro
Al pari della RAM di un computer, la memoria di
lavoro è completamente flessibile rispetto ai contenuti e quanto più è estesa tanti più «programmi» può far «girare» insieme.
La capacità (span) della ML è data dalla quantità di informazioni che può mantenere accessibili in un dato istante.
Essa è direttamente proporzionale alle nostre competenze mentali (intelligenza, ragionamento, linguaggio ecc.)
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- Memoria primaria: deposito iniziale provvisorio in cui le
informazioni, rese disponibili all’attenzione e alla introspezione, non vanno mai perse.
- Memoria secondaria: la memoria a lungo termine, da cui le
informazioni non possono essere recuperate senza il contributo di un processo mentale attivo.
Miller riprese i concetti di James e studiò il funzionamento della memoria a breve termine. Si tratta di una memoria con una
volatilità assai elevata che, in presenza di compiti distrattori, può avere una durata di soli 2 secondi.
Atkinson e Shiffrin proposero una concezione di memoria intesa come modello multiprocesso:
Gli stadi principali sono tre:
a) il registro sensoriale;
b) la memoria a breve termine;
c) La memoria a lungo termine.
Quanto più le informazioni sono reiterate nella MBT, tanto
maggiori sono le probabilità che siano trasferite alla MLT, ove, teoricamente, hanno una collocazione permanente.
Questo modello risultato infondato sul piano empirico. Pazienti con danni cerebrali imponenti tali da compromettere gravemente la MBT sono egualmente capaci di registrare nuove informazioni nella MLT. Parimenti, nella MBT vi sono diversi sistemi di
elaborazione delle informazioni che agiscono in contemporanea.
Il modello multiprocesso di Atkinson e Shiffrin.
Le informazioni ambientali sono raccolte nel registro sensoriale per un periodo molto breve: parte di esse è trasmessa alla memoria a breve
Termine, dove è ulteriormente elaborata; l’esito di questo processo è
trasferito alla memoria a lungo termine. Mentre le informazioni contenute nella memoria sensoriale e a breve termine possono andare perdute,
la ritenzione delle informazioni della memoria LT sembra essere
sostanzialmente permanente.
Memoria sensoriale: è la capacità di mantenere in modo sostanzialmente fedele le informazioni ambientali. È una memoria modale poiché corrisponde alle varie modalità sensoriali.
Per questo tipo di memoria (iconica x la visione, ecoica x udito, olfattiva, gustativa, tattile, propriocettiva) occorre un registro sensoriale in grado di captare e trattenere per il tempo
necessario le informazioni sensoriali.
Sperling si dedicò allo studio della memoria iconica e esperimenti successivi accertarono che si tratta di una memoria di grande
capacità, ma che dura assai poco (massimo di 400 ms) ma per il tempo sufficiente a registrare le informazioni ambientali.
La procedura di resoconto parziale di Sperling. Sono presentate visivamente per 50ms 9 lettere, disposte su 3 righe e 3 colonne.
Un suono di diversa altezza indica quale riga deve essere nominata.
Sperling stimò il numero totale di lettere che erano disponibili nel registro sensoriale moltiplicando la media delle lettere ricordate dopo il segnale sonoro per 3 (per questo la scala va da 3 a 9)
I dati mostrano che il registro sensoriale è un sistema a capacità elevata
ma di rapido decadimento.
Modello di Baddeley-Hitch: la memoria di lavoro
A differenza del modello di Atkinson e Shiffrin sulla MBT, la ML non è considerata una stazione di passaggio verso la MLT, ma uno spazio in cui si svolgono importanti attività mentali di
integrazione, coordinazione e manipolazione delle informazioni in ingresso.
Tali attività, rese possibili e governate dall’esecutivo centrale, si suddividono in due linee indipendenti di processi, riguardanti le informazioni verbali e quelle visivo-spaziali.
Il modello della memoria di lavoro, con le connessioni fra i tre
Sottosistemi e la memoria a lungo termine.
La ML è un sistema attivo e dinamico complesso, composto nella sua versione attuale da quatto sottosistemi indipendenti:
- Esecutivo centrale: sistema flessibile per il controllo e la regolazione dei processi cognitivi richiesti dalla situazione.
Collega le informazioni provenienti dalle diverse fonti in episodi coerenti.
- Circuito fonologico: concerne il parlato e conserva l’ordine in cui le parole sono presentate.
- Taccuino visuo-spaziale: riguarda l’immagazzinamento
e il trattamento delle informazioni visive e spaziali, nonché delle immagini mentali.
- Tampone episodico: dedicato a collegare insieme le
informazioni provenienti da diversi ambiti per formare unità
integrate e coerenti a partire dalle informazioni visive, spaziali e verbali a disposizione in funzione dell’ordine cronologico.
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memoria.
Si ritiene che la Mlt sia virtualmente illimitata, con una conservazione stabile delle informazioni immagazzinate.
Tale mantenimento può durare parecchi anni, a volte anche tutta la vita (eventi molto importanti).
La MLT esercita un’importante influenza nei processi dall’alto verso il basso (top-down), orientando l’attenzione, la percezione e il pensiero in base alle informazioni in essa conservate.
La memoria in pratica: come preparare gli esami
Esistono alcune strategie cruciali che aiutano a ricordare come il metodo PQR4:
- Preview: scorrere in modo preliminare i vari capitoli del testo per determinare i principali argomenti trattati.
- Questions: porsi delle domande relative al contenuto di ogni sezione; spesso è possibile fare ciò trasformando i titoli dei paragrafi in altrettante domande.
- Read: leggere la sezione attentamente cercando di rispondere alle domande formulate.
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Il metodo suggerisce poi di leggere, riflettere e ripetere
e non parla di sottolineare, abitudine assai diffusa tra chi studia.
Molto meglio, ai fini del ricordo, seguire le indicazioni del metodo Pq4r e non omettere l’ultima fase: la rassegna finale.
Il ripensare a quanto si è studiato si rivela particolarmente utile quando viene effettuato sia subito dopo la lettura di ogni
capitolo sia qualche giorno dopo.