4. RISULTATI
L’età media dei pazienti era di 41.6 anni (in un range compreso tra 28 e 55 anni) . Tra i suddetti, 5 (28.4%) si presentavano per infertilità primaria, 4 (23.5 %) con ginecomastia e 2 (11.8 %), dopo l’autopalpazione di una massa scrotale. Nei 6 pazienti rimanenti (35.3%) il tumore veniva scoperto occasionalmente durante l’esecuzione di una ecografia scrotale. Nel totale 14 tumori non erano palpabili, senza riscontro di lesioni bilaterali.
I livelli sierici di α-fetoproteina, β gonadotropina corionica e del lattato idrogenasi erano nei limiti della norma in tutti i pazienti. I dati del profilo ormonale erano disponibili per 9 pazienti (52.9 %) .In 4 di questi i livelli di testosterone totale erano più bassi (una media di 123ng/dl, in un range compreso tra 91 e 145) ed in un paziente più alti (1.132 ng/dl) rispetto ai valori normali, per entrambi i casi.
In 2 pazienti sono stati rilevati alti livelli di 17β-estradiolo (78.2 e 94.6 pg/ml rispettivamente). La media del rapporto testosterone/estradiolo era bassa (7.4, in un range compreso tra 1.8 e 22.1).
Un paziente aveva un incremento dei livelli di FSH ( 14.1 mIU/ml) con un normale rapporto testosterone/estradiolo (10.9), ed un altro aveva avuto alti livelli di LH (13.8 mIu/ml), con testosterone basso (91 ng/dl) e normali valori di estradiolo.
In media, il diametro del tumore misurato all’ecografia, era di 13.4 mm (in un range compreso tra 5 e 31). Solo 3 pazienti (17.6%) presentavano una lesione maggiore di 20 mm. I reperti ecografici erano simili in tutti i casi. Il tumore si
presentava come una singola, unilaterale massa ipoecogena, con un pattern di echi eterogenei e contorni, ed era invariabilmente localizzato pochi millimetri all’interno della tonaca albuginea. All’eco color Doppler in tutti i pazienti era presente un anello di vascolarizzazione periferico privo di vasi all’interno del nodulo, eccetto per i 3 pazienti con masse maggiori di 20 mm, in cui era evidente un chiaro pattern di ipervascolarizzazione all’interno della lesione.
L’aspetto macroscopico del tumore si caratterizzava tipicamente con un colore variabile dal giallo scuro al marrone, ben demarcato, con margini netti a volte (Fig.
10). Il tempo di clampaggio del funicolo spermatico è durato meno di 30 minuti in tutti i casi.
Figura 11. Aspetto macroscopico del tumore.
Istologicamente tutti i tumori sono composti da cellule dall’aspetto epitelioide, con citoplasma eosinofilo, nucleo centrale e evidenti piccoli nucleoli (Fig. 11). Non sono documentate necrosi, invasione vascolare e pleiomorfismo cellulare. Un indice mitotico lievemente aumentato (4 per 10 nel campo ad alto ingrandimento) è stato rilevato nelle masse più grandi (31 mm).
Figura 12. Aspetto istologico del tumore a cellule di Leydig.
I dati sul tasso di proliferazione e l’assetto del DNA, sono disponibili per 9 pazienti (52.9%). L’attività di MIB-1 era diminuita in tutti i campioni esaminati, con un valore medio di 1.1% (con un range compreso tra 0.05% e 1.5%). Il contenuto aneuploide del DNA potrebbe essere individuato solo nelle lesioni più estese. In tutti
i casi, il parenchima testicolare circostante alla lesione non mostra evidenza di invasione tumorale. Tutti i tumori sono valutati come tumori benigni del testicolo, a cellule di Leydig.
Il decorso postoperatorio era privo di complicazioni, eccetto per un precoce ematoma intra-albugineo occorso in un paziente e trattato conservativamente senza sequele.
I pazienti che prima dell’intervento chirurgico avevano avuto una stima dell’assetto ormonale, ripeterono il profilo sierico a 6 e a 12 mesi dopo l’intervento.
La media del rapporto testosterone/estradiolo era aumentata rispetto ai normali valori (13.7, in un range compreso tra 9.5e 26.2) a causa della normalizzazione dei bassi livelli di testosterone e degli alti livelli di 17β-estradiolo. Al contrario, ognuno dei tre uomini, che presentavano abnormi aumenti dei livelli di testosterone FSH o LH, mantenevano valori elevati anche dopo l’intervento (Fig. 12).
Figura 13. Livelli ormonali pre- e post-operatori.
Prima dell’intervento 12 pazienti avevano provato a concepire, [74] (58.3%) con successo, mentre dopo l’intervento 14 provarono a concepire un figlio e 10 (71.4%), con successo. Ad un follow up medio 91 mesi (range tra 12 e 191) non furono diagnosticate recidive locali o a distanza e tutti i pazienti sono sopravvissuti senza segno evidente di malattia all’ultima visita.
