San Francesco oggi
Editoriale: Un’eredità da condividere 3-8
GRADO GIOVANNI MERLO
Unicità di frate Francesco e pluralità di san Francesco 9-22 ORLANDO TODISCO
Fecondità del pensare francescano 23-38
ORESTE BAZZICHI
La povertà pensata. Interrogativi francescani per l’economia 39-52 MARZIA CESCHIA
Francesco d’Assisi: attualità di un’esperienza spirituale 53-67 MARIA TERESA DOLSO
La difficile ricerca di un’identità. Esiste una questione francescana? 69-90 LUCIANO BERTAZZO
Dalla divisione all’unità. Percorsi francescani: 1517-2017 91-108 ROBERTO FUSCO
Nuove famiglie francescane. Risveglio e riattualizzazione di un carisma 109-125 SILVESTRO BEJAN
Francesco, santità, ecumenismo e dialogo interreligioso 127-141 MARCO IMPAGLIAZZO
Assisi oltre Assisi 143-158
ELENA ZAPPONI
Pellegrini sulle orme di san Francesco 159-171
FELICE ACCROCCA
Una visione inclusiva. Il san Francesco di papa Francesco 173-186 Documentazione: Il testo della bolla «Ite vos»; Una memoria abitata;
Itinerario per camminare insieme (Germano Scaglioni) 187-210
Invito alla lettura (Emil Kumka) 211-217
In libreria 219-224
Anno XXXVII, n. 3 MAGGIO - GIUGNO 2017 219
autori.
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CredereOggi 37 (3/2017) n. 219, 3-8
Un’eredità da condividere
Qui ad Assisi, qui vicino alla Porziuncola, mi sembra di sentire la voce di san Francesco che ci ripete: «Vangelo, Vangelo!»1.
La promulgazione della bolla Ite vos di Leone X, avvenuta il 29 maggio 1517, rappresenta uno degli snodi più significativi nella sto- ria dei figli di san Francesco d’Assisi (1181/1182-1226): la divisio- ne formale e giuridica della famiglia degli Osservanti da quella dei Conventuali. Fin dalle origini, nel mondo francescano coesistevano diversi modi di intendere e vivere la fedeltà al carisma del fondatore.
Nonostante i numerosi tentativi, però, non fu possibile pervenire a una soluzione unanimemente condivisa e così, dopo oltre due secoli di controversie, l’intervento di papa Leone X prese atto della situazione, traendone le conseguenze sul piano giuridico.
Nell’anno in cui ricorre il quinto centenario della bolla Ite vos, la nostra rivista propone un fascicolo monografico. Non si tratta della semplice espressione di un dovere di memoria, per il fatto di essere
1 Francesco, Parole all’Incontro con i giovani dell’Umbria (4 ottobre 2013).
EDITORIALE
una rivista “germinata” in ambiente francescano; né lo scopo è quello di «fare dell’archeologia o coltivare inutili nostalgie, quanto piuttosto ripercorrere il cammino delle generazioni passate per cogliere in esso la scintilla ispiratrice, le idealità, i progetti e i valori che le hanno mosse»2. La ricorrenza è un’occasione per «prendere coscienza di come è stato vissuto il carisma lungo la storia, quale creatività ha sprigionato, quali difficoltà ha dovuto affrontare e come sono state superate», senza temere di «scoprire incoerenze, frutto delle debolezze umane, a volte forse anche l’oblio di alcuni aspetti essenziali del carisma»3.
Il focus del fascicolo, però, non è “settoriale”, vale a dire proiettato esclusivamente sulle vicende storiche della famiglia minoritica: l’oriz- zonte è più ampio, nella convinzione che l’esperienza di Francesco e del suo Ordine non riguardi solo il movimento francescano, ma sia per tutti un dono di Dio da accogliere e un’eredità da condividere. Si comprende, allora, come il riferimento privilegiato sia l’“oggi”, con cui il carisma del Poverello e del suo movimento, nella sua multiforme articolazione, deve confrontarsi, in un dialogo non sempre facile, ma più che mai necessario. È l’oggi inteso come kairos, cioè tempo di grazia per tutti coloro che, a partire da prospettive e presupposti diversi, sono affascinati dalla figura di san Francesco e dal suo “sogno” evangelico, percepito non come utopia, ma come luogo di autentica rigenerazione dell’umano.
In altre parole, il “paradosso” Francesco – l’uomo ignorans et idiota che desiderava soltanto vivere il Vangelo sine glossa e si trovò invece a sconvolgere gli equilibri sociali ed ecclesiastici della società e della chiesa del suo tempo e dei secoli successivi –, lungi dall’essere un capitolo chiuso, pone ancora molti interrogativi, sui quali intende soffermarsi il presente fascicolo.
2 Francesco, Lettera apostolica A tutti i consacrati (21 novembre 2014), I,1.
3 Ivi.
CredereOggi n. 219 5
Con il primo contributo: Unicità di frate Francesco e pluralità di san Francesco Giovanni Grado Merlo pone in evidenza un duplice orientamento nell’approccio pluriforme alla figura del Poverello ai no- stri giorni: da un lato, la ricerca di un frate Francesco in sé; dall’altro la frequente riproposizione di un san Francesco per noi.
Mediante la sua vita e il suo rapporto con il mondo, san France- sco ha ispirato un nuovo modello di comunità umana e cosmica. La
«scuola» che nel XIII secolo si venne delineando – da Alessandro di Hales a Bacone e Bonaventura, da Olivi a Scoto, da Occam a Lullo – tradusse la testimonianza di vita del Poverello in prospettive dottrinali, mettendo al centro la bontà, la libertà e la gratuità. Nel suo studio Orlando Todisco riprende e sviluppa queste intuizioni alla base della Fecondità del pensare francescano.
L’esperienza di Francesco ebbe un notevole impatto anche sull’orga- nizzazione della vita sociale. Nei secoli XIII, XIV e XV i francescani teorizzarono (e realizzarono) un nuovo modello socio-economico, da cui prese origine la cosiddetta «economia di mercato». In La povertà pensata. Interrogativi francescani per l’economia, Oreste Bazzichi propone di “riattivare” quello spirito francescano di reciprocità, gratuità e fraternità, come antidoto di fronte alle contraddizioni e alla grave crisi economico-finanziaria di questi ultimi anni, come suggerito più volte anche da papa Francesco.
Il Santo di Assisi è un’icona mediaticamente efficace, a lui ci si riferisce volentieri quando si parla di pace, salvaguardia del creato, fratellanza universale, ecc. Il rischio, però, è quello di porre in secondo piano non pochi aspetti della sua singolare esperienza umana e reli- giosa. Sul significato di Francesco per la spiritualità dell’uomo d’oggi si concentra Marzia Ceschia, Francesco d’Assisi: attualità di un’e- sperienza spirituale.
Lo studio di Maria Teresa Dolso, La difficile ricerca di un’iden- tità. Esiste una questione francescana? propone un’articolata riflessio-
ne sui problemi che derivarono dallo scarto tra l’eredità di Francesco, vale a dire la sua “semplice” testimonianza evangelica, e la prassi pro- pria dell’Ordine che da lui prese vita.
Luciano Bertazzo, Dalla divisione all’unità. Percorsi france- scani: 1517-2017 offre uno studio delle vicende successive alla promul- gazione della bolla Ite vos di Leone X che segnò l’iniziò di una nuova fase della storia secolare dell’Ordine minoritico. Particolare attenzione è dedicata alle diverse “riletture” mediante le quali, soprattutto negli ultimi decenni, il movimento francescano si è sforzato di comprendere la sua “pluriformità” come ricchezza da valorizzare e condividere.
Sugli istituti francescani di recente fondazione riflette Roberto Fusco, Nuove famiglie francescane. Risveglio e riattualizzazione di un carisma. Passando in rassegna le nuove esperienze di vita consacrata che possono essere ascritte all’alveo delle famiglie francescane, l’autore mette in evidenza anche il modo in cui elementi tipici dell’esperienza francescana sono stati reinterpretati e riadattati alla nostra società.
Francesco esercita un fascino “universale”: diverse confessioni cristia- ne come anche numerosi seguaci di altre religioni guardano a lui con interesse e ammirazione. Sul ruolo del Poverello nel dialogo ecumenico e tra le religioni si sofferma Silvestro Bejan, Francesco, santità, ecumenismo e dialogo interreligioso.
La proiezione globale della figura di Francesco e di Assisi, sua città natale, si comprende a partire dallo «spirito di Assisi», espressione per definire il movimento che ebbe inizio il 27 ottobre 1986, quando san Giovanni Paolo II convocò nella città del Poverello una Giornata mondiale di preghiera per la pace, cui parteciparono i responsabili delle grandi religioni del mondo. Sullo «spirito di Assisi», la sua evoluzione e il suo ruolo di fronte alle sfide del terzo millennio si concentra lo studio di Marco Impagliazzo, Assisi oltre Assisi.
L’Assisiate come exemplum per i pellegrini, soprattutto quelli che percorrono il «Cammino di Santiago» o, come scrive l’autrice (parafra-
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sando un’espressione dei Fioretti), «coloro che pregano con i piedi fino a Santo Jacopo di Galizia». Su questo aspetto forse meno conosciuto, ma significativo della spiritualità di Francesco si sofferma Elena Zapponi, Pellegrini sulle orme di san Francesco.
Infine, l’attenzione si rivolge al papa argentino Jorge Mario Bergo- glio che per la prima volta nella storia della chiesa ha assunto il nome del Santo di Assisi. Qual è la “lettura” che papa Francesco fa di san Francesco? Quali i tratti originali e innovativi della sua comprensione del Poverello? E quali le sue ricadute sulla vita ecclesiale? A questi in- terrogativi risponde Felice Accrocca, Una visione inclusiva. Il san Francesco di papa Francesco.
Nella Documentazione sono riportati tre testi diversi tra loro, ma che intendono aiutare il lettore a entrare nello spirito della celebrazione del quinto centenario della promulgazione della bolla Ite vos di Leone X. Il primo è la traduzione della bolla in lingua italiana. Il secondo, Una memoria abitata, presenta la stimolante riflessione di Luciano Bertazzo sul significato della ricorrenza e sulle sue implicazioni per il mondo francescano ed ecclesiale dei nostri tempi. Il terzo è l’estratto di un documento elaborato dai Frati francescani di Assisi, Itinerario per camminare insieme e crescere nella comune vocazione e missio- ne francescana (2015/2018). Al cuore di questo progetto, soprattutto una serie di esperienze di comunione fraterna per tornare a «gustare l’arricchente pluriformità delle diverse famiglie del primo Ordine e del Terz’Ordine Regolare».
L’Invito alla lettura, proposto da Emil Kumka, offre una ricca panoramica bibliografica sulla letteratura francescana: dalle Fonti4 ai
4 Ricordiamo ai nostri lettori che le citazioni che in vario modo, all’intero di tutto il fascicolo, rinviano alle fonti francescane con la sigla FF fanno riferimento a Fonti Francescane, terza edizione rivista e aggiornata, EFR - Editrici Francescane, Padova 2011.
documenti più significativi, dai primi testi agiografici alle biografie più recenti, dalla produzione accademica e manualistica ai testi di- vulgativi e spirituali. Si tratta di una “bussola” quanto mai preziosa nell’accompagnare e orientare il lettore nel mare magnum dell’inesau- sta riflessione sulla straordinaria personalità di san Francesco d’Assisi.
Buona lettura.
IL PROSSIMO FASCICOLO n. 220
CredereOggi
(n. 4 – luglio - agosto 2017)
Avrà come tema
Discernimento spirituale
Con studi di: A. Albertin - A. Arvalli - A. Bissi N. Calduch-Benages - A. Fumagalli - F. Iannone G.C. Pagazzi - G. Pasquale - G. Piccolo
Perché? È la seconda volta che torniamo sull’argomento (si veda il fascicolo n. 127 del 2002, più volte ristampato) proprio perché è profondo, lancinante e urgente il bisogno non solo e tanto di comprendere, ma soprattutto di decidere, di optare, di praticare con coerenza la propria fede, molte volte confessata solo a parole.
Come integrare ciò che si crede con la storia che si sta vivendo? Come far sì che la mia libertà scelga e compia la volontà di Dio in ogni circostanza concreta? Ma qual è questa volontà di Dio nel concreto?
CredereOggi 37 (3/2017) n. 219, 9-22
Unicità di frate
Francesco e pluralità di san Francesco
Grado Giovanni Merlo*
1. Manipolazioni ermeneutiche
Pensare che i temi e i problemi intorno all’«unicità di frate Fran- cesco» e alla «pluralità di san Francesco» – vale a dire intorno all’o- riginaria, singolare e unica esperienza umana e religiosa del figlio di Pietro di Bernardone e alla sua “attualità” che si è rinnovata nel tem- po fino ai giorni nostri – siano facili da affrontare, sarebbe un grave errore. Anzi, le difficoltà si infittiscono in rapporto alla molteplicità
* Università degli studi di Milano - Scuola Normale Superiore (Pisa) (grado.
di piani del discorso su cui i temi e i problemi si distribuiscono.
Un’ulteriore difficoltà è data dal derivare e dal far derivare dal Po- verello d’Assisi una nebulosa costituita dal francescanesimo, generata così in origine da frate/san Francesco, come in seguito – un lungo seguito! – dall’Ordine dei frati minori nella sua secolare vicenda1. Lo si constata ogni volta che si sia voluto o si voglia «indagare l’esito della figura di Francesco d’Assisi o di san Francesco così come essa si è accreditata presso alcuni e disparati campi disciplinari»2. In altre parole, le questioni inerenti l’unicità di frate Francesco e la pluralità di san Francesco emergono in tutta la loro contrastata evidenza non appena si intenda affrontare la “fortuna” ovvero l’“attualità” di Francesco frate/santo.
In proposito limitiamoci a ricordare due recenti iniziative di finalità e destinazione diverse, ma di impianto analogo. La prima iniziativa: nel 2010 la Settimana di francescanesimo organizzata dall’Istituto teologico di Assisi fu dedicata a Francesco nel ’900 eu- ropeo con varie relazioni su La figura del Santo di Assisi nella lette- ratura, nell’arte e nella cinematografia. Al centro, con intendimenti didattici, veniva posto «un problema storiografico riguardante le dinamiche socio-religiose-culturali svolte [sic!] dalla figura di Fran-
1 Si veda il meditato e apologetico lavoro di G. Buffon, Sulle tracce di una storia omessa. Storiografia moderna e contemporanea dell’Ordine francescano, Frati Editori di Quaracchi, Grottaferrata 2011, con le successive, talvolta intolleranti, radicalizza- zioni ermeneutiche in Id., L’Ordine dei frati minori dal medioevo all’età moderna, in Gli studi francescani e i convegni internazionali di Assisi (1973-2013). Atti dell’Incon- tro di studio in ricordo del p. Stanislao da Campagnola OFMCap (Assisi, 11-12 luglio 2014), Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto 2016, 195-244.
2 A. Cacciotti, Premessa, in A. Cacciotti - M. Melli (edd.), Francesco plurale.
Atti del XII Convegno storico di Greccio (Greccio, 9-10 maggio 2016), Edizioni Biblio- teca Francescana, Milano 2015, 5.
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cesco nella cultura del ’900 europeo e in particolare italiano»3. La seconda iniziativa: quattro anni dopo, nel maggio 2014, si tenne a Greccio un convegno storico dal titolo originale e intrigante, ossia Francesco plurale. L’idea e l’organizzazione dell’incontro si dovevano ad Alvaro Cacciotti, allora direttore del «Centro Culturale Aracoeli»
della Provincia Romana dei Frati Minori, il quale ha scritto poi una meditata e coraggiosa Premessa al volume in cui sono pubblicati gli Atti di quel convegno. Leggiamone alcuni brani significativi:
Il tentativo […] è stato quello di dare voce proprio alla certificazione di una vaghezza semantica riguardante la vicenda del Santo di Assisi:
vaghezza sempre in cerca di una qualche determinazione significativa a fronte di un successo planetario mai decrescente.
Singolare è la prospettiva a più voci che insiste sulla popolarissima fama del Santo colto sempre in bilico tra il Francesco della storia e le sue «tra- duzioni» o «letture» occorse nel tempo più vicino a noi.
Nel generale e sempre praticato uso e riuso del santo più popolare del cattolicesimo si cerca la cifra della sua esperienza cristiana e il significa- tivo riferimento alla nostra esistenza, immersa e contemporanea, non da ultimo, ad eventi come quello dell’elezione di papa Bergoglio che con coraggio ha scelto di chiamarsi «Francesco» per segnalare la sua missione di pastore universale della chiesa4.
Riflettendo sulle parole di Cacciotti, ci si sente immessi in un labirinto concettuale e fattuale, per uscir dal quale parrebbe che non si possa fare a meno di un robusto filo d’Arianna: ammesso che oggi vi sia un’Arianna pronta a offrire il suo aiuto decisivo. Occorrerebbe
3 P. Maranesi (ed.), Francesco nel ’900 europeo: la figura del Santo di Assisi nella letteratura, nell’arte e nella cinematografia, Cittadella, Assisi 2011, 5.
4 Cacciotti, Premessa, 5s.
chiedersi ancora se in questo labirinto esistano un Minotauro (e quali fattezze esso presenti) e un Teseo che si impegni ad annien- tarlo e che non sappia quale sarà il suo destino. Fuor di metafora, occorre chiedersi se sia possibile uscire dalla «vaghezza semantica riguardante la vicenda del santo di Assisi» e dalla «prospettiva a più voci […] sempre in bilico tra il Francesco della storia e le sue
“traduzioni” o “letture” occorse nel tempo».
In proposito esiste il fondato sospetto che la duplicità tra un Francesco in sé («il Francesco della storia») e un Francesco per noi (quello delle «sue “traduzioni” o “letture”) sia più teorica che prati- ca, in primo luogo perché – riprendo efficaci parole di Elio Franzini – la «manipolazione, che potremmo anche definire “ermeneutica”, fa parte»5 del pensiero, sia esso filosofico, teologico, letterario, arti- stico o altro ancora. Può davvero esistere un Francesco in sé senza un Francesco per noi, e viceversa? Una prima risposta è che possano coesistere, purché nel contesto di un filologicamente rigoroso im- pegno di ricerca che sia fattuale e, nello stesso tempo, interpretativo.
Altrimenti avremmo – e, ahimè!, abbiamo – i deteriori prodotti della creazione immaginifica strumentale, della mistificazione ciur- matoria, della mercificazione del senso religioso: operazioni che talvolta si ammantano persino di “cultura alta”. La deriva è irrefre- nabile: non so se l’estremo approdo sia quanto si legge sul web nel blogspot intitolato lostregonediassisi6…
Ad altra logica, meno grave e greve nella sua attuazione concreta, appartiene la intitolazione a «San Francesco» (o al “francescanesi-
5 E. Franzini, San Francesco e la filosofia contemporanea, in Cacciotti - Melli (edd.), Francesco plurale, 69.
6 Ci si riferisce al blog ufficiale del libro di A. Armati, Lo stregone di Assisi. Il volto negato di San Francesco, Boopen, Napoli 2007: http://lostregonediassisi.blogspot.
it/2017/03/san-francesco-e-quella-lettera-contro.html (2.5.2017) (ndr).
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mo”) di ristoranti, osterie, bed & breakfast, cliniche veterinarie, e così via. Tuttavia, è bene fermarsi di fronte ad ambiti tematici che ci porterebbero lontano, ma che, nonostante tutto, presenterebbero più di un motivo di interesse per capire sino in fondo il volgarizza- mento del mito di Francesco plurale.
A questo punto aggiungiamo che un’altra omissione, riguardante un piano del discorso assai diverso, sarà costituita dall’assenza del grande tema del san Francesco della pietà “popolare”7, che compor- terebbe una trattazione specifica, lunga, attenta e delicata, intorno alle intime convinzioni religiose dei devoti: convinzioni da rispet- tare e accettare in quanto tali.
Torniamo alla «manipolazione ermeneutica», che, se condotta sulla base di un rigoroso metodo di indagine storico-critico, è in- trinseca all’operazione conoscitiva che si sta compiendo attraverso quella medesima indagine. Non deve essere, dunque, intesa come strumentalizzazione, da collocarsi allo stesso livello di manipola- zioni di ben altra natura; le quali, per esempio, hanno trasformato san Francesco d’Assisi da testimone di Gesù Cristo a testimonial di campagne propagandiste e promozionali attuate da forze, partiti e movimenti politico-sociali e religiosi di vario tipo, quando non da regimi dittatoriali8.
Per altro verso, non si dimentichi «un “uso” estemporaneo sem- pre più accentuato del nome Francesco quale paradigma simbolico di una cristianità pura e debole, sottratta al dogma e alla tradizione
7 Cf. S. Boesch Gajano, San Francesco e la pietà popolare, in Cacciotti - Melli (edd.), Francesco plurale, 165-194.
8 Cf. T. Caliò - R. Rusconi (edd.), San Francesco d’Italia. Santità e identità na- zionale, Viella, Roma 2011; D. Menozzi, «Il più italiano dei santi, il più santo degli Italiani». La nazionalizzazione di san Francesco tra le due guerre, in Id., Cattolicesimo, nazione e nazionalismo, Edizioni della Normale, Pisa 2015, 87-109.
e di conseguenza utilizzata per battaglie ideologiche, politiche e sociali»9, spesso condotte da soggetti “di sinistra”10, ma non solo.
Per limitarci a rapide esemplificazioni a noi contemporanee, rimem- briamo l’auto-proclamata originaria “francescanità” dei pentastellati del M5S, «nato, per scelta, il giorno di san Francesco, il 4 ottobre 2009»11, o la sorprendente affinità della «leggenda di san Francesco d’Assisi» con «la vita futura della militanza comunista» profetizzata da Michael Hardt e Antonio Negri12.
Insomma, «nel generale e sempre praticato uso e riuso del santo più popolare del cattolicesimo»13, san Francesco è stato ed è presen- tato sotto variegate colorazioni “ideologiche”, quasi si trattasse di
personaggio cangiante, fregoliano, soggetto a perenni trasformazioni: dal san Francesco rosso (socialista, comunista, terzomondista, internaziona- lista, movimentista) al san Francesco nero (nazionalista, littoriale), dal san Francesco verde (ecologista, ambientalista, animalista, naturalista, planetario) al san Francesco rosa (femminileggiante, femminista), rispetto ai quali non si può nascondere una certa predilezione per il san Francesco dei liquori, dei dolciumi e delle acque minerali che si muove in libera concorrenza con il sant’Antonio di Padova e gli altri santi presi a simbolo identificativo di prodotti concorrenti14.
9 Franzini, San Francesco, 69.
10 Si veda, per esempio, G.G. Merlo, San Francesco e la cultura laica contempo- ranea, in Cacciotti - Melli (edd.), Francesco plurale, 21-38.
11 L’importanza di chiamarsi Francesco, in http://www.beppegrillo.it/2013/03/lim- portanza_di_1.html (2.5.2017) (ndr).
12 Merlo, San Francesco, 32-34. L’autore si riferisce a T. Negri - M. Hardt, Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione, Rizzoli, Milano 2002 (ndr).
13 Cacciotti, Premessa, 6.
14 G.G. Merlo, Frate Francesco, Bologna, il Mulino 2013, 163.
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2. Trasmissione letteraria e iconografica di san Francesco A questo punto ci chiediamo: come nel corso del tempo si è realizzata la policromatica colorazione di san Francesco e che cosa l’ha resa possibile? Non potendo ovviamente rispondere al come, accontentiamoci di alcune indicazioni circa il che cosa. Potremmo incominciare del fatto che la trasmissione letteraria e iconografica della figura di san Francesco si inserisce in modo stretto e diretto con le finalità che, sin dalle origini, gli autori di immagini e testi15
“francescani” di volta in volta si sono posti: a partire dalle lettere pontificie Sicut phialae aureae e Mira circa nos con cui Gregorio IX rendeva pubblica la decisione di inserire frate Francesco d’Assisi nel catalogo dei santi16, per passare attraverso la cospicua produzione agiografica “sanfrancescana” dei secoli XIII e XIV. Soprattutto, san Francesco veniva assunto allora come paradigma di autenticità cri- stiana all’interno dei vivacissimi, persino violenti, scontri (con con- nessa immensa produzione testuale) che si susseguirono all’interno dell’Ordine dei frati minori, oltre che in relazione alle metamorfosi della fisionomia e del contenuto dell’essere frate minore17.
Anche l’antica produzione iconografica relativa a san Francesco si inquadra in siffatto contesto18. In origine le tavole e i cicli di affre-
15 Cf. F. Accrocca, Un santo di carta. Le fonti biografiche di san Francesco d’Assisi, Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2013.
16 Cf. Gregorio IX, Bolla Mira circa nos (19 luglio 1228), in FF 2720-2728;
Id., Bolla Sicut phialae aureae (12 settembre 1228), in Bullarium Franciscanum…, t.
I, (Typis Sacrae Congreg. de Propaganda Fide, Romae 1759), n. XXVI, 44-45 (ndr).
17 Cf. G.G. Merlo, Nel nome di san Francesco. Storia dei frati minori e del fran- cescanesimo sino agli inizi del XVI secolo, EFR - Editrici Francescane, Padova 2003.
18 Per tutti valga la menzione di C. Frugoni, Quale Francesco? Il messaggio nasco- sto negli affreschi della Basilica Superiore ad Assisi, Einaudi, Torino 2015.
schi intendevano trasmettere non tanto l’immagine “personale” di frate Francesco, quanto invece i caratteri connotanti un’esperienza religiosa di santità. Si tratta di un intendimento che si riproporrà costante nel corso dei secoli sino ai giorni nostri19 e che non può che trasmetterci un san Francesco plurale, nella cui raffigurazio- ne convergono svariati fattori: la committenza e la destinazione dell’opera, la cultura e la diversa abilità o addirittura la genialità dell’artista (pittore, scultore, miniaturista).
Ne deriva una lunghissima galleria di opere, di cui occorre non snaturare la peculiare natura: con le non lievi complicazioni dovute al fatto che, in primo luogo, «il medioevo non ci ha la- sciato ritratti»20 e che, in secondo luogo, il “soggetto francescano”
si inserisce in profondità nelle novità delle arti figurative di età giottesca.
Ulteriori complicazioni sono date da due altri fenomeni: per un verso, le immagini di san Francesco rappresentano un mezzo per
«scorgere l’invisibile»21, cioè quel Dio a cui frate Francesco aveva affidato e dedicato la sua vita “santa”, e, per altro verso, persino le famosissime decorazioni del Sacro Convento di Assisi sono state interpretate in «chiave politica»22, in riferimento alla basilica infe- riore, e in chiave teologico-ecclesiastica, in riferimento agli affreschi
19 Cf. R. Giorgi, San Francesco e l’arte degli ultimi cento anni. Immagini di Fran- cesco «plurale», in Cacciotti - Melli (edd.), Francesco plurale, 81-114.
20 S. Gieben, San Francesco nell’arte grafica, in Id. (ed.), Francesco d’Assisi nella storia. Secoli XVI-XIX, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma 1983, 336.
21 Mutuo l’espressione da E. Franzini, Scorgere l’invisibile. Per un’estetica cristia- na, in M. Benedetti (ed.), Storia del cristianesimo. II: L’età medievale (secoli VIII- XV), Carocci, Roma 2015, 345.
22 E. Lunghi, San Francesco in Assisi. Le immagini del potere, Era Nuova, Perugia 2003, 7.
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della basilica superiore, per coglierne il «messaggio nascosto»23. La materialità iconografica si sublima nella simbolicità: senza annul- larsi, ma andando al di là di se stessa.
Un discorso analogo si potrebbe fare a proposito della produ- zione cinematografica e, non di meno, di quella letteraria. Arte, cinematografia e letteratura ci allontanano del tutto dall’unicità di frate Francesco, poiché in esse giocano un ruolo decisivo la perso- nale interpretazione e la libera creatività – oltre che l’azione della cultura e dell’inconscio – dell’artista, del cineasta, del letterato.
Nelle produzioni di tali ambiti espressivi lo studioso del passato, ovvero lo storico, non può intervenire, se non in merito a particolari secondari o a macroscopici (involontari) scerpelloni delle singo- le opere. Insomma, un qualsiasi lavoro artistico, cinematografico, letterario ha i caratteri del proprio “genere” e non deve “rendere ragione” del fondamento documentario su cui è stato creato: rende conto soltanto di se stesso. In tutta sincerità, l’eventuale presenza del “consulente storico” a fianco di un artista, di un cineasta, di un letterato appare del tutto ancillare e, talvolta, patetica. D’altronde, per esempio, il valore del Franz di (Francesco Tullio) Altan non deriva certo dal suo fondamento documentario o dalla supervi- sione di uno storico, ma dall’essere un fumetto di assoluto rilievo qualitativo in quanto fumetto, con la piena fusione di disegno e testo. Ciononostante, occorre sottolineare come il Franz di Altan contenga immagini e spunti che, alla loro maniera, rinviano a Fran- cesco frate/santo e al francescanesimo delle origini e, quindi, a quei valori che costituiscono i contenuti in generale ritenuti peculiari del cosiddetto francescanesimo. Così il Franz di Altan offre, in modo volontario o non, in modo diretto o non, un contributo affinché il
23 Frugoni, Quale Francesco?.
lettore, eventualmente, trovi motivi per orientare la propria curiosità verso «i caratteri autentici dell’esperienza originaria di Francesco»
e verso «i termini in cui furono capiti, accolti, tradotti e riproposti nella storiografia e nella memoria dei primi decenni dell’Ordine»
dei frati minori24.
3. L’irrisolvibile dualità tra frate Francesco in sé e san Francesco per noi
Insomma, l’esperienza evangelica di frate Francesco esercita un’attrazione sotto svariati punti di vista, più o meno coinvolgenti a seconda di chi a essa si rivolge. Ma come conoscerla? Una pri- ma risposta rinvia allo studio dei suoi «scritti», che rappresentano senza dubbio il più solido punto di partenza e una guida per un lungo percorso, purché non li si riduca a «meri scritti edificanti di ascesi e di pietà»25. Il passo successivo porta alle bioagiografie due-trecentesche: e qui il cammino si fa impervio e impegnativo.
L’esito dovrebbe essere di piena storicizzazione del Poverello di As- sisi, mentre, al contrario, è assai spesso quello di una quasi totale destoricizzazione del Poverello e della sua elevazione in uno spazio metastorico, ultraterreno. L’unicità di frate Francesco è fagocitata dalla sua straordinarietà di essere santo, ossia essere san Francesco: e ovviamente il santo va al di là della sua vicenda terrena, e deve essere
24 G. Miccoli, Francesco d’Assisi. Realtà e memoria di un’esperienza cristiana, Einaudi, Torino 1991, VIII.
25 G. Miccoli, Gli scritti di Francesco come fonti per la storia delle origini mino- ritiche, in A. Cacciotti (ed.), Verba Domini mei. Gli Opuscula di Francesco d’Assisi a 25 anni dalla edizione di Kajetan Esser. OFM. Atti del Convegno internazionale (Roma, 10-12 aprile 2002), PAA - Edizioni Antonianum, Romae 2003, 149.
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rappresentato, a parole e per immagini, con i tratti e gli stereotipi della santità.
Il discorso si fa assai complesso e si proietta, articolandosi, su di- versi piani: piani che non andrebbero mai confusi. D’altronde, non bisogna fare confusione anche quando si voglia studiare il Francesco in sé, avvicinandosi e ricorrendo a quelle che sono state definite le
«fonti francescane»26: fonti francescane all’apparenza di facile uti- lizzazione da parte di chiunque, in realtà costituenti un deposito testuale e documentario che richiede grande competenza, molta accortezza e acribia filologica27. La strada che i più percorrono è di scegliere tra le «fonti francescane» una “narrazione” a loro gradita per elaborare la propria narrazione, la quale, divulgata, a sua volta diventerà narrazione di altri28. Storici, filosofi, letterati, artisti, ci- neasti, commediografi, giullari possono così precipitare, in modo gioioso o drammatico, nel baratro del gioco degli specchi, gioco che alla fin fine rinvia a loro stessi, con la creazione del “proprio”
san Francesco, di norma a loro tanto simile.
Per limitarsi a un esempio macroscopico, basti por mente a quanti – su carta, su tela, su pellicola – hanno “riscritto” in passato la Legenda maior di frate Bonaventura da Bagnoregio29 oppure, in
26 Nella maggior parte disponibili oggi in un unico volume: Fonti francescane.
Terza edizione rivista e aggiornata, EFR - Editrici Francescane, Padova 2011 (FF) (ndr).
27 Cf. G.G. Merlo, Tra eremo e città. Studi su Francesco d’Assisi e sul francescane- simo medievale, Edizioni Porziuncola - Società Internazionale di Studi Francescani, Assisi 20072, 33-68.
28 Lucido e suggestivo in proposito lo scritto di M. Bartoli, San Francesco e le re- ligioni. Una testimonianza, in Cacciotti - Melli (edd.), Francesco plurale, 195-208.
29 Cf. Bonaventura da Bagnoregio, Leggenda Maggiore (Vita di san Francesco d’Assisi), in FF 1020-1329 (ndr).
tempi recenti, tanti capitoli della Vita beati Francisci di frate Tom- maso da Celano o dei Fioretti30.
Di norma san Francesco subisce un processo di trasformazione in “personaggio”, soggetto e oggetto di rappresentazioni sacre e profane, ecclesiastiche e laiche, inserito nella tradizione culturale occidentale, con capacità attrattive anche verso culture altre.
Rimane un’ombra di dubbio circa l’effettiva volontà di scrit- tori, poeti, commediografi, cineasti, artisti, filosofi e, perché no, storici, di conoscere davvero il Francesco in sé, quel figlio di Pietro Bernardone, che poco più che ventenne decise di vivere «secundum formam sancti evangelii»: per giungere ad avvicinarlo al Francesco per noi, nella piena consapevolezza dei limiti della conoscenza oggi conseguibile.
Ma conoscere il Francesco in sé – l’unicità di frate Francesco – comporta anche di non trascurare quanto – davvero molto nei più diversi ambiti della vita collettiva e individuale – nel corso dei secoli dal Poverello di Assisi è derivato, pur fra trasformazioni, modifi- cazioni, distorsioni, strumentalizzazioni, manipolazioni della sua proposta religiosa originaria. E assai spesso ciò che da lui è derivato ha plasmato una propria figura di san Francesco a giustificazione e a fondamento di particolari modi di intendere e vivere il francesca- nesimo come massima espressione del cristianesimo31.
La pluralità di san Francesco riconduce, dunque, all’unicità di frate Francesco, ovvero ai sempre ardui percorsi di ricerca e al con- nesso continuo impegno ermeneutico per conoscere frate Francesco
30 Cf. Tommaso da Celano, Vita del beato Francesco [Vita prima], in FF 315- 571; I fioretti di san Francesco, in FF1826-1895 (ndr).
31 Cf. R. Michetti, Francesco d’Assisi e l’essenza del cristianesimo, in R. Ela Con- solino (ed.), Francesco d’Assisi fra storia, letteratura e iconografia, Rubettino, Soveria Mannelli 1996, 37-67.